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Riflessi 03 di d.kalle commento di giorgio |
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d.kalle ha scritto: | State...Riflettendo?  |
Si. Su cosa si intenda per "immagine".
Da questa, e altre parti, pensando che derivi dal tardo latino "imitaginem" (Porfirio) o meglio da "mimaginem" (dal greco "mimeomai" = imito ), o da un lontano "imgo" (che sarebbe un primitivo vocabolo ugro-finnico, "agglutinato" ad indicar "visibile", più che "imitato"), si tende a ritenere che con "immagine" si possa onnicomprensivamente concepire la "rappresentazione" di un quid qualchessia mediante la pittura, la scultura, la fotografia, ecc. E siccome niente è più stabile d'un errore che entra nella consuetudine del pensiero, prima che del linguaggio, tralaticiamente, per "immagine" si intende solo un' "imitazione", senza troppo curarsi che sia resa con mezzi espressivi "manuali" o "vocali". Se resa con i "manuali" ( a parte gli attrezzi usati per realizzarla ) essa può esser "figurata", "sfigurata", "astratta", "materica", "enucleata", ecc. Ecco, la tua - se immagine fosse, e quindi "rappresentazione" di una purchessia cosa - potrebbe essere un'immagine "sfigurata", o, nel suo spargersi e moltiplicarsi in strie e blocchi di colore, una "materica", o, nel suo intimo bisogno d'espressività "di per sè", una rappresentazione "enucleata", o altro ancora. Bene. Ma premettere tutto ciò serve solo a chi ritiene che un' "immagine" possa e debba essere qualcosa di ben più complesso e diverso da una pura "rappresentazione" e sia altro e ben diverso da quello. La questione venne ritenuta interessante (so bene che oggi pochi sono curiosi di conoscerla) e affrontata, prima che da altri, da un signore campano, Francesco De Sanctis, nato poco meno di duecento anni fa a Morra Irpina. Essendo uno scrittore e un critico letterario, Egli concepì un'opera formidabile, la "Storia dela Letteratura Italiana", ove, appunto la "storia della rappresentazione" si stacca dal consueto suo modo d'esser intesa e diviene il centro di una complessa, entusiasmante indagine che culmina nel riconoscimento della "Fantasia", qual mezzo "estetico" (quindi "etico", perchè dall' "etica" promana) occorrente alla rappresentazione di valori che noi, tutt'insieme come sono, definiamo "Arte". Ossia, mi spiego semplicemente. Afferma, dunque, il De Sanctis che non interessa indagare cosa si intenda per "rappresentazione" - essendo essa frutto d' "attività intima" sfugge a ogni descrizione - importa, invece, coglierne il suo vero senso, ch'è semplice e complesso a un tempo: Semplice: è rivelazione d'un evento esteriore o interiore che ha un senso; Complesso: è prefigurazione o presentimento d'un intima significanza che non si mostra coi mezzi della Scienza (se non in via mediata) ma con quelli della Fantasia (che son quelli che posseggono le 7 Muse + l'ottava ). Insomma, credo tu abbia capito che della tua fotografia mi interessa capire se essa "rappresenti" qualcosa e se quel qualcosa appartenga al mondo dei valori dettati dalla Fantasia. Del suo esser "immagine", nel senso che noi comunemente diamo al lemma, o meno, non mi interessa affatto.
Cominciamo allora coll'analizzare la forma della tua "significazione", premettendo una solenne affermazione: sia stata ottenuta così o cosà, "fabbricandoti" il fluido o semplicemente elaborando superfici colorate, è totalmente fuori dai mezzi della mia presente indagine critica.
Dunque. I tuoi "Riflessi 03" si presentano come un emergere di un "continuum" di simboli dalla superficie d'un fluido, segnato a bande verticali policromiche; partendo da sinistra: azzurro carico, rosso mattone, caffellatte. La dominante tonale della significazione è, comunque, quella policromicamente contenuta nei geometrismi simbolici: nera, verdone, verde, "sigillati" entro una circuitazione bianco-grigio perla. La tonalità coloristica non presenta dissonanze cromatiche, è piacevole e inquietante a un tempo; ciò per il cangiamento della superficie - che ordinariamente, così come in ogni fluido, è tonalmente omogena - e per il moltiplicarsi dei geometrismi assimilati nell'opera. In pittura, due grandi, intesero il senso di questi "continuum" ossessivi, "affogati" in un insieme apparentemente equilibrato nelle sue "quinte di fondo". Primo fu Giuseppe Capogrossi, poi Antonino Virduzzo. I due, nella storia dell'arte, percorsero un lungo tratto in modo esemplarmente omogeneo, anche se distinto e distante nelle "proiezioni future", che da quello presero origine. Accomuna i due ciò che sembra qui riemergere in quest'opera: una forza eccezionale nell'affermazione della ripetitività d'ogni qualità materiale, fino all'ossessione d'una "congrua maledizione" d'un vissuto a isole, a lembi materici, privi d'ogni senso se non quello del loro divenire continuo in una sorta di replica di sè. L'essere racchiuso entro quei lembi non sfugge ad essi essendo illuso della loro "bontà" e "totalizzazione" (il bianco che racchiude le isole è appunto il segno della "purezza illudente" ).
