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Commenti da aerre
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Commenti
Paola
Paola di marco.rilli commento di aerre

…“cerchi d’oro”, era il nomignolo con cui apostrofavo affettuosamente una mia amica: erano parte del suo modo di “apparire” che a volte è anche un po’ “essere” , …tanto che se avessi voluto fotografarla non le avrei mai detto di toglierli.

Questo per dire che nel ritratto, se di racconto parliamo, ..ci sono sempre dei particolari, dei gesti, …degli atteggiamenti del corpo che, al pari di una ruga o un guizzo di luce brillante negli occhi, ci parlano di quella persona, come tassello inestricabile di un quadro figurativo ed emozionale che è nella nostra mente.

Perché …non dimentichiamolo, ogni ritratto non ha la pretesa di dirci “chi è” quella persona, non ci restituisce l’intima essenza di qualcuno in senso oggettivo e assoluto.
Quello che fa il ritratto è trasferirci il racconto di “quella persona” che la mente ed il cuore hanno prefigurato nel nostro immaginario personale , come “incontro” a livelli intimi ed insondabili tra noi ed il soggetto.

E succede che a volte alcuni particolari si fanno “significanti” …per noi e noi soltanto, a completare il quadro di un insieme tracciato prima di tutto dalla nostra personale sensibilità: potrebbe essere la perla che ruba un riflesso di sole, …la grinzosità di una mano, …il piglio diagonale delle labbra o la molle linea di una spalla.

Quello che possiamo fare è chiederci se quel determinato elemento oltre alla sua valenza narrativa ed emozionale, più propria del racconto, …ha in fondo una sua coerenza grafica e figurativa con l’insieme che la fotografia …vuoi o non vuoi …alla fine ci restituisce.

E la risposta …la “mia” risposta, in questo caso è “si”.

Da un punto di vista squisitamente compositivo le ellissi degli orecchini s’accordano con il taglio dell’inquadratura, quasi ne assecondassero la sviluppo verticale: incorniciano ai lati e rimarcano l’ovale perfetto del viso, lasciando che il nostro sguardo scivoli sulla chiarezza del collo, richiamato con forza dall’uncino grafico della ciocca scura dei capelli che chiude l’inquadratura.

Guardatela bene questa foto …come compagine grafica intendo: è un susseguirsi e controbilanciarsi di “curve”, in canto e controcanto. Si inseguono, riflettono, dialogano fra loro e strutturano il bel campo visivo, giocando tutte attorno al centro figurativo ed emozionale vero del ritratto: lo sguardo, …o meglio …quell’impagabile piglio di sensuale noncuranza di Paola …che è quasi indifferenza, intenzionalmente recitata con leggera ironia e ferma consapevolezza di sé.

E fermo, …consapevole ...e distante è infatti quello sguardo diretto, nitido e tagliente come una lama di rasoio, sopra le labbra mute che spingono leggermente di lato a rimarcare, in un sottile gioco in bilico tra ironia e complicità, tutto il senso del racconto.

E’ uno sguardo che ci osserva, …indaga …”fotografa”, in un curioso ribaltamento di piani narrativi in cui si perde il senso del “chi ci sta raccontando di chi”, tenendoci a distanza …sul limitare di uno spazio squisitamente personale che non ci è dato assolutamente di oltrepassare.

Bianco nero …brillante, nella sua chiarezza luminosa resa impalpabile per contrasto dalla grafia nitida delle ciocche scure e da una certa robustezza asciutta e millimetrica delle zone di tono intermedie.

Insomma …mi piace.

Aerre Smile
David
David di nicomat commento di aerre

@Klizio …Commuove sapere che a distanza di tutti questi anni …ci sono ancora briciole sparse sul terreno che qualcuno ha la bontà di raccogliere.

Note nostalgiche a parte… davvero intenso questo ritratto che ci restituisce un dialogo intimo e serrato con l’universo del piccolo David.

Taglio stretto… strettissimo a regalarci un tuffo nella nerezza liquida ed impenetrabile di uno sguardo che è quello dell’anima, …tutta raccolta sul limitare di un mondo fragile e luminoso.
E ci inchioda …stringendoci a sé, …tra il silenzio di mille parole non dette ed il volo di inaccessibili sogni che brillano nella luce degli occhi.

