Rossella: Ciao a tutti e grazie per l’attenzione, ne sono onorata.
Mi chiamo Rossella Rossi e sono nata e sempre vissuta a Roma (da tutte queste R deriva il mio nickname
rrrrossella).
Sono sposata e ho una figlia ormai grande. Ho fatto studi scientifici, sono laureata in Matematica, anche se avrei voluto fare Architettura, perché sono sempre stata appassionata di arte e di tutto ciò che abbia a che fare con la pura estetica.
Da ragazza mi sono anche dedicata un po’ al disegno e alla pittura, ma mai per motivi professionali; ho infatti sempre lavorato nel settore dell’informatica, all’inizio con ruoli tecnici e man mano sempre più gestionali; attualmente sono pensionata.
Ho iniziato a fotografare quando, da adolescente, ho ricevuto in regalo una
Voigtländer, ovviamente completamente manuale e con ottica fissa, con la quale ho visto che potevo fare belle foto, che riuscivo a fare belle foto, e mi sono un po’ appassionata. Col tempo, ho avuto diverse macchine fotografiche analogiche,
Olympus, Pentax, Canon, con varie ottiche e zoom.
Con l’avvento della fotografia digitale (e col passare degli anni e l’aumentare della pigrizia) trovo infinitamente più comodo fotografare con una compatta, anche se limitata; ne ho avute diverse, attualmente utilizzo una
Panasonic TZ5 (ho anche una
Olympus mirrorless che uso di tanto in tanto).
Mi piace infatti pensare che l’importante sia avere un buon occhio, alla tecnica si può supplire… e dove non si arriva pazienza.
Da matematica posso infatti dire che avere occhio è una condizione necessaria anche se non sufficiente per fare buone foto; da ingenua passatemi che la tecnica si può sempre acquisire, mentre la capacità di vedere le cose è innata.
Per me la fotografia è la rappresentazione di un qualcosa di esteticamente bello… anche di una bellezza fine a se stessa, anche astratta, anche foto di particolari, e soprattutto a colori. Infatti, sono meno portata, anche perché lenta, a riprendere immagini di situazioni, di persone, di eventi o momenti.

Sei tornata a postare qui su p4u dopo alcuni anni di assenza. Questo silenzio è coinciso con un periodo di mancanza di ispirazione? E se sì, che cosa ti ha tenuta lontana dalla fotografia e che cosa, poi, ti ha fatto cambiare idea e tornare a prendere in mano la macchina fotografica?
Rossella: Non c’è un motivo preciso per la mia assenza da p4u, se non che non sono mai stata in generale troppo costante e il periodo è coinciso con alcuni cambiamenti importanti nella mia vita.
Forse è mancata quell’ispirazione che mi faceva uscire di casa appositamente per fare fotografie, cercare luoghi e siti interessanti, ma ho sempre continuato a fare foto di viaggio; ecco, una grande passione, e un altro motivo per cui amo la fotografia, è viaggiare, mi piace moltissimo scoprire luoghi lontani e genti diverse da noi e poi fotografarli.
Forse mi piace anche troppo, perché se si pensa a fotografare, purtroppo, si perde un po’ del puro godere del luogo e del momento, cioè si vede tutto più con l’occhio del fotografo che con quello del viaggiatore.
Questo è un limite, lo so, ma a posteriori mi piace rivedere e in qualche modo rivivere.
Non c’è stato quindi un vero motivo per l’assenza da p4u, ma c’è stato un vero piacere nel tornare.
Nel tuo andare fotografico si riconosce tutto l’interesse per il paesaggio, sia esso naturale o urbano, e in seno ad esso un gusto particolare per il dettaglio. A che cosa corrisponde questo tuo “avvicinarti” e “isolare”, a quale esigenza visiva dà voce?
Rossella: Come dicevo prima, nella fotografia ricerco essenzialmente la pura estetica, l’armonia di forme e colori.
Forse questo deriva dalla mia estrazione matematica con passione dell’architettura, perché anche nelle foto inseguo un certo rigore geometrico; più che foto di architettura in senso classico, amo quelle che definisco “geometrie urbane”.
