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Distanza, luce incidente e coppia diaframmi.

 
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Drakin
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MessaggioInviato: Mer 09 Dic, 2009 8:29 pm    Oggetto: Distanza, luce incidente e coppia diaframmi. Rispondi con citazione

Ultimamente sto leggendo alcune cose rileggendone altre e credo di essermi impappinato il cervello con le troppe informazioni. Premetto questo perchè probabilmente sto per chiedere una cretinata però meglio fare chiarezza.
Poniamo un soggetto in un punto illuminato da un faretto situato ad 1m di distanza da lui. Se misuro l'esposizione con un esposimetro per luce incidente (ponendolo accanto al soggetto) mi darà una certa coppia tempo/diaframma, supponiamo 60/5,6, perchè la luce che arriva all'esposimetro è di una certa intensità. La legge dell'inverso del quadrato ci dice che l'intensità di una luce puntiforme diminuisce in funzione del quadrato della distanza. Perciò nell'esempio di sopra se fotografo a 2m dal soggetto l'illuminamento si ridurrebbe di 1/4. A 3m di 1/9. Dunque se la quantità di luce che arriva alla pellicola è ridotta di così tanto com'è possibile che la coppia tempo/diaframma presa così vicino al soggetto vada bene anche a distanza se la luce che arriva alla pellicola è minore?
C'è qualcosa che non mi torna, ma non capisco dove sbaglio.
Potete aiutarmi?

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Michaeldesanctis
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 9:14 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Perciò nell'esempio di sopra se fotografo a 2m dal soggetto l'illuminamento si ridurrebbe di 1/4. A 3m di 1/9


è riferito dalla distanza del soggetto illuminato alla fonte di illuminazione se tu ti muovi ma il soggetto illuminato e l'illuminazione rimangono sempre nello stesso punto la coppia T/D non cambia.

ti sei confuso, ciao M.

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palmerino
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 11:14 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Giusto: in effetti il fotografo può mettersi anche a 100 metri con un teleobiettivo, ma sempre da un faretto distante 1 metro...il soggetto sarà illuminato.
La "potenza" della luce è data dalla sorgente (sua potenza) e distanza dal soggetto.
La riflessione della luce, ovvero quello che noi vediamo è praticamente indifferente alla distanza.

Esempio?
La luna piena che noi vediamo è illuminata sempre dalla stessa sorgente della nostra amata Terra (ovvero il Sole) e quindi l' esposizione sarà simile a quella di una giornata luminosa.
Ovvio, se molto bassa nel cielo lo spessore dell' atmosfera sarà maggiore (luce rossastra, di solito e più scura), ma quando è in alto durante la notte la vediamo in tutta la sua massima luminosità.

Se dovessimo considerare la distanza del nostro satellite...dovrebbe apparire sempre scuro secondo la legge dell' inverso del quadrato.
Invece conta solo la distanza Sole-Terra e Sole-Luna...uguali, praticamente.

Sapere e comprendere la regola appena citata aiuta moltissimo il fotografo sul campo con la luce artificiale e/od i pannelli riflettenti...ovvero come posizionarli rispetto al soggetto. Wink

Bravo (niente ironia) a studiare la teoria e ti consiglio di metterla in pratica sul campo usando un semplice flash per comprendere questa legge.

Molti fotoamatori invece saltano questo passaggio...un vero peccato.
Ma in fondo siamo liberi di crescere fotograficamente come meglio ci pare e piace, no?

Buon studio e pratica. Wink
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Drakin
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 2:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Innanzi tutto un ringraziamento sincero per gli interventi. Purtroppo però alcuni dubbi non mi hanno lasciato e cercherò di ricorrere alla vostra pazienza per togliermeli definitivamente.


palmerino ha scritto:
Giusto: in effetti il fotografo può mettersi anche a 100 metri con un teleobiettivo, ma sempre da un faretto distante 1 metro...il soggetto sarà illuminato.
La "potenza" della luce è data dalla sorgente (sua potenza) e distanza dal soggetto.
La riflessione della luce, ovvero quello che noi vediamo è praticamente indifferente alla distanza.

