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Quant utente
Iscritto: 19 Dic 2006 Messaggi: 152
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 10:35 am Oggetto: Interpolazione e ridimensionamento...un pò di confusione |
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La domanda è 'Quando si ridimensiona una foto è giusto utilizzare l'interpolazione o è meglio di no?'
In CS3 quando ridimensiono un'immagine lascio spuntato il box relativo all'interpolazione ed utilizzo quella migliore per la stampa fotografica.
In pratica però mi è capitato di spedire una foto che doveva essere stampata e mi hanno risposto che la qualità dell'immagine, nonostante il formato 20x30 a 300dpi non era qualitativamente sufficiente e di provare a ridimensionarla senza interpolarla.
Risultato, l'immagine da 2 mega, senza interpolazione quindi con numero di pixel invariato è passata a 6 mega circa! Come è possibile? Stesso numero di pixel, dimensione più grande?
Da qui la convinzione di non capirci più niente e di aver fino ad ora rovinato le foto, anche perchè ridimensionando il jpg sviluppato dal raw, sono andato a togliere ed aggiungere pixel calcolati...maaaariiiaaaaa che casino!
Chi di voi guru mi può spiegare, come se avessi due anni, cosa fare e cosa è più giusto fare quando si ridimensiona una foto?
Anche perchè ora mi vengono i dubbi in merito ai libri che ho fatto tramite Blurb e nei quali alcune foto, pur risultando buone, non erano così nitide come me le aspettavo...
Grazie in anticipo, ciao. _________________ MyPentaxGallery
Fuji XT2 - Fujinon 18-55 * Pentax K5 * K10D * smc 16-45 * M 50 1.7 * 70 Limited 2.4 * K 135 2.5 * Tamron 70-300 * Metz 52 af-1 * iMac 27'' |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 1:04 pm Oggetto: |
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Allora.....
La risoluzione di un'immagine digitale, primo parametro della qualità, è data dal numero di pixel che la compongono. In pratica lato x lato, cioè pixel per pixel. Più risoluzione = più informazioni a disposizione.
L'interpolazione a ingrandire (upsize) usa un algoritmo per "inventare" pixel che non esistono, basandosi su quello che già esiste.
Nessuna interpolazione può quindi aggiungere nuovi e maggiori dettagli ad un'immagine, perché si basa comunque sulle informazioni presenti alla risoluzione originaria.
Per questo, spingendo un upsize all'estremo otteniamo pessimi risultati, perché il calcolo matematico non può supplire ai limiti delle informazioni disponibili in partenza.
Nel caso invece dell'interpolazione a rimpicciolire (downsize), l'algoritmo scarta una parte delle informazioni presenti in origine. In questo caso il risultato è sempre buono, perché l'informazione presente in origine è addirittura ridondante rispetto a ciò che serve all'immagine ottenuta con il downsize.
L'applicazione di un qualsiasi algoritmo di interpolazione ad un'immagine è sempre un'operazione di calcolo, di approsimazioni e arrotondamenti, che altera l'immagine originale. Ripetuti riaclcoli deteriorano gravemente la qualità di un'immagine e sono sempre da evitare.
Tutto il resto è artimetica. Se ho un'immagine di 6000x3000 pixel e stabilisco un valore di 300DPI (che sarebbe più corretto chiamare PPI, ma teniamo buona la definizione di Photoshop), la stampa che ne uscirà avra come dimensioni 20 x 10 pollici. Se invece le attribuisco un valore di 150 DPI, avrò una stampa di 40x 20 pollici.
I DPI (o meglio PPI = Punti per pollice) in pratica definiscono la densità dei punti sulla lunghezza lineare delle due dimensioni della stampa.
Grazie all'artimetica delle scuole elementari sono in grado di dividere la misura del lato in pixel per la densità in DPI ed ottenere la misura finale della stampa.