In quest’ottica ben si inseriscono le foto di particolari, di dettagli…
Non sempre, secondo me, è necessario ricondurre all’intero, l’importante è restituire un’immagine “bella”, anche di sapore astratto, senza per forza volerle attribuire un significato. In questo forum ci sono molti autori che presentano foto di questo tipo, e io li ammiro moltissimo.
Anche per le foto di paesaggio naturale, se non sono foto di viaggio e quindi di testimonianza o ricordo, ricerco una composizione bilanciata di forme e colori, quali possono essere campi lavorati o coltivati, macchie di colore o accostamenti cromatici particolari; l’importante è avere comunque un certo “ordine”, un equilibrio formale e cromatico.
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rrrossella | rrrossella | rrrossella | rrrossella |
Onde | Ponte di Nona | S. T. | All’inseguimento del Drago Giallo |
Che cosa determina la scelta, condivisa peraltro con la maggior parte dei fotografi, di ritrarre le architetture “disabitate”, concentrandoti sugli edifici ed escludendo le persone, che però ne sono i naturali destinatari?
Rossella:Dipende dal risultato che si vuole ottenere.
n generale non mi piacciono le fotografie “miste” o, se vogliamo usare un termine di moda, “contaminate”.
Se si fotografa un edificio si fotografa quello, una persona può servire, a volte, per dare un’idea delle dimensioni, ma dev’essere sempre minoritaria nell’immagine, non deve distrarre o coprire particolari importanti.
È diverso il discorso se si vuole trasmettere la funzionalità di un luogo, allora le persone possono/devono essere presenti, ma più come attività che come individui. Come dicevo all’inizio, io non sono molto portata a fotografare le persone, forse perché sono lenta a scegliere l’inquadratura e delle persone perdo l’attimo o la spontaneità, o forse anche perché sono per carattere piuttosto individualista.
Le città sono state abbondantemente ritratte dai fotografi che le hanno indagate in lungo e in largo, dai monumenti iconici e dai loro luoghi celebrativi sino ai confini più periferici e marginali. Eppure questo cercare e testimoniare sono ancora vivi, destano ancora interesse. Qual è, a tuo parere, oggi il senso dell’essere fotografo nella città? E quali sono le ragioni che spingono te a insistere in questo documentare?

I
Rossella: Al giorno d’oggi tutto sembra, in generale, essere già stato fatto e, nella fattispecie, io certamente non ho la presunzione, ma neanche l’ambizione, di essere innovativa nel rappresentare la realtà urbana, né di scoprire nuove forme descrittive; mi piace maggiormente riprendere architetture moderne e, ove possibile, avveniristiche (si vedano ad esempio le foto che ho scattato a Singapore, al Marina Bay Sands).
Il fatto che io viva a Roma, che si sta timidamente affacciando solo da poco tempo ad architetture più innovative, che per me sono quindi un “patrimonio” recente, fa sì che io abbia interesse e voglia di cercarle, di conoscerle e di riprenderle; rarissimamente e solo in particolari condizioni di luce o atmosfera insolita, infatti, io fotografo la Roma classica, i monumenti per cui è famosa nel mondo, proprio perché sono troppo abituata a vederli.
La storia millenaria e la ricchezza di opere di tutti i periodi storici rappresenta, infatti, la grandezza di Roma ma anche, purtroppo, il suo limite: ogni nuova opera pare non reggere il confronto o il rapporto, e quindi se ne costruiscono pochissime, nessuna in centro. In sintesi, quindi, posso dire che ricerco le opere che sono nuove per me e, comunque, fotografo per me stessa.
Penso che tutti, o perlomeno molti, fotografino per se stessi. E, in ogni caso, tutto è stato abbondantemente già ritratto o ripreso.
