Gente di Ilovik |
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Panasonic DMC-GF1 - 20mm
1/1000s - f/4.0 - 100iso
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Gente di Ilovik |
di _Nico_ |
Sab 06 Nov, 2010 9:33 pm |
Viste: 3224 |
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Autore |
Messaggio |
_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Sab 06 Nov, 2010 9:43 pm Oggetto: Welcome Ilovik |
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Ho il sospetto d'avere sbagliato a usare gli strumenti che offre il forum...
Va be'... Comunque il titolo è
Gente di Ilovik
Vorrei raccontare qualcosina della gente di Ilovik, una piccola isola dalmata, nel bacino tra l'Istria e Zara. Per raggiungerla si prende un traghettino in Istria, e poi si corre per isole e isole, su strade strette che scollinano su orizzonti sconfinati.
1. In battello
Al fondo di Lussino si telefona a Karlo che risponde in Inglese, ma con gl'Italiani parla in Istriano, un triestino/veneto molto marcato: "arivo suubito". Viene veloce col suo gommone e ti sbarca su un un qualche moletto dell'isola. Di fronte, oltre uno stretto canale che funge da riparo per le imbarcazioni, c'è l'isola di San Pietro, in cui v'è solo il cimitero. Come nei tempi antichi, quando i morti venivano traghettati sull'altra sponda (e Caronte, infatti, faceva quel mestiere...).
2. Veduta dell'isola di San Pietro. S'intravede la croce che contrassegna l'ingresso del cimitero.
L'isola è davvero minuta. Non vi sono auto, e del resto nell'unica strada che la attraversa un'auto faticherebbe a passare. Non vi sono nemmeno banche. La civiltà qui conta tre ristoranti, un emporio e due bar. Se si desidera altro bisogna cambiare isola...
3. Welcome Ilovik
L'auto farebbe fatica a passare per la via principale, che è poi l'unica percorribile, perché davanti all'emporio e al bar che si fronteggiano si fa il pieno di gente. Soprattutto d'«indigeni», che s'assiepano sulle panche. In definitiva la vita dell'isola, nei pomeriggi d'estate, ha due protagonisti: quelli che passeggiano, e quelli che guardano gli altri passeggiare. La netturbina Water Works, per esempio, appena finisce il suo lavoro, va a farsi una birretta con gli amici...
4. Una birretta oziosa
5. Chi passa
5.1. Due ciàcole
Per le stradine e i viottoli che si srotolano tra le case del paese s'intrecciano continuamente quattro idiomi: il croato, l'italiano, l'americano e il veneto. Un'isola come questa, dove olivi e capre la fanno da padrone, è stata decimata dall'emigrazione. E le risorse provengono tutte dal turismo nautico e dall'immigrazione stessa. Molti tornano dagli States per visitare i parenti e la terra d'origine, ed è frequente l'intrecciarsi fitto di croato e americano.
6. Domenica mattina
Per festeggiare l'arrivo del nuovo parroco tutti, indigeni ed emigrati, si son dati appuntamento in chiesa, e quindi fuori, per un rinfresco.
7. Domenica mattina
8. Domenica mattina
9. Domenica mattina
10. Domenica mattina
Che a far fortuna sono in pochi, i proprietari dei pochi locali e qualche emigrante, lo testimoniano anzitutto le case, dimesse e semplici. L'orto non è un hobby, ma una risorsa.
11. Casa con orto
Per i bambini tutta l'isola è un immenso parco giochi: cheta, priva di rischi, verde, piena di luoghi in cui giocare o da esplorare.
12. Bimbi
13. Bimbi
14. Bimbi
A nord del paese v'è un minuscolo lungomare, lo chiamano «soto pini». In realtà andrebbe chiamato «soto pini e fianco fichi». Qualcuno, dopo il bagno, lo usa come sala lettura. Qualcuno, invece, sta «sopra pini».
15. La lettura
16. La lettura
17. Sopra pini
La cura, direi, o la premura. I bimbi e i ragazzi girano liberi, nessuno li incalza. Ma se necessario ricevono ogni attenzione.
18. La toletta
Oltre gl'«indigeni» ci sono naturalmente anche i «foresti». Basta nulla per capire che si tratta d'un altro pianeta. È il popolo delle barche, i «Boat People», ma alla rovescia. In genere si fermano poco, al massimo un paio di giorni, ma li riconosci subito quando approdano con i tender per la cena o sciamano per la via principale...
19. Boat People
20. Boat People
Il passato burrascoso della Yugoslavia difficilmente trasuda dai volti dei Dalmati, che pur tra i più fortunati, qualche bombardamento l'hanno subito. Ma affiora sempre, anche nelle isole più remote. Come un relitto, unica traccia del naufragio.
21. Caserma abbandonata
Per noi il ferragosto è vacanza balneare, tutta italiana godereccia e profana, feriae augusti. Nell'isola, dove è acceso il culto mariano, è anzitutto assunzione di Maria. E dunque la notte della vigilia, il paese punteggiato da lumi ed edicole, una piccola processione lo attraversa lentamente.
22. La processione
23. La processione
Una minuscola enclave, quindi, che ancora difende orgogliosamente le proprie tradizioni, le proprie minute consuetudini. Mi appare ancor più evidente quando Karlo mi sbarca nuovamente sulle grandi isole a nord, e infine salgo sul traghetto. Qui riassaporo quell'aspetto inconsapevolmente globalizzato e omogeneizzato che contraddistingue il turismo e i suoi esodi di massa.
24. Ritorno verso casa
Il video: http://youtu.be/muGW7yn4diM _________________ È possibile cambiare il mondo. Basta conservare lo scontrino.
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Ultima modifica effettuata da _Nico_ il Lun 15 Nov, 2010 2:52 pm, modificato 3 volte in totale |
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ventura utente attivo

