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segni e segnali dall'abisso della mente

 
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Autore Messaggio
lodovico
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MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 5:46 pm    Oggetto: segni e segnali dall'abisso della mente Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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Lodovico
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lodovico
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Iscritto: 02 Apr 2008
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MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 5:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nel 1978, con l'entrata in vigore della legge Basaglia, l'ospedale psichiatrico di Volterra fu definitivamente chiuso, compreso il padiglione Ferri che ospitava i degenti pericolosi, criminali o presunti tali.
Fra questi un discorso a parte merita Oreste Fernando Nannetti, conosciuto come N.O.F.4 dalle iniziali del suo nome e cognome e dove il quattro è il numero di matricola datogli all'ingresso in reparto.
Negli anni di degenza al Ferri, Nannetti incise una serie di graffiti sugli intonaci del complesso, utilizzando le fibbie delle cinture che facevano parte della divisa degli internati. Uno, lungo 180 metri e alto in media due, correva intorno al padiglione dell'istituto. L'altro, lungo 102 metri e alto in media 20 centimetri, occupava il passamano in cemento di una scala. I due cicli erano organizzati come una sorta di racconto per immagini di carattere visionario e fantascientifico, comunque di problematica interpretazione.
Le prime tre foto sono una memoria del metodico diario scolpito lasciato da Nannetti.
All'interno del padiglione, ormai cadente ed in alcune zone pericoloso, ci sono i segni pittorici di persone senza nome e volto che hanno lasciato su quei muri una traccia del loro passaggio.
E' un luogo che colpisce ed induce in riflessioni profonde. Soprattutto ti porta a considerare cosa sia davvero il disagio mentale non curato che diventa follia!

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Lodovico


Ultima modifica effettuata da lodovico il Gio 30 Nov, 2017 7:18 pm, modificato 1 volta in totale
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jus
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Iscritto: 19 Dic 2008
Messaggi: 15942
Località: Piacenza

MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 6:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un reportage formidabile. Poche ma esaurienti foto accompagnate da poche parole rivelatorie. Quante storie e quante vite appiccicate a quei muri, aggrappate con forza, con le unghie e, sono lì a raccontare.
Preferito. Ciao.

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Giuseppe. Vera - Il padrone di casa
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1962
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Iscritto: 16 Giu 2011
Messaggi: 16364
Località: Provincia Mantova

MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 7:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Drammatico momento storico che ha di fatto recluso i portatori di handicapp mentali nelle famiglie con problemi che molti nemmeno immaginano.
Passando al reportage le foto sanno raccontare egregiamente questo luogo. Hai colto piu' aspetti, rimango sorpreso dalle opere di queste persone e dallo loro creativita' e gusto estetico, seppur spesso inquietante come nel disegno del cappio o quello dell'essere che sembra un demone racchiuso in una cornice speculare molto curata o le belle incisione dalle dimensioni gigantesche.
Riassumendo un reportage molto intenso e ben rappresentato.
Complimenti e stellizzo
Ciao

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Claudio
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lodovico
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Iscritto: 02 Apr 2008
Messaggi: 6312

MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 8:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Giuseppe e Claudio.

Gli interni dell'ex manicomio di Volterra in questi anni li abbiamo visti in tutte salse! Smile
Per questa volta quindi ho preferito ridurre al minimo descrittivo ed introduttivo i fatiscenti interni per dare maggior risalto ai segni lasciati dagli uomini e donne che, là dentro, hanno trascorso parte della loro vita.
Occorre ricordare che il padiglione Ferri negli anni '60 era a tutti gli effetti un carcere con in più sommati gli orrori del manicomio criminale.
Lobotomie ed elettroshock erano pratiche comuni come la sedazione degli elementi ritenuti più instabili.
La posta era censurata e molti dei "pazienti" terminavano la loro vita al Ferri senza che nessuno reclamasse le loro spoglie mortali.

Purtroppo anche queste voci affidate ai graffiti ed ai murales stanno svanendo nel degrado più totale in cui versano gli ambienti.
Nella quarta foto c'è ritratta una panchina con sopra una trifora. Solo pochi anni fa sul muro dietro la panchina era possibile vedere i graffiti di Nannetti che si fermavano in corrispondenza delle teste di tre pazienti catatonici i quali tutti i gironi venivano fatti sedere sulla panca mentre Oreste gli scolpiva intorno i suoi incubi!

