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nexus7 utente

Iscritto: 01 Nov 2007 Messaggi: 55 Località: Pordenone
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Inviato: Dom 26 Dic, 2010 7:37 pm Oggetto: diapositiva: estinzione programmata? |
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Ciclicamente, dopo ogni diluvio di immagini digitali, sento il bisogno di tattilità.
Con il lentino sfoglio il mio archivio di diapositive, 30 anni di ricordi e di storia del colore.
La Kodak Ektachrome EPR 64 ha scritto pagine leggendarie, ancora superbamente vivide, nonostante l'età. Rigiro tra le dita un fotogramma e ammiro i suoi inarrivabili blu siderali che, all'epoca, la resero la regina della fotografia subacquea, la brillantezza garbata dei suoi verdi, la gamma di cromie pastello che la coniugavano splendidamente anche con il ritratto.
La sua particolare curva sensitometrica le consentiva di mantenere basso il contrasto nelle alte luci, descrivendo dettagli e tonalità altrimenti destinati all'oblio. Forse le ombre erano freddine, ma nel complesso aveva un equilibrio prestazionale da primato. Assieme alla sorella EPP 100 plus (nata per la fotografia di beauty e di moda, accurata nella resa di incarnati e tessuti, satura e perfettamente contrastata anche in luce morbida) ha regnato incontrastata nell'epoca d'oro della fotografia. Gli anni '80.
Agfa ebbe sempre un ruolo minore e di contorno nel settore invertibile.
Brillò agli inizi degli anni '90 con l'Agfachrome RX e RX plus.
L'elegantissima confezione argento voleva rispecchiare la classe del contenuto: colori brillanti, mai sfacciati; grande pulizia dei grigi e dell'incarnato.
Pellicola ideale? La grana era decisamente più evidente della storica rivale americana, inferiore anche la definizione. Eppoi, era ancora una promessa da verificare la stabilità d'archivio che doveva riscattare la pessima e meritata fama della precedente Agfachrome 50S e 100S, in confezione arancio/blu.
Sempre nel formato 35mm, provai per un po' anche la versione successiva RSX, trovandola impastata nei dettagli ed affetta da una vistosa dominante gialla. Non mi convinse, eppoi nel 1992 era arrivato a piena maturità il Fujichrome con la versione RD 100.
Erede spirituale dell' apprezzatissima Ektachrome, ne raccoglieva il testimone, esaltandone le doti: colori brillanti e cristallini in tutto lo spettro, dai rossi ai blu, attraverso quei verdi diventati famosi, quasi tattili in una definizione mai vista prima nel 35mm. L'incarnato, come di necessità nipponica, era meno giallo rispetto a Kodak, assolutamente neutro. Semplicemente perfetto.
La versione professionale si fregiava di una “P” in coda al nome e condivideva identiche prestazioni, tanto che RD 100 ed RDP 100 erano indistinguibili sul campo.
A metà degli anni '90 pesarono le ingerenze commerciali: la RD venne battezzata SENSIA, la RDP invece PROVIA, aumentandone il divario di prezzo.
La RDP fu evoluta nella RDP II con grana strumentalmente ancora più fine, ma tonalità leggermente più fredda, ad anticiparne la tendenza.
L'amatoriale RD-SENSIA mutò in RA-SENSIA II: in dose pediatrica venne ridotto il contrasto della RD nell'incarnato e nelle alte luci, mantenendo la vividezza dei colori primari. Congruentemente con la logica commerciale, fu approntata una nuova pellicola professionale, la RAP denominata ASTIA.
La blasonata VELVIA 50 RVP aveva osservato con distacco tutto questo avvicendarsi di sigle, senza mutare nella forma e nel contenuto, a riprova che la RVP 50 era ritenuta mondialmente perfetta per il suo campo d'azione.
