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Salviamo il fotogiornalismo italiano
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Autore Messaggio
AleZan
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MessaggioInviato: Mar 16 Mar, 2010 4:16 pm    Oggetto: Salviamo il fotogiornalismo italiano Rispondi con citazione

Esiste un nuovo blog con questo titolo. Ne dà notizia Photobox.
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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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efke25
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Località: VITERBO

MessaggioInviato: Mar 16 Mar, 2010 4:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mi pare morto da un pezzo (anzi da un'Epoca... ricordate il glorioso settimanale?)
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my blog is http://unattimopersempre.blogspot.com
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Mauroq
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Messaggi: 26033
Località: Lido di Ostia

MessaggioInviato: Mar 16 Mar, 2010 6:52 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Lo ricordo, paginoni con fotone in b/n Sbav
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il mio sito
La perfezione ha un grande difetto, ha la tendenza ad essere noiosa.
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fast2
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Località: underground

MessaggioInviato: Mar 16 Mar, 2010 8:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Da cosa lo dobbiamo salvare? Mah io mi preoccupo dei popoli e del nostro pianeta che va a pezzi
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Cosimo M.
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Iscritto: 03 Gen 2007
Messaggi: 4330
Località: Molfetta (Ba)

MessaggioInviato: Mer 17 Mar, 2010 2:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non lo ordina il medico di fare il fotogiornalista.
E se al pubblico tali foto non interessano, sarà il caso di dedicarsi ad altro, a meno che non lo si voglia costringere con i fucili alla tempia.

Soprattutto in italia dove tutti sono allenatori di calcio, ingegneri, grafici ed anche fotografi.

_________________
Cosimo Marino - La mia galleria su Flickr
"Avere una fotocamera non significa essere un fotografo"
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Filippo Rubin
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Messaggi: 5784
Località: Ferrara

MessaggioInviato: Sab 20 Mar, 2010 8:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Cosimo M. ha scritto:
Non lo ordina il medico di fare il fotogiornalista.
E se al pubblico tali foto non interessano....


Fosse così semplice la questione...

Fai il fotogiornalista di mestiere tu?
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Anonimo.
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Iscritto: 14 Gen 2006
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MessaggioInviato: Sab 20 Mar, 2010 9:21 pm    Oggetto: Re: Salviamo il fotogiornalismo italiano Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Esiste un nuovo blog con questo titolo. Ne dà notizia Photobox.

Se il fotogiornalismo si identifica con la foto del leonka con celerino cattivo sullo sfondo, come purtroppo succede da DECENNI in Italia, si capisce perchè il pubblico non ne pianga la dipartita.

Alberto
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il signor mario
bannato


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MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 12:12 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Si identifica anche con la vittoria di un italiano al WPP con una foto decisamente valida.
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Anonimo.
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MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 12:56 am    Oggetto: Rispondi con citazione

il signor mario ha scritto:
Si identifica anche con la vittoria di un italiano al WPP con una foto decisamente valida.

..ne abbiamo già parlato qui. Quella non è una foto, è un titolo-alla-moda con immagine attaccata. Se togli il titolo potrebbe essere qualunque cosa...
A forza di parlare di multimedialità si è infilata dove non avrebbe dovuto, e abbiamo foto con musica, foto con poesia, foto con comizio, foto con slideshow...
Il fotogiornalismo dovrebbe essere GIORNALISMO. Illustrare FATTI, non preconcetti, visioni politiche, propaganda. Vale per il giornalismo scritto, messo malissimo pure lui, ma per il fotogiornalismo siamo da decenni in coma profondo. Le balene sono sempre squartate, le donne sempre coperte dal burka, i negretti hanno sempre le mosche sugli occhi e i pulotti sono eternamente inkazzati. E' la versione streettarola delle tette sottoesposte in bianconero che fanno arte...


