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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Dom 09 Mgg, 2010 5:57 pm Oggetto: Arnold Hauser: Sociologia dell'arte |
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Approccio sbagliato all'arte ? insomma capire questo intreccio aiuta o non aiuta ?
A me sembra un interessante spunto per riportare con i piedi per terra chi vuol far credere che artisti si nasce, che l'arte è una cosa instillata nella mente di taluni solo per concessione divina, che se una foto è una mediocre il problema è solo di chi non ha compreso l'arte di cui è intrisa e soprattutto perchè attribuisce all'arte una dimensione terrena e razionale, spiega perchè nasce in un modo piuttosto che in un altro, in un determinato contesto piuttosto che in un altro. |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Dom 09 Mgg, 2010 7:00 pm Oggetto: |
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H. Auser, Storia sociale dell'arte.
Mi stupisco che qualcuno riapra certi libri, non me ne stupisco avendo avuto il piacere di una breve conoscenza personale e l'onore della sua presenza a miei affari personali.
c. |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Dom 09 Mgg, 2010 8:31 pm Oggetto: |
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Si, il titolo esatto è quello .. questa edizione Einaudi in 3 volumi che ho trovato dimenticata nello scaffale più nascosto del mio "libraccio preferito" si chiama "Sociologia dell'arte" e dovrebbe essere la summa del pensiero di Hauser. 4 euro ben spesi .. ... aaah se ne capiscono di cose così .. Dicevo che mi mancavano dei pezzi e chissà quanti altri me ne mancano .. |
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fast2 utente attivo

Iscritto: 10 Set 2006 Messaggi: 2082 Località: underground
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Inviato: Dom 09 Mgg, 2010 9:15 pm Oggetto: |
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4 euro? su ebay si trova a 70 euro e passa
Qundi chiunque è potenziale artista? se lavora col massimo impegno, sopporta dei sacrifici e suda sette camicie può arrivare ad essere un illuminato? Non è necessario anche essere predisposti?. E' vero che il muschio cresce anche suile pietre  |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Dom 09 Mgg, 2010 9:39 pm Oggetto: |
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fast2 ha scritto: | 4 euro? su ebay si trova a 70 euro e passa
Qundi chiunque è potenziale artista? se lavora col massimo impegno, sopporta dei sacrifici e suda sette camicie può arrivare ad essere un illuminato? Non è necessario anche essere predisposti?. E' vero che il muschio cresce anche suile pietre  |
Direi che dipende dal suo pubblico o dalla sua "gente" definirlo artista ... In fondo ogni definizione presuppone unl'altra persona o un altro gruppo che la pronuncia. L'"artista" avulso dal mondo, chiuso in una cella sarebbe definibile "artista" ? farebbe le stesse cose ? E lo stesso artista che produce per un determinato pubblico, sarebbe definibile artista da un altro pubblico completamente diverso ? ...
Boh .. di certo la prospettiva intriga non poco ..
Per quanto riguarda il lavoro duro dell'artista, mi piace questo passaggio:
"senza una formazione corrispondente alla situazione di volta in volta vigente non nasce nessuna arte importante" ... (pardon per il taglio brutale che non tiene conto del contesto)
Quindi per come la vedo io la premessa è la formazione, è l'essere legati comunque a qualcosa ... le conclusioni non sempre coincidono (anzi molto raramente coincidono) con l'essere diventato un artista ..
(eppure dove mi giro vedo un pullulare di artisti avulsi da tutto e che ignorano molto )
p.s. per i 4 euro, pronto ad esibire scontrino. L'ho sempre detto che "Il Libraccio" è oltre (a patto di avere la pazienza di spulciare tra gli scaffali e a volte nel "torbido", tra la Tamaro e Moccia ) ... |
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ciauz utente

Iscritto: 07 Mar 2008 Messaggi: 131 Località: Padova
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Inviato: Mar 11 Mgg, 2010 10:20 am Oggetto: |
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Mi viene a braccio, tratto da un saggio dello scrittore svizzero Robert Walzer (1878-1956) sui vari aspetti del talento.