Iscritto: 01 Mar 2004 Messaggi: 4177
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Inviato: Sab 06 Nov, 2010 11:26 pm Oggetto: |
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Una bella serie di immagini, disposte in una sequenza coerente, che costruiscono un racconto.
Mi piace il tuo modo di fotografare: sei tra la gente e ci porti dentro anche chi osserva le foto. Ottimo il b/n e le inquadrature. La 9 e la 10 le mie preferite, sarebbero splendide da sole anche al di fuori del racconto.
Complimenti!
ciao, Angelo |
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Habrahx non più registrato

Iscritto: 11 Set 2005 Messaggi: 8721
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Inviato: Dom 07 Nov, 2010 7:51 am Oggetto: |
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Quoto ventura: alcune foto sono molto belle, il B&N è ottimo, e lo stile è semplice ma molto efficace.
Ciao, Giovanni |
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Fabio Ferramola utente attivo

Iscritto: 29 Nov 2005 Messaggi: 6450
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Inviato: Lun 08 Nov, 2010 5:49 pm Oggetto: |
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Complimenti Nico, un racconto che mi è piaciuto molto perché onesto e diretto, mi hai fatto visitare l'isola e quasi quasi mi dispiace andarmene
Tecnicamente il bn mi sembra ben azzeccato ma lascio la parola ai più incalliti bianconeristi certamente più autorevoli del sottoscritto.
Se ti va, se hai tempo, ti chiederei un consiglio su questo mio modesto lavoro.
Un caro saluto
Fabio |
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Ven 12 Nov, 2010 11:29 am Oggetto: |
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Angelo, Giovanni, Fabio: vi ringrazio molto dell'apprezzamento.  _________________ È possibile cambiare il mondo. Basta conservare lo scontrino.
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jacopo.com utente attivo
Iscritto: 10 Set 2005 Messaggi: 555
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Inviato: Mar 23 Nov, 2010 6:30 pm Oggetto: |
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mi piacciono tanto Nico, sei un mito
ti invidio molto la capacità di entrare nella scena... che credo sia la qualità fondamentale di un bravo fotogiornalista
bello il bianco e nero. solo in alcuni casi forse un po' troppo contrastato e tagliente. mi spiego meglio... alla 13 preferisco la 14. questo lo noto soprattutto quando c'è l'elemento umano nel campo; mentre non mi disturba su scatti come l'11 o il 21, anzi
bella la composizione della 19, molto bella anche la 20
nella 10 le puoi quasi sentire cantare
4 e 5!
le ultime 3 forse non sono all'altezza
che lenti hai usato?
j|! _________________ © what was that I saw in New York? I'm not the same no more ©
belle&sebastian |
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_Nico_ utente attivo

Iscritto: 14 Set 2005 Messaggi: 6648
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Inviato: Ven 26 Nov, 2010 1:58 am Oggetto: |
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Jacopo, grazie dell'attenta osservazione!
Rispondo subito alla tua domanda: ho usato il 20, il 20 e il 20...
Andando in un'isola così piccolina per fare un po' di mare tranquillo, ho deciso di ridurre al minimo i bagagli, e così l'"attrezzatura fotografica" era composta dalla GF1, dal 20, da un Nikkor 50 f/1,8 con anello adattatore, e un cavallettino polacco che abitualmente uso per il flash. Nient'altro. In questa 'attrezzatura francescana' persino il 50 è risultato di troppo, e ho fatto tutto col 20 e il cavallettino per certi paesaggi.
Non pensavo di far simili foto, non pensavo di trovare il tempo per osservare la comunità di Ilovik, e invece ne ho avuto a sufficienza, ed è stato un piacere.
Le ultime tre forse non son pari alle altre, ma avevano una logica nel piccolo racconto: la processione è il momento più importante per questa comunità. Avrei avuto bisogno di altra attrezzatura per seguirla, ma due scatti li meritavano. C'erano molte delle persone che avevo visto nei giorni precedenti, insomma era la comunità, piccola piccola, nel suo complesso. E l'ultima è la foto del ritorno a casa. In fondo la nave contrassegna già quel mondo 'tecnologico' in cui stavo rientrando.
Su contrasto e affilatezza del bn può darsi io abbia esagerato in qualcuna di queste versioni web. Ho ricavato un librino da questo reportage e non v'è differenza tra le varie foto. Ma è anche vero che ho messo una cura particolare nel preparare le foto da stampa. Possibilissimo mi sia scappata dela maschera di contrasto di troppo. Adesso le ricontrollerò con calma.
Quanto all'entrare nella scena, beh, è la cosa che mi piace di più. Magari non scatto la foto, persino, ma è proprio quello che mi attrae di più. Infatti non uso quasi più il tele. E col 20, che sostanzialmente è un normale poco più ampio sul 24x36, mi son trovato quasi troppo a ridosso in certe situazioni. Insomma, ormai scelgo le lenti in base al mio comportamento, e diventa una sorta di simbiosi.  _________________ È possibile cambiare il mondo. Basta conservare lo scontrino.
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