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IMPORTANTE: A che scopo fotografare?
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Autore Messaggio
Pecos
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Iscritto: 29 Dic 2003
Messaggi: 392
Località: Roma

MessaggioInviato: Sab 10 Gen, 2004 3:04 pm    Oggetto: IMPORTANTE: A che scopo fotografare? Rispondi con citazione

Secondo il grande fotografo Feininger il capitolo più importante di un libro di fotografia spesso viene omesso o trascurato: e cioè quello che risponde ad una domanda che, seppur a prima vista banale, è il succo della fotografia. "A che scopo fotografare?"

La fotografia è uno strumento così vario di comunicazione visiva che cercare di stabilire regole precise per fare "buone" fotografie è ridicolo e insulso come dire a un pittore in che modo si crea un buon quadro.
Non è difficile rendersi conto che i fotografi originali e dotati di uno stile proprio - coloro che "creano" in fotografia - si differenziano l'uno dall'altro. Ma nessuno può dire che un dato fotografo è "migliore" di un altro. Se una fotografia dice qualcosa a chi la guarda, se rivela immaginazione, se ha un significato, se suggerisce un'idea o esprime una sensazione, allora è certamente una "buona" fotografia e colui che l'ha fatta è un buon fotografo. Se una fotografia invece non esprime e suggerisce niente, colui che l'ha fatta è un cattivo fotografo anche se conosce e applica tutte le regole "fotografiche".

Una buona fotografia deve avere un significato, deve essere insomma il punto di arrivo, lo scopo di un interesse su un particolare soggetto, una sensazione od opinione personale sullo stesso, una sincera passione ad esprimere tutto questo in forma fotografica, insieme con la capacità tecnica di farlo ma soprattutto con l'estro creativo necessario per attirare l'attenzione. Se al fotografo manca la dote più importante, cioè se egli non sa filtrare la realtà per comunicare le sue idee, ogni suo sforzo sarà vano: la sua fotografia sarà forse gradevole ma non avrà significato per chi la guarda.
E' così di fondamentale importanza che una fotografia non soltanto significhi qualche cosa, ma il suo significato deve esprimersi in forma tale da apparire evidente a chi la guarda. Se si ottiene questo risultato non importa l'aspetto della fotografia, non importa se è nitida o sfocata, "pittorica" o "documentaria", paesaggio o nudo.

Nella formazione di un fotografo ci sono tre stadi. Alcuni passano gradualmente dal primo al secondo, e quindi al terzo; altri, la maggioranza, non superano il secondo, e talvolta neppure il primo (soprattutto i "digitalizzati"); altri ancora saltano il primo. I "fotografi nati", poi, cominciano addirittura dal terzo.
Primo stadio. In questa fase il fotografo è solo un appassionato di strumenti e di aggeggi, il cui interesse si concentra sugli apparecchi, sugli obiettivi, sulla macchina fotografica. Possiede di solito tra i migliori apparecchi da mostrare ed esaltare in pubblico, i più aggiornati strumenti ed una serie di accessori. Il fotografo che si trova in questa fase costituisce la delizia dei negozianti di articoli fotografici perchè non smette mai di comprare e cambiare pezzi del suo corredo, accessori, non conserva un apparecchio più di un anno. Torna continuamente a cambiarlo con uno più recente, oppure compra prima gli accessori aspettando l'uscita del prossimo modello di macchina fotografica. Cerca instancabilmente le prove di macchine e obiettivi, ma non fa mai una vera fotografia.

Secondo stadio. In questa fase l'interesse del fotografo si rivolge soprattutto alla "qualità" del risultato. Anche questo tipo di fotografo possiede una vasta e ottima attrezzatura: ma a differenza del precedente, se ne serve per fare fotografie. Quando fa fotografie però non presta nessuna attenzione al soggetto. La sua ambizione è quella di ottenere un "negativo perfetto". Controlla appassionatamente la grana della pellicola, la gamma dei colori, il contrasto, la nitidezza. Si precipita ad acquistare l'ultima pellicola uscita a grana fine sperando sempre di imbroccare quella "perfetta" oppure l'ultimo ritrovato tecnologico di obiettivo più luminoso e nitido del suo. A tale fotografo capiterà di fare buone fotografie ma sarà sempre insoddisfatto.

