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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Ringrazio tutti per il passaggio.
@Caldo: la stella che ha dato origine a questa nebulosa non aveva una massa sufficiente a generare la classica e più spettacolare esplosione di supernova. |
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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di Caldo |
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Bellissima immagine, si ho visto la serie fatta molto bene e divulgativa. Ma quindi dovrebbe essere una supernova o non aveva massa sufficiente? Ciao! |
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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di rrrrossella |
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Concordo con Flavia, grazie delle bellissime immagini che ci proponi e delle chiare spiegazioni che ci dai…
Sembra davvero un occhio che ci scruta, magnifica!
Ciao!  |
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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di Flavia Daneo |
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Se si potesse vedere ad occhio nudo forse, sentendoci costantemente osservati, ci compreremmo tutti un po' meglio. Chissà...
Di una bellezza inquietante.
Ciao 🤗
P.s. : grazie all'esaustiva spiegazione ho aggiunto un altro tassello alla mia non-conoscenza dell'Universo 👍 |
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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Quando una stella come il nostro sole arriva al termine della sua esistenza, avviene un'immane esplosione cosmica che rilascia nell'universo un gigantesco anello di gas che si propagano nel vuoto, fino a dissolversi.
Un processo piuttosto lungo... quindi stiamo pure comodi e tranquilli...
Quella in foto è una cosiddetta "nebulosa planetaria", il residuo dell'esplosione di una stella.
Chiamata Helix Nebula (nebulosa elica), spesso anche "L'occhio di Dio".
Questo oggetto è stato usato nel fotomontaggio della serie scientifica "Cosmos", in cui le si fa assumere proprio le caratteristiche di un occhio umano.
L'immagine proposta è un crop al 100% di una ripresa effettuata con una camera dedicata all'astrofotografia, su un tubo ottico di 400mm di focale a f/2.
Tempo di posa totale: 3 ore. |
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Nebulosa Rosetta di Giancarlo Melis commento di Flavia Daneo |
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Giancarlo Melis ha scritto: | Ciao Flavia.
Le dimensioni apparenti di questi corpi celesti stanno pienamente nel fotogramma. In genere, in base alla focale di ripresa, ne occupano addirittura una piccola parte.
Ci sono dei casi in cui è possibile creare dei mosaici, quando il soggetto è molto esteso e viene ripreso con focali strette, ma sono casi sporadici.
La nebulosa Rosetta, quella proposta in foto, per la sua distanza e la sua reale dimensione, ha una dimensione apparente di oltre 1°.
Questo, detto in parole semplici, significa che se fosse abbastanza luminosa la vedresti grande circa 5 volte la luna piena.
Purtroppo questi soggetti sono però molto deboli, quindi per catturarne ed apprezzarne i dettagli necessitano di tantissimi scatti, con la stessa inquadratura, che permettono di effettuare l'equivalente di una posa di svariate ore.
La produzione del singolo scatto finale è compito di sofisticati software in grado di "impilare" le varie riprese, amplificando di volta in volta il debole segnale che ognuno di essi mostra, e riducendo il rumore digitale dovuto all'elettronica del sensore di ripresa.
L'ho fatta molto "spicciativa" ma spero di aver reso un minimo l'idea. |
Giancarlo, GRAZIE!!!
Ora mi è più chiaro, sei molto bravo a spiegare in maniera semplice questioni complesse, non è da tutti.
Senza parlare della gentilezza...
Ti seguo sempre con grande interesse, l'astrofotografia è un settore veramente affascinante e trovare persone così competenti e disponibili è un privilegio.
🤗 |
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Nebulosa Rosetta di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Ciao Flavia.
Le dimensioni apparenti di questi corpi celesti stanno pienamente nel fotogramma. In genere, in base alla focale di ripresa, ne occupano addirittura una piccola parte.
Ci sono dei casi in cui è possibile creare dei mosaici, quando il soggetto è molto esteso e viene ripreso con focali strette, ma sono casi sporadici.
La nebulosa Rosetta, quella proposta in foto, per la sua distanza e la sua reale dimensione, ha una dimensione apparente di oltre 1°.
Questo, detto in parole semplici, significa che se fosse abbastanza luminosa la vedresti grande circa 5 volte la luna piena.
Purtroppo questi soggetti sono però molto deboli, quindi per catturarne ed apprezzarne i dettagli necessitano di tantissimi scatti, con la stessa inquadratura, che permettono di effettuare l'equivalente di una posa di svariate ore.
La produzione del singolo scatto finale è compito di sofisticati software in grado di "impilare" le varie riprese, amplificando di volta in volta il debole segnale che ognuno di essi mostra, e riducendo il rumore digitale dovuto all'elettronica del sensore di ripresa.
L'ho fatta molto "spicciativa" ma spero di aver reso un minimo l'idea. |
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Nebulosa Rosetta di Giancarlo Melis commento di Flavia Daneo |
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Giancarlo Melis ha scritto: | Ringrazio tutti per il passaggio.
Per farvi un'idea delle dimensioni di questo oggetto celeste, sappiate che per percorrere il suo diametro apparente, se si viaggiasse alla velocità della luce, ovvero circa trecentomila km al secondo, ci vorrebbero oltre cento anni per compiere l'intero viaggio. |
Scusa una domanda da totale ignorante: ma, viste le immense dimensioni di questi corpi celesti, come si possono fotografare? Nel senso: stanno dentro ad un fotogramma solo perché sono enormemente distanti da noi? Sono più fotogrammi uniti ( in orizzontale intendo?)
Non so, quelli dell'universo sono fenomeni talmente al di fuori della mia portata che tutto è difficile da comprendere. Un grande grazie quindi a te, che con immagini spettacolari e spiegazioni tutto sommato semplici riesci a farmi/ci penetrare in questo nostro universo così immensamente affascinante
🤗 |
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Nebulosa Rosetta di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Ringrazio tutti per il passaggio.
Per farvi un'idea delle dimensioni di questo oggetto celeste, sappiate che per percorrere il suo diametro apparente, se si viaggiasse alla velocità della luce, ovvero circa trecentomila km al secondo, ci vorrebbero oltre cento anni per compiere l'intero viaggio. |
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