“Nell’arte non si tratta mai di innovare, ma solo di concepire una certa cosa in modo nuovo, mai di fare pulizia, ma solo di essere puliti, mai di creare nuovi valori, ma solo di cercare di essere in prima persona colmi di valori – sono parole di Walser (Storie che danno da pensare) -. Ai dilettanti, invece, piace soprattutto essere degli innovatori,gente che dà una ripulita al mondo e lo sovverte, laddove a questo mondo non ci sarà mai, in lungo e in largo, nulla che essi siano in grado di migliorare. Solo la passione, l’impeto del sentimento, il duro destino personale di un uomo sincero può, alla fine di una singolare carriera, imporre al mondo qualcosa di mai esistito prima, ma questo avviene sempre e assolutamente da sè. Verso l’esterno l’autentico artista è leale, silenzioso e non impetuoso”
Arte chiama arte: non perdetevi (se ne avete la possibilità) questo spettacolo: “A una ballerina principiante”. In scena la compagnia Xe di Firenze. _________________ Photoblog: carlodainese.wordpress.com Site: dainese-photography.com |
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bird101 utente attivo

Iscritto: 27 Lug 2005 Messaggi: 1286
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Inviato: Mar 11 Mgg, 2010 4:58 pm Oggetto: Re: Arnold Hauser: Sociologia dell'arte |
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Salvatore Carrozzini ha scritto: | Approccio sbagliato all'arte ? insomma capire questo intreccio aiuta o non aiuta? |
non so se sia sbagliato e tantomeno so se aiuta o no, ma non ho capito a chi e a fare cosa.
a fare i fotografi artisti o i critici d'arte?
l'artista produce e mette se stesso nelle varie forme di espressione che vuole e dal momento che sposta la concentrazione dalla sua produzione alla valutazione di sé come artista ha già smesso di fare arte. se si pone, seriamente, la domanda "sono artista o no?", la risposta è no.
piuttosto meglio chiedersi "ho messo l'anima, sudore e lacrime, vomito e merda nelle mie produzioni?"
"guardando, annusando, ascoltando, toccando le mie opere ci sono io dentro?"
non ho mai letto libri sul tema, ma credo che sia l'opera a contenere l'artista e non viceversa. _________________ Ciao |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Mar 11 Mgg, 2010 5:23 pm Oggetto: Re: Arnold Hauser: Sociologia dell'arte |
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bird101 ha scritto: | non so se sia sbagliato e tantomeno so se aiuta o no, ma non ho capito a chi e a fare cosa.
a fare i fotografi artisti o i critici d'arte?
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nessuna di tutte e due le opzioni ... nell'eventualità semplicemente a capire le cose (attività a cui si possono dedicare tutti: i non artisti e i non critici d'arte ... chiamiamoli i curiosi ) ...
bird101 ha scritto: | sposta è no.
piuttosto meglio chiedersi "ho messo l'anima, sudore e lacrime, vomito e merda nelle mie produzioni?"
"guardando, annusando, ascoltando, toccando le mie opere ci sono io dentro?"
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anche qui, bisogna vedere di che sangue, sudore, lacrime, vomito e merda si tratta perchè, personalmente al genio nato non credo molto ...
se quell'"io" che si mette nell'opera è "poca roba", a convincersi di aver fatto qualcosa di "grande" è solo un individuo che non sa guardare oltre al suo naso ... credo ... |
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bird101 utente attivo

Iscritto: 27 Lug 2005 Messaggi: 1286
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Inviato: Mar 11 Mgg, 2010 6:00 pm Oggetto: |
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rimanendo nell'ambito della curiosità, qualche domanda:
perché convincersi di aver fatto qualcosa di grande?
non basta essere convinti e basta? non basta essere convinti di aver buttato dentro l'opera tutto sé stesso?
