preghiere |
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preghiere |
di enzo penna |
Mar 05 Ott, 2010 1:55 pm |
Viste: 523 |
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Autore |
Messaggio |
enzo penna utente attivo
Iscritto: 10 Set 2005 Messaggi: 509 Località: reggio calabria
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 1:55 pm Oggetto: preghiere |
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Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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sullerive non più registrato
Iscritto: 22 Ago 2004 Messaggi: 1310
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 2:03 pm Oggetto: |
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Curiosa.
la composizione con le quattro figure allineate e il signore in basso, la suddivisione del fotogramma, gli sguardi e la mani.
mi piace |
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NEROAVORIO utente attivo
Iscritto: 03 Feb 2008 Messaggi: 21688
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 3:08 pm Oggetto: |
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Il passaggio di una processione?
Bello il bn.
Ciao |
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alxcoghe utente attivo

Iscritto: 31 Gen 2009 Messaggi: 1566 Località: Ciudad De Mexico, D.F.
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 3:14 pm Oggetto: |
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Piace anche a me, composizione insolita e per questo vincente: la cosidetta forza dell'autore. Buona, Enzo.  _________________ http://www.alexcoghe.com/blog/ |
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Liliana R. utente attivo

Iscritto: 06 Dic 2006 Messaggi: 22444 Località: Roma
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 5:54 pm Oggetto: |
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Quanto è bella quest'immagine !
Quei due sguardi in camera catalizzano l'attenzione dell'osservatore.  _________________ Il mio sitoweb |
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Clara Ravaglia utente attivo

Iscritto: 19 Feb 2006 Messaggi: 27260 Località: Ravenna
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 8:28 pm Oggetto: |
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Lo sguardo di lui è quasi un romanzo....
Davvero molto valida, e, a mio parere, più bella di quanto appaia al primo sguardo veloce.
Ciao
Clara  _________________ Clara Ravaglia |
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surgeon utente attivo

Iscritto: 20 Lug 2008 Messaggi: 3002 Località: Pistoia
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Inviato: Mar 05 Ott, 2010 10:54 pm Oggetto: |
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Un altro ottimo lavoro del nostro Enzo Penna
Incominciamo il commento della fotografia con la lettura delle informazioni materiali: si identificano concettualmente sei figure umane, cinque donne ed un uomo. Abbiamo la presenza di un muro grezzo, dove sono impresse le spatolate del cemento e sullo sfondo la porta d’entrata di una unità abitativa. L’autore scatta da vicino, ad altezza occhi, frontalmente ai personaggi, che appaiono ripresi in modalità "mezzo busto": quattro donne superiori dietro il muro di cemento spatolato, e l’uomo inferiore, ripreso con un "primo piano", creato dal taglio fotografico. Sull’estremità sinistra dell’inquadratura appare un emivolto di donna, che si trova su di una linea posteriore ai quattro mezzi busti di donne. Tutte e quattro le mezze figure vengono riprese con il gesto comune delle braccia appoggiate con i gomiti al piano del muro e delle mani raccolte. Tre delle donne vengono riprese di tre quarti, mentre guardano verso il lato sinistro dell’inquadratura verso qualcosa di non visibile. La donna con il vestito a righe e l’uomo del piano inferiore guardano in camera ed attivano un fuori campo speciale che interroga lo spettatore. Ed è proprio da questa traccia evidente dell’enunciazione fotografica che parte la lettura dell’istantanea. Un’interrogazione pressante che chiama in causa l’autore e sembra domandargli un perché. I due individui riescono a magnetizzare l’attenzione dello spectator che li studia e cerca di estrapolarne i caratteri fisiognomici, le singole identità. Così come vengono passati in rassegna anche i volti delle altre figure, alla medesima ricerca di tratti specifici, fisiognomici, ancora di identità singole. Ma è proprio in questo lavorio psicologico continuo che affievolisce progressivamente l’idea delle singole identità a favore della nascita di una nuova e più pregnante “identità collettiva”. Si respira una sorta di dialettica fra i singoli volti ed un soggetto fotografico che appare invece “collettivo”. Le pose ritmiche e le attitudini corporee cercate dal nostro Penna, la comunione di gesti, amalgamate alle connotazioni di un titolo aperto, regalano i segni di questa “identità di gruppo”. Utile in questo senso, viene la definizione che gli psicologi sociali danno dei “gruppi”, coniata da Karl Polanyi, che distingue due tipi di aggregazione: il “gruppo” vero e la “comunità”. Un gruppo si costituisce quando gli individui che si congregano hanno interessi uguali, ma valori etici diversi. Una comunità si costituisce quando gli individui che si congregano hanno valori etici uguali, ma interessi differenti. Quelle mani unite in preghiera sono il segno di una comunità unita e tutto questo “soggetto collettivo” appare come un unum intorno a quel muro spatolato, all'interno di questo spazio intimo davanti alla porta di casa, esprimendo un valore per sé e per tutta la collettività cui fa parte, un valore religioso e sociale dal quale tutti gli appartenenti sembrano essere investiti. Ed è proprio quel doppio debrayage enunciazionale che domanda allo spettatore se vuole far parte di questa comunità, se vuol condividere gli stessi valori, le stesse tradizioni, di invocare le stesse “preghiere”. Il nostro Penna, sensibile all’alterità del momento, si presenta con atteggiamento umile, per porsi in ascolto. Ancora una volta il fotogramma dell’autore rivela un desiderio profondo di entrare in contatto con altre identità, consapevole che attraverso questo profonda curiosità , oltre a sviluppare maggiore coscienza della sua identità, diventerà più ricco, delle alterità riconosciute. Davvero un buon lavoro. L’unica nota tecnica è il taglio a sinistra, con la presenza di quell’emivolto di donna che lascia un senso di incompiuto.
Bravo Enzo |
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wilduck utente attivo

