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Profondità di campo e dimensione del supporto sensibile
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Autore Messaggio
palmerino
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MessaggioInviato: Mar 10 Ago, 2010 7:26 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Scusate se sono intervenuto di più in questa pagina.
Cerco di fare di un pò di chiarezza senza complicare il topic inutilmente.

Siamo (sigh) arrivati già ad un cospicuo numero di pagine, personalmente le trovo esagerate perché un fotomatore possa avere una sua opinione ed arricchimento su questa tema.
Consiglio di sfoltire le tante risposte off topic anche le mie, per renderlo più fruibile.
Un lavoraccio per i moderatori. Triste
Ma credo necessario.
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Cos78
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MessaggioInviato: Mar 10 Ago, 2010 8:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

Cos78:??? come bassi rapporti di riproduzione?
altissimi vorrai dire


Bassi rapporti di riproduzione rispetto ad un' unica foto eseguita con un gigantesco sensore che regala direttamente altissimi rapporti di riproduzione.
Virtualmente la foto finale ovvero il risultato potrebbe essere direttamente eseguito con un sensore grande 50x60cm con ottica super tele (per il full-frame)...che sarà solo un "normale" od addirittura un mediograndangolo sul gigantesco sensore.
Per i bassi rapporti di riproduzione usati in ripresa quindi, mi riferisco al rapporto con il sensore "virtuale" creato dalle tantissime foto.



Palmerino, ti prego di rileggere quanto hai appena scritto e confrontarlo con la definizione di rapporto di riproduzione perchè altrimenti usi termini specifici per concetti che hai solo tu a questo mondo e diventa difficile capire quindi cosa intendi.

il rapporto di riproduzione NON VARIA al variare della grandezza del sensore.
Ergo non è il sensore che regala altissimi rapporti di riproduzione.

Quindi in ogni caso il RR delle tante foto stitchate dovrebbe comunque essere altissimo rispetto a riprendere con un unico sensore enorme l'intera foto (che in caso fornirebbe solo una foto densissima di informazioni ma per dire con R unitario se l'oggetto riprodotto avesse le dimensioni fisiche del magasensore stesso...).

Se poi stiamo giocando ad usare termini come ci pare con significati diversi dal loro beh facciamolo....ma non è costruttivo per l'amatore che ci seguisse, no? Rolling Eyes

Citazione:

il fotoamatore esperto senza una semplice (si fa per dire) testa motorizzata dal costo non proprio esiguo ed attrezzature per avere spostamenti micrometrici...che fotografa a fare?

palmerino il fotoamatore anche esperto che non ha la strumentazione adeguata certe foto semplicemente NON le fa.
per fare foto così in ogni caso basterebbe usare economiche soluzioni come l'autore della foto della piuma che ha usato una sega, del legno ed alcuni elicoidi per farsi la strumentazione.
volendo basterebbero anche piastre micrometriche manuali che, sebbene tu stenterai a crederlo, in molti macrofotgrafi hanno.

ma anche non avesse la voglia o la necessità di tale strumentazione, era uns emplice esempio di foto stitchata per farc omprendere come il tuo concetto di RR sia assolutamente fallace.
un altro esempio che tu troverai di nicchia nicchia nicchia e io no?
le foto sferiche o equirettagolari ad esempio che sono stitch di diversi scatti per realizzare ad esempio un qtvr.
in tal caso vedrai che sempre a parità di RR con uns ensore piccolo necessiterai di più scatti.
come dici?
nessuno fa questo genere di foto perchè costose?
ok, guarda l'innumerevole presenza di ditte che producono tale materiale, che producono software e l'innumerevole numero di siti specializzati...

ma era un esempio più complicato perchè volendolo fare bene dovresti parlare di angolo sferico, steradianti etc.
mentre con l'esempio della gigamacro (esempio prettamente 2D anche se in realtà c'è una cospicua componente lungo il terzo asse) è decisamente facile da capire.

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palmerino
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Iscritto: 01 Ott 2004
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Località: Formia (LT)

MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 10:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Cosimo, il rapporto di riproduzione non varia se si usa lo stesso obiettivo lasciando invariata la prospettiva...pur usando sensori con grandezze differenti.

Se il rapporto 1:1 sul full-frame permette di riprodurre un 24x36mm mentre un rapporto 1:2 (la metà) con una fotocamera 4/3 permette lo stesso risultato....come fai a dire che non varia il rapporto di riproduzione a seconda dei diversi sensori?

