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La fotografia è un fenomeno completamente autoreferenziale?

 
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Unknown84
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Iscritto: 02 Feb 2018
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MessaggioInviato: Lun 20 Mgg, 2024 8:08 pm    Oggetto: La fotografia è un fenomeno completamente autoreferenziale? Rispondi con citazione

Avendo iniziato da poco mi sono posto questa domanda.

Mi riferisco a tutte le riflessioni che vengono portate avanti dai fotografi all'interno del campo della fotografia e che, verosimilmente, risultano comprensibili solo e soltanto da chi si considera (e poi, di fatto, è) un fotografo amatoriale e/o professionista.

Ad esempio: molto spesso ci si chiede se si possa fare fotografia solo con un cellulare.

Chi fotografa sa benissimo che questo è possibile, ma probabilmente, più del 90% dei semplici possessori di smartphone farebbe seriamente fatica a considerarsi un fotografo; ed è molto probabile che neanche si ponga la questione.

Mi chiedo quindi se tutti questi dubbi che, specialmente in rete, mi è capitato di leggere, non siano solo il frutto di una sorta di arroccamento, di un'estremizzazione difficilmente comprensibile dall'esterno.

Il "pubblico" della fotografia deve quindi essere costituito solo da fotografi, in quanto la fotografia è, fondamentalmente, illeggibile, incomprensibile... per chi non è un "addetto ai lavori".

A che conclusione siete arrivati voi nel tempo?

Che posizione condividete?
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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6655

MessaggioInviato: Gio 23 Mgg, 2024 7:15 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Fatico a seguirti se leggo il titolo del post e poi cerco rispondenza in ciò che segue. Tuttavia.

L’autoreferenzialità si manifesta là dove la fotografia non è più strumento che ha lo scopo di documentare, rappresentare, raccontare, anche con arte (qui intesa come maestria) o personalità, ma virtuosismo: virtuosismo non asservito, ma fine a sé stesso che facilmente sconfina nella vanità.

Mi viene un facile esempio.

Scattarsi una foto (selfie) che finisce poi su uno dei tanti profili social è autoreferenzialità? Forse, ma certo non della fotografia come mezzo di comunicazione, quanto piuttosto del “fotografo” (ma occorre pure che questa forma di promozione personale non sia un semplice cazzeggio, ma un’autentica forma di vanità per l'appunto).

Fotografare con lo smartphone è fotografia? E quando si fotografava sulla lastra di vetro, per forza sul cavalletto, dietro la tenda nera e quella era certamente fotografia dal momento che quel nome gli fu dato alla nascita e quella era la forma che aveva alla nascita, la successiva 35mm era fotografia o no? L’unico vincolo che qualcosa deve rispettare per definirsi fotografia è che l’immagine sia generala dalla luce.

Fotografo. Fotografo è chiunque usi una fotocamera (acquisitrice di immagini generate dalla luce, qualsiasi forma tecnica essa abbia) per produrre immagini. L’equivoco nasce forse dal fatto che abitualmente si usa questo sostantivo per riferirsi a chi questo (acquisizione di immagini generate dalla luce) lo fa di mestiere e vi aggiunge in più una certa serie di professionalità nella consegna del “prodotto finito”, il tutto instradato nel binario della commissione (quella che gli dà il committente che mette ben chiari paletti). Oppure a chi lo fa in maniera tale da guadagnarsi dagli altri l’onorevole appellativo di fotografo inteso come virtuoso della visione, dell’attimo, della spiccata personalità, della libertà espressiva, dell’inventiva, ecc.

Non definirei autoreferenzialità il dibattito che ci può essere dentro il mondo dei fotografi, dei fotoamatori e dei foto-artisti. Convengo che possa interessare poco a chi ha altri interessi e magari si serve della fotografia per il suo semplice scopo primordiale: non doversi servire più di un bravo pittore per avere un ritratto (e fare anche più presto). Ma, d’altra parte, solo chi ha una frequentazione profonda con un qualcosa può essere interessato a tutte le sue sfumature, alle sue evoluzioni, al suo destino.

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Unknown84
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Iscritto: 02 Feb 2018
Messaggi: 119

MessaggioInviato: Ven 24 Mgg, 2024 6:41 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Fatico a seguirti se leggo il titolo del post e poi cerco rispondenza in ciò che segue.


Sì, il titolo del topic l'ho scritto prima del post e non più modificato, volutamente, perchè mi piaceva.

Citazione:
Fotografo. Fotografo è chiunque usi una fotocamera (...) per produrre immagini.


