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Pecos utente

Iscritto: 29 Dic 2003 Messaggi: 392 Località: Roma
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Inviato: Mar 06 Gen, 2004 11:55 am Oggetto: Manuale sulla fotografia a distanza ravvicinata |
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Definizione
Con il termine macrofotografia si definisce, in modo generico, la tecnica della fotografia a distanza molto ravvicinata. Si tratta di un genere di ripresa che prevede di scendere al di sotto del limite normalmente concesso agli obiettivi che non sono dotati di funzioni "macro". La normativa tecnica (norme DIN) classifica le riprese macrofotografiche in modo molto ampio: abbraccia tutte quelle a scala compresa tra 1:10 e 10:1. La pratica suggerisce di considerare "macro" quella capacità che permette ad un obiettivo di operare almeno a scala 1:2, o con maggiore ingrandimento, fino al limite del 10:1 dove si entra nela campo della microfotografia.
La Tecnica
I soggetti più ripresi in questo genere sono i fiori e gli insetti: mentre i primi sono spesso immobili i secondi non attendono di certo di esser fotografati; è per questo che la macrofotografia richiede studio, attrezzatura e soprattutto molta pazienza.
Ci sono molte cose da tenere presenti quale che sia l'attrezzatura a disposizione: più la macchina si approssima al soggetto meno profondità di campo si ha; è per questo che a distanze così ravvicinate la massima profondità di campo ottenibile è dell'ordine di millimetri. Per massimizzarla comunque è d'obbligo usare diaframmi + stretti possibili ma è allo stesso tempo consigliato usare pellicole di bassissima sensibilità che offrono grana fine, colori vivaci e miglior resa dei dettagli cioè ciò che vogliamo da una macro; ne deriva che è sempre necessario operare con esposizioni rapide per fermare il movimento dell'insetto o quello del fiore mosso dal vento ma nello stesso tempo con diaframmi stretti per disporre di una elevata profondità di campo nitido e pellicole di bassa sensibilità.
Per tale somma di ragioni è fortemente consigliato scattare con forte luce ambiente ma nello stesso tempo l'illuminazione deve essere la + uniforme possibile senza ombre che spesso cancellano il dettaglio: si ricorrerà spesso anche all'uso sistematico dei flash elettronici con lettura TTL e durata di emissione del lampo molto breve.
Per la suddetta scarsa profondità di campo nitido a tali brevi distanze per ottenere buone foto si cerca di minimizzare i piani focali rappresentati attraverso l'angolatura di ripresa: ciò vuol dire ad esempio se bisogna fotografare una farfalla non fare una ripresa "a caso" ma cercare di inquadrare in modo che le ali (soggetto + ampio) siano parallele al piano pellicola (all'incirca un unico piano focale che se messo correttamente a fuoco risulterà tutto perfettamente nitido). Qualsiasi movimento sia della macchina sia del soggetto viene notevolmente
amplificato quando si scatta a distanza ravvicinata e può sfocare il soggetto: usare un cavalletto e un flessibile o l'autoscatto integrato renderanno le vostre macro nitide e sorprendentemente dettagliate. Attenti al vento, bisogna proteggere il soggetto perfino dalla brezza + leggera magari con una giacca ma senza proiettare ombre fastidiose su questo. Il primo mattino non solo offre una luce ideale per illuminare soffusamente il soggetto ma è anche il momento della giornata con meno vento.
Altro importante aspetto che rende le macro dei principianti non entusiasmanti è la corretta messa a fuoco :
è di norma preferibile disattivare l'autofocus e usare la messa a fuoco manuale; ciò nonostante avvenendo la messa a fuoco mediante lo spostamento in avanti e indietro dell'obiettivo rispetto al piano pellicola si incontrano sempre molte difficoltà nell'ottenere una perfetta messa a fuoco: tale difficoltà è dovuta al fatto che gli spostamenti dell'obiettivo modificano non soltanto la distanza tra obiettivo e pellicola ma anche quella tra obiettivo e soggetto. Nella fotografia normale la distanza tra obiettivo e soggetto è tanto grande che lievissime diminuzioni causate dall'avanzamento dell'obiettivo non hanno nessuna conseguenza pratica. Ma nella fotografia ravvicinata tali diminuzioni sono percentualmente rilevanti rispetto alla distanza complessiva tra obiettivo e soggetto. Ne risulta che ogni spostamento dell'obiettivo modifica simultaneamente la sua distanza dal soggetto e dal piano pellicola invece di modificare una sola in funzione dell'altra: quindi è spesso difficilissimo raggiungere la giusta messa a fuoco e dare all'immagine la massima nitidezza.
Il metodo + facile per aggirare questo ostacolo consiste nel mettere a fuoco approssimativamente e quindi spostare cautamente (magari con l'ausilio di un cavalletto) avanti e indietro o l'apparecchio o l'oggetto da fotografare fino a quando questo appare nitido sul vetro smerigliato o altro dispositivo.
E' per questo che i grandi maestri della macrofotografia usano oltre ad apparecchi di grande formato macchine con dispositivo per la messa a fuoco dorsale: in tali apparecchi l'obiettivo rimane fisso e il dorso può essere spostato per portare a fuoco l'immagine. In tal modo la distanza tra obiettivo e soggetto rimane inalterata e la distanza tra obiettivo e piano pellicola può essere regolata senza difficoltà.
L'attrezzatura
Ci si accorgerà comunque che la maggiore difficoltà risiede nel non fare scappare il soggetto avvicinandosi: è quindi consigliata ricorrere ai teleobiettivi macro da 100-200 mm o a volte anche da 300 mm di focale tutti ottimizzati per una massima correzione della distorsione e per offrire una elevata planarità di campo; la luminosità raramente supera f/2,8 e spesso il diaframma raggiunge f/32.
In taluni casi una soluzione limite può essere quella dell'uso di tubi di prolunga e di moltiplicatori di focale
Le lenti addizionali da applicare davanti all'obiettivo sono di differente potenza (da +2 a +4) e offrono un vantaggio pratico notevole ovvero non richiedono alcuna compensazione di esposizione; lo svantaggio è quelllo di introdurre aberrazioni indesiderate: le migliori comunque sono quelle composte da due lenti incollate per compensare almeno l'aberrazione cromatica.
I tubi di prolunga sono anelli di allungamento che vanno interposti tra il corpo e l'obiettivo: quest'ultimo risulta così notevolmente allontanato dal piano pellicola e questo cosìddetto aumento di "tiraggio" porta ad un maggiore ingrandimento. I contro sono che spesso impazziscono i rilevamenti di autificus e di lettura esposimetrica.
I soffietti di prolunga operano allo stesso modo dei tubi ma con il vantaggio di consentire una variazione continua dell'allungamento.
FINE
Saluti a tutti!
Pecos _________________ Canon 50d - Tokina 12-24 f/4 - Canon 17-55 f/2.8 IS - Canon 85 f/1.8 |
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luigi pandolfino non più registrato
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Inviato: Mar 06 Gen, 2004 12:02 pm Oggetto: |
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Ebbbravo Pecos!  |
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Giuseppe Zuppardo utente attivo

