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Mi si e' accesa la lampadina! di Cube commento di aerre |
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Divertente ….leggera …con quel gusto per una buona dose di autoironia che si fa il motore principale dello scatto.
Bhè, …dice bene il nostro Francesco …in effetti lo scatto ha buon diritto di asilo in “Studio” ed è la stessa idea che presuppone lo scatto a definirne i contorni di genere. C’è insomma una progettualità che ne muove la genesi e la realizzazione e che in qualche misura è preponderante rispetto all’attenzione rivolta al racconto della persona che è invece ciò che ci si aspetta in “Ritratto”.
“Studio” …dunque, …però ed è bene sottolinearlo ci sono diversi livelli di lettura nello scatto che ha sicuramente sfumature espressive che rientrano in una logica e poetica come quella del “Ritratto”.
E mi riferisco proprio a quella frizzante e fresca carica di ironia che sottende lo scatto. Quel prendere a pretesto cioè l’idea stessa dello scatto e farne l’occasione di una “risata” …puntando a quell’espressività un po’ comica …un po’ interdetta e che ci parla di una personalità schietta e diretta.
Il tutto fatto con consapevolezza e leggerezza, …ed lì la possibile chiave di lettura come “Ritratto”.
Va da sé però che resta la forte carica progettuale che ne definisce i confini come foto da “Studio”.
Avrei clonato via il filo che spunta da dietro l’orecchio a sinistra e rivisto un po’ la dominante rossastra dell’incarnato (anche se al momento non sono davanti ad un monitor affidabile e quindi è meglio sospendere il giudizio).
Alla prossima
A  |
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Joe Lovano di ALEnonsoloALE commento di aerre |
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Nei vari spostamenti di sezione c’è una ovvia esigenza di organizzazione di queste pagine che mira a “fare ordine” e a porre ciascuno scatto nelle condizioni di ricevere giudizi mirati da parte degli utenti.
Niente di più …e non c’è mai l’espressione di un giudizio sulla qualità o meno dell’immagine stessa, ovviamente. Tanto è che spesso molte immagini hanno …come dire …un “diritto di asilo” in più di una sezione, …e a volte è davvero difficile se non inutile cercare di definirne i contorni di “appartenenza a questo o quel genere.
Da qui ….a volte …e per fortuna, i diversi livelli di interpretazione che possono fare spostare in un senso o nell’altro l’ago della bilancia.
In questo caso …mi piace che ci sia l’occasione di una riflessione che ci porta a cogliere quella sfumatura di più che consente la lettura di una immagine come questa anche come “Ritratto” …e trovo anche utile per così dire che ci sia stato questo piccolo ripensamento sullo spostamento di sezione.
Vero …come diceva il nostro buon Salvatore, ….molte delle fotografie di musicanti, …figuranti o artisti di strada vengono dirottate in “Varie” (e a buon diritto aggiungerei) perché molto spesso il vero centro di interesse dello scatto è l’ “azione” …il loro “fare” scenico più che il racconto della persona in sé, …del suo universo fisico ed emozionale insomma. Lo spostare queste foto in Varie nasce cioè dal presupposto che la scena inquadrata non abbia come perno narrativo ed emozionale il soggetto ritratto ma l'azione in sé.
Peggio ancora se guardiamo alle foto dei figuranti dei corte storici o di manifestazioni tipo Lucca Comics dove è davvero difficile parlare di ritratto nel momento in cui il soggetto è ridotto al ruolo di solo personaggio.
E’ ciò che viene posto al centro del registro narrativo dell’immagine che in qualche modo fa da discriminante.
Prendiamo le foto degli artisti di strada per esempio …..spesso …il motore stesso dello scatto, …ciò che ha spinto al click, è proprio la performance in sé ….il suo rilievo scenico e figurativo, …indipendentemente dalla persona.
E così è a volte con le foto dei musicisti.
Altre volte invece è impossibile scindere le due cose …nel senso che il loro “fare” coincide con il racconto della persona stessa, …come accade sovente con i ritratti di quei musicisti in cui è evidente una stretta identificazione tra artista-strumento-performance.
Sono d’accordo allora quando Mario parla in questo caso di una immagine che può stare “anche in ritratto per la sua finalità e le premesse espressive che documentano l"esibizione ma anche il suo essere artista” ed è facile riconoscere che in una immagine come questa il registro narrativo dello scatto ruoti attorno alla persona oltre che al suo “fare” .
Le stesse scelte espressive da parte del fotografo rivelano questa attenzione, nell’uso ad esempio di una composizione che affida alla forza di una inquadratura molto stretta le sorti del racconto. Il taglio di una ripresa ravvicinata cioè che …ci “avvicina” appunto al soggetto, ….a quell’espressione concentrata sullo strumento, …alla tensione di quello sguardo che non scorgiamo ma intuiamo e che pare rivolto ad un flusso di note che si rievocano dall’interno.
