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argentique utente attivo

Iscritto: 05 Lug 2005 Messaggi: 2100 Località: France - Lione
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Inviato: Mar 24 Ott, 2006 9:11 am Oggetto: Brassai. Lovers in a small cafe in the Italian quarter. 1932 |
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Ciao a tutti,
vi propongo una nuova foto per cercare di revitalizzare questa sezione.
Brassai (con i due puntini sulla "i" per i pignoli) é un'artista che fa molto spesso uso degli specchi nelle sue composizioni. Difficile trovare foto decenti sul web...questa ci ho messo un secolo per trovarla. Mi piacerebbe che qualche esperto del periodo del cubismo ci spieghi questa foto, non soltanto dal punto di vista compositivo...
Ciao,
Descrizione: |
Brassai. Lovers in a small cafe in the Italian quarter. 1932 |
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_________________ Argentique. |
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hamham utente attivo

Iscritto: 11 Dic 2005 Messaggi: 10088 Località: brianza - cesano maderno
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Inviato: Mar 24 Ott, 2006 4:37 pm Oggetto: |
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io per ora la lancio lì, visto che il "LA" è stato dato:
ieri pomeriggio mi è capitato di assistere ad un intervento di f. scianna in una conferenza, il quale faceva partire il discorso sul tema del ritratto/autoritratto agganciandosi al mito di narciso e al dorian gray di wilde.
lo specchio, quindi, come genesi (fotografica) della conoscenza della propria identità (quella vera?).
brassai, in questa foto, mi sembra (come già detto da argentique) meno profondo: è uno specchio cubista, analizzatore esterno, ci fornisce una lettura sinottica di più punti di ripresa. tre ritratti in uno scatto (l'uomo, la donna, la coppia). c'è altro?
_________________
hamham è giuseppe palma| RACCOLTA DI LINK PER LA RITRATTISTICA una selezione da P4U | GLOTUT & ART le perle di P4U |
DIS{CORSI}VISIVI blog di cultura grafica e affini | ilgiuse il mio nanoblog su livejournal | |
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PietroF utente attivo

Iscritto: 15 Apr 2005 Messaggi: 5205 Località: Palermo
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argentique utente attivo

Iscritto: 05 Lug 2005 Messaggi: 2100 Località: France - Lione
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Inviato: Mar 24 Ott, 2006 6:11 pm Oggetto: |
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PietroF, che ben vengano autori italiani.
Non conoscevo il Berengo-Gardin, le librerie da queste parti pullulano di libri francesi su cose francesi
Brassai in realtà é un francese di adozione, se non mi ricordo male e Ceco. In lui però, l'uso degli specchi é quasi sistematico. Non mi sembra il caso dell'autore da te proposto, ma magari mi sbaglio...
Ciao,
_________________ Argentique. |
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Zen lento utente

