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Chi ha paura di Photoshop?
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malinamelina
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MessaggioInviato: Sab 27 Ott, 2007 8:26 pm    Oggetto: Chi ha paura di Photoshop? Rispondi con citazione

Michelangelo Antonioni ha diretto la probabilmente migliore fotografia cinematografica di tutti i tempi in b/n.
Dopo "L'avventura", "La notte" e "L'eclisse" (guardatevi le immagini finali di quest'ultimo per prova), avrebbe potuto proseguire così, sedersi sugli allori, già osannato come Autore.
Invece, nel 1960, quando il 70% dei film girati in Italia era in b/n e il colore era sinonimo di film hollywoodiani per le masse, gira "Deserto rosso" a colori, un film che si può discutere, ma in cui la fotografia a colori è capace di esprimere esattamente come nei precedenti la poetica esistenzialistica dell'autore (e se "Deserto rosso" è considerato un capolavoro lo è esclusivamente per questa fotografia).
Sempre siccome era un grande autore, ormai vecchio, nel 1980, solo tre anni dopo che era stata introdotta la TV a colori in Italia, affronta la sfida dell'elettronica a colori (!) con "Il mistero di Oberwald", girato appunto per la Rai.
Questo è il ragionamento attuale da fare su Antonioni e serve a noi.
Voglio dire che a mio parere troppo spesso sono la pigrizia intellettuale, la paura del nuovo, il provincialismo, l'abitudine, l'inettitudine, la spocchia e la decrepitezza a farci sospettare di Photoshop, un programma che forse nemmeno i suoi programmatori hanno mai potuto esplorare nelle sue mostruose potenzialità di innovazione (sempre che si abbia qualcosa da esprimere, ovvio).
Certo, c'è chi sostiene che la fotografia è una tecnica e non è arte.
Ma se non è una tecnica, se è arte, quali limiti mai dovrebbe avere? Quando mai l'arte s'è posta dei limiti?
Dite...dite... Smile

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Filippo Secciani
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MessaggioInviato: Sab 27 Ott, 2007 9:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Photoshop? Che è? A sì, è quell' ottimo softwer che serve a lavorare bene le fotografie.





Non filosofeggiamo per ciò che non vale la pena filosofeggiare...

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AleZan
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MessaggioInviato: Sab 27 Ott, 2007 10:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

malinamelina ha scritto:
Voglio dire che a mio parere troppo spesso sono la pigrizia intellettuale, la paura del nuovo, il provincialismo, l'abitudine, l'inettitudine, la spocchia e la decrepitezza a farci sospettare di Photoshop, un programma che forse nemmeno i suoi programmatori hanno mai potuto esplorare nelle sue mostruose potenzialità di innovazione

Carissima, ritaglio questo pezzetto del tuo ricco post, ma anche così mi sento sull'orlo di un baratro... Hai aperto una questione di dimensioni non piccole, che soprattutto può essere affrontata da N punti di vista e generare opposte argomentazioni senza fine.
Scelgo, per comodità o per pigrizia serale, una prospettiva personale. E provo a buttare lì qualche spunto.

Apro dicendo che io NON ho (più) paura di Photoshop. Io NON sono un critico di fotografia; faccio fotografie solo per passione; ho sentito per la prima volta puzza di fissaggio quasi trentacinque anni fa, ma in questo ero molto precoce... Smile.

La progressiva conversione dal paradigma analogico a quello digitale l'ho fatta quindi a partire dalla mia pregressa esperienza fotografica. Sono arrivato a Photoshop da fotografo e non da grafico. E non è irrilevante.
Mi sono trovato perciò a tentare una conversione secca di ciò che facevo/vedevo fotograficamente con il procedimento analogico, verso quello digitale.

Prima di tutto ho studiato. E studio tutt'ora. Perché Photoshop non è né una scorciatoia verso il risultato, né il rifugio di fotografi falliti (come la fotografia bambina non fu il rifugio di pittori falliti). Quindi c'è un'inevitabile fase di addestramento che va affrontata e basta.

