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Commenti da civ833
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
il grido della vittoria
il grido della vittoria di jedi7 commento di civ833

Elementi di disturbo inevitabilmente ce ne sono (tipo l'uomo sulla sinistra o il ragazzo a destra, o il mosso sopra la bomboletta in fondo a sinistra), ma sono conseguenze non controllabili. Interessante l'accoppiata tra il gesto del soggetto e la corta focale, che rende la foto ben riuscita da un punto di vista compositivo. Lo sguardo in camera tuttavia toglie una certa spontaneità, facendo sembrare lo scatto uno scatto costruito, pianificato più o meno a tavolino, o comunque dalla forte connotazione ritrattista, con un soggetto così centrale e uno sfondo così "sfondo", che sta là solo per contestualizzare la "vittoria" ergendosi più che altro a spettatore della vera scena, che è la posa dell'uomo.
Complice forse il titolo, così diretto ed esplicativo, la foto sembra chiara, forse troppo, riuscita nella sua immediatezza che ha però, tra i possibili lati negativi, quello di risultare poco significativa e un po' banale. Ma è una conseguenza innanzitutto del soggetto scelto, dello scatto in sé e non delle tue scelte compositive, di un particolare taglio o di altri tecnicismi espressivi. Usi bene lampeggiatore ed obiettivo, componi correttamente la scena, tiri fuori tutto quello che si può tirare fuori da quello che avevi davanti in quel momento, e questo la rende una buona foto che, per ragioni intrinseche nella natura del soggetto scelto, non può aspirare a qualcosa di più. Meno rumore sarebbe stato più gradito, ma probabilmente non era proprio possibile fare di meglio.
Vorrei essere chiaro: il limite (e il pregio, perché no) di questa foto sta nel fatto che dice tutto e lo dice subito, non lascia spazio a niente, a sensazioni, interpretazioni, riflessioni, non ti fa porre domande. Documenta un istante, o meglio (ed è questo che mi lascia dei dubbi sulla sua classificazione, sia come "Street" che come qualunque altro genere, incluso "Varie") documenta quell'uomo in quell'istante, il suo grido, e tutto il resto è contorno. Qualunque fosse il suo scopo, comunque, è senz'altro ben riuscita; il problema (che sento io) è che forse quello scopo è troppo immediato da renderla profondamente interessante, tutto qua.
balli prima dell'apertura della chiesa 2008
balli prima dell'apertura della chiesa 2008 di DGreportage commento di civ833

Ah, la cornice non mi convince, da un lato ha il sapore mortuario degli annunci funebri, dall'altro inquadra ulteriormente la scena ma contemporaneamente in alto segna uno stacco, tra il bianco della foto e il bianco perfetto della cornice, che dà appunto la spiacevole sensazione di vedere attraverso una finestra, e non di essere lì, nella folla.
balli prima dell'apertura della chiesa 2008
balli prima dell'apertura della chiesa 2008 di DGreportage commento di civ833

