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frankieta utente attivo

Iscritto: 01 Mgg 2007 Messaggi: 542 Località: Taranto
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Inviato: Mar 23 Lug, 2013 12:23 am Oggetto: Jüdisches Museum - Berlino |
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Piccolo reportage all'interno dello Jüdisches Museum di Berlino, con la sua toccante architettura, una vera e propria opera d'arte.
Difficile raccontare il tipo di sensazioni che tutto l'edificio e non solo i reperti ivi conservati trasmettono al visitatore, e si rischia di scadere nel retorico. Lascio quindi parlare Wikipedia:
"Il Museo Ebraico di Berlino (Jüdisches Museum Berlin) è il più grande museo ebraico in Europa. In due edifici, uno dei quali è un ampliamento appositamente progettato dall’architetto Daniel Libeskind, una collezione permanente e svariate esposizioni temporanee raccontano due millenni di storia degli ebrei in Germania.
Libeskind ha battezzato il suo progetto between the lines (tra le linee) e nei punti in cui le due linee si intersecano si formano zone vuote, o voids, che attraversano l’intero museo.
L'edificio visto dall'alto ha la forma di una linea a zig-zag e per questa ragione è stato soprannominato blitz, che in tedesco significa fulmine. La forma dell'edificio ricorda una stella di David decomposta e destrutturata. L'edificio è interamente ricoperto da lastre di zinco e le facciate sono attraversate da finestre molto sottili e allungate, più simili a squarci o ferite che a vere e proprie finestre, disposte in modo casuale.
Il museo non ha un ingresso dalla strada, ma vi si accede dall'adiacente Berlin-Museum. Una scala e un sentiero sotterraneo collegano i due edifici, questo a simboleggiare quanto la storia ebraica e quella tedesca siano collegate e connesse fra loro. La scala conduce ad un sotterraneo, composto di tre corridoi, denominati assi che simboleggiano i diversi destini del popolo ebraico: l'asse dell'Olocausto conduce ad una torre che è stata lasciata vuota, denominata la Torre dell'Olocausto; l'asse dell'Esilio conduce ad un giardino quadrato esterno, denominato Giardino dell'Esilio, racchiuso fra 49 colonne; l'asse della continuità, collegato agli altri due corridoi, che rappresenta il permanere degli ebrei in Germania nonostante l'Olocausto e l'Esilio. Questo asse conduce ad una scala, che a sua volta conduce alla costruzione principale. L'entrata al museo è stata intenzionalmente resa difficile e lunga, per infondere nel visitatore le sensazioni di sfida e di difficoltà che sono distintive della storia ebraica.
Shalechet – Foglie cadute
10 000 volti in acciaio punzonato sono distribuiti sul pavimento dello Spazio Vuoto della Memoria, l'unico spazio vuoto dell'edificio di Libeskind in cui è possibile entrare. L’artista israeliano Menashe Kadishman ha dedicato la sua opera non soltanto alle vittime della Shoah ma a tutte le vittime di guerra e violenze. I visitatori sono invitati a camminare sui volti e ad ascoltare il fragore prodotto dalle lastre di metallo che sbattono l'una contro l'altra."
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 _________________ http://www.flickr.com/photos/frankieta/
FrancescoGiusto.com! |
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toberinha utente attivo

Iscritto: 07 Mar 2007 Messaggi: 1599 Località: mirano,venezia
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Inviato: Mar 23 Lug, 2013 12:38 am Oggetto: |
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reportage di alto livello
degno di una mostra _________________ la qualità è il mio primo obiettivo
てるてる坊主
saluti by alberto  |
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nerofumo utente attivo

Iscritto: 28 Dic 2004 Messaggi: 6887 Località: Satriano (cz)
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Inviato: Mar 23 Lug, 2013 5:37 am Oggetto: |
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Un luogo interessantissimo. Il bn è la sua naturale espressione. _________________ Non mi prenderete mai. |
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Webmin utente attivo

Iscritto: 16 Ott 2006 Messaggi: 28048 Località: Militello in Val di Catania
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sceller utente

Iscritto: 30 Giu 2007 Messaggi: 362 Località: Brescia
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Inviato: Mar 23 Lug, 2013 8:50 am Oggetto: |
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Grazie per aver postato questo bellissimo reportage.
Sceller |
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piconic utente attivo