Assimilata questa necessità, la cosiddetta "post-produzione digitale" diventa solo e soltanto una fase di una catena di scelte del fotografo che partono dalla individuazione del soggetto, passano per la ripresa, la post-produzione e arrivano alla stampa. Perché, almeno dal mio punto di vista, alla stampa si dovrebbe arrivare.
Vista così, più che una rivoluzione, Photoshop (o chi per lui) è un cambiamento di "strumento". Semplice?
Come in qualsiasi percorso di cambiamento ci sono cose che vanno perdute ed altre che si guadagnano.

Che cosa ho perso? O meglio, che cosa so che rimarrà solo nel mio passato/presente analogico?
All'interno della "catena digitale" mi manca un certo tipo di "materialità" che trovavo nell'analogico, sia riferita ad oggetti, certe carte da stampa ad esempio, sia riferita a certe rese cromatiche o di toni di grigio, che sono tipiche ad esempio di certe pellicole o di certe accoppiate pellicola/chimici. Questo rimane in "quel mondo", ma non lo perdo: lo so ancora fare e se voglio lo faccio ancora.
Questo insieme di cose lo chiamo "imprinting estetico": non è mica facile allontanarsi, anche perché si è radicato durante anni...

Cosa ho guadagnato? Ora che (insomma...) con l'immagine digitale comincio a cavarmela, ho guadagnato un enorme capacità di controllo su tutte le fasi della lavorazione e quindi maggiore controllo del risultato finale. Cose che nell'analogico, date le mie capacità, mi sarebbero costate molto ora sono docili e sotto controllo. Posso provare soluzioni diverse. Posso concentrarmi quindi infinitamente di più sul risultato finale che ho in mente. E raggiungerlo.
Questo è il vantaggio.

Chiudo. Scusandomi per aver posto la cosa in termini personali. Ma come dicevo, non sono un critico, e quindi posso solo riportare la mia esperienza da fotografo.

ciao

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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MessaggioInviato: Sab 27 Ott, 2007 10:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

...c'è la ghiera dello zoom, la rotella dei tempi, il selettore di diaframma, il flash e, per la fotografia digitale, Photoshop. Uno strumento tra gli altri, di cui è necessario conoscere l'utilizzo. C'erano e ci sono fotografi che hanno paura dell' autofocus... Paure, entusiasmi, filosofeggiamenti, sono a mio parere strizzamenti mentali tra una foto e l'altra. Non vivi una storia d'amore in base alla marca dell'auto con cui vai a trovare la morosa, e se lo fai hai un grosso problema... Wink

Alberto
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bigiagia
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 4:25 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Non a caso citi antonioni, giustamente, come grande artista che si
evolve, sperimenta e si confronta pure con le nuove tecnologie.
Lavorasse ancora oggi, Antonioni, sono convinto che userebbe
photoshop o meglio, nel suo caso, premiere, in modo magistrale.
Ma quanti Antonioni ci sono in giro? Credo che ormai, l'80% dei
fotografi amatoriali e professionisti usi photoshop con sufficiente
padronanza. Ma per farci cosa? Effettacci ed effettini, HDR posticci,
B/N dai cieli neri con nuvoloni bianchi gonfi e tronfi.
Fatti un giro, malinamelina, nelle varie sezioni qui, in primis il paesaggio,
e poi sappimi dire! Il problema non è photoshop. Il problema è che
non ci sono gli Antonioni!
Non mi sembra di rilevare una così vasta folla di fotografi
che, come dici, si pone con " la pigrizia intellettuale, la paura del nuovo, il provincialismo, l'abitudine, l'inettitudine, la spocchia e la decrepitezza....".
Mi sembra che photoshop sia già " entrato".
La fascia dei resistenti da te rilevata, non mi sembra così numerosa,
anche in questo forum.
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Filippo Secciani
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Messaggi: 3680
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 2:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Caro bigiagia, hai veramente colto nel segno. Imparare a spippolare con una tastiera e giocare a subbuteo con un mouse, non fa dei fotografi!

Certo, ho fatto una vera e assoluta affermazione da SNOB. Ma non mi vergogno. Sono così irriverente, che certe volte me ne vanto!

Antognoni, sarebbe stato bravo anche con Final Cut, certo, ma ha dimostrato che era Antognoni anche con mezzi ben più obsoleti e sarebbe comunque stato Antognoni anche con una cinepresa da 8mm!

