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In ogni dove... di stecco333 commento di bigiagia |
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Vorrei segnalare a stecco il film "paranoid park" di gus van saint,
in programmazione nelle sale. Molto simile, nel linguaggio filmico e fotografico, al lavoro di stecco. Tutto il film è giocato su primi piani
e campi strettissimi, anche quando sono ambienti domestici.
Aperture di diaframma estreme per isolare i dettagli dallo sfondo,
al fine di rendere espliciti vuoti comunicativi e incomunicabilità
fra le persone. |
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In ogni dove... di stecco333 commento di bigiagia |
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Il belloccio non è un difetto, anzi....chi non si farebbe un giro con
Monica Bellucci o George Clooney!
Tuttavia il bello in arte/fotografia corrisponde a dei canoni esteteci
"normalizzati" e condivisi. Una fotografia bella è spesso omologata,
proprio perchè cerca di entrare nella "norma", perdendo di originalità
ed espressività. E' così, mi pare, nel caso di stecco.
Ma non è sempre così. Ci sono autori che fanno lavori importanti
nonostante siano pure "belli". Anselm Adams è uno di questi. |
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s.t. di cius commento di bigiagia |
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claudio64 ha scritto: | mmmmh personalmente mi sembra troppo povera per definirla felliniana e troppo ricca per ritenerla pasoliniana, ma ammetto che ho grossi limiti cinematografici per essere attendibile... la butto sul musicale: Rainbow dei radiohead troppo bella e moderna non c'è la vedo bene
vado un pò indietro mi fa tornare in mente tabula rasa eletrifficata dei CSI e al loro film, sul 45° paralello di Ferrerio
Le emozioni che suscitano la visione di questo fotogramma vanno più in là del semplice paesaggio, dice bene Bigiagia: dove la fotografia aggira ed inganna sè stessa, per aprirsi alla ricerca...
ottima  |
Stupendo l'ultimo album dei radiohead!
La frase che mi citi può andare bene anche per il tuo modo
di fare, claudio, quando ti "ingarbugli" con photoshop. |
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In ogni dove... di stecco333 commento di bigiagia |
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Riconfermo quanto detto in precedenza sul tuo lavoro.
Non credo proprio che i tuoi scatti siano come dice belgarath,
un piatto pronto per interpretazioni individuali.
Anzi, la tua poetica è precisa e mirata, va solo letta.
Personalmente poi, quando dò giudizi, mi astengo dal mio gusto.
Anzi non ho gusti. Cerco di capire e portare alla luce il mondo
poetico dell'artista. Mi scuso con belgarath, ma io non
interpreto un lavoro. Lo leggo e basta. Altrimenti un commento
sarebbe solo un esibizionismo del proprio autocompiacimento critico,
e non servirebbe a nessuno. Che poi io ci riesca o meno è un altro
discorso.
Torno alle opere ( eviterei di chiamarle fotografie). Ci sono lavori
di una espressività disarmante, come la numero 8, e altri dove,
come qualcuno ha rilevato, "mestiere" rende l'immagine
troppo belloccia. Ma ti era già successo nell'altra serie più pittorica
delle memorie da spiaggia. |
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s.t. di cius commento di bigiagia |
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Grazie a te Cius per il bel lavoro.
E' più importante la tua foto del mio commento!
Contraccambio con piacere ma a malincuore gli auguri
dato che, sia tu che io, siamo diventati più vecchi di un anno! |
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s.t. di cius commento di bigiagia |
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Ottimo lavoro cius, pacato e solare ma comunque teso e claustrofobico.
Studiato ed attento nella forma personalizzata anche da una luce
improbabile. I panni stesi ad asciugare e l'uomo che lavora sono
commenti sociali alla voglia di vivere, come del resto la luce solare
abbagliante. Ma tutto ciò è sottilmente contraddetto da una generale
sensazione di precariato esistenziale. Nonostante i luoghi romagnoli,
più che a Fellini, a me sovvengono riminescenze pasoliniane.