Se è vera l'asserzione che "forma dat esse rei" (la forma dà l'essenza dell'ente) può intanto dirsi che l' "apparente" della tua opera è ricco di qualità formali e narrative.
ps. Ricordo d'uno che mi disse di non aver affatto inteso che un suo buon lavoro possedesse le qualità che io in esso scorgevo. Ovviamente gli risposi che sarebbe un bel guaio se i padri si mettessero a capire i figli... |
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Madrid_street di alfing commento di giorgio |
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Una gran bella foto, che a mio parere meriterebbe d'una rivisitazione (ombre, alte luci, nitidezza). Capitolo a sè, l'efficacia pittorica dell'immagine sfocata degli avventori apparenti all'interno del locale, a destra: davvero notevole ! |
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la pausa di marie commento di giorgio |
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Andre@ ha scritto: | bel b/n e buona la comunicazione della foto.....neanche a me piace il taglio....un pelo di aria in più sotto e un pò di aria a sx.
comunque molto bella  |
Concordo, con una precisazione: trovo la comunicazione eccezionale. Lì, in quell'immagine, si respira proprio quel momento di sosta dal lavoro che consente agli operai una rilassatezza affaticata eppur gioiosa, in una sorta di recupero complessivo della lietezza del riposo e della comune partecipazione all'incontro. Bastano due note e Marie, con la sua compattina, compie un altro di quei suoi splendidi balzi nel regno della fantasia e della bellezza. Peccato non si veda più nulla di questa ragazza. Peccato davvero. |
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ALBEROBELLO 1° di bain commento di giorgio |
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bain ha scritto: | ... la pw, come rilevato, contiene "indelicatezze" (maschera di contrasto )...... |
E' lodevole che tu l'ammetta. Ed è un peccato davvero che 'sto contrasto sia tanto eccessivo, perchè l'immagine, e nei suoi aspetti compositivi, e in quelli
espressivi, risulta esser gradevolissima. |
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JUVENTUS di kjito commento di giorgio |
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Bark ha scritto: | ... spiegati meglio.. |
Mi sono spiegato benissimo e tu hai capito benissimo. E con ciò ho chiuso la mia interlocuzione. |
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JUVENTUS di kjito commento di giorgio |
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Bark ha scritto: | ....Quoto.. ... |
Ecco, questo è quello che conta  |
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JUVENTUS di kjito commento di giorgio |
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daniele.semenzato ha scritto: | il fenome vero...il fenomeno vero è ... |
Mancini e la paranza  |
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Portifino Vip di impressionando commento di giorgio |
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paoloilchimico ha scritto: | ...Ma il fatto di tagliarne una parte consistente mi lascia perplesso |
Si, così la foto è squilibrata. Io ho fatto un tentativo con CS2 Edit-Distort e credo di esserne uscito molto meglio. Se hai CS2 potrebbe essere che tu abbia seguito la via Filter-Distort-Lens Correction: ottima, ma se non si tratta di raddrizzamenti modesti ti mangia vivo..... !  |
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Portifino Vip di impressionando commento di giorgio |
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paoloilchimico ha scritto: | Hai ragione! E' storta  |
Senti, l'immagine è bella ed è assolutamente correggibile senza perderne alcun elemento essenziale. Io fossi in te lo farei perchè lo scatto lo merita davvero.  |
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alis di marie commento di giorgio |
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Quello che infastidisce è la sensazione d'uno scatto che, essendo stato "pensato", appare invece "istantaneo", pur se immerso in un' atmosfera tonale gradevole e risultando partecipativo di quella libertà espressiva che in marie è ben nota e apprezzata, esemplare direi. La sovraesposizione e il taglio del braccio sono certo guai evitabili e indicano una sorta di "affrettamento alla meta" non necessario. Avevi già colto abbastanza, tanto valeva rinunciare a qualcosa (pero ora) e banalmente collocare il soggetto in una più comoda posizione logistico-espositiva; non credi ? |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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TestaPazza ha scritto: | ... il fatto di non trovare nulla di così bello in questo scatto mentre altri si affrettano a commentare più che positivamente ti spinge a chiederti: "cos'è che non va? sono io che non capisco niente oppure c'è una spiegazione logica?"... |
Leggevo proprio ieri questa "presentazione" del modo di procedere ed essere della critica d'arte:
"Il giudizio di un essere umano è soggettivo sin dal più basso livello della percezione: ciò che percepiamo è mediato dai nostri neuroni sin dalla trasformazione dell'informazione originale (visiva, pressoria, ecc) nei "segnali" elettrici e chimici propri del nostro cervello. Oltre a questo ci sono tutti gli strati consci e inconsci che ci guidano nella percezione e nella valutazione, e questi sono in parte innati e in parte dipendono dal nostro vissuto. Non può quindi un'immagine evocare le stesse cose a tutti ".
