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Commenti da surgeon
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
il vento...
il vento... di Robyk commento di surgeon

Una fotografia che rappresenta in maniera didascalica un artista di strada. Non proponi una tua visione della scena, una tua reinterpretazione ma ti limiti a rappresentare ciò che hai di fronte. Il risultato è un fotogramma che produce un sorriso rivolto più all'artista di strada, che alla sua rappresentazione fotografica. Manca la tua voce..

ne aspetto altre Robyk
..
.. di enzo penna commento di surgeon

Specie in un territorio così sconfinato come può apparire a prima vista l'estetica fotografica, o più ampiamente la grammatica dell'immagine, decidere di limitarsi alle articolazioni essenziali dei saperi comuni agli autori e ai fruitori dei testi visivi, non può che apportare grandi benefici. Spingere sul pedale del soggettivismo in fotografia, come in arte, sia nel momento produttivo che in quello interpretativo, non può che condurre a confusioni e impedire uno sviluppo controllabile delle argomentazioni scientifiche. Il nemico è sempre in questi casi, l'intuizione immediata, l'incapacità di focalizzare, anche in maniera parziale i metri di valutazione e interpretazione con cui dell'immagine si può parlare per essere contraddetti, così come si argomenta dialetticamente nel linguaggio ordinario. Il nostro Penna ci propone una buona fotografia dalla caratteristica opacità e dall'esemplare composizione. La polarità del chiaro e scuro e la convergenza dei piani, mediante l'utilizzo di una messa a fuoco generalizzata su tutto il frame, rappresentano la sintassi fotografica fondamentale dello scatto. L'autore costringe lo spettatore a subire questa opacità: ci soffermiamo sulla superficie della fotografia e la nostra messa a fuoco mentale ci porta alla scoperta di queste tre cornici. Tutte e tre le cornici, (quadri e specchi), sono da leggere concettualmente paralleli, dal punto di vista dell'importanza compositiva e/o informativa, fanno parte del medesimo racconto, indipendentemente dall'ordine sx/dx di lettura (spero di aver risposto a Moebius..). La presentazione di figure diverse e il loro incorniciamento in settori diversi del testo visivo e concettuale stà qui a introdurre un’ulteriore polarità essenziale della grammatica dell’istantanea: si tratta di un contrasto diacronico. Si vuole rimarcare l’esistenza di un “prima” e di un “dopo” temporali, funzionali ad una distanza generazionale (giovane-adulto-anziano) oppure esistenziale (lo stesso soggetto in differenti momenti di vita vissuta). Non è decisiva l’interpretazione di questa polarità: essa rappresenta un contenitore di significato, uno spazio astratto, entro cui può stazionare, reificandolo, qualsiasi tipo di contenuto soggettivo. Non vi è dubbio che possiamo arricchire l’analisi dello scatto con nuovi particolari interpretativi, alcuni dei quali potrebbero non essere stati implicitamente progettati al momento dello scatto ma che possono essere ricondotti ad una spiegazione plausibile sulla base di un comune sentire che, al di là delle intenzioni originali dell’autore, unisce produttori e fruitori dell’istantanea in un ecoclima convergente. E allora come non prestare attenzione a quei simboli religiosi che intervallano le cornici e che regalano un sapore tutto religioso all’intera scena. Per essere coerente avrei voluto vedere che cosa pendeva da quel laccio che proietta la sua ombra sul muro. Un muro molto intimo che il nostro Penna conosce molto bene..
+..+
+..+ di le_pupille commento di surgeon

L'autore sceglie la discrasia cromatica del chiaro-scuro per la scansione e la lettura dei piani visivi. Niente risulta perfettamente nitido e si respira un'atmosfera surreale, velata, reticente, la volontà di sospendere un discorso troppo complesso per le parole, e devolvere all'immagine il duro compito di suggerirlo. La preterizione visiva rappresenta una scelta stilistica congeniale al nostro le_ pupille, una sua sintassi fotografica che lo contraddistingue in tutti i suoi scatti, il suo modus operandi. Il dettaglio che propone nel primissimo piano parla un raffinato linguaggio fotografico dove la sineddoche delimita un suo spazio significativo e la metonimia ne potenzia l'effetto stilistico: quella stretta di mani ci rimanda alle figure dell'uomo e della donna senza bisogno di una loro definizione completa, ci proietta direttamente alla loro essenza, al loro sentimento d'unione, di amore. Quel dettaglio vivo, viene visto come parte di un tutto, come simbolo di unità, senza tempo. La parziale vignettatura presenta un duplice obiettivo: in prima istanza ad enfatizzare il dettaglio e quindi il discorso visivo e in seconda istanza le dona una valenza meta-fotografica, ne sancisce l'autoriflessività dell'autore, il suo ruolo nel testo e la sua legittimità enunciativa. Il contesto sullo sfondo accenna ad una porta, un'entrata, e l'appoggio delle mani potrebbe essere quello di un bracciolo di sedia di una sala d'aspetto. Questo è già sufficiente per sostenere ulteriori spunti narrativi. Buona la cornice nera che contiene l'effetto direzionale dello sguardo verso l'area chiara nell'angolo in alto a destra del fotogramma.

