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Gli italiani al WPP: due commenti da leggere

 
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AleZan
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MessaggioInviato: Mar 16 Feb, 2010 12:07 pm    Oggetto: Gli italiani al WPP: due commenti da leggere Rispondi con citazione

Su Fotografia & Informazione sono apparsi due articoli di commento ai dieci premi (tanti!) vinti da fotografi italiani al WPP di quest'anno.
http://www.fotoinfo.net/articoli/detail.php?ID=850
http://www.fotoinfo.net/articoli/detail.php?ID=848

In sostanza entrambi gli articoli lamentano il fatto che solo due di questi lavori siano stati realizzati in Italia mentre tutti gli altri, come gran parte delle immagini premiate, mostrano teatri di guerra ed altre atrocità provenienti da mondi per noi esotici.

Sono diverse però le ragioni che secondo i due autori sono all'origine di questa scarsa presenza di "soggetti nazionali", da entrambi definita come negativa: Capovilla crede che i fotografi siano soggetti ad una sorta di fascinazione per il mondi "altri" ed esorta invece a concentrarsi sui tanti possibili soggetti vicini a noi; Vacca invece sostiene che esiste un'interessante produzione locale realizzata da giovani fotogiornalisti italiani, ma che questa resta totalmente invisibile poiché non riscuote nessun interesse da parte dell'editoria ufficiale.

Io credo che entrambe le cose siano vere. Esiste obiettivamente un gravissimo problema di sostenibilità economica per chi oggi svolge o vuole intraprendere l'attività del fotogiornalismo, in Italia ma non solo.
Ed il punto quindi è la questione economica e di mercato: se i giornali (quotidiani, ma anche periodici) vendono di più (o credono di vendere di più) sfruttando l'impatto emotivo che l'orrore o l'"esotico" provocano sul lettore, allora difficilmente ci sarà posto per storie più "delicate" dove viene richiesto a chi legge una disponibilità (emotiva, intellettuale) ad approfondire, fosse solo per un momento, ciò che si vede/legge.
Fin qui nulla di nuovo. Ma può esistere una via per invertire la tendenza?

Pareri?

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fast2
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MessaggioInviato: Mar 16 Feb, 2010 8:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

E' più facile sfruttare le occasioni di povetà-guerre-terremoti sparse nel terzo mondo
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bird101
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MessaggioInviato: Gio 18 Feb, 2010 2:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

lo spirito del wpp sta nel suo nome, molto world, molto press... meno photo Smile

c'è un mondo che non partecipa al wpp, che non lavora per il mondo press, ma che lavora nel suo world "sotto casa" senza sensazionalismo, che l'editoria la cercano poco e quelli che la cercano (in italia) sono ovviamente snobbati.

da giovani a vecchi, italiani e non, delahaye, koudelka, scianna non lavorano per il press, fanno cose che la press non se la vedono proprio... cose senza tempo, la cui qualità non ha scadenza.

il wpp, dopo un anno è roba vecchia... anzi molta roba è già vecchia l'anno stesso...

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AleZan
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MessaggioInviato: Gio 18 Feb, 2010 2:25 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bird101 ha scritto:
lo spirito del wpp sta nel suo nome, molto world, molto press... meno photo Smile

c'è un mondo che non partecipa al wpp, che non lavora per il mondo press, ma che lavora nel suo world "sotto casa" senza sensazionalismo, che l'editoria la cercano poco e quelli che la cercano (in italia) sono ovviamente snobbati.

da giovani a vecchi, italiani e non, delahaye, koudelka, scianna non lavorano per il press, fanno cose che la press non se la vedono proprio... cose senza tempo, la cui qualità non ha scadenza.

Sottoscrivo.
Resta però il problema di campare per chi non è "ricco di famiglia".
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AleZan
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MessaggioInviato: Gio 18 Feb, 2010 2:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

La domanda: come campa "il fotogiornalista di qualità" (che non vuol dire "bravo", ma che privilegia la qualità e l'approfondimento) resta aperta.

In questa intervista a Guillaume Herbaut, si parla della chiusura di Oeil public (il mese scorso), e della crisi del modello dei "collettivi fotografici" che per un momento erano sembrati un'alternativa al tradizionale sistema delle agenzie.

Io penso che sia il sistema "a valle" da provare a cambiare...