Includi un'interessante marea di uomini, ma comprimendola spingi l'osservatore a cercare un soggetto, a sfuggire dalle tante figure particolari e caratteristiche per concentrarsi su una figura centrale, su un personaggio in particolare, su un significato. Quello che si trova però sono due fulcri, la donna poco a sinistra che sembra ballare da sola, quasi isolata dalla massa, e il gruppetto poco più a destra, con un po' di gente che lo guarda. Espressioni, facce, curiosità, che però suonano un po' deboli, specie accorgendosi che dietro, sullo sfondo, la gente è girata da un'altra parte, partecipa a qualcos'altro che sfugge alla foto.
Fatta così sembra, anche per il taglio che comprime, uno scatto che semplicemente riporta una scena, e nient'altro. Complice anche la donna in primissimo piano, che non si distingue bene cosa stia facendo, e viene percepita come un "di più" che costringe ulteriormente l'occhio a cercare altro.
Poi se l'occhio è attento, e cerca altro, trova l'uomo in mezzo. Il vecchio col cappello, che sembra stare lì per caso, che si guarda intorno estraneo e pensoso, quasi timido e oppresso dalla scena che lo circonda. Io a quell'uomo avrei portato, su quell'uomo avrei messo a fuoco e intorno a lui avrei costruito un'inquadratura più ampia e una profondità di campo leggermente minore, perché è lui secondo me il vero soggetto. Soggetto che è immerso, sì penso che immerso sia la parola esatta, nella variegata miscela di gente danzante e semplici spettatori, è lui che toglierebbe alla scena un sapore banale per renderla un interessante ed arguto spaccato di un tutto che puoi percepire solo se sei lì. Trova un "antagonista", se si può dire così, nell'uomo un più più in fondo sulla sinistra, anche lui con sguardo tra lo sprezzante, lo schifato e lo stupito, e per antagonista intendo che è l'espressione quasi simile a fuorviare, e a far sembrare simili due soggetti che non lo sono, spingendo l'osservatore a non concentrare l'attenzione su di lui, ma su entrambi, o su nessuno.
Ritengo quindi che la compressione dell'inquadratura (guarda ad esempio il signore coi capelli bianchi sulla sinistra, o il ragazzo sulla destra) e il leggero decentramento del vecchio, non rendano completamente giustizia a una scena che altrimenti sarebbe una street perfetta. Così è una street interessante, senza dubbio, ma manca qualcosa, che la renderebbe meno dispersiva e più incisiva.
Note discrete
Note discrete di Cl@udio commento di civ833

Togli un po' di respiro, con quel taglio in fondo a sinistra e in primo piano, ma se quello in primo piano potrebbe andare verso quella connotazione di "discrezione" del titolo, l'altro comprime un po' la foto e chiude la prospettiva, fermando la linea diagonale poco sopra metà foto e tagliando il banchetto del venditore. La resa cromatica è piacevole, mancano un po' di neri che forse meglio avrebbero contrastato - ed evidenziato - il soggetto in primo piano, e la sovraesposizione del pavimento ad occhio sarebbe stato un prezzo da pagare tutto sommato accettabile. Presa da un po' più in basso forse sarebbe stata più piacevole, penso al dettaglio delle linee della "tenda" che accennano a chiudersi ma non si chiudono, in alto.
Sembra lungotevere, vicino al Regina Coeli.
Trastevere, Roma.
Trastevere, Roma. di civ833 commento di civ833

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
Carpi_Gelo_1
Carpi_Gelo_1 di Ram commento di civ833

Tutto sommato piacevole composizione, che sarebbe stata ancor più piacevole con un taglio e un'inquadratura che evitassero il palo tutto a sinistra (che "mette ansia", togliendo un po' alla calma delle linee della foto) e prendessero un po' più dal basso la fontana in primo piano. La sovraesposizione delle luci è fastidiosa, nella misura in cui le rende ingombranti; i tre lampioni formerebbero anche una linea gradevolmente convergente là dove si infittiscono gli alberi, ma c'è un quarto lampione, e poi la loro luminosità è forte, sovraespone parte della neve dell'albero centrale e di quello a sinistra, il che stona un po' con la piacevole illuminazione della pavimentazione in primo piano, che altrimenti sarebbe molto ben riuscita. Infastidisce un po' la riga orizzontale sovraesposta in fondo, ma è un po' tutta quell'area (che descrive un certo alone) che ingombra la foto e, a mio avviso, toglie parte dell'armonia notturna che forse vuoi trasmettere con questo scatto. Il tempo di esposizione rende un po' spiacevole la resa del fiotto d'acqua in primissimo piano, avrei scelto un tempo un po' più corto o più lungo per congelarne la forma o renderne il fluire.
Sunset3
Sunset3 di skinner commento di civ833

Foto piacevole, che a mio avviso starebbe bene senza cornice. Poco nitida, quasi "fuori fuoco", ma anche questo aggiunge un senso di serenità, di lento declino nel morire della luce, la rende una foto silenziosa e pacifica. Le increspature dell'acqua la fanno sembrare dipinta.
il chiostro
il chiostro di lurinziv commento di civ833

