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illusoria solitudine di matteostracchi commento di belgarath |
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matteostracchi ha scritto: | Il mio obiettivo era un'immagine che desse ad una prima occhiata l'impressione di un semplice ritratto di una persona e che solo ad un analisi più dettagliata svelasse invece che il soggetto è immerso in una folla... ecco perchè dell'aggettivo illusoria...
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Lo so
La foto parla in maniera chiara... anche per questo la considero riuscita
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illusoria solitudine di matteostracchi commento di matteostracchi |
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ti ringrazio per aver sottolineato questo aspetto.
E' vero che la parola "solitudine" è un po' troppo inflazionata, ma il mio obiettivo era mettere in risalto la parola "illusoria" e ti spiego il perchè.
Il mio obiettivo era un'immagine che desse ad una prima occhiata l'impressione di un semplice ritratto di una persona e che solo ad un analisi più dettagliata svelasse invece che il soggetto è immerso in una folla... ecco perchè dell'aggettivo illusoria...
cmq sono dettagli.
ciao e grazie ancora.
belgarath ha scritto: | Si scherzava un po'..
La parola solitudine è stra-abusata nei titoli delle street, e provoca in chi l'ha vista mille e mille volte quel tipo di reazione.. meglio evitarla.
Ti allego qualche considerazione sui titoli, fatta da Frank66:
Citazione: |
La fotografia street e’ per sua natura caratterizzata da contenuti mostrati “in chiaro”, che non dovrebbero necessitare di ausili e supporti interpretativi. L’immediatezza del messaggio e’ una delle caratteristiche principali di questo genere fotografico nel quale, in linea generale, si cerca di rappresentare più che evocare e mostrare più che suggerire.
In Street Photography, nella maggior parte dei casi, i titoli potrebbero essere considerati del tutto superflui.
Gli effetti di un titolo sono legati, abbiamo detto, all’aspetto comunicativo; il principale “rischio” in cui si può incorrere nella scelta di un titolo per una street e’ relativo alla possibilità che chi guardi la foto si senta, suo malgrado, guidato o addirittura forzato nella lettura dell'immagine.
E qua si aprono diversi scenari.
Il titolo potrà apparire all’osservatore semplicemente superfluo, nel caso in cui non aggiunga niente che già non sia evidente nella fotografia, o, in certi casi, addirittura fastidioso, quando sia eccessivamente didascalico.
Casi più critici a livello comunicativo sono quelli in cui il titolo sembra suggerire qualcosa di diverso rispetto a ciò che oggettivamente e’ mostrato dalla fotografia, oppure si riferisca a concetti astratti associabili più alla soggettività e al mondo interiore dell'autore piuttosto che al contenuto descrittivo della foto. In questi casi la lettura dell'immagine da parte di un osservatore esterno potrebbe subire una sorta di cortocircuito: la foto racconta qualcosa, il titolo indica qualcosa di diverso, o di astratto, il risultato sarà un problema di comunicazione.
Nei casi in cui la foto abbia oggettivamente una spiccata connotazione di carattere emotivo o evocativo, la scelta del titolo si fa ancora più delicata. E’ sempre buona norma evitare di suggerire, attraverso il titolo, la reazione emotiva che ci si aspetta che la foto sia in grado di suscitare nell'osservatore (ironia, comicità, malinconia, tenerezza).
Il rischio e’ quello di banalizzare la nostra immagine, di appesantirla di fastidiosa retorica, ma soprattutto di rovinarne irrimediabilmente l'effetto. Un po' come si rovina una barzelletta se ne si riassume il senso prima di raccontarla.
Da evitare in maniera particolare gli stereotipi alimentati dall'accoppiata titolo più foto. Esempi tipici sono "indifferenza", con mendicante ignorato dai passanti; "solitudine", con persona anziana seduta sulla panchina; "innocenza", con ritratto di un bambino, ecc. (gli esempi non mancano).
Riassumendo, dall’analisi della fotografia più titolo si possono trarre diverse considerazioni: se la foto ha bisogno del titolo per essere capita, allora il fotografo non ha lavorato troppo bene; se il titolo e' ovvio rispetto al contenuto della foto, il titolo e' inutile; se il titolo suggerisce qualcosa di astratto o di diverso rispetto al contenuto della foto, il titolo risulta forzato e può creare un problema a livello comunicativo.