Un saluto

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Lodovico
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essedi
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Iscritto: 28 Nov 2013
Messaggi: 29603

MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 8:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un reportage drammatico ed emozionante,graffiti e disegni che danno voce a chi è stata negata.Grande e sensibile realizzazione,subito tra le foto alle quali più tengo. Un forte saluto,Sergio.
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Sergio Demitri https://www.flickr.com/photos/124946035@N02/
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Klizio
redazione


Iscritto: 03 Ott 2016
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Località: Cagliari

MessaggioInviato: Gio 30 Nov, 2017 8:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho avuto la fortuna di vederlo in anteprima e ho così potuto studiarlo a fondo, foto per foto, seguendo il particolare ordine che Lodovico ha deciso di seguire.
La prima foto è essenziale. Quadrato e Cerchio hanno un significato sinbolico particolare: il quadrato è la terra, l'esperienza della nostra vita e spesso è associato anche al concetto di "giustizia" (e l'autore era senz'altro un pregiudicato). Il cerchio è invece associato al concetto di "protezione" e a volte anche alla rappresentazione del femminile, inteso come creazione di vita. Al centro vediamo la "A" con delle frecce che indirizzano lo sguardo: qui resta il mistero: forse si riferisce all'Anima ? Boh
Fatto sta che la foto seguante, guarda caso, rappresenta un gendarme (la giustizia) con un fiore in mano (che sembrerebbe voler trasmettere cortesia e "Protezione"=il cerchio) e alle spalle un edificio che potrebbe ben essere lo stesso Ospedale Giudiziario. E, ancora, nella foto sucessiva (molto più criptica) sembrerebbe di vedere una infermiera con un fiore in mano (ancora ecco il collegamento con il simbolo femminile e la protezione).
Il trittico iniziale è fenomenale, perfetto per accompagnarci così VERSO la struttura vera e propria, che ci viene presentata però come ambiente di protezione e dolore insieme, di sbarre che proteggono e distruggono insieme. Ci accompagna, insomma, un inconcepibile senso antitetico di bisogno di protezione e profondo dolore per ciò che si è patito. Ecco la prima finestra sbarrata nel cortile interno, con la panchina bene in vista, che ci lascia immaginare gli internati seduti li sopra. Poi entriamo dentro il braccio, ecco murales e rappresentazioni che ci dicono del bisogno di cratività, di espressione, di vita, degli internati. Poi di nuovo la struttura, le porte apterte, ma che in realtà sono il segno della reclusione, con ombre e luci molto suggestive. Poi una presenza nel braccio, un'ombra, che si aggira oggi in ciò che resta di quell'esperienza e poi per finire ... la libertà.

Un magnifico lavoro.
Preferita

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Nicola



>>> In memoria di Max

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nerofumo
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Iscritto: 28 Dic 2004
Messaggi: 6887
Località: Satriano (cz)

MessaggioInviato: Ven 01 Dic, 2017 3:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

si, di questi lavori se ne vedono tanti, in tutte le fogge e in tutti i manicomi abbandonati d'Italia. Certamente c'è più di una storia da raccontare tra le tante vite che ci sono passate ma quando guardo un reportage fatto di fotografie cerco di rimanere asettico e non farmi influenzare dalle didascalie, semmai me le leggo dopo. Con l'ottica quindi di uno che non legge quanto scrivi potrei dire che sicuramente si intravedono degli elementi non convenzionali certamente frutto di una non razionale psiche. Abbandono, muri sgretolati e disordine appartengono al clichè dei luoghi, sono certi elementi nuovi su cui hai indugiato che rendono il documento una valida testimonianza. Come mi capita spesso di ripetere, in questi luoghi non si fa un mordi e fuggi con la fidanzata, bisognerebbe andarci un paio di volte senza mezzo di ripresa, digerire bene quei silenzi urlanti e solo quando diventi parte di quello strazio affidare tutto al "ferro" che farà il resto. Io vedo tanta narrazione ma poco coinvolgimento.
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Non mi prenderete mai.
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lodovico
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Iscritto: 02 Apr 2008
Messaggi: 6312

MessaggioInviato: Sab 02 Dic, 2017 6:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie a voi per l'attenzione ed i consigli.
Un saluto

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Lodovico
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