Mostra argomento precedente :: Mostra argomento successivo |
Autore |
Messaggio |
Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
|
Inviato: Mer 18 Gen, 2017 10:11 pm Oggetto: Lo stile e l'attrezzatura. |
|
|
Sto scrivendo un testo, per un corso di fotografia. Qualcosa di particolare e non per principianti. Tuttavia non sono uno scrittore e ho bisogno di un paio di spunti e qualche rassicurazione sui concetti.
Ho "distribuito" un concetto sciolindolo su tutti i singoli argomenti, dove lascia abbondante intendere che l'attrezzatura fotografica influenza lo stile dei fotografi. Quindi è importante fare le scelte giuste e optare per la macchina più adatta e gli obiettivi più indicati e al tempo stesso si spiega perché in molti comprano, barattano e vendono i propri pezzi, dove appare come il modo per trovare lo strumento giusto, quello con il quale si trova l'agognato feeling.
Però, prima di arrivare in fondo, vorrei un parere. Prima di tutto se l'idea è giusta e poi, siccome non sono uno scrittore, trovare un paio di spunti per strutturare il testo, non mi farebbe poi schifo. Capita spesso che il pensiero non riesco a tradurlo con le parole giuste...
Un grazie in anticipo _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
|
Inviato: Mer 18 Gen, 2017 11:09 pm Oggetto: |
|
|
L'attrezzatura fotografica influenza lo stile dei fotografi oppure lo stile dei fotografi determina l'attrezzatura di cui si dotano? Oppure sono vere entrambe le cose?
Il mio papà mi regalò la prima reflex con il 50 mm. In quel momento l'attrezzatura (limitata) influenzava le mie possibilità.
Piano piano mi sono chiarito le idee, ho capito cosa volevo fare, e questo ha determinato i miei successivi acquisti.
Mi sembrano vere entrambe le cose. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
 |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
|
Inviato: Mer 18 Gen, 2017 11:30 pm Oggetto: |
|
|
Direi che normalmente, lo stile dovrebbe indicare gli acquisti, ma non sempre è possibile. Magari si compra un'obiettivo economico perché non si hanno i soldi o perché non ci si crede e alla fine si finisce per usarlo poco...
Comunque buono lo spunto per affrontare il concetto con questa sorta di specchio... _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 8:05 am Oggetto: |
|
|
Comunque la risposta alla precedente domanda ne fa nascere un'altra, che più o meno è: hai chiaro cosa vuoi fotografare e che risultato vuoi ottenere?
Questo è un bel argomento per fotografi "non principianti". E cosi li porti anche a ragionare fuori dal "loop mentale" dell'attrezzatura. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it

Ultima modifica effettuata da AleZan il Gio 19 Gen, 2017 9:43 am, modificato 2 volte in totale |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 8:16 am Oggetto: |
|
|
Ma infatti, il presupposto di tutta la struttura è quello di arrivare a quella domanda, passando anche dai gusti personali, le aspettative, la personalità, la cultura... _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 8:43 am Oggetto: |
|
|
Molto interessante il discorso che fate sulla consapevolezza della scelta dell'attrezzatura.
Ovvio che ci siano delle influenze anche pesanti dato l'importanza che ha il mezzo sul risultato finale.
Ma bisognerebbe anche mettersi d'accordo su cosa intendiamo come "stile".
Faccio un paio di esempi limite:
Tizio fotografa sempre a colori. Un giorno si sbaglia e carica senza accorgersene una pellicola b/n. Fotografa come sempre ma i risultati avranno una resa finale diversa. Un altro... stile? (non è una domanda retorica).
Caio fotografa con un banco ottico che pesa 100Kg. Arriva una tecnologia che gli permette di avere gli stessi risultati con un appparecchio che sta in tasca. La resa finale sarà identica ma l'approccio cambierà di sicuro...
Potremo dire che avrà cambiato stile.
Ovvio che le situazioni non sono mai nette. Nel primo caso se Tizio si fosse accorto dell'errore ne avrebbe senz'altro tenuto conto in qualche modo...
E tutto questo "sproloquio" senza che vi abbia se Tizio e Caio fotografino con una coerenza tale (sempre gli stessi soggetti) e di forma (sempre gli stessi espedienti compositivi) per cui ad un occhio esperto potrebbero risultare comunque riconoscibili...
Tornando per un attimo con i piedi per terra sarebbe anche interessante fare qualche esempio concreto.
Nella storia della fotografia si pescano facilmente esempi eclatanti.