La scelta dell’inquadratura stretta sul volto si combina ad un rapporto figura/sfondo che di fatto isola il soggetto ed il suo “fare” in un connubio indissolubile in cui riconosciamo le intenzioni espressive di uno scatto che si fa quindi anche “Ritratto”.
Una nota merita anche una certa cura nella composizione che aggancia la figuratività di insieme alla diagonale del frame e stabilisce una stretta connessione tra lo sguardo di Joe e la curva dello strumento che sembra dare forma e sostanza alla sua linea di forza.
Alla prossima
A  |
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Il mio papà di Gannjunior commento di aerre |
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...Uno splendido bianconero dallo spessore di un croccante chiaroscuro ...per questo ritratto che tutto si consuma nell'espressività riflessiva e sospesa di quello sguardo rivolto ad un orizzonte lontano.
Ha un forte accento evocativo in quel suo congelare l'istante del "farsi" di una dinamica espressiva che spinge il registro narrativo del ritratto nelle atmosfere intime e private di un pensiero che pare balenare all'improvviso, ....come quando ci si astrae dall'immediatezza di un fare contingente e si resta sospesi con lo sguardo verso un centro di interesse lontano ...forse più apparente che reale, ...come l'occasione cioè di una riflessione che si fa invece profonda e segreta.
E' in quell'indugiare dello sguardo interrogativo al di là del campo di immagine, ...in quel contrarsi della mimica facciale come di chi cerca di mettere a fuoco un punto lontano nell'orizzonte, ...nel silenzio delle labbra che si aprono per assecondare la concentrazione degli occhi, ...sta tutto lì il racconto di questo ritratto.
Ed il nostro Lorenzo lo sa, ...tanto da affidare la composizione di questo scatto ad una inquadratura stretta sull'espressività del viso e lasciare, con un sapiente sbilanciamento a destra del soggetto, che il suo sguardo avesse il giusto respiro, dando così peso e sostanza emozionale alla sua fuga verso un centro di interesse lontano.
Lo sbilanciamento della composizione apre il campo di immagine ad uno scenario di sfondo che sfuma nelle indistinte cremosità di un chiaroscuro morbido e vaporoso in forte contrasto con la secca grafia, asciutta e croccante del soggetto in primo piano.
Proprio questo forte contrasto ha il potere di isolare maggiormente il soggetto, dando man forte al taglio stretto dell'inquadratura, ...lo isola figurativamente ed emozionalmente, quasi ce lo presentasse al centro di un momento di estraniamento che lo allontana da tutto, al centro di un istante ....seppur brevissimo come il lampo di un pensiero improvviso, di una riflessione intima e privata.
Il taglio dell'inquadratura è molto efficace nel restituire la dinamica espressiva del corpo e bene fa il nostro Lorenzo a mantenere un margine sufficientemente basso a completare il disegno delle spalle sottolineando così la leggera torsione del viso sul busto a tutto vantaggio della resa narrativa del ritratto.
Forse avrei limato qualcosa in alto. Il taglio alto non riesce a definire con coerenza il disegno di insieme e rischia di diventare casuale, ....meglio insomma dargli maggior carattere e forza abbassandolo di un paio di centimetri, mantenendo ovviamente i rapporti di forma e quindi stringendo a partire dall'angolo in alto a sinistra.
Ripeto ...probabilmente quel centro di interesse è reale, ...probabilmente davvero qualcosa di molto concreto e tangibile ha destato l'attenzione del soggetto ...ma mi piace pensare che questo abbia spinto il suo piglio riflessivo oltre, ...come quando guardiamo qualcosa soltanto come l'occasione per lasciare che un pensiero prenda la via di una riflessione più intima, ....come quando fissiamo un punto lontano per ancorarci alla realtà ma prendiamo le mosse di un viaggio che è tutto nella nostra mente e le immagini che scorrono davanti agli occhi si rievocano dal segreto delle nostre stanze.
A  |
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Viviana di Francesco Ercolano commento di aerre |
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...preferisco di gran lunga questa versione quadrata rispetto al 2:3 della prima:
http://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=629198
Piacevole anche il maggior timbro ambrato della tavolozza.
A  |
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JOEL MEYEROWITZ di marco.rilli commento di aerre |
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...si affida al bianco nero, ...il nostro Marco ...per celebrare uno dei primi fotografi ad utilizzare la pellicola a colori, ...anzi a concentrarsi proprio sul colore, ...e lo fa con un chiaroscuro splendido e di grande eleganza, nella distribuzione delle masse tonali che sposa perfettamente la logica compositiva del ritratto.
