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sulla fotografia in bianco e nero
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Autore Messaggio
mrgilles
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Iscritto: 02 Mar 2008
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MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 3:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Riso ha scritto:
mrgilles ha scritto:

Ma in questi casi la tecnica è altra, mi vien da pensare.. la tecnica sta nel pensiero, non nel rovesciare la sedia.. o no?


Questo diventa un cavillare con la terminologia un po' fine a se stesso.


mica è cavillare, è cercare di capire.

Puoi (posso) dire che un'opera d'arte è "fatta male" perchè non si padroneggia lo strumento con cui si vuol fare l'opera?

Può un artista produrre qualcosa senza la consapevolezza o la padronanza
delle possibilità offerte dal mezzo?

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Nelle mie fotografie, solo persone in vera pelle.
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Riso
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Iscritto: 16 Set 2008
Messaggi: 69
Località: Milano

MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 4:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mrgilles ha scritto:

Puoi (posso) dire che un'opera d'arte è "fatta male" perchè non si padroneggia lo strumento con cui si vuol fare l'opera?

Può un artista produrre qualcosa senza la consapevolezza o la padronanza
delle possibilità offerte dal mezzo?




La mia personalissima opinione è che la risposta sia si ad entrambe le domande, ma credo che a questo punto sia evidente come la penso.

Alla prima domanda rispondo si perchè l'opera potrebbe risultare povera, inefficace o brutta per incompetenza tecnica tanto da comprometterne il suo valore per intero.

Quanto alla seconda domanda il perchè rispondo di si l'ho già argomentato.

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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
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MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 4:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La frase di Riso - l'arte concettuale inizia con UNO SCRITTO - definisce in maniera non equivoca i due versanti dell'approccio alle opere.

Il versante dove penso di stare è quello che NON LEGGE le definizioni.
E allora appare concettuale l'allegoria del trionfo di Venere di Bronzino.

voglio dire che esiste una vena surrealista, metafisica, verista, in tutta l'arte, mica solo in quel preciso periodo storico...e aggiungo una vena fotografica, anzi la vena fotografica è la prima in assoluto.

ciao claudiom
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Riso
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Iscritto: 16 Set 2008
Messaggi: 69
Località: Milano

MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 4:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
voglio dire che esiste una vena surrealista, metafisica, verista, in tutta l'arte, mica solo in quel preciso periodo storico...e aggiungo una vena fotografica, anzi la vena fotografica è la prima in assoluto.



Verissimo e sacrosanto, però come ho detto per poter discutere bisogna prima parlare la stessa lingua e per farlo normalmente si usa un vocabolario composto di termini che, nell'uso comune, hanno un significato e non un altro.

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d23
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Iscritto: 07 Gen 2006
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MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 5:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

quello che intendevo è che il non finire alcune parti della statua, lasciarle grezze, quindi sacrificare la perizia tecnica ( che pure era tantissima) ad una idea, l'ho sempre visto come un inizio di arte concettuale.
nello specifico, questa si potrebbe dire che non l'abbia finita perchè morto, ma molte non le fini volutamente

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"Qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque" F. De Gregori
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d23
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Iscritto: 07 Gen 2006
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MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 5:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ps:l'arte concettuale non comincia con uno scolabottiglie? Smile
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Daniele Nesi
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Iscritto: 19 Gen 2005
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MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 8:25 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

_Nico_ ha scritto:
Daniele Nesi ha scritto:
fatemi capire
si sta dicendo che l'arte di Marcel Duchamp è prosaica in senso buono?

Daniele, per far capire anche tutti gli altri chi diavolo stai citando: come diavolo devo dirti di citare (quotare) come fanno tutti, cliccando sulla benedettissima icona con le virgolette?

-> -> -> -> -> ->

Prosaica, in versi... Proviamo a riflettere un secondo. Secondo te perché Duchamp si definì anartista?

