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Che la diritta vie era smarrita. di Alfredo Caridi commento di teresa zanetti |
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Alfredo,
un intrico di vie che tu hai saputo domare e racchiudere all'interno del frame, come la filigrana della carta su cui è scritta la storia.
Le strade, comprese quelle ferrate, hanno sempre, per me, un'attinenza con la vita. Mille possibilità, ma poi bisogna sceglierne una. E scegliendo, di volta in volta, si scopre, guardandosi indietro una sola strada percorsa e nota, che lascia nell'immaginazione tutte le altre.
Grazie sempre, perché le tue proposte fanno riflettere.
Buon tutto
Tere |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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@Ettore: grazie delle tue osservazioni.
Posso dirti qual è stato il mio percorso, per questa fotografia, non posso parlare per altri, naturalmente.
Ho pensato il manufatto appositamente per fotografarlo e poi disfarlo.
Non volevo rivederlo, una volta che il processo fosse terminato.
Mi intrigava l'idea della "Fontana" di Duchamp fotografata da Stieglitz e poi andata perduta, ma in fondo (in quanto oggetto industriale di serie) apparentemente ripetibile.
E scelgo con consapevolezza il termine "apparentemente", perché in realtà nemmeno i manufatti prodotti in serie sono davvero tutti uguali.
Così la "Fontana", la prima (l'originalissimo, se vogliamo) che Duchamp ideò, è rimasta solamente nelle fotografie che ne fece Stieglitz, ambientandola in un giardino, con luci e ombre gestite con grande maestria.
Povero Duchamp, lui che detestava la fotografia e si era sempre rifiutato di impararne i segreti (e si era sempre servito dell'amico Man Ray per i suoi scopi fotografici).
Anche il mio foglio di carta è apparentemente ripetibile. Ci sono tutte le istruzioni per l'uso.
Ma solo io ho provato quelle sensazioni, nel costruirlo, nel fotografarlo e nel disfarlo. Rivederlo nella sua "realtà", probabilmente mi avrebbe rievocato il ricordo di quelle sensazioni, mediandolo però attraverso quelle provate nel momento della nuova visione. Così corrompendo quel ricordo. Una cosa che con una fotografia non può accadere, perché è solo un'immagine bidimensionale, che nemmeno rende l'idea delle dimensioni, del colore, della fisicità di quell'oggetto.
Grazie ancora e buona serata.
Tere |
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quasi un delitto di lucaspaventa commento di teresa zanetti |
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Mi permetto di intervenire ancora una volta.
Non toglierla, Luca. È una bella fotografia. E se ti è piaciuto farla, così come hai precisato rispondendomi, è bella due volte. E io sono ben felice di essermi sbagliata.
Per il resto, ci sarà sempre qualcuno a cui non piaceranno le nostre cose, qualcuno a cui piacerà il paesaggio solo a colori... Qualcuno che sarà innamorato del paesaggio B/N.
Buon tutto
Teresa |
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quasi un delitto di lucaspaventa commento di teresa zanetti |
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COL FLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIT!!!
L'ho vista questa mattina e fino a ora mi sono trattenuta, ma mi sentivo esattamente come Roger Rabbit, con la canzoncina "stana-cartoni".
Per chi non l'avesse visto, o non se ne ricordasse:
https://www.youtube.com/watch?v=YdLICWrb0tI
Insomma, non sono più riuscita a trattenermi.
Tieni conto che non ho letto i commenti che mi precedono, perché non voglio essere influenzata in alcun modo in quello che sto per scriverti.
Ma "chissenefrega" se piace agli altri!
Fai foto perché piacciano agli altri?
Cambia qualcosa nel tuo rapporto con questa fotografia sapere che è piaciuta a chi l'ha guardata?
Ti aiuterà ad amarla di più?
Perché vedi, questa immagine porta scritto in ogni suo pixel, a caratteri cubitali, quasi volessi urlarlo: "questa non è mia figlia".