La composizione è centrale ed è fortemente accentuata dal rapporto tra il primo piano e lo sfondo. Il soggetto è al centro del frame, in asse con la suddivisione dello sfondo tra i due campi chiaro e scuro, …un centro che non è solo geometrico, …ma di sostanza, …figurativo ma anche e soprattutto emozionale.
Tutta l’architettura dello scatto …ed è qui che si fa “ritratto” …ritratto vero, ruota attorno al soggetto …a quella sua espressività sorridente e …”leggera”, …a quella dinamica del corpo che pare sospenderne i pensieri sul margine di una parola sul punto di assumere i giusti contorni.
Lo scatto congela l’istante di una sospensione della dinamica espressiva del corpo che è il vero cuore del suo registro narrativo …e proprio la distribuzione delle masse tonali gioca a favore del ritratto nell’isolare quasi e sottolineare con forza quella gestualità che sembra assumere un carattere quasi ieratico, …quel movimento del braccio e della mano sulla quale pare convergere tutta la figuratività del quadro di insieme e che ha la forza di controbilanciare sia da un punto di vista compositivo che da un punto di vista narrativo il viso e la sua espressività.
Splendida espressività, …serena …profonda nella sua disarmante “leggerezza” che ci racconta di una straordinaria sensibilità propria di chi la “Vita” riesce a guardarla e assorbirla entrando in sintonia con essa.
Scorrendo il frame da sinistra a destra il chiaroscuro alterna le sue luci e le sue ombre in un pregevole duettare di toni. Sullo sfondo nero a sinistra stacca con forza il disegno della spalla che raccoglie la luce laterale e dall’alto, …a destra la silhouette del braccio esalta la gestualità e la dinamica espressiva della posa stagliandosi sullo sfondo grigio chiaro.
Al centro …sul limitare tra chiaro e scuro, …come sospesa tra luci ed ombre della vita, …quell’espressione impagabile che “fa” tutto il ritratto.
A  |
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Elisabetta di petegiu commento di aerre |
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Quel che dice il buon Mario è sicuramente condivisibile, soprattutto se ragioniamo il taglio e l’inquadratura di una immagine come strumento espressivo.
Un taglio così potente …forte …quasi brutale, dovrebbe cioè in qualche modo rientrare nella logica narrativa del ritratto oltre che prendere le mosse da un semplice spunto formale come può essere la composizione asimmetrica.
Non è detto ovviamente che il taglio non abbia una sua logica narrativa qui, essendo con evidenza una scelta ponderata.
Forse però nella ripresa così ravvicinata e diretta di una espressività “aperta” e solare come quella di Elisabetta, il taglio così netto viene percepito come una sorta di ….come dire …di “chiusura” , …che soffoca insomma la freschezza di quel sorriso, …nega la chiarezza espressiva di quello sguardo sorridente.
O forse è proprio questo contrasto, …questa “dissonanza” …la sua logica narrativa.
In ogni caso c’è però una qualche incertezza nel modo in cui il taglio fa i conti con la figuratività di insieme. E’ un taglio difficile …difficilissimo da calibrare, perché lascia sempre il margine di una certa incompletezza del disegno che avvertiamo come casuale.
Il margine che fa salvo il disegno del naso infatti finisce con il risultare troppo risicato sulle labbra ….pizzicate di lato, mentre in alto lascia intravvedere un triangolino di occhio troppo debole figurativamente per entrare a far parte in modo strutturale del quadro di insieme.
Tutto questo si traduce in una sorta di incompletezza, …almeno viene percepita come tale …apparentemente non giustificata se non dalla casualità, …che riduce le potenzialità espressive dello scatto.
Sicuramente avrei tenuto l’inquadratura meno alta per alzare la linea degli occhi e dare più respiro in basso.
A  |
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02-11-2013 di frank66 commento di aerre |
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C’è un filo sottile che lega trasversalmente due generi apparentemente distanti come il “Ritratto” e la “Fotografia Street” …ed è sostanzialmente l’intento narrativo che segue quel loro “entrare in sintonia con la vita” (per usare le parole di Edgar) per poi cercare di “rappresentarla”.
Vita, …sostanzialmente “Vita”, … raccolta, ..percepita, …annusata …a volte anche respirata e quindi interpretata , celebrata e raccontata secondo il filtro narrativo del proprio orizzonte umano ed emozionale.
Così che sia che si parli di una immagine in cui il fotografo ricompone i frammenti che isola da un determinato scenario fusi nella visione di una realtà nuova ed inaspettata, …sia che colga ed interpreti alcune delle sfumature di quell’universo umano che egli scruta …indaga ed “ascolta”, …è comunque un “racconto di vita” ciò che muove le fila di tutto, …il vero motore cui dobbiamo la genesi di ciascuno scatto.
