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Centro Lungo Savio - Vittorio Gregotti
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di HiGiò
Mer 09 Apr, 2014 11:55 pm
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Autore Messaggio
k.nicola
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Iscritto: 16 Gen 2007
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MessaggioInviato: Gio 10 Apr, 2014 6:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

premesso che non avrei sfocato a posta nessuna immagine, devo dire che a me non dispiaciono!
Mi sembrano ben composte ed equilibrate, ma soprattutto sono una efficace testimonianza del degrado edilizio di uno scempio urbanistico che ho dovuto accettare sia come cittadino, sia come progettista (la mia professione)
Un progetto non ancora terminato, e già morto!
scusate lo sfogo!!!!
complimenti Ok!

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Federico C
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Iscritto: 27 Ago 2012
Messaggi: 287
Località: Firenze

MessaggioInviato: Gio 10 Apr, 2014 8:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi piace la tua serie e le immagini non mi sembrano affatto banali.
In alcune, per i miei gusti, ti sono scappati un po'i bianchi.

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HiGiò
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Messaggi: 804
Località: Senigallia

MessaggioInviato: Gio 10 Apr, 2014 10:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie a k.nicola e a Federico C
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blueanto
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Iscritto: 13 Set 2006
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Località: Bari

MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 8:32 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi permetto di intervenire su questa interessante discussione.
Credo che ci sia un concetto che secondo me va approfondito.

Cosa vuol dire la fotografia documentaria? FARE foto senza interpretazione? Senza sentimento? Senza pathos? Senza cosa?
Quando decidiamo di inquadrare stiamo scegliendo di includere e escludere qualcosa. È già un interpretazione questa. È un modo di dialogare, di raccontare qualcosa secondo un punto di vista.
Se c è un perché in quello che si vuole fotografare allora stiamo documentando qualcosa per un motivo, secondo il vostro punto di vista.
Stephen Shore ha fatto tutto un lavoro su questo , su queste immagini "senza sentimento" .... Guido Guidi scendeva sotto casa a fotografare il suo fiume, facendo foto senza sentimento ( anche non in bolla ) per "documentare" il paesaggio circostante dove vive e come tutto cambia durante la giornata.

Io non sono nessuno per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Vorrei solo farvi riflettere su questa cosa e lo faccio su questo post e non su una mia foto perché magari sembra che voglia difendere un cavo che passa su un ritratto, o un ripetitore che disturba una meravigliosa "cartolina".

Se fotografiamo un tramonto parliamo di fotografia documentaria? No. Perché?
Perché siamo distratti dalla palla di fuoco che cambia colore e diciamo beeeellllooooooo!!!! Dove è il tasto mi piace????

Allora il mio umile e stupido pensiero ( e questa cosa ho provato a spiegarla nell intervista che alexc mi ha fatto) è sempre la stessa cosa... Trovate un perché in quello che volete guardare e fotografare e anche commentare .
Io vedo le foto di Giorgio e tutta la galleria e vedo un ragazzo che prima fotografava ora guarda. Vedo un lavoro come quello postato prima. Vedo questo lavoro. È la prima cosa che mj viene da chiedere è perché hai fotografato questo? Cosa vuoi comunicare? ... Da qui possiamo cominciare una discussione sul come, sul se togli quello, se metti questo. Allora secondo me la discussione diventa costruttiva e si cresce insieme. Perché se siamo qui è perché abbiamo una passione in comune Wink

Buona giornata a tutti.

Ps chi mi conosce sa che se faccio quest intervento con l iPhone alle 9 di mattina non è per polemizzare ma per cercare di condividere con voi il mio penziero.

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nerofumo
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Iscritto: 28 Dic 2004
Messaggi: 6887
Località: Satriano (cz)

MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 10:12 am    Oggetto: Rispondi con citazione