ancora un buon lavoro..
Carnevale di Foiano, 2, 2010
Carnevale di Foiano, 2, 2010 di pex85 commento di surgeon

Ancora un'ottima intuizione del nostro streepher Pex che ci regala un'istantanea originale. I particolari di una normale manifestazione di carnevale giungono alla percezione dell'autore con una logica nuova e creativa: perfetta quell'ombra di bambino fagocitata da quei canini aguzzi all'interno di dell'istmo delle fauci. Fondamentali ancora una volta i colori nelle tue istantanee: qui i rossi accellerano la circolazione sanguigna dell'osservatore e partecipano coerenti alla scena aggressiva. Ma veniamo alle note dolenti: l'ombra innaturale del cinturino della macchina fotografica crea una vignettatura innaturale. L'inquadratura dlla scena poteva essere migliorata con uno spostamento laterale al fine di escludere la visione troppo insistente di quel cielo, già notato da Salvatore, e di quel viso antropomorfo del carro di carnevale successivo.

bene
Carnevale di Foiano, 2010
Carnevale di Foiano, 2010 di pex85 commento di surgeon

Bravo l'autore a saper comporre un fotogramma pulito all'interno del caos della manifestazione. Un frame composto in modo creativo dove le componenti di colore hanno un ruolo fondamentale: i colori scuri del pubblico che applaude sulla sinistra esaltano la forza luminosa di quel piumaggio rosso-arancio facendolo risultare ancora più chiaro e vivido. Questi contrasti di colore restituiscono il senso d'una realtà festosa e piena di allegria. Bella la posa congelata di quelle gambe con stivali a tacchi alti: la sua geometria risuona nel frame e rimbalza con le direttrici di quelle mani riprese in economia visiva. Meraviglioso e funzionale il contenimento del bambino con coriandoli, sulla destra dell'immagine, ripreso in una posa e con un taglio naturali. Molto importante anche i colori di quest'ultimo, a contenere e incorniciare insieme agli altri astanti sulla sinistra che applaudono, l'esplosione di vita e di colore.

un buon lavoro Pex
02.03.2010 f
02.03.2010 f di Nonno commento di surgeon

Uno scatto verace, ripreso genuino dalla strada, dove l'quilibrio fra contesto e uomo appare armonioso. Le figure curiose e divertite delle turiste cinesi di fronte al menù e alla tavola apparecchiata rappresentano un gustoso centro d'attrazione. Quindi condivido le sensazioni positive che hanno accomunato la visione di questa istantanea. Come note critiche mi viene da segnalare la presenza nei piani retrostanti, della figura dell' uomo con gli occhiali, ripresa di profilo, molto vicina al centro d'interesse, che tende a diluire l'attenzione sulle due turiste. Il suo sguardo punta verso la sinistra del fotogramma orchestrando l'attenzione dell'osservatore in corrispondenza di quel vuoto alla sinistra del cartellone con raffigurato il menù. Se l'uomo non avesse guardato in quella direzione l'inquadratura sarebbe stata più bilanciata. Piccoli dettagli, caro nonno, che non sminuiscono la freschezza dell'istantanea e la bravura per averla risolta in un posto affollato come questo.

