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la partita del cuore
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la partita del cuore
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la partita del cuore
di stregamatta
Mer 26 Nov, 2014 3:34 pm
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Autore Messaggio
Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6655

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 2:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Apprezzo il tentativo di ricavare un servizio eloquente senza appoggiarsi sugli sguardi dei protagonisti: una cosa davvero ambiziosa. I volti possono molto di più; ma non è detto poi che il buon risultato sia attribuibile al fotografo e non al nostro pietismo di osservatori.

Le foto, a dispetto delle premesse, credo interpretino troppo genericamente la situazione: potrebbe tranquillamente essere una partita tra normali.

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Belle foto. O perlomeno belle idee ->
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il signor mario
bannato


Iscritto: 01 Ago 2006
Messaggi: 9653

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 3:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Alessandro Signore ha scritto:
Beh, ora, se l'autrice avesse intenzione di ledere all'onore o alla reputazione dei soggetti ritratti non lo so, ma francamente non lo credo.
A parte questo, ragionando ipoteticamente, trattandosi di una manifestazione pubblica e quindi di ritratti ambientati di persone intente a contendersi il titolo nel campionato di calcio balilla, la cosa è un tantino diversa e certamente meno restittiva, altrimenti non sarebbe consentito riprendere e pubblicare immagini di eventi sportivi destinate ai diversamente abili (tanto per fare un esempio).
Un esempio invece di immagine lesiva può essere la foto di un malato in sala d'attesa per la dialisi, dove con essa sto comunicando che quella persona in attesa presso il reparto è "malata".

Resta inteso che fotografare è una cosa, (la costituzione sancisce il pieno diretto di espressione artistica), pubblicare è un'altra e probabilmente il 95% delle foto pubblicate, in cui compaiono persone, dovrebbe spariere da internet...


Alessandro qui si va oltre il principio del diritto all'immagine che si risolve generalmente con la rimozione dell'immagine sul genere tu pubblichi una fotografia che mi ritrae (te lo sconsiglio perché sono abbastanza brutto), io ti chiedo di rimuoverla o di pagarmi e tu scegli quale linea seguire quindi niente risarcimenti.

Allora?
Partiamo dal principio: c'è una manifestazione sportiva riservata ai pazienti di un Centro di Salute Mentale (CSM), ipotizziamo che io vi partecipi, questo di fatto mi inserirebbe tra i pazienti del suddetto CSM, il fatto che io sia un paziente di un centro di salute mentale sia di dominio pubblico potrebbe essere di nocumento al mio lavoro, nel mio caso insegnante, immaginiamo ora che un fotografo di Repubblica pubblichi le foto dell'evento senza la mia autorizzazione, immaginiamo sempre che alcuni genitori dei miei alunni vedano le foto e stabiliscano, secondo loro ipotesi, che io, essendo in cura presso un CSM, non sia più in grado di insegnare e chiedano al MIUR la mia rimozione dall'insegnamento e collocamento ad altro incarico a tutela dei loro figli. Io mi troverei ad affrontare un procedimento abbastanza gravoso comprensivo di visite specialistiche obbligatorie e ispezioni ministeriali con probabile sospensione dal servizio, potrebbe durare molti mesi, fino ad accertamento della mia situazione psicologica e psichiatrica; supponiamo sempre che al termine dell'iter si stabilisca non solo che sono in grado di assolvere egregiamente i miei compiti ma che l'essermi rivolto ad un CSM ha di fatto migliorato le mie possibilità e potenzialità di docente. Alla fine io avrei passato alcuni mesi di seria difficoltà economica e sociale, malgrado il reintegro avrei perso il contatto con la mia classe e con i miei alunni, il rapporto con i genitori, della scuola non solo della classe, sarebbe irrimediabilmente compromesso e ciò mi costringerebbe a cambiare scuola con tutti i disagi che ciò comporterebbe. Concludendo credi che un qualsiasi giudice civile avrebbe difficoltà a riconoscermi un risarcimento, per danni materiali, biologici, psicologici e sociali, di alcune decine di migliaia di euro?
Ora un quotidiano nazionale è in grado di reggere un risarcimento di decine di migliaia di euro (moltiplicate per il numero di persone ritratte) un fotoamatore che stupidamente le avesse pubblicate su un forum di fotografia potrebbe reggere queste cifre?
A tutto questo aggiungerei anche che se, come nel caso di strega, il fotografo fosse operatore del centro organizzatore rischierebbe il licenziamento per giusta causa (su mia esplicita richiesta in quanto verrebbe a mancare, per sua colpa, il rapporto fiduciario paziente struttura sanitaria).