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bird101
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MessaggioInviato: Gio 18 Feb, 2010 5:30 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

l'editoria sta globalmente e mediamente calando la qualità e di conseguenza anche i premi ad essa legata peggiorano, però la qualità delle foto che vediamo in giro potrebbe non essere solo "colpa" dei fotografi, alcuni potrebbero avere delle grandi foto nei cassetti ma purtroppo il mercato vuole altro... le bollette arrivano tutti i mesi...

i grandi che qualche anno fa vendevano a newsweek, hti, e vari altri magazine e quotidiani di qualità, oggi lo fanno molto meno, si vedono pubblicazioni meno "nobili": va da se che anche i grandi qualche marchetta la devono pur fare... di libri non ci si campa...

Ale il problema è che la modifica del sistema a valle coinvolge molti soggetti troppo diversi tra loro: il furbo, il bravo, l'ignorante, il commerciale rampante e quello spregiudicato, il fotografo etico, l'agenzia sensazionalistica... etc etc
sono d'accordo che a valle dovrebbe nascere quantomeno un "movimento" che faccia parlare di se in quanto a contenuti e non a forma di presentazione (vedi fallimento dei collettivi et similia).

ma credo anche che questo "movimento", che forse già esiste, non diventa movimento a pieno titolo poiché delocalizzato e spersonalizzato. non c'è una scuola romana, parigina, newyorkese: c'è "solo" un grande punto di incontro di nickname in mezzo a tanti altri.
un magazzino in disuso con delle stampe su tavole da muratore e 30 fotografi intorno forse farebbe parlare di se, 100 fenomeni sparsi per il mondo che nemmeno si conoscono... beh... è quello che viviamo.

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AleZan
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MessaggioInviato: Gio 18 Feb, 2010 6:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

... intanto io e te non riusciamo nemmeno a prenderci un caffé... Very Happy
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bird101
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MessaggioInviato: Gio 18 Feb, 2010 6:54 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

siamo dei nikname on the net Smile
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gaetano_df
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MessaggioInviato: Ven 19 Feb, 2010 4:52 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bird101 ha scritto:
lo spirito del wpp sta nel suo nome, molto world, molto press... meno photo Smile

c'è un mondo che non partecipa al wpp, che non lavora per il mondo press, ma che lavora nel suo world "sotto casa" senza sensazionalismo, che l'editoria la cercano poco e quelli che la cercano (in italia) sono ovviamente snobbati.


Io penso che si faccia tanta confusione. Il WPP non è meno photo, anzi; il punto è proprio che si tratta di press photo e la stampa attuale parla soprattutto delle grandi tragedie che il mondo vive quotidianamente. Questo può piacere o meno ma il risalto è inevitabilmente su quelle questioni.
Poi, se andate a cercare bene, soprattutto tra le stories, ci sono molti altri lavori non necessariamente basati su quel tipo di argomenti, che vincono ugualmente il premio nelle rispettive categorie. Il WPP premia perfino le daily stories e la fotografia sportiva e naturalistica...
Il problema è che poi questi premi vengono attribuiti a fotogiornalisti di altri paesi che sono sollecitati ad occuparsi di quegli argomenti dalla linea editoriale di giornali e periodici che qui ci sognamo e ci siamo sempre sognati, soprattutto da quando l'editoria è in mano alla pubblicità, questo è il vero nodo.

Vi siete mai chiesti perché sui nostri inutili patinati non c'è mai uno sfigatissimo reportage sociale accanto alle belle pubblicità a tutta pagina di pellicce, stereo, telefonini e sofisticati profumi?
Vi ricordate qual'è l'unico giornale italiano (vado a memoria, potrei sbagliarmi) che ha pubblicato lo splendido lavoro di Anthony Suau che ha vinto lo scorso anno? Internazionale, che non ha pubblicità fighette e che nel panorama editoriale italiano è una mosca bianca.
Eppure quello era un bellissimo reportage sociale - in tutti i sensi - che parlava di uno dagli aspetti fondamentali della crisi economica internazionale: nessuna guerra quindi e nessun bambino africano con la pancia gonfia e le mosche negli occhi.

bird101 ha scritto:
da giovani a vecchi, italiani e non, delahaye, koudelka, scianna non lavorano per il press, fanno cose che la press non se la vedono proprio... cose senza tempo, la cui qualità non ha scadenza.


