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Fotografia: internet ammazza tutti
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novel vogue
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 8:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non so che lavoro fate e quindi non posso farvi degli esempi pratici per cercare di spiegarmi... questa società si sta dividendo in due categorie: la prima è chi fa da se o si fa aiutare dall'amico hobbysta, la seconda sono gli 'iper', ipermercati, iperprofessionisti, ipertutto, quelli che ti offrono un servizio in megasconto e con tanto di elicottero, fuochi d'artificio, viaggio in barca a vela intorno al mondo... quindi grosse entità commerciali, società megagalattiche.
L'antico mastro artigiano non esiste più o se c'è è destinato a sparire andando di questo passo, come è accaduto in altri settori.
Lo vedo anche nel settore informatico, un tempo c'erano i negozi di pc, gli assemblatori, attività commerciali medio-piccole, oggi ci sono i megastore. Nel frattempo c'è chi ha provato a riciclarsi dando lezioni di informatica trasformando il negozio in piccole scuole, ma poco è rimasto e molti hanno chiuso.
Il computer o te lo assembli da solo ordinando i pezzi on-line (con tanto di tutorial a iosa) o lo prendi nel megastore. Meglio? Mica tanto per chi ha chiuso bottega ed è andato a lavorare in fabbrica e magari a fabbricare pc in catena di montaggio.
Noi siamo felici perchè il pc dell'iperstore costa meno poi però quando toccherà a noi 'chiudere bottega' non so se ci starà altrettanto bene.
Internet ha fatto tanto per elevare la cultura generale, è vero, ha però contribuito ad annientare la specializzazione perchè tutti sanno un po' di tutto e i pochi che conoscono bene qualcosa sono diventati spesso superflui.
Nel prossimo futuro quali settori potrebbero essere colpiti? Se fosse il nostro? Se mettono la segretaria on-line a basso prezzo (ci sono già degli esempi), oppure commercialisti e architetti... due click, una planimetria ed il commercialista, l'avvocato, il medico, diventano come i ragazzi dei call center... mille a lavorare a cottimo e gli altri chiudono bottega... Triste
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AleZan
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 8:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

wilduck ha scritto:
E' vero che non esiste un Albo riconosciuto dei fotografi? Perchè?

Perché in Italia non esiste un autentico curriculum di studi che ti porta formalmente ad avere il titolo di "Fotografo".
Mentre Ingegneri, Architetti, Medici... ma anche Assistenti sociali, Geometri, ecc. nel tempo hanno costruito categorie professionali forti basate su un curriculum di studi unico e riconosciuto formalmente.

Lungi da me difendere gli ordini professionali. Non mettiamoci in queste polemiche assolutamente OT.

Piuttosto le conseguenze di questo "buco" nell'accesso alla professione di fotografo attraverso un preciso curriculum di studi sono sotto gli occhi di tutti...

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wilduck
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 9:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Piuttosto le conseguenze di questo "buco" nell'accesso alla professione di fotografo attraverso un preciso curriculum di studi sono sotto gli occhi di tutti...


...temo di essere sulla stessa linea

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Cosimo M.
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 10:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:

Piuttosto le conseguenze di questo "buco" nell'accesso alla professione di fotografo attraverso un preciso curriculum di studi sono sotto gli occhi di tutti...


Purtroppo Ale, oggi la professionalità conta poco nella gran parte delle professioni. E gli albi sono una NON soluzione.
Perchè quando ci sono dei soldi di mezzo, nella società italiana, non è certo la preparazione a farti superare gli esami (magari di stato).
E il curriculum si può sempre costruire pagando.

Il punto è che, è sempre l'offerta di lavoro/servizi che si deve adeguare alla domanda.
Se il mercato chiede foto banali a pochi spiccioli, è inutile arrampicarsi sugli specchi con la creatività e l'artisticità.

C'è poi il problema, che oggi molti giovani si credono fighi nel fare i grafici, i fotografi, gli informatici, gratis per far vedere "quanto sono bravi".

Il discorso sarebbe lungo, ma per brevità lo chiudo qui.

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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 12:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
...Piuttosto le conseguenze di questo "buco" nell'accesso alla professione di fotografo attraverso un preciso curriculum di studi sono sotto gli occhi di tutti...