Per quanto riguarda il tuo incipit ricordo che per la giurisprudenza italiana, e non solo, non serve che ci sia l'intenzione di commettere un reato perché questo sia punito, l'intenzionalità è un'aggravante ma la sua assenza non assolve il reato o l'illecito. In altre parole la giurisprudenza non contempla l'assoluzione per buona fede e la buona fede non esclude il diritto al risarcimento della parte offesa.
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Luca Spagnolo
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Iscritto: 27 Nov 2014
Messaggi: 4

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 3:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi sorprende e dispiace che persone che sono nell'ambito, si riferiscano a persone con disagio psichico identificandoli come "malati" e che pensino che rappresentarli in una dinamica positiva di vita sociale sia una lesione della loro immagine. Chiedo scusa per questo sfogo, ma da operatore psichiatrico e familiare, mi piacerebbe che si facesse attenzione anche al linguaggio.
Premesso questo vorrei permettermi di contraddire l'intervento del signor mario
il signor mario ha scritto:
Hai fatto benissimo a non inquadrare i volti, e purtroppo questo ha distrutto tutto il messaggio che volevi trasmettere, non solo per un questione di rispetto ma anche strettamente legale.
La pubblicazione di fotografie ritraenti soggetti che partecipano ad un "campionato" riservato a persone afferenti ai centri di salute mentale di fatto le indicherebbe come "malati mentali" e quindi diverrebbe grave lesione del diritto alla privacy e potrebbe addirittura divenire dannosa in ambito lavorativo e sociale. Immagino che tu abbia correttamente valutato anche che in molti casi non sarebbe bastata la sola liberatoria del soggetto fotografato essendo in molti casi questo sottoposto a controlli e tutele specifiche, (amministrazione di tutela ad esempio). In questo quadro trovo perfettamente condivisibile la scelta di non mostrare persone riconoscibili sia per motivi di sensibilità personale, che nel tuo caso è ben presente e forte, che per motivi legali (fra l'altro i giudici in questi casi spesso ci vanno giù pesanti).

Non esiste alcuna legislazione speciale che deprivi le persone con disagio psichico in età adulta dalla facoltà di autodeterminarsi. Solo una bassissima percentuale di persone è dichiarata incapace di intendere e di volere e pertanto senza potere legale di decidere sulla propria immagine. Le amministrazioni di sostegno affiancano la persona in alcuni atti e dinamiche, ma non li deprivano della capacità di autodeterminarsi in relazione alla propria immagine.
Immagine che comunque non può considerarsi lesa, nell'essere fotografato durante un evento che è organizzato da un ente di salute mentale, ma che è aperto alla partecipazione pubblica. La persona fotografata potrebbe essere un utente, ma anche un operatore, un medico, un volontario, un avventore.
Le disposizioni sulla privacy sono esclusivamente legate al consenso.
Esistono molti lavori fotografici di documentazione sulla salute mentale (ti consiglio Ulano Lucas e Giovanni Marrozzini) che vedono protagonisti utenti dei servizi nei contesti terapeutici e non.
Il tuo discorso sarebbe applicabile solo a ritratti senza consenso in contesti caratterizzati e non a carattere di evento pubblico
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Alessandro Signore
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Iscritto: 30 Set 2007
Messaggi: 6225
Località: Lecce

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 4:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario, non vorrai anche farmi quantificare l'ammontare del risarcimento ora?! Very Happy
Sono problematiche giuste le tue, ma che tu e solo tu hai sollevato, portando il discorso altrove; inoltre, se leggi bene, l'autrice ha scritto di far parte dello staff rispondendo a te e comunque molto dopo le mie risposte, ma questo non cambia poi di molto l'aspetto pratico.