Con uguale splendida facilità, posso dividere il numero dei pixel per la lunghezza del lato della stampa che desidero e capire a quanti DPI mi uscirà la stampa.
Ovviamente mi trovo meglio con il sitema metrico decimale piuttosto che con le misure imperiali e quindi divido i 300DPI per 2,54 (valore in cm. di un pollice) e ottengo 118,11 punti per cm. Uso questo valore per fare i calcoli in cm.
Ma tutta questa è artimatica dato che non altero minimamente il numero di pixel originari, perché non seleziono la casella "Resample image" nella finestra "Image Size" di Photoshop.
Morale: quando ricampionare e quando no.
Regola generale: ricampionare il meno possibile, solo se strettamente necessario, e in ogni caso meglio farlo una volta sola in funzione dell'output (stampe grandi, piccole, web...) che ci serve.
Usare un algorimo della famiglia "bicubica". Provare sull'immagine i differenti tipi di bicubico perché il risultato dipende molto dalle caratteristiche dell'immagine e dal fattore di ingrandimento/riduzione.
Se lavoro in Jpeg, meglio ricampionare una copia e tenermi l'originale intatto. In RAW ovviamente non ho problemi.
Se voglio una stampa grande, posso tranquillamente permettermi di scendere a 200 DPI (su stampe enormi anche 150) prima di apprezzare un effettivo decadimento di qualità. Perché le stampe grandi si osservano a distanza maggiore. Quindi valutare bene prima di ricampionare.
Sono stato un po' prolisso. Mi fermo qui. Scusate...  _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 1:23 pm Oggetto: |
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...temo che ci sia un po' di confusione, come sempre succede quando si parla di DPI.
Allora:
Le dimensioni della foto sono in PIXEL, sono determinate dalle dimensioni del sensore e NON HANNO DPI. Le dimensioni del FILE sono in kilo o megabyte, e dipendono dalle dimensioni in pixel e dalla compressione scelta per salvarle. La compressione a sua volta include necessariamente l'interpolazione, ossia l' alterazione di informazioni originali e la trasformazione in dati meno "ingombranti". Il formato JPEG è SEMPRE compresso e quindi SEMPRE interpolato, e in maniera irreversibile. Il formato TIF ha diverse modalità di compressione ma tutte reversibili, ossia si torna ai dati originali. Il formato in cui l'immagine è riportata tale-e-quale senza moifiche è il bitmap BMP, che ha SEMPRE lo stesso ingombro (RGB 8 bit) = megapixel della foto x 3.
La confusione si genera sul termine RIDIMENSIONARE che può voler dire cose diverse
1) mantenere le stesse dimensioni "spaziali" della foto in pixel, ma modificare la compressione del file in modo da renderlo più leggero (e si perde in qualità)
2) modificare le dimensioni della foto in pixel, e ovviamente bisogna interpolarla per decidere quali pixel eliminare oppure come "metterli insieme" per diminuire il numero - è questo il significato dei vari "algoritmi" proposti da PS, lineare, bicubica etc
3) preparare la foto per la stampa su un certo dipo di stampante con certe dimensioni della carta. Questo lavoro prevede la definizione dei DPI (cioè dell' "affollamento" dei punti DI STAMPA) e di conseguenza la necessità di "ingrandire" l'immagine originale AGGIUNGENDO pixel (artificiali, quindi interpolati). Questo lavoro andrebbe lasciato fare allo stampatore o al programma di gestione della stampante, che nel 99.9999999999% dei casi lo fanno meglio di noi. Modifica dei pixel originali= interpolazione= casini garantiti.
Di quale ridimensionamento stiamo parlando?
Alberto |
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Quant utente
Iscritto: 19 Dic 2006 Messaggi: 152
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 2:37 pm Oggetto: |
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Grazie per le spiegazioni, me le rileggerò un pò di volte per schematizzarle mentalmente, le trovo esaustive e utili.