Credo che in questo senso l’atteggiamento del nostro Franco sia sempre stato lo stesso, sia nel confezionare uno scatto secondo gli schemi formali e narrativi più dichiaratamente “street” …sia nell’imbastire i contorni di un’immagine che si fa “ritratto” in quel suo scrutare tra le complessità dell’universo umano.
Da qui il l’importanza che nelle sue immagini ha sempre avuto il rapporto quasi simbiotico tra il soggetto ed il contesto entro cui questi viene “rappresentato” nel senso di “raccontato”, …all’interno cioè di scenari che si fanno ben più che semplici palcoscenici, ossia veri e propri spazi esistenziali.
Sempre.
Sia quando le inquadrature si fanno ampie a cogliere un respiro dichiaratamente urbano o paesaggistico, …sia quando stringono con maggiore tensione sull’espressività del soggetto.
E …”ritrattista” il nostro Franco lo è sempre stato infatti, solo che qui, …nelle sue stesse parole, …nel cercare la consapevolezza da parte del soggetto, ...l’aggancio con il suo sguardo, quell’intento narrativo si traduce in una maggiore tensione empatica, nel desiderio di una “condivisione” che fa di quel racconto l’espressione di un sentire comune nella frazione seppur breve di un istante fotografico e trasforma lo scatto nel “ritratto doppio”di chi racconta e di chi è raccontato.
E qui non potrebbe essere più evidente il tentativo di porre al centro dello scatto proprio la relazione visiva ma sostanzialmente emozionale che serra, nella fugacità segnata dal tempo dell’otturatore, due universi distinti che si …incontrano e dialogano.
E questo incontro …questo dialogo, sostanzialmente celebra il ritratto. Questo il senso di ciò che intendiamo quando parliamo di “ritratto” in termini di “racconto” che qui è tutto nella complice espressività …compiaciuta e accogliente del ragazzo, in bilico tra l’imbarazzo della posa e la divertita e curiosa soddisfazione con cui scruta l’obiettivo …come se cercasse inclinando il capo leggermente di lato di entrare in sintonia con chi lo osserva.
Sintonia.
E’ sostanzialmente la chiave di lettura del ritratto …di ogni ritratto, declinata qui nella dolcezza di un sorriso di disarmante semplicità, nella verità di una gestualità del corpo che tradisce sicurezza e imbarazzo, nella fermezza leggera di uno sguardo che ci osserva senza giudicarci.
Ma è una “sintonia” che passa attraverso la comprensione degli elementi di quello scenario entro cui si “muove” il soggetto e che si fanno frammenti di un quadro di insieme che non è mera rappresentazione formale di un palcoscenico privo di sostanza, quanto piuttosto parte integrante di uno spazio come espressione di vita.
L’inquadratura quindi non poteva non cogliere seppur con grande economia figurativa gli elementi chiave di quella lettura, i particolari cioè di quella piccola officina …come brani …frammenti di vita, di “quella” vita: …un cerchione, …un copertone, …la canottiera consunta, ..una ruota, ..tanta ferraglia, .. il tubo forse per l’aria compressa.
Ma …non solo.
Anche il casco poggiato sul tavolo in primo piano. Anche il casco …bello …nero …lucido …così apparentemente dissonante con quello scenario un po’ dimesso che ambienta il ritratto …è parte della logica di quel “racconto”, …. tenuto accanto a sé ed in bella mostra non senza un certo piglio di compiacimento.
La figura del ragazzo è al centro della composizione e tutto il suo mondo gli ruota intorno in una visione che assume il carattere di un quadro indissolubile e unitario.
Bianco nero …splendido. …Ma questo il nostro Franco lo sa, consapevole della potenza grafica di quel contrasto locale cui tante volte ha affidato l’accento drammatico, ..altre volte ironico …più spesso evocativo, dei suoi racconti che qui si fa immediato e di grande ..disarmante verità.
Bentrovato, Franco
A  |
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... di heil commento di aerre |
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...Bello, ...bellissimo ...questo bianco nero il cui spessore del chiaroscuro non si è lasciato tradire dal pericolo di una condizione di ripresa di quasi controluce.
Anzi ...è proprio questo aspetto a definire i contorni emozionali del suo registro narrativo. E' proprio questa luminosità diffusa che riverbera dallo sfondo al primo piano e ammanta di chiarore la figura del piccolo, a restituirci tutto il sapore intimo e familiare della ripresa.
Ci racconta con misurata e raffinata eleganza di mezzi, dalla composizione alla gestione della geografia tonale, degli istanti prima di una passeggiata o di un comune giorno di scuola, ...di portoni pronti a spalancarsi sui momenti di un gioco prossimo a rapire le fantasie del piccolo, ...di androni d'ombra che precedono gli spazi di un "giardino" di luce e di magia.