Tornando alle foto, l'autrice ha chiesto un parere, io ho dato il mio, mi pare anche abbastanza condiviso.

Ora, la questione è questa: se un evento è pubblico, a maggior ragione perché pubblico, io sono legittimato a fare delle foto, lo dice la costituzione, punto. Pubblicarle è un discorso a parte: a volte serve la liberatoria, altre no, in altre ancora basta il buon senso da ambo le parti, e questo indipendentemente dal fatto che si tratti si persone con disturbi di vario genere, (che non perdono il diritto di autodeterminazione), o meno.

Quando, in merito alla privacy ho scritto:
Citazione:
che in ogni modo non dovrebbe limitare la nostra ragion d'essere, pur nel rispetto delle persone, sempre e comunque.

mi riferivo all'atto, strettamente etico, del fotografare, non certamente alla pubblicazione, (sebbene in molti se lo dimenticano, siamo fotografi, non giornalisti pubblicatori compulsivi...), intanto perché ben informato sulla materia e poi perché, io stesso, pubblico molto raramente le mie immagini su spazi che non siano da me direttamente gestiti, sebbene non riportino mai persone riconoscibili, quindi, figuriamoci...

Con questo spero di aver chiarito la mia posizione in merito. Smile

_________________
“(...) attraverso la luce, ho immaginato prima e reso poi concreto e percepibile, qualcosa che non era visibile e che tuttavia esisteva e che la luce suggeriva, lasciando a me come fotografo, il solo compito di tradurre quel qualcosa”. [G.B.]
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il signor mario
bannato


Iscritto: 01 Ago 2006
Messaggi: 9653

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 5:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Luca Spagnolo ha scritto:
Mi sorprende e dispiace che persone che sono nell'ambito, si riferiscano a persone con disagio psichico identificandoli come "malati" e che pensino che rappresentarli in una dinamica positiva di vita sociale sia una lesione della loro immagine. Chiedo scusa per questo sfogo, ma da operatore psichiatrico e familiare, mi piacerebbe che si facesse attenzione anche al linguaggio.
Premesso questo vorrei permettermi di contraddire l'intervento del signor mario
Non esiste alcuna legislazione speciale che deprivi le persone con disagio psichico in età adulta dalla facoltà di autodeterminarsi. Solo una bassissima percentuale di persone è dichiarata incapace di intendere e di volere e pertanto senza potere legale di decidere sulla propria immagine. Le amministrazioni di sostegno affiancano la persona in alcuni atti e dinamiche, ma non li deprivano della capacità di autodeterminarsi in relazione alla propria immagine.
Immagine che comunque non può considerarsi lesa, nell'essere fotografato durante un evento che è organizzato da un ente di salute mentale, ma che è aperto alla partecipazione pubblica. La persona fotografata potrebbe essere un utente, ma anche un operatore, un medico, un volontario, un avventore.
Le disposizioni sulla privacy sono esclusivamente legate al consenso.
Esistono molti lavori fotografici di documentazione sulla salute mentale (ti consiglio Ulano Lucas e Giovanni Marrozzini) che vedono protagonisti utenti dei servizi nei contesti terapeutici e non.
Il tuo discorso sarebbe applicabile solo a ritratti senza consenso in contesti caratterizzati e non a carattere di evento pubblico


Intanto apprezzo che il mio intervento abbia portato un nuovo utente al forum, pensa sei intervenuto subito senza neanche presentarti. Direi che qualche cosa il mio intervento ha smosso.

"Malati", se hai notato ho inserito il termine tra due ben chiare virgolette, mi sorprende piuttosto che ti sia sfuggito un termine "normali" ben più duro e non virgolettato, termine che ripropone la distanza tra normali e pazzi (Ricordi Gaber 1973 "Dall'altra parte del cancello"?)

Appunto alla bassissima percentuale di persone dichiarate incapaci di intendere e volere mi riferivo. Per quanto riguarda la pratica delle amministrazioni di sostegno ricordo, magari male, che i limiti vengono definiti dal giudice sentite le parti comprese le strutture che hanno eventualmente in terapia il soggetto.