In verità con il 4/3 al rapporto 1:2 si può fotografare un 27x36mm perché è leggermente più quadrato.
Ed ho scelto il 4/3 non perché lo trovo il più bello di questo mondo o perché lo uso (?) ma solo per comodità nel comprendere meglio i concetti.

Perché per fotografare un paesaggio con un angolo di campo "normale" usando un banco ottico 20x25cm debbo usare un 320mm?

Perché la grandezza del formato mi impone un alto rapporto di riproduzione.
Poi possiamo pure usare un full-frame con il 320mm e fotografare tantissime fotografie 2,4x3,6cm per arrivare virtualmente alla stessa grandezza del sensore...ma stiamo barando.
Non è che usando il ful-frame con il suo 50mm (normale) ho lo stesso rapporto di riproduzione...della realtà.

Ecco dove non ci troviamo: noi fotografiamo la realtà di solito...riducendola.
Solo nel rapporto 1:1 fotografiamo fisicamente le stesse dimensioni.

E con un banco ottico la riduciamo...meno: formato più grande.
Ergo minore profondità di campo a parità di scena da riprodurre.
Anche con il full-frame la riduciamo meno rispetto al meno ampio formato 4/3 ed anche ovviamente all' aps.
Per questo potenzialmente regaleranno sempre migliori qualità fotografiche, sebbene nei formato 30x40cm e anche superiori probabilmente non si noteranno nonostante non sfruttiamo i 300 dpi come è stato scritto in precedenza.

Perché?
Perché l' occhio umano, o meglio il cervello umano non è perfetto.
Uno studio vecchio (ai tempi della pellicola) sosteneva che gli umani vedevano nitida una foto bianco e nero in questi due frangenti: o stampando a contatto i un bel negativo 20x25cm o stampando un simile formato usando la pellicola 35mm 400 asa alquanto granulosa.
In entrambi i casi le persone percepivano un' alta nitidezza, nonostante una era perfetta e l' altra "rumorosa" come si direbbe oggi.
Siamo strani, lo so.
E siamo alla fine tutti diversi, con limiti oggettivi (la nostra vista) e personali (la propria testa).

Del resto c' è chi nota il rumore anche a 200 iso su un sensore di una reflex moderna.
Ed è vero: a volerlo cercare a tutti i costi...lo si troverà. Wink
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Andrea Giorgi
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MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 10:34 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:
Cosimo, il rapporto di riproduzione non varia se si usa lo stesso obiettivo lasciando invariata la prospettiva...pur usando sensori con grandezze differenti.

Se il rapporto 1:1 sul full-frame permette di riprodurre un 24x36mm mentre un rapporto 1:2 (la metà) con una fotocamera 4/3 permette lo stesso risultato....come fai a dire che non varia il rapporto di riproduzione a seconda dei diversi sensori?


Semplicemente perché "rapporto di riproduzione" significa il rapporto tra la dimensione e quella della sua proiezione sul sensore. Punto. Non significa nient'altro, non si parla di dimensione nelle stampe ne di ingrandimenti. Ecco perché il rapporto di riproduzione di un obiettivo non varia mai. La definizione è quella ed è rigorosa. Il concetto che vuoi esprimere chiamalo in un modo differente perché non stai parlando del rapporto di riproduzione che trovi stampigliato sulle schede degli obiettivi macro.

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Cos78
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Messaggi: 2082
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MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 10:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

Se il rapporto 1:1 sul full-frame permette di riprodurre un 24x36mm mentre un rapporto 1:2 (la metà) con una fotocamera 4/3 permette lo stesso risultato....come fai a dire che non varia il rapporto di riproduzione a seconda dei diversi sensori?

Dicesi R (o RR), rapporto di riproduzione (o rapporto d'ingrandimento) il seguente:


R= (dimensione immagine proiettata SUL supporto sensibile)/ dimensione reale oggetto


Ora riprendo per semplicità un immagine (ben) fatta dallo stesso Andrea Giorgi in un altro post:



A è la grandezza reale e fisica dell'oggetto.
B è la grandezza dell'oggetto proiettata sul piano del supporto sensibile.
il riquadro BLU indica la dimensione reale di un sensore piccolo.
il riquadro arancio indica la dimensione reale di un sensore di dimensioni maggiori.

E' semplicemente l'applicazione della definizionne tecnica di rapporto di riproduzione.
Viene da se capire con tale schema il tutto!