Controluce difficile nella resa del bianco e nero (potresti schiarire ma il nero non sarebbe più nero, e forse sovraesporresti il cielo in alto a destra), ma quello che non mi convince, a parte la collocazione nelle sezioni del forum, è l'inquadratura: dai un taglio che includa tutto l'arco, in modo da incorniciare in qualche modo la visuale sul chiostro, ma facendo questo ne tronchi la parte in basso, che rende quella specie di siepe "mozzata", poco armonica perché dai la sensazione che qualcosa manchi. L'inquadratura "diagonale" probabilmente voleva valorizzare lo scorcio di cielo in alto a destra e il gioco di linee dei tetti, ma la focale scelta toglie respiro e mi lascia addosso un senso di incompletezza della visuale, cui contribuisce anche il generoso taglio alle arcate sulla sinistra e sulla destra.
Potresti contrastare selettivamente la scena piuttosto che l'arco nero in primissimo piano (penso al grigio della parete a sinistra un po' uniforme), tanto per dare un po' più di incisività e di vita alla scena, ma trovo che l'inquadratura un po' debole non riesca appieno a trasmettere quello che vuoi trasmettere. La cornice doppia non aiuta, inquadra ulteriormente la scena e però è un'inquadratura poco convincente, quasi asfittica, su un soggetto che così diventa scialbo e poco interessante.
Ballo a Campo de' Fiori
Ballo a Campo de' Fiori di Cl@udio commento di civ833

Che dire? Street azzeccatissima, forse avrei gradito una esposizione leggermente minore, per avere più contrasto che renderebbe lo sfondo più piacevole e i danzatori più vivi. Il taglio quadrato non è facile, ma è gradevole. Forse un po' troppa profondità di campo? Ma non sono i dettagli che disturbano, è solo questione di gusto.
Chissà come sarebbe venuta scattando con una focale più corta.
intente......
intente...... di principessa commento di civ833

Immagine di uno "squallore cittadino", che a mio avviso contiene tre elementi di disturbo: il cespuglio, lo sfondo e la bruciatura al cielo.
Mi spiego: questi tre dettagli attirano la mia attenzione. Che subito dopo viene rapita dalla scena che hai fotografato, o meglio, dal soggetto che hai fotografato. Ecco, una scena con elevato contenuto drammatico come questa ("drammatico" in senso lato, ovviamente) io anzitutto la vedrei meglio con un'inquadratura più selettiva, che non lasci spazio all'occhio dell'osservatore e lo costringa, lo asfissi dentro quei quattro metri di uno squallore senza tempo. E' una scena forte ("forte" in senso lato, ovviamente), che vorrei resa in un'immagine forte, incisiva, che generi in me un'emozione forte e incisiva e non un "sì ma", non un leggero disgusto o una timida sorpresa o un "toh, che roba". Non voglio stare qui a pensare al cielo che però è bruciato, alla cornice che però è bruttamente verde (eh sì, concedimelo), al colore che è troppo poco nitido o la macchia di luce in basso che un po' disturba, voglio vedere la foto e rimanere invischiato, attaccato, atterrito ("atterrito" in senso lato, ovviamente) da quello che hai fotografato.
E' uno splendido spaccato di vita quotidiana, colto nella sua più immensa crudezza ("splendido" e "crudezza" in senso lato, ovviamente). Mi piacerebbe vederlo sviscerato, magari pensandolo in bianco e nero, vivendolo in bianco e nero, sputando sulla pellicola (o meglio, sul RAW; a proposito, se vuoi un consiglio e la macchina lo prevede, scatta sempre in RAW, alcune imperfezioni almeno le puoi correggere in maniera quasi indolore) la sensazione di un attimo colto completamente, di una scena di strada che il fotografo più o meno banale scarterebbe per disgusto. Devi saper schiaffare quest'immagine così brutta ("brutta" in senso lato, ovviamente) sullo schermo di chi la guarda, facendo di tutto per non lasciarlo indifferente.