Non ho mai scritto né detto che non si possa fotografare in tali eventi il mio riferimento è esclusivamente diretto alla pubblicazione e lì consentimi se la persona ritratta è riconoscibile allora serve in ogni caso il consenso a maggior ragione se l'ambito in cui viene fotografata permette di individuare dati relativi alla salute, lo stesso sarebbe per posizioni religiose e/o scelte sessuali, ed è esattamente quello che dico: senza consenso non si pubblica anche perché ci espone e rivalse legali. Apprezzo la scelta di strega soprattutto perché dettata da motivi di rispetto della privacy.

Oltre gli autori da te citati mi permetto di ricordare il lavoro di Berengo Gardin-Cerati; o "Gli Esclusi" di Luciano D'Alessandro (interessanti lavori, forse i primi in Italia e che hanno oltretutto fornito materiale visuale a Franco Basaglia nella sua battaglia per la 180 in particolare il lavoro di Berengo Gardin-Cerati che va a divenire parte portante del testo di Franco Basaglia e Franca Ongaro "Morire di classe") risalendo ancora più indietro nel tempo si potrebbe andare alla pittura con "Nosocomio" di Silvio Rotta in mostra alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, proprio di fronte alla "Pazza" meraviglioso quadro di Giacomo Balla.
Ma tutti questi esempi, tuoi compresi, hanno un tratto in comune: non violano il diritto alla privacy proprio per il consenso dato dai soggetti (interessante quando Gianni Berengo Gardin e Carla Cerati chiedono all'assemblea dei ricoverati, dei "matti" il permesso di fotografarli garantendo che tali foto sarebbero servite per il miglioramento della loro situazione e che non sarebbero state stravolte "Con i ricoverati abbiamo fatto delle assemblee spiegando loro perché volevamo fotografarli. Cioè che il nostro lavoro sarebbe servito a Basaglia per ottenere un decisivo miglioramento della vita negli istituti psichiatrici, e per una legge che cambiasse radicalmente la realtà della psichiatria in Italia...
Hanno capito perfettamente, nella stragrande maggioranza, solo pochi hanno preferito non essere fotografati e noi abbiamo naturalmente rispettato la loro volontà. Spesso non volevano comparire per non dispiacere ai parenti
." Ecco quel "...per non dispiacere ai parenti" racchiude in sé ogni spiegazione del diritto alla privacy... di tutti

Ben altri tempi ed altre cose rispetto al pubblicare su un forum di fotografia...

PS il mio discorso, in base all'art. 97 della 663/41 e alla citata normativa sulla privacy è applicabile anche ad eventi pubblici. Il consenso in casi in cui dalle foto si possano desumere dati sensibili è comunque d'obbligo e secondo me dovrebbe essere d'obbligo anche morale del fotografo. Detto questo: brava strega hai comunque fatto la scelta giusta.
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Luca Spagnolo
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Iscritto: 27 Nov 2014
Messaggi: 4

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 5:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Chiedo scusa se ho saltato i preamboli della buona educazione, rimedierò quanto prima...
Mario, hai toccato un punto fondamentale Smile. Sono iper sensibile al discorso sulla salute mentale per ragioni professionali e familiari e l'argomento mi ha "preso" soprattutto per questo versante, piuttosto che sulla critica fotografica, anche se pure la fotografia appartiene ai miei piaceri

Il primo appunto in realtà non era riferito a quanto scritto da te. L'autrice ha più volte espresso il fatto di essere "dell'ambiente" e appunto mi sorprende che una persona vicina alla dimensione della psichiatria identifichi gli utenti come malati.

Per quello che riguarda il tuo esempio, è indiscutibile se diamo come premesse che l'evento si strettamente riservato a persone caratterizzate da disagio psichico e interdetto agli altri (quindi vale l'equazione per cui appari in foto, sei disabile) e che non vi sia consenso da parte delle persone ritratte, ma non mi sembra che questo sia il caso nello specifico di questo forum e successivamente anche questo aspetto è stato reso evidente dagli altri tuoi interventi a seguire.