Sono diventato amico con un prof, che lavora tra Milano e la Val di Chiana e fa largo uso di fotosciò: tutte le volte che mi chiede di un "fotografo" della zona, mi chiede se sa fare la camera oscura. Un motivo ci sarà!

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bigiagia
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 2:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sarà comunque una una mia natura e una mia formazione, ma mi trovo
assolutamente indifferente alle tecnologie usate per fare foto o arte
come dir si voglia. L'arretratezza, il provincialismo, ecc.....che malinamelina
individua sono realtà, ma non sono legati ai mezzi tecnici tecnologici in sè,
ma a questioni intellettive, culturali, creative. Certo, la curiosità per il
nuovo che avanza è segno di apertura ricettiva, ma non è così
determinante al fine di ottenere, in arte, opere di estrema attualità.
Spesso vedo lavori fatti con photoshop che sono scontati, banali e
persino " vecchi " e datati come linguaggio e mondo creativo che ci sta dietro. Al contrario, vedo lavori curiosi ed attuali, fatti con tecnologie
fotografiche obsolete. Come del resto ci sono cose notevoli fatte
in photoshop e tamarrate fatte col banco ottico.
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AleZan
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 3:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Scusate ma......
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che: "Il problema non è photoshop. Il problema è che non ci sono gli Antonioni!" o che "Antonioni sarebbe stato Antonioni anche con una 8mm." o che non sia lo strumento specifico a determinare il valore di un'opera.....
Ma mi pare che fin qui siamo tutti d'accordo. Non c'è discussione. E poi...?

Mi era parso di intendere nel post di apertura che la questione vera che stava sotto NON fosse legata ad un software specifico o ad una qualunque operazione meramente tecnica.
Mi sembrava si volesse parlare dell'apertura/resistenza che viviamo come fotografi in una fase che è oggettivamente di transizione tra due paradigmi, quello analogico e quello digitale, che non comportano semplicemente cambiamenti tecnici. Ma hanno conseguenze dirette sulla nostra espressività. Mi pare sia questo il punto posto da Malinamelina.

Poi possiamo anche parlare di massimi sistemi (è questo il luogo giusto?). Mi sto leggendo un libricino di Claudio Marra "L'immagine infedele" (2006) che tratta proprio di queste cose. Possiamo anche raccontarci come va a finire.

Ma personalmente in una community di fotografi, mi piacerebbe anche che fossero messe in gioco le esperienze personali. Cosa sta succedendo a me? Al mio modo di fotografare? Ragiono su tutto quello che ha influenza su come fotografo?
Oppure semplicemente sto inseguendo l'ultimo plug-in di Photoshop oppure (specularmente) l'ultimo pacco di Oriental.

Magari sbaglio tutto, scusate. Forse sono io che per età e pregressa esperienza vivo intensamente questa stagione di cambio, perciò ribalto qui cose che non creano invece problemi a nessuno. Così fosse, fate finta di nulla....

peace and love Smile

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Filippo Secciani
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 4:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
E poi...?



E poi niente! bagia e io concordavamo su qualcosa che si sta verificando: l' arrivo di nuovi fotoamatori da altre realtà, da altre culture.

Probabilmente la cosa può dar fastidio a ME che SONO un po' ottuso: ci sono cose che non riesco a tollerare, come i grossi tagli a file di foto che già di per sè hanno pochi pixel... Ma è uno scontro di culture. Dovrei riconoscere in questo una risorsa, ma a volte vedo delle cose che non mi tornano.

Poi, per me ognuno scelga la propria tecnica. Non è un problema.

