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16ale16 utente

Iscritto: 25 Nov 2006 Messaggi: 405 Località: Roma
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Inviato: Dom 24 Dic, 2006 4:39 pm Oggetto: Io ci provo, ma continuo a non capire! |
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Ciao a tutti, sto per fare una domanda che definire idiota è poco, ma da autodiatta quale sono, non riesco a trovare una risposta esauriente al mio quesito.
Il mio dubbio riguarda gli stop. Ok, partendo dal presupposto che aprire di uno stop significa raddoppiare la quantità di luce che passa sul sensore/pellicola, ho problemi coi diaframmi.
Premesso che ho una digitale D70s, vorrei capire meglio come funzionino i valori che può assumere il diaframma del mio, ad esempio, 18-70.
La scala degi stop se non sbaglio è:
1.8 - 2.8 - 4 - 5.6 - 8 - 11 - 16 - 22 - 29
Mi spiegate qual è la relazione matematica che mi permette di capire che passando da un numero al suo successivo si capisce che la luce che passa raddoppia? Coi tempi si scatto è semplice, ad esempio 1/125 è la metà di 1/250, quindi uno stop più aperto. Ma facendo il rapporto tra i numeri della scala dei diaframmi non ottengo un unico valore!! COME FUNZIONA?
Poi, la scala degli zoom che posso selezionare comprende molti più valori di quelli scritto prima e credo che, similmente per quanto accade coi tempi di scatto, si passi per terzi di stop. Infatti ad esempio tra i diaframmi 8 r 11 posso scegliere tra:
8 - 9 - 10 - 11
e ad esempio tra 11 e 16:
11 - 13 - 14 - 16
Mi aiutate perfavore? Sta scala di valori dei diaframmi mi sta facendo impazzire, ma sono sicuro che mi sta sfuggendo una caXXatina...
Grazie a tutti! _________________ Alessandro
D70s --- 12-24 + Nikkor AF 24-85/2.8-4 D + Nikkor AF-S 70-300 VRII + AF 50/1.8 D + Metz 45 CL 1 + SB-800
il mio scatto preferito |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Dom 24 Dic, 2006 5:28 pm Oggetto: Re: Io ci provo, ma continuo a non capire! |
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16ale16 ha scritto: | La scala degi stop se non sbaglio è:
1.8 - 2.8 - 4 - 5.6 - 8 - 11 - 16 - 22 - 29 |
1,4 - 2 - 2,8 - ......... - 16 - 22 - 32 - 45 - 64
Citazione: | Mi spiegate qual è la relazione matematica che mi permette di capire che passando da un numero al suo successivo si capisce che la luce che passa raddoppia? | Ogni valore è uguale al precedente moltiplicato per 1,4 (arrotondato). Più facile pensare che ogni due il valore raddoppia. 8 raddoppia in 16, 11 raddoppia in 22
Citazione: | credo che, similmente per quanto accade coi tempi di scatto, si passi per terzi di stop. |
Esatto, in terzi di stop. Così come in terzi di stop è anche la scala degli ISO.
Qui la ragione esatta non la so. Potrebbe essere una ragione storica.... Prima degli ISO esistevano gli ASA una misura di standard americano equivalente agli iso.
Gli ASA hanno convissuto per anni con i DIN (standard industriale tedesco), unità di misura che è stata abbandonata alla fine degli anni '70. Ogni tre DIN la sensibilità del film raddoppiava/dimezzava, così come ogni tre terzi di diaframma. Qunidi un DIN equivaleva a un terzo di diaframma.
Forse la convenzione dei terzi viene da qui. _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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potomo utente attivo

Iscritto: 24 Gen 2006 Messaggi: 1164 Località: Ozzano dell'Emilia (BO)
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Inviato: Lun 25 Dic, 2006 2:15 pm Oggetto: |
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Citazione: | Qunidi un DIN equivaleva a un terzo di diaframma.
