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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 5:42 pm Oggetto: Lo specifico fotografico |
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Che è ?
e poi
Cosa è una foto ?
togliamoci sto sasso(lone). |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 7:56 pm Oggetto: |
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Pochi indizi ? Allora potremmo partire da cosa non è. Definirla per differenza a partire dal ceppo da cui è nata, ovvero dalla pittura.
Stanno le sezioni zeppe di foto e non sappiamo che caxxo facciamo, possibile ? direi inquietante. |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 8:22 pm Oggetto: |
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parto da qui, qualche anno fa:
Fotografia
“Segni che si formano per effetto della luce su superfici atte a registrarli permanentemente”
Riconoscimento: indipendentemente dalla definizione di cui sopra una qualunque immagine viene riconosciuta come “fotografica” se soddisfa a queste caratteristiche:
Impersonale: non sono visibili ad occhio nudo i segni costitutivi dell’immagine o sono altamente regolari. Caratteristica comune a tutte le fotografie.
Bidimensionale: la superficie è rigorosamente “piatta”.
Verosimile: il contesto è plausibile, riferibile immediatamente al mondo reale. La verosimiglianza è da attribuirsi non all’immagine intera, ma ad ogni singolo componente (collage).
Ridondante: sono presenti particolari che in un ambito pittorico risulterebbero inessenziali.
Ambito espressivo del prodotto fotografico:
A) forme riferibili al reale, mimetiche.
B) Forme non identificabili.
Forme mimetiche:
1. riferibili alla cosiddetta “forma”: ricalcano i generi dell’arte classica: ritratto, paesaggio,natura morta…
2. riferibili al “contenuto”: Immagini verosimili riferite ad un concetto o atto spiegato con mezzo comunicativo diverso, generalmente la scrittura; la forma è irrilevante, non necessitano di coerenza interna, viene giudicata la coerenza solo rispetto al concetto. In questo ambito stanno le foto di famiglia, di viaggio e p.es. l’opera si S. Sherman.
Forme non identificabili:
fotografia astratta: si muove a pieno titolo nell’ambito della più generale arte astratta, non è presente altra texture che quella del mero supporto, negativo o positivo.
La distinzione tra immagini di “forma” e “contenuto” è naturalmente inadeguata: per il solo fatto di essere produzione della mente umana tutte le immagini possiedono forma e contenuto.
ciao
claudiom |
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notchosen non più registrato
Iscritto: 20 Mar 2007 Messaggi: 2632
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 8:57 pm Oggetto: |
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Si può dire che in fotografia al contrario di pittura chi realizza non ha mai il pieno controllo di ciò che sarà il risultato finale? Insomma su tela non finirà niente che io non decida di tracciare, in uno scatto non posso controllare tutto, per quanto posso avvicinarmi a farlo... |
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ignaro utente attivo
Iscritto: 15 Dic 2006 Messaggi: 4071
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 9:05 pm Oggetto: |
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Salvatore Carrozzini ha scritto: | ...Stanno le sezioni zeppe di foto e non sappiamo che caxxo facciamo, possibile ?... |
oh sì,  |
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Ueda non più registrato
Iscritto: 13 Dic 2007 Messaggi: 6444
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 9:11 pm Oggetto: Re: Lo specifico fotografico |
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Salvatore Carrozzini ha scritto: |
Cosa è una foto ? |
''Un fotografo ha una responsabilità nei confronti del mondo: questa responsabilità è una questione di scelta.
La scelta che ha fatto dell'istante presente: non c'è che una frazione di secondo in cui la foto esiste veramente. Grazie ad essa, tutto viene rimesso in causa.''
H.C.Bresson
ti dico che al momento mi basta questo  |
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marco64 utente attivo

Iscritto: 09 Lug 2007 Messaggi: 12875 Località: Milano
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 9:38 pm Oggetto: Re: Lo specifico fotografico |
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Ueda ha scritto: | Salvatore Carrozzini ha scritto: |
Cosa è una foto ? |
''Un fotografo ha una responsabilità nei confronti del mondo: questa responsabilità è una questione di scelta.