Terzo stadio. In questa fase il fotografo è come un pittore, un romanziere, un romantico animato dall'ispirazione. Non gli importa che tipo di apparecchio usa, ma la fotografia che può ottenere. Potete vedergli tra le mani una Leica del 1950, scrostata e sconquassata, ma le sue fotografie finiscono esposte nelle sale del museo di arte moderna di New York. La sua "Tecnica" può essere talvolta discutibile, la sua sincerità mai. Se un fotografo sa ciò che vuole, anche se non è padrone della tecnica, troverà sempre il modo, con lo studio e con l'invenzione personale, di esprimersi chiaramente sulla pellicola in modo da comunicare agli altri le sue esperienze e le sue sensazioni.

Spesso si cerca di giustificare la mediocrità delle proprie fotografie con frasi come questa: "Se avessi quell'apparecchio o quell'obiettivo, potrei fare fotografie come quelle del tale o del tal altro fotografo." Per chi pensa così può essere una sorpresa sapere che il 90% delle fotografie esposte alle mostre sono fatte con un semplice apparecchio meccanico 24x36. E' quindi ovvio che non all'apparecchio ma al modo di usarlo spetta il merito di una fotografia. Chi pensa che con una attrezzatura formidabile sia possibile per lui fare fotografie infinitamente più belle è destinato a ricevere molte delusioni. Otterrebbe soltanto una fotografia più nitida mentre un fotografo più "ispirato" potrebbe ottenere, con un apparecchio da pochi soldi, una fotografia più bella. Il primo passo per capire cosa realmente sia la fotografia si compie quando ci si rende conto che un apparecchio fotografico è solo uno strumento per fare fotografie. Dimenticate il suo aspetto esterno, la sua tecnologia di precisione, le sue cromature, il suo obiettivo scintillante e consideratelo alla stregua di una macchina da scrivere. La macchina fotografica è per il fotografo quello che la macchina da scrivere è per lo scrittore: uno strumento per esprimere un'idea. A nessuno importa di conoscere la marca della macchina per scrivere di un romanziere. Nello stesso modo, perchè si dovrebbe pretendere di sapere quale apparecchio è usato dal fotografo?
Se farete tale passo non rischierete di passare tutta la vita a rincorrere il miglior obiettivo sul mercato senza mai riuscire a capire l'emozione di vedere la propria umanità e sensibilità espressa attraverso un'immagine.

La fotografia è un mezzo per raggiungere un fine: un'immagine che abbia uno scopo e un'idea. L'apparecchio fotografico uno strumento per esplorare i fatti e le emozioni, per mostrare come la gente vive e ciò che sente, un mezzo per raccontare una storia
La fotografia può essere insegnata soltanto in parte: la parte della tecnica fotografica. Tutto il resto deve venire dal fotografo. Ciò che un corso o un libro possono fare è di guidare i fotografi nella direzione giusta, mostrando loro ciò che la fotografia può dare se è coltivata con intelligenza e immaginazione. Se sapete dove volete arrivare e come arrivarci, tocca a voi andare avanti. Le regole e le istruzioni sono per i tecnici: chi è capace di creare deve tracciarsi la strada da sè.