Le altre, nella tua galleria (anche quelle più "di ricerca", quelle che postavi all'inizio, pur se magari incerte), sono TUE.
Si vede a occhio nudo che le hai pensate, amate fin dall'istante in cui ti sono venute alla mente. Poi le hai covate, coccolate e infine postate, lasciandole andare libere a incontrare lo sguardo degli altri.
Questa no. Questa sembra "un esperimento dubbioso".
Direi che non piace a te per primo, che non convince te per primo.
A me sembra di vedere che non ti è piaciuto farla.
E lo scrivi pure nel titolo.
Eppure è una bella fotografia. E' che dentro non ci sei tu.
La fotografia è un linguaggio complesso.
Che si può declinare in prosa, in versi, in metrica, in musica ...
A volte ci va di leggere Pessoa, altre di ascoltare i King Crimson ... Altre ancora di far rumore con gli Iron Maiden. Poi di meditare una poesia di Tagore o di mangiare la prima fragola della stagione con le Gymnopédies di Satie per sottofondo.
Ma è inutile ascoltare Satie se è una giornata Jethro Tull.
Mi spiego?
Qui sembra che tu abbia fatto esattamente questo: ti sei costretto.
Quando tu descrivi un paesaggio con tutti i suoi colori, quando evidenzi la magia della bruma dorata del primo mattino, il disegno del solco lasciato dall'aratro, verde brillante in alcuni punti, nero corvo in altri ... La foto viene fuori in automatico con la firma "lucaspaventa".
Però anche il B/N parla. Anche nel paesaggio. Ci porta a ragionare su un altro piano. Ci astrae dal contesto della bellezza immediata, mozzafiato, di quel che ci appare al primo sguardo.
Ad esempio, quando io fotografo in B/N non bado minimamente ai colori che vedo, mi concentro sulla forma di quel che ho davanti.
E un'altro processo.
Questo scatto è una fotografia a colori a cui hai tolto (credo anche con sofferenza) il colore.
E siccome sai quel che stai facendo, ti è pure venuta bene.
Ma se a te piace e soprattutto ti diverte fare le fotografie che fai, con tutte le sfumature della luce perfettamente evidenziate, con tutte le stelle della Via Lattea perfettamente visibili, che problema c'è?
Diverso sarebbe il discorso se quel linguaggio cominciasse a starti stretto.
Io faccio le mie cose perché mi piace farle.
Agli altri piacciono? Bene.
Agli altri non piacciono. Bene.
Quel che conta, per me, è che piacciano a me.
Se non mi piacciono, non le pubblico nemmeno.
Poi mi preme però che dicano qualcosa, questo sì.
Che suscitino quanto meno l'interrogativo primigenio "perché?".
Buon pranzo e buona domenica
Teresa |
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Claire di MaXu commento di teresa zanetti |
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Incantevole creatura, candida e sensuale.
Molto ben ripresa in quest'aura quasi nebbiosa, da cui pare emergere appositamente per catturarci.
Che solo uno degli occhi sia a fuoco a me pare aggiungere mistero, qualcosa di sfuggente ...
Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto il taglio in alto così deciso.
Tere |
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st di giuseppe ingui commento di teresa zanetti |
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Un altro tassello del tuo lavoro sul legno.
In questo caso una post un po' più marcata, ad esaltare la rugosità della corteccia.
Ognuna di queste fotografie racconta un pezzo di storia. Qui non c'è (o non è percepibile) l'intervento dell'uomo.
E' molto interessante anche il fatto che ce la presenti a poco a poco. Con pazienza, tua e nostra che dobbiamo attendere e immaginare la prossima puntata.
Buona serata
Tere |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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Grazie Quelo (non riesco a fare a meno di pensare alla facciona di Corrado Guzzanti ogni volta che ti leggo) per il tuo commento, articolato e approfondito.
E mi fa piacere che tu mi abbia detto senza falsa cortesia che lo scatto non ti entusiasma. Perché me ne hai spiegato la ragione.
