Bete Giyorgis

[Flavia Daneo]

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti

[Flavia Daneo]

"Mi viene difficile raccontare ciò che ho visto, perché certamente non sarò creduto...".
Così Francisco Alvarez, gesuita portoghese del XVI sec. e primo occidentale a descrivere Lalibela, iniziò il racconto della sua visita alle chiese rupestri.
Si pensa che le chiese siano state scavate tra il XII e XIII sec. durante il regno di Gebre Mesqel Lalibela.
Si narra che l’imperatore Lalibela abbia vissuto a Gerusalemme e che abbia voluto costruire in questa zona, nella regione di Amhara, una replica della Città Santa, facendo intagliare ogni chiesa in un singolo blocco di roccia per simboleggiare l’umiltà e la spiritualità e come baluardo della fede cristiana.
E' un luogo affascinante, una meravigliosa opera dell'uomo che da sola merita un viaggio in Etiopia.

Isolata rispetto a tutte le altre e l'unica con pianta a croce greca, Bete Giyorgis compare improvvisamente scavata nella profondità della montagna.
Il tetto è impreziosito da croci greche concentriche in rilievo.
E' dedicata a S. Giorgio, patrono d'Etiopia.

[essedi]

Veramente un luogo incredibile ed affascinante,ottima la composizione sulla diagonale del formato panoramico,la piccola figura umana rende perfettamente le proporzioni dell'opera.Bello scatto di reportage.