Forse la convenzione dei terzi viene da qui.
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carino questo fatto... non ci avevo mai pensato  _________________ Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova Euclide |
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Alberto *_* utente attivo
Iscritto: 30 Lug 2006 Messaggi: 624 Località: Trentino
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Inviato: Lun 25 Dic, 2006 6:32 pm Oggetto: |
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Cercherò di essere breve e tralascerò alcune cose ma se cerchi in internet troverai notizie molto più complete ed esaustive. Devi pensare ai diaframmi come espressione di una frazione; quindi più il numero è basso più l'apertura è grande, f2.8 è quindi più luminoso di f4, ma questo credo che tu lo sappia già. La scala sarebbe come ti ha spiegato alezan partendo da 1 quindi:
1 - 1.4 - 2 - 2.8 - 4 - 5.6 - 8 - 11 - 16 - 22 - 32 - 45 - 64 i numeri vicini differiscono di mezzo stop (che poi sarebbe quell' 1.4 che sempre alezan ti diceva) quindi ogni due numeri hai uno stop di differenza.
Per tornare al tuo caso pratico se la tua fotocamera ti restituisce una coppia tempo diaframma f2.8 1/250 per avere un tempo di 1/125 dovrai aprire il diaframma a f1.4.
Un paio di articoli interessanti su questi argomenti che sono poi le basi se li cerchi dovresti trovarne su nadir.it _________________ Alberto *_*
Canon Eos 300D |
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AleZan coordinatore

Iscritto: 16 Giu 2006 Messaggi: 11698 Località: Bologna
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Inviato: Lun 25 Dic, 2006 6:50 pm Oggetto: |
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Alberto *_* ha scritto: | i numeri vicini differiscono di mezzo stop (che poi sarebbe quell' 1.4 che sempre alezan ti diceva) quindi ogni due numeri hai uno stop di differenza.
Per tornare al tuo caso pratico se la tua fotocamera ti restituisce una coppia tempo diaframma f2.8 1/250 per avere un tempo di 1/125 dovrai aprire il diaframma a f1.4. |
Ehm... no. Un momento. I "numeri vicini" differiscono di uno stop intero. Se passo da 11 a 8, lascio entrare il doppio della luce e viceversa.
La coppia tempo/diaframma equivalente a 1/250 f 2,8 è 1/125 f 4.
Certo che dopo il pranzo natalizio c'è un po' di nebbia.....
ciao _________________ Alessandro - www.alessandrozanini.it
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NickZ utente attivo

Iscritto: 10 Apr 2006 Messaggi: 2011 Località: Torino
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Inviato: Lun 25 Dic, 2006 7:40 pm Oggetto: |
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Confermo.
Ogni salto di un valore del diaframma corrispondono a uno stop.
La vera praticità delle analogiche, è il fatto di poter ruotare la ghiera dei diaframmi su valori intermedi, pur non essendoci la tipica posizione di "blocco" tra uno stop e il successivo.  _________________ Fuji Finepix S9500; Yashica FX3 Super; Nikon 601 AF; Nikon Nikonos IV; Zenza Bronica ETRS/i;
Album dei Fujisti |
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Alberto *_* utente attivo
Iscritto: 30 Lug 2006 Messaggi: 624 Località: Trentino
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Inviato: Lun 25 Dic, 2006 8:21 pm Oggetto: |
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Si avete ragione chiedo scusa sono solo io che ho la pancia piena e ormai l'abitudine a fare le cose senza pensarci dandole per scontate.
NickZ sulla praticità della ghiera dei diaframmi sull'obiettivo sono d'accordo tra l'altro la scorsa settimana ne ho provato uno della nikon, ma alla fine è pur sempre una questione di abitudine con la ghiera sul corpo macchina ogni scatto corrisponde ad uno spostamento di valori, ad esempio per come lo ho impostato io so che ogni scatto mi corrisponde ad un terzo e ogni tre scatti vario di un diaframma dopo un pò prendi la mano conti gli scatti della ghiera e sai sempre a che apertura sei... non so se sono riuscito a spiegarmi.