Iscritto: 16 Gen 2006 Messaggi: 320 Località: Brescia
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Inviato: Mar 24 Ott, 2006 6:48 pm Oggetto: |
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argentique ha scritto: |
......
Brassai in realtà é un francese di adozione, se non mi ricordo male e Ceco. .....
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Transilvano (Romania), il suo nome e' il richiamo alla cittadina d'origine. Perdona la pedanteria, ma mi serve per il seguito
Non so se e' pertinente qui, ma il suo primo libro e' tutto un notturno, e' la Parigi di notte (cafe', mondane, viali notturni e ombrosi) , la stessa Parigi in cui l'espressionismo si fa avanti nell'arte (in tutte le sue varianti) nella ormai conclamata morte della bella epoque a cui sopravvivono solo le testimonianze degli interni.
E' un calembour, ma direi che quel libro gettava luce sulle ombre parigine.
Lo specchio e' certo una chiave in questa foto. L'amore e' una forma blanda del narcisismo, e il rispecchiarsi nell'altro degli amanti una interpretazione assai consueta a cui si aggiunge, in questo caso, l'insieme di chi guarda. Loro si riconoscono (si rispecchiano) e noi ne riconosciamo l'atteggiamento universale anche attraverso il rafforzamento del riflesso nello specchio.
In quanto al mito di Narciso non saprei, in prima battuta non mi parrebbe ; Eco era condannata a ripetere solo le ultime frasi e Narciso condannato a non doversi conoscere (profezia di Tiresia), pena la morte e quindi vagheggiava su se stesso. Entrambi soffrivano quindi di una impossibilita' a comunicare. Quando si Narciso conobbe mori'. Insomma un po' d'ignoranza su se stessi non fa tanto male
Una breve parentesi: lo specchio e' l'unico canale realista, perche' e' l'unico a trasamettere la simultaneita' degli eventi rispetto all'occhio, e' un canale neutro; tanto neutro da ingannare la percezione di alcuni fotografi nella messa a fuoco (raddoppia la distanza).
Non per niente Einsetein lo uso' in un esempio mentale per esemplificare la teoria della relativita'(criticando la simultaneita'). Spesso trattiamo la fotografia (qualsiasi fotografia, ma anche la tv) come uno specchio vero sul mondo, lo ritengo sbagliato e fonte di equivoci infiniti.
Ma probabilmente in questo commento mi sbaglio anch'io, trattasi di pareri personali ovviamente.
Buona serata,
Zen lento
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 8:21 am Oggetto: Re: Brassai. Lovers in a small cafe in the Italian quarter. |
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argentique ha scritto: | ... Mi piacerebbe che qualche esperto del periodo del cubismo ci spieghi questa foto, non soltanto dal punto di vista compositivo... |
Più che il cubismo, che forse ti viene in mente per la moltiplicazione delle figure negli specchi, basta Degas, L'assenzio:
Brassai ha costruito la sua immagine in modo in certo senso "speculare". Nell'Assenzio di Degas -l'assenzio era un liquore che andava parecchio all'epoca, e dava effetti piuttosto forti, visivili nella donna- i protagonisti sono due persone mature, vicine eppure senza rapporti, apparentemente. La donna appare inebetita, l'uomo si volge altrove. Regnano la solitudine e l'incomunicabilità. Nella foto di Brassai i protagonisti sono giovani, amanti, e la donna è particolarmente frizzante.
Anche compositivamente la foto è "speculare". Degas usa la diagonali per indirizzare lo sguardo sui protagonisti, che si trovano al culmine della diagonale ascendente. Brassai sceglie la diagonale opposta. Degas è stato uno dei primi a rappresentare la Parigi notturna in tutti i suoi molteplici aspetti. E Brassai con questa foto secondo me gli rende omaggio.
Sullo specchio forse aveva ragione Borges: narrando d'un mondo immaginario e piuttosto particolare in uno dei suoi racconti, spiegava che gli eretici di questo mondo immaginario ritenevano lo specchio e la copula abominevoli perché moltiplicavano il mondo...
_________________ È possibile cambiare il mondo. Basta conservare lo scontrino.
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s0nik0 utente attivo

Iscritto: 12 Dic 2003 Messaggi: 4294 Località: Milano
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 9:05 am Oggetto: |
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Puntualizzerei che nella foto di Brassai la "ripetizione" non è un riflesso speculare dei soggetti, ma una ripetizione "diversificata" in un gioco visivo che ci mostra cio che di solito non è visibile.
Direi che è quasi una paronomasia fotografica, un artificio che rende la figura perticolarmente accattivante.
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Eos 3,5D,20D,10D, C10-22f/3,5-4,5,S15-30f/3.5-4.5EX, C28-70f/2.8L ,C70-200f/2.8L ,C50f/1.4USM,C100f/2.8Macro,C300f/4L IS, C420EX
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 1:09 pm Oggetto: |
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 2:10 pm Oggetto: |
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Può darsi affiori il Surrealismo, non lo escludo, anche se io in questa foto non vedo granché di surrealista. Però il suo rapporto con Degas non lo escluderei affatto. Per esempio questa foto mi sembra un'altra citazione esplicita dei lavori di Degas.
E non solo dell'Assenzio, ma anche dei disegni e dei monotipi meno noti di Degas dedicati alla Parigi notturna più "carnale", come dicevi. A partire dai postriboli, che poi frequentò anche Toulouse-Lautrec. Lo sguardo di Degas è senza fronzoli, diretto almeno quanto la foto di Brassai, anzi direi crudo, ma mai crudele.
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 2:51 pm Oggetto: |
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 2:56 pm Oggetto: |
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 3:20 pm Oggetto: |
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claudiom ha scritto: | quel che dici Nico è, consentimi, giusto quel che ho detto. |
Sì? Allora non ho capito quel che hai detto...
claudiom ha scritto: | E forse forse converrebbe lasciare fuori Degas, che è fotografo.
E il discorso andrebbe a finire tra chi vede, come te, il Degas "diretto" e chi lo vede alquanto micragnoso e meditato. |
Qui non si tratta di costituire la lista dei preferiti, e nemmeno di giocare con le categorie critiche tramite cui si forza un mucchio di gente diversa entro etichette comode per chi preferisce classificare che conoscere. S'è parlato di cubismo, e ho detto e ripeto che più che cubismo e surealismo bisogna guardare a Degas e, se vogliamo fare un passo indietro, al "pittore della vita quotidiana" come lo descriveva Baudelaire.
Poi, già che parliamo di questa foto di Brassai, converebbe aggiungere che ne ha scattate diverse, e anche questa ha un netto sentore di costruzione accurata e meditata. Se sia anche micragnosa lo lascio giudicare ad altri...
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Zen lento utente