Iscritto: 23 Nov 2011 Messaggi: 538 Località: como
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Inviato: Mar 23 Lug, 2013 8:07 pm Oggetto: re |
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mi piace che un gruppo di immagini di questo tipo entrino in forum di fotografia, la foto che come documento impatta sulla sensibilità collettiva, fuori da ogni disquisizione tecnica. Bravo sotto tutti gli aspetti!
ciao _________________ paolo alias piconic |
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frankieta utente attivo

Iscritto: 01 Mgg 2007 Messaggi: 542 Località: Taranto
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Inviato: Gio 25 Lug, 2013 8:10 am Oggetto: |
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Grazie toberinha, Nerofumo, Mario, sceller e piconic!
Il luogo...bisognava solo esserci per capire le emozioni che suscitava!
Essendo poi largamente costruito in cemento "nudo" il bianconero ci va ancor più a braccetto. Due ore di visita (quello che concedeva la stretta schedule di vacanza) erano pochine per capire tutto.
Una sola nota che mi è veramente entrata "nel sangue":
La foto numero 3 si riferisce alla citata Torre dell'Esilio; ebbene questo luogo è davvero toccante, ci si accede al finire di un lungo corridoio (uno degli assi), si apre questa pesante porta e ci si ritrova in questa stretta torre, la cui unica apertura luminosa è quella lama in cima. Mentre si comincia a sentirsi veramente spaesati e desolati il freddo ti prende (è l'unica stanza interna non climatizzata dell'edificio) e la pesante porta dalla quale sei entrato si chiude dietro di te echeggiando sulle nude pareti.
 _________________ http://www.flickr.com/photos/frankieta/
FrancescoGiusto.com! |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Dom 28 Lug, 2013 2:35 pm Oggetto: |
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Il reportage gode di un'ottima ed esplicativa introduzione che apre la mente, a chi (come me) non è mai stato in questi luoghi, su come interpretare architetture e sculture con il ricordo fermo sull'olocausto...
Nulla da dire sulla giusta scelta del bianco e nero come veicolo immediato per le geometrie del luogo; particolarmente attratto dalla numero 5 con la sua "croce" verso il cielo e dai versi di Primo Levi di cui consiglio "Se questo è un uomo"
bravo
bel lavoro
ciaoo |
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Mario Zacchi utente attivo

Iscritto: 07 Giu 2008 Messaggi: 6655
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Inviato: Dom 28 Lug, 2013 3:24 pm Oggetto: |
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Temo che finisca come spesso accade ai reportage nei campi di concentramento: ciascuno offre la "propria" interpretazione, ma alla fine le foto proposte sono più o meno sempre le stesse, finanche nell' uso frequentissimo del bianconero che dimostra come si fatichi ad avere il coraggio di visioni realmente proprie. Magri opinabili, ma proprie.
D' altra parte non è semplice offrire una rilettura originale e nemmeno lo è documentare semplicemente il luogo, con i suoi silenzi, quando il rumore di fondo delle innumerevoli "reinterpretazioni personali" che girano in rete, cui voler sommare la propria, è così assordante.
Preambolo polemico a parte, hai scattato bene diverse foto, in un bianconero perfettamente contemporaneo. Solo che per me è come rileggere per l' ennesima volta un libro che conosco già e che non mi stimola particolarmente.
La foto del luogo con le facce di metallo e con al figura sullo sfondo che va è forse l' emblema più evidente della ripetitività fotografica. Ho cercato nel forum, ma non mi riesce, ora, di ritrovare gli autori che hanno proposto la stessa identica foto. Ricordo, perché ce l' ho in mente, ma non la trovo, una di queste particolarmente riuscita, nel suo voler essere drammatica.
Delle foto che hai pubblicato apprezzo la 2: L' Olocausto è pur sempre stato vinto (pensiero che mi suggerisce, nonostante l' alberello sia senza foglie). _________________ Belle foto. O perlomeno belle idee -> |
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Sisto Perina bannato

Iscritto: 16 Giu 2007 Messaggi: 21882
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Inviato: Lun 05 Ago, 2013 8:29 am Oggetto: |
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Congratulazioni frankieta , il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Reportage & Portfolio nel mese di Luglio 2013.  |
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daniel_san utente attivo