E' ...il "giardino" della vita, quello che ci pare di intravvedere sullo sfondo, colto nella molle e soffusa atmosfera di uno sfuocato intriso di luce. Ed il piccolo ...cappellino, sciarpa e giubbottino ...è pronto a spalancarlo quel portone, ...fermo ...quasi in bilico sul limitare tra due spazi che l'elegante motivo del ferro battuto divide e mette in relazione.
Ci guarda il piccolo, ...e lo fa con un'espressività quasi adulta, con uno sguardo poco attento all'obiettivo perché già proiettato verso quell'universo che lo aspetta da lì a qualche istante.
Composizione attenta e sapiente, quella che sbilancia la figura del piccolo di lato ...sul primo generoso terzo a sinistra, e tenta di inquadrarlo all'interno della complicata geometria del decoro in ferro battuto del portone. Decorazione che qui non è soltanto sfondo accidentale, ma è un motivo che figurativamente entra a far parte del quadro di insieme dello scatto e come tale andava gestito e calibrato con certosina cura.
E così è, ...se guardiamo al margine destro del frame che tange con gentilezza la curva del decoro. Poco importa se lo stesso non accade a sinistra, ...era a destra che l'inquadratura non doveva mostrare incertezza nel definire il disegno delle spirali in ferro battuto come contraltare della figura a sinistra del piccolo.
Bianco nero ...limpido, ...morbido nella gentilezza di una luminosità che carezza con calore e leggerezza i contorni della figura ...eppure con un invidiabile contrasto locale dato da una teoria di neri decisi e densi come il repertorio di un abile grafico.
Complimenti davvero
A  |
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27102013_L1004053-2 di Massimo Passalacqua commento di aerre |
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…Vero, …come dice il buon Mario, le premesse sono tali da rimandare a certi aspetti tipici della fotografia da “Studio”, ….ma ancora una volta il nostro Massimo riesce a ricucire tutto il registro narrativo dello scatto intorno all’espressività del soggetto e farne vero centro di interesse e contenuto della ripresa.
Tutto è curato nei minimi dettagli con sensibilità e perizia tecnica, …eppure lo scatto sembra fare di tutto il suo apparato scenico solo il pretesto di una ricerca capace di spingersi oltre la superficie delle cose, …quasi volesse puntare diritto al segreto di quell’universo che pare voler concedere di sé giusto il lampo di uno sguardo fermo e diretto, in bilico tra la severa durezza di una consapevolezza di sé che disarma e vince e l’eleganza raffinata e sensuale di chi, …pur serrando il proprio sguardo al nostro, sa mantenere una distanza che non ci è dato di superare.
C’è una disarmante suggestione nel silenzio di quelle labbra di corallo scuro e brillante, chiuse nell’implacabile fascino di una espressività ferma e decisa e …sensuali come la fragranza languida di un frutto proibito, …nella velata superbia di uno sguardo che pare dominarci dall’alto, …come dalla misteriosa e segreta posizione privilegiata di un universo che pare spalancarsi sotto i nostri occhi ma che resta inaccessibile e distante, …in quello stare della posa che pare sospendere la ragazza come nell’istante di uno sguardo rivolto all’improvviso e con consapevole superiorità.
Ed è un istante che si fa di fatto implacabile ed infinito, come se si fissasse nel tessuto della nostra memoria visiva con la forza e la violenza di un marchio a fuoco.
Il nostro Massimo …è consapevole dell’impatto emozionale di quegli occhi che serrano sino a togliere il fiato e calibra con sensibilità la composizione del frame perché il loro fascino scuota senza lasciarci margine di scampo.
L’inquadratura è ampia ma raccolta attorno alla gestualità della posa del busto che inarca all’indietro lungo la diagonale del frame verticale, rimarcata dalla cascata dei capelli ondulati che scivolano lungo la spalla e guidano il percorso visivo verso il viso.
Dall’angolo in basso a destra del frame il nostro sguardo scivola lungo la posa diagonale del busto, viene raccolto con la sensuale delicatezza di una carezza dalle onde corvine dei capelli e si lascia sedurre dal loro movimento flessuoso e suadente che fa da cornice alla spietata fermezza di quegli occhi impenetrabili e scuri.
Ed è a quel punto che tutto lo scatto rivela la sua natura di “Ritratto” nel delineare i contorni di un universo che ci suggestiona e vince.
A  |
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Jacopo di dinifra commento di aerre |
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...Non so se finalizzando lo scatto alla sperimentazione di un set di luci, sarebbe stato meglio postare in "Studio" dovre avresti potuto ricevere commenti più mirati.