Io ad esempio nel variare le aperture sull'obiettivo nikon ho apprezzato il fatto che pur avendo un movimento fluido erano ben avvertibili nella rotazione gli scatti ad ogni diaframma raggiunto, è una cosa che permette di sapere sempre il diaframma che si sta usando.. _________________ Alberto *_*
Canon Eos 300D |
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Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
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Inviato: Mer 27 Dic, 2006 3:17 am Oggetto: |
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Amici miei, si fanno le fotografie e non si sa come funziona la luce e come son fatti gli obiettivi?
Catastrofico!!!
Il caro buon vecchio Feininger, qualcosa di buono (anche se in modo intricato), ce lo ha lasciato!
Primo di tutto, la luce: se io mi allontano del doppio della distanza dalla fonte di luce, risulterà una quantità di luce quattro volte inferiore, perchè la luce diminuisce in base al quadrato rispetto alla distanza. Allo stesso modo, se io ho una stanza di 6 mt illuminata da un' oblò di 2 metri, se allargo il foro del doppio, avrò quattro volte in più di luce.
In fotografia: Se ho un' obiettivo di 100mm e una lente anteriore di 25 mm, avremo un obiettivo 100mm f4 (buio come il sedere di una gallina!!!), perchè devo dividere la distanza focale per il diametro della lente frontale: 100/25=4. Se abbiamo lo stesso diametro di lente anteriore in un' obiettivo di 50 mm, risulterà un' ottica di 50mm f2: 50/25=2 (un cinquantino semplice semplice, senza neppure la marmitta a espanzione...). Ecco che se voglio un 100 mm f2, esso dovrà ovviamente essere munito di una lente di 50 mm.
Come è già stato detto, se ho un' obiettivo f2, diaframmato a f4, e un' obiettivo scarsamente luminoso di f4 a tutta apertura, la luce sul fotorecettore è la stessa. Lo stesso, se si considera un diaframma "X" di riferimento, il passaggio di luce, sarà lo stesso, tanto che si parli di un piccolo obiettivo per una telemetro, che di un randello grande e grosso per un' Hasselblad.
Quello che conta, è sempre il diaframma a tutta apertura, poi gli altri diaframmi e i tempi di esposizione, sono una conseguenza del funzionamento della luce.
Il passaggio da un diaframma a un' altro, è fatto in modo che chiudendo di uno stop, si dimezzasse la quantità di luce, in modo che si fosse costretti a raddoppiare il tempo di esposizione. E' stato detto che va moltiplicato per 1,4: bene, non lo sapevo e bisogna ringraziare AleZan di questa nozione. Che ogni due diaframmi si dimezza il passaggio di luce è un' osservazione curiosa che si deduce dal ragionamento fin qui fatto.
Se si considerano i tempi di esposizione presenti nelle fotocamere tradizionali, si vedrà che essi sono circa uno il doppio (o la metà) dell' altro: ...1/30; 1/60; 1/125; 1/250; 1/500... Questo per assecondare il comportamento della luce che passa attraverso il diaframma.
Le moderne fotocamere, offrono la possibilità di variare in modo pressochè continuo, tanto i tempi di esposizione che i diaframmi. Questo permette puntuale precisione nell' esposizione: ma certe volte può essere fuorviante o risultare eccessivo: da maniaci della precisione. Il nostro Alberto si è accorto che un miglior controllo dell' operatività dell' apparecchio, può essere utile.
Questa maggior continuità può essere dettata dall' esigenza di seguire i decimi di diaframma: il decimo di diaframma è un' unità di misura che trova senso nei grandi e grandissimi formati e in camera oscura: al limite nel medio formato, ma nel piccolo è da maniaci: è sufficiente il mezzo diaframmi, a esser pignoli il 1/3 di diaframma.