La scelta che ha fatto dell'istante presente: non c'è che una frazione di secondo in cui la foto esiste veramente. Grazie ad essa, tutto viene rimesso in causa.''
H.C.Bresson
ti dico che al momento mi basta questo  |
E non mi pare poco: sintetico, ma efficace.
Ciao  _________________ Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
La mia galleria su Streephers |
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ignaro utente attivo
Iscritto: 15 Dic 2006 Messaggi: 4071
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 9:45 pm Oggetto: Re: Lo specifico fotografico |
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marco64 ha scritto: | Ueda ha scritto: | Salvatore Carrozzini ha scritto: |
Cosa è una foto ? |
''Un fotografo ha una responsabilità nei confronti del mondo: questa responsabilità è una questione di scelta.
La scelta che ha fatto dell'istante presente: non c'è che una frazione di secondo in cui la foto esiste veramente. Grazie ad essa, tutto viene rimesso in causa.''
H.C.Bresson
ti dico che al momento mi basta questo  |
E non mi pare poco: sintetico, ma efficace.
Ciao  |
In altre parole: una foto mette in discussione il mondo e la visione che noi ne abbiamo; e invece tutto ciò che non mette in discussione niente, se non è foto, cos'è? (penso alla miriade di fotografie conformiste, le mie comprese) |
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marco64 utente attivo

Iscritto: 09 Lug 2007 Messaggi: 12875 Località: Milano
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Inviato: Ven 24 Lug, 2009 9:53 pm Oggetto: Re: Lo specifico fotografico |
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ignaro ha scritto: | marco64 ha scritto: | Ueda ha scritto: | Salvatore Carrozzini ha scritto: |
Cosa è una foto ? |
''Un fotografo ha una responsabilità nei confronti del mondo: questa responsabilità è una questione di scelta.
La scelta che ha fatto dell'istante presente: non c'è che una frazione di secondo in cui la foto esiste veramente. Grazie ad essa, tutto viene rimesso in causa.''
H.C.Bresson
ti dico che al momento mi basta questo  |
E non mi pare poco: sintetico, ma efficace.
Ciao  |
In altre parole: una foto mette in discussione il mondo e la visione che noi ne abbiamo; e invece tutto ciò che non mette in discussione niente, se non è foto, cos'è? (penso alla miriade di fotografie conformiste, le mie comprese) |
Si parla della scelta del fotografo, saper fotografare è saper scegliere, secondo questa definizione.
Naturalmente ne possiamo avere altre. Un ritratto lo posso fare con la fotocamera o con pennello e colori, ma anche la matita ecc, lo stesso si può dire di un paesaggio..
Una scena in rapida evoluzione la si può dipingere a memoria, fotografarla è un po diverso.
Ciao  _________________ Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Sab 25 Lug, 2009 1:21 pm Oggetto: |
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"Irreversibilità dell'atto" ( il click è uno solo ed uno solo il modo in cui la pellicola o il sensore viene impressionato) ed "Infinite possibilità di successive elaborazioni" ( si possono ottenere teoricamente infinite stampe ed infinite varianti dello stesso supporto impresso) le mettiamo tra le caratteristiche specifiche della fotografia ? |
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mrblue utente

Iscritto: 30 Nov 2005 Messaggi: 319
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Inviato: Sab 25 Lug, 2009 3:20 pm Oggetto: |
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Salvatore Carrozzini ha scritto: | "Irreversibilità dell'atto" ( il click è uno solo ed uno solo il modo in cui la pellicola o il sensore viene impressionato) ed "Infinite possibilità di successive elaborazioni" ( si possono ottenere teoricamente infinite stampe ed infinite varianti dello stesso supporto impresso) le mettiamo tra le caratteristiche specifiche della fotografia ? |
Appena ho letto il tuo intervento ho pensato:
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Vero... ma limitatamente alle scene in cui il fluire del tempo influenza la ripresa stessa... Esiste tutta una grossa parte di fotografia "ripetibile" anche nello scatto, ripetibile nel senso che date due immagini riprese in tempi differenti e stampate allo stesso modo è naturale interpretarle come "uguali" ossia non poterne discernere differenze apparenti.