Spero che tali parole facciano riflettere molte persone, esperti e non, altrimenti scusate tutti se vi siete annoiati.
In ogni caso Saluti da Pecos Smile
P.s. il terzo stadio mi ricorda vagamente Edgar....i primi due...molti di voi (me compreso Smile )
P.p.s. il post è stato anche aggiunto per gli amici su Hwupgrade

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Canon 50d - Tokina 12-24 f/4 - Canon 17-55 f/2.8 IS - Canon 85 f/1.8
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cosimo cortese
amministratore


Iscritto: 23 Dic 2003
Messaggi: 9744
Località: Tricase (Lecce)

MessaggioInviato: Sab 10 Gen, 2004 6:01 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Fa piacere trovare parole come queste in un forum così giovane. Grazie Pecos.

Photo4u è una comunità che, pur nei suoi ancora piccoli numeri, già dimostra quanto sia vero ciò che hai scritto.
La maggioranza di noi, sicuramente si ritroverà nei primi due stadi. Probabilmente ank'io.

Questo forum nasce fondamentalmente dalla passione di alcuni personaggi che già frequentavano (e frequentano) la piazza di un "sitarello" di appassionati di tecnologia. E sono certo che la stragrande maggioranza dei nuovi utenti ha le stesse radici, anke se non conosce hwupgrade. Semplicemente perchè naviga su internet. Perchè ora è qui a leggere e far click sul pulsante del mouse, piuttosto che fuori a osservare il mondo e far click sul pulsante di scatto.

Tutto questo però non sarà motivo di pregiudizio, quanto semmai di accomunamento.
La passione che ci unisce è per certi versi assimilabile a quella che accomunava i futuristi.
Terreno fertile da cui al tempo nacquero artisti come Sironi, Severini, Fillia, Sant'elia, Carrà..
In fondo anche noi oggi inneggiamo alla macchina (fotografica) e riconosciamo il valore dell'energia (luminosa).

Anche se non tutti diverremo "artisti", sicuramente cresceremo, e male che vada ci saremo comunque divertiti. Wink

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mauro
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Iscritto: 05 Gen 2004
Messaggi: 311

MessaggioInviato: Lun 12 Gen, 2004 10:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Molto interessante, uno degli articoli con cui mi trovo piu' in accordo.
Credo che si possa aggiungere una quarta fase del fotografo, quella del progetto, ovvero lo sviluppo di un discorso che puo' richiedere da qualche mese ad anni di sviluppo.
Credo anche, ma qui sono contestabile che della prima fase faccia il parte l'indicazione (molto fallica) del chi ce l'ha piu' grosso lo zoom nella firma dei post
Bye[/b]
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Andrea Giorgi
supporto tecnico


Iscritto: 13 Dic 2003
Messaggi: 12696
Località: Pavia

MessaggioInviato: Mar 13 Gen, 2004 1:13 am    Oggetto: Rispondi con citazione

mauro ha scritto:
Credo anche, ma qui sono contestabile che della prima fase faccia il parte l'indicazione (molto fallica) del chi ce l'ha piu' grosso lo zoom nella firma dei post

Che dire... ti do ragione! Ok!
E senza vergognarmene mi infilo di diritto nel primo stadio! D'altronde si deve pur cominciare da qualche parte... Smile
...ovviamente con lo sforzo e la speranza di passare le tappe una ad una... Ops

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Andrea Giorgi - www.andreagiorgi.net

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non più registrato






MessaggioInviato: Mar 13 Gen, 2004 6:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nella mia esperiena maturata in diversi campi creativi ed artistici credo che alla base di tutto debba sempre esserci una volontà creativa e comunicativa precendete all'acquisizione di una metodologia e di una strumentazione tecnica. Il famoso scopo deve essere una pulsione che sentiamo in noi, una spinta naturale, una sete da sedare. Ed è una cosa che senti dentro, innata. In fondo si impara a scrivere per una necessità che è precedente al momento nel quale siamo capaci di farlo.