Poi, intorno al 2002-2003, in concomitanza con l'affermarsi delle prime reflex digitali, qualcosa è iniziato a cambiare nelle emulsioni. E non in meglio.
Oggi, Fuji è l'unico produttore ad aver mantenuto un listino completo di materiale sensibile, ma se le caratteristiche ufficiali millantano i progressi delle emulsioni, i miei riscontri affermano il contrario.
Me lo confermano i dottori Planar e Summicron, Sonnar ed Elmarit, Biogon e Distagon che di colore qualcosa capiscono.
Oggi, come allora, conservo le immagini latenti in frigo in attesa che il laboratorio di fiducia prepari sempre bagni freschi per lo sviluppo a telaio.
Per la proiezione uso un tank tedesco, Pradovit Color, con bocca di fuoco Leitz Super Colorplan 90/2,5 (acquistato, pari al nuovo, per 48 euro con la prima ondata di rottamazioni filo digitali).
Sul tessuto perlato dello schermo un fascio di luce di 150x100cm proveniente da una diapositiva SENSIA II o da un' ASTIA 100F rivela una colata di giallo. Che fine hanno fatto i colori?
I cieli blu sono cerulei, i mari cobalto appaiono virati in un verde laguna ed i verdi squillanti in tonalità mimetico-putrescenti.
Cambio fornitore di pellicole, ma non i risultati.
La PROVIA 100F lavora decentemente solo con un filtro Skylight B+W KR 1,5 (Kodak Wratten 81A/B, paglierino chiaro) o KR 3 (81C), preferibilmente in luce calda.
Altrimenti è livida, con ombre chiuse ed incarnati magenta.
Ed i verdi sono comunque un ricordo. Provo anche le emulsioni Fuji più recenti.
La VELVIA 100 riesce a rendere la neve rossa e l'incarnato paonazzo, la VELVIA 100F è quasi neutra, ma chiude tremendamente le ombre e brucia le luci.
Entrambe, poi, soffrono molto la luce mista e le deviazioni dalla temperatura colore ottimale.
Nella mia catena cinematica, dallo scatto alla proiezione, l'unico parametro cambiato sono le nuove emulsioni. Come spiegare una tale involuzione?
Forti sono le analogie col settore dell'automobile. Non potendo obbligare, con la pistola alla tempia, i cittadini a cambiare la propria auto ogni anno, semplicemente è sufficiente introdurre periodicamente una categoria Euro N+1 per rendere i veicoli improvvisamente meno performanti/più inquinanti e risucchiare, a norma di legge, gli automobilisti nel vortice dell' upgrade infinito.
Anni fa fu messa a tacere la notizia di una tecnologia che avrebbe consentito di ipersensibilizzare le emulsioni a colore. Sensibilità impensabili con grana invisibile. Bufala o scomoda verità?
Certo è che il digitale era ormai alle porte e la pellicola non avrebbe garantito i margini di profitto voluti.
Si doveva creare una nuova necessità da soddisfare attraverso soluzioni temporanee e costose. Fiat Digital.
E per gli irriducibili della pellicola sarebbe bastato fornire loro emulsioni sempre più scadenti e costose per erodere progressivamente le loro convinzioni.
E' quanto sta accadendo oggi?
Giampaolo _________________ Il comprensibile entusiasmo per la fotografia "numerica" non dovrà tuttavia mai farci dimenticare che se la storia e le scoperte dell' Umanità fossero state affidate alla memoria di supporti digitali, oggi vivremmo ancora nell' età della pietra. (G.G.) |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Lun 27 Dic, 2010 12:26 am Oggetto: |
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...non può essere, più semplicemente e come capita a molti, che l'occhio si sia abituato alle "tavolozze" digitali di TUTTE le foto a colori che ci circondano, e che non riesca più a ritrovarti nella pellicola? La VELVIA 100F è splendida, a parer mio, ma si comporta da diapo classica, chiude gli scuri e sfonda i chiari. Io giovinetto abbandonai le diapo perchè una latitudine di 3 stop o poco più mi andava stretta, ma le poche volte che ancora ci provo non trovo le Fuji moderne così terribili, anzi. Semmai, 100F compresa, sono diventate un po' più "tolleranti", ed è buona cosa.
