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turi di quentin commento di Staff Photo4U |
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Complimenti quentin, la tua foto e' stata scelta dallo Staff come Foto della Settimana dal 31 Luglio al 6 Agosto 2017 della sezione "Reportage e Portfolio"
Potrai vedere tutte le altre Foto della Settimana delle varie sezioni, cliccando sulla miniatura della Foto della Settimana ospitata in Home Page, oppure dalla pagina Le migliori della settimana.
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turi di quentin commento di nerofumo |
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A parte la scelta della giusta sequenza a me sembra un lavoro ben congegnato. Il soggetto è di quelli che se ne trovano pochi, la partecipazione è assoluta e la consapevolezza di far parte di un discorso è grande. Trovo solo l'ultima foto, la distruzione della chitarra non immediatamente leggibile, bisogna soffermarcisi un pò, il mosso eccessivo ha ridotto troppo la visibilità dello strumento e quindi limitato il finale. Mi rendo conto che non potevi rifarla  |
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turi di quentin commento di sandrinosandrino |
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Alcune espressioni colte sono molto interessanti e fanno pensare ad un rapporto instaurato con il soggetto.
Proprio per questo trovo la proposta troppo superficiale, il tema merita sicuramente una profondità di racconto maggiore. In questo modo sembra quasi un set posato.
Un saluto |
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turi di quentin commento di Antonio Mercadante |
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Caspita, il tipo spacca! un breve racconto che non lascia indifferenti, il soggetto è molto particolare e quntomeno interessante. Compositivamente, trovo i singoli scatti perfettibili, dopo 6 scatti con ripresa dal basso le linee cadenti si fanno notare. Ho qualche perplessità per la sequenza, principalmente per gli scatti con e senza camicia che mi inducono a pensare ad una sequenza non lineare. Avrei osato un pochino meno con il B/W che per i miei gusti è troppo spinto. Anche la vignettatura la trovo eccessiva. Tutto quanto solo secondo il mio parere personale assolutamente discutibile. Buone comua comunque l' idea di base e le espressioni colte. Un caro saluto  |
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la morte nascosta di quentin commento di quentin |
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Leggo adesso i commenti.
Che dire. Ringrazio Tutti Voi per essere intervenuti e anche per avere messo in vetrina il reportage che ho postato.
E' doveroso che faccia anche io un intervento.
L'idea della realizzazione di questo reportage è nato parecchio tempo fa. E' molto importante sapere come è composta l'industra del cibo (oramai è tutto indistrializzato). Dopo aver fatto una preparazione sul servizio, su di come doveva essere raccontato, il messaggio da proporre allo spettatore, il tipo di inquadrature da utilizzare, ho cercato di farmi autorizzare a scattare in un mattatoio.
All'inizio non è stato per niente facile, quando rilasciavo la domanda di autorizzazione i proprietari erano scettici, molti erano dubbiosi in quanto un servizio insolito.
Uno mi disse addirittura che era la prima volta che sentiva questo genere di richiesta e tutti mi rimandavano molto gentilmente formulandomi la solita frase "Le faremo sapere". Fu lo scorso anno che mi si presentò l'occasione con una persona che conoscevo e che lavora in quel posto. Gli spiegai il mio progetto e lui acconsentì in quanto interessato al progetto proposto.
Era fatta, ora dovevo solamente superare il phatos emotivo che si ha quando si entra la dentro.
Mi presento di prima mattina e immediatamente entro nella sala di macellazione. L'aria era gelida, tutto intorno a me era pulito, alcuni lavoratori erano già pronti e mettevano a punto le macchine. Superato il momento di disagio iniziale, mi metto a dialogare coi lavoratori dandomi indicazioni su dove dovevo rimanere io, in quanto non potevo stare vicino i macchinari. Acconsento e mi metto nella postazione che mi indicano loro.
Entra il veterinario, si presenta compiaciuto, successivamente l'ispettore sanitario presentandosi anche lui compiaciuto. Tutti si mettono nelle loro postazioni. Si sente alzare una saracinesca, un uomo si posiziona in alto a una gabbia con una pistola ad aria compressa.
