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Per un soffio..
Piazza Duomo - Manfredonia di blueanto

Realizzare una foto d'architettura in cui la staticità delle strutture non sia la sola ed unica caratteristica principale non è mai cosa semplice, perché si rischia di cercare quella inquadratura particolare che alla fine non rende giustizia alle geometrie presenti. Allo stesso modo, si può cercare di introdurre un piccolo elemento che richiami al 'movimento'. Il dettaglio della bimba in bicicletta ha consentito all'autore di questo scatto, blueanto, di avere quel 'quid' in movimento che in una immagine di architettura solitamente non trova spazio né possibilità di comparire, essendo la scena quasi sempre concentrata e convogliata verso strutture imponenti e ben inquadrate..
Con la presenza della bimba in movimento, rimane sapientemente scelto l'angolo di scatto, con la linea bianca sul pavimento che stacca ottimamente l'angolo basso a destra, e porta lo sguardo verso quella statua nella facciata.. un piccolo dispiacere lo danno quelle transenne presenti. Non naturalissimo il colore del cielo, ma tutto si sposa bene nell'equilibrio complessivo dato a tutta la scena, che lascia qualche traccia di gradiente cromatico nella parte in alto a sinistra del cielo. Complessivamente, un ottimo scatto, dall'idea alla resa finale.
(ZioMauri29)


102 di Ueda

L’immagine sottoposta alla critica da Ueda, Enzo, una delle voci più autorevoli di questa comunità per spessore fotografico e culturale, invita in punta di piedi lo spettatore, senza acclamarne con veemenza l’attenzione, ma lasciando che questi rivolga quasi casualmente l’attenzione ad essa. Ma non appena essa ha modo di rivolgersi allo spettatore, istintivamente va quasi a toccare diverse corde dell’immaginario, andando ad attingere, per esempio, a quella che potrebbe essere un’associazione involontaria d’idee, attraverso la quale osservandone la struttura, senza rifletterci più di tanto, la si potrebbe accostare alla produzione artistica di Giorgio de Chirico. Pertanto l'esito della sua lettura appare a dir poco singolare, in quanto essa non appare "oggetto" dello spettatore ma verosimilmente è questi ad esserne sua mercè. Sin dal primissimo piano, dall'accenno di luce, si è quasi assimilati da essa: invitati ad un lento viaggio nelle emozioni e nello spazio, in cui il susseguirsi dei diversi piani di lettura scenici (il portale), narrativi (la figura umana) e paesaggistici (la componente architettonica) coinvolgono a più livelli l'intelletto dello spettatore, il quale è posto necessariamente d'innanzi all'onere, non solo d'assimilare la successione d'elementi formali, ma ancor più il loro conseguente relazionarsi, in un gioco lineare di scatole cinesi.
(Webmin)


impermanenza di eidos2oo7

Già il titolo “ Impermanenza” ci pone davanti al quesito del perché l’autore abbia scelto proprio di intitolare così la foto che ci propone dalla composizione squisitamente astratta. Eidos non è nuovo a questo genere di immagini, tutti lo sappiamo, ma questa trovo che sia una delle più compiute in senso lato perché riesce effettivamente a cogliere il senso di questo termine così sfuggevole e ampio al tempo stesso.
L’impermanenza rappresenta forse il concetto “principe” della filosofia Buddhista. L’accettazione della perdita delle cose che ci circondano, dagli affetti alle cose più materiali rappresenta lo scopo, la ricerca, la pietra filosofale di questa disciplina umanistica-spirituale.
La foto dunque si fonda e trae energia da uno sfondo molto grezzo, quasi screziato dal colore incerto e ridotto, poco vistoso ma ricco di mistero esistenziale, e due simboli-segni, un cerchio e una foglia caduca a forma di cuore ma anche di bocca. Una foglia passita, quasi ridotta a scheletro, caduta, che sembra ancora essere attaccata a quel concetto di circolarità e perfezione della vita a cui sino a breve era annessa, rappresentata simbolicamente dal cerchio appunto.
Il termine Wabi-sabi che significa bellezza-estetica rapportata alla sua caducità e al suo inesorabile dissolversi, sembra perfettamente rappresentato e riprodotto in questa immagine composta principalmente da due elementi dove anche il colore compenetrante si accorda perfettamente col senso minimale, sbiadito, cui il termine sembra accennare.
Una foto concept, insomma, ben realizzata e piacevole a vedersi, dove per questo e per altri motivi penso che l’autore non abbia scelto a caso il titolo ma anzi con assoluta ponderatezza.
(onaizit8)


