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...mi stavo rompendo! di i3a commento di civ833 |
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Scarso respiro dovuto all'uomo di spalle coi capelli biondi, e un po' dal taglio. Non male i colori e interessante l'idea dell'uomo sulla sinistra col giornale, avrei diminuito leggermente la focale. La cornice asimmetrica toglie respiro, renderei i lati destro e sinistro dello stesso spessore degli altri due. |
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In riva al mare... di MaxiII commento di civ833 |
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Avrei sottoesposto leggermente, anche a causa del viraggio è molto evidente una forte illuminazione che rende poco contrasto. Interessante il soggetto (che, ripeto, una sottoesposizione avrebbe valorizzato) e l'inquadratura, in cui però stona un poco il taglio alla palma sulla sinistra.
La cornice, asimmetrica, non mi convince, né mi convince il bordino bianco. |
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dreaming of another white di wilduck commento di civ833 |
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Non male. Un po' fastidiosa l'ombra in basso a sinistra, e forse avrei spostato l'inquadratura un po' più a destra per non tagliare così la montagna "piramidale" di destra. Quello a sinistra sembra il Cervino dall'altro versante. |
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Autunno di coccio commento di civ833 |
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Tornaci. Abbassa la focale, abbassa leggermente l'inquadratura, scegli una (o più) messe a fuoco, e scatta. Poi torna qua.
Si vede che vuoi far risaltare una scelta prospettica molto comune (nel senso di vista e rivista, poco originale se vuoi), ma cadi in più errori. Anzitutto la messa a fuoco, che apparentemente senza motivo cade su quella specie di ramo e il tronco subito dietro. Concentri l'attenzione di chi guarda su un oggetto che non è il soggetto della foto (che sembra essere l'effetto prospettico "autunnale" della vigna e del prato sottostante), se vogliamo lo distrai, e lo distrai più di quanto avresti fatto semplicemente non mettendo a fuoco nulla.
Ci vuoi dare uno scorcio di autunno. Però lo scorcio è costruito intorno a quel gioco di vigne ortogonali, e l'occhio invece cade su due cose. La prima è la foglia in primo piano, che ripresa così renderebbe bene se vi fosse tutta una linea di foglie, nel prosieguo del ramo di vigna, più o meno nella stessa posizione: ma non è così. Di conseguenza - secondo punto - l'occhio cerca e trova un'altra linea da seguire, quelle delle foglie un po' più a sinistra: una linea diagonale che però esce dall'inquadratura, col risultato che l'osservatore nota immediatamente una non convergenza al punto di incrocio delle due vigne, termina il segmento e finisce nel nulla, e questo può dar fastidio. Dar fastidio nel senso che non genera una sensazione di armonia, e nemmeno la rompe creativamente (pensa a una foto di due binari presa esattamente da metà, e pensa a una foto analoga ma con uno scambio aperto sul binario di destra: nel primo caso l'armonia è data dalla simmetria, ed è una foto riuscita ma semplice, nel secondo caso è data dalla rottura della simmetria, che incuriosisce l'occhio e migliora la resa estetica finale, rendendola una foto riuscita ed originale).
Inoltre i pali sono lì, verticali, occupano la scena quasi per sbaglio, e invece potresti valorizzarli con un'inquadratura da un po' più a destra, variando l'altezza come meglio credi. Perché da più a destra? Per enfatizzare il valore principale di questa veduta, la prospettiva delle due vigne che si incrociano, presa da un angolo "insolito" che metta al centro del messaggio della foto l'autunnalità delle foglie e il loro ripetersi, sempre uguali, nel malinconico e ovattato paesaggio autunnale.
Se hai un obiettivo a corta focale, usalo (grandangolo) avvicinandoti un po', la convergenza delle linee parallele - in uno scorcio "banale" come questo - può portare a dei risultati interessanti (oltre al principale, la sperimentazione, che ti porterà a intuire come valorizzare ciò che è fotogenico e a scartare i soggetti poco fotogenici).