Da un corridoio metallico entra un bovino entrando in una gabbia. qualche secondo di silenzio e subito dopo uno scoppio secco e ovattato seguito da un tonfo pesantissimo. Si apre subito dopo una portiera e il bovino orami è stecchito. Viene appeso con delle caten meccaniche e subito dopo inizia il processo di industrializzazione.
Subito dopo un atro bovino e così via.
Nella stanza dapprima avente un odore sterile, si riempie gradualmente con quello del sangue. Un odore forte e dolciastro impregna tutto lo stabile.
Esco fuori e vedo una mucca che apsetta il "suo" turno.
Mi ci avvicino. Lei inizialmnte è spaventata, poi si avvicina e la accarezzo. Lei gioca con me dandomi dei colpetti col muso e guardandomi fisso. Io guardo lei pensando cinicamente che lei fa parte del nostro fabbisogno nutrizionale, quindi era giusto che si facesse così.
La vedo entrare e subito dopo il tonfo mortale.
Entrato di nuovo la dentro vedo la cella frigorifera piena di bovini già appesi e ripuliti di tutto, pronti per essere serviti nei nostri piatti.
Detto questo ho voluto realizzare questo servizio NON per essere un animalista (la carne la mangio anch'io) ma per raccontare una giornata in una industria che soddisfa il nostro bisogno nutrizionale. |
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la morte nascosta di quentin commento di Tropico |
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Mario Zacchi ha scritto: | Il relativismo è il male del nostro tempo, ma la scienza non ne è coinvolta perché è "concettualmente" oggettiva. La scienza nasce quando si capisce che l' osservazione e la spiegazione del fenomeno devo prescindere da interpretazioni ispirate a qualsivoglia posizione ideologica. E' come una sorta di definizione fondativa. Prima di questo non era scienza: era religione, superstizione, credenza, ecc. e quindi si trattava di visioni relative. Non vorrei che per relatività della scienza tu intendessi che, nel tempo, certe posizioni cambiano. Ma questa è incompletezza: ogni giorno scopriamo qualcosa che integra o corregge; ma corregge o integra questo o quello e non il principio scientifico che resta oggettivo per definizione.
Avete parlato a lungo di neotopografia, mi pare, in un tread recente. Lo scopo di quella impostazione è "registrare". E' quindi obiettiva (oggettiva) quella fotografia? Alla fine no: anche quella è una posizione mentale particolare prima ancora che fotografica. Documentare e basta è di fatto impossibile e, forse, non esiste "il documento". Inevitabilmente si passa per la scelta di un registro narrativo e il registro è già, da solo, messaggio. |
Sui neotopografici siamo d'accordo e mi piacerebbe tu intervenissi in quel thread perchè son certo che lo arricchiresti molto.
Così possiamo parlare anche della questione del relativismo e del ruolo della scienza che in qualche modo sono connessi, se sei d'accordo, visto che il discorso è lungo e qui giustamente non sarebbe il thread adatto...  |
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la morte nascosta di quentin commento di Mario Zacchi |
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Tropico ha scritto: | Cosa è oggettivo? io credo nulla, tutto è relativo compresa la scienza. |
Il relativismo è il male del nostro tempo, ma la scienza non ne è coinvolta perché è "concettualmente" oggettiva. La scienza nasce quando si capisce che l' osservazione e la spiegazione del fenomeno devo prescindere da interpretazioni ispirate a qualsivoglia posizione ideologica. E' come una sorta di definizione fondativa. Prima di questo non era scienza: era religione, superstizione, credenza, ecc. e quindi si trattava di visioni relative. Non vorrei che per relatività della scienza tu intendessi che, nel tempo, certe posizioni cambiano. Ma questa è incompletezza: ogni giorno scopriamo qualcosa che integra o corregge; ma corregge o integra questo o quello e non il principio scientifico che resta oggettivo per definizione.
Avete parlato a lungo di neotopografia, mi pare, in un tread recente. Lo scopo di quella impostazione è "registrare". E' quindi obiettiva (oggettiva) quella fotografia? Alla fine no: anche quella è una posizione mentale particolare prima ancora che fotografica. Documentare e basta è di fatto impossibile e, forse, non esiste "il documento". Inevitabilmente si passa per la scelta di un registro narrativo e il registro è già, da solo, messaggio. |
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la morte nascosta di quentin commento di Clara Ravaglia |
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Citazione: | PS: io mangio carne circa 3/4 volte al mese. Ma non per religione: perché non mi piace granché. Quindi non ho un particolare interesse nella questione. |
Disarmante la affermazione di Mario ed assolutamente sincera. Io pure ho i suoi stessi ritmi di consumo.
