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Ritocca una foto, Associated Press licenzia premio Pulitzer

 
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Autore Messaggio
Santiago81
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MessaggioInviato: Sab 25 Gen, 2014 8:36 am    Oggetto: Ritocca una foto, Associated Press licenzia premio Pulitzer Rispondi con citazione

http://www.huffingtonpost.it/2014/01/23/narciso-contreras-fotografo-vincitore-pulitzer_n_4652964.html?utm_hp_ref=mostpopular
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Carcarlo1
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MessaggioInviato: Lun 10 Feb, 2014 10:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

A quei livelli, mi sembra giusto. Per un giornalista, riportare il fatto, la verità osservata, è prima di tutto una questione di principio.
Per cui anche un ritocco minimo, come in questo caso, va condannato, perché viola un codice etico.
A casa mia questa cosa si chiama serietà.
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AleZan
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MessaggioInviato: Lun 10 Feb, 2014 10:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Da leggere anche il post di Smargiassi nel suo blog.
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Santiago81
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MessaggioInviato: Lun 10 Feb, 2014 11:33 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Interessante la discussione sul blog di Smargiassi.
In gran parte ne condivido il punto di vista.
L'irregolarità della foto è fuori discussione: le regole parlano chiaro.
Anche io ho riflettuto sul fatto che avere la telecamera nella foto faceva sentire meno "dentro l'azione", toglieva realismo e senso di immersione nell'azione. Non era quindi un dettaglio "irrilevante". O meglio, se anche lo fosse stato, ha cessato di esserlo nel momento in cui è stato rimosso.

Non concordo, invece, con quanti hanno invocato l'etica e il rispetto della verità, ancorati all'idea romantica (e un po' amatoriale) che la fotografia rappresenti o debba rappresentare la realtà.
Si può nascondere la verità senza mentire mai e dirla inventando una storia di sana pianta.
Una fotografia, per sua stessa natura, non è la verità ma un punto di vista.
Il fotogiornalista deve preoccuparsi di essere onesto, non di riportare la realtà, cosa che è materialmente impossibile.
L'osservatore dovrebbe guardare sapendo che quello che vede non è la realtà ma un punto di vista. Anche quando Photoshop non c'entra niente.
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AleZan
coordinatore


Iscritto: 16 Giu 2006
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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 1:17 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Concordo con te.
Non si contravviene alle regole della "registrazione meccanica" di quello che avviene davanti all'obiettivo.

D'altra parte è inutile negare che la correttezza di un giornalista con la macchina fotografica comincia già al momento dello scatto, quindi già dalla scelta di cosa inquadrare e cosa no. Se Contreras avesse semplicemente escluso la videocamera dalla sua inquadratura, nessuno lo avrebbe contestato. Eppure ugualmente "ci avrebbe nascosto" la presenza del videomaker.

Per questo è giusto censurare il suo comportamento (forse il "licenziamento" è esagerato), ma al tempo stesso mi fa sorridere l'orrore scandalizzato di tanta gente che sembra ignorare ad esempio quanto sia normale e "automatico" per i fotografi di news sul campo assumere la posizione del "plotone di esecuzione" per non riprendersi reciprocamente e "guastare" la foto.
Anche questo è negazione del contesto, ma è assolutamente accettato.

Questa foto, che conoscerai senz'altro, mostra una situazione dove sono state prodotte diverse immagini che "falsificavano" il contesto nascondendo la presenza dei colleghi, mentre una sola (quella scattata dall'autore di questa foto) mostra come stavano le cose.
Nessuna delle foto scattate ha fatto gridare allo scandalo.... e tutte le foto "false" sono state regolarmente pubblicate.


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Alessandro - www.alessandrozanini.it


Ultima modifica effettuata da AleZan il Mar 11 Feb, 2014 9:07 pm, modificato 1 volta in totale
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Santiago81
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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 1:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Questa in particolare ancora non l'avevo vista.
Circa 10 anni fa, forse anche più, c'era una bella campagna pubblicitaria di Panorama: faceva vedere delle immagini la cui interpretazione sembrava ovvia; poi la foto si allargava mostrando che la situazione era completamente diversa.
Quando ho fatto il corso di reportage, il docente ci spiegò di come, negli anni '60, un famoso fotografo di cronaca romano (credo fosse proprio Rino Barillari) riuscisse ad arrivare sul luogo del delitto grazie a contatti nelle forze di polizia e a scattare foto di particolare impatto: si avvicinava al cadavere, gli apriva gli occhi, faceva la foto e poi glie li richiudeva.
Alcune delle famose foto di cormorani ricoperti (e uccisi) dal petrolio durante da Prima Guerra del Golfo furono fatte prendendo gli uccelli e immergendoli appositamente nel liquido.