Molti tra i fotografi americani più noti, da Ansel Adams a Robert Adams, e prima di loro O’Sullivan e dopo di loro Lewis Baltz, solo per citarne alcuni, con i loro lavori hanno mostrato la meraviglia di fronte al paesaggio naturale e sottolineato il disagio rispetto alle alterazioni, di qualunque genere esse siano, che questo subisce proprio a causa della mano dell’uomo. Una tendenza che non conosce un parallelo in Europa, dove le modifiche al paesaggio datano da molto più lungo tempo e dove la ragione del fotografare di molti autori risiede proprio nella celebrazione dell’ingegno umano che ha saputo erigere meravigliose città ricche di edifici monumentali. Tu sembri aderire a questa seconda linea di pensiero. Però, di fronte alla natura, anche tu sosti in contemplazione …
Rossella: Sì, certo, non fotografo solo architettura. La grandezza della natura non ha eguali e ha sempre il potere di stupire. Per esempio, nei miei amati viaggi mi accorgo che col passare degli anni mi trovo sempre più spesso a preferire mete naturalistiche; forse dipende anche dal fatto che di siti archeologici ne ho visti moltissimi in tutto il mondo (e lasciatemi dire che chi vive a Roma non si stupisce di niente, tale è la ricchezza che possiede), ma l’emozione che si prova davanti alla natura non si prova davanti alle opere di ingegno umano, come dici tu.
Certo, non tutti i paesaggi mi emozionano allo stesso modo, devo dire che mi affascinano maggiormente le zone aride, estreme, siano esse calde o fredde, deserti o ghiacciai.
Per fare qualche esempio, tra i luoghi che ho visitato e che mi hanno maggiormente colpito ci sono l’Islanda, l’Akakus nel Sahara libico, la Namibia, le Ande, la Patagonia.
Per tornare alla prima parte della domanda, c’è ovviamente una grande differenza tra America e Europa, l’America ha una storia molto più recente rispetto all’Europa ed è quindi chiaro che le opere prodotte dall’uomo siano per contrasto più stridenti… cioè non c’è stata una gradualità di inserimento nella natura, un’integrazione progressiva e quindi una maggiore sintonia, frutto di culture sviluppatesi nei secoli.
Diverso ancora è l’impatto dell’uomo sull’ambiente e le conseguenti alterazioni che ne produce… ma il discorso esula dal contesto di questo forum.
Si sentono di frequente i fotografi affermare che il loro intento è quello di “raccontare un’emozione”. Ma mi son fatta l’idea che quella di raccontare un’emozione fotografando sia forse una mistificazione. Credo che sia invece più appropriato parlare di un tentativo di restituire al futuro osservatore, con la fotografia, la propria sensazione di trovarsi nei luoghi, alla presenza dei fenomeni che in essi si svolgono. Tu che cosa ne pensi?

Rossella: Penso che siano vere entrambe le cose, che dipenda dal genere di fotografia.
Quando si fotografano dei soggetti senza un vero valore intrinseco o oggettivo (come possono essere le foto di cui parlavo prima, in genere foto a distanza ravvicinata, particolari o dettagli ripresi per la ricerca e il gusto dell’armonia geometrica o cromatica), si prova un’emozione e si cerca di fissarla… non necessariamente per raccontarla agli altri, forse più per se stessi (anche se poi degli altri si cerca l’approvazione, l’apprezzamento, il riconoscimento…).
Quando si fotografano luoghi o svolgersi di fenomeni, come dici, solitamente in una scala più grande, allora sì, si cerca maggiormente di lasciare una testimonianza al futuro osservatore, sia esso un estraneo o se medesimi dopo che è passato del tempo.
Mi viene da dire che è maggiormente nella prima tipologia che si vede la bravura del fotografo, quando cioè si ricava una bella immagine da un soggetto per certi versi “limitato”, mentre se un luogo è oggettivamente bello è difficile ricavarne una brutta foto… Nel mio caso credo che le due tipologie grosso modo si equivalgano.
La modernità ci consegna sempre nuovi congegni per riprodurre il circostante. E se un tempo, quando il banco ottico era LA macchina per prendere immagini e ci si scandalizzava all’idea di chi pretendesse di farlo con quelle che venivano definite “microcamere”, ossia le 24x36, che adesso chiamiamo FF, oggi i puristi delle FF si scandalizzano di chi prende immagini con i telefonini. Tu che rapporto hai con la tecnologia?
Rossella: Pur avendo lavorato per anni nel settore dell’informatica, io non sono un’amante della tecnologia, cioè non mi emozionano particolarmente i risultati che si sono ottenuti e/o che si possono ottenere utilizzando tecnologie sempre più sofisticate.