Iscritto: 26 Ago 2007 Messaggi: 1902 Località: Sotto l'ombra di un pino marittimo.
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Inviato: Gio 08 Ago, 2013 12:06 pm Oggetto: |
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Io direi che un fotolibro ci stia tutto  |
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frankieta utente attivo

Iscritto: 01 Mgg 2007 Messaggi: 542 Località: Taranto
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Inviato: Gio 15 Ago, 2013 2:09 pm Oggetto: |
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Mario Zacchi ha scritto: | Temo che finisca come spesso accade ai reportage nei campi di concentramento: ciascuno offre la "propria" interpretazione, ma alla fine le foto proposte sono più o meno sempre le stesse, finanche nell' uso frequentissimo del bianconero che dimostra come si fatichi ad avere il coraggio di visioni realmente proprie. Magri opinabili, ma proprie.
D' altra parte non è semplice offrire una rilettura originale e nemmeno lo è documentare semplicemente il luogo, con i suoi silenzi, quando il rumore di fondo delle innumerevoli "reinterpretazioni personali" che girano in rete, cui voler sommare la propria, è così assordante.
Preambolo polemico a parte, hai scattato bene diverse foto, in un bianconero perfettamente contemporaneo. Solo che per me è come rileggere per l' ennesima volta un libro che conosco già e che non mi stimola particolarmente.
La foto del luogo con le facce di metallo e con al figura sullo sfondo che va è forse l' emblema più evidente della ripetitività fotografica. Ho cercato nel forum, ma non mi riesce, ora, di ritrovare gli autori che hanno proposto la stessa identica foto. Ricordo, perché ce l' ho in mente, ma non la trovo, una di queste particolarmente riuscita, nel suo voler essere drammatica.
Delle foto che hai pubblicato apprezzo la 2: L' Olocausto è pur sempre stato vinto (pensiero che mi suggerisce, nonostante l' alberello sia senza foglie). |
Quando imparerò ad inserire le notifiche via mail sarà sempre tardi!
Grazie dell'apprezzamento e della scelta per la vetrina Sisto
Mi soffermo sulle importanti parole di Mario:
E' molto probabile che ci sia ripetitività nel lavoro, confrontato con altri eseguiti nello stesso luogo o che trattano medesimi tematiche, del resto andavo lì pur senza aver visto molti altri lavori, ma ben conscio della storia di quell'edificio. Quindi il rumore "assordante" della interpretazione fotografica comune (se così vogliamo dire) di questi luoghi, unita all'impressionante forza che questo luogo comunica specialmente in osservatori non abituati a sperimentare di persona queste esperienze, può portare a una certa ripetitività.
Questo lavoro non è affatto esente da dubbi che sono ancor più rimarcati dentro di me dall'importanza del tema trattato.
Sono sicuro che un berlinese comunicherebbe in modo completamente diverso ciò che incontra tra queste fredde sale.
Del resto, a babbo morto (ovvero quando sono tornato a casa), rivedendo le foto mi sarebbe piaciuto raccogliere solo quelle in cui la presenza umana non era visibile (tranne che per l'ultima foto che reputo essenziale), ma il materiale raccolto in due ore non era sufficientemente vario.
Riguardo la foto che citi con la persona che cammina sullo sfondo mi sento parzialmente d'accordo. L'avrei preferita senza di gran lunga.
La sottolineatura drammatica data dalle tre foto delle facce metalliche invee è (ovviamente) voluta, forze può risultare un pò forzata o peggio cinematografica ma non ne riuscivo a farne a meno.
Mi fa piacere la tua lettura della foto numero 2, che è tra le mie preferite.
Grazie _________________ http://www.flickr.com/photos/frankieta/
FrancescoGiusto.com! |
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S8un3no utente

Iscritto: 30 Ago 2011 Messaggi: 137 Località: Eboli (SA)
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Inviato: Lun 19 Ago, 2013 7:29 pm Oggetto: |
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Hai giocato con le architetture in maniera eccellente!
Ottimi anche i bianco e nero!
Reportage di alto livello!
Complimenti!!! _________________ flickr | facebook |
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