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dean
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 6:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Se si parte dal postulato che la fotografia non è oggettiva e che è un linguaggio per comunicare dei concetti, qualsiasi strumento di cui dispone è potenzialmente utilizzabile per raggiungere il suo fine. Photoshop è lecito esattamente come qualsiasi operazione che si può mettere in opera in fase di sviluppo e stampa di un negativo. Certo, photoshop sa più di bacchetta magica, ma qui forse il problema consiste nel fatto che alcuni (e io sono idealmente tra questi, dico idealmente perchè in realtà...non l'ho mai fatto) preferiscono seguire fisicamente con mano ogni passaggio del processo creativo, altri si muovono più a loro agio nel dare un comando e attendere la risposta elaborata da un software che lavora in codice binario.
Rimane comunque imprescindibile che ciò che serve alla base di tutto è il concetto che si vuole comunicare.
Perchè con photoshop (e in parte con le macchine fotografiche digitali) è sicuramente più facile ottenere dei risultati "per caso", con photoshop tagliando, clonando eccetera, con le macchine digitali scattando a raffica e buttando via il 99% delle foto. Sicuramente la fotografia analogica induce nel neofita maggior riflessione (se non altro per non buttar via da subito tonnellate di rullini)

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claudiom
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MessaggioInviato: Dom 28 Ott, 2007 6:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Photoshop nel bianco e nero non presenta alcuna novità, nel colore adegua le possibilità del colore chimico a quelle del b/n chimico, cosa non da poco, ma marginale, come marginale l'uso in Antonioni della telecamera e del montaggio elettronico, come ben si è visto.
Non è nulla di nuovo, prova ne sono i risultati al nostro e al massimo livello, risultati nulli, carico di novità nessuno.

Ben diverse le considerazioni da farsi per i programmi di architettura che costruiscono una "fotografia" (in realtà una "pittura") indistinguibile dal "reale", ma immagine di un reale inesistente.

Non confondiamo gli strumenti semplificativi del lavoro con il cambiamento epocale di mentalità che qualcuno di noi è chiamato ad attuare, compreso il mio noto omonimo di Bologna.

La fotografia passa da documento "in sè" del reale a documento "solo se" certificato da altri strumenti.
La fotografia torna da dove ha cominciato: è solo una pittura molto somigliante, a cosa non si sà.

ciao claudiom
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malinamelina
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 12:01 am    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan (grazie!) ha centrato la questione e ha accolto l'invito parlando del suo percorso di lavoro, non dei massimi sistemi, perché i discorsi sui massimi sistemi sono aria fritta se non diventano curiosità e pratica quotidiane.
Vedi, bigiagia, il vero problema non è che PS ti dà la bacchetta magica, come dice dean, e così realizzi gli effettacci e gli effettini, ma che le sensibilità forse migliori tra coloro che fotografano anche da tanto tempo, se adoperano PS lo fanno solo e soltanto per accelerare processi che già eseguivano, per realizzare le stesse identiche fotografie che facevano dieci, quindici, venti anni fa... E queste sensibilità arrivano talvolta a vergognarsi se per caso gestiscono con un orrido mouse, per fare un esempio, il controllo della saturazione perché gli sembra di "tradire" qualcosa o qualcuno.
Non parliamo poi di altre possibilità come, per esempio, la desaturazione selettiva. Lì non se ne parla proprio che queste sensibilità osino..., ma si potrebbero fare molti altri esempi. E questo perché? Perché mancano di coraggio e, anche, di idee: però io credo che le idee possano essere stimolate dal gioco e PS è un enorme gioco. Non è necessario essere degli Antonioni per fare ricerca e se è vero che il mezzo è il messaggio, vedete bene se PS non sia una rivoluzione che ci cambia la testa e produce idee.

P.s. Antognoni faceva ottimi assist e qualche discreto gol sia in Fiorentina che in Nazionale, anche se a sentirlo parlare sembrava un mentecatto (e qui mi verrebbe una battuta che non faccio...) Smile

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dean
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 12:53 am    Oggetto: Rispondi con citazione

malinamelina ha scritto:
e se è vero che il mezzo è il messaggio, vedete bene se PS non sia una rivoluzione che ci cambia la testa e produce idee.


questo non lo condivido. Non è il mezzo il messaggio, se così fosse si sterilizzerebbe la creatività, che si esaurirebbe con l'esaurirsi del mezzo.
La dimestichezza dell'utilizzo del mezzo (tra cui photoshop) è condizione necessaria ma non sufficiente. Senza saper disegnare non diventerò mai come Kandinskij, pur sembrando i suoi dipinti facili da realizzare, senza saper controllare il mio corpo non diventerò mai un Roberto Bolle, e sapendo fare entrambe le cose comunque non sarei né Kandinskij né Bolle.