Con l'attuale diffusione di massa della fotografia digitale sta accadendo quello che nella musica è successo un paio di decadi fa: come le tastiere elettroniche non hanno fatto di tutti noi dei novelli Bethoven così il digitale fotografico non farà di tutti noi dei Man Ray. Orde di persone, prettamente informatici, stanno calando come festante orda prendendo in mano la loro prima macchina fotografica, ora che anche questo oggetto da vetusto mattone meccanico può vantarsi dell'aggettivo "digitale". Sono gli stessi che nell'ultimo decennio hanno vissuto nell'inutile rincorsa dell'avere il computer più potente, la scheda video di ultima generazione, inseguendo ciecamente la tencologia, vivendo nella felicità di possederla ma senza farci nulla praticamente. Ma se nell'elaboratore più performante si poteva far girare il benchmark di moda e mostrare con orgoglio numerico quanti mirabolandi frames al secondo fosse capace di gestire la propria postazione, con la macchina digitale questo castello di sabbia ha iniziato a sgretolarsi: non esistono test di perfomabilità nella macchina fotografica, non esiste comparazione prestazionale che abbia senso fin quando qualcuno non la prende in mano e fisicamente, in prima persona, crea.
In prima battuta è arrivato quindi quello che io chiamo "fattore gatto", spesso troppo giovani per avere figli, spesso accompagnati da donne troppo sagge per sottostare alle loro sperimentazioni, hanno trovato nel felino domestico il soggetto ideale. Stava in posa, non si lamentava, e soprattutto non erano neanche costretti ad uscire di casa per dare un senso al loro gingillo digitale. A questo punto in molti, dopo la prima settimana di scatti domestici, hanno riposto in un cassetto il proprio armamentario, felici di esserne possessori. Altri hanno inboccato la difficile strada del varcar la soglia di casa, hanno iniziato a scendere in piazza e scattare, ma senza riuscire a liberarsi del loro retaggio informatico. Ed ecco allora il pensiero diffuso che porta a credere che la mediocrità del proprio lavoro sia semplicemente legata al fatto di non posserere l'ultimo modello disponibile sul mercato ( se fosse veramente così importante il fattore tecnico allora noi tutti dovremmo riuscire a fare scatti mille volte migliori di quelli di qualsiasi maestro degli anni '40... ).
A guardare i lavori degli altri e a studiarli in base all'attrezzatura usata, e non chiedendosi perchè l'autore abbia operato determinate scelte. La cosa più deprimente per un artista digitale ( che faccia musica, videopittura, GC 3D o fotografia ) è mostrare l'opera del proprio ingegno e sentirsi dire "bello, che programma/macchina hai usato" ?
Quelli che, di questa grande massa di persone, capiranno che il pezzo più importante nella propria attrezzatura sono loro stessi, quelli che chiuderanno il portafogli per investire nel fattore uomo, saranno il famoso 10% che daranno senso al 90% di merda prodotta ( vedi Theodore Sturgeon ).
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fabio contin
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Messaggi: 5347
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MessaggioInviato: Lun 02 Feb, 2004 8:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sono parzialmente d'accordo, infatti se penso ad alcuni piu' grandi fotografi del nostro tempo mi pare che siano riusciti a produrre dei capolavori utilizzando anche tecnologie all'avanguardia.
Certo per chi e' un po' nostalgico e' una buona lettura, e' come chi sostiene che con il Commodore 64 con poche decine di KiloByte si riuscivano a produrre dei programmi che facevano le stesse cose di adesso

Credo che questo documento sia da leggere con un pizzico di ironia, ma contiene anche la grande verita' che e' inutile sforzarci di spendere migliaia di euro per ottenere scatti migliori, ma che il primo investimento da fare e' la ricerca di noi stessi.

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reed
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Iscritto: 11 Feb 2004
Messaggi: 278
Località: Vimodrone (Mi)

MessaggioInviato: Ven 13 Feb, 2004 12:18 am    Oggetto: Re: IMPORTANTE: A che scopo fotografare? Rispondi con citazione

Pecos ha scritto:
Secondo il grande fotografo Feininger il capitolo più importante di un libro di fotografia spesso viene omesso o trascurato: e cioè quello che risponde ad una domanda che, seppur a prima vista banale, è il succo della fotografia. "A che scopo fotografare?"