Sia di "stili" diversi con la stessa attrezzatura (si pensi addirittura a William Klein, l'"anti Bresson" che comprò una delle sue macchine fotografiche proprio da HCB!!!) sia di fotografi che cambiando l'attrezzatura rivoluzionarono il loro approccio/stile (mi viene in mente Meyerowitz che passò dalla street con la Leica alle foto più "contemplative" fatte col banco ottico). _________________ opisso su instagram = angolo.b |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
milladesign utente attivo

Iscritto: 19 Lug 2007 Messaggi: 4992 Località: tra brescia, mantova e verona
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 9:44 am Oggetto: |
|
|
credo che qui si parli di stile come caratterizzazione delle immagini e non come approccio alla loro realizzazione, il che, secondo me, al netto di alcune differenze introdotte da aspetti tecnici quali possono essere un f 1,4 contro un f 4 a parità di lunghezza focale tanto per citarne una a caso, rende l'attrezzatura poco influente sullo stile, quanto meno per un fotografo maturo.
poi è verissimo, come afferma Filippo, che il proprio corredo debba essere plasmato per adeguarsi al meglio alle propria espressività e alle proprie esigenze, ma in situazioni di emergenza non credo che il risultato possa essere inficiato più di tanto dall'uso di qualcosa di diverso rispetto alle abitudini. _________________ Giorgio |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 9:55 am Oggetto: |
|
|
In effetti Joel Meyerowitz è un buon esempio.
Se prendiamo la sua serie sull'Empire State Building (purtroppo sul web riesco a trovare solo singoli scatti, da cui non si capisce il senso della serie) è subito chiaro che il mezzo che ha usato ha influenzato il risultato.
Eppure quando guardo quella serie per intero non mi viene da chiedermi che cosa ha usato, ma piuttosto ammiro l'idea e la sensibilità con cui la sviluppata.
E quindi è una serie che penso avrei apprezzato a prescindere da qualsiasi "macchina fotografica" utilizzata dall'autore.
Bisogna rimettere le idee a centro. All'attrezzatura ci penseremo.... _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
 |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 10:56 am Oggetto: |
|
|
AleZan ha scritto: | Se prendiamo la sua serie sull'Empire State Building (purtroppo sul web riesco a trovare solo singoli scatti, da cui non si capisce il senso della serie) è subito chiaro che il mezzo che ha usato ha influenzato il risultato.
Eppure quando guardo quella serie per intero non mi viene da chiedermi che cosa ha usato, ma piuttosto ammiro l'idea e la sensibilità con cui la sviluppata.
|
In realtà quello che citi forse è un esempio "significativo" ma non molto "esemplificativo" in quanto pur essendo un bel lavoro con, come dici, idee e sensibilità, è forse suo lavoro meno autoriale. In questo caso la grandezza è stata proprio quella di essere sceso dal piedistallo (se mai c'era salito) e di aver cercato di eliminare una sua possibile chiave interpretativa "mejerowitziana".
Io intendevo come i suoi primi lavori a banco ottico, vedi il celeberrimo Cape Light:
http://www.phaidon.com/resource/hartiwghousetruro76.jpg
Differiscano palesemente da altri suoi scatti:
http://images.huffingtonpost.com/2015-07-21-1437514876-2277891-JoelMeyerowitz3.jpg
Forse dilungandomi annoio e vado offtopic ma trovo l'esempio particolarmente interessante anche perché volendo cercare si trovano testimonianze dirette e dettagliate del fotografo che racconta il suo approccio al banco ottico e di come questo influenzò giocoforza il suo modo (stile?) di fotografare la zona di Cape Cod... _________________ opisso su instagram = angolo.b |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 11:51 am Oggetto: |
|
|
Penso che l'approccio alla realizzazione non influisca più di tanto, ma forse anche si. Non credo che chi ha una Hasselblad abbia lo stesso approccio di chi ha una Olympus. Ma di fronte a un'estremo esempio come questo, forse anche i soggetti possono essere diversi.
tuttavia, penso di prendere in considerazione anche esempi differenti, meno macroscopici. Il primo, quello del mediotele macro, con uno da ritratti. Tanti preferiscono il macro, perché appare più versatile: ci si fanno anche i ritratti... ma magari la differenza con un'obiettivo specifico, ci fa agire e fare ritratti diversi... da qui la consapevolezza che le scelte influiscono in tante cose. Se piacciono i supergrandangolari, forse se si sceglie uno che non è troppo,corretto, le immagini di architettura di certo ne risentiranno...  _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
Ettore Perazzetta utente attivo

Iscritto: 24 Dic 2015 Messaggi: 1487
|
Inviato: Gio 19 Gen, 2017 9:24 pm Oggetto: |
|
|
Lo stile credo si possa equiparare alla personalità, e più che al come ed al cosa dovrebbe ricondurre al perchè delle scelte. |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
|
Inviato: Ven 20 Gen, 2017 8:35 am Oggetto: |
|
|
In pittura, in letteratura... il come e il cosa influiscono sul risultato, per cui sul l'estetica e sullo stile. Scegliere un tipo di pennello piuttosto di un'altro, un tipo di colore, la capacità di miscelare i colori, influisce. Se un pittore quindi decide la prossima opera già da quando compra i colori e i pennelli, ancor di più succede a noi fotografi quando si compra un obiettivo o si decide di usare Canon o Nikon o Lightroom o Capture One. Forse le differenze sono meno marcate, ma le scelte sono estremamente più vincolanti, perché di certo nella mia borsa non ho tre corredi Canon, Nikon, Sony, con quattro mediotele per ogni corredo da scegliere a seconda del tipo di ritratto che voglio realizzare. Quindi, al momento che ho la macchina X con il mediotele y, quello rimane e la matrice sarà sempre quella. Le differenze le devo fare con luci e post produzione. Ma di certo l'impronta iniziale è fondamentale, perché determina poi tutto il resto.