Insomma, se lasciamo da parte il caso specifico (su cui c'è poco da discutere, le regole sono chiare), il mito della fotografia che rappresenta la realtà è morto molto prima di photoshop.
Il licenziamento di quel fotografo sembra più una sverniciata di verginità per la sua agenzia che il frutto di un'inscalfibile etica professionale.
Chi vuole davvero dedicarsi al fotogiornalismo farebbe meglio a mettere da parte il mito, il romanticismo, l'integralismo della verità e farlo semplicemente con l'intento raccontare il suo punto di vista con onestà, in un rapporto leale con il potenziale pubblico.
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Senzaspecchio
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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 2:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ricordo anche che la foto vincitrice del worldpressphoto, il concorso più importante al mondo per le foto di reportage, è stata oggetto di polemiche per i probabili ritocchi fatti dal fotografo.

Io credo che non bisogni stravolgere la realtà in questo tipo di fotografia, ma se c'è un ritocco della luce, della sturazione, dellaluminosità per renderla più comunicativa...perchè no?

P.S.ricordo che la foto probabilmente più famosa del mondo in ambito reportage, quella di robert capa durante la guerra in spagna, era palesemente un falso, e nonostante tutto, resta la foto ,forse, più famosa del mondo..Smile

http://www.benedettagianna.com/paul-hansen-vincitore-del-world-press-photo-2013-polemiche-sullo-scatto-ritoccato/

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Santiago81
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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 4:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

per farci due risate...
qualche anno fa il National Geographic Italia indisse un concorso e proclamò vincitrice il cui autore sosteneva di aver avuto il colpo d'occhio mentre passava con l'auto e di averla scattata senza nemmeno scendere.

Peccato che la foto fosse stata pesantemente ritoccata (cosa vietatissima dal regolamento del concorso).

Sull'episodio si scatenò il web e oggi ci rimane un divertente blog in cui furono raccolti i contributi provenienti da varie parti del mondo sul risibile incidente (e anche su un'altra "famosa" opera dell'autore: il faro sull'oceano). Alcuni sono davvero geniali.

Ho eliminato i riferimenti per evitare problemi. Su google non è difficile trovare tutto.


Ultima modifica effettuata da Santiago81 il Mer 12 Feb, 2014 2:48 pm, modificato 1 volta in totale
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Carcarlo1
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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 9:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Concordo con te.
Non si contravviene alle regole della "registrazione meccanica" di quello che avviene davanti all'obiettivo.


.

Questa foto, che conoscerai senz'altro, mostra una situazione dove sono state prodotte diverse immagini che "falsificavano" il contesto nascondendo la presenza dei colleghi, mentre una sola (quella scattata dall'autore di questa foto) mostra come stavano le cose.
Nessuna delle foto scattate ha fatto gridare allo scandalo.... e tutte le foto "false" sono state regolarmente pubblicate.



Ciao, tu parli qui, giustamente, di falsificazione del contesto. Io parlo di falsificazione della foto.
Forse il risultato finale è lo stesso, ma l'etica ( che concetto obsoleto la deontologia....) è differente.
Altrimenti, tanto vale scaricare le foto da internet, aggiungere o togliere qua e là, e dire che è farina del proprio sacco.

Si è detto: bastava spostare l'inquadratura di dieci centimetri, ed ecco che quel trespolo di videocamera spariva, e la foto risultante era la stessa: bene; faccio però un paragone calcistico: il gol in mezza rovesciata al volo era bellissimo, ma in fuorigioco di tre centimetri. Che facciamo, lo diamo per buono perché era bello, o lo annulliamo perché in millimetrico fuorigioco ? In fondo è solo una partita di pallone, in fondo è solo una fotografia...