Iscritto: 16 Gen 2006 Messaggi: 320 Località: Brescia
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 3:20 pm Oggetto: |
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Begli stimoli, e uno stimolo piu' che risposte richiede investigazioni e quindi letture e altre domande. In questo moto la vita e' un incessante domandare, che le risposte richiedono all'infinito delle altre.
Cosi' ho riletto Argan (l'Arte Moderna, sansoni) e trovato questa definizione che vi propongo:
Letteralmente espressione e' il contrario di impressione. L'impressione e' un moto dall'esterno all'interno: e' la realta' (oggetto) che si imprime nella coscienza (soggetto). L'espressione e' un moto inverso, dall'interno all'esterno: e' il soggetto che imprime di se' l'oggetto.
e poi...
"L'espressionismo si pone come antitesi all'impressionismo, ma lo presuppone: L'uno e l'altro sono movimenti realisti che esigono l'impegno totale dell'artista nel problema della realta' anche se il primo lo risolve sul piano della conoscenza ed il secondo sul piano dell'azione."
Rileggendomi e riesaminando la fotografia mi pare a ben guardare (al di la' di una collocazione precisa di Brassai) che contenga entrambe questi lineamenti, che sono anche il fondo del dibattito a non finire sulla fotografia in generale (veridicita' oggettiva o soggettiva) e che l'espressionismo da me presunto, sia da attribuirsi al libro sulle notti parigine. Carnali ma indiscutibilmente anche soggetto di tante rappresentazioni dell'espressionismo tedesco. (Brassai soggiorno' in Germania).
Nel mio post precedente "suggerivo" quasi per celia che la natalita' transilvana di Brassai potesse spiegare la sua attrazione per la notte (e la cupezza del buio) ... chissa' forse non ero tanto lontano e nel post di claudiom mi ci sono ritrovato. Un po' meno sulle chiacchiere tra surrealisti, anche se l'autore era amico di Matisse: lo stile stile poetico e ironico del secondo mi pare un po' lontano dai flash violento del primo. Ma e' anche vero che uno stile diverso non nega necessariamente una comunita' di idee.
Giusto per precisare, una comunita' di idee e' qualcosa di condiviso, non di imposto come lo fu' ,parlando di epigoni dell'espressionismo e del presunto corretto rappresentare, il Realismo Socialista nato giusto poco dopo il 1930.
In quanto alle rappresentazioni convengo che facciano parte degli influssi della cosidetta bella epoque (assenzio compreso) e di Tolouse Loutrec. Quelle credo erano le notti di Parigi, dei bistrot, e anche della bella vita, dove spesso gli artisti si ritrovavano a parlare dell'arte (rigenerandosi anche in altro).
Nico, che bello!, la fotografia di Mome Bijou in effetti a me ricorda un quadro di Pecstein (ma giro che non ci giurerei), che purtroppo non ho trovato in linea, anche se la posa del quadro per quel che rammento e' decisamente meno arcigna. Pechstein era un espressionista tedesco
Gia', immagini rimandano a immagini...
A me questo 3d piace un sacco, un sacco bello !
Buona serata,
Zen lento
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 3:34 pm Oggetto: |
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Ultima modifica effettuata da claudiom il Ven 04 Giu, 2010 10:48 am, modificato 1 volta in totale |
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 4:10 pm Oggetto: |
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Zen lento ha scritto: | Nico, che bello!, la fotografia di Mome Bijou in effetti a me ricorda un quadro di Pecstein... |
Una donna in primo piano, il volto pesante quanto il trucco, la sigaretta tra le labbra? Se è così, me l'hai destata in mente...
Effettivamente c'è rapporto con Brassai...
claudiom ha scritto: | Non ho visto le foto di Nico, ma ho l'impressione che ci farebbe bene, per le nostre fotografie, stare più coi piedi per terra e cercare di decifrare come si possa comporre in b/n.
Scusate la brutalità, che vuole essere affettuosa. |
Ma non avevi scritto proprio in questa sezione che una cosa è il critico, una il fotografo, ecc.? Le mie foto le vedi cliccando sull'icona con la casa e la scritta www, sotto ogni mio messaggio. Naturalmente se photo.net si apre...
Comunque dubito che si potrà capire come "mettere insieme" (cioè comporre) affrontando una sola opera alla volta. Mi sembra un po' come voler imparare a cucire facendo dissezioni anatomiche...
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claudiom non più registrato
Iscritto: 05 Lug 2004 Messaggi: 5459
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 5:27 pm Oggetto: |
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Ultima modifica effettuata da claudiom il Ven 04 Giu, 2010 10:48 am, modificato 1 volta in totale |
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argentique utente attivo