Ecco come faccio a dire che la dimensione del supporto non influisce e non fa variare il rapporto di risproduzione.
D'altraparte nella formula che definisce questo parametro, non vi è alcun riferimento appunto alla dimensione del supporto sensibile stesso.

Citazione:

lo uso (?) ma solo per comodità nel comprendere meglio i concetti.

Beh mi spiace ma li hai compresi assai male questi concetti.... Triste

Forse converrebbe prendere in mano un formulario ottico e studiarlo bene.
D'altraparte i concetti spesso nascono proprio da passaggi matematici che portano a certe formule che fisici, ottici ed ingegneri poi studiano e da cui ricavano concetti...

In tal caso ho capito benissimo cosa intendi tu, ma tale concetto non centra con quello di RR....

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Muad'Dib
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MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 11:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

E io che avevo detto ???
Muad'Dib ha scritto:
... Il rapporto di ingrandimento per i macro espresso con la espressione X:Y indica di quanto sarà ingrandito l'oggetto originale rispetto alla sua immagine sul sensore/pellicola.
Per un obiettivo con rapporto 1:1(=1) se fotografo una mosca delle dimensioni di 1,4 cm l'immagine prodotta dalla mosca sulla pellicola/sensore resterà 1,4 cm.
Per un obiettivo con rapporto 1:2(=0,5) se fotografo la mosca di prima da 1,4 cm l'immagine prodotta dalla mosca sulla pellicola/sensore sarà di 1,4 x 0.5=0,7 cm. Ovviamente da ciò si capisce che quel famoso rapporto non cambia in alcuno modo se monto quella lente su un banco ottico o su una compattina.

Spero che almeno adesso il concetto sia chiaro e che non si torni a discuterne per confutare ciò che confutabile non è.

Rolling Eyes

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palmerino
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MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 10:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Se la mosca fosse grande 24x36mm (un moscone) certamente non avrò problemi a fotografarla 1:1 con una full-frame: sensore è quello....come dimensioni.
Giusto, giusto...ma ce la farò.

Se usassi un' aps (eliminiamo il 4/3 perché provoca tensioni) non riuscirò a fotografarla tutta....allo stesso rapporto 1:1 perché il sensore è meno ampio.

Ergo, con l'aps sono costretto ad allontanarmi per fotografarla interamente e quindi ad usare un rapporto di riproduzione minore rispetto al full-frame.
O no?

Certamente se fotografo 1:1 con il sensore aps avrò le stesse dimensioni del soggetto da fotografare...ovvero se l' ala della mosca fosse lunga 1 centimetro avrò 1 centimetro sul sensore come registrazione.
Ma non entrerà tutta la mosca.

A che mi serve sapere che il rapporto 1:1 sarà uguale con tutti i diversi sensori (come formati) se poi la stessa porzione della realtà (badate bene) da fotografare impone diversi rapporti di riproduzione?

Perché per avere un medio tele con il full-frame mi occorre un 85mm (almeno) mentre con un sensore aps da 1,5x basta solo un 55mm?
Nessuno se lo è chiesto?

Perché la stessa realtà viene meno ingrandita...con l' aps.
Il concetto è così semplice.
Infatti alla stessa distanza di ripresa per un ritratto (circa 1 metro) con il sensore più grande si ha bisogno di una lunghezza focale maggiore.
Che (giustamente l' avete detto) regalerà un maggiore rapporto di riproduzione.
Oh....è matematica, ma il concetto dovrebbe essere chiaro.
Dopo tutte queste pagine. (?)


Ultima modifica effettuata da palmerino il Mer 11 Ago, 2010 10:39 pm, modificato 1 volta in totale
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Muad'Dib
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MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 10:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:
A che mi serve sapere che il rapporto 1:1 sarà uguali con tutti i diversi sensori (come formati) se poi la stessa porzione della realtà (badate bene) da fotografare impone diversi rapporti di riproduzione?
Ecco che come al solito imbrogli le carte. Parli di ingrandimento in stampa, vero ??
No, perché sennò non ho capito che roba è un rapporto di riproduzione (a meno che tu non intenda un rapporto sessuale finalizzato alla riproduzione delle specie, ma visto il contesto non credo davvero) fermo restando che il rapporto di ingrandimento, mi pare ormai assodato, rappresenta il rapporto tra la dimensione del soggetto e la dimensione dell'immagine sul sensore.
Però se vuoi ingrandire meno in stampa devi usare un sensore più grande, anzi meglio una bella 6x6 oppure un banco ottico, così puoi stampare a contatto la riproduzione di una bella anguria 1:1.
In ogni caso, quel numerino ti serve a sapere che rapporto di ingrandimento puoi raggiungere con quella lente in particolare, ma questo tu lo sai benissimo.
Poi se a te non interessa puoi pure cancellarlo dal barilotto e non-se-ne-parla-più.