In ogni caso trovo la fonte di illuminazione principale con un angolatura troppo bassa e laterale rispetto al soggetto. Cosa questo che ha lasciato di fatto la parte "capitale" del viso legermente in ombra esponendo di più la zona dalla guancia all'orecchio.
Attenzione allo sfondo che con una chiusura del diaframma come quella combinata alla distanza ravvicinata del soggetto alla tenda rendono il panneggio troppo presente, a meno che il suo "disegno" non rientri nella logica dello scatto, ....ma non penso.
Da un punto di vista squisitamente ..."ritrattistico" lo scatto non ha particolare resa espressiva. Si avverte troppo che Jacopo sta posando per sperimentare il set di luci, ...con un aria un pò stanca e forse anche poco partecipe.
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Smigol di bondell commento di aerre |
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Lo scatto trova nel "personaggio", ...Smigol appunto, il suo vero centro di interesse e non certo la persona, ...come ci si aspetterebbe in "Ritratto", che qui è chiamata a ruolo di interprete e attore.
Sposto in "varie".
A  |
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..l di matgiuse commento di aerre |
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...dicono bene il buon Diego ed il buon Salvo. A partire da quella esuberante dominante calda ...gestire la conversione in bianco nero diventa una impresa titanica.
Contrariamente a quanto si pensa una buona base per potere operare la conversione in bianco nero è prima di tutto una ottima base a colori. Lo scatto cioè deve essere ottimizzato nella sua geografia cromatica ...come se il nostro obiettivo non fosse il bianco nero ma una foto a colori.
Bisogna lavorare sulle dominanti, ...una foto a colori piena di dominanti non è MAI un buon punto di partenza.
Ho provato anch'io a lavorare un pò sulla conversione ma prima, per cercare di mantenere la tridimensionalità dei volumi che la dominante rosso-arancio rischiava di compromettere, ho dovuto mettere mano al colore.
A  |
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Giorgia L. (2) di Luigi T. commento di aerre |
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Ben trovato Luigi,
mi piace il carattere immediato e intimo di questo ritratto che ha dalla sua una bella luminosità di insieme cui dobbiamo, complice anche la chiarezza dello sfondo, la leggerezza di una tavolozza dai colori pastellati ed una certa ...ariosità e freschezza della atmosfera generale.
La focale corta e l'angolo di ripresa basso ci avvicinano al soggetto e si ricreano le fila di un rapporto diretto e complice, mentre finiamo con il subire il fascino di quello sguardo d'ambra scuro e profondo che leggermente dall'alto ci scruta con un'espressività interlocutoria che pare preludere ad un dialogo tutto da imbastire da lì a poco, ...in bilico tra la consapevolezza dello scatto ed un istante di curiosa sorpresa.
Mi piace la composizione di insieme con quell'assecondare un certo andamento diagonale della posa con la posizione delle braccia che disegnano il piede del frame e assicurano una via di ingresso al nostro sguardo per entrare all'interno della scena.
Purtroppo il rapporto con lo sfondo non è ben definito ...come tu stesso lamenti, nel senso che mentre lo sguardo scivola lungo il disegno delle braccia la nostra attenzione è inevitabilmente catturata dalla massa sfuocata di quell'albero in secondo piano che ...complice l'uniforme chiarezza dello sfondo, si impone percettivamente rischiando di distrarre dal vero centro figurativo ed emozionale del ritratto che è lo sguardo di Giorgia.
Dall'altro lato per contrasto quel pezzetto di sfondo più scuro che si intravvede nell'angolo in alto a destra dietro la testa della ragazza fa percepire quella zona del frame come se appartenesse ad una scena a sé stante, tanto che si avverte una sorta di ...come dire ..."dissonanza" tra la porzione di spazio alle spalle della ragazza ed il resto dello scenario luminoso e "aperto" alla nostra sinistra.
E' un problema di ripresa, ovviamente, al quale ora si può solo parzialmente rimediare con un taglio a posteriori a destra che escluda quel triangolino di sfondo verde scuro in alto. E' da provare ....ma credo che anche mantenendo il rapporto di forma, una tagliuzzatina a destra ed in alto aiuti anche ad avvicinarci al viso della ragazza, serrando le fila di un contatto più diretto ed intimo.
A  |
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Rocco di Perretta Giuseppe commento di aerre |
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Una ripresa ravvicinata per questa composizione che sembra raccogliersi con immediatezza e calore attorno alla figura di Rocco, quasi volesse ricreare le fila di una atmosfera di quotidiana familiarità ...o comunque di quella complicità e confidenza che ci regala tutto il carattere di forte empatia del ritratto.