Ma devo quotare anche Tropico
Citazione: | è vero che siamo onnivori e quindi anche carnivori ma la carne non è il nostro cibo migliore, il nostro intestino la digerisce male, i popoli come gli indiani d'America che ne facevano abuso invecchiavano prima, per dirne un'altra. Abbiamo dei canini molto piccoli rispetto ai carnivori per definizione, questo significa che non è certamente il cibo primario anche dal punto di vista evolutivo e comunque la nostra dentatura è più simile a quella degli erbivori che ai carnivori stessi.
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Tornando più strettamente al reportage, per me quintin , ha veramente "documentato" ciò che avviene nel mattatoio
Citazione: | ho voluto documentare l'attività |
ma ha messo counque molto di suo, volontariamente e involontarimente. E per me ciò che il titolo promette:
La morte nascosta
è mantenuto eccome, ma in un modo tutto particolare: nelle tinte, nei contrasti spinti, nelle inquadrature frontali e poi oblique, ogni cosa è in mostra, anche se ci fa credere di essere solo sottintesa visivamente. Un pico' come riflettere letterariamente sulla Lettera scarlatta: il miglior modo per nascondere qualcosa è metterla in bella vista.
Morsetti e catene, punte uncinate e coltelli affilati, fino alla più esplicita arma ad aria compressa... un crescendo di armamentario in sequenza. Un uomo senza volto ( spesso l'orrore non ha nome nè colpevoli, ogni responsabilità finale entra in una lungo filare di eventi) maneggia tutti gli strumenti, mentre la catena di montaggio delle varie fasi, agevola i sui atti. Dalla 1 più minimalista di apertura, si passa all'affilamento coltelli della 6, ad una 8 che regge obliquamente un arto in tensione, alla 10 che in pudica lontananza mostra il lavoratore all'opera nel suo ambito.
Ma qui c'è la lunga introduzione visiva di uan parete lisca e diagonale, con il cartello Vietato l'accesso, attenzione...
Un monito che qui suona sinistro, come un lasciate ogni speranza voi che entrate, vittime e carnefici....
Nella 12 un occhio spento si accascia, mentre nella 15 tutto è compiuto. Fino al grottesco involontario ritratto della 18, con un ovno dallo sguardo vuoto e nero, senza più occhi sul mondo. L'enfasi spettacolare da tanti notata trova nella 19 un Gran Guignol , un trofeo visivo che fa spettacolo , comunque sia, di se stesso .
La chiusura spetta alla foto 22, un finale che viaggia verso la ordinata asetticità delle confezioni da supermercato , che arriveranno ai nostri refrigeratori e tavole apparecchiate.
Per quanto riguarda la tecnica, per me parametro comunque molto importante, ogni ripresa,anche la più "sporca" e sanguigna , pare estremamente curata, vezzeggiata nei punti di ripresa, fin quasi all'autocompiacimento.
Ma pur non mostrandolo oggettivamente fino in fondo, per tutto il reportage si allude all'attimo cruciale, all'attimo di non ritorno, quel momento finale che sempre inquieta le nostre menti, in qualsiasi forma e contesto la vita ce lo mostri.
Per i vegetariani e vegani tutto è già scritto, per i carnivori convinti, c'è il rifugio nella parte enfatica del racconto, come se gli atti consumati fossero dei pezzi di teatro sotto le luci dei riflettori.
Per gli incerti... è un colpo forte.
per me stellina!
Ciao
Clara  |
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la morte nascosta di quentin commento di vittorione |
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Belle foto e bel reportage.
A mio modo di vedere l'approccio scelto dall'autore trasforma gli ambienti del mattatoio nel set di un film di genere splatter (sia detto senza alcuna connotazione dispregiativa), e non tanto per la quantità di sangue mostrato, né, tanto meno, per una violenza che è nell'aria senza mai palesarsi, o una morte che incombe più di quanto si mostri.