palmerino ha scritto:
Perché per avere un medio tele con il full-frame mi occorre un 85mm (almeno) mentre con un sensore aps da 1,5x basta solo un 55mm?
Magari perché con una APS usi solo una parte dell'angolo di campo del 55, un angolo di campo simile a a quello dell'85mm, che però resta e mantiene inalterate tutte le caratteristiche del 55, compresa la PDC (che tra parentesi è l'argomento di questo topic) ???
Boh, magari mi sbaglio e c'entra la materia oscura e i neutrini ??? Surprised

palmerino ha scritto:
Infatti alla stessa distanza di ripresa per un ritratto (circa 1 metro) con il sensore più grande si ha bisogno di una lunghezza focale maggiore.
E dunque . . . Grat Grat Mmmmm Boh?
Ti vengono le vesciche alle mani ad usare un 85, un 135 o un 180 ???
A me no !!!

Very Happy

P.S: lo so la colpa è mia, ma ancora on ho capito dove vuoi andare a parare

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palmerino
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MessaggioInviato: Mer 11 Ago, 2010 10:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Perdonami: ma è sempre stato così.
Con la pellicola i macrofotografi usavano la 35mm (di solito) perché con il medio formato avrebbero dovuto usare ottiche molto "allungate" per avere un maggior rapporto di riproduzione e nello stesso tempo (purtroppo) avere profondità di campo ben inferiori. Triste

Forse non hai mai fotografato con la pellicola, a questo punto.
Esempio: se fotografassi uno still-life per un gioiello od una copertina di un cd....fotograferò il set così come sarà stato creato.

Non è che usando un banco ottico 13x18cm userò lo stesso rapporto di riproduzione di una pellicola 35mm.

Al cliente sul visore (si usava la diapositiva per l' editoria/tipografia) potevo mai far vedere una bellissima lastra 13x18cm....con una piccolissima foto del set delle stesse dimensioni della pellicola 35mm?
E tutto lo spazio intorno non utlizzato?

Cosa raccontavo al cliente...che tanto la foto andava ingrandita successivamente?
Un bel fattore "crop"?
Ed a che servirebbe allora il banco ottico ed i formati grandi....in generale?
Ad avere alti rapporti di riproduzione direttamente sulla pellicola.
Perché ragioni con la stampa finale?
Ragiona con la pellicola, anzi la diapositiva (foto finale)...se ti riuscisse complicato con il digitale.
Il digitale non ha cambiato la teoria.

Formati grandi=alti rapporti di riproduzione.
Alti rapporti di riproduzione=minore profondità di campo.
Quindi per la proprietà transitiva si ha:
Formati grandi=minore profondità di campo.

O vogliamo dire che una compattina digitale permette gli stessi sfuocati di una full-frame, a parità di angolo di campo e diaframma?
Credo che sia molto logico...il percorso.
Certo che un 50mm su una compatta darà lo stesso rapporto di riproduzione se si usasse la stessa ottica sul full-frae: ma è un 200m come angolo equivalente: certo non fotograferò un mezzo busto ad 1 metro come invece succede usando la stessa lunghezza focale sul full-frame.



ps: non voglio avere a tutti i costi ragione: posso tranquillamente sbagliare.
Anzi spero di sbagliare perché solo così si cresce.
E men che meno voglio fare la figura del professore che capisce tutto e gli altri non sanno nulla.
Sarei alquanto antipatico ed a molti (ma alla fine ognuno ha i suoi giudizi) purtroppo sarò visto così.
Pazienza.
Però spiego il ragionamento con esempi semplici.
Molto semplici.