Continuo a risponderti prendendo spunto da
Nonno ha scritto:
vabbè imparerà basta sbatterci un pò la testa e partire da una foto a colori perfettamente esposta e bilanciata nei colori,

"Perfettamente esposta" è una frase che si dice spesso, ma che lascia il tempo che trova. La perfetta esposizione non è lo zero sulla scala dell'esposimetro, non è un campanello che fa DLIN e allora è tutto a posto e puoi scattare. Perché l'esposimetro è uno strumento che va usato appieno, compiendo delle scelte razionali in funzione di un fine ultimo, che con la pellicola è la stampa, mentre col pc può essere la stampa o lo schermo del computer.
L'esposizione in bianco e nero non è la stessa cosa dell'esposizione a colori. Hai a disposizione una gamma tonale diversa, una "latitudine di posa" diversa, e soprattutto compi delle scelte diverse per perseguire degli obiettivi diversi. Il bianco e nero ti dà delle possibilità (penso all'astrazione, ma anche all'uso delle luci) che il colore non ti dà, e non è una mera questione di conversione. Esercitati a visualizzare la scena in bianco e nero prima dello scatto, studia le luci delle varie zone dell'immagine che hai davanti (magari con l'esposimetro, che non fa errori banali come l'occhio) per capire come sarà la resa finale: se l'esposimetro ti dice -2, non importa se i cuscini sono uno rosso e l'altro verde, verranno della stessa tonalità di grigio. Intervieni, voglio dire, prima dello scatto, e non in post-produzione, nel determinare cosa vorrai vedere a monitor/stampato, e come. Se procedi all'infinito giocando con curve livelli e mixer canali di una foto "perfettamente esposta per il colore", magari alla centomillesima foto ti viene un bianco e nero perfetto, ma potresti non essere comunque ancora in grado di pensare in bianco e nero, di guardare la scena e dire: io la voglio così.
L'obiettivo non è svoltare la giornata e portare a casa la foto fatta "meglio" ("meglio" in senso lato, ovviamente), decidendo a posteriori se è più bella in bianco e nero o a colori. L'obiettivo è stare là, capire automaticamente cosa vuoi cogliere dalla scena, e allo stesso tempo visualizzare come verrà sul monitor o sulla carta stampata. Giocaci, esercitati, non ne fare solo una questione di "conversione". E questa lunga digressione era la risposta alla seconda foto.
Occhio alle cornici.
.... monastero sospeso ...  (BL)
.... monastero sospeso ... (BL) di poldacol commento di civ833

Posto splendido. Foto difficile con un'esposizione difficile, che porta a banalizzare un cielo un po' chiazzato di azzurro più o meno chiaro. Colori un po' slavati e scarso contrasto nel "soggetto" della foto, il monastero e la sua rocca sottostante, sembra mancare un po' di dettaglio. Forse una profondità di campo maggiore avrebbe aiutato, o una messa a fuoco più mirata all'effetto che, a giudicare dal titolo, volevi ottenere.
Non condivido, del taglio, l'altezza del punto di ripresa (che avrei preferito un poco più bassa), ma più che altro il troncamento che fai all'albero di destra, che assieme alla fronda (che si intravede sempre tutto a destra) ammazza un po' l'armonia di un paesaggio sicuramente affascinante. Forse è proprio la scelta dell'inquadratura che non mi convince, avrei preferito una focale un po' più corta ma soprattutto avrei evitato di includere quei due alberi, o almeno avrei fatto attenzione. Perché sono pericolosi, in quanto rischi di tagliarli o di includere parti monche di altri alberi, e in quanto è un po' "antiestetico" il manto nevoso e il dosso più avanti. Per antiestetico intendo due cose: da un punto di vista di bilanciamento del bianco, che giocoforza evidenzia uno stacco tra scena in basso (più blu) e scena sullo sfondo (più gialla, più qualche problemino col cielo), e dal punto di vista di profondità della scena, fortemente limitata da quegli alberi che ostruiscono la visuale e però non sono compensati da altre "linee di fuga" che portano l'occhio a percepire quella rocca, quel monastero, come sospesi sul candore sottostante.
Una focale minore, a mio avviso, avrebbe avuto l'effetto di togliere peso e importanza agli alberi centrali, facendo respirare lo splendido bosco sottostante il monastero. Guarda invece quant'è forte l'illuminazione in alto a destra, e quanto poco è valorizzato il suo impatto sulla montagna, da cui il monastero dovrebbe risaltare vincente e fiero nella sua placida maestosità. Nel mio immaginario un monastero è arroccato, sta là appollaiato su una montagna e mi piace vedere come sovrasta ciò che c'è sotto, come controlla silente il paesaggio là intorno: inquadrare attraverso un paio di alberi può sì dare un senso di "scoperta", uno scorcio come quello che si aveva un tempo vicino alla basilica di San Pietro quando di colpo appariva d'un tratto una vista diversa, ma non mi sembra questo il caso. In altri termini, valorizzerei diversamente gli spazi e le profondità, riportando prepotentemente il monastero al centro della foto, in senso figurato ovviamente. Adesso, al centro ci sono i due alberi, e da una strana prospettiva che sa di teleobiettivo si individua uno sfondo, che in quanto tale non è partecipe e non è soggetto.
E' un posto affascinante in cui ti consiglio di tornare, personalmente punterei molto su quella rocca e su quegli alberi così bianchi, ammirevolmente ripetitivi, se vogliamo fotogenici.
LA FESTA....
LA FESTA.... di cacioli david commento di civ833