Ecco, non capisco questo punto. Perchè l'intensità della luce di un faretto cambia al variare della distanza dal soggetto mentre non cambia la luce riflessa dal soggetto al variare della distanza della pellicola? So che non varia ma non ne riesco a capire il movito.
Tornando al discorso della luna l'esempio è utile per capire ma non abbastanza. Nel senso che sul libro che mi ha fatto venire questi dubbi (Fotografia, teoria e pratica della reflex di Giulio Forti), c'è scritto "Considerata infinita la distanza del sole, la legge non vale in esterni[...]la legge dell'inverso del quadrato, inoltre, non si applica alla luce riflessa in quanto, allontanandosi dal soggetto, la cellula dell'esposimetro misura la liminanza di una superficie maggiore che compensa proporzionalmente la perdita di intensità dovuta all'aumento della distanza"
La prima parte ci dice che appunto al sole la regola non vale e la seconda parte comporta sempre il dubbio del perchè non dovrebbe arrivare meno luce alla pellicola all'aumentare della distanza.

Citazione:

Buon studio e pratica. Wink


Grazie, speriamo bene Ok!

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ocio
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 3:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Perchè sorgente luminosa ed oggetto illuminato, sono due concetti diversi Smile
Se un faretto illumina un viso per una luce pari a f8 1/125, questa luce è costante. Non dipende da come noi ci spostiamo nello spazio. Quel volto continuerà a riflettere quella coppia tempo diaframma.
Le cose invece cambiano se a spostarsi è il faretto illuminante.
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Michaeldesanctis
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 5:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Innanzi tutto un ringraziamento sincero per gli interventi. Purtroppo però alcuni dubbi non mi hanno lasciato e cercherò di ricorrere alla vostra pazienza per togliermeli definitivamente.


palmerino ha scritto:
Giusto: in effetti il fotografo può mettersi anche a 100 metri con un teleobiettivo, ma sempre da un faretto distante 1 metro...il soggetto sarà illuminato.
La "potenza" della luce è data dalla sorgente (sua potenza) e distanza dal soggetto.
La riflessione della luce, ovvero quello che noi vediamo è praticamente indifferente alla distanza.

Ecco, non capisco questo punto. Perchè l'intensità della luce di un faretto cambia al variare della distanza dal soggetto mentre non cambia la luce riflessa dal soggetto al variare della distanza della pellicola? So che non varia ma non ne riesco a capire il movito.
Tornando al discorso della luna l'esempio è utile per capire ma non abbastanza. Nel senso che sul libro che mi ha fatto venire questi dubbi (Fotografia, teoria e pratica della reflex di Giulio Forti), c'è scritto "Considerata infinita la distanza del sole, la legge non vale in esterni[...]la legge dell'inverso del quadrato, inoltre, non si applica alla luce riflessa in quanto, allontanandosi dal soggetto, la cellula dell'esposimetro misura la liminanza di una superficie maggiore che compensa proporzionalmente la perdita di intensità dovuta all'aumento della distanza"
La prima parte ci dice che appunto al sole la regola non vale e la seconda parte comporta sempre il dubbio del perchè non dovrebbe arrivare meno luce alla pellicola all'aumentare della distanza.

Citazione:

Buon studio e pratica.


Grazie, speriamo bene


probabilmente stai entrando nel campo della fisica, che per quanto interessante, .... non ti fa fare foto tanto migliori Wink

quindi per le tue domande dovrebbe risponderti un fisico, qui molti fanno solo foto Smile

però sappiamo che se il soggetto illuminato e la fonte di luce non si spostano per impressionare la pellicola/ccd ci vuole sempre la stessa coppia tempo/diaframma.
dico la mia va' (sicurò sparerò una cazzata): perchè i fotoni viaggiano alla velocità della luce(giusto?) e una distanza "umana" non influisce sulla coppia tempo/diaframma.

ciao M.

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Drakin
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 9:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Michaeldesanctis ha scritto:
probabilmente stai entrando nel campo della fisica, che per quanto interessante, .... non ti fa fare foto tanto migliori Wink

quindi per le tue domande dovrebbe risponderti un fisico, qui molti fanno solo foto Smile



Perdonami Michael ma sembra un pò denigratoria questa prima parte di risposta. Con questa domanda non pretendo di fare foto migliori, ma solo di capire. Ho un dubbio, un forte dubbio e mi rivolgo a chi è più esperto di me per vedere se riesco a comprendere come funziona questa cosa. Quindi non è per fare foto migliori, ma per apprendere e fare foto.
Se molti fanno solo foto allora vorrà dire che non necessariametne questi dovranno sentirsi chiamati in causa e a rispondere sarà chi non fa solo foto o, come te, vorranno arrischiarsi in un'interpretazione che cmq fa bene perchè stimola la discussione (e direi che questo sta già avvenendo visto che ci sono state 115 visualizzazioni e 4 interventi).
Non vuol essere polemico questo messaggio, ma a me è arrivato che per te ho fatto la domanda sbagliata nel posto sbagliato e non credo sia così. Può essere che ho male interpretato e nel caso te ne chiedo scusa...

