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_Alex_ staff tecnica

Iscritto: 22 Ago 2004 Messaggi: 5324
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Inviato: Mer 27 Lug, 2016 6:00 am Oggetto: |
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Vediamo, sul piano di messa a fuoco i fasci di luce vengono proiettati talmente collimati da risultare, nella foto finale, dei punti.
Tutti i fasci di luce che non sono sul piano di fuoco diventano dei cerchietti, tanto più ampi quanto più ci allontaniamo dal piano di fuoco.
Poichè quelli più vicino al piano sono comunque molto piccoli, l'occhio (o il sensore) viene ingannato e li percepisce come se fossero a fuoco.
Se ingrandissimo l'immagine a dimensioni gigantesche noteremmo più facilmente che quei cerchietti che consideravamo dei punti, in realtà non sono a fuoco e, quindi, resterebbe nitido solo il piano di fuoco, ma, a livelli di ingrandimento normali, abbiamo la sensazione di nitidezza.
Spero di essere riuscito a chiarire questo dubbio.
Veniamo alla fotografia macro e close-up:
a distanze di messa a fuoco nell'ordine dei metri, la profondità di campo si distribuisce pressappoco un terzo prima del soggetto e due terzi dopo.
Avvicinandoci sempre di più al soggetto, invece, diminuisce la parte posteriore ed aumenta quella anteriore, perciò sarà disposta metà avanti e metà dietro al piano di fuoco.
Inoltre sarà veramente esigua, questione di mm o decimi di mm.
Come usarla dipende dal risultato che vogliamo ottenere: se siamo interessati ad un'immagine onirica va bene aprire il diaframma, ma, come spesso accade, se stiamo fotografando un insetto, o comunque soggetti che devono venire tutti a fuoco, allora è bene cercare di aumentare la profondità di campo chiudendo il diaframma, anche ad f/16 o oltre, nonostante il pericolo diffrazione.
Questo è il motivo per cui le ottiche macro, una volta, avevano una luminosità limitata rispetto alle altre ottiche (f/3,5 o anche più chiuse), inoltre erano ottimizzare per lavorare bene a diaframmi chiusi, l'apertura maggiore serviva solo ad avere luce nel mirino per focheggiare.
Ovviamente diaframmi chiusi vuol dire tempi lunghi, oppure Iso alti ma, in ogni caso, per fotografare bene in questa disciplina, è altamente consigliato un robusto treppiede con testa micrometrica, oltre a svegliarsi moooooolto presto la mattina per trovare gli insetti ancora assonnati e coperti di brina, quindi decisamente più statici e semplici da fotografare (il fuoco è manuale nella macro).
Spero di aver chiarito alcuni dubbi.
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_Alex_ staff tecnica

Iscritto: 22 Ago 2004 Messaggi: 5324
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Inviato: Mer 27 Lug, 2016 6:01 am Oggetto: |
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Vediamo, sul piano di messa a fuoco i fasci di luce vengono proiettati talmente collimati da risultare, nella foto finale, dei punti.
Tutti i fasci di luce che non sono sul piano di fuoco diventano dei cerchietti, tanto più ampi quanto più ci allontaniamo dal piano di fuoco.
Poichè quelli più vicino al piano sono comunque molto piccoli, l'occhio (o il sensore) viene ingannato e li percepisce come se fossero a fuoco.
Se ingrandissimo l'immagine a dimensioni gigantesche noteremmo più facilmente che quei cerchietti che consideravamo dei punti, in realtà non sono a fuoco e, quindi, resterebbe nitido solo il piano di fuoco, ma, a livelli di ingrandimento normali, abbiamo la sensazione di nitidezza.
Spero di essere riuscito a chiarire questo dubbio.
Veniamo alla fotografia macro e close-up:
a distanze di messa a fuoco nell'ordine dei metri, la profondità di campo si distribuisce pressappoco un terzo prima del soggetto e due terzi dopo.
Avvicinandoci sempre di più al soggetto, invece, diminuisce la parte posteriore ed aumenta quella anteriore, perciò sarà disposta metà avanti e metà dietro al piano di fuoco.
Inoltre sarà veramente esigua, questione di mm o decimi di mm.
Come usarla dipende dal risultato che vogliamo ottenere: se siamo interessati ad un'immagine onirica va bene aprire il diaframma, ma, come spesso accade, se stiamo fotografando un insetto, o comunque soggetti che devono venire tutti a fuoco, allora è bene cercare di aumentare la profondità di campo chiudendo il diaframma, anche ad f/16 o oltre, nonostante il pericolo diffrazione.
Questo è il motivo per cui le ottiche macro, una volta, avevano una luminosità limitata rispetto alle altre ottiche (f/3,5 o anche più chiuse), inoltre erano ottimizzare per lavorare bene a diaframmi chiusi, l'apertura maggiore serviva solo ad avere luce nel mirino per focheggiare.
Ovviamente diaframmi chiusi vuol dire tempi lunghi, oppure Iso alti ma, in ogni caso, per fotografare bene in questa disciplina, è altamente consigliato un robusto treppiede con testa micrometrica, oltre a svegliarsi moooooolto presto la mattina per trovare gli insetti ancora assonnati e coperti di brina, quindi decisamente più statici e semplici da fotografare (il fuoco è manuale nella macro).
Spero di aver chiarito alcuni dubbi.
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frankyboy utente
Iscritto: 25 Nov 2009 Messaggi: 235
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Inviato: Mer 27 Lug, 2016 7:39 pm Oggetto: |
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Grazie me lo sono riletto tutte le 4 volte che lo ha postato
C'è più sostanza in questo tuo post che in 50 pagine di un libro!
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frankyboy utente
Iscritto: 25 Nov 2009 Messaggi: 235
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Inviato: Dom 21 Ago, 2016 3:25 pm Oggetto: |
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oggi ho fatto qualche prova nitidezza da casa mia.. siccome il mio occhio non è ancora allenato.. ci sarebbe qualcuno che gentilmente mi darebbe un'occhiata alle foto per capire il mio obiettivo a quale apertura lavora meglio? vi ringrazio!
ps: purtroppo per postarle ho dovuto ridimensionarle parecchio non so se la prova vale comunque..
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_Alex_ staff tecnica

Iscritto: 22 Ago 2004 Messaggi: 5324
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Inviato: Dom 21 Ago, 2016 4:47 pm Oggetto: |
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Riscalando le foto le differenze sono sparite, a queste dimensioni puoi fare un confronto solo per caratteristiche come il controluce e la distorsione geometrica.
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frankyboy utente
Iscritto: 25 Nov 2009 Messaggi: 235
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Inviato: Dom 21 Ago, 2016 5:41 pm Oggetto: |
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Peccato.. Grazie comunque
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