Chicago di Paolo Cardone

Una sensazione di sorpresa, un ingenuo stupore figlio di uno sguardo consapevole e concentrato. Una fra le tante intuizioni più feconde di Rolan Barthes, in la Camera Chiara, è stata quella di evidenziare la sottile affinità tra lo Zen e la pratica fotografica, ribadendo che le foto che turbano si osservano in modo “al contempo rapido e attivo, in agguato come belve” e che esse sono paradossalmente “non sviluppabili”, senza possibilità di espansione retorica, alla stregua di un haiku che provoca “un’immobilità viva”. Ci provo:
sorpresa di bambini
fragore d’acqua bagnata
felicità
Una poesia dai toni semplici questa di Paolo, senza fronzoli lessicali e congiunzioni. Una poesia silenziosa. Bisogna chiudere gli occhi allo scopo di farla risalire silenziosamente come quando si ascolta la musica: in questa maniera la fotografia ci parla. Qualsiasi riferimento alla composizione è abbastanza superfluo: l’unica cosa che mi viene da sottolineare è il carattere di osmosi che invade il fotogramma: come se quel getto d’acqua, sapientemente ripreso e indovato nel formato verticale, così ricco di energia contagiosa, invadesse oltre i contorni della fotografia ed oltre... Bravissimo Paolo.
(surgeon)
Oggetto: Per un soffio..
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 05 Ott, 2009 7:49 am
Wife... di sidrx

Occhi limpidi e chiari, sguardo diretto, pelle trasparente ma stellata dalla freschezza di lentiggini. e tutto questo, questa realtà, emerge sincera dal tuo ritratto, complice la schietta collaborazione di lei, che sta al gioco fotografico, reggendo lo sguardo del pubblico a venire di questa immagine con leale simpatia.
Tutti hanno pensato a Shirley, e non sbagliano, ma io ho visto subito la giovane Emily Watson delle "Onde del destino".
L'oscurità che avvolge le spalle parzialmente non mi convince fino in fondo, ma è solo un particolare nell'affettuoso omaggio visivo che fai a tua moglie, larghe spalline della canotta e punto di ripresa insolito ed un po' acrobatico compresi.
(Clara Ravaglia )


A Little Picture For Your Wall di Kid A

Lavorare nel campo dell'artwork è sempre una scelta un po' pericolosa.. perché si può eccedere in una delle mille regolazioni, e compromettere la resa grafica finale.. questa immagine va' premiata per una serie di motivi, e per una serie di considerazioni complessive..
Una città come Parigi, tante volte la vediamo immortalata nelle sue scene 'standard', con la torre metallica a fare da protagonista alla scena, in composizioni corrette, ma sempre un po' classiche e predefinite..
Questa inquadratura invece, ce ne da visione in una parte limitata, uno spicchio superiore che lascia capire che si tratta di quella specifica torre in quella specifica città, ma il tutto non è concentrato solo su di essa, ma c'è spazio anche per una presenza umana, e per altri elementi strutturali diversi..
Inoltre, il lavoro in pw, è servito per dare una atmosfera più rarefatta e misteriosa, più cupa e quasi da tramonto in una città avvolta da un'aria pesante e irrespirabile, invecchiata dal tempo e dai ricordi..
Il lavoro in pw non è di sicuro eccessivo, né troppo sacrificato.. è ben calibrato e mirato all'effetto finale.. ben scelta la tonalità complessiva.
Complessivamente, davvero un buon lavoro.
(ZioMauri29)