Per il resto, hai riportato degli esempi eccellenti, qualcuno lo conoscevo meno e sarò contento di approfondire e te ne ringrazio. Oggi però la Salute Mentale ha bisogno di fronteggiare altre sfide rispetto a quelle proposte da questi autori, e la Fotografia può sicuramente essere un importante strumento di veicolazione di cultura diversa, proprio rappresentando le persone con disagio psichico nelle loro potenzialità e abilità.
Mi permetto di dissentire sul punto di vista finale, perchè pensare che celare il volto di una persona con disagio psichico, al di là delle specifiche volontà personali, sia una sensibilità che tutela e rispetta gli utenti psichiatirici, significa relegare ancora una volta il disagio nel campo della "vergogna sociale"

Chiedo scusa per questo off topic, ma sono convinto che anche la Fotografia possa costruire cultura e, a volte, divagare dal semplice intento fotografico possa comunque essere utile ed importante Smile Smile Smile
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il signor mario
bannato


Iscritto: 01 Ago 2006
Messaggi: 9653

MessaggioInviato: Gio 27 Nov, 2014 5:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Luca Spagnolo ha scritto:
Chiedo scusa se ho saltato i preamboli della buona educazione, rimedierò quanto prima...
Mario, hai toccato un punto fondamentale Smile. Sono iper sensibile al discorso sulla salute mentale per ragioni professionali e familiari e l'argomento mi ha "preso" soprattutto per questo versante, piuttosto che sulla critica fotografica, anche se pure la fotografia appartiene ai miei piaceri

Il primo appunto in realtà non era riferito a quanto scritto da te. L'autrice ha più volte espresso il fatto di essere "dell'ambiente" e appunto mi sorprende che una persona vicina alla dimensione della psichiatria identifichi gli utenti come malati.

Per quello che riguarda il tuo esempio, è indiscutibile se diamo come premesse che l'evento si strettamente riservato a persone caratterizzate da disagio psichico e interdetto agli altri (quindi vale l'equazione per cui appari in foto, sei disabile) e che non vi sia consenso da parte delle persone ritratte, ma non mi sembra che questo sia il caso nello specifico di questo forum e successivamente anche questo aspetto è stato reso evidente dagli altri tuoi interventi a seguire.

Per il resto, hai riportato degli esempi eccellenti, qualcuno lo conoscevo meno e sarò contento di approfondire e te ne ringrazio. Oggi però la Salute Mentale ha bisogno di fronteggiare altre sfide rispetto a quelle proposte da questi autori, e la Fotografia può sicuramente essere un importante strumento di veicolazione di cultura diversa, proprio rappresentando le persone con disagio psichico nelle loro potenzialità e abilità.
Mi permetto di dissentire sul punto di vista finale, perchè pensare che celare il volto di una persona con disagio psichico, al di là delle specifiche volontà personali, sia una sensibilità che tutela e rispetta gli utenti psichiatirici, significa relegare ancora una volta il disagio nel campo della "vergogna sociale"

Chiedo scusa per questo off topic, ma sono convinto che anche la Fotografia possa costruire cultura e, a volte, divagare dal semplice intento fotografico possa comunque essere utile ed importante Smile Smile Smile


Anche io per motivi personali, professionali, pur non essendo un operatore del settore mi confronto spesso nel mio lavoro con il disagio e la diversità, e familiari sono abbastanza sensibile a questo aspetto.
Per quanto concerne la pubblicazione su questo forum purtroppo ho esperienze diverse, ho dovuto fronteggiare molte situazioni di palese e violenta violazione della privacy (storiche sono le mie battaglie contro le foto costantemente riproposte di homeless o di persone in difficoltà di vario tipo proposte senza alcun rispetto della privacy e con l'antica e risibile scusa della denuncia sociale) perciò divento così puntiglioso su questi temi.