...non direi. Se in molti (ma mica poi tanti, alla fine...) sono diventati DAVVERO bravi per conto proprio con Internet e faidatè, allora è chiaro che il curriculum non serve. Se in pochi sono davvero bravi, come sempre è successo, allora non serve l'albo. Per avere i giornalisti a tassametro e gli avvocati abilitati a Catanzaro che abbiamo, tutti regolarmente Albati e Ordinati, meglio così. Non si può piangere sulle botteghe di lumi a petrolio e sui fabbricanti di fruste per carrozze che hanno dovuto chiudere. Io, a 58 anni, farmacologo ed esperto in documentazione biomedica, sto passando al professionismo nella foto da catalogo. Sono bravo, puntuale, onesto e veloce, e pure cortese, e se ne hanno bisogno faccio anche il ritratto al Presidente. Gli spazi ci sono, magari non così facili, magari non così glamour, ma le belle immagini sono sempre richieste. E con tutto che a un certo livello ci arriva la macchina in automatico, il gradino in più che fa la differenza (e gli euro) ce lo mette l'omino col ditino...

Alberto
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AleZan
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 11:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ecco, lo sapevo che partiva una polemica sugli Ordini... Smile Non ne parliamo per favore, non è quello il punto.

Forse mi sono spiegato male. Volevo dire...
Se in Italia ci fosse un percorso formale di istruzione che portasse alla specifica qualifica di fotografo (diploma o laurea non importa) e se questo percorso curricolare fosse unico e riconosciuto (come accade ad es. per medici, geometri, architetti, assistenti sociali...), sarebbe tutto molto più chiaro e semplice.

Chi vuole avviarsi verso questa professione saprebbe che strada fare, chi ha bisogno di un fotografo troverebbe sulle pagine gialle persone che hanno una sicura formazione riconosciuta. Queste persone potrebbero scrivere "Fotografo" sulla targhetta fuori dal portone o "Photographer" sul sito web.
Poi naturalmente i "pirati" ci sarebbero sempre, come succede oggi quando chiamo un idraulico e magari scopro che è uno che sta facendo il "secondo lavoro"...

E' chiaro che questo discorso vale solo per la fotografia professionale in senso stretto, quella cioè che ha sempre un committente e usa le immagini a scopo strumentale.
Chi usa la fotografia come fine a sé stessa, sperimenta, "si esprime", "crea", sconfina nel mondo dell'arte ed è ovvio che non ci si può laureare come "Artista".

Alberto, per me e te che siamo troppo vecchi per tornare sui banchi di scuola ci sarebbe sicuro qualche sanatoria..... Smile Pensa a come in Italia abbiamo "creato dal nulla" gli psicologi una trentina di anni fa....

ciao

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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 12:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ale, capisco quello che vuoi dire ma non sono convinto fino in fondo.
Prendo il tuo esempio degli psicologi. Un ordinamento che non esisteva perchè la materia era completamente nuova. Un qualcosa di nuovo che si rendeva indispensabile per la salute delle persone. Nasceva l'esigenza di tutelarle e di aprire la "professione" a persone che avessero fatto studi diversi da medicina e psichiatria.

Nel mondo della fotografia professionale è l'acquirente che compra e fa il mercato e i suoi interessi sono prettamente "economici". Ben venga per lui un amatore veramente bravo a basso costo che un professionista titolato ad un prezzo doppio.
Non è internet che "ammazza o meno" la fotografia. Eventualmente accelera determinati processi. Per me è più responsabile la mancanza di cultura e provo a spiegarne il perchè...

Le richieste di reportage fatte ai fotografi anni fa non esistono più, non per colpa di internet. Sono le riviste, i giornali, l'editoria in genere che non gliene frega più niente. Se qualche miracolato fotografo pro riceve una richiesta per un reportage a Mosca, ci deve andare in 5/6 giorni ed è buona se le spese non sono a suo carico.
Una volta i fotografi erano capaci di starci 1 mese per un sevizio analogo, con vitto e alloggio compreso, oltre al compenso pattuito.
Ai giornali, le riviste, cartacce o web, interessano le foto dei politici, degli attori, cantanti, escort, trans. Queste foto vanno a ruba.
I settori che si salvano e non sono a portata prettamente amatoriale è quanto ruota intorno a moda e pubblicità. In questi ambiti le capacità, la professionalità, la creatività sono costantemente apprezzati perchè fanno la differenza per vendere.
Concludo con un'osservazione. Anche nella moda e nella pubblicità è difficile parlare, oggi, di fotografia. Forse è più consono parlare di "immagine".
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Cipo
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 12:34 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Manuel C. ha scritto:
Una bella foto pochi la fanno,una bella immagine è diventata più alla portata di tutti Ok!


Già... Anch'io la penso così.

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wilduck
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 12:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Cosimo M. ha scritto:

C'è poi il problema, che oggi molti giovani si credono fighi nel fare i grafici, i fotografi, gli informatici, gratis per far vedere "quanto sono bravi".