un buon lavoro.
..
.. di enzo penna commento di surgeon

Un testo visivo ben costruito, con una sintassi fotografica semplice e chiara. La scelta del fuoco e i contrasti cromatici del chiaro e scuro mettono in scena i due poli narrativi che dialogano con una serie di oscillazioni e rimandi continui. Le mani delle due figure, si richiamano in maniera visiva e saldano ancor di più questo intimo e profondo legame fra i due poli. Il nostro enzo penna partecipa alla scena rimanendo in disparte, come un testimone silenzioso: non vi è traccia dell'enunciazione fotografica, nessuno che ci chiama in causa. Il volto della donna incorniciato nel suo mondo compiuto di quella finestra, in compagnia silenziosa della sola tenda, porta la mano alla bocca, mentre guarda il passaggio esterno, della statua religiosa. Si porta le mani alla bocca, come un gesto di bambina quando inconsciamente vuole trattenere le parole, nasconde qualcosa o è al corrente di un inganno, un insicurezza, un dubbio di fede. Intanto la statua procede troneggiante con lo sguardo sicuro e fisso in avanti, le palme delle mani aperte, in simbolo di verità, fedeltà, apertura. L'inquadratura è coerente al messaggio visivo, compresi i tagli in economia che non alterano la profondità del contenuto fotografico. I neri appaiono troppo scuri specialmente sulla figura in primo piano.

ancora un ottimo lavoro di Penna.
Life
Life di Ueda commento di surgeon

Questa istantanea di Ueda crea un'atmosfera convergente, un ecoclima che unisce operator e spettatori allo stesso tempo. La grammatica visiva mette in scena una polarità topologica fondamentale che crea una serie di piani sovrapposti, interni ed esterni, sfruttando un'inquadratura ampia, di materiali riflettenti. Le coordinate percettivo spaziali del testo visivo vengono rimescolate in nuove configurazioni che intrattengono l'osservatore e lo interrogano. Si crea una suggestione complessa di figure manifeste e presenze indovinate creando un'atmosfera intrisa di echi visivi. Un entrelacement visivo, dove le dimensioni narrative configurate ad incastro, e le differenti dinamiche delle figure, si intrecciano sino a creare una narrazione unica, come quella della vita stessa, come suggerisce l’autore, come se tutte quante stessero accadendo contemporaneamente davanti allo spectator. Un caleidoscopio di forme e pose, ognuna con il proprio ritmo introduce una seconda polarità essenziale di questa sintassi fotografica: si tratta della polarità diacronica consistente nella presentazione di un prima e un dopo temporali, non propriamente funzionali alla distanza generazionale quanto piuttosto esistenziale: le figure ritratte sono rappresentati da neonati , giovani e adulti, tutti indistintamente ripresi allo specchio riflesso della loro “vita”. La distorsione della focale enfatizza questa dinamica caleidoscopica risultando funzionale all’intera struttura dell’istantanea. L’unica nota critica che può servire all’autore è la sovrapposizione tra le figure umane sulla destra del fotogramma che provoca una parziale copertura dei visi.

Un bel lavoro.
Nella piazza di Marrakech
Nella piazza di Marrakech di beawolf commento di surgeon

Un fotogramma verticale con una buona profondità di campo, che mette in scena uno scorcio di una piazza, con i suoi personaggi autoctoni e i suoi ritmi di vita. Buona la scelta del colore che aggiunge un nuovo e interessante livello di descrizione informativa all'immagine, accrescendone la trasparenza. La descrizione del luogo si fa più pregnante perchè vediamo il colore della luce, i colori di quella cultura, di quel popolo. Buono anche il punto di vista basso che valorizza la scena ed in particolare il gruppo di personaggi in primo piano. L'inquadratura è sbilanciata verso destra, con il centro d'interesse principale, rappresentato da quell'accampamento improvvisato di personaggi seduti, relegato al margine destro del frame: si offre allo spettatore la possibilità di scappare lungo quel vuoto a sinistra per arrivare al personaggio con l'ombrello sotto il braccio che a sua volta si sovrappone ad ulteriori e fastidiosi passanti, di cui si scorgono le scarpe. La scena era potenzialmente buona ma andava dedicato più tempo all'inquadratura.

ciao beawolf
s.t.
s.t. di gi.gus commento di surgeon

Una scena dispersiva senza un vero centro d'interesse capace di catalizzare lo sguardo dell'osservatore. Diverse figure antropomorfe, una animale, senza un apparente legame logico, vengono riprese in uno stato di quiete, quasi tutte voltate, ad eccezione del profilo dell'uomo sulla destra e della statuta indiana sulla sinistra. Non è presente una distribuzione omogenea nel fotogramma: gli spazi compositivi fra le figure non sono uguali a partire dal vuoto presente sul lato destro del frame. L'inquadratura è affrettata, con una inclinazione evidente verso destra ed i margini perfettibili: il piede della donna in primo piano, alla sinistra del fotogramma, risulta tagliato in maniera azzardata.
s.t.
s.t. di gi.gus commento di surgeon