Secondo me il celare il volto di una persona con disagio psichico, ma varrebbe anche per il disagio sociale o per qualsiasi altra forma di "differenza" non è finalizzato a nascondere, relegare nella vergogna ma a tutelare; l'ampia diffusione delle immagini ha portato con sé altri usi oltre quello divulgativo, usi che possono davvero distruggere la persona, soprattutto con disagio psichico, mi riferisco ad esempio alla ricerca, anche per immagini, di informazioni sulla persona in campo lavorativo e di selezione del personale (ci sono professionisti e società specializzate in questo), in quest'ambito sociale ritrovare o meno una propria immagine in un contesto riservato a persone con disagio psichico può fare la differenza, ma vale anche l'esempio circa la mia professione, siamo sicuri che per i genitori dei miei alunni non pesi il fatto che io sia in tale contesto?
Quindi il non celare il volto non è ideologico, lo celo non perché il disagio è vergogna, ma sociale, non lo mostro perché il mostrarlo potrebbe, e in tale società certamente può, nuocere al soggetto della foto. Da qui l'obbligo morale del consenso alla pubblicazione.

Non considero off topic una discussione che partendo da un'immagine finisce per toccare temi sociali così forti, malgrado ci si trovi in ambiente più tecnico, anche perché tutto questo è strettamente collegato con l'uso che se ne fa della fotografia.
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stregamatta
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Iscritto: 16 Nov 2014
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MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 9:41 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:
Apprezzo il tentativo di ricavare un servizio eloquente senza appoggiarsi sugli sguardi dei protagonisti: una cosa davvero ambiziosa. I volti possono molto di più; ma non è detto poi che il buon risultato sia attribuibile al fotografo e non al nostro pietismo di osservatori.

Le foto, a dispetto delle premesse, credo interpretino troppo genericamente la situazione: potrebbe tranquillamente essere una partita tra normali.



Hai ragione,ma se leggi qualche post più sotto ho segnalato che probabilmente erroneamente ho indotto e portato l'attenzione sui centri di salute mentale;non era mia intenzione farlo......

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stregamatta
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Iscritto: 16 Nov 2014
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MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 9:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

molto interessante la discussione ma penso che esuli dall'ambito in cui ho messo le foto....chiedo la critica su quello ,mi preme la critica sul progetto Crying or Very sad Crying or Very sad
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il signor mario
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Iscritto: 01 Ago 2006
Messaggi: 9653

MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 9:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

stregamatta ha scritto:
molto interessante la discussione ma penso che esuli dall'ambito in cui ho messo le foto....chiedo la critica su quello ,mi preme la critica sul progetto Crying or Very sad Crying or Very sad


Questo è uno di quei rari casi in cui non è possibile distinguere la critica strettamente tecnica da quella "etica" e legale. Se si dovesse affrontare questa serie di immagini come un reportage qualsiasi allora andrebbe cassato senza se e senza ma, ma essendo una situazione in cui la privacy impone regole più ferree del solito va affrontato in chiave diversa e la rinuncia ai volti assume connotati chiari così come la ricerca di altri elementi in grado di trasmettere emozioni.
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albatro1961
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Iscritto: 02 Set 2010
Messaggi: 3298

MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 10:09 am    Oggetto: ..... Rispondi con citazione

Ciao e piacere conoscerti fotograficamente nel sito.
Penso che il tuo sia un buon reportage su questo evento....Si può disquisire a lungo sulla possibilità di inserire i volti ma secondo me hai giustamente tenuto conto della Legge sulla Privacy che ti ha limitata molto in fase di scatto.
Le regole esistono....e in linea di massima secondo me vanno rispettate...a meno di puntare al rischio oppure alla sicurezza della liberatoria.

Le finalità con cui hai scattato sono state chiaramente indicate in un tuo commento...

A me non interessa far sapere che c'è stato un torneo di calcio-balilla che si occupato di persone che hanno una patologia psichiatrica......quello che mi interessa è :"c'è stato un torneo sportivo ,in qs caso di calcio-balilla .Io sono riuscita attraverso i particolari a correlare il tutto......insomma ho cercato di partire dalla pubblicità di qs torneo.


La gestione del b/n penso sia risultata buona e i limiti imposti dalle norme di cui sopra hanno prodotto scatti sufficientemente interessanti.