Io lavoro alle mie cose. A volte piacciono, altre no. A me dicono sempre qualcosa, ma è più che normale, sono mie! Per questo mi preme che non lascino indifferenti.
Buona serata
Tere |
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Foto di foto. di Daniela Loconte commento di teresa zanetti |
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OT per Tropico: mah? Mi hai fatto la linguaccia!!!!
Io ci speravo, invece, che l'ironia fosse proprio rivolta a me!!!! E' una cosa che mi mette di buon umore. Di solito, quando arrivo, io la gente si agita: che ci sia qualcuno di irriverente non può che farmi piacere!
L'interpretazione con la bandiera è dissacratoria: il regime comunista era serissimo e severissimo. La ragazza veste abiti scosciati, ma di colore militare, sta davanti alla sede della DC...
Insomma. C'è di che sbizzarrirsi e divertirsi.
Personalmente io preferisco la versione di Daniela, perché più sobria (suggerisce solo).
Tere |
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Foto di foto. di Daniela Loconte commento di teresa zanetti |
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Ho letto!
Continua così, Daniela.
Ti massacreranno ma, se è quello in cui credi, continua.
Spaccatici le ossa, ma non mollare.
E studia. Studia più che puoi.
Prima, e a memoria!, il manuale delle giovani marmotte fotografe.
La linea diritta, l'orizzonte che non pende, il vertice giustificato ...
Conoscere le regole con cui si gioca, conoscerle a fondo, è NECESSARIO.
La tecnica (chissà perché ho l'impressione che tu abbia studiato danza) deve diventarti naturale, proprio come il gesto aggraziato di una ballerina (che lo compie sorridendo, e nessuno immaginerebbe mai quanto le è costato).
Quando accosterai la fotocamera all'occhio, il tuo cervello dovrà muoversi in automatico dentro le regole.
Quando questo sarà accaduto (te ne accorgerai da sola), quando avrai assimilato la tecnica, allora passa alla filosofia.
C'è un mondo nella fotografia.
Barthes (lo citano tutti, non so quanti l'abbiano letto davvero, io sono probabilmente intorno alla decima rilettura e non ne sono ancora stufa); Susan Sonntag; Lugon; Floch ...
E poi guarda i grandi maestri fotografi (Walker Evans, Frank; Weston - padre e figlio - Stieglitz; Ansel Adams; Berenice Abbot; Margareth Bourke White, Tina Modotti; i Becher e i loro allievi; Francesca Woodman, Nan Goldin; Garcia Alix; Mapplethorpe; SONIA SOBERATS: una fotografa cieca!!!! ...). Cerca di capire se ti sono familiari o no; se li senti vicini e perché...
E poi prenditi Duchamp e fatti venire male alla testa perché tutto, tutto davvero, passa da lui.
E quando ti sarà parso di aver finito, ricomincia.
Allora potrai avere il sentore che, magari, quella regola si può anche infrangere, non tanto per farlo, ma perché è funzionale al discorso che tu (in prima persona) vuoi fare.
E poi prendi tutto quel che ti arriva dallo sguardo degli altri, chi se ne frega se non ti apprezzano, se non ti capiscono non è un problema tuo, se fai fotografia perché gli altri le capiscano sarai frustrata per sempre, perché a qualcuno inevitabilmente "non arriveranno" ... Fotografa perché ti piace farlo.
Si impara infinitamente di più da chi ci critica.
E sii sempre gentile. Ringrazia sempre, tutti, chi ti appoggia e chi ti avversa. E' fondamentale, non solo, o non tanto per chi viene ringraziato, ma in primo luogo per te stessa. L'umiltà è una virtù che va continuamente esercitata.
Lavora seriamente e non prenderti mai troppo sul serio. Sviluppa l'ironia e soprattutto l'autoironia.
E non offenderti. Se credi in quello che stai facendo.