Il ridimensionameto di cui parlo io è quello che applico ad un'immagine quando, voglio adattarla ad una cornice o devo stamparla in un determinato formato o in ogni caso ho necessità di cambiare la dimensione del file originale.
L'interpolazione se ho capito bene, in ingrandimento si inventa i pixel in rimpicciolimento li conserva non è così invasiva ma in ogni caso, in entrambi i casi crea fastidi.
Ma allora, se devo cambiare dimensioni all'immagine come faccio? Valuto di volta in volta e capisco se perdere in qualità esserne consapevole ed accettare la cosa, oppure decidere di stampare in un particolare formato perchè la qualità è garantita?
Il ridimensionamento sul RAW mi sembra di capire che non è così devastante, ma parliamo sempre di pixel, quindi un RAW può essere solamente croppato e non ingrandito giusto?
Certo che non si finisce mai di imparare, troppo bello, pensavo che il mio flusso di lavoro fosse buono ed invece è un pò na schifezza!
Grazie ancora delle risposte. _________________ MyPentaxGallery
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-Aragorn- utente
Iscritto: 15 Lug 2007 Messaggi: 350 Località: Torino
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 4:10 pm Oggetto: |
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Quant ha scritto: | Il ridimensionamento sul RAW mi sembra di capire che non è così devastante, ma parliamo sempre di pixel, quindi un RAW può essere solamente croppato e non ingrandito giusto? |
Il ridimensionamento sul RAW è devastante come gli altri, ma a differenza di jpg, tif o simili, il risultato del ridimensionamento viene sempre salvato in un file a parte, quindi ti resta il RAW originale da cui ripartire se cambi idea sul ridimensionamento.
Inoltre il RAW è il tipo di file che contiene il maggior numero di informazioni possibile sull'immagine, quindi gli algoritmi di ridimensionamento hanno un'ottima base di partenza. Al contrario un jpg ha già di per sè un numero di informazioni limitato sull'immagine, e quindi l'algoritmo deve inventarsi più cose.
Il crop è una cosa diversa dal ridimensionamento, da non confondere! _________________ Canon EOS400D - Canon EF-S 10-22 f/3,5-4,5 - Canon EF-S 17-55 f/2,8 IS - Canon EF 50 f/1,8 - Canon EF 70-200L f/4 - Canon EF 300L f/4 IS - Canon Extender 1,4x II - Canon Speedlight 430EX - Sistema Cokin serie P - Manfrotto 190XDB + 460MG |
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orso59 utente attivo
Iscritto: 07 Nov 2007 Messaggi: 1054 Località: Vignola (MO)
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 4:24 pm Oggetto: |
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sperando di non generare ulteriore confusione: "cambiamento di dimensione del file" puo' essere applicato a casi diversi.
La dimensione dell'immagine e', come indicato prima, in pixel: un aumento della dimensione dell'immagine in pixel, realizzato appunto con meccanismi di interpolazione, genera i pixel mancanti. Se l'immagine viene ridotta i meccanismi di interpolazione stabiliranno invece quali pixel scartare (nella risposta di Alberto Nencioni, il caso 2). Il file (a pari fattore di compressione) cambia dimensione in quanto cambia il numero dei pixel che lo compongono;
La dimensione della stampa e' in DPI: una stessa immagine, stampata a DPI differenti, risultera' piu' o meno grande in termini di superficie stampata (caso 3 della stessa risposta).
La dimensione del file contenente l'immagine, nel caso vengano applicati algoritmi di compressione, varia a seconda del coefficiente di compressione applicato (caso 1 della stessa risposta), anche se la dimensione dell'immagine, in termini di pixel in altezza e larghezza, resta inalterata.