No Blueanto, qui nessuno polemizza e mi auguro che non prenda una piega polemica questo post.
Probabilmente siamo noi che ci nutriamo di migliaia di foto e video ogni santo giorno, probabilmente siamo noi ad essere ammalati e assuefatti alla bagarre di immagini che costellano il nostro vissuto fino a renderci insensibili, probabilmente ci siamo disillusi troppo in fretta perché frequentiamo uno spazio in cui si pratica fotografia ad ogni livello e questo significa avere tra le mani il tutto planetario, dal bullone al ciclotone, lo scibile umano a portata di click. Tutto questo però ci impone dei distinguo che, almeno per quanto mi riguarda, servono anche a scopo didattico, perché non è bene intervenire su una foto solo per lodarla, cosi come non è bene illudere qualcuno con salamelecchi inconsistenti. Certo, in ultima analisi è come tu dici, prendendo per buono l'assunto che se pur non volendo essere tutti uguali ma quantomeno simili, ogni gesto, ogni azione del nostro vivere è espressione di una personalità compiuta e a sé stante, un punto di vista freudiano secondo cui la critica fotografica andrebbe a farsi impallinare, il de profundis del valore aggiunto, del peso specifico introdotto ad una foto dalla competenza tecnica e dal genio espressivo.
Anche nel documentare serve il manico, non è cosa scontata, anche mio nipote di 10 anni con una compatta in mano riesce a suo modo a documentare la sua classe e i suoi compagni di scuola però lo fa da istintivo, quando andrà alle superiori probabilmente lo farà con metodo, con finezza di spirito e di intenzioni e se si accorgerà che gli piace fotografare, a 50 anni tornerà nella sua vecchia classe e porterà a casa delle opere d'arte.

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Non mi prenderete mai.
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blueanto
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Iscritto: 13 Set 2006
Messaggi: 2853
Località: Bari

MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 11:01 am    Oggetto: Rispondi con citazione

È chi ha parlato di polemica. Ben vengano le discussioni costruttive. Wink

Il mio discorso era legato al concetto di fotografia documentaria che mi lascia sempre un po perplesso in generale. Ho semplicemente detto la mia ma non contro qualcuno. Wink mi sembra di aver sottolineato il concetto della non polemica. ( e poi polemica di cosa )
Assolutamente D accordo sulla discussione di questo tema.

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Sisto Perina
bannato


Iscritto: 16 Giu 2007
Messaggi: 21882

MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 11:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Interessante leggere i diversi punti di vista non solo sulla serie fotografica proposta ma anche sul valore di un'immagine come documento o meno...
Il documentare è un concetto che trovo veramente difficile da inquadrare con una semplice spiegazione per il sempice fatto che ciò che può aggiungere informazioni ad un soggetto potrebbe essere relativamente meno utile per un altro... e da qui dipende il peso che, volta per volta, si concede al termine "documentazione"...
Ma, pure questo è un personale pensiero e quindi valido nel momento in cui incontra chi è sintonizzato sulla mia stessa frequenza ed errato se si scontra con un parere diverso....
Leggo quindi verità in ogni intervento fatto sinora... felice e speranzoso che il confronto si mantenga su questo civile dialogo...
Tornando al lavoro presentato....
Tecnicamente lascio a Giorgio e a chi ne capisce sicuramente più di me il compito di discutere su macchine, tilt-shift e quant'altro; io cercherò di limitarmi a dare la mia impressione in base alle mie povere conoscenze ed ai miei discutibili gusti... Very Happy
Il viraggio non mi dispiace, lo trovo coerente in tutto il reportage con il solo problema che non restituisce un bel cielo (dettaglio forse minimo vista la sostanza più architettonica del lavoro).
La serie scorre fluida sino alla 3050-3051, qui terrei solo la prima, la seconda poco aggiunge, anzi toglie la torre....
Poi si prosegue sino allo sfocato/tiltshifato che contrasta molto con lo stile degli scatti precedenti e segna uno "stop visivo" inevitabile.
L'autore ha sicuramente cercato questa tecnica per evidenziare un particolare ma credo personalmente che non sarebbe cambiato molto continuando sullo stesso modo di operare precedente...
Lo stesso discorso può essere fatto per le successive immagini che si discostano dalle iniziali....(ovviamente si dovrebbe avere il riscontro fotografico per essere certi)...
Particolarmente interessanti un paio di scatti che potrebbero essere estrapolati dal contesto e "vivere2 benissimo di vita propria:
3025, 3056 e 3176 (pur con lo sfocato Wink )
Meno piacevoli quelli con la presenza di autovetture....ma credo difficili da produrre senza

ciaoo
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Mario Zacchi
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Iscritto: 07 Giu 2008
Messaggi: 6655

MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 11:53 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Capisco che possa essersi trattato di un escamotage, ma non vedo un nesso, né di significato, né tanto meno estetico, tra le foto documentarie e quelle in cui giochi con la sfocatura tilt-shift. A parer mio se in certi punti di ripresa non possono evitare l' inclusione di elementi di disturbo, in una serie così tanto vale ometterli.