Un'istantanea street caratterizzata da una grammatica visiva chiara e allo stesso tempo intensa, ben fatta. La triangolazione di sguardi rappresenta il fulcro dello scatto: la lettura inizia da sinistra verso destra e coinvolge la figura bizzarra dell'uomo ripreso in una postura e in un gesto che enfatizza le sue doti anatomiche peculiari. Il simbolismo dei superbaffi viene ripetuto, costruendo una vera e propria epanalèssi visiva mediante la ripetizione iconica alle spalle dell’uomo, come per voler sottolineare il carattere eccentrico ed esibizionista dell’uomo di strada. Particolare anche le rime che si creano con i raggi della ruota appesa sulle pareti del muro. L’uomo esibizionista vuole essere guardato e vuol guardare: questo l’asse visivo principale che instaura un legame diretto con l’osservatore, "dandogli del tu" e facendolo partecipare all’enunciazione visiva. Ma la complessità e i livelli di lettura continuano nel fotogramma: abbiamo un nuovo asse visivo, introdotto da quella diagonale discendente rappresentata dal braccio dell’uomo bizzarro che ci conduce verso la nuova figura del ragazzo: e lui che partecipa nella stessa maniera dell’osservatore, allo stesso spettacolo, ma con la differenza che non interagisce con lo sguardo attivo dell’uomo: lo guarda senza essere ricambiato. E’ uno sguardo curioso, di stupore quello del ragazzo e rappresenta per noi un nuovo asse visivo che questa volta non ci chiama in causa, lo assaporiamo e lo gustiamo in maniera distaccata, con obiettività. Un triangolo visivo con diversi assi direzionali, diversi punti di vista, diversi ruoli dell’enunciazione fotografica: molto interessante. La luce dipinge bene la scena, contribuendo alla discrasia del chiaro e scuro: solo l’appunto della caduta dell’attenzione sulla camicia del fanciullo curioso, in corrispondenza della sua pancia, dove è presente una sovraesposizione. Questa diminuisce l’effetto di coinvolgimento sul viso espressivo, elemento cardine della composizione. I motivi a linee verticali della camicia del bambino richiamano le verticalità della inferriate sulle finestre così come i piccoli cerchi di questa ultima ci riportano su quella ruota di raggi appesa al muro. Tutta la composizione risuona intorno a queste due figure, potenziando le interconnessioni visive, le forme, gli spazi.

notevole gi.gus
Kairouan_5
Kairouan_5 di frank66 commento di surgeon

Un testo visivo dove la dimensione transitiva si impone con forza, la trasparenza mimetica si fa seducente, e la pregnanza dell’immagine, i giochi e i piaceri della sostituzione segnica attirano efficacemente l’attenzione dello sguardo e ne destano il desiderio. Un desiderio spassionato di visitare il luogo magico di queste cromie per alcuni, oppure il desiderio commovente di abitare queste mura che trasudano vita vissuta, storia. Quando la dimensione plastica, con le categorie eidetiche, cromatiche e topologiche mirabilmente risolte all'interno dello spazio bidimensionale del testo visivo, sembra prendere il sopravvento sull'interpretazione dell'immagine, ecco che entra in scena l'uomo, in perfetta simbiosi con il suo ambiente, della stessa livrea, della stessa pasta iconica della polis. E' in scena la rappresentazione di un modello visivo di armonia tra questa polis, osservata e sentita profondamente dall'autore, e gli individui che la abitano: identica a quella esistente in natura fra il tutto e le sue singole parti. Da gustare..
st
st di moebius64 commento di surgeon

Un buon fotogramma moebius64

La composizione orizzontale appare equilibrata, con la prima linea verticale a tagliare il fotogramma nel terzo di sinistra, incorniciando bene l'elemento umano. Le geometrie dello scatto risentono di una lieve distorsione. Il bianco e nero è perfettibile: innanzitutto mancano i punti di nero e successivamente del contrasto.

ciao Ciao
Uomo in strada
Uomo in strada di Davì commento di surgeon

La scena è buona e composta bene. La discrasia cromatica del chiaro e scuro eccessiva. Avrei aspettato ancora un momento per avvicinare questo soggetto ed avere il centro d'interesse ancora più fruibile. Forse quel gesto sarebbe durato ancora un passo. Il muro vuoto bianco, al limite con la sovraesposizione, in basso a sinistra del fotogramma, sopporta un grosso peso visivo e distoglie molta attenzione a quel braccio gesticolante, vero fulcro dell'istantanea. I neri sono eccessivamente chiusi fino ad esasperare il bordo superiore dello scatto introducendo un enfasi di toni scuri non funzionali alla scena ripresa.

ciao Davì

Ps. la tua firma è nel cartellone dietro..... Very Happy
Roma 01
Roma 01 di alxcoghe commento di surgeon

Citazione:
il mio cruccio è che la resa in b&n mi abbia un pò mascherato la scena che volevo venisse fuori in maniera più marcata.


l'idea era comunque buona alxcoghe...