Nel caso della stampa, molto dipende dalla distanza di osservazione della stessa, perche' questo puo' consentire l'uso di differenti risoluzioni di stampa (diversi DPI, e quindi diverse dimensioni di stampa) senza che la qualita' percepita ne risenta. _________________ attrezzatura: Fuji S5600, lenti addizionali - Olympus E-520+14/42 |
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Quant utente
Iscritto: 19 Dic 2006 Messaggi: 152
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 4:41 pm Oggetto: |
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-Aragorn- ha scritto: |
Il ridimensionamento sul RAW è devastante come gli altri, ma a differenza di jpg, tif o simili, il risultato del ridimensionamento viene sempre salvato in un file a parte, quindi ti resta il RAW originale da cui ripartire se cambi idea sul ridimensionamento.
Inoltre il RAW è il tipo di file che contiene il maggior numero di informazioni possibile sull'immagine, quindi gli algoritmi di ridimensionamento hanno un'ottima base di partenza. |
Ok, ma in LighRoom che utilizzo per la gestione del RAW non ho trovato la possibilità di ridimensionare per esempio a 13X18, esite la taglierina per i crop ma non il ridimensionamento.
Se non fosse così sarei contento di sbagliarmi, ridimensionare il RAW è sicuramente meglio, da quello che ho capito, di quanto si può fare nel jpg dove interpolazioni e compressioni hanno già dato...
grazie a tutti per le risposte. _________________ MyPentaxGallery
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 6:06 pm Oggetto: |
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Riprendo il filo del quesito di Quant, che mi pare parli di dimensioni di stampa e non di peso del file.
Quant, vediamo se riesco a darti una risposta pratica.
- Hai un immagine aperta in PS CS3.
- Apri la finestra Dimensione Immagine (Alt-Ctrl-I) e togli la spunta da "Ricampiona immagine", le finestrelle con le dimensioni in pixel diventano grigie. Sei sicuro di non ricampionare e quindi alterare l'immagine.
- Definisci la dimensione in cm. di uno dei due lati. Se hai spuntato (come dovresti) la casella "Mantieni le proporzioni", l'altra dimensione viene calcolata automaticamente.
- Guarda la casella "Risoluzione" (anche questa si aggiorna da sola): se questa ti dà un valore uguale o maggiore a 300 DPI, allora sei sicuro di avere una risoluzione ottima per la stampa. Chiudendo con un OK la finestra e salvando il file, predisponi quelle dimensioni per la stampa.
- Se hai un valore intorno a 200 DPI, ma stai stampando almeno in A3 o formati superiori, ugualmente puoi ritenerti soddisfatto.
- Se invece il valore in DPI è scarso allora procedi così: spunta la casella "Ricampiona", imposta l'algoritmo bicubico morbido, definisci le dimensioni in cm, definisci la risoluzione a 300DPI e dai l'OK. A questo punto stai ricampionando l'immagine per quanto necessario.
Metodo alternativo più semplice ma valido: nel menu di stampa, definisci la grandezza della carta e lascia fare a Photoshop. Che in questo caso interpolerà utilizzando l'algoritmo impostato per default nelle Preferenze (lo puoi sempre scegliere).
Per completezza dovrei dirti che per stampe superiori all'A4 l'ideale assoluto sarebbe quello di mandare in stampa un'immagine che abbia il numero di pixel esatto che serve a darti una certa dimensione (altezza x larghezza) alla risoluzione nativa della stampante (o della macchina del laboratorio).
Dovrei dirtelo, ma non te lo dico... perché per il momento mi pare più importante che tu definisca bene un tuo modo di lavoro standard.
A queste sottigliezze, ci arriviamo dopo.
ciao _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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brirob utente
Iscritto: 21 Lug 2005 Messaggi: 377 Località: Prato
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Inviato: Ven 09 Gen, 2009 10:47 pm Oggetto: |
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Citazione: | Per completezza dovrei dirti che per stampe superiori all'A4 l'ideale assoluto sarebbe quello di mandare in stampa un'immagine che abbia il numero di pixel esatto che serve a darti una certa dimensione (altezza x larghezza) alla risoluzione nativa della stampante (o della macchina del laboratorio).