la grandezza, relativa, è un metro, una comparazione, un riferimento esterno; ma perché serve sapere se è grande o no? l'artista che fa "a chi ce l'ha più lungo" non ce lo vedo, non gli serve... credo sia più roba da critici.
può l'artista, da solo, svincolarsi dai confronti e addirittura pensare di sé la grandezza assoluta?
un matematico, programmatore ibm, strippa per la letteratura, studia, scrive racconti e romanzi, gli piacciono, ci crede, ci ha buttato tutto sé stesso dentro. passa il tempo e li porta ad un editore... qualche anno dopo vince il nobel per la letteratura. non parla quasi mai, ha riso una volta sola dieci anni.
come è nato non lo so e non so se gli sia servito guardare molto oltre il suo naso per mettere sé stesso nelle sue opere. non credo pensi alle sue opere come cose grandiose, forse non pensa nemmeno alle sue opere. ne cerca i difetti e basta. forse.
...beh, una conclusione c'è: non so tante cose  _________________ Ciao |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Mer 12 Mgg, 2010 1:06 am Oggetto: |
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Io penso che la convinzione in se stessa è qualcosa di controproducente per chi non vede oltre il proprio naso, mi piace più come concetto l'insoddisfazione rispetto alla convinzione di aver fatto il massimo .. forse è una comoda scappatoia, ne sono consapevole.
La convizione "consapevole" invece l'ammiro. Non nascondo che uno che oltre il proprio naso vede eccome, mi ha fatto venire, molto di recente, un brivido dietro la schiena quando ha affermato: il massimo è oggi, oggi è questo il massimo che posso fare ( i pensieri sono stati : "non ci arriverò mai a dirlo, non riuscirò mai ad essere perfettamente consapevole e poi a dire il mio: è il massimo che posso fare").
Per evitare di andare troppo fuori tema, credo che la convizione di aver fatto il massimo rischia di portare anche al nulla se non si conosce quello che c'era prima, durante e dopo la propria creazione artistica. Non credo che le azioni di ognuno siano avulse dal contesto, credo che siano condizionate direttamente o indirettamente dal contesto, quindi tanto vale conoscerlo per avere consapevolezza della provenienza dei propri stimoli. Già il semplice fatto di sapere che esiste e che carattere ha l'arte popolare, l'arte di massa ed quella d'avanguardia aiuta chi istintivamente crea a capire che sta creando e perchè, a chi lo deve indirizzare (e magari anche perchè percepisce come insoddisfacente quello che crea ... )
Non c'è molto di "magico" ovviamente, nè alcuna visione romantica in questo genere di artisti consapevoli di se stessi e del piccolo frammento di storia in cui si collocano i loro gesti, ma forse è un approccio più "onesto" rispetto a quelli che vogliono mascherare l'ignoranza con l'atteggiamento del genio che non rispetta regole, stili, che crea senza vincoli, senza studio, senza metodo.
Io osservo anche tanti fotografi che pensano di aver fatto il massimo e che sentono di aver toccato l'apice, ma basterebbe mostrargli quello che è stato fatto prima e durante il loro percorso "artistico" per relativizzare le loro creazioni. Da osservatore esterno, mi chiedo perchè dovrei ricordarmi di uno di loro e non di un altro se per tecnica, stile, contenuto è uguale a mille altri. Dov'è quel suo io che tanto lo rende orginale e unico .... (finchè non resta chiuso nella sua bottega) ?