Il Sympetrum e il gioco del cerchio di rubacolor

Per realizzare questa immagine, che apparentemente può sembrare semplice, occorre una notevole pazienza e bravura. L'autore ci ha già abituato a delle prove valide.
Questo controluce è stato gestito bene in quanto normalmente quando si effettuano tali scatti i soggetti vengono in ombra. Qui è stato presumibilmente adoperato un pannello per illuminare il corpo dell'odonato, gli sfilacci del posatoio e la trasparenza delle ali.
La composizione è particolarmente dinamica per l'utilizzo di un posatoio quanto mai originale che sembra, come dice bene l'autore nel titolo, lo strumento di gioco della libellula.
Il sympetrum è posizionato in un punto nodale e ha un certo spazio libero in direzione dell'azione suggerita.
La ripresa dal basso ha bloccato il soggetto inserito in uno sfondo dalle numerose tonalità di verde che è ormai diventata una prerogativa di questo autore.
(lilian)


-st- di Francesco Ercolano

Tanti sono le componenti che coadiuvano per la riuscita di una street. Di sicuro aiuta quel pizzico di fortuna, che ci fà trovare al posto giusto nell'attimo giusto, ma ci sono altri fattori legati alle capacità del fotografo stesso. Sono la prontezza dello scatto (associato spesso alla perdita di quella "timidezza fotografica" nei luoghi pubblici), la previsualizzazione mentale della scena che si pone di fronte al nostro obiettivo, attraverso cui possiamo percepire in precedenza, cosa accadrà; importante è un occhio allenato, capace di osservare, ricercare, catturare quell'attimo o quel particolare insolito e prezioso nell'immenso e caotico quotidiano umano. Quando l'occhio che scatta, è quello di un paesaggista, la resa potrebbe essere più o meno quella di questa foto. L'immagine è invasa da quella deviazione professionale, in senso buono ovviamente: diventa connubio di bellezza estetica (propria del paesaggio) e momento (proprio della street), dove la prima và ad incorniciare il secondo. La luce del tramonto confeziona a dovere il delizioso quadretto romantico. Gli elementi ci sono tutti: la coppia stretta nell'abbraccio; la carrozzina in primo piano, dalla quale spuntano due piccoli piedini,e che ospita quindi, il frutto dell'amore; il mare dietro, che si fonde con il cielo; pure le foglie sparse a terra, hanno una loro valenza: donano una puntina di malinconia, testimoniando la caducità nella vita. Tuttavia impossibile, non analizzare la foto anche sotto un aspetto meno "impegnato",meno serioso, e più ironico, fantasioso (al pari di alcuni autori oltreoceano): e come non notare il soggetto acefalico, dove è proprio il caso di dire: ha letteralmente perso la testa per la sua amata.
(ankelitonero)
Oggetto: Per un soffio..
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 05 Ott, 2009 11:25 am
Fallout!! di NoZenPhoto

Un'immagine estremamente efficace. Le luci e le conseguenti ombre perfettamente inserite nel fotogramma. Il senso di claustrofobica solitudine viene reso alla perfezione, come allo stesso modo la posa dell'uomo fa pensare a una sorta di quotidianità ormai malata. Speriamo sì, veramente, che il nostro mondo non diventi così e che ai nostri figli si possa lasciare qualcosa di meglio.
(AlexKC )


Torrente di adelchi

L'ho osservata a lungo e l'ho anche aperta in photoshop per avere un ulteriore riscontro. Non ci sono punti di sforamento di nessun tipo per i bianchi e le oscurità sono misurate, il tono complessivo si fa forte di strategiche zone di nero, anche preponderanti, ma l'equilibrio è sempre mantenuto da ricchi particolari di bianco che accendono la scena, sparsi fra le rocce e la superficie dell'acqua.
Su di essa si allargano deliziosi circoli di corrente che duettano con il morbidissimo pettine della cascata...
A me personalmente piace moltissimo questa atmosfera scopertamente idilliaca, un po' fiabesca della scena, ma trovo anche che sia innegabile per chiunque il valore tecnico della esecuzione, oltre qualsiasi considerazione di gusto soggettivo.
(Clara Ravaglia)