Un'ultima considerazione: dove lo mettiamo L.H.O.O.Q.?
Con tanta simpatia
Tere |
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Foto di foto. di Daniela Loconte commento di teresa zanetti |
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Arrivo a casa, un occhio alla posta (quella cartacea, ne ricevo ancora!), pranzo, poi mi concedo la mia "pausa fotografia".
Quando entro in P4U, non so perché ma il pc mi apre direttamente la pagina dei commenti. Inizio a leggere ... Il terzo dice "@ Il mio lavoro è stato quello di selezionare lo scatto, fra i centinaia ritrovati e dargli una nuova collocazione.
Qui Teresa può sbizzarrirsi con la citazione Duchampiana ...".
Ohibò, che mi si chiami in causa? Siccome sono essenzialmente una persona curiosa, vado a vedere: dalla miniatura non capisco bene di che cosa si tratti, apro, guardo e ... meraviglia!
La fotografia di una fotografia!
Mi si chiamava in causa.
Ho dovuto davvero (davvero!) trattenermi dall'andare a leggere, al di là delle due righe che ho riportato, tutto quello che ti è stato scritto.
Ce ne sono due pagine, quindi ritengo che dietro al tuo scatto ci sia un pensiero complesso (escludo che possa trattarsi di due pagine di pollicioni recti).
Quindi scrivo quasi senza pregiudizi.
La fotografia fotografata è "vintage"? E' vero che la DC si è sciolta nel 1994 (e io già potevo votare per il Senato - queste constatazioni fanno sempre un certo effetto). Per l'abbigliamento e per la pettinatura della modella, però, retrodaterei di qualche anno (metà anni '80, perché nell'88/89 i capelli già cominciavano a "spomparsi" e quelle scarpe non erano proprio più di moda). Questo scatto è ambiguo: la sezione Vanoni ritratta ha proprio l'aria defunta. Si tratta quindi di una ricostruzione postuma? O magari la sezione non era più attiva.
Questa curiosità me la tengo, ma mi serve per proseguire.
Dici che hai selezionato lo scatto tra centinaia e centinaia ritrovati.
Se l'operazione è volutamente duchampiana, siamo già arrivati a un bivio. Hai inteso fare all'opposto, cioè selezionare qualcosa che fosse tutt'altro che visivamente indifferente, oppure questo scatto ti è parso proprio visivamente indifferente?
Ti immagino ritrovare queste centinaia e centinaia di immagini (soffitta della nonna? scatola sigillata trovata da un brocanteur? affascinante sapore di avventura) e guardarle con attenzione una a una (ecco dove eri sparita e perché non pubblicavi più da un po'!) e poi cominciare a formare due mucchi "questa sì, questa no, questa sì, questa sì ...". E poi dal mucchio dei sì, altri due mucchi di sì e di no, e così via ... Magari qualche ripensamento? La tentazione di fare il mucchio dei "forse" ...
Ecco.
Che cosa vede una ragazza così giovane in un'immagine come questa?
Io credo che tu ne sia rimasta colpita. Proprio per l'ambiguità di cui scrivevo sopra.
Allora avrai voluto farne qualcosa. Appenderla, metterla in una cornice, scannerizzarla e poi ingrandirla (qualche operazione ruff-iana - nel senso di ispirata a Thomas Ruff ... un genio) o magari aggiungerci qualcosa con paint ... Forse cercavi di riportarla in vita. Chissà che fine ha fatto la bella modella? E il fotografo? Poi ti viene un'idea, dapprima è vaga, ma a poco a poco prende forma. Le idee sono come le canzoni nella canzone di Vasco Rossi "nascon da sole, son come i fiori", ma a differenza delle canzoni ("e a noi non resta che scriverle in fretta, perché poi svaniscono e non ritornano più...") vanno pensate, coccolate, covate ...
Poi ecco l'illuminazione! La fotografo. La appiccico su un cartoncino... Scegli il rosso, ed è divertente (balena bianca la DC, rosso il PC, chissà se lo sapevi?).