Certo è che non si può rifiutare a priori photoshop senza neanche conoscerne le possibilità. Si può viceversa scegliere di non utilizzarlo se non funzionale o non soddisfacente le proprie esigenze "poetiche", così come un artista sceglie di dipingere ad olio piuttosto che a china.

Quello che voglio dire è che non c'è nessun photoshop, nessuna reflex, o compatta o banco ottico o filtro che trasformino un'idea scadente in una grande opera. Basta vedere le migliaia di foto che invadono qualsiasi sito di fotografia: la stragrande maggioranza sono foto che ripetono se stesse.
Magari piacevoli, tecnicamente ineccepibili, eppur terribilmente prive di sostanza.

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bigiagia
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 1:25 am    Oggetto: Rispondi con citazione

malinamelina ogni cambiamento tecnologico
determina cambiamenti di linguaggio creativo, di pensiero ecc...
Ma è sempre avvenuto. Quando la pittura ad olio subentra alla tempera,
i pittori iniziano a sfumare i colori ed a ottenere una pittura chiaroscurale più tridimensionale. Cambiano i mezzi, quindi cambia anche il paradigma espressivo, perchè il mezzo permette e suggerisce nuovi modi.
Idem con l'arrivo del digitale che sta generando nuovi paradigmi.
E questo che intendi?
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federico
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 9:06 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Cara Malinamelina, non credo di essere d'accordo con il tuo ultimo post.
PS è uno strumento e basta, questo è vero comunque, è uguale all'ingranditore, è uguale alla bacinella, è uguale alla molletta a cui appendo il negativo. E' uno strumento che fa parte di un processo.
E' vero che offre la possibilità di miriadi di modificazioni di files che possono diventare addirittura il contrario di quello che sono all'origine, basta sfogliare qualsiasi manuale di fotografia digitale.
Quello che, secondo me, sta al principio, è quanto ha scritto Bigiagia più sopra.

"Credo che ormai, l'80% dei
fotografi amatoriali e professionisti usi photoshop con sufficiente
padronanza. Ma per farci cosa? Effettacci ed effettini, HDR posticci,
B/N dai cieli neri con nuvoloni bianchi gonfi e tronfi."


La mancanza di cultura fotografica e, soprattutto, le possibilità offerte dal digitale, generano una serie sterminata di fotografi pigri e seriali.
L'effetto strano è il risultato più ambito.

PS non è il demonio, come non lo è il digitale in genere. Però è indubbio che questo tipo di fotografia, facile, senza bisogno di conoscere più di tanto la tecnica, che appaga comunque, in termini di effetti emozionanti, allontana dalla ricerca, dalla fatica, dal lavoro.

Ciao.

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federico
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claudiom
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 9:54 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Anche questo mi pare un discorso monco dell'inizio: la storia dell'innovazione in arte, suo valore, sua importanza, suoi limiti.

Una cosa mastodontica... chiaro, mi apre, che se contesto la possibiltà di fare un parallelo tra un regista e il mondo della fotografia, già sottintendo cose grosse, come minimo la non dimostrata possibilità di un mettere accanto fotografia e fotografia cinematografica.

E via tutto il resto, tutti argomenti molto corposi, che ancora una volta temo vengano presi dalla fine, ma capisco che partire dall'inizio somiglia troppo alla scuola dell'obbligo Smile e forse ci si può limitare a questo tranquillo scambio di opinioni senza bisogno, dico sul serio, di andare a scavare tanto.

Però, spero, col sentimento che di scavare ce ne sarebbe stato bisogno.

Cool ciao claudiom
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Andrea Giorgi
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 9:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

rembrant ha scritto:
Caro bigiagia, hai veramente colto nel segno. Imparare a spippolare con una tastiera e giocare a subbuteo con un mouse, non fa dei fotografi!

...giustissimo, tanto quanto non rende dei fotografi l'essere abili a caricare delle tank al buio o riempire delle bacinelle... allora qual'è la differenza? Ci sono tanti Antonioni oggi quanti ce n'erano ieri e sarà così anche domani... come ieri i circoli fotografici erano pieni di gente che non faceva altro che guardare test mtf oggi i forum sono pieni di gente che fotografa il gatto per contare i peli... digitale o non digitale...