Però la differenza, che secondo me è importante sottolineare, viene determinata dalla quantità/qualità delle immagini prodotte.

È un po' il discorso dell'approfondimento, o di quella che tu definisci "frequentazione profonda con un qualcosa".

Aldilà dei patentini di "fotografo"... penso sia rischioso mettere sullo stesso piano chi ha trecento scatti all'attivo (selfie inclusi) e chi invece, a prescindere dai risultati qualitativi, dedica tempo e risorse alla pratica della fotografia.
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Fotografia Moderna
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Iscritto: 08 Ott 2024
Messaggi: 17

MessaggioInviato: Mer 29 Gen, 2025 3:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Questa è una riflessione che attraversa tutta la storia della fotografia, e credo che la risposta dipenda molto da come si interpreta il significato stesso di “fotografo” e “fotografia”. Da un lato, è vero che molti discorsi sul mezzo, sulla tecnica e sulla post-produzione sono comprensibili solo a chi ha un certo livello di conoscenza o esperienza. Dall’altro, la fotografia è sempre stata un linguaggio visivo universale, capace di comunicare anche a chi non ha mai preso in mano una fotocamera.

La domanda su "fare fotografia con uno smartphone" è emblematica. Tecnicamente, chiunque può scattare una foto con un cellulare, e in molti casi può ottenere immagini di grande impatto senza avere competenze avanzate. Ma qui entra in gioco il concetto di intenzione: la differenza tra uno scatto casuale e una fotografia pensata sta nella consapevolezza di cosa si vuole raccontare, indipendentemente dallo strumento usato. Un fotografo, amatoriale o professionista, ragiona in termini di luce, composizione, messaggio e tecnica, mentre un utente comune spesso si limita a premere il pulsante.

Il rischio dell’arroccamento di cui parli è reale. In rete si leggono spesso discussioni quasi “ideologiche” su cosa sia o non sia fotografia, come se esistesse un confine netto tra chi “fa fotografia” e chi invece semplicemente scatta immagini. Ma il pubblico della fotografia non deve essere composto solo da fotografi: la fotografia esiste perché viene guardata, interpretata, vissuta anche da chi non sa nulla di tempi e diaframmi. Un grande scatto può emozionare anche chi non conosce le regole della composizione o non distingue tra mirrorless e reflex.

A livello personale, nel tempo ho maturato l’idea che la fotografia sia un equilibrio tra tecnica e percezione. Se ci si chiude in un eccesso di tecnicismo si rischia di perdere il senso dell’immagine come forma di espressione, ma se si ignora completamente l’intenzionalità dietro uno scatto, allora si cade nel caos visivo di milioni di immagini senza significato. Il bello è che la fotografia può essere sia un’arte che un semplice strumento di registrazione della realtà, e non è necessario che tutti la leggano allo stesso modo.

Quindi sì, i fotografi continueranno a interrogarsi su questi temi, ma la fotografia non è “incomprensibile” a chi non è un addetto ai lavori. È proprio il pubblico a darle valore, anche senza conoscerne ogni aspetto tecnico. E forse, alla fine, non è importante se qualcuno si considera o meno un fotografo, ma se riesce a comunicare qualcosa con le sue immagini.

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Unknown84
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Iscritto: 02 Feb 2018
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MessaggioInviato: Dom 02 Feb, 2025 3:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La questione del caos visivo merita, a mio avviso, un approfondimento.

Siamo sovrastati da un quantitativo di immagini infinito e questa situazione secondo me non rende prive di significato solo e soltanto le fotografie scattate senza alcun tipo di cognizione di causa, ma colpisce, di fatto, anche quegli scatti che invece sarebbero più meritevoli di attenzione.

Aldilà del supporto su cui si andranno a visionare le fotografie, sia esso fisico o virtuale, c'è oggi una completa deriva, tutto è stato fotografato e tutto è stato già visto e la ragione di questo già visto sta nell'esistenza dei social media e della rete in senso più generale.

Il bombardamento incessante a cui siamo sottoposti da anni cos'ha comportato, cosa comporta e cos'altro potrà comportare?

È tardi per sottrarsi a questo bombardamento?

Se i supporti fisici subiscono le conseguenze dell'esistenza dei social media, come ci si deve rapportare a questi "nuovi" strumenti?

Potrà esistere una corretta linea di condotta da adottare, per non limitarsi allo scorrimento compulsivo, alla produzione ed alla fagocitazione dell'inutile?
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