E fai di più. La incolli lasciando i margini rialzati.
Insomma, ti sei presa alcune libertà (libertas recitava lo scudo crociato).
Tecnicamente la foto della foto è ben riuscita.
E ora la seconda parte della pippa (come la chiamerebbe Tropico!).
Fotografare una fotografia è un atto arbitrario. E' come impossessarsi di qualcosa di qualcun altro. Perché inevitabilmente questa è la tua fotografia. In barba al fotografo primigenio.
E ancora l'immagine di un'immagine. Niente di più effimero. Siamo oltre Magritte (ceci n'est pas un pipe!).
Nulla è reale.
Infine: se la fotografia è necessariamente contingenza, quale fotografia "ispirata a un'altra" potrà dirsi plagio?
Hai un bel cervello ragazza.
Il che significa avere una bella responsabilità.
Buona fortuna...
E ora vado a leggermi le due pagine che precedono!
La signora Teresa (mi diverte troppo questo appellativo ) |
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Posters di Tropico commento di teresa zanetti |
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Qui era difficile tagliare.
Tenere tutto il divano avrebbe appesantito la scena; toglierlo l'avrebbe impoverita e trasformata nella foto di alcune foto; fermarsi al limitare dei braccioli un po' scolastico ...
Difficile. A me non dispiace la tua scelta (probabilmente io avrei incluso tutto lo schienale, ma è solo uno dei mille punti di vista).
Ho visto che non è casa tua, quindi te lo posso dire con franchezza: i cuscini non si possono guardare. Però accostati alle fotografie creano un contrasto divertente.
Tere |
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finestrino26 di opisso commento di teresa zanetti |
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Un mostro monocolo e con quattro braccia, di cui due minuscole dotate di chele che sbucano dall'addome...
Che B/N!
Visionaria, onirica (più nightmare che dream ...).
Un bello scatto.
Quando la fantasia si mette all'opera.
Tere |
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Monotonie padane di jus commento di teresa zanetti |
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Tutto in equilibrio perfetto in questa immagine composta di pochissimi elementi, dove a farla da padrona è la nebbia rosata che tutto avvolge e trasfigura.
Una quiete tangibile.
Molto molto bella.
Tere |
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Untitled di Bruno1986 commento di teresa zanetti |
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Era difficile decidere di rinunciare alla lama di specchio in basso.
Perché è vero che formalmente forse sarebbe più corretto, ma la sua presenza conferisce a tutta l'immagine una vivacità che senza si perde.
Come sempre mi accade quando guardo immagini "grigliate", il fatto che il taglio lasci intendere che la griglia prosegue mi dà la piacevole sensazione che quello fermato sia solo un fotogramma di un film ben più lungo e complesso.
Molto gradevole, perché equilibrata.
Teresa |
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La Schiava turca di Pio Baistrocchi commento di teresa zanetti |
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Da brivido.
Come guardare attraverso una garza.
Come si vede attraverso la griglia del burqa.
L'effetto claustrofobico è poi amplificato dalle pareti che chiudono ogni via di fuga all'osservatore.
Uno scatto molto ben concepito e realizzato. Con un titolo evocativo.
Paradossalmente, meno costretta la donna del dipinto del Parmigianino...
Teresa |
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concetto spaziale - esasperazione di teresa zanetti commento di teresa zanetti |
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@Clara: sempre troppo generosa.
@Ettore:
Magari! Sarei un genio!
Pensa, realizzare qualcosa che lasciasse del tutto indifferenti visivamente. Non la maggior parte delle persone, ma tutti. Perché si può sempre avere una visualizzazione in più. Ma meno di zero non è proprio possibile, e basterebbe anche solo un curioso al mondo (e quello sarei io!), per rovinare tutto.
Delle teorie di Duchamp, questa è forse l'unica che non condivido. Ma qui mi fermo (altrimenti è la volta che ci mettono in castigo, e a ragione).