Alberto |
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Giovanni.Santangelo utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2006 Messaggi: 1870 Località: Airola (BN)
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Inviato: Lun 27 Dic, 2010 9:57 am Oggetto: |
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Concordo con Alberto.
L'attuale catalogo Fuji ha dia per ogni esigenza, solo che siamo abituati, male, secondo me, dalla resa del digitale, con la sua pesante ed artificiale postproduzione.
L unico vero, enorme rimpianto, è per l'inarrivabile Kodachrome. _________________ "Less is more"
(Ludwig Mies van der Rohe) |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Lun 27 Dic, 2010 11:18 am Oggetto: |
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Giovanni.Santangelo ha scritto: | ...digitale, con la sua pesante ed artificiale postproduzione.... |
....anche mantenendo la PP al minimo necessario sono diversi gli spazi colore e le tavolozze. Per la pellicola, come per i dischi in vinile e per il vino, quello che dà gusto e personalità sono le IMPERFEZIONI, i difettucci. Il digitale ha una risposta più prevedibile e al limite anche più fedele ai colori reali, ma facilmente meno coinvolgente.
Alberto |
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nexus7 utente

Iscritto: 01 Nov 2007 Messaggi: 55 Località: Pordenone
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Inviato: Lun 27 Dic, 2010 7:23 pm Oggetto: |
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Sicuramente il digitale ha ridefinito gli standard qualitativi della fotografia.
Immagini di compattine e cellulari, che fino a qualche anno fa avrebbero fatto inorridire, oggi sono socialmente accettate e trionfano in tutti gli spazi web.
Sono le Istamatic di oggi. Ma il lillipuziano formato 110 non ha, però, avuto il potere di ridefinire la percezione della qualità delle immagini in un'intera società, livellandola verso il basso.
Oggi le immagini vengono veicolate da supporti elettronici e quindi sono molto più televisive che cinematografiche, molto più sgargiatamente ruffiane che pittoriche.
L' immagine in voga è nitidissima ed ipersatura. E non nasce per esprimere il meglio di sé in stampa.
In questo, il digitale sta al pennarello come la pellicola sta al pastello.
Nel processo di discretizzazione di un' informazione luminosa continua, come per il CD rispetto al vinile, si enfatizzano certe informazioni e se ne eliminano altre. Questa tendenza si è da tempo affermata nelle ottiche: lenti asferiche con incremento di contrasto e saturazione, a discapito di sfuocato e ricchezza tonale. Immagini più nitide, ma spesso meno piacevoli che diventano di ancor più difficile gestione se i parametri nativi delle pellicole seguono la stessa vocazione.
Quanto ho riscontrato nelle diapositive odierne, ben prima del diluvio digitale, è una ricerca di prestazioni strumentali fini a se stesse che spesso sono andate a detrimento della piacevolezza e dell'armonia complessiva.
Un confronto tra un Ektachrome EPR 64, con la sua grana evidente , ed un Fujichrome Sensia II o Provia100F con la loro grana invisibile, non depone a favore delle giapponesi, se sono gli occhi a giudicare.
Nessuna retorica dei bei tempi andati, ma una personale constatazione che si sia scavalcato un punto di equilibrio raggiunto dopo decenni di ricerche.
Citazione: | La VELVIA 100F è splendida, a parer mio, ma si comporta da diapo classica, chiude gli scuri e sfonda i chiari. |
Sì, la VELVIA 100F (quella con la effe) mi ha dato ottimi risultati con le ottiche Minolta Rokkor degli anni '70, molto più plastiche che incise che ne tengono a freno l'esuberante contrasto. Molto più difficile coniugarla con l'intrinseca brillantezza delle lenti Contax Zeiss. Comunque, non è una pellicola da tutti i giorni.