Ben riuscito. Non metterei la tripla cornice, la vedo meglio con il riquadro esterno nero come quello intermedio. Manca un po' di nitidezza, forse è la conversione in jpeg? La sfera sovraesposta al centro stona un po' con l'armonia delle linee, ma tant'è (quella in basso a sinistra è quasi piacevole).
sturm und drag
sturm und drag di principessa commento di civ833

Per quanto riguarda la scena, è sicuramente penalizzata dagli autoveicoli in fondo (più che altro dal fatto che la via è a doppio senso, e dalle panchine che un po' stonano). Per quanto riguarda il cielo, sopra l'albero al centro c'è una zona leggermente sovraesposta; il bianco e nero del cielo è piacevole, quella zona è un po' una pecca che va di pari passo con la linea di "cielo" che da lì si protrae in diagonale verso sinistra, da un po' un senso di artificiosità che stona con le nuvole maestose e tridimensionali.
Le luci del lampione e la parte subito sotto sono un po' scure, si perde un po' troppo dettaglio a mio avviso, concentrando l'attenzione di chi osserva e facendoglielo notare come un "errore". Errore non è, ma la sensazione è questa, specie confrontando quei neri con il rapido tendere del "corpo" del lampione dal grigio scuro al grigio chiaro.
La cornice secondo me toglie un po' di respiro ad un cielo così contrastato. Non avrei tagliato l'albero sulla destra; tutto sommato, uno scatto piacevole, dove la leggera grana non disturba e però il cielo, diviso così a metà tra zona ben riuscita e zona un po' troppo esposta, salta subito all'occhio come qualcosa di poco armonico. Poco male, puoi lavorarci su.
Sturm und drang, comunque. Wink
st
st di robyc69 commento di civ833

Bel dinamismo e interessante scelta dell'inquadratura, molto caratteristica. Sulla destra la corta focale rende un po' asfissiante il palazzo, la convergenza delle parallele lo rende un po' compresso. Del cielo mi convince poco la zona un po' più esposta, così circolare, che sconfina sul lato superiore della foto, mi convince poco perché sembra una vignettatura che avrei allargato leggermente, così un po' comprime i piccioni.
Insolita, non male. Un po' disturba il gradino tagliato in basso a destra, ma o abbassi la focale o scatti da dentro un tombino.
Per quanto riguarda la conversione, a causa dell'esposizione c'è perdita di dettagli nel monumento, che dà un carattere astratto alla foto e può andar bene. Magari puoi provare a trattare diversamente il cielo, per vedere l'effetto che fa, così quell'alone è un po' ingombrante.
"off road"
"off road" di aldo feroce commento di civ833

Interessante la scelta dell'esposizione, molto curata, che molto dovrebbe insegnare a chi critica "sovraesposizioni" e "bruciature" senza se e senza ma.
Tu fai (dovrei dire "hai fatto" Smile ) un uso selettivo dell'esposizione, che accetta la perdita in dettaglio delle pietre sulla sinistra o del pavimento per far risaltare un soggetto della foto, che è il bambino e la sua "ruota". Piacevole la profondità di campo, quel tanto che basta per sfocare dolcemente lo sfondo e far risaltare nella pienezza questa figura curiosa, ferma, come strappata per un istante alla sua quotidianità.
Il bianco e nero non connota certo di "tristezza" la foto, quanto piuttosto permette che la trasmissione emotiva giochi sull'essenzialità della figura del bambino, su una sua trasposizione su un piano diverso da quello consueto. C'è astrazione e insieme concretezza, ed è qualcosa che salta all'occhio subito, sin dal primo approccio dell'osservatore alla fotografia. Qualcosa che il colore non avrebbe dato, qualcosa che può prescindere dal colore e che fa delle luci, dei contrasti, delle espressioni un punto di forza.
Che poi, per inciso, nel Cartier-Bresson di Siviglia c'è forse tristezza? Wink
In riva al mare...
In riva al mare... di MaxiII commento di civ833

