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la città invisibile di civ833 commento di _NN_ |
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Per me quello che vedo è un po' poco ... due sguardi in basso possono voler dire tutto e niente, non c'è un gesto particolare e la scena è troppo statica. I piedi tagliati non influirebbero sul contenuto se lo stesso fosse forte. Poi intorno alla foto si può discutere di pellicola, digitale, contesto, fatti avvenuti prima e dopo, ma quello che si vede parla d'altro ...
Nelle storie bisogna entrare completamente, magari accorciando le distanze con una focale più coinvolgente ... (prima ancora che per gli altri per il fotografo) ...
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Banchina del Tevere, 11 gennaio 2009 di civ833 commento di Max Pizzo |
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un'immagine un po soffocante con una scarsa capacità comunicativa (opinione personale).
La location si capisce solo leggendo il titolo dal momento che la foto non è contestualizzata (potrebbe essere un punto qualsiasi del naviglio pavese.....)
La scala guida lo sguardo verso la palizzata sullo sfondo che non ha la luce a proprio favore. Manca un punto di forza in grado di attrarre l'attenzione dello spettatore.
ciao, Max |
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Banchina del Tevere, 11 gennaio 2009 di civ833 commento di Andrea Comelato |
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Trovo lo scatto interessante poiché abbastanza diverso dal solito per quanto riguarda l'inquadratura, buono anche il B/N.
A voler essere pignoli disturbano un po' alcune ombre in basso a destra che vanno a toccare il margine del fotogramma.
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Banchina del Tevere, 11 gennaio 2009 di civ833 commento di Clara Ravaglia |
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Più che la immagine mi incuriosisce la curiosità tua, che ti ha spinto a scattare....
E in questo modo, con questa prospettiva un po' azzardata e deformante, con la voglia prepotente di comprendere, oltre al nero intenso e al bianco acceso, anche tratti grigi di quelle foglie trilobate che aderiscono al terrapieno...
Luce durissima che genera solchi netti fra gli interstizi e le pietre.... e una bocca oscura che inghiotte la nostra fantasia oltre il cancello socchiuso.....
Ciao
Clara  |
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Banchina del Tevere, 11 gennaio 2009 di civ833 commento di Webmin |
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L'aver lasciato l'apporto cromatico e lo sfondo così presente, porta, a mio avviso, l'attenzione dello spettatore verso la parte conclusiva della scena, in cui si attestano dei dettagli di degrado urbano, coerenti con il contesto, ma non attinenti al tema.
Per quanto sopra l'omissione del colore e la netta apertura del diaframma, finalizzata a mitigare l'invadenza dello sfondo, poteva determinare una lettura più rapida ed efficace.
Ciao  |
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Trastevere, Roma. di civ833 commento di Webmin |
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L'elemento chiave della composizione, per come la leggo io, è rappresentato dal gioco cromatico derivante dalla luce del lampione, che tuttavia appare immersa in un contesto troppo ampio e in parte slegato dalla linea prospettica che si poteva costituire raccordano la scena con il secondo lampione.
In tal senso non comprendo sino in fondo la scelta di incedere nella parte bassa del fotogramma in una netta chiusura delle ombre.
Ciao  |
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la città invisibile di civ833 commento di Nash |
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Stavo leggendo tutti i commenti prima di lasciare il mio....e mi sono ritrovato nelle osservazioni di Nonno che quoto interamente.
quello che manca in questa foto, secondo me, non è tanto l'interazione fra i soggetti e il loro ambiente...ma l'interazione fra te e soggetti/ambiente...dovuta anche alla scelta della focale inadatta a questo genere di scatti.
Ciao  |
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la città invisibile di civ833 commento di Nonno |
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A mio avviso non c'è bisogno di titoli nè di precisazioni, una foto deve parlare/raccontare da sola, anzi tanto più la foto ha bisogno di un titolo tanto più essa è debole di contenuto, a maggior ragione nella street dove si cerca l'attimo inconsueto e particolare che deve necessariamente raccontare; detto questo aggiungo che la foto è debole, l'intento è street ma la realizzazione non all'altezza per la mancanza di un momento topico e inconsueto, il background che civ ha raccontato non mi consente un giudizio diverso, io vedo questa foto e non ciò che c'era prima ne quello che ci sarà dopo; anche il taglio delle gambe è pesante per la resa dell'immagine e probabilmente conveniva non scattare se non c'erano condizioni favorevoli.
Aspetto altre prove
ciao |
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la città invisibile di civ833 commento di carrico |
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Non un commento ma un paio di domande:
-leggo che la HP5 ha la grana fine: è stata quindi rivista dalla pellicola anni 90?;
-ritenete che con il poco argento che si trova nelle pellicole sia possibile praticare il sistema zonale?;
Scusate l'OT e grazie per le info.