Alberto
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il signor mario
bannato


Iscritto: 01 Ago 2006
Messaggi: 9653

MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 9:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Lo so, volendo c'è anche un bellissimo speciale dell'Europeo sugli italiani al WPP.
Sul fatto che il giornalismo debba essere asettico non mi piace, per quello ci sono le agenzie tipo ANSA, il giornalismo, per come lo vedo io, DEVE avere un'opinione deve essere "di parte" deve esserlo, ovviamente correttamente, perché l'essere al di sopra delle parti è impossibile e temo quei giornali e quei giornalisti che si dichiarano equidistanti, che dichiarano di non avere un'ideale che li guida. Ormai sono abbastanza grande per sapere che non esiste una sola verità e una sola parte da cui guardarla. Per capirci, la guerra che stiamo combattendo in Afganistan può essere vista, e documentata, in decine di maniere diverse a seconda di come la si vede. Esempio Marine: che regala cioccolata, foto con colori tenui e ripresa dall'alto (un classico del fotogiornalismo pro USA) o che minaccia qualcuno col suo M16 foto con colori duri e ripresa dal basso (altro classico, questa volta del fotogiornalismo contro USA) ben vengano entrambe perché insieme mi consentono di farmi un'idea MIA della guerra in Afganistan.

Ma temo di essere andato molto OT
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 11:46 am    Oggetto: Rispondi con citazione

direi che a leggere certi interventi si capisce perché il fotogiornalismo in italia lo si vuole morto.

piu in generale
il fotogiornalismo in italia arranca da 50anni perché manca la cultura dell’informazione fotografica e quindi mancano leggi che regolano e che garantiscono l’attività.
Le fotoagenzie, ad esempio, vendono sottocosto facendone ricadere il danno solo sulla pelle dei fotogiornalisti. Ste benedette fotoagenzie non hanno obblighi verso nessuno e non devono nemmeno rispondere a costi produzione…quando poi c’è stringere la cinghia non esitano ad abbassare ulteriormente il prezzi col risultato di disincentivare ancora di più a produrre lavori di qualità
I bravi fotogiornalisti ci sono anche in italia, vedi WPP ma non solo…ma se vogliono campare della professione devono cercare nelle agenzie all’estero
Poi ci sono fotoamatori che per il solo piacere di usare la fotografia per raccontare una storia si fanno un mazzo cosi sapendo bene di non ricavarne niente...a partela soddisfazione della mostra
…e se qualcuno di questi riesce ad entrare nell’orbita di nacional geografic e riesce pure a pubblicare un libro come claudio cricca “faceless”...beh, tanto di cappello
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fast2
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MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 12:19 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

I fotogiornalisti ci sono e anche buoni, è l'editoria che non li valorizza. Sui giornali vedo raramente trascrtitti i nomi dei fotografi. Contano solo il gossip e le vaccate dei soliti noti Wink
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Anonimo.
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MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 12:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

il signor mario ha scritto:
..Sul fatto che il giornalismo debba essere asettico non mi piace, per quello ci sono le agenzie tipo ANSA..

...il racconto è SEMPRE di parte, il giornalismo asettico non lo fa l'ANSA ma neanche la telecamera di sorveglianza, perchè già l'angolo di ripresa è interpretazione. Però il FOTOgiornalismo dovrebbe essere fatto con le FOTO, non con i titoli. Se mi metti due tipe su una terrazza di una casa che guardano giù puoi attaccarci il fumetto "Cirooooooo! la pizza è prontaaaaaa!" oppure "Viva le libere elezioniiiiiiii!", restano sempre due tipe su una terrazza: non è informazione di parte, è ASSENZA di informazione. Il messaggio è nel titolo, non nella foto.
@Daniele: sempre invocare leggi, sempre chiedere regolamenti.. per fermare "gli altri", ovvio.. Tre poliziotti e quattro avvocati dietro ogni cittadino anche al cesso.. Rolling Eyes Le fotoagenzie non sono Visitors, sono fatte da imprenditori, spesso loro stessi fotografi, e da fotografi che trovano CONVENIENTE associarsi. Spesso è grazie alle agenzie che acquistano prestigio e riescono a vendere anche le immagini meno riuscite. E se il mercato non apprezza le foto di qualità, non è anche perchè ce ne sono poche, e gira tanta fuffa pseudo- eccezziunale? Se gli inviati girano/scrivono /scattano i servizi dalla terrazza dell' albergo presidiato dai tank, oppure escono a malapena di duecento metri dal villaggio Alpitur nell' oriente misterioso, che cavolo di foto vai a fare?
I nostri paparazzi hanno fatto scuola: non se la tiravano, non cercavano i massimi sistemi, si consumavano le suole e sudavano, e raccontavano storie,e tutto il mondo li conosce. Adesso fondano le Fabriche, senza doppie che fa più figo e alza la fattura: sarà mica colpa della legge?