La resa dei colori è insoddisfacente: c'è una generica slavatura, e scarso contrasto, ma la brillantezza non l'hai sacrificata per perseguire un particolare scopo espressivo. Decidi sul campo se preferisci poca profondità di campo (diaframma aperto, messa a fuoco su una zona ridotta) o grande profondità di campo (diaframma chiuso, maggiore senso di profondità e allora ti consiglio di ristudiare l'inquadratura). |
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Beautiful day... di Planar commento di civ833 |
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A parte la pendenza dell'orizzonte, che effettivamente è un problema. Osserva l'utilizzo che fai dell'albero destro: sembra una mano che si stende sulla scena e ce la presenta, si insinua come un rampicante in maniera abbastanza armonica, a parte forse la parte più in alto che "stacca" un po'. Se prendi l'albero di sinistra, però, troverai che questo effetto non si ripete: irrompono nella scena sia la chioma tagliata in basso a sinistra, che il tronco spesso che viene dall'alto, proprio al centro della scena. Inquadrando leggermente più in basso avresti reso entrambi gli alberi uniformi, sottolineando quella specie di cuscino che fanno alla vista dell'osservatore, toccandosi in alto al centro. Avresti eliminato parte delle fronde sulla sinistra (non l'estrema sinistra, lì l'albero è perfetto), il ramo imponente al centro (che va a stonare nella trama leggera e sottile creata dai due alberi) e lo "sbaffo" in alto a destra (dove per sbaffo intendo quel mucchio di rami messo là, leggermente curvo e non bilanciato da un analogo a sinistra).
Spostando l'inquadratura a destra avresti eliminato l'antiestetica chioma tagliata, lì a sinistra, e avresti ripristinato tutto il muretto a destra della coppia.
Per quanto riguarda il bianco e nero, l'illuminazione ti ha portato ad esporre molto le varie zone, in maniera non sempre piacevole. Prendi il lampione al centro: è di un grigio chiaro, a causa della luce, ma che concentra l'attenzione dell'occhio di chi guarda la foto, gli fa percepire slavatura e scarsa nitidezza. Prendi poi l'albero al centro: sottoesporre leggermente ti avrebbe fatto valorizzare le ombre, scurendo il tronco senza però perdere un dettaglio che, anche se già adesso è minimo, non è funzionale alla riuscita della foto. Prendi inoltre le nubi in alto a sinistra, la cui sovraesposizione non sta lì né per evidenziarne la tridimensionalità, né per marcarne il contrasto con la limpidezza del cielo sottostante; non suggerisce nemmeno la posizione della fonte di luce, che invece è fuori dall'inquadratura, e quindi attira l'occhio ma lo delude, perché resta solo un dettaglio e non un punto chiave della composizione.
Si ha l'impressione di essere accecati da un riverbero, poco piacevole in un panorama in bianco e nero, dove invece è possibile sfruttare la gamma tonale per giocare con luci, ombre e contrasti in modo da astrarre il paesaggio dalla contingenza delle cose e mostrare la tua visualizzazione di ciò che vedevi prima di far scattare l'otturatore. Questa foto, a mio avviso, sarebbe molto più personale e ben riuscita con un taglio più accurato e un bianco e nero più incisivo, che renda giustizia a una spazialità che a volte (prendi il lampione, prendi la sua ombra e quella dell'albero centrale che sono tagliate - e così non restituisci nemmeno una sensazione di "slavatura" giustificata da una fonte luminosa forte e imponente) è molto poco evidente. |
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Ciminiera 2 di Airluka commento di civ833 |
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Ah.
Nella versione originale, la post-produzione in basso sembra eccessiva e malriuscita, crea chiazze di colore appiattendo la gamma tonale del soggetto. Stessa cosa nell'angolo in basso a destra, contrasto eccessivo dovuto alla sovraesposizione delle barre verticali, poco piacevole in confronto alla più generale armonia del soggetto, che dal titolo è la ciminiera.