Il discorso sarebbe lungo, ma per brevità lo chiudo qui.


Perchè i giovani di ieri non lo facevano?
Ma dai... Wink

Il vedere riconosciuta una propria abilità da altri...specie quando si è giovani....che cosa anormale...

mi piacerebbe invece tu potessi argomentare...

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Cosimo M.
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 3:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

wilduck ha scritto:
Perchè i giovani di ieri non lo facevano?
Ma dai... Wink
Il vedere riconosciuta una propria abilità da altri...specie quando si è giovani....che cosa anormale...
mi piacerebbe invece tu potessi argomentare...


Non vorrei essere frainteso.
E' sempre stato che, chi si immette in un nuovo mercato lavorativo, lo fa a prezzi bassi, per la normale esigenza di conquistare clienti.
Questo succede tipicamente ai giovani, ma anche a chi si deve "ricollocare".

Ma la mia netta sensazione è che ai tempi attuali qualcosa, a livello sociale, sia cambiato. C'è la tragica moda del "tutto gratis".
Oggi nessuno vuol fare il muratore e tutti vogliono fare gli architetti.

Io ho letto con i miei occhi, storie di informatici che si vantavano di essere passati a lavorare in ambito europeo, perchè loro erano "eroi" che si scapicollavano H24 per qualunque problema, senza mai lamentarsi del corrispettivo economico.

Qualche giorno fa leggevo su un quotidiano online nazionale di aziende che si lamentavano della mancanza di molti tecnici informatici.
Una palla colossale.
I tecnici ci sono e "siamo" addirittura troppi.
Solo che le aziende sono contente solo se possono assumere per tre mesi a 800 €/mese gente con la conoscenza di tutte le tecnologie esistenti e magari anche quelle ancora da creare.
Ma questi stipendi non coprono neanche le spese di istruzione, in un settore in cui la competenza tecnologica conquistata a caro prezzo diventa obsoleta ed inutile nel giro di pochi anni.

Insomma voglio dire che oggi troppe persone dimenticano che un lavoro è vero solo se ti permette di pagare le bollette alla fine del mese.
Altrimenti è meglio lasciare che i computer non funzionino, le foto non vengano scattate e così via.

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wilduck
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 4:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

per quello che hai detto sopra, legato all'ambito lavorativo, sono completamente d'accordo.

A livello sociale è cambiato molto, è tutta una mera questione di bilancio.

Io sono un giovane laureato, che verrà spolpato per i prossimi tre anni a tempo determinato da una multinazionale farmaceutica, dopodichè troveranno un altro giovane laureato che prenderà il mio posto per i soliti tre anni a tempo determinato...e così via.

Per i giovani di oggi mi sento di interpretare ciò che hai scritto: un lavoro è vero anche se ti dà una prospettiva in futuro...se il tuo orizzonte temporale sono i tre anni del tempo determinato, per forza farai il mammone a casa fino ai 35 anni...non hai molte garanzie.

A livello sociale ce ne sono di cose che non vanno, ne potremmo parlare una giornata intera...ma non credo che il problema sia internet o la diffusione delle tecnologie...

...piuttosto credo fermamente che siano le conseguenza del consumismo e della "globalizzazione" che, a mio parere, ci illude quotidianamente del nostro benessere che, sempre a mio avviso, dovrebbe essere misurato anche da altre cose.

Purtroppo è vero che prevalgono gli "iper"...i grandi numeri, le grandi catene, propongono lo stesso bene ad un costo minore...il piccolo artigiano, la piccola bottega, il piccolo alimentari, a parità di bene venduto, ha vista dura, purtroppo.

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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 5:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ragazzi, vi capisco, ma qui siamo in un forum di fotografia ed i problemi sociali non possono essere generalizzati al mondo del lavoro in genere ma al mercato della fotografia Smile
Qui non è questione di lavorare tre anni, gratis o altro... qui è questione di trovare mercato. Il mercato è quello imposto da riviste, giornali, editori. Quello privato legato a cerimonie come matrimoni o altro ha già collassato perchè alla "gente", alla "massa", non importa. Non ha la cultura per capire. Ma è giusto, è un diritto, la mia non è una critica.

Chi si svende, lavora gratis... possiamo trovare tante cause/scuse... ma non sono la vera causa. Il problema è che la "gente" è diventata la massa "celebrolesa" da sfruttare. Chiedo scusa per questa mia espressione ma non trovo niente di più indicato...
La Tv ormai inpazza e governa e trascina i rotocalchi. Purtroppo quello è il mercato della "fotografia" (chiamiamola immagine).