Di contro, però, trovo infinitamente comodi alcuni strumenti e, infatti, abitualmente uso una compattina e quindi di certo non posso definirmi una purista. Sull’utilizzo del cellulare per fare fotografie ho qualche remora in più, ma, avendolo sempre con noi, risulta indubbiamente utile ed efficace in caso di riprese improvvise o impreviste.
Hai voglia di regalarci qualche aneddoto, capitato durante una sessione fotografica?
Rossella:Me ne vengono in mente un paio, direi uno in cui sono stata sottovalutata e un altro in cui sono stata sopravvalutata.
Nel primo caso, alcuni anni fa, ero al mare e nel primo pomeriggio, approfittando dell’ora scarsamente affollata, con un mio amico siamo andati a fotografare delle cabine.
Com’è noto, le cabine rappresentano un tema amato dai fotografi, perché offrono belle prospettive, solitamente sono colorate, in un’atmosfera luminosa e con l’eventuale mare sullo sfondo che non guasta mai. Una signora era lì vicino e ci guardava, si capiva che era incuriosita; dopo un po’ non ha resistito, si è avvicinata e con aria complice ci ha detto “Chissà quanti ricordi in quella cabina, eh?”.
Io e il mio amico abbiamo fatto un sorriso di circostanza e poi, allontanatici, siamo scoppiati a ridere e ci siamo detti “Certo non siamo credibili come grandi fotografi…”.
Nel secondo, anch’esso diversi anni fa, stavo facendo delle foto a Piazza Navona; come detto in precedenza, quando fotografo siti iconici di Roma cerco di farlo in maniera non convenzionale, diciamo non da cartolina, e quindi ero semisdraiata per terra cercando prospettive insolite e provando a combinare la bellezza dei monumenti con la vita della piazza.
Vicino a me c’era una signora, anche lei con macchina fotografica che riprendeva più o meno le stesse cose e che dopo un po’ mi dice “Complimenti, vedo che anche lei è una fotografa professionista, si vede da come ricerca le inquadrature” (allora avevo una reflex Olympus) e poi ha continuato “Io sto facendo questi scatti per una mostra che dovrà essere allestita qui a Palazzo Braschi, con argomento un parallelo tra Roma e Brasilia”.
Convenevoli, saluti. Sono poi andata a vedere la mostra, molte foto erano simili, ma le mie più belle.
Cosa trarre? Che tutto è relativo.
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Finestra nel blu | Lineare | Avvolgenti |
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Tiranti | Fenicotteri | Laguna Miñiques |
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Sabbia in quota | Sulmona | Culis monumentalis |
Di seguito il link a cinque foto scelte dalla mia galleria su photo4u, accompagnate da una breve didascalia.
Sono particolarmente affezionata a questa immagine perché mi rammenta un paese
bellissimo che ho visitato a maggio 2016, il Perù. Questa foto in particolare è stata
scattata alle Isole Ballestas, piccolo gruppo di isole del Pacifico all’altezza di Pisco,
a sud di Lima, e rappresentano una riserva naturale protetta per molte specie di uccelli.
Eravamo su una piccola imbarcazione per visitare le isole, quando ho visto questo peschereccio,
non so se abbandonato, pieno di pellicani e cormorani…
un momento fantastico, non mi è parso vero, e ho scattato con tutte le scomodità
della situazione, ma sono soddisfatta del risultato.
Link Foto su p4u
Mausan ha scritto: |
Bellissima immagine, un bell'assembramento di pennuti
Toni e una nitidezza pacata la fanno sembrare un dipinto. Un poco spazio in più a sx e sotto come già stato detto sarebbe stato il top.  |
essedi ha scritto: |
La curiosità è sapere perchè hanno scelto solo questa barca!Bellissimi i colori e la luce,splendida immagine.Preferita! |
batstef ha scritto: |
Un quadro. Mi unisco volentieri ai tanti complimenti  |
francodipisa ha scritto: |
Foto notevolissima, da ricordare; per cui me la serbo nelle preferite ! |
Arnaldo A ha scritto: |
E' fantastica questa ripresa.. Forse se era possibile ti dovevi inclinare più verso l'acqua per avere ancor più rispecchio della barca.. Ma resta una piacevole immagine. Arnaldo |
tuco_theugly ha scritto: |
Aldilà della scena e dei colori bellissimi che hai catturato la cosa che mi attira è il pellicano che si sta librando in volo,l'hai colto ottimamente! complimenti!  |
-Max- ha scritto: |
Ma che scatto magnifico è? Me ne piace la ricchezza di contenuti, l'inusualità del soggetto, le vetuste condizioni del battello che hai reso romanzescamente. I pellicani ammassati e quelli che volteggiano la rendono viva. La lucentezza, l'ottimo contrasto e i colori naturali la perfezionano. Questa me la porto con me  |
Anche questa è una foto di viaggio, ancora in Sudamerica,
ed esattamente nel Deserto di Atacama, nel nord del Cile, uno dei luoghi più aridi del mondo,
e per questo motivo spesso utilizzato per simulazioni ed esperimenti finalizzati a missioni spaziali.