Ciao.
Enrico
P.S.: la foto mi piace. |
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la città invisibile di civ833 commento di Maurizio Rugiero |
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ciao dopo aver letto i commenti sotto e il tuo commento ben dettagliato
mi trovo di fronte a una lettura piu facile di questo scatto che se non l avrei letta avrei avuto i dubbi Ueda e che cmq si sente u po la mancaza di qualcosa che dia la spinta ho lascintilla giusta per entrare nel pensiero della foto per quanto riguarda il degrado ambientale per me le scritte sui muri sono piu che sufficenti
avrei provato ad aprire un po i neri selezionandoli per no bruciare i bianchi sulle buste cmq a mio pare il BN rimane incisivo
un saluto mauri |
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la città invisibile di civ833 commento di Hero |
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Ueda ha scritto: | Qui vedo due soggetti ripresi con un teleobiettivo e non trovo un legame fra loro e l'ambiente, c'è un'imposizione da parte tua (nel senso buono) di spiegarla con il titolo, però la cosa mi continua a rimanere un pò debole. |
Qui Ueda spiega bene qual è il problema della foto.
Ormai troppo spesso nelle città si vedono muri imbrattati e questi da soli non riescono a dare l'idea di degrado, o almeno non abbastanza... di conseguenza lo sguardo verso il basso non si riesce a percepirlo come un gesto di sottomissione.
Inoltre chi non conosce il negozio delle buste non può sapere che articoli vende e il contrasto con l'ambiente non si crea...
Edit: non avevo letto le tue risposte agli altri commenti, il mio praticamente neanche serviva ma tant'è...  |
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la città invisibile di civ833 commento di civ833 |
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Planar ha scritto: | Il taglio dei sacchetti e delle gambe non mi convince, personalmente alla stessa focale mi sarei abbassato riprendendo interamente i soggetti ed eliminando i tubi delle grondaie sopra le teste delle due donne. |
La foto è presa da abbastanza lontano, sotto ai sacchetti c'erano i tetti delle automobili parcheggiate.
Sulle grondaie non so... volevo includere tutto il mancorrente per non togliere una sensazione di profondità. Poi sopra al mancorrente ci sono altri graffiti.
Planar ha scritto: | Per quanto riguarda il B\N, il rumore a dire la verità non mi dà fastidio, quello che denoto è la mancanza di toni bianchi, rendendo la scena un po' grigia, ciao  |
Eh sì, quella dei toni bianchi è stata una scelta, volevo evitare di sovraesporre i sacchetti di carta e dare un senso di leggera cupezza alla foto. Forse ho esagerato, sono ancora qui che faccio prove con curve e livelli.
marte34693 ha scritto: | Scusami ma essendo io di Roma inevitabilmente non mi viene tanto da pensare al degrado quando vedo due persone con due belle e grandi buste di teichner in mano!!!!!!! anzi mi viene più inevitabilmente in mente......... beate loro!!!!! |
Il "degrado" è quello che c'è dietro (che poi non è vero degrado, ma è - come dicevo più sopra - un mondo "estraneo"). Ma hai colto perfettamente il contrasto tra queste due "straniere" e il mondo che le circonda... però sei di Roma e conosci quel negozio, non vale.
Forse con due grandi buste di Gucci sarebbe stato più nazionalmente chiaro l'intento della foto, ma tant'è. |
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la città invisibile di civ833 commento di civ833 |
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Ueda ha scritto: |
Aggiungi una nota allo scatto,quasi scusandoti, parlando della HP5+, che è risaputo che è una pellicola a grana fine e da la possibilità di essere tirata fino a 3200 iso , la grana (o il rumore) presente nella scena non mi sembra un gran male.
Però trovo la scena in sè, un pò debole, nella street una foto dovrebbe svelare con chiarezza il proprio contenuto, tuttalpiù possono esserci particolari secondari che saltano all'occhio in un secondo momento andando ad arricchire il racconto, con ironia o drammaticità, ma il contenuto narrativo deve essere inequivocabile.
Qui vedo due soggetti ripresi con un teleobiettivo e non trovo un legame fra loro e l'ambiente, c'è un'imposizione da parte tua (nel senso buono) di spiegarla con il titolo, però la cosa mi continua a rimanere un pò debole.
A dir il vero la cosa m'incuriosisce e due parole da parte tua mi piacerebbe leggerle  |
Ti ringrazio dell'attenzione e della "curiosità".