Alberto
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Daniele Nesi
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Iscritto: 19 Gen 2005
Messaggi: 805

MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 2:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

nencioni
le immagini meno riuscite si vendono proprio perchè le "fotoagenzie" italiane sono gestite, non da visitor, ma da gente "furba" che trova piu conveniente comprare foto scarse a poco e rivenderle a prezzi di "mercato"...in italia
le fotoagenzie italiane (salvo pochissime eccezioni) non sono altro che il prodotto di una cultura che non prevede la fotografia come mezzo di informazione...tutto il resto è a cascata.
se nelle riviste il rapporto testo foto in italia sta 3 a 1 nei paesi come la francia o di stampo anglosassone spesso è l'inverso
ma secondo te perchè agenzie come VU possono nascere e crescere in francia e non italia?
...o agenzie come la VII possono nascere crescere negli usa e non in italia?

la foto vincitrice del WPP è una gran bella foto che racconta un atmosfera, un momento. Sono pochissime le foto che non necessitano di didascalia (luogo, data,soggetto...) ..per una serie di motivi che inutile stare ad elencare

ma poi cosa c'entrano quelli che fotografavano valter chiari in via veneto tra una pasticceria e un hotel 5stelle con chi fotografa in zona di guerra?

scrivi: sempre invocare leggi, sempre chiedere regolamenti.. per fermare "gli altri",
scusa,gli altri chi?
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Anonimo.
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Iscritto: 14 Gen 2006
Messaggi: 6707

MessaggioInviato: Dom 21 Mar, 2010 3:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Daniele Nesi ha scritto:
...ma poi cosa c'entrano quelli che fotografavano valter chiari in via veneto tra una pasticceria e un hotel 5stelle con chi fotografa in zona di guerra?

...zona di guerra. O di polvere, o di cacca, comunque più lontana di 500 metri dall' enclave blindata o dall' hotel Palestine di turno o dall' elicottero pronto a riportarti all'aeroporto. E quelli che fotografavano la Dolce Vita facevano reportage, piccoli, leggeri certamente, ma raccontavano storie, non calendari: molto fotogiornalismo moderno parte con l'impaginazione e titoli già fatti prima di partire, e si vede.
Daniele Nesi ha scritto:
.....scrivi: sempre invocare leggi, sempre chiedere regolamenti.. per fermare "gli altri",
scusa,gli altri chi?