Per pubblicare un reportage presso un editore bisogna trovare uno sponsor perchè l'editore, di base, se abbraccia il progetto, non vuole rimetterci una lira.
Non è facile nemmeno per nomi blasonati del panorama italiano! Ci sono ricerche fotografiche di fotografi di fama che non vedremo mai perchè non si trova lo sponsor. Gli editori non azzardano più.

Ieri ho incontrato Berengo Gardin. Diceva che ha almeno 5 progetti in cantiere che da anni non riesce a pubblicare. Uno è legato ad un tema sociale molto delicato. Un'altro è legato alla città di Milano. Cose di un certo peso ed interesse comune che potrebbero essere sponsorizzate da assessori fino a disturbare qualche ministero. Stiamo parlando di Berengo Gardin che, piaccia o non piaccia, l'anno scorso ha ricevuto un premio alla carriera che, per un fotografo, è paragonabile all'oscar del cinema. Eppure, nonostante ciò, non riesce a canalizzare certi i suoi lavori; nonostante il nome.

Concludo dicendo che uno spiraglio c'è. Qualcosa cambia fuori dalle case, dove la gente si incontra. Sono sempre di più le persone che non "rispecchiano" la televisione e tutto l'indotto.
A livello locale di regioni, comuni, ogni tanto si apre uno spiraglio di luce, di cultura. Quasi fosse un'esigenza.

Credo che in futuro il "FOTOGRAFO" possa trovare una via in ambito locale/regionale conoscendo la propria terra e trovando modi di espressione dedicati a questa.

A livello professionale, la fotografia, sarà sempre più canalizzata dalle richieste di mercato.

Un altro problema è che prima le "immagini" le sfornava sempre il fotografo, oggi no Smile ... c'è il grafico, l'informatico, il dilettante esperto...
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2009 6:25 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Ecco, lo sapevo che partiva una polemica sugli Ordini... Smile ...

..è abbastanza inevitabile. Negli anni gli Ordini sono diventati (per colpa loro) sinonimo di Casta, tant'è che ci sono FORTI movimenti per la loro abolizione. Hanno dimostrato di non garantire nulla neppure quelli più antichi (avvocati e medici), come puoi pensare ad un percorso curricolare specifico per una professione così "artistica" e poco etichettabile come la fotografia? Non c'è molto da imparare sul piano delle nozioni, nel nostro hobby/attività: non ci sono tutte le ossa, i nervi e le malattie di un medico o i codicilli di un avvocato, la tecnica fotografica la impari tutta in un paio di mesi al massimo. Gli stessi cameraoscuristi con le loro ricette più complesse hanno bisogno solo di una frazione delle conoscenze di un farmacista "basic". Il resto è applicazione, esercizio, intuito, emozione, sensibilità, e queste non le puoi insegnare o valutare , meno che meno imporre o pretendere. Non esiste neppure un problema "difensivo": un cattivo psicologo può farti uscire di boccino completamente, il cattivo fotografo ti procura danni risibili e comunque più facilmente evitabili, e se il caso, rifondibili. Cosa te ne fai di un Ordine dei Pittori? porti via i colori a Magritte perchè non ha pagato la quota annuale?

Alberto
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MessaggioInviato: Lun 14 Dic, 2009 12:48 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Attenzione: non è che ho chiuso lo studio perché vi è una concorrenza agguerrita.
Tutt' altro.
Con il digitale alcuni miei colleghi sono peggiorati.
Non tutti, ma la maggioranza.

Stavo finendo di consegnare una comunione per un cliente e la madre già mi ha prenotato per la comunione della figlia.
Ai voglia a dirgli che avevo chiuso lo studio.

Poi ho compreso: mi ha fatto vedere le foto che il collega ha eseguito in chiesa (lì io non potevo giustamente fotografare) e sinceramente mi sono cadute le braccia.
Davvero!
Per la comunione ha eseguito uno scatto, uno.
E meno male che con il digitale non si hanno spese come con la pellicola.
La foto, anzi le foto che aveva scattato ed i genitori costretti a comprare perché unici ricordi?
Il flash frontale usato come luce principale e lo sfondo scurissimo. Triste

I clienti mediamente non comprendono le qualità di una foto, ma vedendo le mie eseguite in casa e poi al ristorante...vedevano la differenza.

Ma non è che io sia bravissimo, mi raccomando.
Però le foto eseguite in chiesa veramente le poteva fare l' amico che per la prima volta accendeva una fotocamera.

