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Commenti da surgeon
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Confidenze
Confidenze di orzo commento di surgeon

Una scena deliziosa, fatta di sguardi e di intesa. Le due figure umane riprese agli angoli del frame giocano visivamente fra di loro dando vita ad un dialogo frizzante e divertente. Le loro posture, le loro espressioni alimentano il dialogo ad ogni passaggio visivo, inchiodando lo spettatore nel quadro. Il punto di vista dello scatto ha prodotto un'angolatura di ripresa verso destra lievemenete fastidiosa: avrei cercato un maggiore rigore compositivo delle strutture architettoniche con i bordi del taglio fotografico. Rimane comunque un buon lavoro orzo..
Doppia compostezza
Doppia compostezza di perozzi commento di surgeon

Qui abbiamo un cane al guinzaglio accovacciato sul prato e la parte inferiore di una figura umana tagliata a livello del torace, con i suoi attributi (jeans, scarpe sportive, borsa, etc). Un'inquadratura verso il basso che posiziona i due soggetti al limite destro del frame con una lieve sovrapposizione delle gambe della figura umana sul tronco del cane. Lo sguardo del cane è fuori quadro. La maggior parte della composizione riguarda la texture di un prato rappresentata grigia per via della conversione digitale in bianco e nero. L'ancoraggio del titolo cerca con affanno di trovare un'interpretazione del testo visivo senza convincere: si può ritrovare un'analogia fra le due zampe anteriori del cane con i due avambracci della figura umana non identificata, ma è ben poca cosa per una street o per una life.

ne aspetto altre perozzi..
La Venditrice di Pannocchie
La Venditrice di Pannocchie di maestrale commento di surgeon

Lo sguardo in camera della giovane ragazza che cucina è diluito all'interno del fotogramma verticale: numerosi sono gli elementi che distraggono l'attenzione ad iniziare da quella forte luce sovraesposta sulla sinistra dell'inquadratura, il palo chiaro dello stand gastronomico dove avviene la scena e il gesto particolare, al centro del frame, di "salare la pannocchia" da parte dell'uomo, per finire a quel gomito mosso che spunta fuori maldestramente dal lato destro del taglio fotografico. Per realizzare il tuo obiettivo di presentare il personaggio della venditrice avresti dovuto cercare un punto di vista alternativo con un'inquadratura più pulita e di maggior respiro. E' presente del rumore digitale dovuto alle difficili condizioni di luce.

ne aspetto altre maestrale
...
... di belgarath commento di surgeon

Lo scatto non riesce a convincere.
Principalmente per la modalità di rappresentazione della scena che regala enfasi visiva alle strutture architettoniche, complice questa inquadratura grandangolare . Due terzi del fotogramma sono occupati dalle linee di fuga che proiettano lo spettatore nella tridimensionalità insistente. I tagli dell'inquadratura comprendono con estrema dovizia la partenza delle linee prospettiche e preparano visivamente lo spettatore per questa esperienza che pare abbia una sua finalità ma che invece rimane fine a se stessa. Altro dubbio è la volontà di comprendere, con cura e premura, in alto a sinistra del frame la scritta "benvenuti...10-20" che cattura molta attenzione ( sempre per via dell'alto valore informativo che diamo alle scritte..): questo fatto rimane degno di nota perchè invoglia lo spettatore a cercarne un senso ( ed in questo tipo di scatti street in particolar modo..). La scelta di lasciare i colori rappresenta un'ulteriore deviazione dallo scopo che l'autore si era prefisso: se si cercava quel genere di messaggio, ovvero sia il gioco percettivo sulle sagome delle figure, sarebbe stato meglio un bianco e nero contrastato (da notare che in questa istantanea non si annullano i toni scuri ma rimane una distinzione percepibile fra i neri delle sagome e i grigi delle scale). L'associazione blu-giallo insieme all'impostazione prospettica getta fuori strada. Una ricerca di illusione percettiva non propriamente riuscita, diluita fortemente dalla visione architettonica. In conclusione: reframing street debole, che cede il passo ad un paesaggio urbano ripreso con estrema cura.
New York 2010
New York 2010 di Narnia commento di surgeon

Un'altro scatto molto interessante che è passato in silenzio all'interno della sezione è questo di Narnia.

Il buon taglio orizzontale contiene una ripetizione dello stesso motivo iconico che varia alla fine della frase visiva realizzando un meraviglioso effetto street. Come il suono conosciuto di un jingle che non viene riprodotto uguale. Si riconosce in questo caso l’uso visivo della figura retorica della commoratio: ovvero un indugio su uno stesso concetto, un'insistenza visiva, impiegato per affermare il senso, un argumentum ab animo. Un' insistenza di sinonimi visivi quindi che rende il tratto ripetuto prevalente a tal punto da indirizzare il senso che risulta quindi immediatamente decifrabile. Lo specifico linguaggio visivo viene ulteriormente integrato da quello linguistico con la denotazione ripetuta della varie località geografiche: ne è figlio un funzionale ed intelligente sistema semisimbolico sincretico (coinvolgente più linguaggi) che unisce contrasti come uguaglianza/diversità e-o identità/differenza. La realizzazione del bianco e nero è perfettibile.

