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L'Era della Comunicazione Globale : INVETTIVA

 
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Neogìa
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MessaggioInviato: Mer 09 Feb, 2005 4:32 pm    Oggetto: L'Era della Comunicazione Globale : INVETTIVA Rispondi con citazione

Ragazzi mi è arrivata oggi per mail e l'ho trovata di indubbio interesse , anche se un pò lunghetta ...ve la consiglio !


L'ERA DELLA COMUNICAZIONE GLOBALE

Benvenuti nell'Era della Comunicazione Globale. I nostri defunti si
ribaltano nella tomba per la sfiga che li ha colpiti: quella di non
poter partecipare a questa Grande Era.
La Grande Comunicazione Globale, poi c'è un terremoto da 162.000 morti e
dalle Hawaii dicono: "Mah, noi lo avevamo previsto con qualche ora di
anticipo, solo che non sapevamo a chi telefonare".
Cazzo!
Io abito in Brianza e mi offro subito volontario. Se dovesse essere
percepito un terremoto dalle mie parti, che telefonino pure a me, giorno
e notte feriali e festivi, che poi cercherò io di avvisare qualcuno...
In compenso, si sono salvati gli animali. Non avevano telefono e fax, ma
alle bestiole è bastato l'istinto. A quanto pare, una ricognizione area
sul Parco nazionale di Yala, Sri Lanka, non ha evidenziato carcasse di
animali morti. Probabilmente dalle Hawaii hanno telefonato a loro.
Nell'Era della Grande Comunicazione Globale, ci sarà pure un bufalo
d'acqua con un telefono cellulare, no?
E si sono salvati gli indigeni Andamane e Nicobare, quelli che vanno a
caccia con arco e frecce, quelli dati per estinti, perchè poveracci
fanno poca comunicazione globale... Ma hanno visto la marea che si
ritirava e se ne sono andati verso l'alto, con gli animali.
Altri esempi di informazione magari poco globale, ma certamente più
intelligente? Si potrebbe citare Tilly, una bambina inglese di dieci
anni. Sapeva una cosa che non aveva letto sulla brochure del viaggio
turistico, perché sulle brochure non ce l'ha mai scritto nessuno, ma che
aveva imparato a scuola, casualmente. Sapeva, insomma, cosa sono gli
tsunami e come si manifestano. E così, su una spiagga vicino a Phuket,
ha salvato un centinaio di persone avvisandole per tempo. Sempre a
Phuket, il direttore dell'Holiday Inn ha salvato tutti i suoi clienti
facendo la stessa cosa. C'è l'aveva scritto sul manuale "Come diventare
un direttore vincente nell'era della new economy?". No, ha capito che
arrivava lo tsunami grazie ai proverbi che gli recitava sua nonna, poco
globale, ma grande comunicatrice.
Nell'Era della Comunicazione Globale sessanta canali televisivi mi
parlano dello tsunami e mi dicono le cose più assurde. L'isola di
Sumatra si è spostata di trenta metri, poi trenta centimetri, poi
cinque, otto, ventinove, è più alta, più bassa, più larga, più stretta,
si è girata su stessa e alla fine se n'è andata completamente, l'han
vista ad Alassio, vicino alla Gallinara.
L'asse terrestre si è inclinato un po'. Un po' quanto? Bé, c'è chi dice
qualche chilometro, chi dice qualche centimetro... Cazzo, ma cosa
accadrà? Faremo la fine dei dinosauri? Sì, no, bo? Nell'Era della
Comunicazione Globale ti mettono in mano notizie del genere e fatti
tuoi. Vedi tu se tenere da parte i soldi per costruirti un'Arca di Noé
volante e raggiungere mondi migliori o aspettare la morte per
glaciazione (io, per rasserenarvi, vi linko a parte questa dichiarazione
delle Edizioni Scientifiche Coelum).
Qualcuno ha comunicato di stare tranquilli, ma era troppo poco
catastrofico, si vede, troppo poco globale, perché lo hanno cassato e
hanno mandato un po' di pubblicità. E noi, nell'Era della Comunicazione
Globale, abbiamo milioni di informazioni che ci entrano in casa dalla
televisione, dalla radio, dai giornali... e non sappiamo più se sono
vere, false, esagerate, minimizzate, se sono utili o se sono inutili...
Sappiamo tutto e non sappiamo più niente.