Iscritto: 22 Lug 2004 Messaggi: 2398 Località: Agrigento
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Inviato: Ven 01 Ott, 2004 10:09 pm Oggetto: |
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g r a z i e _________________
Nikon F5- F75 - D200 - D700 - D750 |
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fotoquid utente attivo

Iscritto: 24 Mar 2004 Messaggi: 1551 Località: Melegnano (Mi)
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Inviato: Mer 16 Mar, 2005 7:02 pm Oggetto: |
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Chiaro ed utile! Grazie!  _________________ Leica D-Lux (Typ 109) + Fuji X-T2 e qualche vetro fisso.
"E' curioso vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici, e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore". G.Leopardi |
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OroStyle31 utente attivo

Iscritto: 25 Nov 2004 Messaggi: 5254 Località: Ostuni - Brindisi - Puglia --> Roma
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Inviato: Mer 16 Mar, 2005 8:51 pm Oggetto: |
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grazie _________________
Zenitar 16mm f2.8 fish eye+Sigma 15-30 f3.5-4.5+Canon 28-135 f3.5-5.6IS+Canon 50mm f1.8 Mk1+Canon 70-200 f4 L+Vosonic X-Drive Super
Canon Ftb+CanonFD50mmf1.8+CanonFD70-210f4+Lomo Holga 120N
"Alpi, Salento, un solo movimento: pugni sul sistema pretendiamo un cambiamento; ridateci la terra, basta con la guerra. Dalla strada l'intifada... you gotta fight da faida!!! " Frankie HI-NRG MC |
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Dave utente
Iscritto: 14 Apr 2005 Messaggi: 110 Località: Torino
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Inviato: Gio 14 Apr, 2005 6:11 pm Oggetto: |
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Grazie, veramente utile _________________ _____________________________________
EOS 5D mkII+BG; 17-40 L f4; 24-70 L f2.8; 70-200 L f2.8 IS II; 50 f1.4; 300 L f2.8; 580EXII |
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Francesco Catalano utente attivo

Iscritto: 28 Dic 2004 Messaggi: 13771 Località: Benevento - ex Ancona - Bari
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Inviato: Dom 17 Apr, 2005 4:46 pm Oggetto: |
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Grazie !!!! Molto interessante visto che mi sto avvicinando a questo tipo di fotografia.
Ho aggiunto il link a questo post nel mio tutorial sulle lenti close-up che trovi qui:
http://www.photo4u.it/viewtopic.php?p=267171#267171
dimmi cose ne pensi e se devo aggiustare qualcosa  _________________ AMORE mio riempivi tutta la mia vita ... te ne sei andata per sempre ....... che culo così almeno ora ho un po di spazio per la mia roba visto che lo pago io l'affitto !!! |
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Antonio De Santis utente attivo