un ottimo lavoro Narnia, ne aspetto altre..
Spicchiando i gamberi - Acitrezza
Spicchiando i gamberi - Acitrezza di Francesco Girone commento di surgeon

Una sineddocche fotografica suggestiva che esula però dalle finalità squisitamente Street and Life. L'inquadratura stretta su quelle mani ci parlano del lavoro specifico dello sgusciamento dei gamberi, dei suoi attrezzi peculiari allontanandoci dal contesto sicuramente interessante a cui il titolo fa riferimento. Manca nitidezza su quelle mani, una luce migliore per evidenziarne le unghie, le vene e la pelle. Avrei allargato il taglio fotografico mediante l'utilizzo di una focale più ampia e cercato un maggior contesto. La firma all'interno del testo visivo e in diagonale stona notevolmente.

ne aspetto altre
26-08-2010
26-08-2010 di Paolo G commento di surgeon

Uno scatto che non si presta a critiche di tipo tecnico o compositivo: tutto ben articolato nell'immagine, con una buona esposizione nonostante le difficoltà oggettive dovute alle condizioni di luce notturne. Quello che potrebbe essere evidenziato è la normalità della scena ripresa: è il solito artista di strada che cerca di fare un ritratto ad una turista, niente che possa destare sorpresa nello spettatore. Rimane una scena life ben costruita ma dal contenuto non originale.
Stradini al lavoro
Stradini al lavoro di francofratini commento di surgeon

Il lavoro di francofratini mostra un uomo di colore mentre cammina al fianco del suo carretto trainanto da un asino lungo una strada dissesta del Kenia. Sullo sfondo altri uomini non ben identificati intenti ad effettuare lavori di manutenzione stradale, dietro ancora altre figure umane sullo stesso percorso. Sulla sinistra si intuiscono degli alberi. L'autore utilizza una lunghissima focale tele per fermare questa scena lontana, da una posizione frontale, ed in condizioni di controluce. La scena occupa la posizione centrale del fotogramma senza peraltro provocare evidenti sovrapposizioni delle varie figure. E' presente una evidente gerarchia di fuoco che pone l'accento sul carretto trainato dall'asino e con alle spalle l'uomo autoctono. Questo rappresenta il vero soggetto dello scatto che si stacca in maniera netta per nitidezza e contrasto dal resto del frame. Questa rappresenta una incongruenza con il titolo utilizzato dall'autore che invece vuole denotare ed aiutare l'osservatore a visualizzare e prendere coscienza della figura degli "stradini" al lavoro, L'utilizzo della didascalia rafforza il messaggio linguistico con funzione denotativa per definire il tipo di lavoro manutentivo stradale e dare le indicazioni temporali e di luogo alla scena africana. L'atmosfera dipinta è degna di attenzione, complice è la meravigliosa luce che carica di significato intenso l'intera scena. Un momento pieno di emozione quello narrato da Franco dove la polvere alzata dai personaggi crea un palcoscenico evocativo e denso di stupore. Ma quelle orecchie ritte a forcella, dorate dell'asino, che rimano con la postura delle braccia e lo sforzo dell'uomo che cammina al centro, rappresentano un vero punctum. Bravo anche ad includere tutta l'ombra dei soggetti all'interno dell'inquadratura.
Da gustare..
il cavallo del blaco
il cavallo del blaco di simone.dambrosio commento di surgeon

Ecco che ritorno volentieri su di uno scatto di simone.dambrosio.

L’istantanea ci presenta un uomo seduto su di una sedia ed un cavallo alla sua destra. Intorno a loro un contesto non ben definito di tipo rurale, con il muro retrostante di alcune case confinanti con campi non coltivati. La scena è stata ripresa dal basso mediante una focale grandangolare spinta con una leggera angolazione da destra delle due figure, che vengono così ad occupare la posizione centrale del fotogramma. Buoni i tagli della fotografia che realizzano un’inquadratura attiva dove lo sguardo rimane piacevolmente all’interno dell’inquadratura, complice anche una vignettatura nell’angolo in alto a sinistra. Perfettibile invece l’esposizione che è responsabile delle aree di sovraesposizione, specialmente quella dietro il cavallo. Queste modalità di ripresa creano un enfasi visiva molto forte che coinvolge sia il cavallo che l’uomo. Entrambi vengono coinvolti degli stessi effetti caricaturali che tendono per via di questa somiglianza ad un’unificazione figurale. Una stessa unità di forma quindi, come se cavallo e uomo fossero fatti della stessa pasta. Le globosità del cavallo tanto evidenti nella pancia, nei giunti e nelle articolazioni sembra richiamare le convessità nude dell’uomo. La quasi nudità di quest’ultimo, quegli zoccoli caratteristici che ricordano quelli dell’animale, le loro posture a gambe divaricate concludono la somiglianza iconica e i richiami plastici. Ed è questa significazione, questa somiglianza visiva, che rafforza i due personaggi e ne sancisce la circolarità di senso fra plastico e figurativo. Una caricatura visiva a tutti gli effetti, essenzializzata dal bianco e nero. Una caricatura come quella della TV o dei giornali, oppure come quella fatta dagli artisti di strada ai turisti stranieri: ci divertono e ci fanno ridere, ma il loro scopo è soprattutto di far pensare liberamente senza freni inibitori. L’autore assume un ruolo centrale nella fotografia, proprio come un artista di strada e viene chiamato in causa con una sorta di debrayage enunciazionale: è come se il cavallo, che guarda in macchina, avesse chiesto lui stesso una caricatura per sè e per il Blaco. L’autore partecipa al gioco e ricorre a questa sorta di travisamento visivo, all’esagerazione, proprio come suggerisce la parola stessa “caricatura” che deriva da “caricare” nel senso di esagerare, accentuare in modo vistoso. L’idea intelligente è quella di illustrare i rapporti fra i personaggi , ironizzare sulle loro espressioni del momento. Un commento visivo caricato, illustrato con sottile ironia, destinato ai lettori per presentargli un momento di vita agreste.