Documentazione non è affatto qualcosa di negativo, anzi: la fotografia forumistica trabocca di "interpretazioni" davvero stucchevoli che se ogni tanto lasciassero spazio ad una sana documentazione sarebbe meglio. Quanto alla ripetitività be' ... se c' è qualcosa di intrinsecamente ripetitivo è proprio questa forma di edilizia e questi luoghi che ne diventano il teatro; quindi per me non hai fatto altro che coglierne quella "monotonia bellina bellina" che la caratterizza.

Per quanto riguarda la sostanza, tolte le sfocate e con qualche osservazione circa il fatto che nelle restanti in qualche scatto sei visibilmente meno attento al rigore sostanziale che accomuna la maggior parte delle foto, penso che sia una serie che comunica bene lo spirito del luogo. Per quanto riguarda raffinate osservazioni sulla bolla, la lente, il cavalletto e simili mi astengo perché sono poco tecnico. Dico solo che se, goniometro alla mano, fosse stato tutto perfetto, ma poco interessante, non avrei speso una parola.

PS: come nell' altra mostri sensibilità verso ciò che caratterizza il luogo, quindi credo faresti bene a proseguire con questa idea.

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milladesign
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MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 12:30 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi ha scritto:

come nell' altra mostri sensibilità verso ciò che caratterizza il luogo, quindi credo faresti bene a proseguire con questa idea.


assolutamente d'accordo

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Giorgio
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HiGiò
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MessaggioInviato: Ven 11 Apr, 2014 8:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un grazie sincero a tutte le persone che sono intervenute e a tutte quelle che spero interverranno in questo interessante dibattito. Vi assicuro di aver letto tutti i suggerimenti con interesse e ci terrei a precisare che le risposte cercavano solo di chiarire le mie motivazioni e non di dare giudizi di merito su i consigli che mi sono stati dati. Per quanto riguarda la complessa questione sul Documentare in Fotografia vorrei spendere due parole anche io. Mi limiterò a dire che per me fotografare uno spazio architettonico significa molto più che semplicemente documentarlo o catalogarlo (è qui il malinteso da cui poi è nata la discussione) perché pur fotografando degli spazi esistenti cerco di non realizzare fotografie il cui risultato sia la Documentazione fine a se stessa. C'e un libro fotografico molto interessante di Gabriele Basilico intitolato "L'esperienza dei luoghi" che dimostra che fotografare uno spazio significa molto di più che fornirne una semplice rappresentazione. Il mio misero progetto ovviamente è imparagonabile a questa raccolta realizzata da un grande maestro della fotografia però spero che, se non il risultato, quantomeno il metodo sia corretto. Cioè stare più attenti a quello che ci circonda, cercare di essere critici e di guardare i luoghi come fosse la prima volta, con un attenzione che nel mio caso (considerati i miei studi) verte all'architettura e allo spazio urbano. Considerato dunque tutto ciò è a mio parere inevitabile interpretare il luogo che si sta fotografando in quanto gli si conferisce dei significati e delle visioni che nascono dal nostro personale modo di vedere le cose. Ma aldilà di questa riflessione che forse a qualcuno potrà sembrare abbastanza banale ce n'è un'altra a mio avviso molto più interessante con la quale vorrei concludere questo commento. Osservare una fotografia che documenta la realtà è cosa molto più seria di quanto si possa pensare, richiederebbe uno sforzo molto maggiore se solo si pensasse a quanto questa realtà vari e sia in continuo cambiamento. Qualche parola a tal proposito l'ha spesa un certo Luigi Ghirri che in "Niente di antico sotto il sole" scrive:
"E così, guardando prima nel mondo poi sulla lastra e poi nell'immagine finale, manifestare la meraviglia del gesto che si compie, non ritenere nulla insignificante e scoprire in un paesaggio la possibilità di una nuova percezione. Fotografare è soprattutto rinnovare lo stupore, come si osservasse il mondo in uno stato adolescenziale, perché non c'è niente di antico sotto il sole."

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