...quelli che non svolgono l'attività come vorrei io ai prezzi che vorrei fare io (e possibilmente facendo le foto che so fare anch'io). La "cultura dell'informazione fotografica" non la imponi per legge, ma con le immagini e la loro forza. In Italia la fotografia e la cultura in genere si è seduta su rendite di posizione, si è chiusa nei circoli fighi e un 'zacco off, ed è sparita dall' orizzonte popolare. La fotografia "pensata" si è nascosta tra l'avanguardia sottoesposta e la propaganda peggio che il Ducione sulla mietitrebbia, e intanto che i Veri Fotografi si guardavano l'Ombelico (ovviamente tutto maiuscolo) la fotografia è diventata sinonimo di scatto di compleanno oppure di gnocca fashion. Le belle foto sono sparite dalle case, e senza l'abitudine l'occhio si atrofizza - e poi ti credo che la scena si riempie di mezze cartucce a basso costo. Guarda il mondo anglosassone: ritratti familiari dal fotografo tre volte all' anno, corsi di fotografia in tutte le scuole, attrezzature a basso costo per iniziare, giornalini scolastici per farsi le ossa. CURIOSITA', voglia di novità, partecipazione: magari bastasse un tariffario e un vigile urbano per farlo applicare, per far tornare (o venire) la voglia di guardarsi in giro... E' proprio l'approccio che è esistenzialmente diverso. Guarda questo forum: i genitori più "avanti" regalano una LOMO Surprised al pupo - il modo più "culturalmente sciccoso" e sicuro di non riuscire a scattare una foto soddisfacente e gratificante neanche per caso; oppure discettano sul valore educativo della focale fissa, della messa a fuoco manuale e della diapositiva, tutte cose super-menose che per uno che comincia sono affascinanti come un'iniezione di penicillina. In altri Paesi regalano la LegoCam, la BarbieCam, la High School Musical Cam, piccole digitali per piccoli bambini, e le mamme fanno scrapbooking con i figli, che sarà pure una cretinata ma ti familiarizza con la matericità della fotografia: dài oggi, dài domani il valore dell' immagine lo impari, e anche il piacere dell'immagine bella e presentata bene...

Alberto
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bird101
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Iscritto: 27 Lug 2005
Messaggi: 1286

MessaggioInviato: Dom 28 Mar, 2010 11:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

giacchè non mi piace quasi nulla, penso che non voglio salvare quasi nessuno e che sia meglio che il fotogiornalismo, anzi il giornalismo al completo, che ci ritroviamo oggi specialmente in italia, muoia... chissà per poi rinascere sperando si essere più fortunati.
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Ciao
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gaetano_df
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Iscritto: 01 Feb 2007
Messaggi: 820

MessaggioInviato: Ven 02 Apr, 2010 1:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Alberto Nencioni ha scritto:
Guarda questo forum: i genitori più "avanti" regalano una LOMO Surprised al pupo - il modo più "culturalmente sciccoso" e sicuro di non riuscire a scattare una foto soddisfacente e gratificante neanche per caso; oppure discettano sul valore educativo della focale fissa, della messa a fuoco manuale e della diapositiva, tutte cose super-menose che per uno che comincia sono affascinanti come un'iniezione di penicillina.

Mi sento chiamato in causa per un mio intervento precedente... e quindi - pur se OT - rispondo: saranno pure cose super menose ma è da lì che si parte, come alle elementari sull'abbiccì. Forse per essere meno "avanti" allorché mia figlia - ad un certo punto del suo personale percorso - mi ha chiesto una fotocamera di formato quadrato (avrà avuto i suoi buoni motivi, fossero anche semplice curiosità) avrei dovuto comprarle una Hasselblad, però data l'età ancora piuttosto giovane, né ce la vedo con gli amici o a scuola con quel mattone al collo, né era mia intenzione farla sperimentare spendendo più dei trenta euri che mi è costato il trendissimo attrezzo di plastica. E in ogni caso non è qui che mi devo giustificare... Il resto, dal punto di vista dell'apprendimento, spetta semmai a me come padre e come possibile insegnante (parola grossa, ma non ne trovo altre).