Per vedere dall’alto il tramonto sulle rocce, siamo saliti per diverse centinaia di metri su
questa duna; c’è da dire che già camminare in salita nella sabbia è faticoso, aggiungiamo
che eravamo a quasi 3000 mt di quota e che venivamo (per vicissitudini varie tra cancellazioni e ritardi)
da 48 ore di vari voli aerei dall’Italia a San Pedro de Atacama…
si può quindi intuire la stanchezza, ma devo dire che lo spettacolo dall’alto, tramonto a parte, è valsa la fatica.
Link Foto su p4u
Tia ha scritto: |
Ottima la composizione e il formato  |
Arpal ha scritto: |
Ma sono scansioni dall'analogico? La grana, il sapore sembra proprio quello! Ottimo gioco tra luci ed ombre, disegnando dune del deserto. Brava.  |
Bruno Tortarolo ha scritto: |
Quasi un mondo parallelo, catapultati dalla nostra provincia ad un iconico panorama selvaggio. Mi viene da pensare al poeta di Pàvana...Tra la via Emilia e il West, in senso lato e di latitudini diverse. Bellissima, migliore del già molto bello. |
Arnaldo A ha scritto: |
Uno scatto che si lascia ammirare nella composizione e colori. Preferita : Arnaldo |
fmongili ha scritto: |
Bello lo scatto e funzionale il formato, mi piace! ciao Franco |
-Max- ha scritto: |
Luogo incantevole ripreso con maestria. Formato rigido impreziosito da una composizione dinamica in discesa diagonale. Il primo piano è un tripudio di texture, pieghe e giochi di luce. Scatto magnifico  |
Veniamo al tema a me più caro, architettura o, come in questo caso,
commistioni tra architettura e natura. Questa foto riproduce un particolare di
Palazzo Mazzoni a Sabaudia, un edificio progettato secondo l’ideologia futurista,
completamente rivestito di un mosaico azzurro, già palazzo delle poste ora centro culturale.
Ho presentato diverse foto di questo interessante edificio, questa è la più recente, dove mi è piaciuto
il contrasto, e nello stesso tempo l’unione, tra un angolo colorato del palazzo e un pino svettante nel cielo terso.
Link Foto su p4u
Angelo Meroni ha scritto: |
Davvero bello questo gioco geometrico e la cornice con l'albero. Belli anche i colori. Bravissima. Buona serata. Ciao |
essedi ha scritto: |
Audace punto di ripresa ed originale inquadratura dove natura ed architettura si fondono.Bella ed interessante composizione,ottima immagine che denota notevole gusto fotografico.Complimenti,la tengo tra le preferite. Ciao,Sergio. |
elis bolis ha scritto: |
un'immagine originale per composizione e pdr, molto interessante e intrigante e mi piace parecchio ciao Elis |
OLDMAN ha scritto: |
Una prospettiva diversa , con il naso all'insù... particolare associazione di volumi e soggetti da renderla una buona proposta  |
Bruno Tortarolo ha scritto: |
Mi piace istintivamente senza neppure chiedermi il perchè. Razionalizzando mi attrae moltissimo la composizione e il dualismo archi/natura. Grande prova. |
Marianna Bitto ha scritto: |
Un bell'incontro tra natura e architettura,mi piace come hai suddiviso gli spazi dando prevalenza all'albero.Complimenti  |
jus ha scritto: |
Una vertigine verticale ascendente e spiazzante. Pi§ la guardo e più mi piace. Non solo una ottima foto, ma ha pure fortissimi rimandi grafici e suggestioni pittoriche. Complimenti e la preferisco. Ciao. |
Questa immagine rappresenta un particolare dell’entrata
del Ministero della Salute a Roma. L’ho scattata qualche anno fa, in un momento molto tranquillo
dal punto di vista sanitario, a pomeriggio inoltrato con nessuno in giro; nonostante ciò,
un vigilante mi ha detto che era proibito fotografare, non so per quale motivo…
un sorriso gentile e la palese buona fede hanno fatto sì che me ne concedesse qualcuna,
ma di fretta e senza troppa applicazione; anche in questo caso, però, il risultato mi è sembrato gradevole.