Iscritto: 18 Ago 2004 Messaggi: 7905 Località: Monterotondo (Roma)
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Inviato: Lun 18 Apr, 2005 7:51 am Oggetto: Re: Manuale sulla fotografia a distanza ravvicinata |
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Pecos ha scritto: | Definizione
Con il termine macrofotografia si definisce, in modo generico, la tecnica della fotografia a distanza molto ravvicinata. Si tratta di un genere di ripresa che prevede di scendere al di sotto del limite normalmente concesso agli obiettivi che non sono dotati di funzioni "macro". La normativa tecnica (norme DIN) classifica le riprese macrofotografiche in modo molto ampio: abbraccia tutte quelle a scala compresa tra 1:10 e 10:1. La pratica suggerisce di considerare "macro" quella capacità che permette ad un obiettivo di operare almeno a scala 1:2, o con maggiore ingrandimento, fino al limite del 10:1 dove si entra nela campo della microfotografia.
La Tecnica
I soggetti più ripresi in questo genere sono i fiori e gli insetti: mentre i primi sono spesso immobili i secondi non attendono di certo di esser fotografati; è per questo che la macrofotografia richiede studio, attrezzatura e soprattutto molta pazienza.
Ci sono molte cose da tenere presenti quale che sia l'attrezzatura a disposizione: più la macchina si approssima al soggetto meno profondità di campo si ha; è per questo che a distanze così ravvicinate la massima profondità di campo ottenibile è dell'ordine di millimetri. Per massimizzarla comunque è d'obbligo usare diaframmi + stretti possibili ma è allo stesso tempo consigliato usare pellicole di bassissima sensibilità che offrono grana fine, colori vivaci e miglior resa dei dettagli cioè ciò che vogliamo da una macro; ne deriva che è sempre necessario operare con esposizioni rapide per fermare il movimento dell'insetto o quello del fiore mosso dal vento ma nello stesso tempo con diaframmi stretti per disporre di una elevata profondità di campo nitido e pellicole di bassa sensibilità.
Per tale somma di ragioni è fortemente consigliato scattare con forte luce ambiente ma nello stesso tempo l'illuminazione deve essere la + uniforme possibile senza ombre che spesso cancellano il dettaglio: si ricorrerà spesso anche all'uso sistematico dei flash elettronici con lettura TTL e durata di emissione del lampo molto breve.
Per la suddetta scarsa profondità di campo nitido a tali brevi distanze per ottenere buone foto si cerca di minimizzare i piani focali rappresentati attraverso l'angolatura di ripresa: ciò vuol dire ad esempio se bisogna fotografare una farfalla non fare una ripresa "a caso" ma cercare di inquadrare in modo che le ali (soggetto + ampio) siano parallele al piano pellicola (all'incirca un unico piano focale che se messo correttamente a fuoco risulterà tutto perfettamente nitido). Qualsiasi movimento sia della macchina sia del soggetto viene notevolmente
amplificato quando si scatta a distanza ravvicinata e può sfocare il soggetto: usare un cavalletto e un flessibile o l'autoscatto integrato renderanno le vostre macro nitide e sorprendentemente dettagliate. Attenti al vento, bisogna proteggere il soggetto perfino dalla brezza + leggera magari con una giacca ma senza proiettare ombre fastidiose su questo. Il primo mattino non solo offre una luce ideale per illuminare soffusamente il soggetto ma è anche il momento della giornata con meno vento.
Altro importante aspetto che rende le macro dei principianti non entusiasmanti è la corretta messa a fuoco :