C'è una bella "solarità" in questo scatto ...che non è solo nella forte esposizione di una luce esuberante e fin troppo generosa, ma che è anche e sopratutto nel cuore emozionale del suo registro narrativo, ...nella chiarezza di quell'espressività consapevole della posa ed un filo imbarazzata ...ma di grande serenità e confidenza, nella semplicità di quel sorriso appena abbozzato che fa da contrappunto allo sguardo spinto lontano ...quasi con timidezza ...quasi fuggisse il rapporto diretto con l'obiettivo e che sembra parlarci di una personalità semplice, schiva ma di gran cuore.
La composizione gioca un pò con la posa di Rocco nel cercare di amplificare il naturale spingersi in avanti del busto in quell'atteggiamento di partecipata confidenza, attraverso l'inclinazione dell'asse del frame in direzione diagonale.
Se da un lato questo accentua e dà forza all'espressività della posa nella logica di un rapporto di maggiore immediatezza con il soggetto, ...dall'altro complica le cose nella gestione dell'inquadratura che ha un momento di incertezza nel chiudere forse un pò troppo il disegno della testa nell'angolo in alto a sinistra del frame.
Le condizioni di luce non erano delle più facili per la gestione dell'esposizione, ma se è vero che l'esuberanza della luce gioca qui un ruolo importante nel "racconto" del ritratto è anche vero che la gamma tonale del chiaroscuro si è spinta un pò troppo in alto dando la sensazione di una sovraesposizione che affievolisce la resa espressiva dello scatto.
Ma la gamma tonale c'è e basta anche guardare al semplice jpg per rendersi conto che ci sono abbondantissimi margini di recupero della "sostanza" della materia. Guardo in particolare alla maglia bianca o alla metà più esposta del viso dove basta abbassare il tono per far emergere con vigore i volumi e restituire carattere di tridimensionalità e spessore al disegno di insieme.
Un abbraccio
A  |
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05-02-2013 di Liliana R. commento di aerre |
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…pant …pant …pant,
arrivo troppo in ritardo …lo so e me ne scuso con l’amica Liliana …per commentare questa meraviglia.
E’ davvero difficile riuscire ad aggiungere qualcosa alle bellissime letture degli amici sopra di me ..ma davvero questa è una di quelle foto che ti aspetti di trovare prima o poi su qualche libro per la sua capacità di esemplificare molti degli aspetti della fotografia street e non solo, …della migliore fotografia in generale direi.
Mi piace quel suo lavorare per contrasti raggiungendo una sintonia contenutistico-formale davvero incredibile che si traduce poi in una straordinaria complessità nei vari livelli di interpretazione dell’immagine e del suo registro narrativo.
Colpisce quel contrasto tra la ruvida, ….corpulenta e massiccia corporatura dell’uomo, che la posa del braccio in primo piano accentua anche grazie al concorso del particolare angolo di ripresa basso in relazione alla focale utilizzata, e la …candida gracilità del gattino che pare farsi ancora più fragile nella morsa di quell’abbraccio che riconosciamo subito dopo soffice e amorevole.
Ma il contrasto si ribalta un istante dopo, …si invertono i termini dell’equazione e se alla imponente fisicità dell’uomo da un lato si lega la lettura di un atteggiamento schivo …quasi sulla difensiva, con sfumature di timidezza in quel suo celarsi dietro il suo piccolo amico e di disarmante dolcezza nel carezzevole atteggiamento di quelle manone che sfiorano senza premere, …dall’altro ….alla fragile delicatezza di quel piccolo gattino bianco si lega la percezione di un atteggiamento quasi spavaldo e sfrontato, …per nulla intimidito dall’obiettivo che pare sfidarci dallo scuro del suo impenetrabile sguardo …con fermezza e consapevolezza.
Un contrasto che è anche nella pregevole distribuzione delle masse tonali, ….nella geografia di un chiaroscuro che alla scura carnagione dell’uno contrappone il candore dell’altro, quasi a rimarcare quel diverso modo di “stare” …di porsi davanti all’obiettivo che altro non è poi che un modo di …raccontarsi.
Si raccontano. Ma lo fanno i protagonisti della scena, …inconsapevolmente e d’istinto, …al di là della loro apparenza formale …a dispetto di ciò che appare e che potrebbe essere interpretato ad una prima rapida occhiata, …svelando inaspettate sfumature di dolcezza e ritrosia l’uno, …sicurezza e spavalderia l’altro.
Ed è proprio questo ribaltamento dal piano formale a quello dei contenuti il dato vincente dello scatto, …quel suo sparigliare le nostre abitudini associative logico-formali e stupirci con inaspettata ironia e sagacia.