Comunque la discussione si sta aggrovigliando. Piacevolmente, ma si sta aggrovigliando...



ho citato riso
Ops

comunque si..si sta aggrovigliando

se si definisce anartista, colui cioè che rifiuta le etichette, perchè lo inquadro come concettuale???

che dire..gli artisti nella loro genialità vivono profonde contraddizioni...questa è una Smile

Marcel Duchamp
« Mi sono costretto a contraddirmi più volte per evitare di conformare i miei stessi gusti. »


Ultima modifica effettuata da Daniele Nesi il Sab 06 Dic, 2008 2:33 am, modificato 1 volta in totale
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Daniele Nesi
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Iscritto: 19 Gen 2005
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MessaggioInviato: Ven 05 Dic, 2008 8:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

tento di sgrovigliare
ripartendo da

marra>>La domanda che la critica fotografica deve porre alla fotografia è quindi la seguente: in che misura il fotografo è riuscito a sottomettere il programma dell’apparecchio alla propria intenzione e attraverso quale metodo? E viceversa: in che misura l’apparecchio è riuscito a deviare l’intenzione del fotografo a favore del programma dell’apparecchio e grazie a quale metodo?
Sulla base di questo criterio, la “migliore” fotografia sarà quella in cui l’intenzione umana ha sconfitto il programma dell’apparecchio, quella cioè in cui il fotografo ha sottomesso l’apparecchio all’intenzione umana.

nesi>>al di la del "programma" che tu hai in testa, e che evidentemente non è dato a sapersi, hai ridotto ad una mera disputa tra fotografo e mezzo quello che in realtà è la capacità di quelli bravi di piegare il soggetto alla propria volontà. Va da se che se un fotografo è cosi bravo da piegare alla sua volontà quello che sta inquadrando lo fa attraverso il mezzo, cioè la fotocamera...per forza deve avere il controllo, la conoscenza dell'aggeggio che ha per le mani..non fosse cosi finirebbe col subire quello che dovrebbe invece dominare

ri-riassumendo
per claudio marra il fotografo deve sottomettere l'apparecchio
per daniele nesi il fotografo deve sottomettere il soggetto
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 9:44 am    Oggetto: Rispondi con citazione

il pensatore in questione che ha portato il beneamato piemontese (claudiom) alla conclusione qui sopra (se cosi non è attendo smentita) è autore di questi "punti"...e di molti altri a dire il vero, ma segnalo questi che penso significativi

*ogni foto può essere solo l’immagine dei concetti contenuti nel programma dell’apparecchio fotografico*

*Il fotografo, emblema dell’uomo moderno, usa lo strumento senza conoscerlo*

*L’apparato fotografico (e per analogia quello statale, dirigente, burocratico) è un giocattolo talmente complesso che l’uomo non è in grado di comprenderlo: può solo giocarci combinando in varie forme i simboli contenuti nel programma*

inutile dire che non condivido una sola parola

la fotocamera intesa come mezzo ha dei limiti...voglio dire,non posso certo pensare di scolpire una statua con una canon eos3 (la mia, ottima macchina). Quello che posso realizzare, a prescindere dalle mie capacità, è stabilito dalla pellicola, cioè dal sensibile, cioè da quello che rende possibile fotografare.
se per programma si intende il sensibile io non lo vedo come un limite ma come opportunità. Il sensibile, ad un certo punto, si è aggiunto ai mezzi gia disponibili per dire quello che pensiamo...come posso considerarlo limitativo? No dico, c'è una quantità di foto incredibile in giro per il mondo che lo afferma
e comunque l'errore di fondo a mio avviso sta nel considerare il rapporto tra autore e mezzo e non tra autore e soggetto
la fotocamera si interpona tra autore e soggetto SOLO come mezzo....altrimenti non si spiega come sia possibile per alcuni piegare il soggetto alla propria volantà al punto, come ho gia avuto occasione, da fargli assumere velenze che prima non aveva
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claudiom
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 1:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ero conscio di citare un brano di un libro che necessita di alcune conoscenze nell'ambito del dibattito in atto nella filosofia contemporanea, gli interventi di Nesi lo dimostrano.
Voleva essere uno stimolo, mi pare fin qui lo sia stato.

Altre due frasi citate restituiscono in qualche modo la complessità del libro:

"Il fotografo, emblema dell’uomo moderno, usa lo strumento senza conoscerlo"

"L’apparato fotografico (e per analogia quello statale, dirigente, burocratico) è un giocattolo talmente complesso che l’uomo non è in grado di comprenderlo: può solo giocarci combinando in varie forme i simboli contenuti nel programma"

Invito, penso ancora una volta inutilmente, Nesi a evitare fuorvianti personalismi.

Cool ciao claudiom
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 2:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Ero conscio di citare un brano di un libro che necessita di alcune conoscenze nell'ambito del dibattito in atto nella filosofia contemporanea, gli interventi di Nesi lo dimostrano.
Voleva essere uno stimolo, mi pare fin qui lo sia stato.