No, semmai è più dalla frequente ricerca dell'inquadratura ad effetto che sorge il rimando a quel genere. Come accade nelle foto 6, 9, 12, 18 (questa con una nota grottesca), 19. A queste si giunge dopo un incipit cauto: nelle prime tre foto si mostrano dei simboli (alcuni misteriosi), ma ancora non succede niente. Poi appare l'arma (4), quindi la vittima (5)... Un climax perfettamente scandito, di tono, anche questo, squisitamente cinematografico.
In questo senso mi trovo d'accordo con quanto afferma Mario Zacchi riguardo la non neutralità del lavoro, il suo non essere in nessun senso un servizio documentario , bensì un prodotto totalmente narrativo, appena punteggiato semmai da qualche foto in cui si raffredda il crescendo (10, 14, 21, 22), e comunque con una valida funzione di pausa, come è proprio della tecnica di montaggio in un thriller.
Detto questo, quali che fossero le intenzioni e a dispetto della coerenza tra queste e la realizzazione, trovo il lavoro assai ben fatto e confezionato con singoli scatti di gran qualità.
Ciao, V. |
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la morte nascosta di quentin commento di Tropico |
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Mario Zacchi ha scritto: | Sarà ... ma il tuo reportage è fatto di foto belle, ma ben poco oggettive, anzi: sono assai enfatiche. Nei fatti, è una visione abbastanza animalista della faccenda. Se davvero non voleva esserlo, quel certo modo spettacolarizzato di raccontare l' uccisione degli animali per scopi alimentari, morbosamente attesa dal pubblico orientato al pensiero vegan-animalista, ti ha inconsapevolmente preso la mano.
Il risultato è sicuramente meritevole come confezione; ma personalmente non lo premierei come coerenza con le dichiarate premesse nelle quali, nell' ultimo periodo (grammaticamente inteso) si legge anche una sorta di monito: ecco ciò che mangi. Quasi che essere carnivori in una società che, evolvendo, ci ha permesso di procurarci il cibo sui banchi del supermercato, su cui arriva mediante industrializzazione dei processi di allevamento e uccisione anziché attraverso la caccia con le nude mani (e a km zero, chiaramente, mi raccomando ...) sia una colpa. |
Mario Zacchi ha scritto: | Si può far religione di ciò che si vuole solo che così, spesso, si travisa la realtà. Incluso il fatto che siamo onnivori e quindi anche carnivori e non per scelta deliberata e assassina, ma per causa naturale, antropologica: evoluzione. Passando poi da poche centinaia di migliaia di individui sul pianeta a sei miliardi e passa, ci sta che servano altri sistemi per fornire il carburante necessario a non morire di fame. E se le piante potessero lamentarsi, visto che certo non godono quando le tagliamo, che faremmo? e lasciamo correre sul fatto che se tutti fossimo vegetariani (per risparmiare la vita agli animali che stanno sotto di noi nella catena alimentare) diventeremmo peggio del peggior sciame di cavallette mai visto sulla terra: altro che ecologia ....
Comunque non vorrei esser frainteso: ripeto che le foto sono belle (oltretutto Quentin mi piace come fotografo (vedasi miei commenti di anni fa a lui). Ma per me sono incongruenti con la dichiarazione d' essere "documentazione". Tu dici che non è importante? Per me sì. Se mi dici che fai A e poi fai B, per quanto B possa essere fatto bene io penso che non sei riuscito a fare A.
Chiaramente può anche essere che la mia percezione sia falsata.
PS: io mangio carne circa 3/4 volte al mese. Ma non per religione: perché non mi piace granché. Quindi non ho un particolare interesse nella questione. |
E' proprio il caso di dirlo, tanta carne al fuoco.
Però son tutte riflessioni interessanti quelle che proponi, ti leggo sempre volentieri perchè hai una mente che spazia anche se non mi trovo spesso d'accordo con le tue affermazioni. Andiamo con ordine.
