Rabbit |
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Canon EOS-1Ds Mark III - 100mm
1/200s - f/16.0 - 100iso
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Autore |
Messaggio |
Antonio Strafella nuovo utente
Iscritto: 29 Mar 2013 Messaggi: 12 Località: Roma
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Inviato: Sab 13 Apr, 2013 12:33 pm Oggetto: Rabbit |
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Rabbit By Antonio Strafella |
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gparrac utente attivo

Iscritto: 11 Mgg 2006 Messaggi: 5822 Località: Genova
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Inviato: Sab 13 Apr, 2013 2:16 pm Oggetto: |
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Forse questa fotografia non riceve commenti ... per lo stesso motivo per cui mi è difficile commentarla ...
Ti confesso che sono anche andato a dare un'occhiata alle altre foto della tua galleria, per capire questa ... ed ho visto una bella serie di immagini, come (ed a volte ancora più) di questa caratterizzate da una grande nitidezza, precisione nel dettaglio.
Ed a volte ancora più inquietanti di questa ...
Mi sembra chiaro che ci sia dietro un progetto, sorretto anche da una non comune abilità tecnica, ma non riesco neppure a capire quanto resti dello scatto come uscito dalla fotocamera e quanto sia post-produzione.
Non mi resta che ammirarle (tutte, anche se il commento dovrebbe essere relativo solo a questa ...) ma anche ammettere il mio limite nella ricerca del significato.
Un saluto  _________________
Ἀρχὴ μεγίστη τοῦ βίου τά γράμματα. |
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Antonio Strafella nuovo utente
Iscritto: 29 Mar 2013 Messaggi: 12 Località: Roma
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Inviato: Lun 15 Apr, 2013 9:43 am Oggetto: Uso della fotografia |
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Ciao gparrac,
La mia ricerca voleva questo tipo di commento per una serie di motivi, ti allego il testo della ricerca sperando sia comprensibile.
Grazie per il tuo commento
Antonio
CUT-E ANIMALS
Questo progetto fotografico comincia a prendere forma nella mia mente fin dal 2003. Mi ha sempre incuriosito la diversa reazione della gente alla vista dei pezzi di carne nel bancone della macelleria, luogo dove notoriamente ci si reca per comprare la carne che si dovrà poi cuocere a casa. Trovavo paradossale, o quantomeno strano, notare come alcune persone fossero infastidite se nel banco frigo veniva servita una testa di maialino, oppure come guardassero di cattivo occhio un pollo che conservava ancora la testa. Se “in mostra” c’era anche la testa dell’animale macellato, insomma, pareva cambiasse anche l’approccio rispetto all’oggetto (parte del corpo dell’animale – intero animale) e, forse, la stessa percezione dell’acquisto (azione che si stava intraprendendo su tale oggetto). Il mio è solo un esperimento che vuole interrogarsi sul rapporto tra presentazione e lettura di un’immagine scaturito da un’osservazione casuale; non vuole essere uno studio improntato al vegetarianismo contro chi mangia carne. Ho deciso quindi di procedere nella mia ricerca raccogliendo un buon numero di scatti, realizzati dopo aver acquistato da macellai di fiducia le teste degli animali, averle immobilizzate con degli spilli e congelate, e dopo aver infine estratto tutti gli spilli.
In una prima fase mi sono dedicato a fotografie più crude, in cui le teste apparivano come chiaramente mozzate in quanto conservavano anche resti di sangue e pelle tagliata; inoltre, dopo aver diviso la testa a metà, procedevo a fotografarne anche la parte interna (vedi cavallo). Con il tempo, invece, ho ammorbidito il linguaggio visivo, mostrando - sempre su sfondo completamente nero - solo la parte esterna e fotografando la testa dell’animale dopo aver accuratamente eliminato ogni traccia di lesioni o traumi subiti (vedi coniglio o gallo). Ho chiesto ad un buon numero di persone (un target abbastanza ampio e di diverse età e background sociali e professionali) di osservare le foto. Facendo una sintesi delle impressioni raccolte, posso dire che nella maggior parte dei casi la reazione alla vista delle teste più esplicitamente mozzate è stata di fastidio, mentre le foto relative alla seconda fase del progetto risultavano più gradevoli e apprezzate come fossero veri e propri ritratti di animali ancora vivi.
