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è andata in cielo di tiraboschi commento di tiraboschi |
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[quote="nerofumo"]Argomento spinosissimo il tuo in cui la componente fotografica appare veramente marginale mentre quella ultraterrena assume dimensioni esageratamente grandi e incoparabili. Un ottima riflessione però.[/quote]
Grazie, diciamo che lo sapevo prima di cominciare, ci ho voluto provare.
Credo sia IL tema per eccellenza. |
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è andata in cielo di tiraboschi commento di tiraboschi |
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[quote="Mario Zacchi"]Ma è scattata dal vero oppure l' aereo l' hai aggiunto in post? [/quote]
Assolutamente sì: il cimitero di Orio al Serio è esattamente al termine della pista; ad agosto dello scorso anno, durante un atterraggio con forte vento, un cargo è atterrato lungo e non è finito nel cimitero per questione di pochissimi metri.
Guarda questa foto che ti fai un'idea: http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/08/05/Interni/Foto%20Gallery/aereo05.jpg |
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è andata in cielo di tiraboschi commento di tiraboschi |
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È volata in cielo è la più tipica delle perifrasi con cui siamo soliti raccontare, o meglio non raccontare, la morte ai bambini: il dover prendere coscienza della morte, soprattutto se di una persona cara, è un momento sempre molto delicato per tutti, figuriamoci per un bambino; parlare di morte non piace a nessuno.
Da un punto di vista biologico la morte è in assoluto una delle esperienze più paritaria del vivere al pari del nascere o diventare genitori: riguarda tutti, senza distinzione, senza differenze di età, nazionalità, colore della pelle, scolarità e ceto sociale.
La morte però è l’ultimo vero grande tabù che la nostra cultura ci impone: la morte, quando non è quella per noi lontana dei film d’azione o delle notizie dei TG, difficilmente trova posto nella nostra società forse anche perché inconsciamente rappresenta un’inesorabile sconfitta per il progresso medico o tecnologico. Così cerchiamo di proteggerci adottando diverse strategie, ma l'evento angosciante persiste.
Cerchiamo, ancor più, di proteggere i nostri bimbi attraverso eufemismi figli del patrimonio culturale o spirituale tramandato da generazioni; usiamo dire “se ne è andato/a”, “si è addormentato/a”, “è diventato/a un angioletto”, “è volato/a in cielo”.
Non sono menzogne, è semplicemente che la morte nostra o di un nostro caro ci fa così paura da imporci un suo specifico registro linguistico. Chissà poi quanto, nell’era delle compagnie aeree low-cost, certe metafore siano ancora attuali. |
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Pulsatille di tiraboschi commento di tiraboschi |
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Ciao Tamara,
sì, avendo un 5D2 mi ero informato anch'io sulla questione della compatibilità con lo specchio leggendo tutto ed il contrario di tutto.
Alla fine, ancora nel dubbio, ho preso un Helios 44-2 dall'Ucraina spendendo circa una 30 di euro tra tutto e fortunatamente non ho problemi né di messa a fuoco all'infinito né di compatibilità con lo specchio.
Io ho un KMZ Helios 44-2 con numero di serie attorno al 729xxxx; per quel che ti costa è davvero un bel giocattolo, consigliato! |
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Pulsatille di tiraboschi commento di tiraboschi |
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Grazie a tutti, if effetti forse mi sono lasciato trasportare un po' dallo sfocato del giocattolino ed ho ecceduto con il mettere al centro lo sfondo. |
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Pulsatille di tiraboschi commento di tiraboschi |
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Pulsatille, tra i primi fiori nei nostri prati.
Riprese sabato mattina in digitale con un'ottica sovietica dal fascino un po' vintage. |
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Cattedrale nel deserto di tiraboschi commento di tiraboschi |
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[quote="nerofumo"]Per non parlare poi delle tariffe della BreBeMi, non certo incoraggianti. L'autostrada più cara d'Italia. Credevo fosse un incompiuta e invece è un "abbandonata". Hai reso bene l'idea.[/quote]
La BreBeMi fu inaugurata come la prima autostrada costruita senza soldi pubblici perché teoricamente avrebbe dovuto sfruttare il meccanismo del project financing ovvero pagata dai privati (banche e grandi imprese finanziatrici) che si sarebbero rifatte con le entrate dei pedaggi e delle concessioni.
http://www.corriere.it/cronache/14_luglio_24/direttissima-62-chilometri-senza-soldi-pubblici-cce86ada-12f8-11e4-a7ff-409dc1c2ba25.shtml
Purtroppo però di traffico ancora se ne vede molto molto poco (è deserta!) e le gare per aree di sosta e servizi commerciali sono andate buche.
Alla fine per qualche strano cavillo dei soliti furboni siccome il project financing non ha funzionato lo stato ci sta mettendo soldi pubblici per coprirne i buchi:
http://www.automoto.it/news/brebemi-l-autostrada-deserta-che-divora-soldi-pubblici.html
Facile fare gli imprenditori con il paracadute statale!