Sicuramente di fotografia ne capisco proprio poco, ma questa domanda mi ricorre spesso nella mente guardando proprio le foto di Feininger stesso Surprised
Ho tre o quattro dei suoi libri e li trovo ottimi per quello che riguarda la teoria mentre molte foto, pur essendo tecnicamente ineccepibili, non mi dicono un gran che.
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Giovanto
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Iscritto: 26 Gen 2004
Messaggi: 238
Località: Loreto Aprutino (Pescara)

MessaggioInviato: Ven 13 Feb, 2004 4:43 pm    Oggetto: Re: IMPORTANTE: A che scopo fotografare? Rispondi con citazione

Certo un argomento molto bello e forse non facile da accettare per molti di noi in quanto difficilmente siamo abituati ad autocritiche, ma condivido pienamente cio' che si è stato detto, il mezzo è solo lo strumento per esprimere la propria anima...ma è pur vero quello che afferma Il mio "amico" Sat... un buon mezzo +o- tecnologico ti da la possibilità di esprimerti meglio....

Quasi nessuno mi conosce, io fotografo da quando avevo 13 anni ora ne ho 36 e a volte guardando le foto fatte con la mia prima macchina reflex "Yashica FX3 (Passaggio d'obbligo)" a distanza di 20 anni mi ritrovo in quei stessi stati di animo.
E' sicuramente vero che bisogna investire nel fattore umano, ma è pur vero che nessun Fotografo (con la F maiuscola e del 3 stadio) ha in mano una FX3 (Scusa Yashica mio primo "mezzo").

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Nikon F100 | Nikon FE | 35-135 f3,5 | 24 f2 | () | Canon EOS 5D | 24-105L f4 | Canon EOS 300D (la mia scatoletta di plastica) | 24-85 f3,5-4,5 USM |
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luigi pandolfino
non più registrato





MessaggioInviato: Ven 13 Feb, 2004 4:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sat ha scritto:
Credo che questo documento sia da leggere con un pizzico di ironia, ma contiene anche la grande verita' che e' inutile sforzarci di spendere migliaia di euro per ottenere scatti migliori, ma che il primo investimento da fare e' la ricerca di noi stessi.


Mmmmm
Te sparo! Pallonaro
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mauare
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Iscritto: 15 Gen 2005
Messaggi: 361
Località: Marsala

MessaggioInviato: Dom 16 Gen, 2005 1:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io passo continuamente da tutti e 3 gli stadi, La prima tappa mi è servita per cercare la macchina che mi dà la possibilità di mettere a fuoco ciò che la mia mente vede.... Infatti ho cominciato con una compatta senza nessuna opzione solo il pulsante di scatto, poi una S3000, ma ancora quello che vedevo non era visibila sulla foto anche se belle, S5000 riesco bene o male a far uscire ciò che la mia mente vede su quella scena ma con un piccolo problema di messa a fuoco, s7000 finalmente ho lo strumento giusto per poter fotografare nel modo in cui voglio. Non sento la necessità di avere una reflex costosissima.
Poi passo al secondo stadio, dopo che sviluppo la foto cerco anche la sua pulizia nei colori , nella saturazione e nel rumore perchè è così che la vedevo prima di scattare.
Il terzo stadio esiste dal primo al secondo, perchè non faccio le foto per farle ma per due motivi 1) Per congelare ciò che la mia mente vede in una determinata scena 2) Quando ho una nuova macchina, per testare se riesce a farmi fotografare ciò che la mia mente vede.

E' vero che un fotografo bravo riesce a esprimersi con qualsiasi macchina, e pur vero che ha bisogno di una macchina manuale e che ti dia la possibilità di esprimerli....

