Io invece sono schiavo!!!

[ioclick]

E questo lo considero parte integrante del mio modo di affrontare la fotografia, cosa intendo?
Semplicemente questo:
Giuseppe Ciccarella eminente fotografo ed articolista cita:
Ezechiele: “bisogna bastare a se stessi”.
Non voglio essere schiavo della materia. È per questa ragione che difficilmente mi sia
affezionato a qualche obiettivo.
In un articolo che parla del Summaron 35 f:3.5 Leitz ed anche delle altre famose lenti!
Feticismo il mio?? In quanto interpreto lo "strumento" parte fondamentale dello scatto???
Potrebbe anche essere, ma il profumo di STORIA e sacrificio ed impegno e tutto cio' che porta l'uomo ad evolvere ogni proprio settore di applicazione con sudore e sacrificio (e proprio perché siamo talmente arretrati da aver bisogno di crescere a falcate!!) questo concetto diviene a mio parere "Un Valore aggiunto"
Oggi??'
A parte le solite "Nicchie"
Non lo riscontro molto (senza pur sempre sperare nella volontà di rivalsa dei nostri giovani virgulti)
e quindi quel sapore "leggermente feticistico" mi aiuta a creare qualcosa di più!!!

Cosa ne pensate voi di questa modesta riflessione???

Un caro saluto a tutti voi
franco

[G-T]

Robert Johnson riusciva a fare del blues divino con una chitarra da 4 soldi.
Schumacher faceva tempi strepitosi anche con una seicento di serie, in pista.
Pistorius è riuscito a far fuori la fidanzata anche senza l'uso delle gambe.

Se Machiavelli metteva in relazione il mezzo col fine, il genio come il tenace la spuntano sempre, in qualche modo, sul mezzo per raggiungere lo scopo.

[Habrahx]

Tekhnê era il termine greco che stava a indicare arte.
Secondo me c'è un errore di prospettiva: l'arte per secoli, per millenni
anzi, è stata artigianato; e gli artigiani erano possessori di una tecnica.
E l'arte era funzionale: ovvero non veniva esposta in una galleria, ma
veniva fruita in una sua funzione specifica che poteva essere divulgativa
quanto funzionale.
solo in tempi relativamente moderni l'arte è divenuta fine a se stessa:
oggetto da esporre in un museo a cui alcuni specialisti attribuiscono un
valore.
Ma il valore alla fine è sempre concettuale, ovvero frutto di una
costruzione immaginifica, piuttosto che intrinseca (azz, come parlo
difficile; ti assicuro che non ho ancora bevuto )
Il genio, come lo chiami tu, in definitiva e a mio parere, è l'estrema
abilità tecnica nel fare una cosa: Un tempo questa abilità era visibile
nell'oggetto, poi via via che l'applicazione tecnica si è moltiplicata
l'abilità è andata via via disperdendosi in mille specializzazioni.
Cerco di spiegarmi: Cartier Bresson scatta una foto, e tutti diciamo che
bravo; ma la sua foto è frutto di innumerevoli artigiani che hanno costruito
gli ingranaggi di un otturatore, l'elettronica di un esposimetro, lo schema
ottico di una lente, tutto a mano!
Il genio di Bresson quindi altro non è che il genio invisibile di
innumerevoli altri geni, solo che non ci facciamo caso, anche perché non
possiamo esporre in una galleria anche la Leica, magari smontata, assieme
alla foto che questa ha permesso di realizzare.
Penso che sia questo sentimento che ci infonde l'intima spinta a possedere
questi gioielli (chi lo può): il riconoscimento di un genio invisibile.
(da una lettera ad un Amico)
Giovanni