Ho trovato il reportage gradevole..... le foto b, d, f mi piacciono per il dettaglio dei singoli momenti del torneo.

Un saluto e alla prossima.
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Luca Spagnolo
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Iscritto: 27 Nov 2014
Messaggi: 4

MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 12:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Credo che un progetto fotografico non possa mai svincolarsi dal contesto da cui prende vita.
La presentazione del progetto è un momento propedeutico ad ogni lettura, e in questo caso vi sono diverse contraddizioni.
La prima foto e il primo commento sono direttamente tesi ad evidenziare il contesto, ed esprimono anche il tentativo di giustificare/suffragare una particolare scelta narrativa, che resta ambigua sul fatto che possa essere voluta o subita.

Il discorso sulla privacy ha già fatto discutere molto in post precedenti, e onestamente penso che sia più un alibi che un ostacolo reale. Pur apprezzando tutte le sensibilità (anche se non le condivido dal punto di vista della costruzione e il mantenimento dello stigma sociale sul disagio psichiatrico),il problema si sarebbe risolto con una semplice richiesta di liberatoria, tanto più che mi sembra che le persone che hanno partecipato all'evento non siano estranei a chi ha realizzato il progetto.

Non si può aspirare a fare fotografia sociale se poi ci si ferma di fronte ad una liberatoria.

La questione dell'intenzionalità narrativa è fondamentale. Cambia totalmente il modo in cui mi approccio alle foto.

Voglio rappresentare il gioco del calciobalillla o un particolare momento di questo gioco? perfetto... ma diventa inutile e fuorviante precisare che si tratta di un campionato di utenti dei CSM

Voglio rappresentare il gioco del calciobalilla senza far apparire le persone per mia precisa scelta stilistica? perfetto... ma è inutile è fuorviante precisare che non si sono ritratte persone perchè ci è vietato da limiti legali o etici

Chiarito questo, personalmente trovo arduo realizzare un racconto denaturato dalla sua contestualizzazione. Molte foto sembrano più da catalogo pubblicitario, una presentazione anatomica dell'attrezzo calciobalilla che non i paragrafi di un racconto.

Se lo sterilizzo da ogni connaturazione, cosa mi racconta questo servizio? Che per partecipare ad un torneo di calciobalilla occorre compilare dei moduli, indossare una pettorina, giocare, segnare sul segnapunti i gol fatti? Mi fa pensare ad un manuale di istruzioni.

Manca dinamismo ed emozione. Una narrazione che non dice fondamentalmente nulla sul perchè è stata fatta.
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stregamatta
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Iscritto: 16 Nov 2014
Messaggi: 48

MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 1:14 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

il signor mario ha scritto:
Questo è uno di quei rari casi in cui non è possibile distinguere la critica strettamente tecnica da quella "etica" e legale. Se si dovesse affrontare questa serie di immagini come un reportage qualsiasi allora andrebbe cassato senza se e senza ma, ma essendo una situazione in cui la privacy impone regole più ferree del solito va affrontato in chiave diversa e la rinuncia ai volti assume connotati chiari così come la ricerca di altri elementi in grado di trasmettere emozioni.



Perché cassato? Perché non ci sono volti ? Perché le mani non raccontano? Altro discorso e ' invece la pura esecuzione della fotografia La scelta di far apparire i meno delle persone riconoscibili .penso che la scelta di concentrarsi su qualcosa o su altro sia. Una scelta strettamente personale che può essere condivisibile o meno ma che rimane sempre personale.Se poi il concentrarsi su tutto il discorso della privacy diventa un pretesto per evitare di dire ad una perfetta, sconosciuta" guarda che questa serie di foto fanno schifo" mi dispiace ma non ci sto . Le foto sono state messe per subire una critica , questo mi aspetto, perché devo migliorare la tecnica ; in altra sede affronterò tutto il discorso legato alla privacy.Che sebbene sia molto importantepenso che in queste foto non abbia motivo di esistere perché ho già specificato sopra nei primi commenti

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stregamatta
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Iscritto: 16 Nov 2014
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MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 1:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Luca Spagnolo ha scritto:
Credo che un progetto fotografico non possa mai svincolarsi dal contesto da cui prende vita.
La presentazione del progetto è un momento propedeutico ad ogni lettura, e in questo caso vi sono diverse contraddizioni.
La prima foto e il primo commento sono direttamente tesi ad evidenziare il contesto, ed esprimono anche il tentativo di giustificare/suffragare una particolare scelta narrativa, che resta ambigua sul fatto che possa essere voluta o subita.