st di belgarath

Un' immagine che riesce a vivere anche da sola e che si discosta dalle altre della tua galleria appartenenti al genere street per una maggiore immediatezza. Lo scatto funziona subito complice il soggetto principale: quelle due braccia umane che si staccono incomprensibilmente dalla roccia per forma e per colore. Questo contribuisce al funzionamento, al far scattare il meccanismo che tutti noi conosciamo bene e al quale ahimè siamo ormai assuefatti. Quindi saremmo quasi tentati di congedarla come “già vista” ma qui c’è di più, qualcosa che supera la soglia superficiale della coscienza soggettiva. Per spiegare bene devo ricorre alla mia soggettività ma questo non per sminuire il reale valore oggettivo dello scatto, qualcosa dettato dal seguire i semplici canoni estetico compositivi della fotografia ma quasi come mathesis singularis. Ebbene quella fessura di roccie sedimentarie al di sopra del soggetto rappresenta il mio punctum. Un particolare secondario, parziale,quasi insignificante, che modifica la percezione dello scatto in maniera netta, che le dona vigore, e lo apre ad una lettura più intima. Si perché questa fessura è simile a quella fra le pagine del libro che viene letto. Come simili sono gli strati di roccia sedimentaria al sovrapporsi delle pagine del libro medesimo. Qui nasce tutta una riflessione fra l’analogia che sorge fra quell’ archetipo di cultura stratificata simboleggiata dal libro impugnato con coscienza e la scienza della stratigrafia squisitamente geologica. Così come il moderno concetto di cultura di stampo antropologico viene vista come un insieme stratificato di costumi, atteggiamenti, valori, credenze, ideali, delle diverse popolazioni e società del mondo anche lo studio di una roccia con i metodi stratigrafici riporta alla luce informazioni particolari riferibili ad ogni singolo strato sedimentario. Il concetto di stratificazione è reso veramente nella sua più ampia espressione: la visualizzazione di una cultura stratificata. Direi molto funzionale caro Belgarath…
Per quanto riguarda la tecnica fotografica questo rappresenta un altro raro esempio di come una fotografia street nasca da un’ idea e che possa essere realizzata con focali non classiche. L’utilizzo di una focale tele ha infatti aiutato la buona compressione e lo schiacciamento prospettico delle varie strutture sui diversi piani. Ottima l’idea di lasciarla a colori per evidenziare un contrasto fra l’umano e l’inanimato delle roccie. Taglierei solo l’ultimo strato di roccia in basso, quello più scuro e leggermente fuori fuoco, anche se il formato cambia proporzioni.
(surgeon)


... di Luca Dessena

Questo ritratto mi colpisce dal primo istante e trattiene la mia attenzione.
Ha qualcosa di particolare, una strana intensità, che quasi ci richiama alla mente la maestosità e la forza di certi palcoscenici della tragedia greca, tutti giocati sulla essenzialità degli scenari, che puntavano tutto invece sul rigore composto e penetrante della rappresentazione, grazie a corde emotive vivide e a dolori universalmente leggibili.
Mi colpisce la prospettiva che si allunga oltre il portone scuro, e che conduce però al busto decentrato, la resa dei neri cupi, classici, chiusi, che occupano con decisione i loro spazi: l'abito, la cavità oscura della bocca che quasi emette parole mute, e il grande contrasto con il candore dei capelli, l'aspetto composto e lindo. Eppure gli occhi, fra elementi tonali così forti, emergono ugualmente, con un brillio lieve, con dolcezza che mitiga la severità dell'insieme.
I miei complimenti
(Clara Ravaglia )
Autore: ZioMauri29 - Inviato: Lun 05 Ott, 2009 11:38 am
Corte Lambruschini di burbero74

Una immagine che si collochi alla perfezione nel genere architettonico, nel senso più moderno del termine, deve avere tutte le caratteristiche che l'autore ha racchiuso in questo scatto.
La simmetria nell'inquadratura ne esalta la ripetizione degli elementi. La scelta dello spigolo al centro lascia il massimo angolo di visione a entrambi i lati della scena. La pulizia del cielo lascia tutta l'attenzione alla struttura.
Qualche rimpianto rimane: nessuna nuvoletta ha sporcato il cielo per dare un minimo movimento alla parte alta, e impreziosire anche i riflessi dei vetri di un po' di movimento.
Attenzione, però: la simmetria non è perfetta, perché la linea centrale dello spigolo non è perfettamente verticale, ma in pochi istanti, con un minimo intervento a sistemare la resa prospettica, tutto diventerebbe perfetto. Bella anche la presenza del lampione sulla destra, crea quello stacco visivo necessario per rompere la rigidità della ripetizione degli elementi. Invece il riflesso dell'alberello in basso a sinistra, unico come riflesso, non convince moltissimo.
Complessivamente, però, è una gran bella prova!
(ZioMauri29)


