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Casa mia di filippo1978 commento di filippo1978 |
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Ciao Mario, in questa "storia" il concetto non è tanto spostarsi da casa e quindi maturare ma il concetto è EMIGRARE.
E' una cosa molto diversa, significa come ha sottolineato giustamente nerofumo, non sentirsi appartenere ne alla città in cui si va ad abitare, ne alla città da cui si proviene, significa non avere più radici.
Quando Silvia infatti va a trovare i suoi genitori rimane il più delle volte in casa, forse la sola cosa in cui può ritrovare qualcosa di fermo, le sue radici. |
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Casa mia di filippo1978 commento di Mario Zacchi |
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Le tue foto mi piacciono sempre. Sullo spostarsi da casa forse è ora di maturare. Il che costa fatica senza dubbio. |
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Casa mia di filippo1978 commento di filippo1978 |
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Esattamente nerofumo, hai centrato il bersaglio, quello che hai descritto è quello che ho visto in tutti questo anni che ho vissuto con Silvia. |
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Casa mia di filippo1978 commento di nerofumo |
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La fame e la sete
Lo ricordate vero il titolo del film di Albanese ?
Al di là della comicità della pellicola a me questo titolo fa venire in mente esattamente quello che letteralmente vuol dire e cioè la fame intesa come fame e la sete come sete.
Perchè parlare di fame e di sete ai giorni nostri, con le tavole imbandite di ogni ben di dio, col vino che scorre a fiumi e il profumo dei dolci che corre di casa in casa ? Ma per parlare di voi cari emigranti che ovunque vi trovate adesso sicuramente ci sarete arrivati perché voi, i vostri genitori o i vostri nonni la fame e la sete le avete conosciute veramente.
L’emigrazione non è un fenomeno a me estraneo e posso quindi permettermi di descrivere lo stato d’animo di un emigrato che intanto è un immigrato nel posto dove decide di andare a vivere, solitamente un luogo sovrappopolato del norditalia ma anche Germania,
America, Australia, ecc. ; il pacco di cartone legato con lo spago dei nostri nonni è stato sostituito da una robusta e capiente valigia di pelle in cui tutto ci si mette tranne il profumo di zagara che sento mentre scrivo; un biglietto di sola andata per Milano viene acquistato quasi di nascosto poiché si sa che la propria vita passata in paese verrà cancellata e una nuova vita fatta di non si sa cosa ci si apre davanti; i primi problemi, la casa, la macchina ,il condominio, i tram e la metropolitana ,il lavoro; poi lo scontro di culture, la sindrome del terrone, poi l’ebbrezza di non riuscire a spendere ciò che guadagni perché tu sicuramente guadagnerai tantissimo altrimenti che ci sei andato a fare a Milano e poi l’estasi della vita notturna, di night, birra e wiskhy, donne facili che poi non sei costretto a sposarti, che ci sanno veramente fare, e poi gli amici che ti vogliono bene e poi …poi è sempre la stessa vita, è un vortice, chiudi gli occhi e ti son volati via vent’anni e poi ti chiamano di notte “vieni è morto tuo padre” ti dicono e cominci a sputarti in faccia per non essergli stato accanto laddove ogni padre morente vorrebbe suo figlio e allora avanti e indietro su treni e aerei, con le telefonate all’ora dei pasti perché speri di sentire l’odore di quello che ha preparato mammà e che oramai come un sogno lontano vive solo nei tuoi ricordi di ragazzo quando come un coglione dicevi ”me ne vado da questo letamaio di paese” !!
certo la vostra scelta è comunque figlia delle contingenze, della fame e della sete per l’appunto, ma vi siete mai chiesti perché a voi cavalli di razza è stato negato il diritto di vivere in quelle verdi praterie dove invece pascolano ogni giorno brocchi e asini dalla testa vuota ??.
e’ vero, se dio vi ha dato le ali è giusto che le usiate per volare e sono convinto che tra voi ci siano gli uomini e le donne migliori, vero patrimonio del paese che è andato comunque perso e che sarà difficile recuperare ma sappiate però che vi portiamo sempre nel cuore, ovunque vi trovate, sparsi ai quattro venti nel mondo.
ci incontreremo ancora.
nerofumo production |
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Casa mia di filippo1978 commento di filippo1978 |
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Da "sempre" molti ragazzi e ragazze dal sud Italia si spostano al nord per cercare lavoro.
Nel mio lavoro ho affrontato questo argomento dal punto di vista di Silvia, originaria di un piccolo paesino della provincia di Caserta, e che ora vive a Ferrara.
Silvia, nonostante siano molti anni che vive a Ferrara, non si è mai abituata al clima, alla gente, e alla luce della sua nuova città.
Quando parte, per andare a trovare i suoi genitori, dice ancora "vado a casa mia".