Il discorso sulla privacy ha già fatto discutere molto in post precedenti, e onestamente penso che sia più un alibi che un ostacolo reale. Pur apprezzando tutte le sensibilità (anche se non le condivido dal punto di vista della costruzione e il mantenimento dello stigma sociale sul disagio psichiatrico),il problema si sarebbe risolto con una semplice richiesta di liberatoria, tanto più che mi sembra che le persone che hanno partecipato all'evento non siano estranei a chi ha realizzato il progetto.

Non si può aspirare a fare fotografia sociale se poi ci si ferma di fronte ad una liberatoria.

La questione dell'intenzionalità narrativa è fondamentale. Cambia totalmente il modo in cui mi approccio alle foto.

Voglio rappresentare il gioco del calciobalillla o un particolare momento di questo gioco? perfetto... ma diventa inutile e fuorviante precisare che si tratta di un campionato di utenti dei CSM

Voglio rappresentare il gioco del calciobalilla senza far apparire le persone per mia precisa scelta stilistica? perfetto... ma è inutile è fuorviante precisare che non si sono ritratte persone perchè ci è vietato da limiti legali o etici

Chiarito questo, personalmente trovo arduo realizzare un racconto denaturato dalla sua contestualizzazione. Molte foto sembrano più da catalogo pubblicitario, una presentazione anatomica dell'attrezzo calciobalilla che non i paragrafi di un racconto.

Se lo sterilizzo da ogni connaturazione, cosa mi racconta questo servizio? Che per partecipare ad un torneo di calciobalilla occorre compilare dei moduli, indossare una pettorina, giocare, segnare sul segnapunti i gol fatti? Mi fa pensare ad un manuale di istruzioni.

Manca dinamismo ed emozione. Una narrazione che non dice fondamentalmente nulla sul perchè è stata fatta.



Infatti sono assolutamente d accordo con quello che stai dicendo ed in più quando mi sono resa conto Dell errore che avevo fatto a specificare questa cosa ho scritto un messaggio ma pare che non venga letto perché non si riesce ad allontanarsi dal contesto psichiatrico o sociale
Questo progetto, se vogliamo chiamarlo cosi e' stato fatto per raccontare l evoluzione che c'è dal momento Dell iscizione fino ad arrivare al podio.Ora mi piacerebbe sapere che effetto fa questa sequenza narrativa concentrata sulle mani ed i tavoli di gioco e non sulle facce Spero di essermi spiegata meglio

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Luca Spagnolo
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MessaggioInviato: Ven 28 Nov, 2014 2:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

stregamatta ha scritto:

Questo progetto, se vogliamo chiamarlo cosi e' stato fatto per raccontare l evoluzione che c'è dal momento Dell iscizione fino ad arrivare al podio.Ora mi piacerebbe sapere che effetto fa questa sequenza narrativa concentrata sulle mani ed i tavoli di gioco e non sulle facce Spero di essermi spiegata meglio


Per quello che è il mio parere, molto personale e abbastanza modesto, direi che è un obiettivo poco ambizioso e interessante, al di la del risultato.

Come ho scritto prima, esulando da tutti i discorsi sulla natura del campionato, ho capito che si compila un modulo, si pulisce il calcio balilla, si gioca, se si fa goal si segna il punto, e alla fine qualcuno vince e qualcuno perde...

se il tuo intento era questo, ci sei riuscita
se il tuo intento era emozionarmi (me inteso come generico spettatore), mi sono emozionato come quando guardo il manuale d'uso illustrato del mio frullatore
Smile
naturalmente questo non è un giudizio sul valore del tuo lavoro in generale, ma l'effetto che ha sortito su di me
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