Cool ciao claudiom

ps mi pare chiaro che gli ultimi due interventi non hanno nulla a che vedere con la citazione che mi sono limitato a copiare.


sei bello marra
proviamo cosi
siccome di conoscenze nell'ambito del dibattito in atto nella filosofia non ne ho, e quelli ai quali mostri foto col sole a sinistra e la strada che va a destra ne hanno meno di me...sei invitato a postare foto (per loro non per me) a sostegno della tesi che propugni e a spiegare come sia possibile piegare il soggetto alla propria volonta per fargli assumere valenze diverse in rapporto con quanto predica il tuo pensatore

Cool Cool Cool
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 2:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Ero conscio di citare un brano di un libro che necessita di alcune conoscenze nell'ambito del dibattito in atto nella filosofia contemporanea, gli interventi di Nesi lo dimostrano.
Voleva essere uno stimolo, mi pare fin qui lo sia stato.

Altre due frasi citate restituiscono in qualche modo la complessità del libro:

"Il fotografo, emblema dell’uomo moderno, usa lo strumento senza conoscerlo"

"L’apparato fotografico (e per analogia quello statale, dirigente, burocratico) è un giocattolo talmente complesso che l’uomo non è in grado di comprenderlo: può solo giocarci combinando in varie forme i simboli contenuti nel programma"

Invito, penso ancora una volta inutilmente, Nesi a evitare fuorvianti personalismi.

Cool ciao claudiom


non ci credo
intanto che rispondevo hai modificato
Very Happy
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 2:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

...ma allora la citazione in oggetto la condividi oppure no?

riporto un tuo

claudio marra>>Non ho in testa nessun programma e ritengo quello che ho riportato vero, sennò non me lo copiavo.
Secondo me la disputa in tutte le arti, compresa la danza, è sempre tra la tekne e la volontà dell'autore, mai si disputa tra soggetto e autore.
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Daniele Nesi
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Iscritto: 19 Gen 2005
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 2:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

minor white

di seguito alcuni scatti sul come rendere il primo piano di una roccia in modo che diventi metafora, una rappresentazione di qualcosa d'altro...di solito lo stato d'animo dell'artista



minor white Scan1910080019.JPG
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anbe
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 5:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi pare che Claudio e Daniele stiano ragionando su piani diversi.

Nell'atto fotografico si individuano tre attori: il fotografo, il soggetto da fotografare e tutto ciò che serve a creare fisicamente la fotografia (come stampa o file digitale).
Per quello che ho capito io, è quest'ultimo attore che Flusser chiama programma inserendo al suo interno tutti gli elementi tecnici necessari alla realizzazione dell'immagine fotografica: corpo macchina, obiettivo, pellicola/sensore, sviluppo pellicola, carta fotografica, sviluppo carta fotografica/stampa digitale (non vuole essere una lista esaustiva).
Le possibilità offerte da questi mezzi tecnici sono senz'altro vastissime ma non sono infinite.
E' su questo punto che Flusser concentra la sua attenzione. Il fotografo non può scattare una foto a prescindere dalle possibilità tecniche offerte dal mezzo, dovrà adattare la propria volontà a quello che gli è permesso (se ho bisogno oggi di scattare una foto a 1/125000, le attuali macchine fotografiche non lo permettono, mi devo accontentare di 1/8000 e, quindi, o non faccio la fotografia che sto pensando o adatto la mia volontà alle caratteristiche tecniche della macchina).
Tutto ciò a prescindere dal rapporto tra fotografo/autore e soggetto.
Questo rapporto rappresenta il "cosa" delle foto, mentre ciò di cui parla Flusser e che, mi sembra, Claudio condivide, è il "come".
E' chiaro, poi, che all'interno del "come" reso disponibile dal "programma" ossia all'interno della tekne, il fotografo cerca di piegare alla sua volontà il soggetto.

Andrea
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 5:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

anbe ha scritto:
Mi pare che Claudio e Daniele stiano ragionando su piani diversi.