Per restare in tema, non credo che senza essere passati da un'ottica fissa e dalla messa a fuoco manuale si possa imparare a gestire il inguaggio fotografico - soprattutto del reportage - e la profondità di campo che ne è - a mio avviso, potrei essere contraddetto ma io la penso così - la chiave principale; gli zoom moderni non hanno più nemmeno i riferimenti incisi sopra.... E lo stesso vale sempre nella mia modestissima opinione e nella mia idea della fotografia di reportage, per l'uso della pellicola; il perché non lo dico io ma la storia del fotogiornalismo. Penso semplicemente che sia utile e alquanto formativo ripercorrere le strade di coloro che hanno fatto quella storia per impadronirsi di quel linguaggio e traslarlo al mondo attuale con consapevolezza critica, scegliendo ciascuno i propri numi tutelari e cercado attraverso il loro esempio di formare una propria personale visione.
Questo se si vuole imparare a gestire i suddetti parametri in maniera appunto consapevole e quindi applicarli anche allo strumento digitale o agli obiettivi a focale variabile per i quali - disgiunti o insieme - occorre un approccio differente. E sempre che parliamo di fotogiornalismo perché lo scrapbook con la mamma è un'altra cosa.

Potrei dire - sullo stesso piano delle osservazioni che se non erro mi vengono rivolte - che sempre qui sul forum si vede nelle sezioni critiche una marea di roba fuori contesto, senza una partecipazione effettiva allo scatto da parte dell'autore che non ha, o non vuole, o non intende - quello che volete voi - dedicarsi a padroneggiare la tecnica per farla propria e applicarla al linguaggio. E questo secondo me a prescindere dall'essere fotoamatori o professionisti che il linguaggio fotografico nulla ha a che vedere con assignments compensi e fatture. A riprova posso dire di aver conosciuto (pochi) appassionati di notevole valore e (diversi) professionisti mediocri, alcuni molto. E a ulteriore commento aggiungo che la massa di immagini al chilo che si produce oggi è molto figlia di quest'attitudine un po' superficiale o quantomeno leggera, che fa si che si debba pigiare solo un bottone senza curarsi non tanto del resto ma dei perché del resto. Appunto, la leggerezza fa parte degli scrapbook ma qui - mi pare - il contesto era profondamente diverso.

Però, per fortuna, quelli che emergono (Masturzo è sicuramente fra questi, a mio avviso), non sono sprovveduti e hanno un percorso alle spalle, non solo fotografico ma di contesto, culturale, di profondità di approccio, che li pone qualcosa al di sopra degli altri (e infatti le loro immagini sono significative e lasciano tracce, e le giurie se ne accorgono eccome).
Oggi molti criticano quella fotografia ma nessuno di quelli che la criticano (o sbaglio?) ha mai immaginato, nemmeno sognandolo, di prepararsi e partire per un paese in conflitto a descrivere un fenomeno come quello delle donne sulle terrazze di Teheran, senza dimenticare qual'è il ruolo e l'ambiente in cui è confinata la donna nella società islamica sciita dell'Iran; talmente importante, dal punto di vista umano, storico e sociologico, che una bravissima regista iraniana, Shirin Neshat, pur ambientandolo in una diversa dimensione temporale, ne ha fatto un film eccezionale "Donne senza uomini"; se vi capita, non perdetelo, per quanto esso sia doloroso assai.
E allora con queste premesse, perché continuare a dare addosso al fotogiornalismo invece di evidenziarne questa funzione, come ho già detto altrove, alta?

Peraltro sul tema specifico del thread ho avuto modo di intervenire altrove, i partecipanti alla discussione erano gli stessi, i discorsi e le polemiche pure, non mi pare valga la pena ripetere quanto già detto. Aggiungo che ho talvolta l'impressione che chi critica lo fa - non sempre ovviamente - con gli stessi presupposti della volpe che non arriva all'uva.

@Nesi, ti quoto in tutto.

Se il bersaglio non ero io... va bene lo stesso.
Con simpatia a tutti quanti, buona Pasqua.

Wink
Gaetano
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Iscritto: 14 Gen 2006
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MessaggioInviato: Ven 02 Apr, 2010 2:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

gaetano_df ha scritto:
...Per restare in tema, non credo che senza essere passati da un'ottica fissa e dalla messa a fuoco manuale si possa imparare a gestire il inguaggio fotografico ...