Da curioso questi aspetti mi affascinano, da fotoamatore l'istinto è di gettare la macchina fotografica, da insoddisfatto l'unica certezza è di saperne sempre troppo poco e che c'è forse anche troppo cammino da fare per sapere tutto quello che è giusto sapere prima di dare un senso ad una qualsiasi creazione (pseudo)artistica, anzi prima ancora di provare a farla.
p.s. pure io non è che ne so un tubo .. ingurgito, rimescolo e "vomito" dubbi ..  |
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bird101 utente attivo

Iscritto: 27 Lug 2005 Messaggi: 1286
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Inviato: Mer 12 Mgg, 2010 2:04 am Oggetto: |
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interessante.
la convinzione nelle proprie opere, che è ben lontana dalla convinzione in sé stesso in quanto artista, ok, questa convinzione è alla base: se l'artista stesso non crede in quello che fa come possono crederci altri?
ma la convinzione in quello che si fa non porta a definirne i risultati perfetti, compiuti, definitivi, assoluti.
la convinzione in quello che si fa porta solo a metterci tutta l'anima mentre lo fai. i risultati possono anche essere meno che mediocri: il risultato non è proporzionale all'impegno, quest'ultimo è e deve essere, sempre massimo.
l'opera composta di getto, per esempio il capriccio di puccini, non è che sia risultato di scarso impegno. è solo venuta fuori rapidamente. gilles peress ha realizzato telex tehran in poco tempo: è un capolavoro. impegno massimo comunque.
di magico credo ci sia ben poco, c'è disciplina, metodo, costanza, abilità.
l'artista pop, finto figo, con le calze gialle e l'abito nero, che fa cose "riconosciute" belle, è un prodotto di consumo. non rimane. alda merini, gilles peress, coetzee... semplicemente rimangono.
allevi, si consuma. è fruizione momentanea. fa cose belle, non fa cose "sue". fa design, va fuori moda.
gilmour rimane, coltrane rimane. ogni singola frase è l'anima dell'autore, è arte. il massimo è oggi, come dici, e forse non ne sono nemmeno consapevoli pienamente. non compongono per i critici, per il pubblico, per il festival. creano quello che sono, punto.
proprio r. wright diceva che a voler essere sé stessi, sempre, in quello che si fa c'è da correre il rischio di essere considerati dal mondo come un poveraccio. lo fa lo stesso. corre il rischio, e lo fa al massimo. the wall rimane.
perché dovrei ricordarmi di allevi? di zizola?
cosa mi hanno dato che non sapevo già?
un collage di sonate, allegri ripescati quà e la e messi in forma "leggera"?
qualche foto ad effetto, composta col trucchetto, supercontrastata?
i fotografi che conosci, che sono arrivati, in realtà forse non sono mai partiti. non li conosco, ma forse sono in tempo per partire se credono e sono convinti della meta, ma possono anche rimanere a confrontarsi con riferimenti mediocri ed essere soddisfatti del confronto esterno.
ma confrontarsi con sé stessi è altra cosa. serve disciplina e metodo. aggiungerei talento ma poi introduco troppa carne al fuoco.
essere sé stessi basta e avanza ad essere unici, ma non basta a fare cose che rimangono.
chi fa arte e decostruisce il passato, in qualche modo deve costruire qualcosa nel presente. l'arte non è tangibile ma comunque la materia prodotta deve dare qualcosa. i punk, hanno decostruito ma hanno anche costruito.
non ho letto hauser, l'ho sentito nominare oggi per la prima volta, in verità credo che non lo leggerò.
mi sono introdotto senza conoscere il tema e forse sto portando la discussione altrove.
pardon. _________________ Ciao |
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Daniele Nesi non più registrato
Iscritto: 19 Gen 2005 Messaggi: 805
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Inviato: Mer 12 Mgg, 2010 5:38 am Oggetto: |
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in generale condivido l'intervento
ps..sicuro non fosse roger waters a dire che a voler essere sé stessi, sempre, in quello che si fa c'è da correre il rischio di essere considerati dal mondo.........
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bird101 utente attivo

Iscritto: 27 Lug 2005 Messaggi: 1286
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Inviato: Mer 12 Mgg, 2010 9:51 am Oggetto: |
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esatto, la fretta, la fretta... e poi erano le due!
errata corrige:
waters non wright
telex iran non tehran _________________ Ciao |
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