Nella versione ritoccata, beh, c'è ancora l'ombra del cavo... |
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Ciminiera 2 di Airluka commento di civ833 |
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Aumenterei il contrasto, scurendo i neri e rendendo così un po' più astrata la scena. Adatto anche un filtro rosso per il cielo, a mio avviso. Troppa profondità di campo per i miei gusti, metterei a fuoco la ciminiera e terrei il diaframma abbastanza aperto.
Pessima la cornice, aumenta la tonalità generalmente grigia della foto e ne sottolinea l'artificialità, invece di darle una sedicente tridimensionalità. |
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Siracusa di Tanino commento di civ833 |
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I colori sono un po' smorti, forse meriterebbe attenzione per provare a pensarlo in bianco e nero. Lo scorcio visto dal vivo deve essere interessante, ma in foto non rende sia perché il taglio dei balconi sembra approssimativo (penso al balcone sulla destra, appunto tagliato e leggermente fuori fuoco rispetto all'altro). Generale sovraesposizione del cielo, irreale nel suo eccessivo contrastare con il blu dell'acqua. La conversione jpeg sembra di scarsa qualità.
Lo scatto è di poco respiro, abbasserei la focale e scatterei da più in basso. Il balcone di destra è probabilmente asimmetrico di suo rispetto a quello di sinistra, perciò dovresti scegliere se valorizzarne la differenza o uniformarlo all'altro con un taglio e un'inquadratura appositi. Un'inquadratura da un po' più in alto, invece, consentirebbe maggiore respiro (più cielo senza però perdere questa specie di cortile marino, né lo sguardo al porto sottostante).
Soggetto caratteristico ma, almeno visto così, poco fotogenico. |
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La nebbia a gl'irti colli....... di renpasa commento di civ833 |
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Un po' spiacevole il taglio dell'albero a sinistra. Io non avrei proprio incluso il primo piano, al massimo avrei lasciato le punte degli alberi dando più spazio sia alla nebbia che alla parte sinistra delle montagne sullo sfondo.
Lo stacco tra il blu in alto a destra e la nebbia che piovigginando sale, anche se reale, lo trovo un po' fastidioso per la sua forma così quasi geometrica. Forse avrei scelto una focale minore per includere più dettaglio della nebbia a sinistra, regalandole un po' più di consistenza. |
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0035 di Maurizio Rugiero commento di civ833 |
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Sottoesporrei leggermente, per scurire un po' i neri ma guadagnare dettaglio nei bianchi, che dominano il soggetto della foto. E' un panorama equilibrato, insolito l'andamento circolare delle costruzioni nella vallata, che potresti valorizzare ulteriormente diminuendo leggermente la focale o studiando un taglio più mirato. Non male, anche l'inclusione del cespuglio a sinistra non è un banale esercizio di composizione standardizzato, ma contribuisce ad evidenziare questo senso di rotondità. Togliendo un po' di cielo comprimeresti la scena, focalizzando ancora di più l'attenzione dell'osservatore sulla vallata circolare. |
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Il giorno se ne va... di daniele.flo commento di civ833 |
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E' una foto molto difficile. La sottoesposizione generale non riesce a valorizzare il gioco geometrico - prospettico delle aste delle barche a vela, che anzi disturbano la visione di un tramonto con una fascia sovraesposta verticale, che un po' cozza con l'andamento diagonale del bacino portuale. E' un tramonto poco fotogenico, si potrebbe puntare sul fascino dello sfondo distante ma ci sono le barche in primo piano e non sono eliminabili, si potrebbe riprendere le costruzioni sulla sinistra mantenendo del tramonto solo la "scia", ma gli elementi di disturbo sono molti. Paesaggisticamente pesa molto l'ingombro fastidioso delle barche in primo piano, forse con una focale più corta avresti avuto maggiore respiro, forse aspettando qualche secondo avresti eliminato il problema della sovraesposizione del sole permettendoti di esporre di qualche stop in più, rendendo la foto più armonica, o di mantenere l'attuale esposizione scurendo un po' i "neri" ma evitando l'antiestetica sovraesposizione centrale. |
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Controcorrente di Steele commento di civ833 |
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Sembra lo stesso tizio del coccodrillo. Piacevole bianco e nero, lo cogli in una fase della camminata in cui sembra procedere lentamente, come rallentato dal flusso opposto sia della donna in basso (il taglio non mi convince molto, taglierei poco più su o amplierei l'inquadratura) che della "donna" più in là. L'uomo sembra soppesare il passo, come muovendo un piede per volta, controcorrente in un fiume popolato da rare creature che vanno nella direzione opposta alla sua (le "due" donne, più le persone dall'altro lato della strada).