Qual è allora il titolo "giusto"? Personalmente credo che in street il titolo più idoneo sia quello che, oltre ovviamente a differenziare efficacemente una foto dall'altra a puro scopo di archiviazione (pratica che potrebbe risultare non proprio banale in ambito digitale), risulti il meno invasivo possibile rispetto al contenuto dell'immagine. Un titolo il più possibile "asettico", che non inquini troppo il contenuto della foto apparendo pretenzioso, didascalico o forzatamente originale.
Visto che parliamo di fotografia street, quindi di strade, di luoghi, di città, a mio parere, in molti casi, il titolo migliore potrebbe proprio essere l'indicazione del luogo (es. “Milano, Via tal dei tali”), o del contesto (centro commerciale, stazione ferroviaria), magari aggiungendo una data di riferimento.
Un titolo, insomma, in grado di offrire informazioni aggiuntive a lato dello scatto, magari soddisfacendo qualche legittima curiosità dell'osservatore sul “dove” o sul “quando” (informazioni in certi casi importanti, ad esempio negli scatti a contenuto prevalentemente documentaristico), ma allo stesso tempo lasciando piena libertà nella lettura dell'immagine, senza interferenze di carattere concettuale.
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illusoria solitudine di matteostracchi commento di belgarath |
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Si scherzava un po'..
La parola solitudine è stra-abusata nei titoli delle street, e provoca in chi l'ha vista mille e mille volte quel tipo di reazione.. meglio evitarla.
Ti allego qualche considerazione sui titoli, fatta da Frank66:
Citazione: |
La fotografia street e’ per sua natura caratterizzata da contenuti mostrati “in chiaro”, che non dovrebbero necessitare di ausili e supporti interpretativi. L’immediatezza del messaggio e’ una delle caratteristiche principali di questo genere fotografico nel quale, in linea generale, si cerca di rappresentare più che evocare e mostrare più che suggerire.
In Street Photography, nella maggior parte dei casi, i titoli potrebbero essere considerati del tutto superflui.
Gli effetti di un titolo sono legati, abbiamo detto, all’aspetto comunicativo; il principale “rischio” in cui si può incorrere nella scelta di un titolo per una street e’ relativo alla possibilità che chi guardi la foto si senta, suo malgrado, guidato o addirittura forzato nella lettura dell'immagine.
E qua si aprono diversi scenari.
Il titolo potrà apparire all’osservatore semplicemente superfluo, nel caso in cui non aggiunga niente che già non sia evidente nella fotografia, o, in certi casi, addirittura fastidioso, quando sia eccessivamente didascalico.
Casi più critici a livello comunicativo sono quelli in cui il titolo sembra suggerire qualcosa di diverso rispetto a ciò che oggettivamente e’ mostrato dalla fotografia, oppure si riferisca a concetti astratti associabili più alla soggettività e al mondo interiore dell'autore piuttosto che al contenuto descrittivo della foto. In questi casi la lettura dell'immagine da parte di un osservatore esterno potrebbe subire una sorta di cortocircuito: la foto racconta qualcosa, il titolo indica qualcosa di diverso, o di astratto, il risultato sarà un problema di comunicazione.
Nei casi in cui la foto abbia oggettivamente una spiccata connotazione di carattere emotivo o evocativo, la scelta del titolo si fa ancora più delicata. E’ sempre buona norma evitare di suggerire, attraverso il titolo, la reazione emotiva che ci si aspetta che la foto sia in grado di suscitare nell'osservatore (ironia, comicità, malinconia, tenerezza).
Il rischio e’ quello di banalizzare la nostra immagine, di appesantirla di fastidiosa retorica, ma soprattutto di rovinarne irrimediabilmente l'effetto. Un po' come si rovina una barzelletta se ne si riassume il senso prima di raccontarla.
Da evitare in maniera particolare gli stereotipi alimentati dall'accoppiata titolo più foto. Esempi tipici sono "indifferenza", con mendicante ignorato dai passanti; "solitudine", con persona anziana seduta sulla panchina; "innocenza", con ritratto di un bambino, ecc. (gli esempi non mancano).
Riassumendo, dall’analisi della fotografia più titolo si possono trarre diverse considerazioni: se la foto ha bisogno del titolo per essere capita, allora il fotografo non ha lavorato troppo bene; se il titolo e' ovvio rispetto al contenuto della foto, il titolo e' inutile; se il titolo suggerisce qualcosa di astratto o di diverso rispetto al contenuto della foto, il titolo risulta forzato e può creare un problema a livello comunicativo.