Taglio stretto, si …ma soprattutto “diagonale” …a restituirci la leggera torsione del piccolo David e rendere ancora più vibrante e intenso il dialogo con quell’universo, …perché ancora più sfuggente, ..fluido, …ma anche fragile e incerto, …come il guizzo di quel lampo che sfida comunque la nerezza del buio circostante e noi stessi con esso.

Bello.

Bellissimo “R”itratto, …come “R”acconto, …appunto, fatto di un silenzio assordante che è già consapevolezza di una distanza incolmabile per quanto stretto sia quel taglio, …per quanto la nitida chiarezza del fuoco cerchi di “indagare”, …per quanto l’inquadratura cerchi di afferrare le tracce di un universo tuttavia inaccessibile, che ci lascia inevitabilmente “al di qua”.

Forse a giudicare dal mio monitor c’è una lieve esuberanza nella saturazione dei rossi che avrei tenuti più lievi per meglio restituirci la delicatezza dell’incarnato, …ma è piccola, piccolissima cosa.

Resta il senso di quell’abbraccio ideale, compiuto attraverso la morsa dell’inquadratura, …la carnalità …quasi tattile di quel cromatismo denso e palpabile che gioca e contrasta con la pece brillante degli occhi.

Ed è questa la vera magia di un racconto che tutto si consuma nella brevissima distanza che ci permette l’inquadratura stretta sugli occhi, nel ricordarci che …per quanto vicini, quasi a sentire il respiro delle labbra mute, a percepire il frullo di pensieri come sogni fantastici, resteremo sempre “al di qua”.

Aerre Smile
Cristina
Cristina di nicomat commento di aerre

Ciao Nicola,
...taglio stretto, raccolto, intimo ...a restituirci tutta la fermezza, diretta e senza filtri, di questo sguardo che ci cattura e rapisce.

Il racconto è tutto qui, il vero cuore narrativo dello scatto: quello di una Cristina che ci guarda con una consapevolezza di sé in quel suo stare fermo e deciso che anche il taglio stretto riesce comunque a rievocare.

Eppure ...non me ne volere, ci sono degli aspetti tecnici che non mi tornano e che inficiano la resa dello scatto.

In un ritratto così stretto la "freschezza" del dettaglio è importante a mio avviso, ma qui vedo tutto un pò strozzato da una maschera di contrasto che litiga con la morbidezza dell'incarnato o l'eccessiva croccantezza di altri particolari.

Cosa è successo poi alle labbra? Il labbro inferiore sembra quasi sia stato duplicato e incollato un paio di millimetri più in basso. Tutta la parte superiore è duplicata e scivolata in basso (vedi i pixel sdoppiati) e questo distrugge tutta la sensualità di quelle labbra che pure hanno un ruolo importante nel racconto del ritratto.

Peccato

A Smile
...rouge...
...rouge... di aerre commento di aerre

@ BIANCOENERO
@ Perretta Giuseppe
@ littlefà
@ Gianluca Riefolo

....riferirò ad Arianna le vostre belle parole. Grazie sempre del vostro affetto.
@ Gianluca, ...si ...forse sull'iride ho spinto più del necessario, ...ma sulla sclera non ho praticamente fatto nulla Smile

Grazie ancora

A Smile
...rouge...
...rouge... di aerre commento di aerre

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
..penitenziagite...
..penitenziagite... di aerre commento di aerre

...Sempre onorato della vostra attenzione.

Grazie di cuore Smile
..penitenziagite...
..penitenziagite... di aerre commento di aerre

@ Gannjunior:
...Gann, ben trovato ...grazie della tua attenzione.

A Smile
Ti vorrei sollevare...
Ti vorrei sollevare... di Gannjunior commento di aerre

….Chiunque si sia cimentato nel controluce …sa quanto sia difficile mantenere quel giusto grado di leggibilità, lasciando che lo spessore delle ombre si apra in una trasparenza leggera ed impalpabile.

La questione non è soltanto tecnica …ma “narrativa”, cosa che in un Ritratto è fondamentale.

Perché non è nella luce in sé ma nel rapporto tra di essa ed il soggetto, il vero nucleo narrativo dell’immagine, …quel “cuore” di luce cioè che carezza, avvolge e culla i protagonisti facendosi materia emozionale viva.