...c'era chi era contrario all' elettronica sulle auto, ai servofreni, all' avviamento elettrico e persino ai treni a vapore. Opinioni rispettabili, che non reggono agli eventi ma pazienza. Io molto più praticamente osservo che non si può ogni volta inventare la ruota, e che il nostro tempo è limitato: il tempo che si dedicava alla messa a fuoco manuale può essere impiegato a imparare le tecniche di elaborazione e archiviazione, per dirne solo due. La cura e l'amore per tecniche e tecnologie di ieri è cosa ottima, ma prioritariamente SECONDARIA, e ormai attività specialistica. Anch'io utilizzo una 6x6 meccanica ad obiettivo fisso, e mi piace molto: ma i miei allievi la vedranno solo su wikipedia. Ha senso sacrificare il tempo per la conoscenza dei mezzi moderni per imparare a usare, anche benissimo, dei pezzi da museo? E per favore non dire che si possono fare tutte e due le cose perchè non è vero: stiamo parlando di fotografia amatoriale, non di scuola o accademia militare, in cui peraltro il tempo è ugualmente limitato. Io preferisco suggerire il piacere ottenibile dai mezzi di adesso e domani, non raccontare quanto e come mi divertivo io. Aggiungo, non vedo un valore "etico" dei mezzi, il fisso il bene e lo zoom il male: la tecnologia è un continuo cambiamento, il mio papà storceva il naso davanti ai telemetri e agli esposimetri al selenio, e mi raccontava che il nonno si rifiutava di usare il 35mm. Quindi, per carità, al bambino si può dare la Lomo, il cavallino di legno e la trottola a frusta, sicuramente si divertirà e non lo danneggia certamente. Ma dopo? Ha un senso per il SUO futuro fotografico, o è un bagno di rassicurante nostalgia per il genitore? Ai corsi in cui insegno io conosco un sacco di gente di mezza età che mi dice "io con la pellicola facevo delle belle foto, ho paura col digitale di non riuscirci più". E' banale paura (e ignoranza) del nuovo, non maggior valore del vecchio.

Alberto
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Shedar
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Iscritto: 06 Dic 2007
Messaggi: 3651
Località: Amena

MessaggioInviato: Ven 02 Apr, 2010 3:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Albè ...in pratica agli attuali studenti di matematica, alle elementari, faresti imparare direttamente integrali e derivate saltando a piè pari tutto quello che viene prima .......perche' tanto ormai esistono le calcolatrici ed i computer? Smile

Mo vengo da te e, durante il prossimo corso che organizzi, rubo tutte le batterie agli studenti. ^^


Ma poi ....ndo sta la differenza di tecnica nell'utilizzare una pellicola od un sensore? Se prendi una 35mm moderna, a pellicola, la usi esattamente come una digitale ...
Se devi lavorare in Manuale esegui le stesse procedure sia se nel dorso hai una pellicola sia se hai un sensore.
Non puoi perdere 5 seondi a dire "se usate un negativo meglio esporre a sinistra"? ^^

IMHO la demonizzazione della pellicola sta solo nella testa di chi non è sicuro della propria tecnica. Smile
Facile capire se hai cannato una foto guardando un display e scattarne, a caso, altre 200 fino ad imbroccare quella giusta. ^^

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gaetano_df
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Iscritto: 01 Feb 2007
Messaggi: 820

MessaggioInviato: Ven 02 Apr, 2010 3:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Guarda, penso proprio che il problema è nell'approccio differente.
Personalmente non sono mai stato in grado di fare una post produzione decente - e non lo sono ancora perché per lavoro mi affido ad altri - fino a che non ho riferito quell'esperienza allo sviluppo e alla stampa di un negativo.
Questo mi pare esemplifichi il discorso.