Trovo la connotazione dello scatto sì piacevole, ma un po' povera, a causa dei molti elementi di staticità (il palo centrale, le bici parcheggiate sulla destra, la strada vuota) che distolgono un po' l'attenzione. Forse, e dico forse, avrei scattato in verticale in modo da includere solo l'uomo e la "donna" sullo sfondo, ed eventualmente (a questo punto non necessariamente in verticale) le persone sulla sinistra. Puoi provare un crop, se ti va, per vedere come renderebbe. Così la signora sulla destra è un po' impoverita dalla staticità dello sfondo, che non mi fa sentire l'uomo veramente controcorrente. Il tempo di scatto mi piace molto, congela l'istante in maniera efficace. |
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notitle14 di sangue_amaro commento di civ833 |
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Bel gioco geometrico, che non stona con l'"innaturalità" della posizione dei piedi dell'uomo ma che da essi è valorizzato, risultando semplice e speciale. Una foto che altrimenti sarebbe stata bella e banale, è impreziosita da una scelta prospettica semplice e insieme piacevole, con la barra della finestra che sembra dare il la al ciclico incrocio delle mattonelle, e le gambe dell'uomo lì, a segnare una presenza invisibile eppur sentita.
Bianco e nero non male, peccato per il tombino in alto, un po' tagliato, e il leggero (inevitabile, credo) riflesso che va dal tombino al punto in cui la tenda è scostata. Ma lo stesso tombino, insieme a quei tre-quattro oggetti per terra e ai piedi dell'uomo, descrive una linea ulteriore, leggermente incurvata verso sinistra, che parte dall'osservatore e raggiunge un orizzonte accennato dall'apparente infinità di incroci di quel gioco di mattonelle, suggerita dal fatto che non ne vediamo la fine, che non vediamo gli incroci laterali compiuti ma sono tagliati da un'inquadratura sapiente ed efficace.
C'è malinconia e amarezza, dietro e dentro questo scatto, c'è una forte carica astratta che ci libera dai confini del tempo e ci proietta in questo dedalo di incroci, dove l'uomo ha un posto laterale e nemmeno completo, ma non per questo meno importante. Malinconia, spleen direi, evidenziata dalla scelta di un osservatore fortemente esterno a questa scena, che quindi non è più vista dall'alto di un'astrazione assoluta ma è vissuta da un punto di vista che in un certo senso contraddice questa vastità apparente, senza però limitarne la portata, ma anzi in qualche modo negando a chi guarda quel mondo là fuori, quella triste armonia là fuori. |
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l'inutile ferrovia di marcopavani commento di civ833 |
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Bello scatto. Forse il bianco e nero sarebbe migliorabile (gli alberi sono scuri come la pelle dell'uomo, mentre avrei preferito distinguerlo leggermente di più), ma non mi sento di consigliarti modifiche. Perché la scelta prospettica è semplice ed efficace: il binario inutile che separa la parte destra delle baracche dalla zona morta tra i due binari, e l'uomo in primo piano e la donna più avanti sembrano immobili e spaesati in questo percorso senza senso intorno al quale è ormai cresciuta la "città". E a sinistra ancora un binario, dove una massa umana transuma lentamente, quasi immobile nella sua lontana imponenza: sarebbe una foto perfetta senza l'uomo in primo piano, ma lo è ancora di più includendo lui e la sua espressione di amaro sorriso, con cui guarda disilluso un futuro che vive sia in fondo a quella ferrovia che oltre quel binario deserto, in uno scorcio di sofferta civiltà in cui l'uomo accetta quest'eredità cinquantennale e "ci vive intorno", con la naturalezza senza tempo di chi non può che accettare il proprio destino - qualunque esso sia.