è di norma preferibile disattivare l'autofocus e usare la messa a fuoco manuale; ciò nonostante avvenendo la messa a fuoco mediante lo spostamento in avanti e indietro dell'obiettivo rispetto al piano pellicola si incontrano sempre molte difficoltà nell'ottenere una perfetta messa a fuoco: tale difficoltà è dovuta al fatto che gli spostamenti dell'obiettivo modificano non soltanto la distanza tra obiettivo e pellicola ma anche quella tra obiettivo e soggetto. Nella fotografia normale la distanza tra obiettivo e soggetto è tanto grande che lievissime diminuzioni causate dall'avanzamento dell'obiettivo non hanno nessuna conseguenza pratica. Ma nella fotografia ravvicinata tali diminuzioni sono percentualmente rilevanti rispetto alla distanza complessiva tra obiettivo e soggetto. Ne risulta che ogni spostamento dell'obiettivo modifica simultaneamente la sua distanza dal soggetto e dal piano pellicola invece di modificare una sola in funzione dell'altra: quindi è spesso difficilissimo raggiungere la giusta messa a fuoco e dare all'immagine la massima nitidezza.
Il metodo + facile per aggirare questo ostacolo consiste nel mettere a fuoco approssimativamente e quindi spostare cautamente (magari con l'ausilio di un cavalletto) avanti e indietro o l'apparecchio o l'oggetto da fotografare fino a quando questo appare nitido sul vetro smerigliato o altro dispositivo.
E' per questo che i grandi maestri della macrofotografia usano oltre ad apparecchi di grande formato macchine con dispositivo per la messa a fuoco dorsale: in tali apparecchi l'obiettivo rimane fisso e il dorso può essere spostato per portare a fuoco l'immagine. In tal modo la distanza tra obiettivo e soggetto rimane inalterata e la distanza tra obiettivo e piano pellicola può essere regolata senza difficoltà.
L'attrezzatura
Ci si accorgerà comunque che la maggiore difficoltà risiede nel non fare scappare il soggetto avvicinandosi: è quindi consigliata ricorrere ai teleobiettivi macro da 100-200 mm o a volte anche da 300 mm di focale tutti ottimizzati per una massima correzione della distorsione e per offrire una elevata planarità di campo; la luminosità raramente supera f/2,8 e spesso il diaframma raggiunge f/32.
In taluni casi una soluzione limite può essere quella dell'uso di tubi di prolunga e di moltiplicatori di focale
Le lenti addizionali da applicare davanti all'obiettivo sono di differente potenza (da +2 a +4) e offrono un vantaggio pratico notevole ovvero non richiedono alcuna compensazione di esposizione; lo svantaggio è quelllo di introdurre aberrazioni indesiderate: le migliori comunque sono quelle composte da due lenti incollate per compensare almeno l'aberrazione cromatica.
I tubi di prolunga sono anelli di allungamento che vanno interposti tra il corpo e l'obiettivo: quest'ultimo risulta così notevolmente allontanato dal piano pellicola e questo cosìddetto aumento di "tiraggio" porta ad un maggiore ingrandimento. I contro sono che spesso impazziscono i rilevamenti di autificus e di lettura esposimetrica.
I soffietti di prolunga operano allo stesso modo dei tubi ma con il vantaggio di consentire una variazione continua dell'allungamento.
FINE
Saluti a tutti!
Pecos |
Bravo, molto utile!
Se posso, aggiungo un'annotazione che secondo me e' basilare :
Cercate di tenere il piu' possibile paralleli il piano pellicola o sensore al soggetto che inquadrate o alla parte di esso che ritenete debba essere perfettamente a fuoco.
In tal modo si ottimizza al massimo la pdc e l'area nitida del soggetto.
(classico esempio le ali delle farfalle..)
Altrimenti non ci sono diaframmi chiusi che tengano...
Antonio |
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marietto utente