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Normalmente i file vengono preparati a 300 ppi mentre la "definizione" di stampa standard per Epson e 1440 dpi o 2880. Mi è stato detto da qualcuno che, nel caso Epson, l'ideale sarebbe preparare i file a 360 ppi o comunque un sottomultiplo di 1440 (360x4=1440). Tutto ciò corrisponde al vero?
Volevo aggiungere che onestamente io non riesco a percepire differenze quando stampo foto preparate a 200 ppi o 300 ppi. E' il mio occhio?. Sotto i 200 ppi si percepiscono. |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 12:01 am Oggetto: |
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brirob ha scritto: | .. Mi è stato detto da qualcuno che, nel caso Epson, l'ideale sarebbe preparare i file a 360 ppi o comunque un sottomultiplo di 1440 (360x4=1440). Tutto ciò corrisponde al vero?... |
...se posso esprimere un sommesso parere, stiamo entrando nel magico mondo delle tecnopippe mentali. Se si parla di profilo colore o di calibrazioni la puntigliosità è necessaria e mai abbastanza, ma i punti stampa e le microgocce non hanno senso nella pratica quotidiana, a meno di applicazioni talmente speciali che le conoscono in tre. Incidentalmente, il numero di gocce, la loro dimensione e la capacità di stampare correttamente un determinato numero di punti per pollice non sono direttamente correlati, e variano con un sacco di fattori, in primis la carta. Quindi 300, 360 o 1440 in realtà dicono poco o niente del risultato.
Alberto |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 9:19 am Oggetto: |
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Sulle tecnopippe sono perfettamente d'accordo. Ogni tanto mi rendo conto che ci poniamo problemi che..... francamente.
Se invece ce li ponessimo sulla qualità delle nostre fotografie (non quella semplicemente tecnica), forse diventeremmo fotografi migliori....
Detto questo.
Sulle stampanti attenzione perché spesso il dato riportato (1440, 2880 DPI) è riferito alla densità delle microgocce. Ma per fare un pixel ci vogliono più gocce.
Non ritrovo più il link ad un sito dove si consigliava per le Epson una risoluzione dell'immagine pari a 360 o 720 PPI (cioè effettivi punti stampa), mentre per le Canon 300 o 600 PPI.
Stampando con la mia Epson una apposita mira che riportava diverse texture sempre più fitte, ho notato che stampare a quei valori migliorava nettamente il risultato sui dettagli più fini. Non c'era tanta differenza tra 720 e 360, ma ce n'era molta tra 360 e 300.
A dimostrare che con quei valori esatti il driver della stampante non era obbligato a interpolare l'immagine per riportare i PPI al valore nativo della stampante.
Morale: io per le Epson mi sento di consigliare 360 PPI (i DPI di Photoshop). Questo perché noi (con Photoshop) interpoliamo meglio del driver della stampante.
ciao _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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jbrembat utente attivo
Iscritto: 18 Lug 2004 Messaggi: 673 Località: Roma
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 11:22 am Oggetto: |
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Per chi fosse interessato ad approfondire il tema PPI/DPI, suggerisco l'articolo su http://www.photoresampling.com
Chi ha Windows può scaricare gratuitamente PrinterData.