Spiegatemi la differenza della pdc con i diversi formati di ripresa.
La logica...visto che non ci sono differenze (?) nei rapporti di riproduzioni tra i vari formati.
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milladesign
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 8:42 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:
Forse non hai mai fotografato con la pellicola, a questo punto.
Esempio: se fotografassi uno still-life per un gioiello od una copertina di un cd....fotograferò il set così come sarà stato creato.


mi sfugge il senso di quest'affermazione

palmerino ha scritto:
Non è che usando un banco ottico 13x18cm userò lo stesso rapporto di riproduzione di una pellicola 35mm.
Al cliente sul visore (si usava la diapositiva per l' editoria/tipografia) potevo mai far vedere una bellissima lastra 13x18cm....con una piccolissima foto del set delle stesse dimensioni della pellicola 35mm?
E tutto lo spazio intorno non utlizzato?
Cosa raccontavo al cliente...che tanto la foto andava ingrandita successivamente?
Un bel fattore "crop"?
Ed a che servirebbe allora il banco ottico ed i formati grandi....in generale?
Ad avere alti rapporti di riproduzione direttamente sulla pellicola.
Perché ragioni con la stampa finale?
Ragiona con la pellicola, anzi la diapositiva (foto finale)...se ti riuscisse complicato con il digitale.
Il digitale non ha cambiato la teoria.


palmerino, questo mi sembra arrampicarsi sugli specchi. il discorso va tarato su cosa stai fotografando. è ovvio che se fotografi un anello o un orologio usi una combinazione di formato e lente che ti consente di avere nitidezza, inquadratura adeguata e pdc sufficiente per mostrare il più possibile a fuoco l'oggetto e allo stesso tempo cerchi di ottimizzare il formato in funzione dell'uso che si farà dell'immagine. magari con un 13x18 ci fotografi una caffettiera, o magari una pendola da tavolo di cartier, no? o con un 6x9 una sella da bici (selle italia, tanto per citare un nome, ha la maggior parte delle foto di catalogo su fotocolor 6x9, tra l'altro bellissimi). ma tutto questo non centra con il reproduction ratio, centra solo con il fattore di ingrandimento dell'immagine per l'uso finale (catalogo, pagina adv, affissione, libro d'arte, qualsiasi cosa ne voglia fare) per evitare di tirare al limite l'immagine ottenendo minor definizione del dettaglio. sono tutti campi di applicazione, quelli prettamente commerciali, dove il discorso "tanto l'immagine la guardo dalla distanza giusta" non regge nemmeno per una frazione di secondo perchè se dici al committente del lavoro che il particolare del quadrante del suo orologio da 15.000 euro non è definito nella stampa della sua brochure 20x25 in carta patinata da 250 grammi perchè va visto alla giusta distanza ottieni in sequenza: un vaffanculo, un non essere pagato o il dover rifare il lavoro, probabilmente l'esserti bruciato un cliente e se poi c'è di mezzo, come è plausibile, un'agenzia di pubblicità, anche lo sputtanamento rapido nell'ambiente.

il digitale non ha cambiato la teoria fotografica, ma ha cambiato la pratica di riproduzione stampata dell'immagine, per il semplice motivo che un'immagine può essere stampata 1:1 in dimensioni che con la pellicola erano impossibili: con 12 Mpixel ci fai circa un 24x36 a 300 dpi, le lastre più grosse che mi ricordo sono il 20x25...

palmerino ha scritto:
Formati grandi=alti rapporti di riproduzione.
Alti rapporti di riproduzione=minore profondità di campo.
Quindi per la proprietà transitiva si ha:
Formati grandi=minore profondità di campo.


certo, ma minore rispetto a cosa? sono 9 pagine che diciamo che la profondità di campo dipende dall'ottica e non dal formato. è ovvio che un 300 mm che riproduce l'angolo di campo di un 50 mm applicato al 24x36, a parità di scena inquadrata nel relativo formato produce una pdc circa sei volte più ridotta rispetto a quella del 50.

palmerino ha scritto:
O vogliamo dire che una compattina digitale permette gli stessi sfuocati di una full-frame, a parità di angolo di campo e diaframma?
Credo che sia molto logico...il percorso.
Certo che un 50mm su una compatta darà lo stesso rapporto di riproduzione se si usasse la stessa ottica sul full-frae: ma è un 200m come angolo equivalente: certo non fotograferò un mezzo busto ad 1 metro come invece succede usando la stessa lunghezza focale sul full-frame.


anche qui, sono 9 pagine che diciamo che a pari angolo di campo e diaframma un'immagine prodotta dal sensore piccolo ha più pdc di quella del sensore grande per un fattore pari al rapporto tra i sensori, per il palese motivo che sul sensore piccolo uso un'ottica più corta con una maggior pdc.

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Giorgio
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palmerino
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 9:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Il concetto.
Deve restare il concetto, non sapere come un pappagallo che la pdc dipende dalla lunghezza focale, dalla distanza di messa a fuoco e dal circolo di confusione.
Vi è una ridondanza: l' obiettivo e la distanza di messa a fuoco equivale al rapporto di riproduzione.
Mi sembra così chiaro come dire che 4/2 ed 12/6....possiamo entrambi affermare che uno è il doppio dell' altro.
Sintesi.