La Grande Comunicazione Globale e non sappiamo parlare. Se io potrei lo
farei. Ma però. Ma bensì. A me mi. Argh, a me mi lo trovo raggelante. In
televisione lo dicono tutti, e non solo lì. Ma a me mi hanno spiegato
che adesso si può dire "a me mi". E' tollerato. Quando facevo le
elementari, il mio maestro preferiva stare a sentire le mie unghie che
graffiavano la lavagna, piuttosto che "a me mi". Adesso leggo su una
grammatica moderna quanto segue: "La ripetizione del pronome è ammessa
nella lingua parlata, dove risponde a esigenze di messa in rilievo".
Cazzo, risponderà all'esigenza della forzata educazione. Non potendo
dare dell'ignorante a politici, presentatori, conduttori, capi di
aziende e altri come loro, la ripetizione del pronome l'abbiamo
trasformata in un'esigenza.
Ah, la televisione... Che invenzione meravigliosa, che grande fonte di
informazioni utili. C'è un programma per farsi la diagnosi dei dolori.
Ti spiega come verificare i tuoi malanni, come dar loro un nome. Io sono
ipocondriaco e quando per caso ci capito dentro nel tempo che passa tra
lo schiacciare un tasto e l'altro mi vengono i sintomi di almeno sei
malattie, due delle quali mortali.
Nell'Era della Comunicazione Globale possiamo parlare con il mondo
intero. Mandiamo sms, mail, chattiamo tutta la notte con una cicciona
del Maine che fa la collezione di colesterolo e ci ha mandato la foto di
una figa presa sul web, parliamo, comunichiamo, comunichiamo,
comunichiamo... poi per una precedenza non data ci si spara in faccia!
Se telefoni a un call center ne sanno quanto te. A volte, meno di te.
Ammesso che risponda qualcuno. Ammesso che non ti sbattano il telefono
in faccia. Siamo nell'Era della Comunicazione Globale e non riusciamo
più a comunicare con nessuno. Una volta andavi da chi ti aveva venduto
un prodotto e gli dicevi: "Oh, ciccio, sta roba non mi funziona...".
Adesso devi telefonare a un numero. Verde, quando va bene. Quando non va
bene paghi. Hai un problema dovuto a un loro prodotto e paghi per
dirglielo. Poi paghi per stare in attesa e infine ti fanno girare così
tante persone che alla fine se non hanno già messo giù loro metti giù
tu. Ti hanno venduto un prodotto o un servizio che non funziona o che ha
dei problemi e paghi per restare nella merda! Si è capovolto il mondo,
altro che spostamento di qualche centimentro...
Nell'Era della Comunicazione Globale le comunicazioni ci arrivano anche
quando non le vogliamo. Ci sommergono. Ogni giorno scarico dieci
tonnellate di spam nella mia mailbox. Quotidianamente, almeno cento mail
con soggetto "ENLARGE YOUR PENIS". Vogliono vendermi un metodo per
ingrandire il cazzo. Le credenziali in effetti sono ottime: mi hanno già
fatto venire due palle così.
Adesso mandano le mail non richieste con questa premessa: Ai sensi della
Legge 675/96 sulla Privacy, La informiamo che il suo indirizzo E-Mail è
stato rintracciato sui motori di ricerca.
E quindi? Mi avete mandato una mail per restituirmelo?
Nell'Era della Comunicazione Globale ci sono quasi un miliardo di
analfabeti nel mondo e il 13% dei bambini che non hanno mai visto una
scuola in vita loro (lo dice l'Unicef, eh, mica la società dei
perdiballe). Siamo tutti depressi. Le coppie si lasciano perché non c'è
dialogo. I figli e i genitori non comunicano più e se comunicano non si
capiscono. Papà, mi servono 300 sacchi ché devo comprarmi un hard disk,
ho troppi pochi giga. Eh, ma che cazzo dici? Ma non puoi ubriacarti in
discoteca come tutti gli altri?
Abbiamo smesso di parlarci e abbiamo iniziato a telefonarci. Abbiamo
smesso di telefonarci e abbiamo iniziato a mandarci gli sms. Quelli
normali, quelli colorati, quelli con il disegnino, quelli con le foto e
quelli con il filmato. Ciao, ti mando un filmato di me stesso mentre ti
dico ciao! Ma brutto coglione, fai due passi e vieni a dirmelo a casa,
che ti offro un caffé.
Siamo impazziti. Abbonati oggi e avrai 5000 sms in omaggio! 5000? Ma che