Ma scusa... Koudelka è emerso con la crisi di Praga nel 68, mica con le sue fotografie degli zingari (venute prima cronologicamente ma arrivate sul grande palcoscenico dopo quelle di Praga e proprio in virtù di esse) e Scianna ha fotografato anche lui le guerre (Il Libano negli anni 80 ad esempio). Certo ora fanno altro ma la loro notorietà, l'arrivo alla grande ribalta - che consente loro adesso i contratti e gli assignment di cui godono - è passata anche, se non soprattutto, attraverso quei servizi.

bird101 ha scritto:
il wpp, dopo un anno è roba vecchia... anzi molta roba è già vecchia l'anno stesso...


Questo è vero ed è proprio su questo argomento che si riflettono le scelte della giuria. E non credo che sia un male, fa parte della fotografia di attualità; tra l'altro, come per Scianna e Koudelka, in questo modo, fotografi che svolgono in quel settore il proprio lavoro hanno la possibilità di emergere e di confrontarsi con altre tematiche, producendosi proprio attraverso i premi, i loro lavori.

Il lavoro del fotogiornalista, come ho avuto modo di dire altrove, non è quello di uno sciamannato che gira il mondo in sandali e canotta con la macchina fotografica al collo. Produrre i propri lavori costa, a volte molto.
Inoltre, nel momento in cui si intraprende una carriera in questo settore è inevitabile quanto obbligatorio confrontarsi con l'editoria periodica, almeno finché il proprio cognome non garantisce una continuità di lavoro di qualità, diciamo, per intenderci, più elevata.
Poi possiamo chiacchierare di quanto fatti come la guerra o le catastrofi vengano rappresentati privilegiano l'estetica al contenuto ma è un altro discorso. Ed è un discorso che a parte forse alcuni casi, le giurie tengono ben presente

Per tutti questi motivi,
fast2 ha scritto:
E' più facile sfruttare le occasioni di povetà-guerre-terremoti sparse nel terzo mondo

questo mi sembra un atteggiamento un po' superficiale.
In astratto, dal punto di vista del fotogiornalista non si sfrutta né è facile (eccezioni a parte che pur sempre ci sono ma che non rientrano in un discorso così generale).
Chi scrive una frase del genere, peraltro dalla comoda poltrona di casa davanti al computer - nella mia modestissima opinione - non credo si sia mai posto il problema di cosa costa in termini economici, di impegno, di progettazione, di consapevolezza e di professionalità, investire in un reportage sull'attualità internazionale, né, mi sia consentito, dei contraccolpi umani che comporta essere testimone di qualsiasi tragedia.
Io credo che occorra smetterla di non voler considerare questa funzione alta del fotogiornalismo, che invece merita giustamente il più ampio risalto.

Wink
Gaetano
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Dom 21 Feb, 2010 5:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

semplicemente penso che il WPP ci vuole, serve come il pulizer, l'oscar, grammi awards ecc...
lo si puo cricare, ha difetti da vendere....ma senza è meglio?
stesso discorso sul reportage di guerra o sui bambini africani...senza è meglio?

a chi critica i reportage di guerra per come vengono realizzati, e che magari il rischio piu grosso nella sua vita lo ha preso facendo un matrimonio o immergendo due dita nel rivelatore in c. oscura, dico di partire per l'afghanistan a proprie spese e vendere il lavoro e possibilmente tornare interi, e ripartire
Smile
e come è stato scritto una qualche marchetta la si puo fare....alzi la mano chi nel suo lavoro non ne ha mai fatte
Smile
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fast2
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MessaggioInviato: Dom 21 Feb, 2010 9:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

State a fa il minestrone Smile . Io vedo il risultato , non mi interessa sapere se sei sbarcato in africa col jet privato o ci sei arrivato in gommone, se ti muovi con la scorta armata o sei lì come un povero clandestino, se alloggi in hotel 5 stelle o in una baracca. Gudico soltanto il tipo di scelta e selezione della immagini che fa il fotografo e su questo discuto. Negli utlimi anni si sta mostrando solo la spettacolarizzaione del dolore, ipercontrastato con postproduzione a manetta. A questo sistema voi vi siete abituati che neanche più vi accorgete della deformazione avvenuta. per me queste cose non sono più informazione, ma serve a voi benestanti del mondo ricco, seduti comodamente sulla vostra tavoletta del cesso con una rivista in mano, esclamare "che belle foto" Smile
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Amarte
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MessaggioInviato: Lun 22 Feb, 2010 4:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

fast2 ha scritto:
E' più facile sfruttare le occasioni di povetà-guerre-terremoti sparse nel terzo mondo


Il mattatoio non è nel terzo mondo è sotto casa...

