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di non più registrato |
Gio 01 Gen, 1970 1:00 am |
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Messaggio |
Webmin utente attivo

Iscritto: 16 Ott 2006 Messaggi: 28048 Località: Militello in Val di Catania
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Inviato: Dom 26 Mgg, 2013 4:18 pm Oggetto: |
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nerofumo ha scritto: | Vengo da una civiltà contadina e poi qui in Calabria la macellazione del maiale va forse anche più in là del rito religioso, l'animale che si uccide è uno di famiglia, un parente insomma che si uccide con le lacrime agli occhi ed è per questo che ho sempre cercato di cogliere oltre alla morte in se anche il contorno di tutto il rito. A te questo aspetto manca, hai colto l'aspetto più orrido, la fredda esecuzione, i particolari anatomici, lo squarciarsi delle carni.
La morte negli occhi non è quella della bestia che muore ma quella che ti ha impietrito, forse non tutti lo hanno capito, sei tu che hai visto la morte e non hai fotografato altro, lo sguardo impietrito dal terrore era il tuo, la bestia non ha coscienza e la morte per lei rappresenta un altro aspetto della vita. |
... faccio mie queste parole per rilevare una certa impersonalità stilistica che non aiuta lo spettatore ad entrare nella dinamica della vicenda, che rimare asettica e legata ad un solo dettaglio.
Nel confezionare un reportage sono fondamentali la personalità compositiva, i tempi scenici e narrativi, senza i quali la realtà ritratta stenta a trasmette l'insieme di umori che la permeano.
Mario _________________ Mario Lisi
"Le interviste di photo4u.it! - Mario Lisi "Webmin" - "Catania in chiaroscuro" - "Street Photography in the World - The Book" - "THE STREET PHOTOGRAPHER BOOK" - "PicsArtist of the Month 12/2014" - "B&W" - "Colors" "Un viaggio nella terra dell'arte e dei sapori" |
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Federico C utente
Iscritto: 27 Ago 2012 Messaggi: 287 Località: Firenze
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Inviato: Dom 26 Mgg, 2013 6:40 pm Oggetto: |
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La pratica che hai rappresentato e` oggetto di pesanti dibattiti. Non vedo il tuo concentrare l'attenzione sull'uccisione, sulle carni aperte, e sullo sguardo terrorizzato e cosciente dell'animale come un limite, ma come una precisa scelta narrativa. Sei stato molto bravo. _________________ http://www.flickr.com/photos/sullerive/ |
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filippo1978 utente attivo
Iscritto: 16 Ago 2006 Messaggi: 777 Località: ferrara
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Inviato: Dom 26 Mgg, 2013 8:26 pm Oggetto: |
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Ciao, premessa, le critiche che ti muovo spero siano di stimolo a fare di più, non fine a se stesse.
Spesso la storia,mlr immagin, sono nella nostra testa perché noi non vediamo le immagini ma ricordiamo tutto ciò che sta attorno allo scatto. Ma i fruitori delle immagini non sanno cosa sta attorno o come ci sei arrivato o le emozioni all'atto dello scatto. Quello che io vedo dalle immagini non corrisponde a ciò che hai raccontato all'inizi, questo e' il principale problema. Il tizio che shozza l'animale per me poteva pure essere un imam , vista la premessa.
Proprio da ciò che hai scritto nell'introduzione io mi aspettavo di vedere tutto il rituale che sta dietro, davanti, a lato al cibo (carne in particolare) halal. So che è difficile aver accesso a certe cose, ma proprio questo costituisce la cosa più bella e preziosa del reportage, la scusa che ci permette di essere turisti particolari. |
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il signor mario bannato

Iscritto: 01 Ago 2006 Messaggi: 9653
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Inviato: Dom 26 Mgg, 2013 10:47 pm Oggetto: |
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filippo1978 ha scritto: | Ciao, premessa, le critiche che ti muovo spero siano di stimolo a fare di più, non fine a se stesse.
Spesso la storia,mlr immagin, sono nella nostra testa perché noi non vediamo le immagini ma ricordiamo tutto ciò che sta attorno allo scatto. Ma i fruitori delle immagini non sanno cosa sta attorno o come ci sei arrivato o le emozioni all'atto dello scatto. Quello che io vedo dalle immagini non corrisponde a ciò che hai raccontato all'inizi, questo e' il principale problema. Il tizio che shozza l'animale per me poteva pure essere un imam , vista la premessa.
Proprio da ciò che hai scritto nell'introduzione io mi aspettavo di vedere tutto il rituale che sta dietro, davanti, a lato al cibo (carne in particolare) halal. So che è difficile aver accesso a certe cose, ma proprio questo costituisce la cosa più bella e preziosa del reportage, la scusa che ci permette di essere turisti particolari. |
Filippo il rituale sta nel modo della macellazione, non ci sono benedizioni o che, ormai anche la macellazione halal segue ritmi industrializzati, i mattatori sono gli stessi; le tecniche, uccisione esclusa, sono le stesse; le differenza sono nel fatto che l'animale viene selezionato all'origine, deve essere perfetto senza ferite, lesioni ecc.; non viene stordito.
Io credo che se presento una fotografia di un uomo con un coltello in mano, coltello che sta terminando la corsa dopo aver provocato una profonda ferita nel collo dell'animale anch'esso inquadrato, si capisca che quello è un uomo che sta uccidendo quell'animale, che è il macellaio (il che non esclude che possa anche essere un iman) nel suo lavoro
La preparazione sta nella scuola che seguono, nell'impegno a ridurre al minimo le sofferenze dell'animale, sembra strano a dirsi ma fino a pochi anni fa la macellazione religiosa procurava meno sofferenze all'animale di quella laica, e nel rispettare le regole religiose connesse alla macellazione stessa.
Probabilmente quando si parla di macellazione religiosa ci si immagina qualcosa di arcaico e arcaicamente condotto, non è così ormai è industrializzata anche quella.
Non vedi le foto che ti aspetti semplicemente perché nei mattatoi legali non sono più in atto le pratiche che pensi avvengano, non ci sono più particolari rituali da seguire (quando parlavo di inaccessibilità mi riferivo alle scuole di macellazione) e la macellazione "artigianale" sia religiosa che non religiosa (e in quel caso tornano ad essere come anni fa quando quella religiosa era meno foriera di sofferenze) con tutto ciò che di "culturale" la circonda è severamente vietata in Italia. |
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il signor mario bannato