Io non rifiuto il digitale e utilizzo anche diversi obiettivi zoom, li utilizzo per alcune condizioni di lavoro e ne sono entusiasta per certi versi e per le possibilità pressoché infinite che questi strumenti offrono. Trovo però che il mio patrimonio tecnico attuale sia tale perchè ha attraversato determinati passaggi, che continuo a ritenere indispensabili e che, soprattutto, hanno formato il mio linguaggio e mi hanno consentito di applicarlo alle nuove tecnologie. Il valore assoluto è quello, è il modo di esprimersi, non il mezzo con cui ci si esprime; nessuna nostalgia, quindi.

Questo pensiero parte da una visuale leggermente diversa da quella che mi pare tu stia proponendo: se devo fotografare un avvenimento di cronaca, penso che, per una serie di motivi, del digitale non ne posso fare a meno; se invece devo dedicarmi a fotografare il carnevale in Barbagia, come mi è appena successo, ho necessità di servirmi di strumenti diversi perché le mie foto devono raccontare in maniera diversa; decido cioé di utilizzare una grammatica differente e anche se decidessi di utilizzare il digitale come supporto mi porterei dietro i miei soliti 35mm e 50mm con un 28 in tasca; perché? perché la mia visione è in quel modo, è quella. La questione quindi non è se mi piace o meno il digitale o la pellicola ma quale tecnica e quale linguaggio devo utilizzare per raccontare una determinata situazione.
In tal caso e nello specifico, utilizzo gli strumenti che si avvicinano alla mia visione più intima, ma, ripeto, mi chiedo come si faccia a riconoscere e formare la propria visione se si utilizza uno zoom che parte da 16mm, senza un riferimento che sia uno sulla ghiera, che abbraccia tutto senza discrimine e che - nella maggior parte dei casi - viene tenuto costantemente sulla focale minima senza criterio, impedendo già da solo di pensare a cosa mettere nell'inquadratura?

Io (anch'io ho degli allievi, pur se può sembrare incredibile), cerco di insegnare questo, esenzialmente a dare qualche criterio per formare una propria visione che mi sembra la cosa più importante. In quest'ottica - e, ripeto, senza alcun pregiudizio né nostalgia - resto nelle mie convinzioni.
E nemmeno gli dico di cambiare le loro ottiche (mi guarderebbero malissmo) ma li invito a fotografare per un giorno intero con la stessa focale nastrando la ghiera delle focali dello zoom fissata sempre sullo stesso punto, scegliessero loro quella che in quel momento gli si addice di più. Alla fine tornano tutti al mio discorso perché nella maggior parte dei casi vedo che si piazzano al massimo (in ampiezza) sul 28mm.
Perché mi piace questo fatto? perché è una scelta fatta da loro esercitando il loro sacrosanto diritto di critica su se stessi.

Se andiamo al sodo dei fotografi che emergono nel fotogiornalismo oggi, (Masturzo, Ackermann, Zizola, Pep Bonet, Antoine D'Agata, giusto per fare i primi nomi che mi vengono in mente) la loro storia anche oggi ci dice questo, anche se il supporto espressivo non è più la stampa all'argento ma l'in-motion. La loro visione è personale, perfettamente identificabile e riconoscibile.

E nel fotogiornalismo o (se vogliamo allargare) nella fotografia di documentazione (ma è valido in tutti i generi forse, penso al ritratto - quello vero), non si può prescindere dalla strada tracciata, che fino a mica secoli fa, si parla di pochi anni, era fatta di supporti materici e strumenti che consentivano obiettivamente di scegliere forse con minore libertà ma sicuramente con maggiore consapevolezza il linguaggio della fotografia. Magari per poi stravolgere tutto, ma consapevoli di cosa si sta facendo.


Ah, ho perfino la macchina con il servosterzo, anche se non ho più la televisione... Wink

Ciao
Gaetano


Ultima modifica effettuata da gaetano_df il Ven 02 Apr, 2010 3:55 pm, modificato 2 volte in totale
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