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Filippo Secciani
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 9:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Off Topic
malinamelina ha scritto:

P.s. Antognoni faceva ottimi assist e qualche discreto gol sia in Fiorentina che in Nazionale, anche se a sentirlo parlare sembrava un mentecatto (e qui mi verrebbe una battuta che non faccio...) Smile


Guai a chi parla male di Antognoni!

FORZA VIOLA! Oh yeah!

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malinamelina
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 4:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

federico ha scritto:
PS è uno strumento e basta, questo è vero comunque, è uguale all'ingranditore, è uguale alla bacinella, è uguale alla molletta a cui appendo il negativo. E' uno strumento che fa parte di un processo.

La mancanza di cultura fotografica e, soprattutto, le possibilità offerte dal digitale, generano una serie sterminata di fotografi pigri e seriali.
L'effetto strano è il risultato più ambito.


Caro Federico, il più delle volte concordiamo. Qui no.
PS non è uno strumento uguale all'ingranditore, alla bacinella, alla molletta. E' così vero che non è uguale, che ci si scanna parecchio sulla diatriba digitale/analogico.
La mancanza di cultura fotografica oggi è anche mancanza di conoscenza di PS, che lo vogliate o meno e lo sarà sempre di più.
E' la mancanza di cultura di PS che genera fotografi pigri e seriali, che non sono quelli che cercano l'effetto strano, ma veramente piuttosto quelli che fanno le stesse fotografie che facevano in camera oscura ma usando PS! Che poi non si sia artisti perché si usa l'hdr non ci vuole un genio a capirlo, ma questo è un altro discorso.
Sono proprio le sterminate possibilità offerte dal digitale che dovrebbero spalancare le porte alle teste fotografiche pensanti. E la testimonianza di AleZan mi pare spieghi benissimo l'umiltà e lo spirito di ricerca che tutti dovremmo avere.
Andate a vedere David LaChapelle (che costruisce tutte le sue location, cioè non fa il grafico, fa il fotografo), andate a vedere cosa significa USARE il digitale al servizio delle idee, senza se e senza ma. Smile

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dean
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MessaggioInviato: Lun 29 Ott, 2007 6:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
La mancanza di cultura fotografica oggi è anche mancanza di conoscenza di PS, che lo vogliate o meno e lo sarà sempre di più.
E' la mancanza di cultura di PS che genera fotografi pigri e seriali,

Non credo, al massimo è la mancanza di apertura mentale, la cui conseguenza è anche la mancanza, come dici tu, di cultura di PS. I fotografi seriali sono il 99,9% dei fotografi.

Citazione:
Sono proprio le sterminate possibilità offerte dal digitale che dovrebbero spalancare le porte alle teste fotografiche pensanti.

Anche qui non mi trovi daccordo. Al massimo potrebbero dare stimoli al 99,9% dei fotografi a fare cose che fino ad allora non avevano mai fatto.
Gli Antonioni del caso le teste le avrebbero spalancate già da prima.

Citazione:
Andate a vedere David LaChapelle (che costruisce tutte le sue location, cioè non fa il grafico, fa il fotografo), andate a vedere cosa significa USARE il digitale al servizio delle idee, senza se e senza ma. Smile

Su questo invece sì che sono daccordo.
Vorrei anche consigliarvi di andare a vedere cosa fa Enrico de Marinis.
Lavorava in analogico, prima dell'avvento del digitale, ora lavora in digitale, e questo è quello che dice proprio sul digitale:
"...Diciamo che adesso, con il digitale, posso abbattere nettamente i costi e la logistica necessari per realizzare un'immagine:dove prima mi servivano 5 modelli e 5 vestiti completi, ora posso usare un solo modello e un solo vestito..."
Questo è lo strumento della sua poetica, a lui serve così, ad altri potrebbe servire in maniera assai più spinta (vedi LaChapelle), ad altri ancora potrebbe non servire affatto. Senza nulla togliere al loro essere artisti.
Diamo a Uto Ughi un violino elettrico per suonarci il Capriccio di Paganini...

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PaP VaV
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