un buon lavoro simone.dambrosio
Senza Titolo
Senza Titolo di Paolo Dalprato commento di surgeon

Citazione:
Eccomi qua surgeon...
Questa immagine secondo me racconta di emarginazione, di esclusione. certo in modo abbastanza allegorico.
L'ho visto un pò come una foto su cui qualcuno ha tracciato dei segni come gli schemi che si fanno per le partite, da una parte c'è un uomo dall'altra qualcosa che potrebbe essere "il sistema".
Hai ragione, è importante che l'uomo non sia riconoscibile, lo è per il tipo dii mmagine, lo è per me in quanto non-fotografo di street. Non-fotografo un pò perchè non rientra nelle mie corde il fotografare senza averci pensato , un pò perchè io vivo il fotografare gente sconosciuta senza che loro ne siano consapevoli come una violenza nei loro confronti (attenzione, non sto criticando chi lo fa, sto dicendo come io vivo una cosa simile, non sto dicendo io sono bravo quelli che fanno street sono cattivi), per cui le mie foto strreet sono foto dove il soggetto diventa irriconoscibile oppure sono in contesti particolari dove è lo stesso soggetto che coscientemente si espone e "fa" spettacolo (come in questa) anche se evidentemente non è in posa per me.
Queste sono più o meno le premesse, tornando all'immagine, provo a dire cosa ci ho visto, ho visto a destra qualcosa di solido e chiuso, ho visto un elemento estraneo sul lato opposto, ho visto delle geometrie che mi sembravano raccontare la reazione che un sistema chiuso e forte ha verso l'elemento estraneo, tracciare delle barriere per tenere lontano quell'elemento estraneo, preparare una difesa prima ancora di sapere se quell'elemento estraneo intende avvicinarsi oltrepassando le barriere.
L'elemento estraneo può essere qualsiasi cosa, l'immigrato (come era probabilmente in questo caso), l'omosessuale, il povero, insomma il diverso, quello che non è parte della maggioranza, silenziosa o urlante che sia, e che la stessa maggiornaza tiene il più lontano possibile, tiene ai margini.
Sì lo so possono sembrare quasi seghe mentali e forse lo sono, però è quello che a me ha "detto" questa immagine e che ho provato ad sottolineare andando in pp ad evidenziare le geometrie bianche, cercando di non farle sembrare artificiosamente esaltate. L'ho pubblicata in primis per provare a vedere se trasmetteva ad altri la stessa sensazione che ha dato a me e poi a vedere se comunque qualcosa trasmetteva.
[/i]


Sono felice che la mia lettura rispecchi la tua idea. Il messaggio che hai voluto esprimere attraverso il linguaggio fotografico è arrivato grazie alla tua diligenza nello scrivere un testo visivo efficace nei suoi elementi strutturali.
s. t
s. t di belgarath commento di surgeon

Citazione:
Ne prendo atto, ma questo può rappresentare il lasciapassare per immagini surrealiste che però, con la street poco hannoa che vedere...*

* per prevenire possibili fraintendimenti ritengo il surrealismo una componente fondamentale della street photography.


...una contraddizione Alessio.

Io sono perfettamente in linea con il concetto di re-interpretazione della realtà della Street Photography tutta, anzi lo includerei nei tentativi di definizione che vagano indistinti nel web. I punti fondamentali per definire questo genere di fotografia possono essere riassunti: istante catturato (non in termini assoluti), carattere straniante (insolito, inusuale,bizzarro) riferimento all'uomo, genuinità della realtà (niente post produzione) re-interpretazione. Come abbiamo potuto vedere e fare esperienza nella sezione, alcuni di questi possono mancare (non quello del non-intervento della realtà percepita..). Questi definiscono la maggior parte delle istantanee street che ci sono in circolazione nel web.
Lascio un link all'amico Alessio in arte Alxcoghe e a tutti gli altri utenti interessati per riflettere sull'argomento reinterpretazione e surrealismo in tema di Street:

http://www.jessemarlow.com/gallery/dont-tell-them-show-them-page/
Senza Titolo
Senza Titolo di Paolo Dalprato commento di surgeon

Con piacere ritorno si di uno scatto di paul_bk.

