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Senegal - Tambacounda di quentin commento di quentin |
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Leggo adesso i commenti. Ringrazio tutti voi per avere positivamente messo a critica questo lavoro. Ringrazio anche lo staff per aver scelto la foto della settimana.
Che dire.
Grazie di tutto.
A Presto.
Mario |
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la morte nascosta di quentin commento di quentin |
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Leggo adesso i commenti.
Che dire. Ringrazio Tutti Voi per essere intervenuti e anche per avere messo in vetrina il reportage che ho postato.
E' doveroso che faccia anche io un intervento.
L'idea della realizzazione di questo reportage è nato parecchio tempo fa. E' molto importante sapere come è composta l'industra del cibo (oramai è tutto indistrializzato). Dopo aver fatto una preparazione sul servizio, su di come doveva essere raccontato, il messaggio da proporre allo spettatore, il tipo di inquadrature da utilizzare, ho cercato di farmi autorizzare a scattare in un mattatoio.
All'inizio non è stato per niente facile, quando rilasciavo la domanda di autorizzazione i proprietari erano scettici, molti erano dubbiosi in quanto un servizio insolito.
Uno mi disse addirittura che era la prima volta che sentiva questo genere di richiesta e tutti mi rimandavano molto gentilmente formulandomi la solita frase "Le faremo sapere". Fu lo scorso anno che mi si presentò l'occasione con una persona che conoscevo e che lavora in quel posto. Gli spiegai il mio progetto e lui acconsentì in quanto interessato al progetto proposto.
Era fatta, ora dovevo solamente superare il phatos emotivo che si ha quando si entra la dentro.
Mi presento di prima mattina e immediatamente entro nella sala di macellazione. L'aria era gelida, tutto intorno a me era pulito, alcuni lavoratori erano già pronti e mettevano a punto le macchine. Superato il momento di disagio iniziale, mi metto a dialogare coi lavoratori dandomi indicazioni su dove dovevo rimanere io, in quanto non potevo stare vicino i macchinari. Acconsento e mi metto nella postazione che mi indicano loro.
Entra il veterinario, si presenta compiaciuto, successivamente l'ispettore sanitario presentandosi anche lui compiaciuto. Tutti si mettono nelle loro postazioni. Si sente alzare una saracinesca, un uomo si posiziona in alto a una gabbia con una pistola ad aria compressa.
Da un corridoio metallico entra un bovino entrando in una gabbia. qualche secondo di silenzio e subito dopo uno scoppio secco e ovattato seguito da un tonfo pesantissimo. Si apre subito dopo una portiera e il bovino orami è stecchito. Viene appeso con delle caten meccaniche e subito dopo inizia il processo di industrializzazione.
Subito dopo un atro bovino e così via.
Nella stanza dapprima avente un odore sterile, si riempie gradualmente con quello del sangue. Un odore forte e dolciastro impregna tutto lo stabile.
Esco fuori e vedo una mucca che apsetta il "suo" turno.
Mi ci avvicino. Lei inizialmnte è spaventata, poi si avvicina e la accarezzo. Lei gioca con me dandomi dei colpetti col muso e guardandomi fisso. Io guardo lei pensando cinicamente che lei fa parte del nostro fabbisogno nutrizionale, quindi era giusto che si facesse così.
La vedo entrare e subito dopo il tonfo mortale.
Entrato di nuovo la dentro vedo la cella frigorifera piena di bovini già appesi e ripuliti di tutto, pronti per essere serviti nei nostri piatti.
Detto questo ho voluto realizzare questo servizio NON per essere un animalista (la carne la mangio anch'io) ma per raccontare una giornata in una industria che soddisfa il nostro bisogno nutrizionale. |
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la morte nascosta di quentin commento di quentin |
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il seguente reportage contiene immagini forti.
Ho voluto realizzarlo NON per denunciare chi uccide gli animali, in quanto la carne è parte integrante della nostra alimentazione.
Ho voluto realizzarlo per documentare l'attività di un mattatoio, la struttura che ci fornisce la carne che compriamo nei supermercati bella impachettata e con il prezzo di sopra e poi cucinata e mangiata con tanto gusto nelle nostre tavole. |
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migranti di quentin commento di quentin |
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Grazie a tutti per gli apprezzamenti a questo progetto che ho deciso di condividere con Voi, e grazie di cuore per averlo scelto come foto della settimana. |
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peppe di quentin commento di quentin |
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huncke ha scritto: | molto bello, per il bn, per la posa, per i segni che hai inserito, rimandi culturali al sacro è al profano, presumo che i tatuaggi arrivano da un'esperienza carceraria. Sarebbero interessanti poche righe per contestualizzare il personaggio.
ciaoo |
Grazie mille dei commenti.
Sono contento che la serie sia gradita.
Sono anche contento della lettura che date alla serie, si, metto sempre qualcosa di sacro nelle foto. La Religione, unica fonte di speranza di tutti Noi.
Preferisco non scrivere nulla sul racconto. E' bello poter descrivere il soggetto e la storia a proprio piacimento.
Grazie a Tutti.
Mario Noto |
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ernesto di quentin commento di quentin |
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Sisto Perina ha scritto: | Congratulazioni quentin , il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Reportage & Portfolio nel mese di Ottobre 2012.  |
Grazie a Tutti Voi per gli apprezzamenti di questa serie.
Grazie anche per la vetrina nella sezione reportage del mese di Ottobre.
Un Saluto.
Mario Noto |
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ernesto di quentin commento di quentin |
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Grazie a tutti per i commenti.
Sono contento che la serie sia stata gradita.
Dopo aver letto i commenti mi viene spontaneo scrivere 2 righe che descrivono il soggetto ritratto.
Ernesto è vittima di una società fatta di plastica, di idoli mediatici, di gente che lo ha emarginato, non perchè ha fatto qualcosa di male alla società in cui vive, ma solamente perchè è un "diverso", un diverso dal modo di vivere di ognuno di noi.
Ha perso i genitori molto tempo fa, l'amore non lo ha mai conosciuto, vive di amori immaginari, platonici, verso persone che non provano nessun sentimento per lui, anzi molti lo illudono di un amore che non ci sarà mai.
Al primo incontro che ho avuto con lui mi ha raccontato la sua storia. Una storia raccontata tra balbuzie e discorsi intrecciati con altri pensieri che gli passavano tra la mente che lo hanno portato ad un unico punto. L'emarginazione e la solitudine.
Dopo vari incontri (circa 10) ho iniziato a scattare queste foto, proprio nella sua dimora, il posto in cui ha sempre vissuto, dove è nato e dove probabilmente morirà.
Alla fine del servizio ho capito che Ernesto è un vincente, perchè ha imparato a sopravvivere in una società fatta di plastica, di etichette e di gente perbenista e bigotta.
Grazie a tutti.
Mario Noto |
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