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palmerino
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 11:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Effettivamente la luce ha una doppia natura, ovvero corpuscolare ed elettromagnetica.
La sua velocità la conosciamo tutti, ovvero è davvero altissima.
Inoltre la luce si propaga in linea retta in tutte le direzioni.

Quindi l' ultimo intervento non credo sia ironico, ma probabile abbia centrato la questione.
Non sono un fisico, però comunque avrei dato la stessa risposta.
In effetti, la luce riflessa che ci permette di vedere il nostro mondo è costituita da tanti raggi paralleli.

Succede anche con la fotografia: ogni ultra microdettaglio è potenzialmente un raggio luminoso.
E solo quello.
La legge dell' inverso del quadrato invece funziona con la luce radiante che di fatto tende ad essere un cono (luce puntiforme) che via via diventa più ampio.





Vediamo cosa dice il valido giornalista fotografo:

    Nel senso che sul libro che mi ha fatto venire questi dubbi (Fotografia, teoria e pratica della reflex di Giulio Forti), c'è scritto "Considerata infinita la distanza del sole, la legge non vale in esterni[...]la legge dell'inverso del quadrato, inoltre, non si applica alla luce riflessa in quanto, allontanandosi dal soggetto, la cellula dell'esposimetro misura la liminanza di una superficie maggiore che compensa proporzionalmente la perdita di intensità dovuta all'aumento della distanza"
    La prima parte ci dice che appunto al sole la regola non vale e la seconda parte comporta sempre il dubbio del perchè non dovrebbe arrivare meno luce alla pellicola all'aumentare della distanza.


Per la seconda dovrebbe essere essere il contrario: allontanandosi, la superficie da misurare si riduce e di fatto compensa la perdita di luminosità.
Almeno credo questo intendesse dire. (?)

In pratica misurando una parete di 4 metri x 4 di una casa soleggiata, allontanandoci del doppio della distanza l' area della casa si riduce di 4 volte...compensando pari pari la perdita di luminosità che avremmo avuto per la legge dell' inverso del quadrato.


Chiudo dicendoti: lo sai che la legge dell' inverso del quadrato...non sempre funziona?
Ovvero questa è legata ad una luce puntiforme (esempio il flash) che di fatto è come se creasse un cono di luce.
Quando usiamo una grande luce (esempio un bank di 2 metri per 2), ai primi metri la luce varia solo...dell' inverso.
Senza il quadrato. Rolling Eyes
Perché i raggi sono paralleli rispetto a quelli di una luce puntiforme, appunto.

Allontanandoci dalla luce, di fatto diventa via via puntiforme.

Cosa significa nella pratica ciò?
Che avremo una luce con meno salti di intensità illuminando oggetti vicini e più piccoli (importante) rispetto ad essa e di fatto ecco perché la luce la vediamo e registriamo "morbida" ed "avvolgente".

Il fotografo esperto usa spesso la luce indiretta, ovvero illuminare il soggetto e/o l' ambiente usando una parete e/o soffitta bianca che di fatto...diventano loro sorgenti di luce.
E molto ampie. Wink


Ultima modifica effettuata da palmerino il Ven 11 Dic, 2009 11:41 pm, modificato 1 volta in totale
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ocio
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2009 11:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ci riprovo Smile
La legge dell'inverso del quadrato vale per la sorgente. Sorgente è quella luce che andrà a porre in "luce" un soggetto.
L'oggetto che così potremmo definire "luminoso" è tale perchè acceso dalla sorgente.
La sorgente segue la legge per illuminare il soggetto. Questo soggetto, una volta illuminato, ha la stessa "luminosità" indipendentemente dalla distanza da cui lo si osserva; posto che l'aria sia rarefatta, incontaminata da fumi, polveri, che porterebbero a lunghissime distanze ad una sorta di filtro.