Iniziamo la lettura dell'informazione materiale: in questa fotografia abbiamo un uomo che cammina si di uno sfondo asfaltato dove sono disegnate delle linee. Si intravede anche una porzione di muro. Degno di attenzione è la modalità semiologica di rappresentazione: l'autore utilizza un campo lungo con una ripresa dall'alto, molto lontana dalla figura umana che viene presentata frontalmente mentre cammina e posizionata sull'estremità sinistra del fotogramma. Questa inquadratura mette in risalto l'aspetto plastico della composizione ed in particolare la qualità delle linee disegnate in bianco sull'asfalto; una prima serie di linee continue e curve con andamento verticale; delle linee continue e rette con andamento a raggiera; serie di linee rette segmentate a formare delle unità, a partenza dal muro e con punta acuta rivolta verso la sinistra della fotografia in direzione dell'uomo. L'uomo viene messo in relazione visiva e di significato con queste geometrie lineari proprio grazie alle scelte specifiche di ripresa fotografica. Un uomo, abbiamo detto, ripreso da molto lontano e dall'alto che non sappiamo chi sia, nè tantomeno la sua storia. Sappiamo solo che sta camminando solo in quella precisa posizione del disegno rappresentato. Il fatto stesso che non si conosca niente della sua individualità, e che si mostri in questo contesto geometrico, ripreso dall'alto quasi a schiacciare la figura stessa, completamente isolato e ridotto ai margini (posizione ai lati dell'inquadratura) indirizza la lettura verso un grado di emblematicità, un livello di universalizzazione della fotografia. Per livello universale intendo che l’uomo di Paul_bk viene colto non per le sue caratteristiche specifiche individuali, bensì per quello che ha di caratteristico in quanto appartenente ad un certo gruppo generico “uomo in stato di solitudine e di emarginazione”. Il contenuto della fotografia non finisce qui: sono da prendere in considerazione i possibili significati plastici delle geometrie disegnate e della loro relazione che assumono con l’uomo. In particolare la prima serie di curve che separa l’uomo dal nucleo rappresentato dalla porzione di muro sulla destra, possono significare una delimitazione, il confine di uno spazio privilegiato e precluso all’uomo. L’ipotesi di barriera emanata dalla figura umana (cambio di prospettiva) nei confronti delle forme appuntite pare poco plausibile in virtù del loro andamento obliquo non inglobante la figura umana stessa. Alle punte acuminate può essere data la valenza di arma, non “offensiva” ma sotto il punto di vista “difensivo” di un certo nucleo rappresentato funzionalmente bene dalla porzione di muraglia che rimanda ad uno spazio off fuori quadro. La formulazione dell’idea centrale dell’autore non appare semplice ma tuttavia è sicuro che deve compiersi ad un livello universale risentendo il meno possibile delle caratteristiche individuanti del fotogramma. Mi verrebbe da dire: “ L’uomo moderno (in relazione ai vestiti dell’uomo) che sta affrontando la vita (intesa nel senso di cammino) si trova “solo” ed “emarginato” (ripresa dall’alto e posizionamento al lato estremo dell’inquadratura e fuori dalle geometrie), nonostante la ”società” in cui vive”: una società privilegiata e pronta a difendersi..” Mi perdoni l’autore se il mio esprimere a parole non corrisponde alle sue intenzioni originali ma il testo visivo sembra parlare così..
Davvero un bel fotogramma questo di Paul-bk, composto con dovizia ed intelligenza, dal sapore life emblematico, che mostra la vita, le relazioni e la solitudine dell’uomo contemporaneo e che si fa icona di un universo umano.

ottimo lavoro
New York 2010
New York 2010 di Narnia commento di surgeon

L'inquadratura verticale di questa istantanea non si presta a critiche di composizione. Buoni i tagli sui lati. L'artificio in post produzione oltre ad apparire artificiale, non riesce comunque a creare una re- interpretazione della scena: non vi è nessuna interazione con le figure delle donne che stanno aspettando alla fermata dell'autobus. Rimane uno sguardo in camera di una pubblicità, dal sapore irreale e forzato. Molto meglio se l'autore lasciava tutto naturale: la scena ne avrebbe guadagnato e avrebbe assunto un'altro significato.
s. t
s. t di belgarath commento di surgeon