Diventa allora fondamentale che la danza di luce ed ombra ci regali …l’accenno di un sorriso, ..la sfumatura di uno sguardo, …la dolcezza di una gestualità tanto semplice quanto evocativa.

E tutto questo perché il controluce …appunto, riesce a mantenersi “trasparente”, nel rispetto della logica narrativa del Ritratto, senza annegare nella silhouette la leggibilità delle figure.

Ben trovato, Gan
Un abbraccio a tutti voi

A Smile
..penitenziagite...
..penitenziagite... di aerre commento di aerre

@ Clara Ravaglia: ...grazie sempre delle tue attente letture, Clara.
La foto come tu stessa hai capito è solo un gioco che quel buffoncello di mio figlio rende ancora più ....estemporaneo.

Grazie ancora, ...amica mia Wink

A Smile
..penitenziagite...
..penitenziagite... di aerre commento di aerre

@ Gianluca Riefolo
@ AarnMunro
@ littlefà
@ Perretta Giuseppe
@ jus
@ Klizio
@ BIANCOENERO

...grazie sempre della vostra attenzione.

Lo scatto è un 1/60 ad un f 5.6 (...non mi ero accorto che il diaframma era curiosamente chiuso per i miei gusti ...Very Happy)
Lo scatto è abbastanza ...estemporaneo, perchè il "dolciniano" ...ahem ... ...volevo dire Francesco (si Giuseppe è proprio il piccolo Francesco) non si mette in posa neanche sotto tortura. Gioca ...scappa ...fa boccacce e ti devi attrezzare tipo cecchino per strappare una foto.
A parte qualche piccolo ritocco per eliminare un elemento di disturbo sullo sfondo è poi essenzialmente quello ...maglia che si intravvede compresa Smile
...Ah ..c'è il solito colpo di flash.

Grazie ancora
A Smile
..penitenziagite...
..penitenziagite... di aerre commento di aerre

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
Lo so che c'è qualcuno!
Lo so che c'è qualcuno! di Gannjunior commento di aerre

....una densità emozionale che disarma.

Auguri immensi Gann, ...e un abbraccio alla splendida Vale Smile
Il Primo Viaggio
Il Primo Viaggio di aerre commento di aerre

Grazie di cuore a tutto lo Staff Smile
Chiara II
Chiara II di daniel_san commento di aerre

doppio, scusate
Chiara II
Chiara II di daniel_san commento di aerre

…Ci studia da lontano, Chiara …con l’espressione in bilico tra "complicità" e "distacco", …quasi ci accogliesse per un istante nella segretezza del suo universo privato …mantenendo però una certa distanza, …quasi con diffidenza, mentre sembra volerci scrutare per meglio metterci a fuoco.

Di fatto il Ritratto si compie, …al di là del fatto che la posa sia più o meno studiata, …nell’istante in cui Chiara sembra ruotare d'un tratto il volto verso di noi, traendosi dall’intimità segreta di quell’abbraccio di sé, …quasi si fosse accorta della nostra presenza e si liberasse dalla stretta del flusso dei suoi pensieri, …restando …così …in bilico appunto …tra la segretezza del suo universo privato e la realtà che ci vede per un istante partecipi a nostra volta del suo mondo.

Una dinamica della posa che non trova (….e per fortuna direi) risalto in un’espressione di ammiccante compiacimento e ha quindi una forte suggestione emozionale, proprio nella tensione prodotta cioè tra il forte aggancio dello sguardo fermo …diretto e consapevole di Chiara ed il suo “stare” come in disparte, …quasi defilata e ancora “immersa” nell’inaccessibile sfera del suo universo privato.

Per questo il punto di ripresa laterale, …quasi da dietro, ha una forte valenza proprio in termini narrativi combinandosi tra l‘altro al taglio di una composizione che stringe senza soffocare: pregevole in particolare il taglio a destra, deciso e netto, che offre la “spalla” necessaria a chiudere il quadro figurativo e alla quale la stessa Chiara pare appoggiarsi, rendendo ancora più concreto, …quasi materico, quel senso di raccoglimento suggerito dalla dinamica della posa.

Trovo interessante …ma forse un po’ eccessivo il contrasto tra la chiarezza dell’incarnato e la morbidezza densa e corposa dei grigi a tratti ruvidi e a tratti setosi, ma credo ci sia una qualche incertezza nella gestione dello sfondo forse a causa di un tentativo di recupero delle alte luci.