Perché usare una medio formato in ripresa invece di una compattina per riprendere una sella?
Perché il medio formato darà più dettagli nella successiva stampa.
Ma non è il dorso da 50mp a dare questo (non solo), ma proprio il fatto che la sella sarà riprodotta ben più grande.
Potremmo anche usare una futura full-frame da 50mp, ma rimane il fatto che con il medio formato avremo sempre un rapporto di riproduzione maggiore e questo, di riflesso, comporterà un ben minore ingrandimento finale a parità di stampa.




Ci riprovo: se fotografassi una chiesa con il suo campanile mi occorrerà un grandangolo con il full-frame, diciamo un 28mm.
Bene, a che mi interessa sapere che il 28mm avrà la stessa pdc se usato su un' aps od una medio formato....se sarò costretto ad usare lunghezze focali diverse?

E perché con l' asp sono costretto ad usare un 12mm o su una medio formato un più lungo 50mm?

Perché ogni formato ingrandirà diversamente la scena da fotografare.
Se prendessi una diapositiva 6x9cm ed una 35mm con la medesima chiesa completa del campanile cosa vedrò sul visore?
Una chiesa riprodotta ben più grande (circa 2,5 volte) rispetto all' altra.
E' non è (accipicchiolina) perché abbiamo usato un ben diverso rapporto di riproduzione in ripresa?
Sì, per questo.
E non è' che questo e soprattutto questo influirà nella profondità di campo?
Sì.

Certamente influirà: andando a stampare entrambe le foto in un bel 30x45cm ci saranno ben diverse profondità di campo se si usasse lo stesso diaframma.

Mi dirai: ma con una si è usato il 50mm e l' altra il 28mm: l' ottica conta.
Ma è un riflesso della diversa riproduzione effettuata in ripresa.
Io volevo far comprendere il perché si usano ottiche diverse e cosa questo comporta.

Un fotoamatore allora comprenderebbe che l' angolo di campo equivalente od il fattore di moltiplicazione (1,5 od 1,6x a seconda delle aps) sarà una conseguenza del diverso rapporto di riproduzione da usare in ripresa.

Comprenderà che usare formati più grandi comporterà l' uso di focali equivalenti (come angolo di campo) maggiori perché avremo un maggiore rapporto di riproduzione della realtà.
Questo comporterà vantaggi (maggior sfuocato...) e svantaggi (minore profondità di campo...) e dipenderà dai generi fotografici che si andranno a fotografare, come il ritratto invece di un paesaggio/architettura.


Sapere la regoletta a memoria o che una focale di lunghezza maggiore regala una minore profondità di campo non è comprendere il concetto.

Domanda: perché la pdc dal piano di messa a fuoco è meno ampia verso la fotocamera (1/3) e leggermente più ampia (2/3) verso le zone più lontane?
Ve lo siete mai chiesti?
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 10:31 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:
Se la mosca fosse grande 24x36mm (un moscone) certamente non avrò problemi a fotografarla 1:1 con una full-frame: sensore è quello....come dimensioni.
Giusto, giusto...ma ce la farò.

Se usassi un' aps (eliminiamo il 4/3 perché provoca tensioni) non riuscirò a fotografarla tutta....allo stesso rapporto 1:1 perché il sensore è meno ampio.

Ergo, con l'aps sono costretto ad allontanarmi per fotografarla interamente e quindi ad usare un rapporto di riproduzione minore rispetto al full-frame.
O no?

Ci rinuncio Palmerino... non ho capito se non vuoi capire o se non capisci e basta.
Il concetto è talmente semplice che ancora non l'hai capito... Triste

Applichi la tua limitata esperienza (limitata non perchè poca ma perchè limitata appunto a quanto facevi tu) e pontifichi sul resto.

il concetto è matematico e fisico ed è semplice.
tu non lo accetti e quindi Amen....

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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 10:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

Domanda: perché la pdc dal piano di messa a fuoco è meno ampia verso la fotocamera (1/3) e leggermente più ampia (2/3) verso le zone più lontane?
Ve lo siete mai chiesti?


e difatti l'ennesima perla.... pensi che la ripartizione della PDC sia valida in generale sempre?
te lo sei mai chieste se il terzo anteriore e i 2 terzi posteriori si abbiano con qualsiasi ottica e inq ualsiasi condizione di ripresa? Rolling Eyes

Il fattore pupillare non lo consideri?
Eppure dovresti sapere che incide l'assimetria dello schema ottico ad esempio.