Per quanto riguarda ASA, DIN e ISO, vi spiego la novella: i tedeschi usavano i DIN: ...15, 18, 21, 24, 27... Era possibile così impostare l' esposimetro a valori intermedi: si sa che un b/n 21 DIN per avere un' effetto più contrastato, va esposto a 22 DIN ovvero 1/3 di diaframma in più. Molto comodo per interpretare l' esposizione.
Poi vennero gli americani con gli ASA: ...25, 50, 100, 200, 400, 800... Molto più intuitivo: un 50 ASA, occorreva un diaframma in meno di luce rispetto al 25 e uno in più rispetto al 100, e numericamente l' uno è il doppio dell' altro: non so il nesso, ma è comunque più intuitivo, anche se l' interpretazione delle esposizioni intermedie è più macchinosa e ci si riduce a imparare a memoria alcuni valori più utilizzati, tipo 1000 ASA o 125 ASA
Poi (qualche anno fa, proprio poco prima dell' avvento delle digitali) pensarono che questi due sistemi dovevano essere "accorpati" in uno soltanto.
Ecco gli ISO!
Così prima nelle pellicole si trovavano i due valori separati, dove 100 ASA, corrispondevano a 21DIN, 400ASA a 24 DIN 1000 ASA a 28DIN e coì via
Adesso invece nelle pellicole si trova: ISO 100/21. Ma nelle fotocamere digitali è riportato solo il valire "americano". _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
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francesco1466 moderatore

Iscritto: 01 Nov 2005 Messaggi: 3676 Località: Busseto PR
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Inviato: Mer 27 Dic, 2006 8:18 am Oggetto: |
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rembrant ha scritto: | Amici miei, si fanno le fotografie e non si sa come funziona la luce e come son fatti gli obiettivi?
Catastrofico!!!
Il caro buon vecchio Feininger, qualcosa di buono (anche se in modo intricato), ce lo ha lasciato!
In fotografia: Se ho un' obiettivo di 100mm e una lente anteriore di 25 mm, avremo un obiettivo 100mm f4 (buio come il sedere di una gallina!!!), perchè devo dividere la distanza focale per il diametro della lente frontale: 100/25=4. Se abbiamo lo stesso diametro di lente anteriore in un' obiettivo di 50 mm, risulterà un' ottica di 50mm f2: 50/25=2 (un cinquantino semplice semplice, senza neppure la marmitta a espanzione...). Ecco che se voglio un 100 mm f2, esso dovrà ovviamente essere munito di una lente di 50 mm.
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Perdonami se non cito tutto il tuo lungo post, ma Feninger non può aver scritto una boiata (in senso buono, non offenderti ) come questa.
Il rapporto tra lunghezza focale ( o, meglio, tra numero di ingrandimenti) e diametro della lente frontale si chiama pupilla d'uscita, è un valore adatto a confrontare la luminosità dei binocoli, ma non è il valore della luminosità di un'ottica fotografica.
I valori che conosciamo (1,4-2- ecc...) sono dati dal rapporto tra la lunghezza focale di un ottica e il diametro del diaframma al suo interno (e non dal diametro della lente frontale)
Ipotesi : abbiamo un'ottica di focale 100 con diametro massimo del diaframma 25 mm : la luminosità di quell'ottica sarà f4 (100:25) .
Se noi chiudiamo il diaframma fino ad un diametro di 12,5 mm, otterremo la chiusura a quanto ? 100:12,5 = 8
Se ora consideriamo i due cerchi (ipotetici) dei due diaframmi a f 4 e a f8, vediamo che il cerchio con diametro 25 mm ha una superficie 4 volte superiore a quella del cerchio con diametro 12,5 mm (provare con il compasso x credere, oppure ripassate la geometria con vostro figlio : il primo ha superficie 490 e rotti, il secondo 122 e rotti, appunto 1\4))
Questa è la spiegazione del fatto ( matematico) che a diaframma 4 passa il quadruplo della luce rispetto a f8 : perchè il diaframma (il buco che lascia passare la luce) è quattro volte più grande.