Guardo alla linea di contorno del maglione dal basso lungo il braccio di Chiara: è evidente un certo salto nel passaggio dei toni, come se quella parte dello sfondo avesse subito un trattamento all’interno di un’area di selezione poco sfumata. Ma potrei sbagliare.

A Smile
svapo
svapo di 1962 commento di aerre

Ciao Claudio,
trovo originalissima questa tua proposta e condivido in parte le considerazioni degli amici sopra di me a proposito della riuscita dello scatto.

Questo è un “ritratto” ed in più è anche un “autoritratto” …quindi mi piace valutarne la resa proprio in termini di questo tuo raccontarti immerso nelle dense e lattiginose volute di vapore che ti celano parzialmente il volto.

….E perché questa è l’unica chiave di lettura del “Ritratto” in genere: il suo raccontare, o raccontarsi come in questo caso, altrimenti non si va da nessuna parte.

Quello che mi piace e che credo sia la vera chiave narrativa dello scatto è quell’ironico contrasto (…perché di evidente ironia si tratta) tra il particolare punto di ripresa ribassato (complice l’uso del cellulare) che ci restituisce una visione apparentemente burbera e austera del soggetto …che pari quasi dominarci dall’alto avvolto nelle imperscrutabili nebbie del suo universo e la leggerezza anche un po’ comica con la quale il soggetto stesso si racconta in una situazione sicuramente poco usuale che ci incuriosisce e fa sorridere.

Questo forzare sul punto basso della ripresa ….la resa sproporzionata del primo piano (ovviamente) ….il celarsi dello sguardo nella densità delle spire di vapore …tutto concorre a ricreare i tratti di un reinventato Mangiafuoco moderno sul punto di sovrastarci con il suo vocione tra uno sbuffo e l’altro.

Ma il tutto rivela una leggerezza della narrazione che scioglie la “paura” iniziale ed è il dato ironico l’aspetto narrativo più interessante.

Ma…

…non mi convince il trattamento dell’immagine e non lo dico come dato tecnico ma appunto narrativo, che è quello che più mi interessa.

Mi spiego, …che la foto sia stata fatta con il cellulare mi interessa poco o nulla, guardo al modo come hai voluto rimaneggiare lo scatto.
Mi rendo conto che il desiderio era di eliminare i vari elementi di disturbo e affidare allo spazio bianco e indefinito, che circonda il soggetto e che si mescola quasi amalgamandosi con il vapore, il compito di aumentare l’impatto e la suggestione prodotta …ma a mio avviso lo scatto non aveva affatto bisogno di quell’operazione di scontorno (il termine non è proprio corretto) ....e la foto originale a colori che alleghi conferma la mia impressione.

Prima di tutto c’è ….ammettiamolo Very Happy …una certa carenza tecnica nella resa: il vapore per forza di cose è diventato grigiastro in rapporto allo sfondo bianco, …le “sgommature” creano brutti aloni attorno alla testa e mal definiscono i contorni leggeri e sfumati (come avrebbero dovuto essere invece) dello sbuffo di vapore alla nostra sinistra, …..i rapporti tonali del chiaroscuro sono sbilanciati sulla resa troopo scura dell’incarnato (…e per forza …con tutto quel bianco) e tra le volute di fumo si intravvedono quegli strani spicchietti ….che poi scopriamo essere gli spigoli dei quadri.

A parte lavorare su certi aspetti (contrasto, …qualche alte luci da valorizzare e qualche altra cosina) ….l’originale che ci mostri era già perfetto così.

E lo era …ed è proprio da un punto di vista del Ritratto.

Perché quella gustosa ironia con la quale ti racconti con l’aria burbera e minacciosa di un reinventato Mangiafuoco è tanto più efficace e leggera quanto più la riconduco, subito dopo avere guardato al primo piano, alla lettura di quel contesto domestico (e se anche non è proprio casa tua poco importa) che si defila alle sue spalle.

Guardo ai quadri, …al soffitto di legno …al piedritto in mattoni rossi sullo sfondo …al muro bianco e pulito: tutto mi riconduce ad una dimensione più …come dire …quotidiana …domestica e “normale” della scena che completa il tuo ritratto come “espressione di sé” pur nella casualità della ripresa.