Iscritto: 28 Feb 2006 Messaggi: 2826 Località: Firenze
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Inviato: Mer 06 Ott, 2010 6:36 am Oggetto: |
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Decisamente efficacie...lo scatto funziona in maniera egregia...
e riconosco anch'io che gran parte del merito vada alla composizione e soprattutto al gioco di sguardi che hai saputo cogliere. _________________ il mio sito: Photography & Thoughts |
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enzo penna utente attivo
Iscritto: 10 Set 2005 Messaggi: 509 Località: reggio calabria
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Inviato: Mer 06 Ott, 2010 7:30 am Oggetto: |
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surgeon ha scritto: | Un altro ottimo lavoro del nostro Enzo Penna
Incominciamo il commento della fotografia con la lettura delle informazioni materiali: si identificano concettualmente sei figure umane, cinque donne ed un uomo. Abbiamo la presenza di un muro grezzo, dove sono impresse le spatolate del cemento e sullo sfondo la porta d’entrata di una unità abitativa. L’autore scatta da vicino, ad altezza occhi, frontalmente ai personaggi, che appaiono ripresi in modalità "mezzo busto": quattro donne superiori dietro il muro di cemento spatolato, e l’uomo inferiore, ripreso con un "primo piano", creato dal taglio fotografico. Sull’estremità sinistra dell’inquadratura appare un emivolto di donna, che si trova su di una linea posteriore ai quattro mezzi busti di donne. Tutte e quattro le mezze figure vengono riprese con il gesto comune delle braccia appoggiate con i gomiti al piano del muro e delle mani raccolte. Tre delle donne vengono riprese di tre quarti, mentre guardano verso il lato sinistro dell’inquadratura verso qualcosa di non visibile. La donna con il vestito a righe e l’uomo del piano inferiore guardano in camera ed attivano un fuori campo speciale che interroga lo spettatore. Ed è proprio da questa traccia evidente dell’enunciazione fotografica che parte la lettura dell’istantanea. Un’interrogazione pressante che chiama in causa l’autore e sembra domandargli un perché. I due individui riescono a magnetizzare l’attenzione dello spectator che li studia e cerca di estrapolarne i caratteri fisiognomici, le singole identità. Così come vengono passati in rassegna anche i volti delle altre figure, alla medesima ricerca di tratti specifici, fisiognomici, ancora di identità singole. Ma è proprio in questo lavorio psicologico continuo che affievolisce progressivamente l’idea delle singole identità a favore della nascita di una nuova e più pregnante “identità collettiva”. Si respira una sorta di dialettica fra i singoli volti ed un soggetto fotografico che appare invece “collettivo”. Le pose ritmiche e le attitudini corporee cercate dal nostro Penna, la comunione di gesti, amalgamate alle connotazioni di un titolo aperto, regalano i segni di questa “identità di gruppo”. Utile in questo senso, viene la definizione che gli psicologi sociali danno dei “gruppi”, coniata da Karl Polanyi, che distingue due tipi di aggregazione: il “gruppo” vero e la “comunità”. Un gruppo si costituisce quando gli individui che si congregano hanno interessi uguali, ma valori etici diversi. Una comunità si costituisce quando gli individui che si congregano hanno valori etici uguali, ma interessi differenti. Quelle mani unite in preghiera sono il segno di una comunità unita e tutto questo “soggetto collettivo” appare come un unum intorno a quel muro spatolato, all'interno di questo spazio intimo davanti alla porta di casa, esprimendo un valore per sé e per tutta la collettività cui fa parte, un valore religioso e sociale dal quale tutti gli appartenenti sembrano essere investiti. Ed è proprio quel doppio debrayage enunciazionale che domanda allo spettatore se vuole far parte di questa comunità, se vuol condividere gli stessi valori, le stesse tradizioni, di invocare le stesse “preghiere”. Il nostro Penna, sensibile all’alterità del momento, si presenta con atteggiamento umile, per porsi in ascolto. Ancora una volta il fotogramma dell’autore rivela un desiderio profondo di entrare in contatto con altre identità, consapevole che attraverso questo profonda curiosità , oltre a sviluppare maggiore coscienza della sua identità, diventerà più ricco, delle alterità riconosciute. Davvero un buon lavoro. L’unica nota tecnica è il taglio a sinistra, con la presenza di quell’emivolto di donna che lascia un senso di incompiuto.
Bravo Enzo |
ti ringrazio......molto |
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