Comunque fa sempre piacere incappare in lavori come questo,
dove la fotografia aggira ed inganna sè stessa, per aprirsi alla
ricerca formale e all'impegno civile. |
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Sfumare....nel bianco di Clara Ravaglia commento di bigiagia |
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Sabato sera sono stao al cinema a Como all'astra, una antica sala
da proiezione con le poltroncine di velluto rosso ancora originali
ormai lise ed annerite. Proiettavono un film che è in prima visione
in italia : " Il mio amico giardiniere ", del regista francese Jean Becker.
Il film è molto poetico, delicato, intimo, leggero, ironico e drammatico e
merita la visione, soprattutto da parte tua, perchè, diciamo,
è la trasposizione filmica di quello che tu fai in fotografia.
Ambientato nella provincia francese, ma soprattutto costruito
attraverso i meccanismi del vivere la provincia e nella provincia, fa vedere
come questi meccanismi producano valori, idee e sensibilità a
carettere universale. Vai a vederlo se riesci, ti aiuterà ancora di più
a mettere a fuoco la coscienza e la portata del tuo lavoro. |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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stecco333 ha scritto: | Sai bene che questo tipo di immagini mi piacciono...la mancanza di identificazioni è un tema anche del portfolio che sto facendo...questa in particolare mi piacerebbe averla anche nel mio...
ciao
stefano |
Quale portfolio?
Complimenti mauro....calibratissimo e sempre....disadattato. |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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Ho corretto la distorsione. E' possibile che così, a mio avviso,
sia più " secca", "precisa" ed "ossessiva". |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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Sapori locali di una italia antica, ma leggerezza, tensione ed ansie
contemporanee. Il pontile hard, il cielo e il mare soft, e i passanti,
che per loro natura dovrebbero essere soft, da lontano diventano
elementi quasi hard e partecipano verticalmente alle geometrie
ritmiche dei piloni e dei lampioni.
Data la precisa ritmicità delle verticali, anche prospettica, mi disturba
un pò la distorsione causata dall'obiettivo.
Voto: 10- |
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Il vialetto....... di Clara Ravaglia commento di bigiagia |
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Clara sai quanto ti stimo!
Ormai con te intervengo solo all'incontrario.
Quando vedo un buon lavoro sto zitto.
Quando qualcosa non mi convince te lo dico.
Guarderò nel tuo album quei lavori che citi e che mi
sono magari sfuggiti, non certo per indifferenza, ma
per mancanza di tempo da dedicare al forum.
Le mie riflessioni sul tuo lavoro, non sono universali, ovvio,
ma relative al percorso critico che ho fatto su te nel corso
do questi mesi.
Kiss e buona notte notte. |
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Stintino di nuvolalfa commento di bigiagia |
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Pier Paolo...sono contento per quello che hai scritto. Sei un vulcano
attivo con tanta sensibilità e voglia di fare. Sei curioso, attento, leggero
e aperto con un potenziale creativo da sfruttare. E soprattutto sei
contro i luoghi comuni, la volgarizzazione della fotografia, il perbenismo
qualunquista dilagante ed il buonismo fotografico da libro cuore.
Sei pronto mentalmente e sensitivamente per fare il salto di qualità.
Hai la padronanza del mezzo tecnico. Puoi decollare.
Magari fermati un attimo. Non pubblicare foto per un pò se ti senti insicuro
ed insoddisfatto.
Lavora più in silenzio. Ci fosse qui Claudiom apprezzerebbe la tua
propensione per il B/N. Io non faccio differenze tra B/N e colore.
Quello che conta è che tu possa trovare un tuo percorso,
per produrre una fotografia che aggiunga qualcosa alla nostra e tua conoscenza
e che ci aiuti a vivere in modo migliore o in modo peggiore.
La cosa a mio avviso più immediata che ora puoi fare è l'abbandono
dei modelli fotografici che ti hanno accompagnato.