Da un punto di vista tecnico …se poi dobbiamo dirla tutta ...ti saresti risparmiato la rogna di isolare il vapore dallo sfondo che è una operazione già di suo moooooolto complessa.

Se non si fosse capito a me piace proprio a colori e proprio con il taglio originale che enfatizza la ripresa dal basso, toglie una eccessiva centralità al soggetto e lascia soprattutto integro il disegno dello sbuffo di vapore a sinistra che gioca con la diagonale del frame. Poco mi importa che il quadro ti “spigola” la testa.

Sarebbe stata la scelta compositivamente più corretta secondo me.

Insomma …Claudio, …un Ritratto molto interessante e soprattutto intrigante …ma ….mannaggia a te …me lo hai pastrocchiato inutilmente Very Happy

Un abbraccio
A Smile
25 Aprile 2017 - Ritratti
25 Aprile 2017 - Ritratti di Daniela Loconte commento di aerre

Ciao Daniela,
…vorrei provare a dirti la mia e credo che in questo scambio di battute ci sia l’occasione di una riflessione che val la pena di essere sfruttata.
Se non altro è una successione di ritratti …e il “Ritratto” è materia che amo particolarmente.

Il titolo ….di mio non amo i titoli, perché spesso indirizzano in modo più o meno consapevole la lettura di uno scatto, ….a volte cercano di esplicitare un contenuto che a fatica riesce ad emergere dalla sola figuratività dell’immagine, …altre volte ancora tentano (invano) di ricreare le fila di un progetto, …di un racconto, …di una suggestione che in realtà è solo a posteriori.

Ma non è il tuo caso, non di questa serie di scatti almeno ….come tu stessa spieghi nel post, …ma converrai che quando diamo un titolo ad una immagine in qualche modo ne influenziamo la fruizione in modo più o meno sfumato a seconda dei casi.

Se poi proponiamo un portfolio il 26 di Aprile e lo intitoliamo “25 Aprile 2017” non puoi non aspettarti un immediato riferimento al significato che nell’immaginario collettivo ha quella data.

Intendiamoci, …sei tu che attraverso un titolo crei un’aspettativa in chi guarda il tuo portfolio e da lì è facile aspettarsi la disillusione di chi trova disattesa quella stessa aspettativa, …che è tanto più forte quanto più forte è la connessione che il titolo ha con il significato che spontaneamente (per formazione culturale, condizionamento, estrazione sociale e bla bla bla) le persone vi rintracciano.

Insomma il titolo …che ci piaccia o no è un “significante” molto forte e ne dobbiamo accettare oneri e onori.

Ma quello sul quale mi preme maggiormente riflettere è la tua precisa volontà, come scrivi, di non contestualizzare la tua serie di scatti quasi a volere sganciarne il contenuto dai più ampi contorni di significato che riguardano proprio la ricorrenza del 25 Aprile.

E bada …il buon Sisto quando scrive “manca la contestualizzazione” …non scrive “non c’è il racconto della celebrazione della ricorrenza del 25 Aprile”, …si limita a parlare di "contestualizzazione”.

Ed è vero Daniela, …tremendamente vero. Ma vorrei provare a spiegarti anche il perché …secondo me …”è vero”. Il problema è dare il giusto significato alla necessità di “contestualizzazione”.

E allora dobbiamo risalire al motore generatore degli scatti, …alla suggestione …alla molla che scatta e si traduce in quell’idea progettuale che lega la successione delle immagini e al racconto che queste vogliono trasferire: il tuo desiderio cioè di cogliere una declinazione molto più ampia in quella “LIBERAZIONE” e affidare all’insieme di questi ritratti l’espressione di valori di …”Vita, la Libertà, la Condivisione, il Rispetto, l'Uguaglianza, la Solidarietà, la Tolleranza, l'Amore, la Diversità, la Pace”.

Sono parole tue, quelle con le quali introduci il tuo lavoro.

“25 Aprile 2017” …non è un titolo a casaccio dunque, ma gioca espressamente sulla connessione di questa data con più generali significati della parola “libertà”.

Ma non è questo il punto …torniamo alla “contestualizzazione”.