Luci in movimento ad Amsterdam di AlexKC

Davvero per me è bellissima..
Direi che è piena di un affascinante, immobile.. dinamismo.
il lampione per me è perfetto, fa un po' da puntina da disegno che ferma il quadro in un ideale lavoro grafico su scrivania.
Le tinte sono quelle di un'ora blu in rapida progressione, come accesa dai fuochi luminosi e dalle scie taglienti di bagliori arancio che fendono selciato e cielo.
Praticamente hai fermato un attimo di bellezza metropolitana, piena di elettricità.. ma senza frenesia alcuna.
(Clara Ravaglia )


The man... the sea... di mey

Come spesso ho detto tra un commento e l'altro, quello di realizzare un artwork non è un lavoro così semplice come può sembrare all'inizio.. ovvero, pensare di sovrapporre una texture e giocare sui livelli.. il bello e il difficile allo stesso momento sta nel capire dove portare la rielaborazione e dove limitarla, per non farla diventare troppo intensa e opprimente, rispetto all'immagine di partenza..
Le rielaborazioni dell'utente sembrano sempre avere una idea precisa in partenza, a cominciare dalle inquadrature delle scene riprese.. come in questo caso: ampio spazio al mare, con un barca in lontananza che si allontana, e un uomo seduto in solitudine, su questo muretto, ad osservare la scena.. e il tutto, è come avvolto e rarefatto in un ricordo e in una atmosfera lontana.. quasi misteriosa e allo stesso tempo.. dolorosa come una malinconia e un momento triste di vita.. Splendida, e non lo scopriamo di certo come prima volta, la lavorazione della scena.. già in altre sue creazioni ha suscitato le stesse impressioni.. qui ha creato ancora una volta una scena che sembra un ricordo lontano.. con quella bandiera di quella imbarcazione che sembra quasi sfilacciarsi in un rincorrersi di rimandi della mente e di sensazioni malinconiche..
Qualche dubbio sull'intensità del font del titolo, avrei optato per qualcosa di meno marcato.. per la cornice, vedo che è una sua precisa caratteristica per certi scatti, che mi trova d'accordo.. un plauso anche per la firma, presente ma discreta, lassù in alto..
(ZioMauri29)


Into The Mistery di GFortunato

Piace molto anche a me, cromaticamente ha la tua impronta, la tua ricerca instancabile di bellezza vivida e colorata, ( il punto di giallo oro dove il sole trionfa è speciale) anche nelle avversità climatiche e negli angoli più insoliti.
E poi ha una forte unicità, una valenza di racconto ineludibile, anche se, a ben guardare, tagliandola di netto a metà corsa in senso orizzontale, si costruirebbero ben due immagini comunque valide sia compositivamente che emotivamente.
E non capita certo spesso.
Ma lasciamola intera, lasciamo insieme o' giurno e a' nuttata ( come dice bene Franco) e facciamoci trasportare dalla tua tesi interpretativa e dalla tua ascesa verso il sole .
Ah.. dimenticavo.. il titolo è altrettanto indovinato, con quel gioco di intenti e di parole fra the mist anche the mistery..
(Clara Ravaglia )
Autore: Paolo Cardone - Inviato: Mar 06 Ott, 2009 11:23 pm
Volevo ringraziare pubblicamente Surgeon per quanto ha scritto sulla mia fotografia.
Un complimenti a tutti, ci sono belle foto in giro.
Bravi a tutti voi della redazione che dedicate il vostro tempo libero alla fotografia.
Wink
Autore: rubacolor - Inviato: Mer 21 Ott, 2009 5:04 pm
Non ci sono parole per ringraziare Lilian della bellissima recensione alla mia foto Il sympetrum e il gioco del cerchio.

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