@Jus: mi lusinga che ti piaccia. Grazie.
Un'ultima riflessione: c'è davvero qualcosa di sacrale nel gesto di tagliare una pagina bianca. Se lo si fa consapevolmente. Un istante prima di procedere, si esita. Devo ancora metabolizzare questa esperienza.
Grazie ancora (anche questa volta non mi siete parsi visivamente indifferenti).
Buon tutto a tutti
Tere
PS: Qualcuno ha mai visto all'opera un maestro di shodo? |
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2017/5101 di rarifer commento di teresa zanetti |
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Definitiva la proposta di Opeio.
Io mi ero limitata a pensare a un taglio a destra che eliminasse la scanalatura e si fermasse a filo della prima linea bianca, controbilanciato da un taglio a sinistra così da avere la medesima quantità di nero.
Non so se mi sono "capita" ...
Mi colpisce sempre come l'uomo cerchi di nobilitare anche le strutture industriali con colori e motivi ornamentali.
La luce che hai fermato è impagabile.
Buona serata
Teresa |
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''' di opeio commento di teresa zanetti |
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La materia occupa quasi tutto lo spazio a disposizione.
I due lampioni, le nuvole, l'uccello, gli alberi scarni... Gli uni addosso agli altri.
Resta poi un rettangolo vuoto, in basso a destra e lì un altro volatile, minuscolo, a far da contrappunto, in lontananza.
Un B/N tutto giocato al centro della scala, niente bianchi, niente neri.
La sobrietà di un inverno cittadino.
Un racconto a bassa voce.
Tere |
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mini_mal di GiovanniQ commento di teresa zanetti |
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La luce e tutte le declinazioni del giallo, con una suggestione di rosso che esce dagli schemi in quella forma dolcemente curva sorretta nel suo sviluppo dalla smussatura del quadrilatero in basso a destra, anarchiche nel rigore di forme squadrate.
Metti tanta carne al fuoco con questa proposta.
Una riflessione sulle forme (linee e curve, appunto); una riflessione sulla luce calda e morbida che si contrappone allo schema seguito nella costruzione dell'immagine.
I linguaggi, tutti i linguaggi, compreso quello visivo, sono lame a doppio taglio: possono essere utilizzati per spiegare il nostro pensiero. Oppure per confondere chi abbiamo di fronte.
Con questa operazione spieghi e al contempo nascondi.
Anche le ombre raccontano la loro storia. E qui sono protagoniste.
A caldo, sarei anch'io per il rigore formale assoluto, non tanto facendo diventar quadrato ciò che hai pensato "quasi quadrato" (e anche qui potremmo aprire un capitolo), ma nel rispetto di una perfetta ortogonalità.
Però ... Ho letto nella stringa della firma, non mi ricordo più di chi, una frase che ho trovato davvero illuminante: "non dirmi come l'avresti fatta tu, non sei me e non eri lì".
La ricerca è sempre una buona cosa, richiede fatica, consapevolezza, conoscenza di sé e grande coraggio.
Adesso che ho fatto tutta questa tiritera, magari tu mi siedi citando Wharol, "mi sono alzato questa mattina e ho dipinto un'auto rosa con grossi fiori blu. Vediamo che cosa riescono a inventarsi i critici, questa volta!".
Buona serata
Teresa |
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Colori in libertà... di Clara Ravaglia commento di teresa zanetti |
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Ho subito pensato ai futuristi.
Colore, dinamismo, forme pure ...
Poi mi sono tornate in mente le parole di un pittore contemporaneo, di cui non ricordo nulla se non un quadro molto simile a questo scatto, nei colori e nelle forme. Non gli interessava il movimento in sé, ma la luce, scomposta nelle sue componenti costitutive, e il tempo, necessario a osservarla e a riprodurla sulla tela.
Un piccolo capolavoro astratto il tuo, Clara.
La ricerca non è mai fine a se stessa.
Un caro saluto
Tere |
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