Qual è allora il titolo "giusto"? Personalmente credo che in street il titolo più idoneo sia quello che, oltre ovviamente a differenziare efficacemente una foto dall'altra a puro scopo di archiviazione (pratica che potrebbe risultare non proprio banale in ambito digitale), risulti il meno invasivo possibile rispetto al contenuto dell'immagine. Un titolo il più possibile "asettico", che non inquini troppo il contenuto della foto apparendo pretenzioso, didascalico o forzatamente originale.
Visto che parliamo di fotografia street, quindi di strade, di luoghi, di città, a mio parere, in molti casi, il titolo migliore potrebbe proprio essere l'indicazione del luogo (es. “Milano, Via tal dei tali”), o del contesto (centro commerciale, stazione ferroviaria), magari aggiungendo una data di riferimento.
Un titolo, insomma, in grado di offrire informazioni aggiuntive a lato dello scatto, magari soddisfacendo qualche legittima curiosità dell'osservatore sul “dove” o sul “quando” (informazioni in certi casi importanti, ad esempio negli scatti a contenuto prevalentemente documentaristico), ma allo stesso tempo lasciando piena libertà nella lettura dell'immagine, senza interferenze di carattere concettuale.
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illusoria solitudine di matteostracchi commento di matteostracchi |
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grazie a tutti per i commenti e nello specifico:
@aurelios: i dati di scatto ora non li ho sotto mano; cmq tra i 250 e 300mm a F4. (obiettivo Sigma 100-300 F4 EX HSM).
@belgarath: scusami ma non capisco a cosa ti riferisci... se ritieni che la tua "critica" sia costruttiva ed appropriata entra tranquillamente più nel dettaglio! |
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illusoria solitudine di matteostracchi commento di belgarath |
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Mi piace, bello scatto intelligentemente finalizzato all'effetto voluto.
Abbasserei un po' i bianchi sul margine destro della foto.
Per il titolo perdonami, ma la parola "solitudine" mi fa immediatamente comparire delle chiazze rosse e del prurito.. passo oltre
Un saluto  |
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Chris in hi-key di matteostracchi commento di aerre |
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Un ritratto di grande delicatezza resa attraverso la tecnica HK e tutta condensata nella splendida luminosità di quegli occhi chiari e trasparenti.
Si raccoglie, l’espressività della ragazza, nello sguardo fuori campo e dolcissimo, quasi velato da un respiro di delicata suggestione densa di malinconia.
Trovo coerente in questo senso il trattamento HK del ritratto che sottolinea con equilibrato grafismo i contorni delle labbra e degli occhi, oltre a restituirci tutto il fascino emozionale della sua intonazione fortemente intima e personale.
Un buon HK. La gamma è ovviamente sbilanciata verso l’estremo dell’intervallo ma in alcuni punti risulta “tagliata”. Ci sono cioè (fronte e zigomi) alcune parti che presentano delle bruciature.
In effetti, per quanto sbilanciato sull’estremo di gamma, il ritratto HK dovrebbe conservare la leggibilità di tutte le più piccole sfumature, anche le più sottili e delicate: non mi piace in questo senso l’effetto della guancia a destra che si perde e annulla nello sfondo, entrambi con valori RGB massimi.
Non mi convince del tutto la composizione, un po’ soffocata a fronte dell’intonazione squisitamente evocativa di questo bel ritratto.
L’asse del viso lo sento un po’ troppo diagonale, ma soprattutto è l’inquadratura che pare sbilanciata verso l’alto concedendo poco spazio in basso a destra …là dove è rivolto lo sguardo.
E’ li che si rivolgono quegli occhi rapiti nel folto del proprio tessuto emozionale, ed è lì che hanno bisogno di liberare tutta la loro espressività.
Aerre  |
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Chris in hi-key di matteostracchi commento di matteostracchi |
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kingcama ha scritto: | mi affascina questo tipo di foto:una cosa abbastanza fastidiosa invece che non riguarda la foto: cambia tantissimo sul mio monitor a seconda dell'inclinazione del monitor.... quanto si vede la pelle del viso nell'originale? |
Penso sia un problema comune...
La ho fatta stampare e devo dire che rende molto di più che sul monitor, e i dettagli della pelle sono quasi completamente assenti!
grazie per i commenti |
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