Link Foto su p4u
Massimo Tolardo ha scritto: |
Ciao Rossella, mi piace il particolare ripreso e il conseguente equilibrio compositivo. Molto bello anche l'impianto tonale.
Ciao |
Susanna.R ha scritto: |
Mi piace molto e quoto in toto il commento di Gennaro...molto belle anche le tonalità. Complimenti Ross  |
Gennaro Morga ha scritto: |
Davanti a queste immagini io mi soffermo a guardare , guardare e guardare , nn vedo elementi che mi distraggono , ma un immagine che mi rilassa per il suo equilibrio e perché ha nella sua anima una miscela di paesaggio e architettura .. Davvero bella complimenti ....  |
MauMa ha scritto: |
ciao rossella potrei scriverti anche soltanto bella ma non sarebbe nel mio stile.
per le linee ci sei quasi manca davvero poco, ma quando effettui dei tagli così bordo frame come in alto devi essere precisissima altrimenti lo si vede subito, così come avrei cercato di bilanciare la porzione tagliata in modo che fosse tt uguale attorno. ci sono quei due puntini a dx che nn servono, non aggiungono niente solo distrazione. non sai che piacere mi fa vedere questo scatto da te brava davvero, belli i colori del riflesso con quel triangolo che si insinua prepotentemente in mezzo. un abbraccio maurizio |
tafy ha scritto: |
Gran bell'astratto. i miei complimenti! Antonio |
Perretta Giuseppe ha scritto: |
Uh che bella!! Bellissimi colori e composizione davvero notevole. Complimenti Rossella. Un saluto  |
essedi ha scritto: |
Geometrie e colori splendidi,magnifica composizione.Complimenti!  |
Questa foto riproduce una serra in costruzione sulla Pontina.
L’ho inserita per dare un’idea di quello che intendo con “geometrie urbane”
(qui non sono urbane ma sempre di manufatti umani geometrici si tratta),
di cosa molto spesso mi piace ricercare nelle inquadrature. È una foto semplice ma, secondo me, d’effetto,
un esempio di come con poco si possa ottenere un’immagine gradevole.
Link Foto su p4u
Alessandro Signore ha scritto: |
È inutile: buon occhio non mente.  |
Gennaro Morga ha scritto: |
Eccellente  |
gattapilar ha scritto: |
Splendidi i diversi giochi a destra e a sinistra. Caleidoscopica. Complimenti Marisa |
Massimo Tolardo ha scritto: |
Un ottimo bn a sostegno di una trama ipnotica e alienante. L'ordinario traslato in una visione quasi surreale. Mi piace. Complimenti.  |
Clara Ravaglia ha scritto: |
Deliziosamente inquietante nel suo impianto labirintico. Uno Shangai fotografico... Ciao Clara  |
jus ha scritto: |
Che dire... Un bel grattacapo geometrico. Mi piace molto. |
AarnMunro ha scritto: |
Ottima, ben pensata ed eseguita. |
PMeri ha scritto: |
Bella, ipnotica. Visto il soggetto l'avrei intitolata "Serrialità"  |
Ci congediamo infine da Rossella, ringraziandola per l'intervista, con alcune sue foto che lo ritraggono insieme alla macchina fotografica strumento con cui coltiva la passione che tutti ci accomuna, la Fotografia
Intervista a cura di Teresa Zanetti, GiovanniQ e Klizio