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Michaeldesanctis
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MessaggioInviato: Lun 22 Feb, 2010 8:18 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
E' più facile sfruttare le occasioni di povetà-guerre-terremoti sparse nel terzo mondo


non paragonerei quelle foto a quelle fatte, tra l'altro fra molti utenti del forum, ai poveracci nei paesi poveri(dove si fanno il viaggetto) e poi osannatti dalla maggiorparte degli utenti come opere di alto livelli.

Quanti di noi sarebbero in grado di fotografare come hanno fatto al wpp?
io tante foto non sarei stato in grado proprio di scattarle, ma li si premia il fotogiornalista.
Io mi preoccuperei di piu dei concorsi nazionali (davvero scadenti).

ciao M.

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Amarte
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MessaggioInviato: Mar 23 Feb, 2010 1:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

fast2 ha scritto:
State a fa il minestrone Smile . Io vedo il risultato , non mi interessa sapere se sei sbarcato in africa col jet privato o ci sei arrivato in gommone, se ti muovi con la scorta armata o sei lì come un povero clandestino, se alloggi in hotel 5 stelle o in una baracca. Gudico soltanto il tipo di scelta e selezione della immagini che fa il fotografo e su questo discuto. Negli utlimi anni si sta mostrando solo la spettacolarizzaione del dolore, ipercontrastato con postproduzione a manetta. A questo sistema voi vi siete abituati che neanche più vi accorgete della deformazione avvenuta. per me queste cose non sono più informazione, ma serve a voi benestanti del mondo ricco, seduti comodamente sulla vostra tavoletta del cesso con una rivista in mano, esclamare "che belle foto" Smile


quando Pietro Masturzo fotografava risciava al vita. Immortala un momento storico rischianto la vita... mica poco!

Hai visto le foto di Mohamed Abed? sai cosa sono le "fiamme" ritratte? Un arma mortale illegale! Una notizia importante e pericolosa per lui. Abed ha le palle per aver scattato quando tutti scappavano e ancor più per aver messo in giro queste foto.

Questo è FotoGiornalismo Ok! Ok! Ok!

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Cosimo M.
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MessaggioInviato: Mer 24 Feb, 2010 5:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Il punto è che il pubblico italiano è poco interessato al fotogiornalismo di qualità. Ma direi anche al giornalismo in generale.
Contestualmente, il "quinto potere", in Italia, diciamocelo francamente, è ormai ampiamente nelle mani di un unico potente soggetto.

E' quindi piuttosto ovvio che sia più facile far pubblicare notizie di terre lontane che sicuramente "non disturbano il conducente".
Che non gravi episodi a noi vicini, la cui divulgazione sicuramente da molto fastidio a coloro che poi firmano gli assegni.

Ultimissimo esempio:
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Minzolini-cosa-accade-a-L-Aquila-li-decido-io/15187.htm

Da notare che la notizia, nella sua oggettività, è totalmente censurata sui media tradizionali italiani. E' trapelata solo sui blog, e confermata per contrasto, dalla versione ribaltata riportata dall'organo di propaganda "il giornale".

Sottolineo come questo mio post voglia essere assolutamente apolitico.
Nel senso che quando la comunicazione è nella gran parte in mano ad un unico soggetto, che ha evidenti motivi di gestirla "pro domo propria", c'è un grosso problema. Problema che prescinde dal fatto che il soggetto si chiami Tizio, Caio o Semprenio, prescinde dal colore della bandiera e dalla bellezza degli slogan, prescinde il procalarsi di destra o di sinistra, di sopra o di sotto, di est o di ovest, di nord o del sud.

Del resto, ribadisco, per circa una metà della nazione questo problema, è trascurabile.

Quindi se si vuole fare "informazione" o "giornalismo", con o senza fotocamera, bisogna raccontare ciò che il lettore vuole ascoltare e ciò che l'editore (datore di lavoro) vuole si dica.

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mike1964
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MessaggioInviato: Lun 27 Dic, 2010 8:18 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Spostata nella nuova sezione "Street e Life Photography, Fotografia documentaria e sociale: la tecnica e le idee"

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