cazzo devo dire con 5000 sms? Ma a chi li mando?
Gratis, ovviamente. A noi qualcuno regala sempre qualcosa. Gratis,
gratis, gratis. Questa è la comunicazione: fallo subito, è gratis!
Abbonati, è gratis. Clicca qui, è gratis. E' tutto gratis! Ma voi,
tranne a cari amici e parenti, avete mai regalato qualcosa a qualcuno?
Non parlo di beneficenza. Parlo di prendere una cosa, magari che fate
voi, il frutto del vostro lavoro, e regalarla a un perfetto sconosciuto
che passa di lì. Così, per il gusto di regalarla. Magari, non so, c'è un
idraulico fra di voi. A te idraulico che stai leggendo, ti è mai
successo di alzare il telefono, fare un numero a caso e dire:
"Buongiorno, sono un idraulico, vorrei venire a casa sua a rinnovare i
tubi del cesso, gratis"?
E nell'Era della Comunicazione Globale comunichi anche quando stai
zitto. Con il silenzio assenso. Una mattina ti svegli, per esempio, e
scopri di avere un servizio di segreteria telefonica. E l'hai chiesto
tu. Stando zitto! Se parlavi, magari non te lo mettevano. Ma siccome sei
stato zitto... cazzo vuoi?
Ti riempiono di questi servizi. Sei circondato. Anzi: è tutto intorno a
te. E per farteli levare devi telefonare al call center. E magari
nemmeno te li levano. Che gli frega a loro, tanto tu che puoi fare?
Comunicare? A chi? Per vedere le facce di qualcuno di questi devi
aspettare che li chiamino in trasmissione quelli di Mi Manda RaiTre. O
il Gabibbo.
La Grande Comunicazione Globale e l'unica speranza che hai di comunicare
con questi qui è che il Gabibbo si prenda compassione di te.
Nell'Era della Comunicazione Globale abbiamo perso il senso delle
parole. Uccidiamo una parola al giorno. Se sei contro la guerra non sei
più un pacifista. Sei un terrorista.
Oppure ce ne impossesiamo. Se il capo del tuo governo decide di essere
democratico, tu non sei più sfavorevole alle sue idee (se lo sei), ma
sei antidemocratico. Se non sei d'accordo con la destra che governa in
un dato momento (bada bene, a quella lì, non a tutte le destre), allora
sei un comunista.
Ma io non sono comunista! A me non piace il comunismo. Non mi piace
nemmeno la sinistra, a dire il vero. Sono un lavoratore precario, non mi
danno il mutuo per la casa, e il co-co-co se l'è inventato la sinistra!
Allora sei un anarchico. Macché anarchico, cazzo! Ah, bene, sei
irascibile, eh? Allora sei un anarco-insurrezionalista.
E allora la comunicazione globale cos'è? Chi comunica cosa? Non lo so
più, non mi interessa più. Io da ora in poi mi occuperò solo della
comunicazione specifica, parziale, particolare, nella mia vita. Le
uniche certezze che avrò saranno quelle che potrò dimostrare. Non mi
interessano i pareri di nessuno, se li sento in televisione. Se mi fa
male il culo, non mi faccio dire da un programma televisivo come devo
posizionarmi allo specchio, verificare se ho o meno le emorroidi e come
curarle. Vado dal caro e vecchio medico e gli dico: "Buongiorno dottore,
mi fa male il culo". Saprà lui cosa fare.
Il problema è che, in questa epoca di grande comunicazione globale,
quando ti fa male il culo non è per le emorroidi...

Copyright 1999/2005 Matteo Avallone.

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Giuseppe Di Capua
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MessaggioInviato: Mer 09 Feb, 2005 4:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

l'aveva segnalata l'hawaiano, cmq è spassosissimo rileggerla Ok!
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"dove il soggetto sembra proiettarsi fuori dall’immagine, dove noi al contrario sembriamo spinti dentro" - EDgar
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Neogìa
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MessaggioInviato: Mer 09 Feb, 2005 4:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Perdonate , non avevo visto che fosse già stata postata ...sorry !
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