Per chi fosse interessato ad approfondire il ricampionamento, suggerisco l'articolo su http://www.photoactivity.com/
Jacopo _________________ Canon EOS 400D + BG-E3, Sigma 17-70mm f/2.8-4.5 DC Macro, Canon 70-200mm f/4 L USM, Canon EF 50mm f/1.8 Il mio Album |
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Fabio Ferramola utente attivo

Iscritto: 29 Nov 2005 Messaggi: 6450
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 12:07 pm Oggetto: |
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AleZan ha scritto: | - Se invece il valore in DPI è scarso allora procedi così: spunta la casella "Ricampiona", imposta l'algoritmo bicubico morbido, definisci le dimensioni in cm, definisci la risoluzione a 300DPI e dai l'OK. |
Alessandro ho una domanda, come mai suggerisci l'algoritmo più morbido? Io sono abituato con lo standard, poi dò la USM finché mi sembra abbastanza nitida (a monitor ovviamente). |
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Anonimo. non più registrato
Iscritto: 14 Gen 2006 Messaggi: 6707
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 12:22 pm Oggetto: |
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AleZan ha scritto: | ...Stampando con la mia Epson una apposita mira ... |
...forse il punto è questo: di solito non si fotografano mire. Mentre è vero e ovvio che genericamente parlando più nitidezza c'è meglio è (comunque male non fa..) in una vera fotografia sono molti i fattori che influiscono sulla leggibilità e sulla piacevolezza. Una foto ben contrastata con pixel anche un po' "in libertà" appare più "nitdida" di una foto più piatta con tutti i pixel a posto.
La Kodak ci ha costruito un impero sulle foto a colori vivaci e ad alto contrasto ricavate da macchinette di plastica con fondi di bicchiere come obiettivo... sto scannerizzando in questo periodo i vecchi negativi, roba da suicidio di massa a vederli riprodotti a 4800 dpi, eppure stampati facevano la loro porchissima figura! Ma le stampe non si guardavano col microscopio a scansione.
Alberto |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 1:03 pm Oggetto: |
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Certo Alberto, hai ragione. Ritorniamo al discorso sulle tecnopippe...
L'importante è sapere che una determinata risoluzione è gestita meglio dalla tua stampante. Poi è altrettanto importante sapere che le differenza sono minime e sono davvero pochi i casi in cui vale la pena di preoccuparsi...
Fabio, l'algoritmo bicubico morbido per gli ingrandimenti con Photoshop è suggerito dalla stessa Adobe.
Altri autori (Scott Kelby) affermano esattamente il contrario...
Secondo me la verità sta nel mezzo. Cioè occorre decidere anche in base alle caratteristiche della foto.
Un ingrandimento su un'immagine molto contrastata è meglio gestibile con l'algoritmo morbido, viceversa su un'immagine povera di contrasto.
L'algoritmo morbido provoca meno artefatti in caso di ingrandimenti davvero molto spinti.
Quindi in sostanza occorre provare più soluzioni per trovare quella migliore per una certa immagine. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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Fabio Ferramola utente attivo

Iscritto: 29 Nov 2005 Messaggi: 6450
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 1:07 pm Oggetto: |
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Lo stesso vale anche per le riduzioni per il web? |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 1:19 pm Oggetto: |
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Sul downsize vai molto più tranquillo. Io non mi preoccuperei di nulla.... _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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Fabio Ferramola utente attivo

Iscritto: 29 Nov 2005 Messaggi: 6450
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Inviato: Sab 10 Gen, 2009 1:25 pm Oggetto: |
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Ok grazie. Per molto tempo ho usato il "bicubico più nitido" poi ho scoperto che il bicubico standard rendeva molto meglio i dettagli fini e i contorni ad alto contrasto, attorno ai quali il "più nitido" finiva per generare il ben noto orribile alone bianco. Da allora uso sempre lo standard. |
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Quant utente
Iscritto: 19 Dic 2006 Messaggi: 152
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Inviato: Lun 12 Gen, 2009 9:49 am Oggetto: |
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Ragazzi grazie a tutti delle risposte, mi si è aperto un mondo, fino ad oggi ho stampato molto poco, quasi nulla...il ridimensionamento l'ho sempre fatto a cuor leggero, non ho mai focalizzato l'importanza della cosa e mi sono affidato a CS3.
Rileggendo le risposte e gli interventi mi sono reso conto di quante foto ho rovinato, scatto in RAW...mi faccio un sacco di pippe sull'esposizione l'inquadratura e il significato e poi magari con un resize a caso rovino tutto....
Bene da domani farò meno casini, grazie ancora! Ciao. _________________ MyPentaxGallery
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