La nota sulla HP5+ è una nota di rammarico, perché avendo finito le pellicole mi sono dovuto adattare ad un bianco e nero "col digitale", di cui trovo poco piacevoli gli attimi della post-produzione, specie per quanto riguarda il controllo sulla stampa finale della visualizzazione iniziale. "Stampa" che in questo caso avviene a monitor, con tutte le difficoltà del caso, e se ci aggiungi che tra gli obiettivi c'era una prima esperimentazione del "sistema zonale", la delusione del "ridursi" a curve, missaggio canali e livelli un po' la sento. "Ridursi" nel senso che la ricerca di un bianco e nero nella camera chiara di un Photoshop qualunque, la trovo poco piacevole e quasi stressante, e mi da una diversa sensazione di prodotto "finito" (mi basta cambiare monitor e vedere i grigi diversamente, ad esempio; mi scoccia non avere il pieno controllo di questa resa finale, al di là della pubblicazione sul web che - nel caso del chimico - avverrebbe dopo la stampa della foto, che sarebbe la vera foto, non so se mi spiego).
Passo allo scatto. La scena è stata presa di corsa con un lunga focale, subito dopo un antefatto che fotograficamente non potrei raccontare. Si tratta di una di quelle zone di Roma dove il multiculturalismo e la multietnicità hanno cambiato il tessuto sociale, portando da un lato a un'integrazione abbastanza riuscita, dall'altro a un senso di "distacco", percepito da chi in quella zona non vive, e che vi passa senza soffermarvisi, ritenendola più non sua, non sentendovisi a casa.
E' questo il contesto in cui le due persone si trovano. All'angolo della strada, un barbone circondato dalle sue borse, che indugiava dalle parti delle strisce pedonali farfugliando qualcosa di incomprensibile ad alta voce. Intorno a lui persone di passaggio, che lo ignorano come parte del mondo che temporaneamente le circonda, come se non ci fosse. Non tollerandone la presenza, perché non è una parte della città che gli appartiene: estranee in una terra non loro, le due donne fanno per proseguire dritte lungo la strada principale, incrociano il barbone, rallentano leggermente la loro discussione e poi svoltano in questa strada minore. Colpite per l'impotenza di fare alcunché, infastidite da quella presenza "scomoda" e per loro magari "incivile", o si tratta semplicemente di una deviazione dovuta?
Quello che ho cercato di rappresentare in questa foto è questo secondo momento. Le due donne sono lì, in un ambiente spartano in cui probabilmente non sono "a casa", di passaggio, con un'espressione del volto intermedia come se stessero per ricominciare una conversazione, o per cercare di trattenerla. I volti diretti verso il basso, come per non vedere, come per sfuggire via veloci. Sono straniere, le due buste di carta identiche dicono che forse sono proprio di passaggio, sono lì per caso (o per incidenti di percorso), perché evidentemente erano fuori per fare acquisti e tutto quello che non è negozio, o casa, è terra non loro.
Concordo sulle difficoltà espressive di uno scatto del genere. Che non ha la pretesa di raccontare "l'antefatto", o di contestualizzare alcunché, perché non ne avrebbe i mezzi e forse non sarebbe neanche opportuno. Ma piuttosto cerca di rappresentare insieme spaesamento, disapprovazione, pena, senso di colpa, indifferenza e semplice pensierosità: tutto insieme, perché chi guarda la foto - come chi guarda la scena - non può che osservare quello scorcio di umanità e "sentire" la molteplicità di motivazioni che ci stanno dietro.
E' difficile, lo so. Non penso di esserci riuscito, perciò ho postato la foto chiedendo una vostra critica. E' facile riconoscervi solo un attimo di silenzio di due persone "di passaggio", e se è così è ovviamente solo colpa mia. Perché anche di questo si tratta, ma non solo, la foto "vera" ("visualizzata", direi) è anche quello che c'è dietro (dietro questa scena ovviamente, non prima). |
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la città invisibile di civ833 commento di marte34693 |
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Scusami ma essendo io di Roma inevitabilmente non mi viene tanto da pensare al degrado quando vedo due persone con due belle e grandi buste di teichner in mano!!!!!!! anzi mi viene più inevitabilmente in mente......... beate loro!!!!! |
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la città invisibile di civ833 commento di Planar |
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Il taglio dei sacchetti e delle gambe non mi convince, personalmente alla stessa focale mi sarei abbassato riprendendo interamente i soggetti ed eliminando i tubi delle grondaie sopra le teste delle due donne. Per quanto riguarda il B\N, il rumore a dire la verità non mi dà fastidio, quello che denoto è la mancanza di toni bianchi, rendendo la scena un po' grigia, ciao  |
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