Un pittore bravo riesce a dipingere ed esprimersi anche con un pennello e 3 colori..... Ma nel suo studio ci sono diversi tipi di pennelli e almeno 16 colori.... Secondo voi perchè?

Secondo me servono tutti e 3 gli stadi in contemporanea

1 Scegliere il tipo di macchina e eventuali obiettivi che ti danno modo di esprimere quello che vuoi comunicare (Può anche essere la compatta di tuo nonno in B&W) ma una volta trovata non credo che ci sia il bisognio di altre ricerche, e pur vero che si deve passare più tempo a fotografare...

2 Non importa se la foto sia nitida sottofuoco o rumorosa ma importa come l'hai vista prima che effettuassi lo scatto e...bè....se l'hai vista saturata o con nessun rumore ci devi pur lavorare.

3 Ma la più importante, racconta qualcosa, fotografa ciò che il tuo cuore vuole dire e la bocca non può raccontare, non pensare mai se agli altri piacerebbe la tua foto, l'importa solo se a te guardandola ti dà emozione ti far star bene e stai tranquillo che può dare lo stesso o in maniera diversa anche alle persone che la guarderanno. Fotografa per te stesso, non pensare qual'è l'inquadratura che ti può dare maggiore consenso dagli altri.

Naturalmente queste non sono delle regole ma è il mio modo di fotografare ognuno può stravolgere come più sente o addirittura non ascoltarne nessuna. Fotografate perchè vi piace perchè vi far star bene....

Un grosso saluto a tutti

_________________
Maurizio Arena (Mauare)
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edgar
amministratore


Iscritto: 15 Dic 2003
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MessaggioInviato: Lun 17 Gen, 2005 3:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sono state esposte considerazioni molto interessanti con le quali sono spesso d'accordo. Anzi meglio: sono praticamente d'accordo con tutte le considerazioni esposte, tranne il fatto che ritengo non rappresentino TUTTA la verità e l'essenza della fotografia, ma SOLO ALCUNI ASPETTI.

Quindi in sostanza sono VERE ma PARZIALI.

In effetti è assolutamente condivisibile il fatto che la fotografia (al di là di qualsiasi altra considerazione estetica, pratica, commerciale, ecc) debba tendere essere significativa.

E’ condivisibile che conti molto di più il risultato espressivo rispetto al mezzo tecnico utilizzato.

Che la maggior parte degli “appassionati” di derivazione tecnologica siano sostanzialmente appassionati di ........tecnologia appunto, piuttosto che di fotografia ed espressione artistica.

Tutto condivisibile e tutto vero.

MA..............

Parziale.


Iniziamo dai risvolti artistici. Si afferma che il mezzo tecnico non è fondamentale e che grandi fotografi hanno prodotto incredibili capolavori con la famosa e solita “usa e getta”. Vero ma parziale. Dipende dal genere fotografico che pratichiamo. E’ certamente vero se facciamo servizi di reportage, di fotogiornalismo, street photography, generi dove guida l’espressività, la capacità di cogliere momenti esemplificativi, significativi di situazioni e momenti storici, ecc. Dove interpretare la realtà, dove sintetizzare sentimenti, o semplicemente coinvolgere e provocare emozioni sono l’obiettivo fondamentale del fotografo. Perchè sono generi dove tutto sommato la perfezione formale NON è essenziale e dove la sua eventuale mancanza non lede la significatività dell’immagine.

Ma se il nostro genere è la fotografia fine art, la macrofotografia, lo still life, il ritratto posato, l’architettura, il paesaggio, generi dove - in misura più o meno esasperata – la perfezione tecnica e formale è essenziale e dove la sua mancanza rende di fatto l’immagine non più sensata e utilizzabile, ecco che l’assunto non è più vero. Ve lo immaginate Ansel Adams, la cui fotografia si basa sulla capacità di valorizzare le più tenui sfumature tonali (e che ha fatto la maggior parte del suo lavoro con enormi negativi 20x25cm), osannato come uno dei più grandi fotografi della storia (certamente il riferimento di tutti i tempi nella fotografia paesaggistico/naturalistica) CON UNA USA E GETTA? Non scherziamo!