In questo progetto sono andato alla ricerca della luce e dei volti che vorrebbe avere con se, sono andato alla ricerca di cosa vuol dire "casa mia".
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Casa mia di filippo1978 commento di filippo1978 |
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"Nel mio intimo, però, sapevo che nessuna luce regge il confronto con quella di casa"
Hishman Matar |
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Mignon di filippo1978 commento di Valerio Zanicotti |
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Me l'ero perso...ma l'ho visto volentieri.
Un lavoro molto interessante...sia dal punto di vista tecnico dove con uno stile molto particolare alterni ritratti, architetture e dettagli...sia dal punto di vista emozionale visto che ci mostri una realtà nascosta.
Complimenti.
Un saluto.
Valerio. |
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Mignon di filippo1978 commento di Staff Photo4U |
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Complimenti filippo1978, la tua foto e' stata scelta dallo Staff come Foto della Settimana dal 24 al 30 Marzo 2014 della sezione "Reportage e Portfolio"
Potrai vedere tutte le altre Foto della Settimana delle varie sezioni, cliccando sulla miniatura della Foto della Settimana ospitata in Home Page, oppure dalla pagina Le migliori della settimana.
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Mignon di filippo1978 commento di filippo1978 |
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@Alessandro, grazie delle parole e dei consigli, personalmente tendo, di solito, a editare le storie seguendo più la suggestione dei colori e forme piuttosto che seguire che un filo "narrativo-geografico", ma si sa, che i fotografi sono i peggiori editor delle proprie foto......
@Viola grazie!
@Piemmeart grazie e alla prossima tenda ! |
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Mignon di filippo1978 commento di Piemmeart |
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Ottimo lavoro, guardo i tuoi lavori sempre con gusto e piacere tanto da capire che tende, tendoni e sipari sono ormai la tua firma.... . Ciao e complimenti!!
Pietro |
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Mignon di filippo1978 commento di Alessandro Signore |
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Davvero un bel lavoro, con i richiami al mondo del porno discreti, ma efficaci, indispensabili a identificare senza dubbi il genere di cinema che ci presenti.
Come ti hanno già detto, la narrazione scorre, ma - secondo me - potrebbe essere migliorata con una messa in sequenza più logica: la foto del sipario, a livello semantico e non solo, sarebbe la chiusura perfetta; la ripresa dall'esterno la vedrei bene proprio all'inizio, prima dell'insegna (o anche dopo).
La foto delle scale... se avessi ripreso dal basso verso l'alto, (le scale che salgono, in genere, sono più interessanti di quelle che scendono... ) sarebbe stata perfetta a condurci verso la sala di proiezione (generalmente posta in alto): onestamente, così la vedo un po' a sé stante dato che e mi riporta a un... DVD!
Davvero una bella serie! |
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Mignon di filippo1978 commento di frank66 |
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filippo1978 ha scritto: | @frank66: gli spettatori mancano perchè, come puoi immaginare, non vogliono essere associati a questo contesto.
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Ovvio, non intendevo dei ritratti riconoscibili , ma almeno delle sillhouette, ombre, insomma, che se ne avvertisse la presenza nella sala. |
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Mignon di filippo1978 commento di filippo1978 |
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Ciao a tutti e grazie per il passaggio.
@frank66: gli spettatori mancano perchè, come puoi immaginare, non vogliono essere associati a questo contesto.
@nerofumo: con le parole "primo vagito di social, un facebook antidiluviano" mi hai davvero fatto cogliere ancora meglio uno dei significati che racchiude questo posto. Grazie.
@Sisto, vittorione: grazie! |
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Mignon di filippo1978 commento di vittorione |
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Un guardarsi attorno il tuo sempre acuto e disincantato. Efficacissima la tua lingua fotografica: frasi brevi, digressioni, sincopi.
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Mignon di filippo1978 commento di Sisto Perina |
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Rieccomi...
e che ti devo dire...?
Io trovo il lavoro un felice connubio tra immagini e storia; un balzo indietro in tempi in cui questi cinema erano luoghi facilmente reperibili in qualsiasi città con la chicca di un'analisi approfondita e vera del "dietro le quinte" della proiezione...
Bellissime le inquadrature su oggetti e persone attraverso finestre particolari o cornici ritagliate tra macchine da proiezione o quant'altro...
Fluida la lettura supportata da un colore che sottolinea la particolare atmosfera (a mio avviso malinconica..) del luogo e da frames di films alternati ad immagini del luogo ed alle persone che lo gestiscono.
I dettagli minuziosamente ricercati per quell'"amarcord" di immediato richiamo per chi, in questi luoghi, c'è passato (anche solo per la curiosità di vedere o di dire "ci sono stato" ).
Bravo
ciaoo |
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