Foto oggettive? Cosa è oggettivo, io credo nulla, tutto è relativo compresa la scienza. A maggior ragione un'immagine colta da un soggetto che come tale non potrà MAI essere oggettivo per definizione ma potrà solo offrire il suo punto di vista. Se questo è vero anche le religioni (in tutti i sensi, metaforici e non) non sono altro che interpretazioni della realtà che esiste ma che possiamo solo recepire soggettivamente a tutti i livelli. Poi uno può decidere di non aderire a nessuna religione ma non per questo diventa automaticamente "oggettivo", semmai nella migliore delle ipotesi fa leva su sè stesso quindi a maggior ragione è soggettivo.
Sono d'accordo invece sul fatto che il reportage alla fine renda un servizio agli animalisti contro le sue intenzioni (almeno così ho capito dall'incipit dell'autore), le immagini sono autentiche anche se enfatizzate, basta vedere alcuni documentari seri sugli allevamenti e sulla macellazione per rendersi conto di certe cose.
Poi è vero che siamo onnivori e quindi anche carnivori ma la carne non è il nostro cibo migliore, il nostro intestino la digerisce male, i popoli come gli indiani d'America che ne facevano abuso invecchiavano prima, per dirne un'altra. Abbiamo dei canini molto piccoli rispetto ai carnivori per definizione, questo significa che non è certamente il cibo primario anche dal punto di vista evolutivo e comunque la nostra dentatura è più simile a quella degli erbivori che ai carnivori stessi.
Infine, tornando al reportage, anch'io lo trovo abbastanza ben confezionato quasi da film thriller, poi i significati anche qui son relegati all'interpretazione soggettiva di chi lo osserva.  |
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la morte nascosta di quentin commento di opisso |
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Belle
Molte funzionerebbero bene anche singolarmente (es 19)
Mi piacciono soprattutto quelle con la luce più forte e "bianca" (1-2-4 ecc.).
Forse scorrendole un po' di disomogeneità nello stile e non molto "sequenziali". Ma visto che gli spunti fotografici erano molteplici, ci sta...
Insomma, complimenti...  |
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la morte nascosta di quentin commento di batstef |
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Reportage, crudo, quasi "chirurgico". Ricorda molto da vicino le immagini forti di alcuni recenti film horror (saw e hostel per citarne due molto noti).
Fotograficamente molto ben realizzato. |
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la morte nascosta di quentin commento di Antonio Mercadante |
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Un notevole gioco di vedo non vedo che piano piano svela fino ad arrivare ad immagini molto forti. Tutto confezionato con una buona gestione di luci e colori e con una composizione che decisamente apprezzo. Un caro saluto  |
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la morte nascosta di quentin commento di essedi |
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Reportage ottimamente realizzato,crudo ma non raccapricciante come l'argomento poteva indurre.Anche la tonalità alta sembra rendere tutto più asettico e quasi chirurgico.Complimenti! |
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la morte nascosta di quentin commento di Mario Zacchi |
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Si può far religione di ciò che si vuole solo che così, spesso, si travisa la realtà. Incluso il fatto che siamo onnivori e quindi anche carnivori e non per scelta deliberata e assassina, ma per causa naturale, antropologica: evoluzione. Passando poi da poche centinaia di migliaia di individui sul pianeta a sei miliardi e passa, ci sta che servano altri sistemi per fornire il carburante necessario a non morire di fame. E se le piante potessero lamentarsi, visto che certo non godono quando le tagliamo, che faremmo? e lasciamo correre sul fatto che se tutti fossimo vegetariani (per risparmiare la vita agli animali che stanno sotto di noi nella catena alimentare) diventeremmo peggio del peggior sciame di cavallette mai visto sulla terra: altro che ecologia ....
Comunque non vorrei esser frainteso: ripeto che le foto sono belle (oltretutto Quentin mi piace come fotografo (vedasi miei commenti di anni fa a lui). Ma per me sono incongruenti con la dichiarazione d' essere "documentazione". Tu dici che non è importante? Per me sì. Se mi dici che fai A e poi fai B, per quanto B possa essere fatto bene io penso che non sei riuscito a fare A.
Chiaramente può anche essere che la mia percezione sia falsata.
PS: io mangio carne circa 3/4 volte al mese. Ma non per religione: perché non mi piace granché. Quindi non ho un particolare interesse nella questione. |
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