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Pero riflettendoci meglio... l'irripetibilità dell'atto permane, al massimo non è rilevante o visibile... io, invece, ho sfruttato una caratteristica del soggetto ritratto e non del mezzo... quindi, mi sa che hai ragione  |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Sab 25 Lug, 2009 3:58 pm Oggetto: |
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Farei attenzione a non confondere "l'irripetibilità" della scena con l'"irreversibilità" dell'atto teso a fotografarla. L'atto è irreversibile perchè una volta che la pellicola o il sensore vengono impressionati dalla luce il primo pilastro su cui si snoda il processo che porta alla realizzazione della foto è immodificabile. Saranno modificabili le fasi successive (sviluppo e stampa), ma non quella dell'atto iniziale. Questo, credo, sia una peculiarità della fotografia, insieme all'altro criterio della "produzione teoricamente infinita di modificazioni e riproduzioni del supporto" - caratteristica comune alle arti propriamente grafiche).
L'"irripetibilità" o la ripetibilità della scena, così come è stata intesa si potrebbe riproporre anche nel caso della pittura (un quadro di una natura morta, una serie di foto scattate sul cavalleto alla stessa natura morta). |
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mrblue utente

Iscritto: 30 Nov 2005 Messaggi: 319
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Inviato: Sab 25 Lug, 2009 4:17 pm Oggetto: |
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Salvatore Carrozzini ha scritto: | Farei attenzione a non confondere "l'irripetibilità" della scena con l'"irreversibilità" dell'atto teso a fotografarla. L'atto è irreversibile perchè una volta che la pellicola o il sensore vengono impressionati dalla luce il primo pilastro su cui si snoda il processo che porta alla realizzazione della foto è immodificabile. Saranno modificabili le fasi successive (sviluppo e stampa), ma non quella dell'atto iniziale. Questo, credo, sia una peculiarità della fotografia, insieme all'altro criterio della "produzione teoricamente infinita di modificazioni e riproduzioni del supporto" - caratteristica comune alle arti propriamente grafiche).
L'"irripetibilità" o la ripetibilità della scena, così come è stata intesa si potrebbe riproporre anche nel caso della pittura (un quadro di una natura morta, una serie di foto scattate sul cavalleto alla stessa natura morta). |
Bene, ho impropriamente interpretato la tua "irreversiblità dell'atto... ma a ben vedere considera cio' che ho scritto su: c'è anche una irripetibilità temporale dell'atto. Non è detto però che sia percepibile.
Non consideriamo per un attimo la scena (che è il soggetto rappresentato dal nostro oggetto fotografia) la fotografia, di suo, catturerà solo una frazione, una finestra, nel fluire del tempo stesso... se la scena cambia o no è un dato esterno allo specifico fotografico. In questo senso aggiungerei la connotazione di irripetibile alla tua di irreversibile... |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Sab 25 Lug, 2009 5:09 pm Oggetto: |
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Qua le questioni sono due:
Lo specifico fotografico, che state facendo scivolare verso L'atto fotografico, prendendo una cantonata, secondo me.
e
Cos'è una fotografia.
se confondete le tre cose farete confusione.
c. |
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marco64 utente attivo

Iscritto: 09 Lug 2007 Messaggi: 12875 Località: Milano
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Inviato: Dom 26 Lug, 2009 8:42 am Oggetto: |
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Una fotografia è un'immagine fissata su un supporto sensibile alla luce ottenuta tramite strumenti e tecniche appropriate.
Ciao  _________________ Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
La mia galleria su Streephers |
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mrblue utente

Iscritto: 30 Nov 2005 Messaggi: 319
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Inviato: Dom 26 Lug, 2009 6:58 pm Oggetto: |
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claudiom ha scritto: | Qua le questioni sono due:
Lo specifico fotografico, che state facendo scivolare verso L'atto fotografico, prendendo una cantonata, secondo me.
e
Cos'è una fotografia.
se confondete le tre cose farete confusione.
c. |
Ok. Come direbbe un simpatico professore di filosofia che ho avuto il piacere di incontrare durante i miei studi: Continua, spiega...
Io sono tutto orecchi.. ma ho già intuito che le due semplici paroline di "specifico fotografico" tanto semplici non sono...