I latini, col loro formidabile pragmatismo e capacità di sintesi, definivano tutto ciò con un "tot capita quot sententiae = tante son le teste quanti i giudizi". Ovviamente queste sono considerazioni che tu conosci benissimo, eppure occorrerrà premetterle, diciamo per "utilità". Venendo alla nostra questione più prossima, sulla foto io ebbi occasione di esprimere il mio parere - e lo confermo -, sembrandomi l'immagine dotata di quell'humus che solo una " libertà" vera e profonda del proprio essere, sentita come esigenza espressiva, può generare. Nel mondo dell'arte, del resto, ogni "originalità" è in sè disturbante, perchè inducente nella fatica della riflessione e della introduzione nella mente di idee ordinariamente aliene. Certo può essere che taluno fraintenda e assuma esser "arte" ciò che arte non è; o che i limiti di quella, nel caso x o y, siano meno o più estesi di quanto dal soggetto A o B invece ritenuti: tutto ciò rientra nel civile e normale confronto di idee. ( Ovviamente, non rientra in tale civile prospettarsi l'offendere il giudizio altrui servendosi di espressioni squallide come quelle che talora qualche raffinato "critico" usa e, guarda caso, riserva solo e sempre a chi non la pensa come lui ). Comunque la si intenda, un fatto è certo: ogni opera d'arte (o presunta tale) prescinde da "giudizi etici": il passo - e la grande critica d'arte ne è consapevole - è difficile, ma occorre compierlo: al di qua c'è la l'espressione estetica su cui cade la nostra attenzione; al di là il gravoso limite alla nostra più intima libertà: il oensiero. |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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janko ha scritto: | ..
consiglio vivamente di usare parole tue la prox  |
Dalla "quantità" del tuo mex si evince che tu hai inteso benisimo, quindi proseguirò serenamente ad esporre le mie idee come ho sempre fatto. |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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marie ha scritto: | hotto ha scritto: | Sarebbe bastato un leggero crop e sarebbe stata perfetta  |
cos'è un CROP?? |
Lo scarto d'una parte dell'immagine. |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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stefANYA ha scritto: | ... basta che si veda una ragazza e tutti impazziscono davvero)... |
Lupus in fabula. Ecco l'esempio d'una ripetuta, raffinatissima critica d'arte. Si riassume che la misura di un giudizio sia stata condizionata dal sesso dell'autore dell'opera oggetto d'esame. A prescindere dalla considerazione che d'un affermazione così dequalificante dell'opinione altrui dovrebbe darsi una qualche purchessia motivazione, resta il limite umorale (per non dir d'altro) di chi la esprime: scadente. Ovviamente, meglio sarebbe stato, anzichè preoccuparsi della ratio (nel caso ritenuta perversa) del parere altrui, preoccuparsi del proprio, meglio definendolo, semmai pianamente contestando l'altrui diverso avviso sul piano dei valori tecnico-estetici dell'immagine in questione. |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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TestaPazza ha scritto: | ...non vorrei alimentare ulteriormente la polemica ma...che ci trovate di bello? ... |
Vedi, tu garbatamente esprimi un tuo giudizio. Esso, sul piano dei valori, vale nè più nè meno che quello di qualsiasi altro che su questa foto abbia inteso pronunziarsi. Quindi, tu non alimenti alcuna polemica; la polemica la alimenta chi, anzichè metter a fondamento del proprio parere un'opera fotografica mette padreternisticamente a fondamento della propria critica il giudizio altrui. Notoriamente, la critica d'arte è materia di fortissimi contrasti; quando questi slittano sul piano del confronto personale escon dal perimetro del confronto d'idee ed entrano in quello della disputa (spesso da osteria , o da asilo nido : il che è anche peggio ). Ciao ! |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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chinchillart ha scritto: | ..Colpito e affondato.  |
E' l'ambito risultato perseguito da un bel giochino infantile , qui, ordinariamente , ci si interessa ad altro (o no ? ). |
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a la toilette di marie commento di giorgio |
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chrysalis ha scritto: | ...sia chiaro che la puntina di sarcasmo non è contro l'autrice, che ha postato lo scatto per sfizio, come lei stessa dice, ma per i signori che sembrano non capire più niente davanti a un bel sorriso |
Ma LOL !
Ipse dixit  |
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Verso l'alto #1 di V@le82 commento di giorgio |
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giorgio ha scritto: | Bella immagine davvero ! Estremamente equilibrata in ogni sua parte, quando invece sarebbe stato facile "perdere la testa" innanzi a tanto precipitarsi all'insù....Davvero un foto esemplare, illustrata da un colore sapiente ed efficace e complessivamente senza sbavature o incertezze. |
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