Iscritto: 05 Lug 2005 Messaggi: 2100 Località: France - Lione
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Inviato: Gio 26 Ott, 2006 5:30 pm Oggetto: |
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Ho letto qualche libro su Brassai e non ho tirato fuori il termine cubismo a caso.
In ogni caso Nico hai ragione anche tu con i paralleli sulla vita mondana. E' vero che Il soprannome di Brassai era proprio "L'oeil de Paris" (l'occhio di Parigi). Questo soprannome gli é valso proprio per la sua frequentazione di quella che oggi chiameremo gentilmente Paris by Night...un mondo fatto di bistrot, di puttane, di ladri e di assassini. Il de André della foto degli anni trenta, che non si limitava a fare foto ma anche a spaziare in differenti arti, con meno successo potrebbe aggiungere qualcuno.
A differenza del compianto De André però non mi sembra gli tremasse la mano
Ciao,
_________________ Argentique. |
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Ven 27 Ott, 2006 2:19 am Oggetto: |
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claudiom ha scritto: | Perchè non proponi una alternativa, visto che mi pare tu ce l'abbia? |
La mia impressione è che la foto singola stimoli la critica, e ciò è naturalmente positivo, ma il rischio è che la critica prevalga sulla foto -come mi sembra stia già avvenendo da un po'.
Mentre se si desidera lavorare sulla composizione non credo si tratti solo di mettere in campo le proprie conoscenze storiche, gestaltiche o non so cos'altro ancora, bensì valutare anzitutto funzione e funzionamento, cioè la sua eventuale efficacia comunicativa, la sua morfologia e la sua sintassi.
Perciò credo sia più utile il confronto, a partire da tipi. Esempio pratico: si apre un thread di foto costruite sulla diagonale ascendente, e si propongono esempi. Sulla base di questi esempi si può cominciare a congetturare se e quando usare un simile modello compositivo, quale sia la sua efficacia, quando venga usato prevalentemente, e anche come lo percepisca l'osservatore.
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Ven 27 Ott, 2006 2:37 am Oggetto: |
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argentique ha scritto: | Ho letto qualche libro su Brassai e non ho tirato fuori il termine cubismo a caso. |
Perdonami, ma ne faccio una questione di metodo. Abbiamo il vantaggio, in quest'ardua opera di esaminare la composizione nel bianco nero (e no), di avere a nostra disposizione le cose, gli oggetti, gli eventi.
Lo storico che studi Waterloo deve per forza rifarsi a quadri documenti testimonianze, ma la battaglia non ce l'ha più. La differenza è questa. Qui la foto c'è, e ritengo talvolta fuorviante che avendo l'oggetto se ne parli a partire dalla sua descrizione. Brassai ha frequentato i cubisti, d'accordo, e non è il solo. Ma in questa foto, in questa foto questa, c'è del cubismo? Il cubismo se ne infischia del soggetto, e Brassai è centrato sul soggetto...
Il cubismo usa una sintassi precisa: il bianco nero per la "realtà di concetto" (ciò che so del bicchiere), il colore per la "realtà di visione" (il bicchiere che vedo in questo istante da questa angolazione). Il lavoro cubista è sostanzialmente la combinazione di queste due realtà. La sintassi cubista lavora più sulla memoria e il sapere delle cose, che sulla loro visione diretta. E Brassai insiste sull'istante, sulla visione diretta.
Poi naturalmente poteva restare affascinato dai loro lavori, ed era anche loro amico. Ma anch'io, pur frequentando degl'Irlandesi e apprezzandoli molto, non ho messo su capelli rossi e lentiggini...
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