L’autore distoglie l’attenzione dello spettatore dal testo visivo cercandone consapevolmente la comunicazione sul piano Linguistico. L’utilizzo della didascalia modifica la funzionalità dell’immagine visiva, intesa come messaggio, dall’ordinaria denotazione visiva verso una funzione più squisitamente conativa che cerca l’implicazione del destinatario nel discorso, lo interroga. Proietti quindi il fruitore in un contesto di esperienza antecedente la percezione visiva, gli fornisci un aspettativa, una metodologia che lo predisponga alla comprensione visiva, ne stabilisci delle regole di gioco. Questo comporta che , nel momento in cui appare la fotografia questa non si presenta come” novità assoluta” che emerge in un deserto di informazione: il pubblico è già sintonizzato in un certo modo alla ricezione. Si può notare quindi che la didascalia assume la duplice funzione di “ancoraggio” e di “staffetta”. Ancoraggio per designare “un buon livello di lettura” da privilegiare tra le differenti interpretazioni che un tale tipo di rappresentazione può sollecitare : per esempio quello di una vetusta stazione ferroviaria di periferia, quindi niente di squisitamente Street o Life (vedi anche l’interpretazione di Cejes o la perplessità di Silvsrom). Funzione di staffetta o di stampella in quanto il messaggio linguistico vuole supplire una presunta e non certa carenza espressiva dell’immagine. Come avresti potuto esprimere in maniera puramente visiva il concetto “Qual è la domanda del quiz?” Non avresti potuto e aggiungerei "non ce ne sarebbe stato bisogno.." Forse era un rischio da prendere: anzi dovevi preventivarlo in questa innovativa ed intrigante “street senza l’uomo”. L’immagine identifica concettualmente una porzione di facciata di una vecchia e non più operante stazione ferroviaria., dove spicca centrale e ben in evidenza la toponomastica che definisce il luogo, una lettera “T” più in basso; è presente del materiale dismesso, del nastro a strisce all’interno di un’apertura laterale. Questo materiale informativo condurrebbe un lettore disattento e privato della precedente didascalia all’interpretazione di una vecchia stazione ferroviaria fatiscente e non più in funzione con le relative connotazioni di luogo, storia,etc. Evidentemente è il” modo” in cui l’autore rappresenta il tutto a realizzare un convincente reframing percettivo. L’inquadratura verticale con i suoi tagli specifici, l’utilizzo di una particolare cornice, la presenza di una superficie bidimensionale senza prospettiva, il bianco e nero che concentra sulle forme, producono in maniera evidente un nuovo contesto dove lo spettatore è proiettato a percepire innanzitutto la dimensione plastica dello scatto dove le forme stesse (vediamo tra poco quali) creano “un effetto di senso anche di per sé, indipendentemente da quello che nella realtà rappresentano (vecchia stazione dismessa..). La prima percezione che si ha è la corrispondenza fra la parola quasi onomatopeica “pietratagliata” ( a causa dell’alto valore informativo che diamo alla parola scritta” e alla sua posizione centrale) e la facciata di “pietre tagliate” ed ordinate della stazione. Poi si passa a quella “T” nera su sfondo bianco in mezzo alle pietre realizzando un minimo comune denominatore visivo che di lì a poco si espande gustosamente alle strutture metalliche inglobate nelle due aperture laterali e infine alla sagoma della porzione di facciata in pietra tagliate che il “taglio” fotografico (neanche a farlo apposta..) ha creato. La circolarità di senso fra il valore di questo minimo denominatore comune di "T" (7) e il titolo è difficile e deve superare la soglia dell’abitudine in particolare per noi frequentatori di sezione street, avvezzi a darne tutt’altro senso St :senza titolo). Preferisco associare un senso all’immagine rispetto al gusto di trarne quel piacere enigmistico-letterale che l’autore desiderava offrire. Un senso che può derivare dalla carica simbolica di questa forma a “T” Non vi preoccupate: niente che abbia a che vedere con la Croce di S.Antonio, o con i simboli di fertilità nel culto del dio Tammuz ma una fine rimembranza riferita a quei segni a “T” fatti sulle porte degli Ebrei la notte del passaggio dell’angelo sterminatore prima dell’Esodo (Esodo 12, 1-28). E a ben guardare la scena rappresentata sono abbastanza evidenti gli effetti di distruzione del tempo.. Quindi è con un’analogia di significato fra contenuto e testo visivo che mi piace concludere questo gioco di Belgarath. Non vi è dubbio che questa interpretazione non era passata minimamente nella testa dell’autore ma sia frutto soltanto dei “fondi mentali” di un semplice lettore. Un cammino fra linguaggi diversi quindi, linguistico e visivo, che diverte lo spettatore ma al tempo stesso lo lascia libero di trovare una propria interpretazione. Una prova percettiva con tanto di interrogazione quello di Belgarath che sfrutta “l’immagine delle parole” o meglio delle “lettere” per divagare e poi da queste vuole tornare; parole che hanno naturalmente un significato immediatamente comprensibile ma l’autore, pur non escludendolo, si serve di queste, ci gioca, le mischia con altre forme, dopo averne decolorato, tinteggiato, orientato il significato plastico e la significazione visiva tutta. Tutto ciò fa comprendere come un’immagine non significa solo perché riproduce il mondo reale, o meglio lo rappresenta, ma perché riescono a creare effetti in chi li osserva: sensazioni percettive, sensazioni di equilibrio, staticità, etc., prima ancora della dimensione figurativa e simbolica, fino a rafforzarne il messaggio stesso. Avrei tagliato alla base dei tre segmenti verticali in alto, e sarei stato più diligente sulle linee cadenti (da cellulare?).