Ti allego una versione elegante del bravissimo fast2..
Rockfeller Center Ice experience
Rockfeller Center Ice experience di Steele commento di surgeon

La polarità cromatica del chiaro e scuro è molto netta nei valori e nella distribuzione dei toni. La suddivisione delle masse bianca e nera è molto marcata: la base del fotogramma, tutta sovraesposta, occupa da sola circa un terzo dello scatto e produce una prospettiva anomala, complice anche l'utilizzo di una focale lunga, dell'intera scena. Il personaggio principale, ripreso in una posa dinamica, si sovrappone alla caratteristica scultura dei piani posteriori che sarebbe stato interessante vedere per intero: un leggero spostamento dell'inquadratura lo avrebbe evitato, riducendo contemporaneamente il vuoto compositivo sulla sinistra del frame. L'olone bianco sopra il braccio destro del pattinatore in primo piano risulta innaturale.

ciao herbert.steele Ciao
Torino, 20-02-10 (1)
Torino, 20-02-10 (1) di Marco Petrino commento di surgeon

Scatto molto interessante

Una distanza irrimediabile, apparentemente incolmabile, che stà per compiersi. Fra poco uno delle due figure antitetiche uscirà di scena, fuori da questo palcoscenico illuminato per lasciare il posto a quelle sedie vuote e legate, le uniche testimoni silenziose di questo momento triste. Tutto è finito. Bravo malko a gestire questa condizione di luce difficilissima e a comporre in maniera elegante questo piccolo dramma urbano..
Old Quarter
Old Quarter di ninja77 commento di surgeon

Un'immagine piuttosto documentaria.
Ormai queste carrozze sono diventate piuttosto normali in diverse città. Nessun momento o reinterpretazione della realtà tale da sancire le caratteristiche street dello scatto. Una buona composizione life della carrozza e cavallo, su di uno sfondo troppo ricco di dettagli che soffre di qualche linea cadente sugli edifici. L'ancoraggio del titolo non riesce a rievocare una specifica atmosfera del passato: risulta lievemente in contrasto con gli elementi visivi presenti nel testo: sullo sfondo abbiamo motorini, biciclette, giovani con vestiario moderno e soprattutto le due insegne sovraesposte al centro del fotogramma riportano l'attenzione dell'osservatore sulla pubblicità dell'agenzia finanziaria money transfer, molto attuale.
kairouan_3
kairouan_3 di frank66 commento di surgeon

La polarita cromatica del chiaro-scuro rappresenta l'unico elemento della grammatica visiva che permette di scansionare i piani e di introdurre il soggetto principale. L'inquadratura, il punto di vista, la convergenza topologica e la prospettiva delle strutture architettoniche danno una sensazione di distacco, di allontanamento, enfatizzata da quella sospensione del passo e da quella nuvola di capelli, che proiettano fuori, verso la libertà oltre l'altezza di queste mura scrosticciate e claustrofobiche, verso la luce, verso la salvezza. La porta davanti può essere determinante.. Buono il bianco e nero.

Lato sensu..
Gli attendenti
Gli attendenti di alxcoghe commento di surgeon

Come sempre il titolo su di un immagine tende sempre a creare delle linee guida per la lettura del testo visivo: avevo imparato che nell'esercito italiano l'attendente era un aiutante dell'ufficiale o meglio era un militare che serviva personalmente un ufficiale per tutti i suoi servizi, compresa la mensa e il trasporto in macchina. Di conseguenza sono andato subito alla ricerca dei militari senza trovarli. Poi ho intuito l'audace e trasgressiva interpretazione del vocabolo italiano. Lo scatto è ben organizzato, con un inquadratura distaccata, senza coinvolgimenti emotivi, contenente tutte le sedute di pietra, con i loro rispettivi attori: una serie di personaggi eterogenei nelle espressioni e nel modo di vestire, accomunati tutti dal desiderio di sedere. Da rivedere la conversione del bianco e nero, come già consigliato: alcune aree sovraesposte in corrispondenza delle macchine parcheggiate nell'angolo in alto a destra del fotogramma ed i neri onnipresenti in tutto il frame che annullano molti dettagli fini.
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