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Cosa mi trasmette? #3 Nan Goldin Gotscho Kissing Gilles

 
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Autore Messaggio
il signor mario
bannato


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MessaggioInviato: Dom 27 Mar, 2011 6:54 pm    Oggetto: Cosa mi trasmette? #3 Nan Goldin Gotscho Kissing Gilles Rispondi con citazione

Nan Goldin: Gotscho Kissing Gilles Paris 1993

Cosa mi trasmette? In fondo una sola cosa: Amore, l'amore fra due persone che si amano e stanno dandosi l'ultimo saluto e lo fanno con una tenerezza disarmante con amore e la sensazione è che l'amore sconfigga la morte.



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il signor mario
bannato


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MessaggioInviato: Sab 02 Apr, 2011 8:49 am    Oggetto: Rispondi con citazione

44 visite, neanche un commento, sicuramente è una fotografia che colpisce! Più di quanto pensassi. d'altronde con Nan Goldin è spesso così pochi si azzardano ad entrare nelle sue fotografie, sono forti, scioccanti, quello che è un genere apparentemente innocuo, la fotografia familiare e di amici, con lei diventa forte, denuncia pura ma senza lasciare per strada l'amore.
Riporto la sua biografia presa di wikipedia:

"...an Goldin nasce a Washington DC nel 1953 ma cresce a Boston, dove frequenta la School of the Musem of Fine Arts. Vive a New York dal 1978, dove si è affermata come una delle maggiori esponenti di un'arte a favore di una identificazione completa tra arte e vita.

Fino dall'età di diciotto anni usa la fotografia come un "diario in pubblico", per questo l'opera di Nan Goldin è inseparabile dalla sua vita. Segnata dal suicidio della sorella diciottene Barbara Holly il 12 aprile 1965, è proprio fotografando la propria famiglia che inizia il suo lavoro fotografico. In seguito rimane molto vicina all'album di famiglia sia per la tecnica che per i soggetti scelti.

Nel 1979, iniziando dal Mudd Club di New York, l'artista comincia a presentare le sue immagini con una proiezione di diapositive accompagnate da una colonna sonora punk: Ballata della dipendenze sessuale diffuso nei musei in più versioni.Le foto, anche se danno l'impressione di essere state rubate, non sono mai scattate con il soggetto troppo vicino all'obiettivo per risultarne sorpreso.

Vi si vede il suo entourage subire il travaglio della vita: vecchiaia, amore, morte, infanzia si succedono nei pochi secondi della proiezione prima dell'immagine successiva. Questo gruppo di persone a lei vicine di cui molte sono scomparse risulta ghermito in una congiura orchestrata dalla morte.


Nan Goldin osserva la parte trasgressiva e nascosta della vita della città con un approccio intimo e personale. I ricordi privati divengono opere d'arte solo dopo la decisione di esporli. Ritrae amici e conoscenti, ma anche se stessa come nel celebre Autoritratto un mese dopo essere stata picchiata. Il suo stile diventa un'icona della sua generazione difficile ed esso assume un'ulteriore svolta dopo la diffusione dell'AIDS che mette in discussione la sua fiducia nel potere delle immagini rendendole chiaro che esse le mostravano solo coloro che aveva perso. La Goldin intende le foto che documentavano la vita quotidiana dei suoi amici sieropositivi in funzione di valenza sociale e politica, e come attivista di Act Up organizza la prima grande mostra sull'AIDS a New York nell'89.

Nan Goldin fa parte del gruppo detto dei cinque di Boston (Five of Boston) e il suo lavoro è considerato rilevante nell'ambito della fotografia contemporanea, come Terry Richardson e Wolfgang Tillmans."


Aggiungo il suo autoritratto più famoso "Un mese dopo le percosse"



NanGoldin_Nan_1984[1].jpg
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AleZan
coordinatore


Iscritto: 16 Giu 2006
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MessaggioInviato: Sab 02 Apr, 2011 10:46 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Hai fatto molto bene ad inserire la citazione biografica/critica sull'autrice.

Certamente ogni autore andrebbe sempre "contestualizzato" per essere ben compreso, ma per la Goldin questo è particolarmente importante secondo me.
Importante per capire profondamente il suo lavoro e per evitare di accostarlo ad altre fotografie che calcano sull'intimità o sulla tragedia umana a scopo spettacolare e quindi puramente strumentale.

La cosa che mi ha sempre colpito di lei, e per la quale la ammiro profondamente, è la capacità di farsi accettare all'interno di sfere private fino ai livelli più intimi della vita delle persone. Con il risultato di riuscire a raccogliere delle immagini che sono veri documenti antropologici.
Quello che si vede è quello che c'è. Punto. Senza indulgere a pietismi, romanticismi o complicità con il soggetto.