Un buon lavoro
riflessi
riflessi di enricogori commento di surgeon

L'dea di partenza poteva essere buona enricogori ma il fotogramma appare didascalico senza riuscire a far emergere una percezione altrnativa della realtà. La rappresentazione del riflesso rimane un semplice riflesso. Avresti dovuto cercare una visione alternativa dal quale potesse scaturire una sorpresa per riuscire ad evadere dall'autoreferenziale.

ne aspetto altre
...
... di Hero commento di surgeon

L'idea street che accompagna l'istantanea è ben evidente: un'associazione di forme convesse. Purtroppo la sua realizzazione non riesce pienamente nel suo obiettivo. Non tanto per la sovraesposizione che menzioni ma per gli elementi informativi che includi nel tuo taglio fotografico. Per essere precisi: se includi oltre alle forme da porre in relazione ulteriori elementi denotativi degni di riflessione, svii il discorso e diluisci il concetto street. Io non vedo solo "le forme" ma anche un viso umano, quasi frontale, girato di tre quarti per essere precisi, che espone al mio sguardo occhi-naso-bocca, tutta un' espressione facciale, magnetizzandomi e proiettandomi molto lontano. Per giunta lo poni centrale e immerso in un'aura di bianco assoluto per farlo spiccare ulteriormente. Meglio sarebbe stato se era girato di spalle o al limite di profilo. Il volto ha un peso visivo troppo importante per il suo alto valore informativo dal punto di vista psicologico. Inoltre includi nell'inquadratura due motivi ripetitivi di forme convesse: il primo sono tre semilune identiche ed il secondo tre cerchi completi. Il loro accoppiamento crea un motivo ulteriore che li accomuna e li fa percepire come un 'unità a se stante. Il risultato è la diluizione dell'idea di partenza. Se la testa dell'uomo era ripresa di spalle (producendo una forma ovoide o simil cerchio) poteva andare con tutti e due i motivi se era di profilo meglio il primo motivo soltanto con le tre semilune e basta (l'associazione era più fedele). Il concetto di base è quello di essenzializare gli elementi da contestualizzare, riducendo gli elementi di disturbo. Un esempio diverso, con la stessa idea di fondo ma che rende l'idea di una possibile composizione: http://www.in-public.com/NilsJorgensen/image/1751

ciao Hero
...
... di Hero commento di surgeon

Era un pò che aspettavo una buona prova del nostro Hero e a questo giro mi ha accontentato. Questa volta non inizio il mio commento con il rilevare l'informazione materiale del testo visivo in esame per concludere con il significato della fotografia. Passo subito ad esaudire la domanda principale che mi pongo tutte le volte che incontro una fotografia di tipologia street che mi colpisce: che cosa c'è di strano che attira la mia attenzione? e perchè? Questa semplice domanda mi permette di scoprire lo "scarto" dalla comune ed ordinaria percezione, la genuina discrepanza fra "quello che appare" e "quello che è" in realtà. Ed è la differenza fra il significato della fotografia e il significato della cosa che vi è rappresentata a creare la dimensione street. Una specie di comunicazione clandestina che vuol dare come vera una certa realtà (oggetto, azione, situazione) per il fatto di rappresentarla in un dato modo, benchè essa sia di fatto diversa. L'origine è da attribuire ad una forma mentis ovvero ad un fondo mentale permanente caratteristico dell'esistenzialità di un individuo (cultura, mentalità, gusti, ideologie,etc). Questo è il bagaglio mentale dello streepher quando scatta una fotografia. E il nostro Hero appartiene a questa famiglia. Io percepisco "un'analogia tra teste" più specificatamente tra quella prodotta dall'ombra riflessa e quelle che spuntano dal mare in lontananza. Una vera e propria metafora visiva dal quale scaturisce un intelligente scambio di proprietà, un gioco di analogie e opposizioni. Le analogie: tenore e veicolo rappresentano entrambi delle forme di testa, entrambe sono quindi private di un corpo visibile (di rilievo questo particolare frutto di ulteriore connotazione), entrambe sono affogate in un medesimo radicale cromatico, entrambe sono incluse in uno spazio definito (mare/porzione di lettino) ovvero il mare con la sua linea dell'orizzonte e il bordo superiore di alluminio del lettino. Anche quest'ultimo fatto è degno di interesse in quanto la porzione di lettino incornicia visivamente la testa dell'ombra creando uno spazio visivo autonomo e significante proprio come fa il mare con il suo orizzonte e le due teste. Due realtà messe a confronto. L'analogia visiva fra teste ci sorprende proprio perchè non ce l'aspetteremmo, visto che riguarda due cose tra le quali esistono molteplici differenze. L'accostamento ci colpisce e ci invita a riflettere, a trasferire proprietà da una dimensione all'altra.
Mi verrebbe da dire: anche un'ombra può fare il bagno..
Il tutto poteva essere perfezionato ulteriormente in fase di inquadratura cercando di diminuire gli elementi di disturbo ( la cinghia del marsupio, la quantità di telo chiaro da bagno che appare, la quantità di cielo in alto, il vuoto sulla sinistra del frame)