Ve lo immaginate un fotografo di architettura che lavora con una compattino 35mm in plastica con uno zoomino 2x con lenti in plastica?

Un fotografo di Still Life cercare di riprodurre le fini tonalità di colore di un raffinato tessuto di seta con una LOMO?

Un ritrattista cercare una particolare luce negli occhi del soggetto con una vecchia Instamatic?

Come vedete non è facile arrivare sempre e comunque a verità assolute: ogni considerazione, per quanto vera e applicabile in mille situazioni, deve essere valutata sempre in funzione dell’ambito a cui si riferisce, ricordandosi sempre che la realtà è molteplice e ha mille sfaccettature.

Un altro commento, stavolta riferito alle 3 categorie di fotografi citati: è vero che la fotografia deve essere significativa, ma è anche vero che la fotografia è anche gioia, divertimento, piacere, svago. E tra le bellezze di un’attività che è anche gioia, divertimento, piacere e svago ci sono anche i piaceri degli strumenti e della perfezione tecnica. Se procura gioia ad alcuni possedere spendidi apparecchi fotografici e meravigliosi obiettivi, anche questo fa parte in senso generale del grande mondo della fotografia. Che male ci dovrebbe mai essere nel gioire per il possesso di un 85/1.2 Canon o di un Leica Noctilux 50/1?. Sono indispensabili? Probabilmente quasi mai, ma sono oggetti di una bellezza sconcertante e se mentre fotografo gioisco anche del mezzo tecnico, perchè questo non dovrebbe essere un fatto positivo che amplia ulteriormente la mia gioia di uscire a fotografare?
Certamente se non sono un buon poeta non lo diventerò solo perchè uso una stilografica Parker Duofold in lacca cinese invece di una tratto pen di plastica; ma se mentre scrivo poesie provo più soddisfazione a farlo con una Duofold, perchè ciò dovrebbe essere negativo?

Gli stimoli che guidano le azioni e le passioni umane sono molteplici e sarebbe bene essere molto cauti prima di giudicarli inferiori, superiori o insignificanti. Possiamo escludere che dopo anni di passione per foto tecnicamente perfette e la passione per un corredo fantastico, a qualcuno venga davvero voglia di misurarsi con qualcosa di artisticamente più impegnativo? Non direi; e forse questo non sarebbe mai avvenuto sena una precedente fase di entusiasmo “tecnicistico”. Non possiamo sapere nè prevedere sempre da che cosa nascono le pulsioni umane.

Infine: è certamente vero che “l’esercito” di digitalisti provenienti dall’informatica e dall’elettronica comprende moltissime persone interessate e appassionate più alla prestazione dell’oggetto mirabolante che alla significatività dell’immagine, ma possiamo escludere che alcuni, trascinati inizialmente dalla passione elettronica possano oggi essere seri appassionati di fotografia, arte che hanno scoperto proprio grazie all’elettronica? Magari ci sarebbero arrivati comunque, magari no, nessuno può essere certo di saperlo.

Sono un po’ in controtendenza probabilmente, ma credo che queste considerazioni possano servire come invito a riflettere.

A volte la “verità” è un oggetto con molte sfaccettature.

EDgar

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Edgar
Perchè "Primi Scatti" è diverso: il progetto ° Primi passi: 1 Diaframmi e Tempi ° 2 L'Esposizione
3 La Significatività ° 4 La Semplicità °5 L'inquadratura ° 6 La composizione


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edgar
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Iscritto: 15 Dic 2003
Messaggi: 6378
Località: Milano

MessaggioInviato: Lun 17 Gen, 2005 3:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

dopo aver partecipato al thread, mi sono accorto che non è un tema di tecnica ma di fotografia in senso molto lato.

trovo giusto spostarlo in "fotografia in gnerale".