Smile

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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il signor mario
bannato


Iscritto: 01 Ago 2006
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MessaggioInviato: Mar 12 Apr, 2011 9:04 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Stupisce che un'artista di questo tipo non stimoli alcun intervento.
Aggiungo al tutto un articolo del "Il sole 24 ore" cultura del 1 Febbraio 2011

"Parlare della propria tribù". E' questo il mantra che si agita nella mente di Nan Goldin, quando - macchina fotografica alla mano - cerca di fissare il mondo che la circonda nella speranza di salvarlo dal tempo che acciuffa e divora tutto. E se il suo mondo è composto prevalentemente da Drag Queens, travestiti e individui scivolati nel tunnel dell'Aids o della droga, allora la sua fotografia avrà inevitabilmente il sapore amaro e crudo del sottosuolo di una metropoli palpitante.


Così è stato per i lavori che l'hanno resa celebre (primo fra tutti "The Ballad of Sexual Dependency"), così è ancora per gli scatti inediti che fino al 28 marzo sono in mostra presso la Berlinische Galerie di Berlino (www.berlinischegalerie.de). Ottanta fotografie, relative al periodo in cui l'artista americana ha vissuto nella metropoli tedesca, dal 1984 al 2009, imprigionano l'anima di una città, attraverso gli sguardi di chi in breve tempo ha saputo creare un legame forte e viscerale con Nan Goldin.

Trasferitasi a Berlino per il programma artistico DAAD e bisognosa di lasciarsi alle spalle la distruttiva relazione con Brian (la foto "Nan one month after being battered" del 1984 documenta con precisione gli effetti del loro legame violento e insano), Nan vive nella città tedesca un momento sereno - "il più felice della mia vita" dirà -, dedicandosi alla fotografia e all'arte. Lo testimonia questa mostra, che documenta sia gli attimi trascorsi con amici e conoscenti (da Tilda Swinton a Blixa Bargeld, leader del gruppo degli Einstürzende Neubauten), sia le pause di solitine di una donna che è pronta ricominciare una nuova vita. Come "Self-Portait in my Blue Bathroom", del 1991, da cui prende il via l'idea dell'esposizione. Questo lavoro che ci restituisce lo sguardo di Nan, attraverso lo specchio della stanza da bagno, appartiene, infatti, alla collezione della Berlinische Galerie. Quando Thomas Köhler, il direttore della Galleria, la scopre fra gli archivi, decide che è un buon motivo per iniziare a interrogarsi sul periodo berlinese della fotografa nata a Washington. Ecco dunque una carrellata di immagini che imprigionano le atmosfere di locali notturni, bar, parchi dove i volti della sua tribù sfilano silenziosi, sotto lo sguardo di un'artista che da sempre dosa con abilità voyeurismo, disincanto e sincera partecipazione emotiva con chi sta per essere ritratto.

Una cifra che da sempre lega i lavori di una fotografa capace di servirsi del medium fotografico per imprigionare chi ama e trattenere quel ricordo e quell'emozione destinati a essere inghiottiti dal flusso della vita. Fuggita da casa in seguito al suicidio della sorella, Nan Goldin si rifugia a Boston dove trova in un gruppo di giovani artistoidi la sua vera famiglia. Fra loro David Armstrong, un ragazzo omosessuale che cominciava a sperimentare il travestitismo, destinato a diventare il suo migliore amico ("l'occhio del mio ciclone" come lo definì lei stessa). Divenuti frequentatori fissi del Mudd Club di New York, gli amici di Nan sono il soggetto privilegiato della fotografa che registra in modo quasi ossessivo la vita al limite di un gruppo di giovani incapaci di resistere al fascino di una vita consumata senza regole. E in questo clima smodato, dove la trasgressione tradisce il bisogno di esorcizzare il dolore e la paura, si definisce lo stile di un'artista attenta a cogliere il lato più autentico delle persone, confondendo le luci e le ombre che ogni esistenza sa nascondere dentro di sé.

Nan Goldin – Berlin Work
Fotografien 1984-2009
Berlinische Galerie di Berlino
Fino al 28 marzo 2011"


E un altro momento di intimità



artwork_images_706_35985_nan-goldin.jpg
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bigiagia
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Messaggi: 1793
Località: milano

MessaggioInviato: Mar 19 Apr, 2011 10:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

In più di una occasione, in passato, ho segnalato Nan Goldin in questo
forum. E ne ho sentite di tutti i colori.
Le tue rimostranze sono comprensibili.
Ma qui in pochi vanno oltre omologati stereotipi provinciali.
E' un mondo difficile.......molto!
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il signor mario
bannato


Iscritto: 01 Ago 2006
Messaggi: 9653

MessaggioInviato: Mer 20 Apr, 2011 6:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Almeno tu ne hai sentite di tutti i colori, qui c'è il deserto dei tartari Boh?
Mi rincuorano le quasi 200 visite.
Cerco di proporre periodicamente degli autori diversi fra loro proprio per condividere con gli altri la conoscenza di nuovi autori.
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NOCTILUX
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Iscritto: 13 Lug 2007
Messaggi: 1229
Località: Vicenza

MessaggioInviato: Gio 21 Apr, 2011 1:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

L'ho visto solo adesso questo topic... immensa la Goldin, tra i percorsi possibili ne ha scelto indubbiamente uno dei pochi che possano avere un senso.
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Davì
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Iscritto: 19 Lug 2009
Messaggi: 434
Località: Prov. di Messina