Per te dovrebbe essere finita la fase "scolastica". |
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Il vialetto....... di Clara Ravaglia commento di bigiagia |
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Trovo ch ultimamente alcune tue foto, non tutte per fortuna, stanno
diventando troppo "carucce", troppo " importanti". Si sono appesantite
un pò, perdendo freschezza, leggerezza, e gusto per la cosa insignificante,
banale. Anche i colori sono troppo belli in alcuni lavori, perdendo
quel fascino strascicato e biaccoso che ti ha fin qui caratterizzato.
E' probabile che tu voglia legittimamente percorrere vie nuove.
Non è facile ovviamente e i tuoi compagni d'avventura fotografica
qui sul forum non ti aiutano di certo, dato lo scarso livello qualitativo generale.
Tieni duro
Abbracci |
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Stintino di nuvolalfa commento di bigiagia |
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Questa foto non mi piace. Non è che non sia
un buon lavoro, ma è troppo scopiazzato da uno
che tu stimi molto qui sul forum. Dovresti cominciare
a svincolarti da questi modelli. Secondo me, qualche lavoro
autonomo lo stai già facendo. |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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Alessandro Frione ha scritto: | bigiagia ha scritto: | Alessandro Frione ha scritto: | bigiagia ha scritto: |
Nella'arte non esistono mezze misure. La vera arte moderna è sempre
estrema e radicale. Chi fa delle cose per "piacere" agli altri ha
già fallito la sua missione creativa.
L'artista non ha l'obbligo o il dovere di farsi capire dagli altri.
Sono gli altri che devono capire l'artista. L'arte non è la pubblicità,
che ha bisogno di essere capita. |
Nessuno lo mette in dubbio. Ho detto un'altra cosa.
La ricerca del non comune o del non "già visto" e la volontaria inestetizzazione dell'immagine è cmq un modo per forzare la fotografia verso qualcosa. Il rischio è di cadere dall'altra parte. Evitare il riconoscibile per piacere agli eletti.
Ciao
Ale |
"La ricerca del non comune o del non "già visto" e la volontaria inestetizzazione dell'immagine" sono o potrebbero essere già di per sè insiti nel
fatto creativo, ma dovrebbero essere spontanei, una necessità
per l'artista, non certo una pianificazione di marketing o un
atteggiamento snob, esclusivo e di nicchia.
Mauro mi sembra esemplare in questo senso.
Svolge una ricerca creativa, artistica in modo autonomo.
Indaga su sè stesso e sui propri bisogni attraverso un personale
linguaggio. Ma i suoi bisogni, apparentemente autoreferenziali,
in quanto essere umano come tutti noi, diventano universali. |
Come dicevo sopra il mio spunto non era riferito a Mauro. Forse ho sbagliato a farlo qui, nel topic di una sua foto.
Sarebbe cmq interessante approfondire...
Magari apriamo un topic apposito.
Ciao
Ale |
Giusto Ale,....beh allora trova un titolo ed apri
un topic su questo tema nella sezione del mondo della
fotografia.
bye |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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Alessandro Frione ha scritto: | bigiagia ha scritto: |
Nella'arte non esistono mezze misure. La vera arte moderna è sempre
estrema e radicale. Chi fa delle cose per "piacere" agli altri ha
già fallito la sua missione creativa.
L'artista non ha l'obbligo o il dovere di farsi capire dagli altri.
Sono gli altri che devono capire l'artista. L'arte non è la pubblicità,
che ha bisogno di essere capita. |
Nessuno lo mette in dubbio. Ho detto un'altra cosa.
La ricerca del non comune o del non "già visto" e la volontaria inestetizzazione dell'immagine è cmq un modo per forzare la fotografia verso qualcosa. Il rischio è di cadere dall'altra parte. Evitare il riconoscibile per piacere agli eletti.
Ciao
Ale |
"La ricerca del non comune o del non "già visto" e la volontaria inestetizzazione dell'immagine" sono o potrebbero essere già di per sè insiti nel
fatto creativo, ma dovrebbero essere spontanei, una necessità
per l'artista, non certo una pianificazione di marketing o un
atteggiamento snob, esclusivo e di nicchia.