EDgar

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Edgar
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Raffaele Capasso
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Iscritto: 06 Mgg 2004
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MessaggioInviato: Mer 19 Gen, 2005 6:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Smile
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albio
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MessaggioInviato: Mer 19 Gen, 2005 7:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

prima di scattare mi faccio sempre una domanda:
PERCHE' faccio questa foto?
se non ho risposte...non scatto.





consigliato a tutti (perlomeno a chi vuol fare fotografia e non solo fotografare), si capiscono molte cose. Maiale
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picagetto
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MessaggioInviato: Mer 19 Gen, 2005 8:57 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

è ovvio che chiunque scatti una foto intende immortalare le sensazioni provocate dall'immagine o dalla situazione che in quel momento ha davanti e questo è di per se stesso un grosso problema.

secondo questo criterio è altrettanto ovvio che una "bella foto" di mia figlia provocherà in me e mia moglie delle emozioni che ad altri non potrebbe dare.

il difficile è fare foto che diano emozioni a chiunque le veda.

il tutto detto da uno che fa fatica a fare una foto semplicemente "ben fatta" Wink
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albio
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Iscritto: 10 Dic 2004
Messaggi: 145
Località: ...nel vicentino

MessaggioInviato: Mer 19 Gen, 2005 9:10 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

concordo, ma con le macchinette digitali è nata anche la professione dello schiacciatore di bottoni...e fin qui poco mi interessa; il problema sorge nel momento in cui si vogliono far passare foto "normali" per capolavori! Pallonaro è a questo punto che mi viene in mente la famosa domandina!!! Mandrillo
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Derby
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Messaggi: 7688
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MessaggioInviato: Mer 19 Gen, 2005 10:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Che dire, una discussione davvero interessante, a cui aggiungo la mia, molto semplice e concisa.
A che scopo fotografare? Ma per esprimersi, naturalmente!
Esprimere se stessi, è una delle ragioni per vivere, non trovate? Wink
Che poi questa espressione avvenga attraverso una macchina fotografica di qualunque tipo, attraverso un pennello, oppure la penna e la carta... non fa differenza.
Lo scopo della fotografia, come degli altri atti creativi, è esprimersi. Per cui, dal mio personale punto di vista, è bene quando realizzi una foto che "esprime", male quando esegui solo una mera rappresentazione.

Ciao
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mickyB
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MessaggioInviato: Mar 16 Ago, 2005 9:41 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Derby ha scritto:
Lo scopo della fotografia, come degli altri atti creativi, è esprimersi. Per cui, dal mio personale punto di vista, è bene quando realizzi una foto che "esprime", male quando esegui solo una mera rappresentazione.


E' esattamente la diferrenza che c'e' fra una cartolina ed un quadro.
Questo quando si fotografo di un paesaggio ma e' diverso in un ritratto dove puoi fermare l'espressione/sentimento di una persona oppure costruire il momento da te.

Questo e' il mio primo post. Piccolo e innocente Ciao a tutti !
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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
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MessaggioInviato: Mar 16 Ago, 2005 10:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Il totale sarebbe: le foto si fanno per molti motivi, alcuni artistici, si fanno con molte macchine fotografiche, non necessariamente costose, ma qualche volta sono indispensabili fotocamere specialistiche.
Su tutto, e come poteva essere altrimenti, la necessità impellente di esprimersi e di comunicare.
Banalità, banalità.
Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
Ciao, Claudio.
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claudiom
non più registrato


Iscritto: 05 Lug 2004
Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Mar 16 Ago, 2005 10:14 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ah, dimenticavo, non solo banalità, anche affermazioni macroscopiche e tendenziose sparate senza pudore alcuno.
E, quel che è peggio, a mio modesto avviso, senza la minima ombra di dubbio.
Ridicolo, comunque. Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
Ciao, Claudio.
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