MessaggioInviato: Dom 08 Mgg, 2011 3:39 pm    Oggetto: Io la apprezzo molto, ma Rispondi con citazione

se risponde poca gente è perchè la Goldin parla ad un certo tipo di borghesia diversa da quella che si è sviluppata in Italia.
Per chiarire meglio, ascoltate quello che si dice in questo video a partire dal min 7:17 al min 11:27 (http://www.youtube.com/watch?v=BQC_MgyYSgE&NR=1 (il mio consiglio, se non annoia, è di guardarlo tutto)).
Ma che livello di empatia si può provare di fronte a due froci che che si baciano in un "buon ed attrezzato" ospedale quando abbiamo abiurato le immagini di Pierpaolo Pasolini lapidato in una pubblica "indecente ed italica" via. Quando siamo passati con utilitarissima superficialità sulle immagini degli omicidi mafiosi prodotte da Letizia Battaglia, o se a stento ci si ricorda di Lisetta Carmi.
Se ci sofferma poco sulle immagini di Nan Goldin è, anche, perchè rappresentano la realtà di una classe sociale che al Nostro Paese è assolutamente aliena.

Infine e per non essere frainteso:

per il mio punto di vista, personalissimo e residuo, quelle della Goldin non sono immagini prive di poesia.

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mike1964
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Iscritto: 09 Feb 2004
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Località: Salerno

MessaggioInviato: Mer 25 Mgg, 2011 11:52 am    Oggetto: Rispondi con citazione

bigiagia ha scritto:
In più di una occasione, in passato, ho segnalato Nan Goldin in questo
forum. E ne ho sentite di tutti i colori.
Le tue rimostranze sono comprensibili.
Ma qui in pochi vanno oltre omologati stereotipi provinciali.
E' un mondo difficile.......molto!


Intanto su questo forum si è dato spazio all'iniziativa de "il signor mario" mettendo pure in evidenza le discussioni; è già qualcosa, no? Smile

Dai, che su P4U c'è spazio per tutti.

Molti guardano e non rispondono semplicemente perchè non si sentono all'altezza di farlo (io, tanto per fare un esempio).

Però è bello leggere qualcosa di istruttivo, quindi voi continuate tranquillamente a scrvere, che è tutta semente gettata nella terra buona; e se ogni tanto capita qualche discussione più animata... diamine, alla fine siamo pur sempre un forum, no? serve propio a discutere. Se fossero tutti d'accordo su tutto, dove sarebbe la discussione? Wink

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Teo76
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Località: Torino

MessaggioInviato: Ven 03 Giu, 2011 11:09 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie "il signor mario" per la segnalazione... mea culpa, ma non la conoscevo.

Avendo visto adesso qualcosina, non posso che quotare AleZan:
Citazione:
Quello che si vede è quello che c'è.


E accidenti, non è affatto poco!

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Matteo www.matteonobili.com
Sono ottimista: un giorno la Terra servirà a concimare un pianeta lontano [Altan]
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Santiago81
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Località: Fiano Romano

MessaggioInviato: Gio 23 Feb, 2012 4:21 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Cosa mi trasmette? Nulla.
Il vissuto, la capacità di entrare nell'intimità di altre persone, l'esporre la propria vita, la scena queer... Bah!
Farebbe più figo mostrare di essere colpiti o ammutolire di fronte all'universo emotivo narrato da queste immagini. Sorry, la fotografia "emozionale" mi lascia del tutto indifferente. Un uomo bacia il proprio compagno morente... e allora? Cos'é, nessuno ha sperimentato l'ultimo saluto ad una persona amata? Gli occhi rossi dopo un pestaggio... e quindi? Ora che ho visto la foto che mi cambia?
Non voglio dire che sia tutto molto furbo, anche se tendo a non vedere mai motivazioni sincere nelle persone, ma di sicuro non mi trasmette nulla.
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bird101
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Messaggi: 1286

MessaggioInviato: Dom 26 Feb, 2012 2:22 am    Oggetto: Rispondi con citazione

per i bolognesi: libreria pickwick nella galleria di fronte la stazione c'è il giardino del diavolo a moooolto buon prezzo. forse c'è l'ultima copia se fate in fretta. Smile

nan goldin non è una da foto singola, è una da progetto intero. un po' come parlare di un romanziere leggendo una sola frase...
nan goldin è un romanziere, è una che della 'fotografia' di per sè, se ne fotte e per questo rimane e rimarrà.

_________________
Ciao
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Susanna.R
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Iscritto: 14 Mgg 2012
Messaggi: 3919
Località: Toscana

MessaggioInviato: Gio 06 Giu, 2013 6:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao Mario, rispolvero questo topic per dire che mi sembra una gran bella idea questo progetto che avevi iniziato ! Smile

Penso che sarebbe bello se tu potessi riprenderlo, tempo e voglia permettendo, anche se sarebbe utile aumentarne la visibilità e quindi la partecipazione, magari con un link esplicativo in home, qualora il mettere direttamente la foto fosse difficile.

Ciao Smile
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