Lo stesso cliente mi aveva fatto vedere le foto eseguite per la cresima da un altro fotografo e questo non aveva usato il flash (bene, uno potrebbe pensare), ma il risultato era "terroso" e poco appetibile.

E lo dicevano i genitori (cliente), non io: effettivamente i colori erano spenti e probabilmente il fotografo non aveva ben esposto la foto in ripresa.

Non è serve un' attrezzatura fantascientifica: le mie foto che i genitori trovavano migliori le avevo eseguite con una Oly E-1 che ha solo 5mp ed il rumore si incomincia veramente a notare oltre 800 iso.
Ma io uso tempi lenti, raramente supero 400 iso, adopero luci flash spesso indirette, sfruttando la luce ambiente soprattutto se fotogenica.
E se non lo fosse...faccio spostare, se possibile, i soggetti.

Ma un fotografo come minimo deve saper "vedere" la luce.

Qui a Formia non sono i tanti giovani fotografi che fanno una spietata concorrenza.
Sono sempre quelli, più o meno.
E purtroppo sono proprio i fotografi che sviliscono il mercato e questa professione.
Posso comprendere alla fine anche un fotoamatore che mediamente ha una buona competenza tecnica e creativa (non c' entra nulla la fotocamera che usa) possa eseguire un servizio fotografico migliore di un professionista che poco si sforza...

Altro esempio: un mio amico si è sposato in Liguria (la ragazza è di Imperia) e sono stato invitato al suo matrimonio.
Il fotografo ha eseguito pochissimi scatti solo alla casa della sposa, in chiesa e gli esterni.

Al pranzo...non c' era: la coppia non riteneva indispensabile il suo servizio.
...alla fine ho fatto io le foto di rito (torta) più mi sono divertito per un reportage di quel giorno...a modo mio.

Parlando con il collega ligure (usava un Nikon D200 con un Dx 18-135mm credo) mi diceva che i miei amici aveva chiesto questo tipo di servizio e che lui non era contento del digitale: rimpiangeva la classica 6x6.
E che comunque molte cose erano cambiate.
Ovviamente si è adeguato al mercato, ma non era entusiasta.


Naturalmente ci saranno molti professionisti che saranno contenti e del digitale e dei vantaggi (internet) che oggi il mondo ci propone.

Sta al professionista cambiare mentalità.

Ai 50 anni di matrimonio dei miei zii mi ero portato il mio MacBook Pro ed ogni tanto scaricato le foto appena eseguite.
Grazie ad un software Apple le facevo vedere in movimento (niente di trascendentale), ma ha molti è piaciuto.

Un fotografo che volesse meglio farsi pubblicità da una vita avrebbe usato un videoproiettore con tanto di telo 2 mt x 2 da far vedere agli invitati al ristorante.
E magari contestualmente mettere alcune foto già su internet: così volendo un parente anche in America poteva vedersi il matrimonio....quasi in diretta.

Oppure perché vedo solo i parrucchieri, i fiorai...anche alimentari con grandi schermi LCD dove girano foto dei loro prodotti mentre i fotografi invece tengono i loro studi sono con classiche stampe, magari quasi mai rinnovate?

Sono solo esempi: o ci si adegua e si sfrutta la tecnologia o si muore...lamentandoci del mercato, della concorrenza sleale, del fotografo che lavora in nero, dei clienti che non comprendono nulla....

Quello che volevo dire è che un bravo fotografo emerge e soprattutto se impara a elevare molto la sua immagine riuscirà a continuare alla grande distinguendosi dai suoi concorrenti.

Io mi sono rotto le scatole di lavorare in uno studio, altrimenti metterei in campo queste ed altre sinergie.

Però non sono gli albi che fanno il fotografo (?) ma la sua professionalità e capacità imprenditoriale.
Perché devo contrastare il collega giovincello che mi fa concorrenza?
Io spero che sia bravo, almeno così eleva la categoria ed insegna al cliente gli aspetti importanti in una fotografia di qualità.

Che non è l' assenza di rumore o l' ottica esoterica: ma la luce, prospettiva, composizione...(nella foto), saper mettere a suo agio i soggetti (empatia, trasmettere sicurezza...), puntualità e professionalità nel consegnare i lavori eseguiti.

Concludo dicendo: non esistono solo aspetti positivi o solo negativi in un cambiamento.
Quindi in questo caso anche nella fotografia "digitale" ed "internet".

Sta a noi approfittare gli aspetti positivi e limitare quelli negativi.
Questo è sempre stato il mio pensiero. Wink
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