Fa parte della cultura umana cercare l’affermazione di una propria identità di valori attraverso l’espressione di una appartenenza dichiarata ad un gruppo. E mi pare di vederla e sentirla questa caleidoscopica e chiassosa fiumana di persone dai mille volti , colori e sfumature. Un crogiolo variopinto ed eterogeneo di umanità che proprio in questa esuberante e colorata espressione di sé …disinibita, ...serena, ....pacifica e rumorosa cerca di affermare, …in un giorno che non casualmente è quello in cui si festeggia la “liberazione”, tutto un insieme di valori ai quali eleggere il proprio senso di umanità e cultura.

Io oggi appartengo a questo insieme di valori, …mi coloro, …mi tingo, ..forzo con leggerezza gli schemi irreggimentati di una cultura monocorde dell’odio e ti racconto di me, dei miei valori e di quel che sono anche attraverso la libertà fresca e senza peso di una sfumatura di colore di troppo.

Ma io sono anche perché condivido tutto questo con il gruppo al quale voglio appartenere e con il quale sfilo, canto e faccio FESTA.

Il tuo è un punto di vista bellissimo, ..hai voluto ritagliare il frammento di un mosaico molto più ampio e complesso …ma non per questo meno importante di una giornata come il “25 Aprile”.
Quello che manca è però il “contesto” …che non è il “25 Aprile”, …non sono gli stendardi …i partigiani o le bandiere. Se avessi voluto raccontare “quel” 25 Aprile lo avresti fatto, …ma la tua storia …la tua micro-storia è un’altra.

Ok. Ma manca il “contesto” …che è proprio il senso di quell’appartenere ad un gruppo come CONDIVISIONE di valori. Quella folla ….quella fiumana chiassosa e quasi impossibile da fotografare …bhè …Daniela …è proprio quello il contesto che manca e che toglie parte del suo significato a tuo racconto.

Quel senso di ….appartenenza, …di riconoscimento e affermazione di una identità che si riflette in quella degli altri e che mi spinge a scendere in piazza e fare FESTA.
Hai fatto tanta fatica a stringere la composizione sui volti per coglierne la stravaganza colorata ed eliminare quelli che ti apparivano come elementi di disturbo ma che …saputi gestire, rappresentavano parte sostanziale del tuo racconto.

Insomma …Daniela ….il senso di quei cappelli colorati o di quei visi dipinti va letto in un loro appartenere ad un contesto culturale, come affermazione di identità e di valori che si vogliono affermare non solo INDIVIDUALMENTE ma anche e soprattutto COLLETTIVAMENTE .

Ma purtroppo proprio il modo in cui hai confezionato il reportage, …con riprese strettissime sui visi, che “isolano” ciascuno dei soggetti dal contesto della FESTA, …con tagli che estrapolano questa o quella nota di colore dal più ampio quadro della massa ….finisce con lo svuotare di significato il tuo lavoro e frantumare il presupposto iniziale che era quello di raccontare questa espressione di valori che è prima di tutto CORALE.

Discutere sulla resa di ciascuna delle immagini che proponi …capirai che partendo da questi presupposti non ha molto senso, …ma è palese una certa forzatura compositiva proprio in quei tagli che stringono, isolano, estrapolano senza sottolineare e opprimono invece di restituirci quel senso di leggerezza e libertà che avrebbe dovuto essere il vero cuore narrativo ed emozionale del tuo lavoro.

Un abbraccio
A Smile
Il Primo Viaggio
Il Primo Viaggio di aerre commento di aerre

@ Clara Ravaglia: ...grazie Clara, sfiori corde sensibili del cuore. Tra tutte quella foto di Arianna è quella alla quale sono più legato, ...quella che per me è "LA" foto di mia figlia, che ancora oggi a distanza di una decina di anni racconta mille sfumature del suo universo.

Grazie
A Smile
Il Primo Viaggio
Il Primo Viaggio di aerre commento di aerre

edit
Il Primo Viaggio
Il Primo Viaggio di aerre commento di aerre

@ Perretta Giuseppe: grazie Giuseppe, ...felice di santirti parlare di "racconti". In fondo è tutto quello che cerco di fare attraverso il rittratto.

@ Massimo Passalacqua: mi fa piacere che abbia guardato all'aspetto forse un pò inusuale della composizione. Ho cercato di restituire attraverso i tagli una certa tensione nella dinamica della posa che raccontasse di quello sguardo un pò distante ...alla rincorsa di chissà quale pensiero in fuga.

Grazie ancora
A Smile
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