Mauro mi sembra esemplare in questo senso.
Svolge una ricerca creativa, artistica in modo autonomo.
Indaga su sè stesso e sui propri bisogni attraverso un personale
linguaggio. Ma i suoi bisogni, apparentemente autoreferenziali,
in quanto essere umano come tutti noi, diventano universali. |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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alnitak57 ha scritto: | Capisco e rispetto la tua opinione, caro Bigiagia, ma credo che l'Arte debba essere universale, diventa tale quando trasmette qualcosa a tutti, non solo all'"artista" o pochi "eletti"....
Quando reca un messaggio leggibile ai più, quando scuote, trasmette idee, sensazioni, quando suscita opinioni e riflessioni.....
Non c'è nulla di più artistico di quanto la Natura ci offra, ad esempio....di quanto lo sia la Vita stessa....
Un caro saluto
Rino |
Rino, l'arte diventa universale " dopo" e non " prima " di essere fatta.
Quando nasce, l'arte, quella vera, non è progettata a tavolino
per piacere a tutti. E' frutto di singoli bisogni, di intuizioni di menti
e spiriti liberi. |
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... di Mauroq commento di bigiagia |
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Alessandro Frione ha scritto: | Mauroq ha scritto: | ....mi sa' che mi tocca mettere i titolini .....comunque per rendere tutto piu' comprensibile metto 3 immagini che ho fatto a Venezia questa estate, sono il classico esempio della memoria visiva che pervade il cervello, scatti da non fare ma l'occhio nel mirino ti fa' godere, e' una continua lotta, .....tu dirai vabbe' ma che ti frega, se ti piace perche' non farla, ......rispondo perche' dura poco, perche' viene assimilata in un secondo e muore subito, scatti inutili perche' gia' trattati, mi sembra non solo in fotografia ma anche in pittura, niente di nuovo, solo ricordi riproposti perche' riconoscibili, e' come nella musica, dove il ritornello ricorrente ricorda altri ritornelli, e poi la si canta perche' la riconosci, perche' e' facile, ma.......la musica e' ben altro, la nostra logica/melodica occidentale non ci permette l'assimilazione ad esempio della musica indiana, dove le note non sono solo 7 piu' diesis e bemolle....mi pare di ricordare, dove le stonature del canto per noi sono inaccettabili, oppure nella classica si puo' ascoltare qualche brano conosciuto di Bach o Mozart, che se pure non riesci a riprodurre fischiettando come le canzonette, lo riconosci, ..............ma se ascolti Shostakovich per esempio, avrai un rifiuto con cui dovrai combattere, difficilmente ricorre alla logica/melodica, e appena ne sente la puzza scappa via, cambiando strumento-tempi-scale, in quel momento o togli il CD e metti Tiziano Ferro, oppure ti sforzi ed entri.
Ps. lo so che non s'e' capito nulla
Ps. 2 sono solo miei pensieri e null'altro
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Ho studiato musica e per qualche tempo ho suonato (un infortunio al polso mi ha costretto a smettere ed ho così iniziato a fotografare, ma questa è un'altra storia).
Capisco bene ciò che intendi e lo condivido, attenzione però a non cadere nell'autorefenzialità (lo dico in generale, non a te in particolare). Il rischio è quello di produrre opere ad proprio uso e consumo o, al massimo, rivolte ad una stretta cerchia di "eletti". In musica le relazioni armoniche "classiche" sono basate anche su principi fisici; creare composizioni "dissonanti" risulta spesso un esercizio di stile o una mera manifestazione di virtuosismo.
Così, come spunto di discussione.
Ciao
Ale |
Nella'arte non esistono mezze misure. La vera arte moderna è sempre
estrema e radicale. Chi fa delle cose per "piacere" agli altri ha
già fallito la sua missione creativa.
L'artista non ha l'obbligo o il dovere di farsi capire dagli altri.
Sono gli altri che devono capire l'artista. L'arte non è la pubblicità,
che ha bisogno di essere capita. |
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