carrico ha scritto:
Il fabbricato non ha nessunissimo interesse, anzi, ci vorrebbe una bella ruspa, e via


Ovvio, che ci vorrebbe la ruspa. Wink
Ma è fotograficamente interessante l'accostamento fra un fabbricato così "irreale", bianco e di uno squallido che sa di sopravvivenza, con quella parete senza finestre e quell'ingresso a pelo d'acqua, e il pescatore sulla destra, che assuefatto alla bruttura dominante accetta lo scempio e vive la sua vita di tutti i giorni, pescando come se niente fosse e rendendo stranamente "vivo" un paesagio altrimenti anonimo e un po' triste.
la città invisibile
la città invisibile di civ833 commento di civ833

Planar ha scritto:
Il taglio dei sacchetti e delle gambe non mi convince, personalmente alla stessa focale mi sarei abbassato riprendendo interamente i soggetti ed eliminando i tubi delle grondaie sopra le teste delle due donne.

La foto è presa da abbastanza lontano, sotto ai sacchetti c'erano i tetti delle automobili parcheggiate. Wink
Sulle grondaie non so... volevo includere tutto il mancorrente per non togliere una sensazione di profondità. Poi sopra al mancorrente ci sono altri graffiti.

Planar ha scritto:
Per quanto riguarda il B\N, il rumore a dire la verità non mi dà fastidio, quello che denoto è la mancanza di toni bianchi, rendendo la scena un po' grigia, ciao Smile


Eh sì, quella dei toni bianchi è stata una scelta, volevo evitare di sovraesporre i sacchetti di carta e dare un senso di leggera cupezza alla foto. Forse ho esagerato, sono ancora qui che faccio prove con curve e livelli. Wink

marte34693 ha scritto:
Scusami ma essendo io di Roma inevitabilmente non mi viene tanto da pensare al degrado quando vedo due persone con due belle e grandi buste di teichner in mano!!!!!!! anzi mi viene più inevitabilmente in mente......... beate loro!!!!!


Il "degrado" è quello che c'è dietro (che poi non è vero degrado, ma è - come dicevo più sopra - un mondo "estraneo"). Ma hai colto perfettamente il contrasto tra queste due "straniere" e il mondo che le circonda... però sei di Roma e conosci quel negozio, non vale. Wink
Forse con due grandi buste di Gucci sarebbe stato più nazionalmente chiaro l'intento della foto, ma tant'è.
la città invisibile
la città invisibile di civ833 commento di civ833

Ueda ha scritto:

Aggiungi una nota allo scatto,quasi scusandoti, parlando della HP5+, che è risaputo che è una pellicola a grana fine e da la possibilità di essere tirata fino a 3200 iso , la grana (o il rumore) presente nella scena non mi sembra un gran male.
Però trovo la scena in sè, un pò debole, nella street una foto dovrebbe svelare con chiarezza il proprio contenuto, tuttalpiù possono esserci particolari secondari che saltano all'occhio in un secondo momento andando ad arricchire il racconto, con ironia o drammaticità, ma il contenuto narrativo deve essere inequivocabile.
Qui vedo due soggetti ripresi con un teleobiettivo e non trovo un legame fra loro e l'ambiente, c'è un'imposizione da parte tua (nel senso buono) di spiegarla con il titolo, però la cosa mi continua a rimanere un pò debole.