[edit]
mi sbilancio e provo a dire cosa in questo momento sia per me "lo specifico fotografico":
un insieme di caratteristiche/qualità/peculiarità che rendono univocamente identificabile l'attività di produzione fotografica stessa (e con essa i risultati... le fotografie ovviamente).
Giusto per partire da qualche cosa, giusta o sbagliata che sia.
Fabrizio |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Dom 26 Lug, 2009 8:00 pm Oggetto: |
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Nella trilogia di Asimov ad un certo punto in un mondo governato da secoli dalle profezie di un libro sacro che non aveva mai sbagliato nulla, salta fuori un personaggio imprevisto: "The Mule" seminando il panico tra i governanti abituati a "leggere il libro delle profezie" quando erano in difficoltà e a trovarvi le risposte, libro che non aveva previsto la variabile "Mule".
Così leggendo libri di critica fotografica, presempio "L'atto fotografico", ci si accorge (perlomeno gli incolti come me si accorgono) che "The Mule" non era stato previsto, "The Mule" è la fotografia digitale che sembra azzerare tutto quel che è stato scritto da tanti, ma guardacaso tutti francesi, 30/20 anni fa.
Questi libri (stanno nella bella bibliografia di 4U) erano basati sull'idea di fondo che la fotografia era fatta con una macchina in grado di registrare un attimo di tempo e lo faceva in un modo sempre distinguibile da una pittura (era davvero "quasi" così).
Non era stato prevista la possibilità che quella che chiamiamo fotografia non fosse una fotografia (Foto-grafia) ma invece una stampa inkjet che con "foto" non ha niente a che fare, non solo non era previsto che un pezzo di carta con sopra una immagine potesse sembrare la registrazione di un pezzo del visibile (il famoso "e' stato" di Barthes), ma essere totalmente inventato, cioè un quadro, in cui non c'è più bisogno di "esserci" nè di un dato reale.
Corollario di tutta questa semplificazione che ho fatto (troppo semplificata) è che non mi pare ci sia un libro con sopra scritta la definizione di fotografia che si adattasse al giorno d'oggi.
A domanda rivolta a emeriti critici e storici e docenti, tra cui il mio omonimo, la risposta è stata in poche parole "non lo so", come se la cosa non importasse.
La definizione che mi sono inventato è il collage di pezzi presi qua e là, mai messi giù in maniera organica dagli addetti ai lavori, che io sappia.
Allora: cosa è lo specifico fotografico (cosa resta del libro di Dubois) quando nella sezione paesaggio possiamo aggiungere e togliere nuvole e montagne e nessuno tra gli sprovveduti se ne accorge?
Cos' è se non la produzione di un manufatto ( nel migliore dei casi) che stia nei parametri per cui ci si aspetta che quella sia una fotografia?
Cosa è l'atto fotografico quando posso fare una foto di paesaggio guardando solo lo schermo del pc (o Mac) e non fuori dalla finestra?.
Perchè hanno creduto che lo specifico fotografico nascesse con la fotografia, quando non è vero e basta andare in un museo fiammingo per rendersene conto, con opere di 300 anni fa?
scusate le imprecisioni e le semplificazioni
ciao
c.
ps gli artisti figurativi invece se ne erano accorti eccome, senza parlare, con le immagini. |
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_NN_ non più registrato

Iscritto: 04 Giu 2006 Messaggi: 7318
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Inviato: Dom 26 Lug, 2009 8:33 pm Oggetto: |
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Mi sembra di capire che:
La dottrina tradizionale sia portata a collegare lo specifico fotografico alle proprietà del mezzo, mentre la successiva evoluzione della tecnica, ma anche della "cultura" (diciamo pure del senso comune) che identifica come foto anche "creazioni" che non hanno più nulla a che fare con la tecnica originale (basata sulla gestione della luce dall'atto, allo sviluppo, alla stampa), la manda in crisi.