Un ottimo lavoro Roberto
pizzicati te la taranta
pizzicati te la taranta di simone.dambrosio commento di surgeon

Una scena life costruita con buon gusto che risente delle caratteristiche di luce difficile proprie degli scatti notturni. Senza entrare nel merito della post produzione vorrei far notare alcune aree di sovraesposizione al centro del fotogramma che portano l'attenzione sul muro caratteristico della struttura della chiesa. La grammatica visiva è buona, con una lettura piacevole del frame da sinistra verso destra, interrotta solo da quelle bruciature. Il ragazzo che suona il tamburello in primo piano, con la sigaretta alla bocca e dall'aspetto cinematografico, dà il ritmo alla scena con quel mosso funzionale sulla mano destra e introduce perfettamente la danza della coppia sulla destra, ripresa nelle movenze tipiche dei danzatori tarantolati. Ultima nota di carattere compositivo è quella della sovrapposizione fra la mano del ballerino maschile con un soggetto a sedere sulla soglia del sagrato della chiesa. Meglio se la coppia era fermata più a sinistra, verso le aree maggiormente luminose: si sarebbe creato un contrasto più efficace e avrebbe eliminato la giustapposizione sopramenzionata. Rimane uno scatto valido simone.dambrosio, espressivo e carico di ritmo.
La dedica per gli sposi
La dedica per gli sposi di Hotmax commento di surgeon

Citazione:
Forse perchè hai colto la palla al balzo per approfondire un discorso interessante?


Sei molto perspicace Silvano. La lettura fra le righe del tuo commento era ben esplicita. Da una semplice istantanea possono venire fuori molti argomenti interessanti da un punto di vista didattico, che poi è la finalità di P4U, e di questo ti ringrazio. Come dice SMS: piatto ricco.. Smile

Citazione:
L'immagine sopra con gli sposi di spalle a fuoco e l'amico che legge non a fuoco, di interessante non ha nulla


Senza soffermarsi per adesso sulla valuatazione dell'istantanea in questione nei termini di "interessante o non interessante" volevo ribadire puramente a scopo didattico soltanto che la gerarchia di fuoco che l'utente Hotmax utilizza è una sua scelta consapevole, uno dei suoi modi di esprimere un idea con la fotografia. Un' idea che privilegia per importanza i due sposi di spalle. Ed è questa che dobbiamo innanzitutto leggere noi, integrandola con tutte le altre modalità espressive che sono state scelte nell'istantanea specifica come l'inquadratura, il punto di vista, la composizione, il bianco e nero, etc. Solo dopo possiamo dire se il risultato è significativo o meno e suggerire magari di cercare una nuova modalità per migliorarlo.

Citazione:
Concettualmente, con questo titolo, considerato che gli sposi sono di spalle e quindi non parte attiva, mi sarei aspettato il fuoco sul leggio e lettore, non viceversa. .



questa è una aspettativa di SMS , magari fruttuosa, che non rientra però nella lettura della fotografia in questione. Non era quella l'idea dell'autore. Non voleva dare importanza all'oratore che legge ma ai due sposi che ascoltano. Ed ha utilizzato il fuoco senza indecisione (per rispondere anche a Derby). Due sposi ripresi di spalle, uno accanto all'altro, che ascoltano in religioso silenzio, all'interno di un contesto solenne qual è la chiesa vista in direzione dell'altare, in direzione del Cristo in croce di cui si può apprezzare una porzione significativa sulla sinistra dell'inquadratura, in direzione di due candele accese entrambe, dall'evidente significato simbolico. Davanti a loro, in posizione rialzata, delle scale che sottolineano il differente statuto fra il loro essere e quello dal quale viene profferito il Verbo, la differente altezza fra la loro posizione e quella dei segni religiosi (icone raffigurate, la Parola del Signore personificata dall'oratore) che stanno interiorizzando. Come possiamo notare la fotografia di Hotmax esprime un suo contenuto mentale specifico, un proprio significato originale, rappresentando, in un certo modo, la scena ripresa dalla sua macchina fotografica. Possiamo discutere su queste modalità, sulle masse e sui toni del bianco e nero che non sono ben distribuiti, sull'esposizione non perfetta degli elementi presenti, sulla composizione perfettibile, etc., ma non affermare che:
Citazione:
mi sarei aspettato il fuoco sul leggio e lettore, non viceversa