E' una scelta azzeccatissima, un attimo di vita colto nella sua semplicità e nella sua interezza sfruttando la naturale suddivisione in quattro piani di una scena che un occhio esperto avrebbe facilmente banalizzato, documentandola piuttosto che facendola vivere in un bianco e nero semplice ed efficace.
Ti ringrazio per non averla rovinata con una cornice. La "vignetttura" in basso a destra contribuisce a questa "prospettiva emotiva", portando l'occhio a seguire la linea di fuga delle rotaie e l'"occhio interiore" a seguire lo sguardo dell'uomo in primo piano, e lo spettatore a guardare assieme a lui la desolante e insime viva realtà che attecchisce intorno a quei binari, come una ferita intorno a cui è l'umanità a rimarginarsi. Niente male. |
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il cucciolo di marilena commento di civ833 |
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Abbasserei l'inquadratura, sceglierei una profondità di campo tale da rendere ben nitido almeno il muso, cambierei il colore dello sfondo (sceglierei un colore caldo, il blu un po' stona) e darei una bella carezza al piccolo.
Attenzione a sinistra, lo stacco tra il blu del contesto e quel marrone distoglie un po' l'attenzione. |
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Linea di rocchiale commento di civ833 |
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Piacevole scelta prospettica che taglia bene l'immagine. Forse avrei provato un'inquadratura leggermente arretrata e da poco più in basso, perché se il palo sinistro e quello intermedio hanno il loro giusto posto ai margini della fotografia, il palo di destra perde un po' della sua maestosità a causa della sua inclinazione sul piano della foto, e perché troppo vicino all'angolo inferiore destro.
Potrebbe essere gradevole in bianco e nero, a patto di dare un mezzo stop - uno stop di sottoesposizione alla neve in basso, che trovo eccessivamente bianca. Aumenterei un poco anche il contrasto del palo di destra, per suggerirne meglio la tridimensionalità e per caricarlo di espressività.
Così com'è, lo sfondo sembra un fondale dipinto, con leggera vignettura agli angoli. La sua non uniformità forse si potrebbe valorizzare, per distinguerlo dalla neve sottostante, distinzione che ritengo necessaria per sottolineare la linearità. Quello che ne deriverebbe sarebbe una linea esile, sospesa su un mondo indistinto e dalle tinte tenui, imponente sull'insignificante vuotezza di un paesaggio altrimenti arido, sorretta da pali ben conficcati in questa generale pace fastidiosa e appiccicosa.
Un'ulteriore modalità di ripresa sarebbe un po' più a sinistra e più in basso, in modo da includere i soli pali centrale e destro, rimarcandone maggiormente il carattere astratto, maestoso e insieme lieve e sospeso come un filo teso nel deserto. Ma sono scelte ed esperimentazioni personali. |
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Le fantôme de glace di Lili commento di civ833 |
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Avrei evitato di tagliare così tante parti del "fantasma", oppure avrei usato una focale più lunga, puntando sul gioco geometrico della neve ma perdendo così la connotazione che dai nel titolo.
Il cielo mi dispiace così poco uniforme, la parte chiara in basso è proprio tra le parti del "fantasma" e stacca un po' la sua figura, appunto, in parti, in sezioni slegate, facendo perdere (leggermente, però) la sensazione di un tutto.