E dovresti anche sapere che all'atto pratico, spesso nelle macro a certi valori di R e in certe condizioni la distribuzione è di metà PDC avanti e metà dietro.

e che quindi quanto tu affermi sopra non ha validità generale.
Solitamente solo chi non è addentro allo studio ottico prende per buoni certi miti: non dico sia questo il caso però considerando anche il concetto errato di R esposto sopra, il dubbio viene...

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Cos78
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 10:46 am    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

Mi sembra così chiaro come dire che 4/2 ed 12/6....possiamo entrambi affermare che uno è il doppio dell' altro.


ora ho capito tutto.... o forse nulla...

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Andrea Giorgi
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 11:58 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Palmerino ha scritto:
Domanda: perché la pdc dal piano di messa a fuoco è meno ampia verso la fotocamera (1/3) e leggermente più ampia (2/3) verso le zone più lontane?
Ve lo siete mai chiesti?

Risposta: non è assolutamente così.

Ti riporto la parte finale del solito link di nadir, che a questo punto sarebbe bene ti leggessi pure tu:

Un luogo comune da sfatare è che la profondità di campo si estenda per due terzi dietro il piano di messa a fuoco e per un terzo davanti ad esso. In realtà questo non avviene quasi mai: se la distanza di ripresa è piccola, la profondità di campo tende ad essere simmetrica rispetto al piano di messa a fuoco, mentre se la distanza di ripresa è grande, essa si estende dietro il soggetto per ben più di due terzi.

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Muad'Dib
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 12:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Forse non hai mai fotografato con la pellicola, a questo punto.

Io ci rinuncio, basta, mi arrendo, mi sono stancato. Sò morto
L'unica cosa che mi scoccia è che questi interventi generano in chi non ha chiaro il concetto, una confusione inimmaginabile.
palemerino ho fotografato a pellicola per più tempo di quanto ho dedicato al digitale, ho usato prevalentemente reflex 35mm, ma anche telemetro 35mm e biottiche e SRL 6x6, e un paio di volte, anche banchi ottici (mi pare sinar)
Ma a te questo non importa e non deve importare.
Non ti consento e non ti permetto di insinuare alcunché nei miei confronto come in quelli di chiunque altro solo in nome di una (presunta) teoria contorta, confusa e senza un fine chiaro e intelleggibile di scadere a livello di attacchi personali.

Anzi sai che ti dico, hai ragione su tutta la linea, io non capisco una mazza, butto tutto quello che ho e mi compro una bella 4/3, anzi meglio, cambio passione e da domani mi metto a costruire navi in bottiglia.

Da questo momento non interverrò più in questo topic se non in veste di moderatore.

Enzo Rolling Eyes

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bandolero
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 3:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non ho letto tutto il thread perchè è un fiume di pagine, però di una cosa sono sicuro: la profondità di campo non è un argomento di cui discutere, è una formula matematica e scientifica ormai assodata ed univoca per tutti.

Mi sembra che si voglia fare un sacco di confusione solo per dimostrare che un formato è meglio di un altro...

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palmerino
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MessaggioInviato: Gio 12 Ago, 2010 10:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

So bene che al rapporto 1:1 la risicata profondità di campo si estende davanti e dietro il piano di messa a fuoco equamente.
Per poi ad altissimi rapporti di ingrandimento ribaltarsi la situazione, ovvero dietro al soggetto è meno ampio.
Alle medie ed alte distanze invece si dice che la profondità davanti al soggetto è meno ampia rispetto all' ampiezza dietro.
Genericamente 1/3 davanti e 2/3 dietro.
Genericamente.
E senza scomodare formule, facile comprendere il perché.

Invece non sono riuscito a comprendere la vostra logica e come solo le formule possano illuminarci.
Nel caso riuscissi a comprendere anch' io, grazie.
Altrimenti, buone foto "matematiche".
Continuerò a vederla con più semplicità e praticità.
Lo dico senza ironia, mi raccomando.