Iscritto: 01 Ago 2006 Messaggi: 9653
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Inviato: Dom 26 Mgg, 2013 11:00 pm Oggetto: |
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PS forse una cosa sta sfuggendo: il soggetto delle foto non è il rituale della macellazione, il soggetto è l'animale, o meglio la sua morte, la morte di un essere vivente, il suo passare da animale, da "essere" ad oggetto, a cosa.
Questo passaggio questa deanimalizzazione, passatemi il neologismo, sono il soggetto di questo reportage, non volevo, e non voglio, rappresentare l'uomo, voglio rappresentare la morte. Non sono foto antropocentriche sono foto tanatocentriche. Ecco perché inquadrature strette, sangue che scorre... occhi pieni di terrore, di morte...
Concetto che non è sfuggito a Vittorio che difatti scrive: "È impressionante, più di quanto lo siano il sangue e le carni aperte, quello sguardo dapprima di terrore, che poi va velandosi fino a spegnersi del tutto. E bene hai fatto a titolare la serie sottolineando questo aspetto." |
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Webmin utente attivo

Iscritto: 16 Ott 2006 Messaggi: 28048 Località: Militello in Val di Catania
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Inviato: Lun 27 Mgg, 2013 7:17 am Oggetto: |
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il signor mario ha scritto: | PS forse una cosa sta sfuggendo: il soggetto delle foto non è il rituale della macellazione, il soggetto è l'animale, o meglio la sua morte, la morte di un essere vivente, il suo passare da animale, da "essere" ad oggetto, a cosa.
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... o probabilmente leggiamo la tua proposta da una prospettiva diversa: ossia quella imposta dalla sezione in cui hai collocato la sequenza di immagini.
Ti dico questo perchè, stamattina, dopo averci pensato un pò sù, ho cercato di assumere il tuo punto di vista, per meglio comprenderne i presupposti espressivi e sono giunto alla conclusione che, questi scatti funzionerebbero solo se stampati a debita dimensione ed esposti in una sala relativamente piccola, per meglio sottolinearne l'impatto emotivo e cromatico.
Ma al di là di questo aspetto, nel contesto della sezione, si rischia di dare una lettura fuorviante alla platea di lettori, dal momento che, se chiamati a commentare un reportage, esso risulti privo di quelli che in modo assodato ne sono i tratti distintivi.
La lettura di Nerofumo, richiamato da me, ed infine da filippo1978 sostanzialmente ricalcano questa esigenza.
Tanto per essere più circostanziato e rifacendomi agli autori di cui sopra: anche senza leggerne il nome, proprio in virtù del loro stile narrativo, in molti siamo in grado di distinguerne a primo acchito già dalle anteprime le proposte.
Nel caso di nerofumo per l'uso poetico della focale medio tele, il 35mm, associato con un registro narrativo e tonale ben consolidato per poi arrivare a filippo1978, dove la realtà viene dissacrata attraverso scelte fuori dagli schemi sia sotto l'aspetto tonale che compositivo.
Mario _________________ Mario Lisi
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il signor mario bannato

Iscritto: 01 Ago 2006 Messaggi: 9653
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Inviato: Lun 27 Mgg, 2013 9:22 am Oggetto: |
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Come quasi tutti i miei lavori anche questo nasce con in mente la carta stampata, questo addirittura nascerebbe per un magazine, ma poi alla fine è risultato troppo duro e verrebbe usato con scopi che non sono i miei, ma per presentarlo sul forum ho dovuto per forza scegliere una sezione, per me è reportage, nel senso che racconta una storia, sì racconta la storia del soggetto e non del contesto, ma anche sotto questo aspetto rimane un reportage, detto questo, e sono consapevole che questa mia ipotesi di reportage è, come le altre, soggettiva e di impostazione culturale personale, non avrei alcun problema se venisse spostato in altre sezioni, ma sinceramente non saprei proprio in quale collocarlo. |
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yqy utente

Iscritto: 14 Set 2008 Messaggi: 147
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Inviato: Mar 11 Giu, 2013 9:10 pm Oggetto: |
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grande coraggio!
bel lavoro. non ne avrei la forza.
le immagini sono crudeli, fortissime, degne di un massacro (anche se non è il messaggio che vuoi trasmettere, e che ho compreso). _________________ http://flickr.com/yqy |
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