Perché il candido manto del gatto non è qui l’espressione di una fragile delicatezza da difendere e coccolare, ma il suo “bianco” si impone come espressione di una sorta di protagonismo, spavaldo e consapevole e di fatto …anche da un punto di vista squisitamente formale tutto l’impianto grafico dell’immagine sembra implodere come facesse perno attorno alla figura del piccolo felino che assume il ruolo di vero padrone della scena.
E’ il suo “bianco” a tenere in piedi tutta l’architettura dello scatto convogliando la lettura del suo impaginato verso quell’omphalos visivo e narrativo …quell’occhio che come da una posizione privilegiata e protetta ci scruta e si racconta nelle inaspettate sfumature di una personalità tutta da scoprire, …ci scruta e racconta di un rapporto tra i due che ci fa sorridere e commuovere proprio per quel salto …quella strana ed ironica discrasia che le nostre abitudini associative fanno difficoltà a superare nell’immediatezza, …quell’occhio che nelle parole del nostro magnifico Edgar è espressione insieme ad ogni più piccolo particolare dell’immagine di un "racconto, lungo una vita, condensato in un attimo, lucido e intenso”.
Io non riesco a nascondere un po’ di sana invidia per questa immagine, ….davvero.
Un abbraccio
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giulia di gianni1976 commento di aerre |
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Composizione coraggiosa quella di questo ritratto che sbilancia generosamente di lato la posa della piccola Giulia ...quasi volesse creare quello spazio necessario perché il suo sguardo avesse il giusto respiro per spingersi lontano.
E ...si spinge lontano ...lontanissimo, lo sguardo di Giulia, scuro ...impenetrabile e curioso, verso un centro di interesse fuori campo che accentua il carattere evocativo del racconto dello scatto.
In questo senso, ...complice lo sfondo scuro che fa staccare con forza il primo piano e non presenta elementi di distrazione, ...la composizione è corretta nell'assecondare il dato emozionale del ritratto.
Trovo però che la posizione della piccola risulti anche troppo periferica, tanto che lo spazio a destra ...quello che accoglie la linea di forza del suo sguardo, finisca con l'essere anche un pò dispersivo, diluendo l'intensità espressiva del ritratto stesso.
Forse avrei slittato l'inquadratura a sinistra, senza tagliare la figura o ancora meglio adottato un taglio quadrato che ridistribuisse i pesi tra chiaro e scuro a favore della piccola nel ridurre lo spazio a destra, assecondando così ed accentuando tra le altre cose la stessa leggera posa diagonale del busto e dell'asse del viso, propria di chi si spinge leggermente all'indietro per dare maggiore forza alla fuga in avanti dello sguardo.
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Diletta di Gennaro Morga commento di aerre |
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...Vibra di note di freschezza e delicata dolcezza questo ritratto dal sapore di una quotidianità familiare fatta di gioco e spensieratezza.
L'dea di inquadrare lasciando che la presenza del primissimo piano sfuocato di un cespuglio si frapponga tra l'obiettivo ed il soggetto, fa si che si realizzi una sorta di "traguardare", ...un guardare attraverso cioè, come se l'universo della piccola Diletta venisse colto dal segreto di una posizione privilegiata e la potessimo osservare senza esser visti.
Un "traguardare" che assume una certa suggestione emozionale nell'accentuare il carattere del ritratto come quello di uno sguardo rivolto con il respiro sospeso, ...a distanza e di nascosto, ...con il cuore in gola mentre osserviamo in bilico tra mille tempeste di paura e d'amore, l'universo segreto e a tratti impenetrabile dei nostri piccoli.
E Diletta è raccontata così, ...libera ...a piedi scalzi, ...spensierata e immersa nell'atmosfera di un mondo che le appartiene e che non possiamo che guardare a distanza. Anche il fatto che la piccola non guardi in camera, rivolga altrove la sua attenzione mentre passeggia serena al centro di quel mondo, ...non fa che aumentare la sensazione di indugiare sul limitare di un universo che non ci è dato di oltrepassare, ...come se per quella volta ...in quell'istante ...non ci fosse dato di partecipare del segreto di un mondo intimo e privato che resta inaccessibile nella freschezza e nella magia del suo incanto.
Molto bella la tavolozza, ...fresca ...brillante ...vibrante nel contrappunto tra l'intensità verde oro della sua cornice naturale e la delicata dolcezza dell'incarnato o della trasparenza luminosa del vestito.
Molto suggestiva e di grande fascino evocativo.
Proverei a stringere un pochino sul soggetto mantenendo ovviamente i 2:3 del frame verticale, così da spingere la piccola un pò più sul terzo a destra. Dettagli ...piccoli dettagli ovviamente, ma forse tagliuzzando via qualcosa in alto e a destra si riesce a concentrare maggiormente l'impianto figurativo sulla figura della piccola dandole più "presenza" scenica.
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