Per cui, come ha detto Alessandro:
"L'attrezzatura fotografica influenza lo stile dei fotografi oppure lo stile dei fotografi determina l'attrezzatura di cui si dotano? Oppure sono vere entrambe le cose?"
A me pare che in fotografia, l'unico punto fermo sia l'autore. Gli obiettivi si cambiano oppure si sfruttano, fidandosi del l'accessorio più malleabile e efficace che ci possa essere sul mercato: la capacità di adattamento del fotografo. _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
opisso utente attivo

Iscritto: 11 Set 2014 Messaggi: 5478 Località: Genova
|
Inviato: Ven 20 Gen, 2017 9:10 am Oggetto: |
|
|
Vero quello che dici Filippo ma ci si adatta anche alle cose.
Nessuno, anche avendo le disponibilità economiche, scatta per 1 mese di fila con ogni combinazione esistente per capire quella che fa più per lui.
Semplicemente valuta e scarta a priori alcune ipotesi e poi giunge ad una scelta che molte volte è un compromesso.
Per noi amatori che compriamo l'obiettivo usato che ha solo la messa a fuoco manuale, ma qualche volta anche per i professionisti visto che una fotocamera con la resa di un banco ottico che stia in tasca non l'hanno ancora inventata...
Parlo per me... io acquistai dopo lunga scelta "su carta" una X100.
Dopo anni scattando solo con quella... adesso mi ci trovo bene e considero il 35 la mia focale ideale. Ma se avessi comprato altro? Mi ci sarei trovato bene (meglio?) o comunque prima o poi avrei finito per acquistare un grand'angolo fisso? (che determina anche un certo modo di porsi col soggetto e quindi un certo "modo" o stile di fotografare...)
Domanda senza risposta...
E ritornando al discorso che facevo prima... la scelta dell'uso del banco ottico da parte di Meyerowitz lo avrà comunque "segnato" modificandone approccio e stile o visto che stiamo parlando di uno dei più grandi fotografi di sempre avrà piegato il mezzo al suo volere.
Leggendo le sue dichiarazioni io un'idea me la sono fatta
“Infilare la testa sotto il pano nero” racconta Meyerowitz, “è stato come entrare in una caverna che non avevo mai esplorato, e chi si è rivelata essere la ‘caverna di Platone’. L’improvvisa apparizione dell’immagine capovolta e invertita sul vetro di messa a fuoco mi ha dato un’enorme emozione, che continuo a vivere ancora oggi”. _________________ opisso su instagram = angolo.b |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
|
Inviato: Ven 20 Gen, 2017 9:29 am Oggetto: |
|
|
Filippo,
comunque in un contesto "didattico", come quello che tu proponi all'inizio, anche porsi il problema del "perché" è parecchio importante, come dice Ettore.
Ettore Perazzetta ha scritto: | ..e più che al come ed al cosa dovrebbe ricondurre al perchè delle scelte. |
Non voglio dire che per ogni scatto occorre "giustificarsi", saper spiegare perché lo si è fatto. Fotografando, si agisce molte volte di impulso ad un livello che si potrebbe definire "pre-consapevole".
Ma è altrettanto vero che riuscire ad esprimere il perché delle proprie scelte più generali (ad es. perché si affronta un certo progetto in un certo modo) aiuta molto a chiarire le cose principalmente a noi stessi. Ragionare "a voce alta" su quello che si fa serve a prendere maggiore coscienza di quello che si sta facendo. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
 |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
|
Inviato: Ven 20 Gen, 2017 9:49 am Oggetto: |
|
|
AleZan ha scritto: | Filippo,
comunque in un contesto "didattico", come quello che tu proponi all'inizio, anche porsi il problema del "perché" è parecchio importante, come dice Ettore.
Non voglio dire che per ogni scatto occorre "giustificarsi", saper spiegare perché lo si è fatto. Fotografando, si agisce molte volte di impulso ad un livello che si potrebbe definire "pre-consapevole".
Ma è altrettanto vero che riuscire ad esprimere il perché delle proprie scelte più generali (ad es. perché si affronta un certo progetto in un certo modo) aiuta molto a chiarire le cose principalmente a noi stessi. Ragionare "a voce alta" su quello che si fa serve a prendere maggiore coscienza di quello che si sta facendo. |
Sotto il profilo didattico, sto provando a fare una cosa un po' particolare. Non provo a fornire risposte, perché è la cosa più vincolante che qualcuno possa fare a un suo "allievo", ma piuttosto sto cercando di strutturare un percorso affinché siano i lettori stessi a porsi quella domanda. Ancora non so come farò, ma non devo chiederlo io, se lo deve chiedere chi legge e forse (ma spero di no, perché mi sono rotto i c... di organizzare corsi di fotografia), chi seguirà le lezioni. _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
|
Vai ad inizio pagina Vai a fine pagina |
|
 |
|