Ad una prima occhiata allo sfondo, la foto sembra storta. Se non è così, come credo, tieni comunque presente che è un ulteriore elemento di disturbo ad una composizione delicata e difficile da cogliere, come quella del fantasma. Abbasserei di un terzo di stop, per vedere l'effetto che si avrebbe su contrasto ed aree sovraesposte. |
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s.t. di Pio Baistrocchi commento di civ833 |
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Ti dirò, mi piace la scelta di profondità di campo della prima, è caratteristica, ma avrei preferito uno scatto fatto da più in basso, per ovviare allo stacco evidente tra parte a fuoco/parte non a fuoco mediante una riduzione dell'estensione verticale del prato. La sensazione che ho è che la parte a fuoco sia "staccata", in un certo senso, dal resto della composizione, come se fosse sopra un piano elevato rispetto a quello del resto del prato, e la sensazione è violenta e poco graduale nella sua rappacificazione nell'indistinto del "non a fuoco".
La seconda versione invece sembra più matura ed equilibrata, ma per questo anche un po' più consueta. Vi si nota di più il taglio dell'albero in fondo a sinistra, leggero elemento di disturbo che, chiudendo il cielo a sinistra proprio nel punto in cui si congiunge con la terra, rompe ulteriormente una simmetria già (positivamente) rotta dal decentramento del canale.
La prima è un bel soggetto su cui lavorare. E' una sfida, se ti piacciono le sfide coglila al volo, altrimenti puoi benissimo restare nella comodità della seconda versione, che non toglie nulla allo scatto e all'idea tranne un po' di originalità "border line" in parte compensata da un generale equilibrio. |
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mattina di gemini9 commento di civ833 |
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damp73 ha scritto: | non ci vedrei un cielo più scuro,che sarebbe innaturale |
Un solo appunto, ché il resto sono gusti: l'aggettivo "naturale"...  |
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terra di siena... di cacioli david commento di civ833 |
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Trovo paesaggisticamente positivi sia lo sfondo di montagne che la vigna sulla destra. Meno, da un punto di vista compositivo, i pali più in fondo, il tratto di ghiaia in basso a sinistra.
Hai voluto cogliere una particolarità di questo paesaggio (con questi due vantaggi e questi tre svantaggi), cioè l'albero doppio, che sembra quasi risorgere dal basso di una vita, e di una morte, precedenti. La profondità di campo porta inevitabilmente a rendere forti e fastidiosi gli elementi di disturbo, rendendo l'immagine un po' troppo contaminata da "fattori esterni".
Cos'avrei fatto io? Probabilmente taglio verticale, via quella brutta cornice e scatto non paesaggistico, ma "ritratto" all'albero.
Cosa farei con questa foto? Beh, farei molta attenzione alla slavatura dei colori e soprattutto al cielo, un po' slavato e un po' troppo tenue, che ha sul resto dell'immagine un effetto come quello della foschia, senza per il vantaggio di staccare l'albero doppio dagli altri elementi.
Colori poco nitidi, dicevo. Altra cosa l'inquadratura, che avrei spostato a destra il necessario per mantenere sì l'albero per intero, ma permettendo all'occhio di non doversi soffermare su quei pali e sull'insieme di case sulla sinistra, poco fotogeniche rispetto a quelle di destra. Oppure, per evitare problemi con quel palo a destra, mi sarei spostato decisamente a sinistra, cogliendo l'albero da quel lato e migliorando un po' la resa dello sfondo, ma ritrovandomi così con una parte di cielo meno variegata.
Cerca, in generale, di chiederti: gli elementi di disturbo, che per me che questa scena l'ho vissuta passano in secondo piano, sono percepiti come insignificanti anche dall'occhio vergine di chi vede solo la foto ? Riesco a trasmettere il giusto in un linguaggio comune, o sto dicendo troppo in una lingua che ha potenzialità diverse, e per certi versi minori?
Intanto, se puoi e vuoi, puoi provare a lavorare sul cielo, che così è poco piacevole. |
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