perchè non ha senso, non è quello il messaggio di quella comunicazione; nè tantomeno suggerire :
Citazione:
Probabilmente non avrebbe nulla nemmeno se l'amico fosse a fuoco, ma poteva essere una buona foto ricordo per l'amico e per gli sposi mentre l'amico leggeva loro la dedica considerando che di foto agli sposi ne saranno state fatte una tonnellata certamente e sicuramente anche di fronte
perche si tratta ancora di un'altro messaggio, profondamente diverso, dalle intenzioni dell'autore. Ancora: interessante potrebbe essere infatti il nuovo suggerimento di SMS su di un possibile scatto alle spalle dell'oratore, mettendo a fuoco questa volta il viso degli sposi per coglierne le emozioni e sfuocando l'oratore. Ma questa è un'altra fotografia ancora, che attraverso una rappresentazione completamente diversa (punto di vista, inclinazione dall'alto verso il basso, lo sfondo della chiesa in direzione degli invitati, etc, etc, etc) con un'altra idea, un'altro significato, ma non portatrice del messaggio che vuole darne l'autore.
Tutta questa riflessione è stata evidenziata soltanto per sottolineare l'importanza di certe modalità espressive proprie di un linguaggio specifico come quello fotografico puro e della responsabilità e consapevolezza nell'utilizzarle in scrittura e in lettura. La finalità che volevo raggiungere con la mia discussione non era quella di cercare una foto migliore (lodevole ed esplicita anche quella e per questo ringrazio SMS) ma di analizzare criticamente, insieme a voi, la struttura dello scatto in questione, consapevole del suo grado di comunicazione e delle modalità proprie di un linguaggio specifico qual è quello fotografico. Penso che tutti saranno d'accordo nell' affermare che la fotografia è un mezzo di comunicazione al pari della lingua parlata e che dietro ad ogni scatto come questo c'è sempre un idea, a volte brillante e a volte debole ma sempre un'idea. L'istantanea di Hotmax, presa come esempio di fotografia generica, non bella o brutta, esprime l'idea personale che l'autore stesso ha avuto di quella scena rappresentata oppure l'idea che egli voleva esprimere servendosi della rappresentazione (fatta in un certo modo) di quella cosa. Per me rappresenta una dignitosa scena life.

PS. per fare chiarezza ulteriore è da precisare che i link allegati al mio primo commento si riferivano esclusivamente al concetto di controcampo e sono stati introdotti unicamente per rispondere a Silvano sull'analogia proposta con il mondo cinematografico. E' molto evidente che non ci sono punti in comune con la fotografia in questione Wink saggia l'affermazione di Derby:
Citazione:
Attenzione a fare paralleli fra cinema e fotografia
La dedica per gli sposi
La dedica per gli sposi di Hotmax commento di surgeon

Citazione:
è una regola semplice e valida: il fuoco sempre sul centro di interesse!


su questa siamo d'accordo.

Citazione:
E qui il centro di interesse non sono gli sposi....


Qui non siamo d'accordo. Non siamo noi lettori e fruitori a decidere qual è il centro di interesse. Questo lo decide l'autore nella sua fotografia in base a quello che vuole comunicare. Non siamo noi con le nostre aspettative che dobbiamo decidere dove dovrebbe stare ma prenderne atto nel testo visivo ed utilizzare quell'informazione per strutturare il linguaggio fotografico. In questa precisa fotografia l'autore vuole porre attenzione sugli sposi, gli interessa concentrare l'attenzione mentale su di loro, su questo momento di unione, e non sull'azione del prete, anche se avesse avuto le braccia al cielo, questo è il messaggio che ha scritto con la sua fotografia. L'utente SMS dice:
Citazione:
Facciamo finta che era il momento della comunione, il prete quindi alza in alto la particola, cosa avresti messo a fuoco, gli sposi, oppure il prete?
La risposta è: Dipende esclusivamente da cosa vuol comunicare. Non dobbiamo supporre qualcosa che non c'è ma attenersi ai dati aggettivi espressi nel testo visivo specifico e su questo soltanto fare l'analisi del contenuto. Solo così possiamo risalire al messaggio dell'autore. Non vi è dubbio che, la trasmissione di questo messaggio visivo, dall’emittente (il fotografo) al ricevente (l’osservatore di turno), dipende sia dalle capacità di lettura di quest’ultimo, sia dalle capacità di scrittura del primo. Quindi sono possibili anche errori di scrittura fotografica ovvero testi visivi strutturati contro le normali regole condivise. Che poi questo testo visivo sia congruo o meno con il titolo è un discorso successivo. Prima facciamo parlare la fotografia e il linguaggio visivo puro poi analizziamo anche quello linguistico. La fotografia potrebbe essere appunto una semplice "dedica" per gli sposi.
Citazione:
Basta guardare un film... in una scena così (inquadratura) il fuoco sarebbe stato sull'uomo che parla.
Questo non è proprio vero ed è ancora un dato che non è oggettivo del caso specifico. A seconda dell'esigenze del regista il contro-campo può essere diversamente utilizzato, non quindi nella classica forma del dialogo fra due persone. Un buon esempio fotografico di un utente amatoriale è questo http://www.photo4u.it/viewcomment.php?t=411462 oppure questo http://www.photo4u.it/viewcomment.php?t=422420 dove le normali regole vengono disattese in funzione del messaggio che se ne vuole dare. Friedlander ha utilizzato molto questa tecnica nelle sue fotografie con successo.
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