Iscritto: 01 Giu 2006 Messaggi: 104
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Inviato: Ven 15 Set, 2006 5:18 pm Oggetto: |
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È curioso come si passi, ingrandendo sempre di più, dalla macrofotografia alla microfotografia. Sarebbe più logico usare una scala del tipo:
-> macrofotografia
-> fotografia
-> minifotografia
-> microfotografia
In altri campi, come ad esempio l'economia, quando si parla di macro si intende un concetto di insieme "allargato", quando si usa il termine micro si parla di detteglio.
Per il resto, grazie dell'indottrinamento.
Si impara molto di più in questo forum che in tutte le riviste del settore messe insieme. (ma forse questo era ovvio) |
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Giuanniello utente attivo

Iscritto: 20 Dic 2006 Messaggi: 1565 Località: Capri
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Inviato: Ven 11 Gen, 2008 3:26 pm Oggetto: |
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Molto chiaro ed utile.
Ho appena avuto quattro lenti close up, +1 +2 +4 macro lens
ho fatto qualche scatto prima di leggere il tutorial e posso confermare sia la bontà di quanto esposto sia la difficoltà nel realizzare qualcosa di decente (almeno a mano libera).
grazie _________________ Uno stupendo figlio di diciassette anni!
Fuji X-Pro1 - Nikon D800 - Fuji S5Pro - Panasonic DMC-L1 - Fuji X-Pro1 - Nikon D2Xs
https://www.flickr.com/photos/giovanniaprea/ |
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passwordlost utente

Iscritto: 26 Ott 2007 Messaggi: 203 Località: Velletri
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Inviato: Ven 11 Gen, 2008 7:46 pm Oggetto: |
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esauriente spiegazione però non ho ben capito cosa è il piano pellicola
comunque mi hai chiarito molti dubbi
p.s: secondo te il sigma 70-300 apo dg macro è decente per questo tipo di fotografia? Per il momento l'ho usato solo per i tramonti la funzione macro la devo ancora provare, sai per caso come si comporta? |
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mike1964 utente attivo

Iscritto: 09 Feb 2004 Messaggi: 22585 Località: Salerno
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