Sorgente è una luce che perde potenza per illuminare un soggetto. Il soggetto illuminato, invece, non deve a sua volta illuminare ma semplicemente essere visto. I due concetti sono diversi.
Da un lato portare luce affinchè si possa illuminare. Dall'altro essere luminosi, ovvero avere una quantità di luminosità. Questa non cade con la distanza perchè effettivamente viene "trasmessa" alla velocità della luce.
Il fotografo riceve la luminosità di un soggetto alla velocità della luce da qualsiasi distanza e, questa distanza, non fa cadere la luminosità perchè è una "trasmissione" di una informazione, di un dato di fatto.
La sorgente, invece, deve portare una "energia" luminosa ad un soggetto affinchè questo si possa illuminare, riflettere ed essere visto dal fotografo. Questa "energia" segue la nota legge dell'inverso del quadrato.
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Drakin
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 8:53 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Un ringraziamento a Carlo e Palmierino per queste lunghe spiegazioni sulle quali ho trovato nuove informazioni da studiare e considerare.
Tuttavia proprio palmerino con un suo esempio mi ha confermato il dubbio.
Scrive:
Citazione:
Il fotografo esperto usa spesso la luce indiretta, ovvero illuminare il soggetto e/o l' ambiente usando una parete e/o soffitta bianca che di fatto...diventano loro sorgenti di luce.


Mi fa venire in mente il tipico esempio del flash diretto appunto verso una parete ed usato di rimbalzo per illuminare una persona. L'intensità di luce che arriva alla parete è una certa quantità e la quantità di luce che arriva al soggetto varia a seconda della distanza del soggetto dalla parete. Se lo metto vicino al muro sarà molto illuminato e se lo metto a 10m dal muro nemmeno arriverà. Ora, se sostituiamo la parete con la persona ed il soggetto con il fotografo perchè la quantità di luce che arriva alla pellicola è costante e non varia in funzione della distanza dal soggetto come nell'esempio?
Questo punto contunua a sfuggirmi Crying or Very sad
P.S. mi sembra da stupidi continuare a chiedere certe cose, soprattutto vedendo che empiricamente la cosa funziona in un certo modo, ma non riesco a darmi pace.

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Michaeldesanctis
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 2:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Ora, se sostituiamo la parete con la persona ed il soggetto con il fotografo perchè la quantità di luce che arriva alla pellicola è costante e non varia in funzione della distanza dal soggetto come nell'esempio?


cosa centra questo con il procedimento chimico / fisico dei sensori e delle pellicole? (per questo chiedevo l'intervento di una persona con le giuste conoscenze)
scusa la mia non era una risposta denigratoria (penso di essere stato il primo a rispondere alla tua domanda dopo 2 gg) ma solo che ti sei confuso con la legge dell'inverso del quadrato spiegato nel libro di Forti (che non conosco) ma che in tutti i corsi di fotografia viene spiegata serve a far capire che avendo una fonte di illuminazione fissa , l'esposizione del soggetto fotografato varia in base alla distanza dalla fonte di lluminazione secondo la suddetta legge .
es l'uso di un flash esterno che a una distanza darà un esposizione e ad un altra distanza , ovviamente un altra esposizione (la quantità di luce sarà determinata dalla legge ) ; se tu hai il flash montato sulla macchina , il soggetto fotografato è fermo , ovviamente l'esposizione è determinata anche dalla tua posizione. Ma se il flash è staccato e fermo, la tua posizione non influenzerà l'esposizione.

Ciao M.

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Drakin
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 8:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Michaeldesanctis ha scritto:
cosa centra questo con il procedimento chimico / fisico dei sensori e delle pellicole? (per questo chiedevo l'intervento di una persona con le giuste conoscenze)
scusa la mia non era una risposta denigratoria (penso di essere stato il primo a rispondere alla tua domanda dopo 2 gg) ma solo che ti sei confuso con la legge dell'inverso del quadrato spiegato nel libro di Forti (che non conosco) ma che in tutti i corsi di fotografia viene spiegata serve a far capire che avendo una fonte di illuminazione fissa , l'esposizione del soggetto fotografato varia in base alla distanza dalla fonte di lluminazione secondo la suddetta legge .
es l'uso di un flash esterno che a una distanza darà un esposizione e ad un altra distanza , ovviamente un altra esposizione (la quantità di luce sarà determinata dalla legge ) ; se tu hai il flash montato sulla macchina , il soggetto fotografato è fermo , ovviamente l'esposizione è determinata anche dalla tua posizione. Ma se il flash è staccato e fermo, la tua posizione non influenzerà l'esposizione.

Ciao M.