Dal calendario di Frate Indovino: " Coscienza elastica, di tutto mastica "
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Sisto Perina
bannato


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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 9:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Santiago81 ha scritto:
per farci due risate...
qualche anno fa il National Geographic Italia indisse un concorso e proclamò vincitrice questa foto..

ecco dove avevo visto una cosa simile:
http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=232326

Rolling Eyes
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AleZan
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MessaggioInviato: Mar 11 Feb, 2014 10:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Carcarlo1 ha scritto:
Ciao, tu parli qui, giustamente, di falsificazione del contesto. Io parlo di falsificazione della foto.
Forse il risultato finale è lo stesso, ma l'etica ( che concetto obsoleto la deontologia....) è differente.
E invece penso che eticamente sia qualcosa di molto simile.

Contreras toglie con Photoshop un dettaglio che rivela una presenza che renderebbe la scena meno drammatica e coinvolgente (sua dichiarazione).
I fotografi del "plotone di esecuzione" si escludono a vicenda dall'inquadratura per lo stesso motivo.

Clonare per aggiungere o togliere qualcosa è un divieto assoluto nel fotogiornalismo (cosa che condivido, senza se e senza ma).
Quello che dico però è che i due casi non sono assolutamente dissimili nelle intenzioni e quindi eticamente meritano lo stesso giudizio, poiché rivelano un uguale fine: nascondere qualcosa al pubblico.
Poco importa che l'esecuzione materiale sia differente.

Poi possiamo discutere per ore sull'affollamento di fotografi su tutti i teatri mondiali delle grandi tragedie e quindi sulla "necessità professionale". di certi trucchetti.... Se mi fossi trovato lì probabilmente avrei fatto la stessa cosa.
È evidente che stare sul campo ė più dura che scrivere sul forum...
Avete visto vero Bang Bang Club ?

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Santiago81
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MessaggioInviato: Mer 12 Feb, 2014 3:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Per restare in ambito calcistico...
Un giocatore dà una gomitata ad un avversario e l'arbitro lo espelle.
Stessa situazione ma il giocatore ha l'accortezza di farlo quando arbitro e guardalinee guardano altrove (siamo su un campo di prima categoria, niente prova tv).

A rigor di regolamento il primo riceve quello che merita, il secondo non può subire sanzioni perché il suo gesto non è stato visto dalla terna.


Che il regolamento parlasse chiaro è fuori discussione, nessuno l'ha messo in dubbio. Sanzione giusta quanto inevitabile.

La questione è semmai quale sia, se esiste, la differenza dal punto di vista etico fra il tagliare, clonare o nascondere un dettaglio in pp e il farlo al momento dello scatto. Dal mio punto di vista, nessuno.
Io non mi scandalizzo mica, intendiamoci: considero la deontologia professionale nel giornalismo qualcosa che esiste più nella mente e nel cuore dei romantici che non nella realtà. Non scrivere mai quello in cui credi, non credere ma a quello che scrivi.
Ugualmente, non mi disturba minimamente che si pensi a curare l'estetica anche quando si riprende l'orrore e la morte. Un uomo che salta su una mina non fa molto effetto se si vede solo una confusa palla di fuoco e fumo mentre è sicuramente più esteticamente accattivante vedere i pezzi di corpi umani lanciati in ogni direzione dalla potenza dell'esplosione.
Se dopo un incidente la vittima è ridotta ad un ammasso irriconoscibile di materiale organico, l'osservatore potrà al massimo essere disgustato. Se invece il corpo o le sue parti rimangono riconoscibili, soprattutto se il viso rimane pressoché intatto, allora l'impatto sarà decisamente più forte.
Delle budella su un tavolo fanno poco effetto; rette da una donna morente appena sventrata col machete da guerriglieri impegnati in una pulizia etnica ha una drammaticità infinitamente superiore.
L'occhio vuole sempre la sua parte e questo anche da prima dell'avvento di fotografia e televisione.

Sarebbe bello, probabilmente, se almeno i giornalisti riuscissero a mettere da parte questa esigenza estetica o almeno non vi sacrificassero la propria deontologia...
Non so... per me facciamo tutti parte di una recita e in fondo i fotografi che si fiondano a catturare lo scatto buono per l'agenzia non fanno altro che riprenderla talvolta incoscienti di essere essi stessi parte del circo.

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