La BreBeMi meriterebbe purtroppo un portfolio a sé. |
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Cattedrale nel deserto di tiraboschi commento di tiraboschi |
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L’ex centro commerciale «Le Acciaierie» si trova a Cortenuova (BG), meno di duemila abitanti.
La costruzione del centro commerciale venne avviata nel 2005 ed il centro fu inaugurato nell 2007: 175 negozi distribuiti su 44 mila quadrati, 4000 posti auto.
Tra gli obiettivi legati alla costruzione del polo commerciale vi era anche il recuperare e bonificare un'area dismessa, appunto una vecchia acciaieria.
L’acciaieria era servita principalmente dal treno e di fatto mancavano anche le strade per arrivarci e così si rese necessario realizzare anche collegamenti stradali ed innumerevoli rotonde; per la sua posizione isolata il centro fu da subito ribattezzato dai più come “la cattedrale nel deserto”.
La speranza era però quella di collegare il sito ad un casello dell’autostrada BreBeMi attesa per il 2010. Purtroppo arrivò prima la crisi e nel 2009 iniziarono ad abbassarsi definitivamente le prime saracinesche, nel 2013 un intero piano. L’autostrada sarà inaugurata solo nel Luglio 2014 ma era ormai già troppo tardi: nell’ottobre 2014 con la chiusura del supermercato Bennet il centro commerciale affonda definitivamente.
Le immagini qui esposte sono state integralmente realizzate il 14 novembre 2015, un sabato pomeriggio che avrebbe plausibilmente dovuto rappresentare il momento di maggior affluenza.
Oggi rimangono una grande sala slot, un bar, la sala cinema ed il motel.Il degrado purtroppo già imperversa: dopo le “nuove acciaierie”, l’area dovrà nuovamente essere “bonificata”. |
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Incrocio di tiraboschi commento di tiraboschi |
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Sì alxcoghe, ho usato hipstamatic: costa 1,59€ e, senza voler far pubblicità a nessuno, posso assicurarti che li vale tutti.
Il soggetto della foto sono gli incroci: l'incrocio stradale dove la scena ha luogo, l'incrociarsi tra prototipi di categorie sociali discordanti (l'uomo d'affari in abito formale, i giramondo in tenuta trasandata) pur senza incrociar lo sguardo, l'incrocio nell'abbinamento delle borse (l'uomo d'affari con una borsetta di cellophane, i giramondo con borse porta-pc) e forse qualche altro incrocio che ancor non vedo.
Concordo nel dire che l'elaborazione digitale non sia in questo caso veicolo per il contenuto: banalmente è che la resa naturale del telefonino mi piace davvero poco, un'elaborazione così spinta è solo uno stratagemma per nasconderne la mancanza di qualità tecnica con una mancanza di qualità artistica nel tentativo di rendere l'immagine graficamente più piacevole.
Ho condiviso l'immagine con voi perché, oltre alla mia ingenita dose di narcisismo, pur piacendomi molto c'è qualcosa, ed ancora non so cosa, che non mi convince del tutto; ho apprezzato molto la lettura fornitami: presto condividerò con voi altre immagini.
ciao,
Simone |
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st di Borntobefast commento di tiraboschi |
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Molto bella per resa e atmosfera, forse lavorerei un po' sulla composizione provando a tagliare la donna al tavolino sulla sinistra che a mio avviso tende a deconcentrarti un po' dai due soggetti principali. |
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Incrocio di tiraboschi commento di tiraboschi |
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Ciao Giovanni,
ti ringrazio per il commento; aggiungo giusto due parole sullo scatto.
Ero per strada e mi sono imbattuto in questa scena e volevo immortalarla ma, come purtroppo spesso accade, avevo con me solo il telefonino e quindi l'immagine è stata realizzata con il telefonino.
Ho installato sul telefonino un'applicazione simpatica che applica al volo questo genere di effetti direttamente al momento dello scatto; l'applicazione è poco controllabile e quindi il risultato piuttosto casuale.
A prima vista potrebbe sembrare un approccio bizzarro tuttavia l'idea di fondo non è sciocca: si applica un'elaborazione digitale ad un'immagine realizzata con un dispositivo dalle limitate capacità fotografiche cercando di replicare la resa delle macchinette in plastica anni 80 caratterizzate da una qualità comunque limitata ma con una resa complessiva più piacevole ed interessante.
Come ti dicevo l'applicazione realizza il tutto al volo ed a posteriori non hai ulteriori possibilità di correzione, non ha neppure accesso all'immagine non elaborata: prendere o lasciare ma forse è più divertente così.
A mio avviso il risultato è tutto sommato gradevole e sicuramente l'applicazione riesce nel suo intento, la prima cosa che pensi non è sicuramente "peccato che si stata scattata con un telefonino".
Spesso butti tutto, ogni tanto qualcosa resta; magari condividerò altri scatti realizzati con questa tecnica.
A prescindere dall'elaborazione, che mi dici dell'immagine? soggetto, composizione, istante di ripresa, impatto... Pensi che l'immagine sia troppo assoggettata dall'elaborazione digitale e che quindi sia difficile proporne una lettura a prescindere da questa? |
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