Citazione: | L unico vero, enorme rimpianto, è per l'inarrivabile Kodachrome.
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Il Kodachrome era un'autentica elegia d'amore. In auge dal 1935 presso i fotografi del National Geographic, nei primi anni '90 vari membri della Society gli preferirono però le nuove emulsioni Ektachrome o Fujichrome per costo, velocità operativa e perchè la sua resa cromatica, molto naturale, stava diventando vintage.
Ebbi il piacere di proiettare qualche centinaio di Kodachrome appartenuti al nonno di una mia amica, botanico ed esploratore. Erano il documento di un lungo viaggio in Africa, avvenuto nel 1954 e ritratto dalla sua piccola Leica. Fu un'emozione unica.
Solo i vestiti tradivano l'anzianità di quelle immagini. I colori erano assolutamente integri e con una ricchezza di sfumature incredibile. Pellicola leggendaria.  _________________ Il comprensibile entusiasmo per la fotografia "numerica" non dovrà tuttavia mai farci dimenticare che se la storia e le scoperte dell' Umanità fossero state affidate alla memoria di supporti digitali, oggi vivremmo ancora nell' età della pietra. (G.G.) |
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Giovanni.Santangelo utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2006 Messaggi: 1870 Località: Airola (BN)
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Inviato: Mar 28 Dic, 2010 1:59 pm Oggetto: |
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Raramente mi capita un tale livello di condivisone in rapporto ai contenuti.
Non raggiungo il 100% perché a me, estimatore del Kodachrome, piace di gran lunga più la Provia, ma in generale le Fuji, che non la Ektachrome. _________________ "Less is more"
(Ludwig Mies van der Rohe) |
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roger utente attivo
Iscritto: 02 Feb 2006 Messaggi: 2595 Località: 23
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Inviato: Gio 30 Dic, 2010 4:04 pm Oggetto: |
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Bellissime parole Nexus7.
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Stefano&Diana utente
Iscritto: 25 Dic 2007 Messaggi: 363 Località: Madrid
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Max Stirner utente attivo

Iscritto: 09 Dic 2004 Messaggi: 9250 Località: Firenze
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Inviato: Gio 30 Dic, 2010 5:53 pm Oggetto: |
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Ero un fan della velvia 50 vecchia, che esponevo spesso a 32, olter a quella usavo la provia e la umile ma tutto fare ed equilibrata sensia, a queste ci accoppiavo la agfa scala per il B/N.
Ho chiuso con la pellicola non senza tristezza un anno e mezzo fa e a giugno ho venduto la nikon f6, ho ancora un rullino nella m4 di sensia proverò a svilupparlo ma è scaduto.
Quello che noto è che le mie immagini digitali sono molto simili a quelle dia che ho usato per anni, ho cercato di dare quella patina quella a cui il mio occhio era e è educato (vi dirò di più la fuji s5 e la compattona fuji di mia moglie da questo punto di vista sono esemplari mentra con la sony nex devo combattere non poco per ottenre il risultato). non riesco ad uniformarmi all'ipernitido iper satuiro iper sgargiante non dovendo vivere di fotografia devo dire che sono fortunato a poter proseguire seguendo la stessa linea che seguivo in analogico. _________________ "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione" |
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Giovanni.Santangelo utente attivo

Iscritto: 17 Gen 2006 Messaggi: 1870 Località: Airola (BN)
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Inviato: Ven 31 Dic, 2010 1:01 am Oggetto: |
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Max, sai quanto ti stimo, ma la logica di dismettere un sistema per inseguirne le caratteristiche con un altro, francamente, mi sfugge.
A maggior ragione se non ci campi.