Mi fermo anch' io qui perché non mi sembra che vi siano altri informazioni salienti atti a comprendere questa benedetta pdc.



ps: quando (?) ho parlato che un formato sia migliore di un altro....non l' ho compreso.
In macchine fotografiche ho appena risposto ad un fotoamatore che potrebbe scegliere il full-frame per alcuni generi fotografici e l' aps per altri.
E senza parlare di compatte, sistema 4/3, Sigma con il suo Foveon ed altri formati digitali.
Però la mente umana è ricca e variegata.
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Cos78
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MessaggioInviato: Ven 13 Ago, 2010 7:51 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

palmerino ha scritto:

Alle medie ed alte distanze invece si dice che la profondità davanti al soggetto è meno ampia rispetto all' ampiezza dietro.
Genericamente 1/3 davanti e 2/3 dietro.
Genericamente.

ma proprio no Palmerino... si vede che hai poca esperienza di lunghi tele... altrimenti sapresti che spesso la PDC è sostata oltre il piano di maf non solo per 2/3 ma in modo maggiore.
C'è anche un discorso di fattore pupillare dietro e varia da obiettivo a obiettivo e che va tenuto in considerazione a certe distanze e a certi R.
Citazione:

E senza scomodare formule, facile comprendere il perché.

non è facile, è semplicistico.
e scorretto.

le formule si scomodano proprio per capire che certi concetti alla buona sono spesso limitativi e danno un approssimazione a volte anche accettabile, a volte no.
in questo caso in moltissime condizioni di ripresa, questa approssimazione NON è accettabile.
E non mi venire a dire che generalmente il fattore pupillare di un obiettivo è pari a 1 e che quindi si semplifica tutto....

Citazione:

Invece non sono riuscito a comprendere la vostra logica e come solo le formule possano illuminarci.

Le formule descrivano in modo più preciso possibile la realtà fisica.
I concetti pressapochistici no: portano solo a conclusioni spesso errate come nel caso che stiamo trattando.
che sia la mia logica da ingegnere ad essere poco logica?
forse per chi non ha mai studiato fisica, ottica e matematica potrebbe essere così...
Citazione:

Continuerò a vederla con più semplicità e praticità.
Lo dico senza ironia, mi raccomando.

semplicità o semplicisticità?

una formula può essere semplice ma non semplicistica.
un concetto se bene formulato anche.
L'importante e non cadere nel tranello dei miti!

Ricordi il discorso di tempo fa secondo cui a parità di rapporto di riproduzione alcuni sostenevano che la PDC non variasse tar obiettivi (realmente esistenti) di focale diversa?
questo errore nasceva giacchè invece di usare formule più precise possibili, si usava un concetto che molti ritengono semplice.
ma in realtà era semplicistico e portava appunto a quell'errore.

Ovvio che poi chi per esempio non ha mai fatto una macro di un certo tipo, di calcolare la PDC di un obiettivo o di un altro per considerare la convenienza tra l'uno e l'altro (scelta dello stesso per minimizzazione deglis catti in certi lavori) diventa solo una conoscenza accademica.
Per altri invece significa risparmio di tempo e lavoro.
Che sia per questo che non trovi utili formule e matematica?
D'altra parte spesso e volentieri hai riferito nel reportage il tuo genere fotografico prevalente.
Un genere che non abbisogna di conoscenza spinta.... ma in ogni caso il non conoscere approfonditamente cosa stà sotto la fotografia, non significa poi rigirare concetti precisi.
Ad esempio il concetto di rapporto di riproduzione l'hai confutato e rigirato senza averlo compreso.
Sopra è riportata la formula che definisce tale parametro.
E' una formula semplice e chiara.
Eppure invece di finire il discorso e comprenderlo, ancora una volta si è passati a discutere di altro e nello specifico della poca utilità delle formule.... peccato! Triste


a proposito, dici di sapere bene come è distribuita la PDC ad esempio a R pari a 1.
ma in base a cosa lo sai?

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palmerino
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MessaggioInviato: Ven 13 Ago, 2010 8:25 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho scritto genericamente, ovvero le fotografie che mediamente ogni fotografo esegue.
Chi usa supertele già è una foto specialistica, settoriale.
Come chi arriva e supera il rapporto 1:1...spesso.

E' ovvio che se al rapporto 1:1 la pdc sarebbe equivalente dal piano di messa a fuoco ed alle medie distanze circa 1/3 davanti e 2/3 dietro il piano (circa: niente di matematico)...va da sé che si usa un cannone, il piano dietro al soggetto a fuoco sarà ancora maggiore rispetto a quello anteriore.

Poi in queste foto di solito il soggetto è ben ingrandito, quindi ripreso con un alto rapporto di riproduzione: ergo la pdc sarà minima.
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