Ne deriva come la scelta di diversi linguaggi e codici visivi (così come la scelta di eliminare oppure inserire/focalizzare una parte fondamentale di un oggetto, come può essere appunto una testa) possa contribuire a determinare e trasformare sia la percezione che chi guarda ha - o non ha - dell’oggetto in sé, sia la percezione del rapporto tra chi guarda e l’oggetto. |
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gparrac utente attivo

Iscritto: 11 Mgg 2006 Messaggi: 5822 Località: Genova
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Inviato: Lun 15 Apr, 2013 11:08 am Oggetto: Re: Uso della fotografia |
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Antonio Strafella ha scritto: | (...)La mia ricerca voleva questo tipo di commento per una serie di motivi(...) |
Mi sono avvicinato abbastanza al vero ... cercando di capire il senso di tutto questo lavoro.
Forse perché sono un carnivoro consapevole ... profondamente convinto che il nutrirsi di animali uccisi faccia parte della natura dell'uomo (fra l'altro per moltissimo tempo anche cannibale ... pur se il fatto è appena accennato sui libri e per lo più inteso come cannibalismo riuale).
Proteine di ottima qualità ... ed abbastanza facili da procurarsi: in fondo la tesi del film del 1973 Soylent Green che poi altro non fa che scoprire l'acqua calda ...
Ma faccio parte di quella categoria di persone che di fronte alla testa dell'animale provano un certo qual senso di colpa, a differenza di quanto accade ad esempio di fronte ad un filetto, che peraltro so razionalmente benissimo che non cresce sugli alberi.
Poi ... non riesco a capire l'atteggiamento razzisa che distingue fra animali di cui sembra lecito ai più cibarsi (hai notato che per quasi tutti gli animali di cui normalmente ci cibiamo nel linguaggio comune viene associata nei modi di dire al loro nome una valenza negativa, spesso relativa a scarsa intelligenza, altre volte a caratteristiche morali e comportamentali non apprezzabili?) ed animali che sembrano quasi sacri, diversi però nei diversi paesi e per le diverse culture.
Perché entrare in un ristorante con un cane al guinzaglio ed ordinare un petto di pollo ai ferri è normale, mentre è censurabile entrare in un ristorante con una gallina al guinzaglio ed ordinare una bistecca di cane?
Il mio criterio è ... se la carne è buona!
Ed anche quella del delfino lo è, anche se adesso mangiarla sarebbe considerato un'azione da cannibali.
Nella vecchia Genova era un piatto prelibato ... filetto di delfino essicato, il vero musciamme della storica cucina genovese ... se oggi c'è un buon motivo per non mangiarlo più è a mio avviso lo stesso che dovrebbe portare a rifiutarne la versione moderna, ottenuta dal tonno rosso.
Ho in casa tre quadri del Meucci, datati intorno alla fine del '800 ... scene di caccia, una lepre e dei fagiani morti dipinti con molto realismo ... gli altri due sono sempre ucelli (anatra e fagiano) nelle fauci del cane da riporto ...
Mi sembrano belli, mi sembrano cose normali ... ma nello stesso tempo l'idea della caccia mi pone un buon numero di problemi.
Contraddizioni? Non ho molta difficoltà ad ammetterlo ...
evidentemente lo sono.
Da quanto detto ... puoi capire il perché del mio interesse per questa tua ricerca.
E se vuoi dirmi che sono un pazzo ... fallo pure, ci sono abituato!
Un saluto  _________________
Ἀρχὴ μεγίστη τοῦ βίου τά γράμματα. |
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