Ma ovviamente avrai le tue buone ragioni. _________________ "Less is more"
(Ludwig Mies van der Rohe) |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Ven 31 Dic, 2010 1:49 am Oggetto: |
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Giovanni.Santangelo ha scritto: | Max, sai quanto ti stimo, ma la logica di dismettere un sistema per inseguirne le caratteristiche con un altro, francamente, mi sfugge.... |
...forse perchè il colore è bello, la tavolozza affascinante, ma trovare le pellicole, conservarle e gestirle (sviluppo telaietti proiezione archiviazione conservazione) a "pain in the ass", come dice Obama...
Un po'come la replica della Triumph Bonneville, ma con i freni che frenano...
Alberto |
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Max Stirner utente attivo

Iscritto: 09 Dic 2004 Messaggi: 9250 Località: Firenze
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Inviato: Ven 31 Dic, 2010 2:36 pm Oggetto: |
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Beh è proprio come ha detto Alberto, mettici poi che il prezzo è diventato elitario di quanto rimasto in produzione che per organizzare la proiezione non avendo spazio per una sal dedicata mi partono ore, metti che sempre più spesso le sviluppano da can, forse perché i chimici usati son vecchiotti, metti che due volte mi hanno farro un cross processing non richiesto... insomma mi manca la magia della proiezione del fascio di luce con i granelli impalpabili di pulviscolo in sospensione i colori "trasparenti" della stessa, ma per tutto il resto sono soddisfatto della epson r1900 calibrata che mi restituisce colori che solo i vecchi laboratori che lavoravano con cura mi davano e delle mie fuji e anche della nex che mi permettono di spingermi ad sensibilità impensabili con le dia.
Come detto ho anche la possibilità di avere immagini meno main stream per i tempi e in linea con i colori che mi piacciono a cui son stato educato e cresciuto fotograficamente. _________________ "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione" |
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edobette utente
Iscritto: 08 Apr 2010 Messaggi: 177
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Inviato: Dom 02 Gen, 2011 6:33 pm Oggetto: |
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Nexus 7, un commento da applauso, davvero i miei complimenti.
Personalmente, adoro la Astia, ma come avete già detto, molto dipende dall'abbinamento con le ottiche. Soggettivamente parlando, questa pellicola si sposava perfettamente con le mie ottiche Pentax, particolarmente sature sui verdi e i rossi, mentre l'Astia era insuperabile sulle tinte pastello e le immagini eccessivamente contrastate. Insieme formavano un connubio perfetto.
Passato poi a Nikon ho gradito maggiormente la Kodak E100, probabilmente perchè le ottiche AI sono tendenzialmente fredde e molto incise.
Ora uso Canon, caratterizzata da un ottima nitidezza, ottiche tendenzialmente calde, sto provando un po' di pellicole diverse e mi sto divertendo molto. Spero mi permettano di continuare a farlo. |
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Nove^3 utente attivo
Iscritto: 28 Ago 2007 Messaggi: 858 Località: Venezia/Padova
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Mer 05 Gen, 2011 1:42 am Oggetto: |
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...però è strano come le pellicole che escono di produzione improvvisamente diventino splendide, superiori e insostituibili, e soprattutto RICHIESTISSIME, anche quando il produttore chiude la linea perchè da anni ne vendeva trecento in tutto...  |
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Nove^3 utente attivo
Iscritto: 28 Ago 2007 Messaggi: 858 Località: Venezia/Padova
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Inviato: Mer 05 Gen, 2011 8:29 am Oggetto: |
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Beh.. si concentrano gli acquisti di alcuni anni in poco tempo. Anche i possibili acquisti.. non e' detto che ci sia una reale esigenza, ma sai, se dovessi iniziare un progetto che richiede quella tale pellicola poi dove vado a trovarla?
Io attualmente uso solo Pro 400h Reala e Pro 160s sul 35mm e sinceramente quella foto mi preoccupa... E l'Astia la volevo provare solo che qui in giro non la trovo..  |
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