Allora se non è (solo) sul piano del mezzo che lo specifico deve essere trovato, lo è anche su quello del "contenuto". Però quando ci rifletto, torno a sbattere contro la pittura (moderna o contemporanea che sia, classica o d'avanguardia) e quindi specifico non mi sembra ---- ma mi staranno sfuggendo centinaia di cose (o sto semplicemente ragionando a voce alta). |
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mrblue utente

Iscritto: 30 Nov 2005 Messaggi: 319
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Inviato: Lun 27 Lug, 2009 8:08 am Oggetto: |
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Claudio, benchè, di fondo, il tuo discorso abbia sicuramente molti punti condivisibili (la mancanza di "foto-qualcosa" nella stampa inkjet o altro ad esempio) io tralascerei gli aspetti più prettamente legati all'immagine di sintesi (generata artificialmente e digitalmente con un processo più vicino al pittorico che al fotografico) perchè a questi potrei affiancare esempi di fotografia "tradizionale" (acquisita e stampata con la luce) ma su cui poi è stato ad esempio dipinto a mano... Proprio Salvatore ha postato un link ad un autore qui si 4u che usava ad esempio tali tecniche.
Ecco, io vedo nella creatività digitale ne piu' ne meno che creatività.
La "stampa", la presenza fisica di una fotografia ottenuta mediante processi che utilizzano la luce per impressionare la carta, riveste un ruolo tanto importante nella definizione di fotografia e specifico fotografico?
Per me assolutamente no. E con le diapositive come la mettiamo?
Magari direte: "lo stai dicendo tu stesso... sono "diapositive" e non fotografie" vero... ma la "Foto-Grafia" quella vera per me si realizza unicamente nel momento in cui impressioni con la luce (scrivi con la luce) sul supporto sensibile, che sia di silicio o di una sostanza plastica con dei sali d'argento è un'altro discorso... il concetto di "foto-grafia" permane.
Se vediamo la stessa immagine rappresentata su una diapositiva proiettata, scatto digitale proiettato, un'immagine stampata su carta chimica o con un processo inkjet o con una stampa a sublimazione: cosa cambia? La risposta è per me: assolutamente nulla. Forse un po' meno di nulla per me che conosco le tecniche, i processi e le tecnologie con cui è stata realizzata, ma se consegno in mano ai miei genitori (che non sono anziani ma che nulla sanno di digitale) tre pezzi di carta stampati con tre processi differenti ma ben poco distinguibili... come credete che verranno chiamati quei pezzi di carta da loro? f-o-t-o-g-r-a-f-i-e.
Per tutte le creazioni/manipolazioni digital credo che il discorso sia ben diverso, ma si giunge a qualcosa di veramente "nuovo" che con la fotografia non ha veramente nulla a che vedere: "l'immagine di sintesi", con la considerazione ulteriore che il "fotorealismo" di alcuni software complica di molto la definizione del confine fra immagine digitale di sintesi e immagine reale.. come faremo a distinguere un paesaggio vero da uno inventato di sana pianta? Se non ci venisse detto potremmo avere diversi problemi ad intificare la realtà dalla sintesi...
Ciao
Fabrizio |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Lun 27 Lug, 2009 10:23 am Oggetto: |
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La questione della stampa ink jet et similia non ha importanza alcuna, c'è solo da intendersi sulla parola "fotografia" la cui definizione è obsoleta, male ho fatto a citarla.
La "creatività" è OT, non stiamo parlando di questo, teniamola fuori.
Per me il nocciolo della questione è questo: il "fotografico", non c'entra con le macchine fotografiche.
Un ritratto di Van Eyck non si dice che è fotografico? e una veduta inglese di Canaletto?
Il fotografico è un un modo di rappresentare le realtà che ti fa dire: "è stato" (quanto ci hanno ricamato su da Barthes in poi...); nessuno dubita che Rollin di van E. sia stato e che sia stato così, nè il castello di windsor di Ca.
Non la tiro troppo per le lunghe, ma penso che qualunque rappresentazione figurativa che risponda alle cartteristiche che ho elencato all'inizio faccia l'effetto della fotografia, pur senza esserlo.
Penso che la fotocamera sia uno dei mezzi per produrre "lo specifico fotografico", ma va bene anche una matita.
Sorgono a questo punto dei problemi per chi è titolare di un sito di fotografia e per chi debba valutare un concorso di fotografie, ma non è il mio caso.
ciao
c. |
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