E allora perchè i diaframmi sono scalati di 1,4 ? Perchè trattandosi di misura di superfici, (è l'area del buco del diaframma che cambia, la lunghezza focale resta costante; ne consegue anche che costruire uno zoom a luminosità costante è più complicado che costruirne uno a luminosità variabile) il raddoppio delle stesse passa attraverso la regola della radice quadrata di 2, appunto 1,4 e rotti .
Avete mai dovuto raddoppiare una fotocopia o un'immagine ? impostate 200 % o 141 % ?
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"Ci sono sempre le nuvole nel cielo quando ascolto le canzoni di Dylan" L.Ghirri
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Filippo Secciani utente attivo
Iscritto: 02 Lug 2006 Messaggi: 3680 Località: Provincia di Siena
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Inviato: Mer 27 Dic, 2006 4:16 pm Oggetto: |
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Immaginavo che qualcuno apportasse degli appunti e immaginavo che qualcuno mi portasse in paragone ottiche retrofocus e zoom.
Rileggendo un passaggio, mi sono accorti di aver scritto u passaggio in modo fuorviante. Ho scritto che "chiudendo di due diaframmi si dimezza il passaggio di luce". Volevo intendere che si dimezza il diametro del diaframma, impedendo il passaggio della luce. Tuttavia, quello che ho scritto in modo non completo e geometrico, ma più digeribile, non è differente da quello che giustamente hai riportato in mode più preciso e completo: dimezzando il diametro del diaframma, abbiamo 4 volte in meno di quantità di luce. Il passaggio da un diaframma all' altro è fatto in modo da avere il doppio o la metà della luce. Questo ho scritto, e tu hai completato in modo fenomenale.
Il ragionamento da me riportato, sulla luminosità degli obiettivi è riferito a lenti che difficilmente trovano applicazione nella fotografia moderna (almeno nel 35mm). Adesso esistono gruppi studiati di lenti per funzionare uniformemente a tutte (si fa per dire) le distanze, ottiche retrofocus, zoom a luminosità costante e quantaltro. I contemporanei degli Alinari lavoravano con qualcosa che assomigliava a una semplice lente di ingrandimento con un diaframma. Funzionavano, non benissimo, ma si fotografava in quel modo. Il passaggio della luce in quelle lenti era riferito al puro passaggio su tutta la superfice della lente. Tuttora le case riportano la luminosità massima dell' obiettivo, con un valore che si riferisce a quello di due secoli fa.
Ovviamente non si può paragonare certe cose. La tecnologia va avanti, e l' esempio della lente frontale è semplicemente riportato per spiegare una cosa, e non per dire come essa è. La pratica ha sovvertito molte cose: ci sono obiettivi di 16 mm, con specchi di 20-25 mm che sventolano dietro... (solo per riportarne una) ovvio che qualcosa si deve adattare!!! _________________ Tanti mettono in firma la propria attrezzatura. A me piacerebbe metterci la mia voglia di far belle fotografie. Forse non mi basterebbe il posto.
Parafrasando Andy: "oltre la foto, nulla" |
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Nicola Giani utente attivo

Iscritto: 01 Feb 2006 Messaggi: 3677 Località: Milano
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Inviato: Ven 29 Dic, 2006 7:56 pm Oggetto: |
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rembrant ha scritto: | ...Il caro buon vecchio Feininger.... |
... si sta rivoltando nella tomba!!!!!
rembrant ha scritto: | ....un' obiettivo.... |
Non hai letto il mio tutorial in off topic, vedo...
 _________________ Che bello il copia e incolla! |
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Rigoletto utente

Iscritto: 23 Ago 2006 Messaggi: 491 Località: Garfagnana -LU-
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