C'entra perchè probabilmente confondo qualcosa...ma non so cosa.
Spero di non essere pesante, ma visto che mi interessa particolarmente capirlo ma non ci riesco ripropongo la questione.
La similitudine la vedo perchè se, prendendo sempre l'esempio del flash di rimbalzo, la persona ad 1m dalla parete sarà illuminata con una certa intensità perchè arriverà una certa quantità di luce. Se la pongo a 10m la luce che arriva al soggetto è minore (credo per la legge suddetta) e l'illuminazione sarà minore. Ora, se sostituisco la pellicola al soggetto perchè la quantità di luce, che io ponga il soggetto a 1m o a 100m è sempre la stessa? Cioè perchè magari se la coppia tempo diaframma è a 1m 1/250 f/8 a 100m non dovrebbe essere, per dire, 1/15 f/1.4 (visto che dovrei far "arrivare" più luce) ma rimane cmq 1/250 f/8?

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palmerino
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2009 8:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Devi comprendere il concetto.

Mi spiego: se io vedessi la parete bianca illuminata da un flash, che sia a 5 metri o 20 metri....sempre con la stessa luminosità la vedrò.

E così...anche la pellicola ed il sensore.
E la sua luce riflessa.

Ci siamo?

Bene, se prendiamo invece la misurazione di una persona distante dalla parete a 5 metri ed una a 20...ecco che loro saranno illuminate da una diversa potenza.

Visto che la distanza è 4 volte maggiore (tra di loro), avremo una persona più scura di almeno 16 volte (quadrato della distanza), ovvero ben 4 stop di differenza l' uno dall' altra.

Quindi la parete illuminata avrà sempre quella luminosità, mentre gli oggetti che essa illuminerà (ovvero se consideriamo la parete come...sorgente di luce) avranno una luminosità che seguirà la legge fisica citata nel topic.

Ora, se vedessimo le persone (noi) a 2 metri o 10 metri...avranno sempre 4 stop di differenza: in quel caso non consideriamo loro come sorgenti di luce, ma semplici oggetti che la riflettono.

Spero sia chiaro l' esempio per chiarire il concetto.

In pratica calcolare la riflessione...è quella e non cambierà dalla nostra distanza di osservazione.
Calcolare invece la "luminosità" che una sorgente di luce regala...ecco che la legge ci aiuta a comprendere come si comporterà sul campo.

Ci siamo?
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Drakin
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MessaggioInviato: Lun 14 Dic, 2009 2:32 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie per l'intervento Palmerino.
Credo di aver confuso le cose perchè parlando di luce riflessa ho considerato la parete che riflette luce come una "nuova sorgente di luce" alla quale nuovamente si applica la legge. Invece non è "esattamente" così (anche se devo ammettere che non ho capito perchè non si dovrebbe considerarla appunto come fosse un'altra fonte).
Ma credo che prenderò per buona la cosa e mi farò meno problemi Ops

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palmerino
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MessaggioInviato: Mer 16 Dic, 2009 1:19 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Hai ragione: la parete di luce, se di fatto illuminasse la scena (perché essa stessa illuminata da faretti, flash) è una fonte di luce a tutti gli effetti.

Non puntiforme (almeno con gli oggetti vicini) ma sempre "illumina" come se avesse...luce propria.

Però non devi confondere il risultato che apporta sull' ambiente (lì seguirà la legge fisica sugli oggetti a seconda della distanza) con la sua visione da parte nostra o della fotocamera.

Credo sia qui la confusione.

Più una persona si avvicina alla parete e più sarà essa stessa ovvero la persona illuminata e quindi si è portati a pensare: "arriva più luce e quindi impressionerà anche di più la pellicola".

Il ragionamento non fa una grinza.

In realtà è vero...solo per gli oggetti che sono illuminati dalla luce della parete (quindi la riflessione su di essi), mentre la parete conserverà sempre la stessa "potenza" per la nostra visione.

Sembra complicato...ma occorre distinguere tra visione della luce radiante e suo effetto sul campo.

Del resto quando vediamo una luce radiante non la vediamo più luminosa avvicinandoci ad essa: esempio il monitor del nostro computer di sera lo vediamo sempre alla stessa luminosità (più o meno) anche spostandoci a 2 metri da esso; ma illumina in maniera diversa la nostra mano od un oggetto ....se la avvicinassimo od allontanassimo verso di esso.
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MessaggioInviato: Mer 16 Dic, 2009 1:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Perfetto. Ora è chiaro. Palmerino sei stato gentilissimo a seguirmi fino a quando il concetto non è entrato nella mia testaccia dura Imbarazzato
Veramente molto gentile, grazie Smile

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