Nell'atto fotografico si individuano tre attori: il fotografo, il soggetto da fotografare e tutto ciò che serve a creare fisicamente la fotografia (come stampa o file digitale).
Per quello che ho capito io, è quest'ultimo attore che Flusser chiama programma inserendo al suo interno tutti gli elementi tecnici necessari alla realizzazione dell'immagine fotografica: corpo macchina, obiettivo, pellicola/sensore, sviluppo pellicola, carta fotografica, sviluppo carta fotografica/stampa digitale (non vuole essere una lista esaustiva).
Le possibilità offerte da questi mezzi tecnici sono senz'altro vastissime ma non sono infinite.
E' su questo punto che Flusser concentra la sua attenzione. Il fotografo non può scattare una foto a prescindere dalle possibilità tecniche offerte dal mezzo, dovrà adattare la propria volontà a quello che gli è permesso (se ho bisogno oggi di scattare una foto a 1/125000, le attuali macchine fotografiche non lo permettono, mi devo accontentare di 1/8000 e, quindi, o non faccio la fotografia che sto pensando o adatto la mia volontà alle caratteristiche tecniche della macchina).
Tutto ciò a prescindere dal rapporto tra fotografo/autore e soggetto.
Questo rapporto rappresenta il "cosa" delle foto, mentre ciò di cui parla Flusser e che, mi sembra, Claudio condivide, è il "come".
E' chiaro, poi, che all'interno del "come" reso disponibile dal "programma" ossia all'interno della tekne, il fotografo cerca di piegare alla sua volontà il soggetto.

Andrea


stai dicendo quanto scritto nel mio post

nesi>>Quello che posso realizzare, a prescindere dalle mie capacità, è stabilito dalla pellicola, cioè dal sensibile, cioè da quello che rende possibile fotografare.<<

ogni "arte" o comunque ogni mezzo che permette di dire quello che pensiamo ha un range tecnico entro il quale può operare

il range della fotografia è il sensibile
..e all'interno di questo range c'è spazio per un uso della fotografia che Flusser di fatto nega...questa negazione è solo apparente?

le metafore di minor white come si collocano all'interno del pensiero di Flusser?
l'introspezione di siskind?
ecc..
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anbe
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 6:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ma Flusser non nega la fotografia.
Dice solo che la fotografia è legata alle capacità tecnologiche del mezzo e che questo deve essere ben presente.
Secondo me lui vuole solo far capire l'importanza di un agire cosciente e di non lasciare che la tekne prenda il sopravvento (ossia l'agire senza conoscere il "come").

Andrea
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 8:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

scusa anbe ma penso tu debba leggere con piu attenzione gli interventi

mi permetto visto che hai scritto una pagina intera per dire la stessa cosa sitetizzata da me in precedenza in due righe

scrivo che si nega un "uso" della fotografia
e tu replichi dicendo che "non nega la fotografia"

..cosi, una piccola nota
Smile
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anbe
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Iscritto: 29 Gen 2007
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MessaggioInviato: Sab 06 Dic, 2008 11:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Hai ragione Daniele, non avevo letto bene.

Ma rilancio Smile

Daniele Nesi ha scritto:
il range della fotografia è il sensibile
..e all'interno di questo range c'è spazio per un uso della fotografia che Flusser di fatto nega...questa negazione è solo apparente?


Quale sarebbe l'uso che Flusser nega?

Dalle affermazioni di Flusser, che hai riportato anche tu, non risulta assolutamente nulla di tutto ciò:

Daniele Nesi ha scritto:
*ogni foto può essere solo l’immagine dei concetti contenuti nel programma dell’apparecchio fotografico*

*Il fotografo, emblema dell’uomo moderno, usa lo strumento senza conoscerlo*

*L’apparato fotografico (e per analogia quello statale, dirigente, burocratico) è un giocattolo talmente complesso che l’uomo non è in grado di comprenderlo: può solo giocarci combinando in varie forme i simboli contenuti nel programma*


Andrea
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Lun 08 Dic, 2008 9:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Dunque, come già si sapeva, Haas conferma la "veridicità" dello scritto.

ciao claudiom


vedi tu

nel senso che sia il B/N che il colore sono l'interpretazione di chi sta dietro la fotocamera

se partiamo dall'idea che fotografare è interpretare e non riprodurre le riflessioni di flusser sono fini a se stesse
per non parlare della fotografia come mezzo di introspezione

in scia ad haas...c'è poi un passaggio sul libro relativo al colore che merita

flusser...."Le fotografie a colori si situano ad un livello di astrazione piu alto di quelle in B/N."

qualcuno puo produrre foto a sostegno?
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