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Rocce rosse di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Vi ringrazio.
Non ho aperto le ombre, piuttosto, ho recuperato le luci del cielo, forse un po’ troppo forzatamente.
Ho dato un pelo di saturazione al file originale che risultava un po’ smorto rispetto ai colori sgargianti della location.
Allego la versione originale. |
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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Ringrazio tutti per il passaggio.
@Caldo: la stella che ha dato origine a questa nebulosa non aveva una massa sufficiente a generare la classica e più spettacolare esplosione di supernova. |
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Helix Nebula di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Quando una stella come il nostro sole arriva al termine della sua esistenza, avviene un'immane esplosione cosmica che rilascia nell'universo un gigantesco anello di gas che si propagano nel vuoto, fino a dissolversi.
Un processo piuttosto lungo... quindi stiamo pure comodi e tranquilli...
Quella in foto è una cosiddetta "nebulosa planetaria", il residuo dell'esplosione di una stella.
Chiamata Helix Nebula (nebulosa elica), spesso anche "L'occhio di Dio".
Questo oggetto è stato usato nel fotomontaggio della serie scientifica "Cosmos", in cui le si fa assumere proprio le caratteristiche di un occhio umano.
L'immagine proposta è un crop al 100% di una ripresa effettuata con una camera dedicata all'astrofotografia, su un tubo ottico di 400mm di focale a f/2.
Tempo di posa totale: 3 ore. |
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Nebulosa Rosetta di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Ciao Flavia.
Le dimensioni apparenti di questi corpi celesti stanno pienamente nel fotogramma. In genere, in base alla focale di ripresa, ne occupano addirittura una piccola parte.
Ci sono dei casi in cui è possibile creare dei mosaici, quando il soggetto è molto esteso e viene ripreso con focali strette, ma sono casi sporadici.
La nebulosa Rosetta, quella proposta in foto, per la sua distanza e la sua reale dimensione, ha una dimensione apparente di oltre 1°.
Questo, detto in parole semplici, significa che se fosse abbastanza luminosa la vedresti grande circa 5 volte la luna piena.
Purtroppo questi soggetti sono però molto deboli, quindi per catturarne ed apprezzarne i dettagli necessitano di tantissimi scatti, con la stessa inquadratura, che permettono di effettuare l'equivalente di una posa di svariate ore.
La produzione del singolo scatto finale è compito di sofisticati software in grado di "impilare" le varie riprese, amplificando di volta in volta il debole segnale che ognuno di essi mostra, e riducendo il rumore digitale dovuto all'elettronica del sensore di ripresa.
L'ho fatta molto "spicciativa" ma spero di aver reso un minimo l'idea. |
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Nebulosa Rosetta di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Ringrazio tutti per il passaggio.
Per farvi un'idea delle dimensioni di questo oggetto celeste, sappiate che per percorrere il suo diametro apparente, se si viaggiasse alla velocità della luce, ovvero circa trecentomila km al secondo, ci vorrebbero oltre cento anni per compiere l'intero viaggio. |
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Il muro del Cigno di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Vi ringrazio.
@DuDidi proverò a spiegare in modo "semplice", anche se l'argomento è piuttosto complesso.
Immagina di effettuare uno scatto da 5 minuti su una porzione di cielo notturno.
Immagina poi che le informazioni relative alla luce acquisita vadano a finire in un foglio trasparente (quelli da lavagna luminosa per intenderci). Tutto ciò che il sensore produce e non è nero viene stampato sul foglio trasparente.
Su questo foglio avrai tanti puntini, più o meno luminosi e più o meno colorati.
Alcuni di questi deboli puntini saranno prodotti dalla luce emessa dalle stelle e da altri oggetti cosmici (segnale), altri saranno invece prodotti dai difetti del sensore stesso (rumore).
Immagina ora di rifare lo stesso scatto 30 volte.
Avrai quindi 30 fogli trasparenti con tanti puntini.
Il segnale "buono" (i puntini emessi dalle stelle) andrà a coprire sempre lo stesso punto nei vari fogli.
Il segnale "cattivo" (il rumore digitale prodotto dal sensore) sarà invece disposto casualmente nei vari fogli.
Sofisticati algoritmi software non faranno altro che "impilare" i vari fogli, andando ad esaltare tutto ciò che i fogli hanno in comune (segnale buono che fra i vari fogli non cambia di posizione) e cancellando tutto ciò che invece non hanno in comune (rumore che invece è disposto diversamente fra i vari fogli).
Il risultato è un'immagine ricca di dettaglio e povera di rumore digitale.
Te l'ho fatta mooooolto approssimativa, ma spero di averti dato un'idea.
Ciao.
Giancarlo. |
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Il muro del Cigno di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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Cygnus Wall, un parte inferiore della nebulosa Nord America (NGC 7000) nella costellazione del Cigno. Una zona in cui si formano le stelle, ripresa con un Celestron RASA 8 (400mm di focale a f/2) e una camera di ripresa a colori (ASI 183 MC-Pro). La ripresa è stata fatta in banda stretta (filtro bi-banda Ha+OIII). Elaborazione in HOO (idrogeno sul canale rosso, e differenti combinazioni dell'ossigeno ionizzato sui canali verde e blu). Totale scatti: 30 da 300" + 10 Dark.
Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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Nebulosa velo di Giancarlo Melis commento di Giancarlo Melis |
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La nebulosa NGC 6992/6995, parte orientale della Veil nebula nella costellazione del Cigno. Queste velature di gas sono il residuo dell'immane esplosione di una supernova. L'immagine, ripresa dal cortile di casa, è stata ottenuta con l'astrografo Celestron RASA 8" (400mm di lunghezza focale a f/2). La camera di ripresa usata è la ASI 183 MC-Pro, tutto su montatura Skywatcher EQ6-R Pro guidato con un mini cannocchiale guida e la camera ASI 120 M-Mini. Dati tecnici: Temperatura di ripresa: -10°C 100 Light frames da 120" 30 Dark 30 Bias Elaborazione effettuata con PixInsight e Photoshop CC.
Impressioni e consigli sempre ben accetti. |
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