A dir il vero la cosa m'incuriosisce e due parole da parte tua mi piacerebbe leggerle Wink


Ti ringrazio dell'attenzione e della "curiosità".
La nota sulla HP5+ è una nota di rammarico, perché avendo finito le pellicole mi sono dovuto adattare ad un bianco e nero "col digitale", di cui trovo poco piacevoli gli attimi della post-produzione, specie per quanto riguarda il controllo sulla stampa finale della visualizzazione iniziale. "Stampa" che in questo caso avviene a monitor, con tutte le difficoltà del caso, e se ci aggiungi che tra gli obiettivi c'era una prima esperimentazione del "sistema zonale", la delusione del "ridursi" a curve, missaggio canali e livelli un po' la sento. "Ridursi" nel senso che la ricerca di un bianco e nero nella camera chiara di un Photoshop qualunque, la trovo poco piacevole e quasi stressante, e mi da una diversa sensazione di prodotto "finito" (mi basta cambiare monitor e vedere i grigi diversamente, ad esempio; mi scoccia non avere il pieno controllo di questa resa finale, al di là della pubblicazione sul web che - nel caso del chimico - avverrebbe dopo la stampa della foto, che sarebbe la vera foto, non so se mi spiego).

Passo allo scatto. La scena è stata presa di corsa con un lunga focale, subito dopo un antefatto che fotograficamente non potrei raccontare. Si tratta di una di quelle zone di Roma dove il multiculturalismo e la multietnicità hanno cambiato il tessuto sociale, portando da un lato a un'integrazione abbastanza riuscita, dall'altro a un senso di "distacco", percepito da chi in quella zona non vive, e che vi passa senza soffermarvisi, ritenendola più non sua, non sentendovisi a casa.
E' questo il contesto in cui le due persone si trovano. All'angolo della strada, un barbone circondato dalle sue borse, che indugiava dalle parti delle strisce pedonali farfugliando qualcosa di incomprensibile ad alta voce. Intorno a lui persone di passaggio, che lo ignorano come parte del mondo che temporaneamente le circonda, come se non ci fosse. Non tollerandone la presenza, perché non è una parte della città che gli appartiene: estranee in una terra non loro, le due donne fanno per proseguire dritte lungo la strada principale, incrociano il barbone, rallentano leggermente la loro discussione e poi svoltano in questa strada minore. Colpite per l'impotenza di fare alcunché, infastidite da quella presenza "scomoda" e per loro magari "incivile", o si tratta semplicemente di una deviazione dovuta?
Quello che ho cercato di rappresentare in questa foto è questo secondo momento. Le due donne sono lì, in un ambiente spartano in cui probabilmente non sono "a casa", di passaggio, con un'espressione del volto intermedia come se stessero per ricominciare una conversazione, o per cercare di trattenerla. I volti diretti verso il basso, come per non vedere, come per sfuggire via veloci. Sono straniere, le due buste di carta identiche dicono che forse sono proprio di passaggio, sono lì per caso (o per incidenti di percorso), perché evidentemente erano fuori per fare acquisti e tutto quello che non è negozio, o casa, è terra non loro.
Concordo sulle difficoltà espressive di uno scatto del genere. Che non ha la pretesa di raccontare "l'antefatto", o di contestualizzare alcunché, perché non ne avrebbe i mezzi e forse non sarebbe neanche opportuno. Ma piuttosto cerca di rappresentare insieme spaesamento, disapprovazione, pena, senso di colpa, indifferenza e semplice pensierosità: tutto insieme, perché chi guarda la foto - come chi guarda la scena - non può che osservare quello scorcio di umanità e "sentire" la molteplicità di motivazioni che ci stanno dietro.

E' difficile, lo so. Non penso di esserci riuscito, perciò ho postato la foto chiedendo una vostra critica. E' facile riconoscervi solo un attimo di silenzio di due persone "di passaggio", e se è così è ovviamente solo colpa mia. Perché anche di questo si tratta, ma non solo, la foto "vera" ("visualizzata", direi) è anche quello che c'è dietro (dietro questa scena ovviamente, non prima).
la città invisibile
la città invisibile di civ833 commento di civ833

Taglio in basso inevitabile, peccato aver finito le HP5+. Pentax K200D, plasticone Tamron 18-200, mi pare 130 mm.
la città invisibile
la città invisibile di civ833 commento di civ833

Roma. Dietro uno dei tanti angoli del degrado, dove si scorre via a testa bassa, perché si è solo di passaggio.
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